FRANZ SCHREKER
DER FERNE KLANG
LAURETO RODONI
QUEL MAGICO SUONO CHE VIENE DA LONTANO
Il protagonista dell’opera di Franz Schreker (1878-1934) Der Ferne Klang in scena all’Opernhaus di Zurigo è un compositore di nome Fritz che sin da giovane percepisce l’esistenza di un suono magico, miracoloso, ma lontano, forse irraggiungibile, generato da arpe sfiorate dalle mani spettrali del vento. Nel corso di questo suo ininterotto ‘Streben’, di questo ‘tendere verso l’alto’ in senso goethiano, Fritz si libera dei legami con il mondo, fugge da tutti e da tutto, persino dalla fidanzata Grete di cui è profondamente innamorato.
La incontra di nuovo quache anno più tardi in un postribolo di lusso a Venezia. Ma in Fritz non c’è più posto per il rimorso o per un ripensamento. Abbandona di nuovo l’ex fidanzata offendendola senza pietà.
Soltanto da vecchio, dopo il fiasco dell’opera priva di quel ‘suono lontano’ che avrebbe dovuto concluderla, il compositore la incontra di nuovo e l’antico amore rinasce: troppo tardi Fritz si rende conto che quel ‘suono lontano’ invano cercato in realtà è racchiuso nell’amore di Grete. Infatti, quando si accinge a trascriverlo in partitura, Fritz spira tra le braccia dell’amata.
Rappresentata nel 1912, Der ferne Klang sembra prefigurare l’afasia creativa del periodo bellico (per esempio Wolf-Ferrari e Rilke) di tre grandi compositori del Novecento che hanno lasciato incompiuti i loro capolavori proprio perché incapaci di trovare una soluzione musicale originale e inaudita per il finale: Ferruccio Busoni (Doktor Faust), Giacomo Puccini (Turandot) e Arnold Schönberg (Moses und Aron). Di altro tipo è il discorso per la quarta grande opera del Novecento: Lulu di Alban Berg, interrottanon dall'afasia ma dalla morte.
Der ferne Klang è quindi un’opera profetica e visionaria non solo in senso sincronico (cioè con riferimento all’opera stessa), ma anche in senso diacronico, in rapporto a esperienze artistiche successive. Un’opera di assoluta originalità, con influssi apparentemente antitetici, sapientemente intrecciati: naturalismo, simbolismo, impressionismo, espressionismo tedesco, verismo italiano, Puccini.
Per questi motivi, il compito del direttore (e dell’orchestra) è estremamente impervio e complesso sul piano stilistico.
La lettura di Ingo Metzmacher è illuminante: il Maestro tedesco ha saputo cogliere e amalgamare tutti gli aspetti dell’intricata partitura, evidenziando la straordinaria ricchezza del discorso armonico e della tavolozza orchestrale. Capita raramente che i professori d’orchestra restino nella buca fino all’ultima apparizione solitaria del direttore alla fine dello spettacolo. E raramente avviene che la loro emozione si sciolga in un applauso di gratitudine. Un vero e proprio capolavoro esegetico che si spera sia registrato e pubblicato.
L’impianto scenografico di Mathis Reinhardt (scene multiple su piattaforma girevole) privilegia l’aspetto naturalistico rispetto a quello simbolico e visionario: è quindi complementare alla musica e per questo motivo risulta incisivo e coinvolgente. Il cast è eccellente, dai formidabili Roberto Saccà (Fritz) e Juliane Banse (Grete) fino all’ultimo comprimario. Impeccabili orchestra e coro.
Approfondimenti in http://www.rodoni.ch/schreker/
CAST OPERNHAUS ZÜRICH
MAGAZIN OPERNHAUS ZÜRICH
RIASSUNTO DAL PROGRAMMA UFFICIALE
INGO METZMACHER OFFICIAL WEBSITE
FRANZ SCHREKER
a cura di Laureto Rodoni
THEODOR WIESEGRUND ADORNO
FRANZ SCHREKER
PAUL BEKKER
a cura di Laureto Rodoni
FRANZ SCHREKER
FRANZ SCHREKER II
DER FERNE KLANG
DAS SPIELWERK UND DIE PRINZESSIN
DIE GEZEICHNETEN
DER SCHATZGRÄBER
LETTERA INEDITA DI FRANZ SCHREKER
(già nell'Archivio L. Rodoni di Biasca, di recente ceduta
alla Franz Schreker Foundation di New York)
FRANZ SCHREKER FOUNDATION
FRITZ E GRETE NEI PRIMI FELICI TEMPI DEL LORO AMORE
PARTITO FRITZ, I GENITORI CONSEGNANO GRETE NELLE MANI DELL'OSTE CHE TENTA DI STRUPRARLA
GRETE DISPERATA DOPO LA FUGA DA CASA
GRETE NEL POSTRIBOLO DI LUSSO A VENEZIA
LA SOLITUDINE DI GRETE NEL POSTRIBOLO
L'AMAREZZA DELL'ARTISTA FALLITO
L'AMAREZZA DELL'ARTISTA FALLITO
L'INCONTRO ULTIMO CON GRETE E LA MORTE DEL COMPOSITORE
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