ATTO I

ANALISI VIII

 

Il ritornello dello «Ein Madchen oder Weibchen» di Papageno , una semplice canzone strofica di grande fascino, introdotta e punteggiata dal carillon magico, è diventato in Austria una canzone popolare (con parole diverse, che cominciano «ub' immer Treu und Redlichkeit bis an dein Kühles Grab»). Un carillon dietro le quinte (oggi di solito viene usata una celesta) fornisce la musica per i carillon di Papageno e Mozart, in una lettera scritta alla moglie convalescente a Baden, racconta come una sera, al Theater auf der Wieden, si divertì a spese dell'amico Schikaneder: «Durante l'aria di Papageno con il carillon, sono andato dietro le scene perché oggi sentivo proprio una gran voglia di suonarlo io stesso. E per divertirmi, nel momento in cui Schikaneder ha una pausa, io ho suonato un arpeggio. Si è spaventato, ha guardato tra le quinte e mi ha visto. Alla sua pausa successiva, non ho suonato nessun arpeggio. Questa volta si è fermato e si rifiutava di andare avanti. Indovinando il suo pensiero, ho suonato un altro accordo. Allora lui ha dato una botta al carillon e ha gridato: 'Chiudi il becco!'. Al che tutti hanno riso. Io credo che questo scherzo abbia fatto capire a molti del pubblico che non è Papageno che suona lo strumento».
Sebbene il Finale sia un movimento di ampio respiro, che prende più o meno l'ultima mezz'ora dell'opera, esso comprende cinque scene separate e si divide in cinque sezioni musicali corrispondenti: (I) i tre Fanciulli e Pamina; (II) le prove di Tamino e Pamina; (III) Papageno e Papagena; (IV) la Regina della notte e le sue seguaci, che porta al (V) coro finale di trionfo sul male e sulle tenebre. I cambi di scena sono, o dovrebbero essere, fatti senza interrompere la musica: dall'inizio del Finale, non c'è altro dialogo nell'opera.
La scena dei tre Fanciulli e Pamina comincia con il solenne trio dei Fanciulli, con il ritmo ed il tono che passano da serenità a urgenza quando vedono Pamina avvicinarsi disperata. Dopo aver dissuaso Pamina dal suicidio, il tempo e la tonalità si rischiarano ed il passaggio finale per tutte e quattro le voci è assolutamente gioioso. La musica giunge ad una chiusa completa; quando la scena cambia, ricomincia, ma come proveniente da un mondo completamente differente, più austero. I tromboni spiccano nelle battute introduttive adagio che portano ad un fugato in tempo uniforme, sul quale due uomini, tenore e basso a distanza di un'ottava, cantano dei misteri di Iside con il motivo di un antico corale tedesco, «Ach Gott, von Himmel sieh darein» (versificazione del Salmo 12 fatta da Martin Lutero). Quando Tamino e Pamina vengono riuniti, prima di affrontare insieme le prove del fuoco e dell'acqua, si salutano con frasi della più toccante semplicità. [...] Qui siamo all'essenza dello Zauberflöte. La lenta marcia con l'assolo di flauto (magico), quando Tamino e Pamina si sottopongono alle prove, è stranamente separata dal fuoco e dall'acqua di quella prove ed emana un'aria di serenità spirituale. Quando gli innamorati riemergono dalla seconda prova, un coro dietro le quinte celebra il loro trionfo con un gioioso allegro. Di nuovo, la musica arriva ad una chiusa completa.
A questo punto torniamo al suono più terreno del mondo di Papageno. Anch'egli medita il suicidio ed il suo addio al mondo, nella tonalità tragica di Mozart, il sol minore, ha una sua commovente dignità. Come Pamina, anch'egli viene salvato dai tre Fanciulli e la sua scena termina con un estatico duetto-unione per lui e la sua Papagena. Adesso comincia la sezione finale in cui la Regina della notte, le sue Damigelle e Monostatos vengono cacciati nelle tenebre eterne e Sarastro, in sei battute di sicuro arioso, introduce il coro con cui l'opera termina, gioiosa affermazione in mi bemolle del trionfo della luce.
Charles Osborne, Guida alle opere liriche di Mozart, Firenze, Sansoni, 1982, pp. 422-423.
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