Sistema Musica aprile 2005
orch. filarmonica di torino
  Il Requiem di Mozart
Un mistero che attende oltre la soglia della vita
di Oreste Bossini
appuntamenti

domenica 10 aprile ore 17
Torino – Conservatorio
prova generale
martedì 12 aprile ore 21
Torino – Conservatorio
mercoledì 13 aprile ore 21
Venaria
Teatro della Concordia
Orchestra Filarmonica di Torino
Complesso Internazionale Cameristico
Marzio Conti direttore
Musiche di Bertotto, Mozart


lunedì 18 aprile
Palazzo Barolo ore 21
Concerti Hicare
Quartetto Casorati
Sergio Marchegiani pianoforte
Musiche di Sˇostakovicˇ, Colla



Il Requiem di Mozart è un tema spinoso, irto com’è di punti interrogativi e di interpretazioni controverse. Fissare un’opera d’arte in un’immagine precisa costituisce quasi sempre un azzardo, che gli stessi autori cercano spesso di evitare, tornando sul testo per aggiustare qualche gamba zoppa del tavolo, come diceva Verdi. Quando si tratta addirittura di dar voce a un capolavoro incompiuto, qual è il Requiem appunto, i dubbi e gli interrogativi si moltiplicano all’infinito. Incompiuto, sì, ma fino a che punto non sappiamo. Il Requiem era stato commissionato a Mozart da un nobile di provincia appassionato di musica, Franz von Walsegg zu Stuppach. Nel luglio 1791 un incaricato del conte aveva sollecitato il lavoro, ancora da portare a termine. Mozart però non doveva cercare di conoscere l’identità del committente, per il motivo che questi aveva la debolezza di far passare per proprie le musiche che amava dirigere con la sua orchestra. Forse accadde proprio questo il 14 dicembre 1793, quando Walsegg eseguì per la prima volta il Requiem in pubblico, nella Chiesa di Neustadt a Vienna, in occasione dell’anniversario della morte della moglie. L’ipotesi però solleva parecchi dubbi. È difficile credere che un artista come Mozart, ben consapevole del proprio valore e della propria posizione, abbia potuto cedere i diritti d’autore, per così dire, di un’opera tanto importante e tanto impegnativa. E non è neppure immaginabile che un amateur di provincia, per quanto abbagliato dalla vanità, fosse realmente convinto di far credere sua una musica di quel livello. Il progetto era rimasto indietro per l’accavallarsi di impegni importanti come La clemenza di Tito e Il flauto magico. Mozart non fece in tempo a finire la musica del Requiem. Il 5 dicembre morì, lasciando un fascicolo manoscritto in particella (le linee vocali e qualche sintetica indicazione musicale) e forse altri appunti sconosciuti. La vedova, Constanze, fece in modo che il lavoro fosse ritenuto compiuto, in modo che il committente versasse l’onorario pattuito. In realtà Constanze mise al lavoro sul materiale rimasto gli allievi più fedeli dell’entourage di Mozart: Joseph Eybler, Franz Freistädler e soprattutto Franz Xaver Süßmayr. Qual è il peso del loro lavoro, di preciso non sappiamo. Di sicuro il Requiem costituisce un’opera di bottega, per così dire, frutto di un artigianato collettivo caratteristico di un’epoca intera. L’epoca romantica immediatamente successiva, forgiando l’idea del genio, impedì di venire realmente a capo della controversa questione delle attribuzioni, offuscando la verità per creare la leggenda. Quel che importa, però, non è la mano che ha scritto la singola nota, ma la strategia poetica del Requiem. Di Mozart è l’idea della morte come “sorella e amica dell’uomo”, del ciclo eterno della rinascita, del mistero (e non della punizione) che ci attende oltre la soglia della vita. Questo è il Requiem che parla ancora a noi, nel nostro tempo. In ciò consiste pienamente il suo essere un’opera di Mozart.

Daniele BertottoCosì faccio ascoltare la vita di Maria

di Daniele Bertotto

Vom Tode Mariae è tratto dal ciclo di poesie Das Marien Leben che Rainer Maria Rilke compone, in parte, agli inizi del Novecento. Il testo, rimasto incompiuto, viene ripreso e portato a termine nell’inverno 1911-12 durante il soggiorno italiano del poeta a Duino. Inizialmente concepito come opera “a programma”, rappresenta un progetto di lavoro in comune con l’incisore Heinrich Vogeler sulla vita di Maria. Dal punto di vista formale il lavoro presenta una serie di episodi costruiti su elementi semplici, descrivendo un percorso che predilige la variazione melodica e l’intervallare di alcune cellule presenti sin dall’inizio del brano. Vom Tode Mariae è suddiviso in sezioni, quasi un’iconografia sonora, in cui coro e solista si alternano nella descrizione di una religiosità singolare e tormentata. Il clima teso e irrequieto che pervade le prime cinque sezioni lascia il posto a un ultimo episodio in cui l’intreccio polifonico della scrittura e l’ampio slancio lirico degli archi conduce a una dimensione onirica, terminando su un’ultima pulsione affidata al tremolo delle viole. L’opera è stata commissionata dalla Corale di Sommariva Bosco per celebrare la trentennale attività dell’Associazione.

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