RICHARD WAGNER WEBSITE

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III. POESIA-MUSICA DE
« IL CREPUSCOLO DEGLI DEI»


INDICE

Incontriamo, nell'Edda l'espressione «sera dell'universo,» (Poema di Vafthrudner, str. 39), «sera degli dei» (Il festino d'Aeger - Canto diffamatorio di Locki, str. 39), «morte degli dei» (Poema di Vegtam, str. 20). «Ragna rókkr» è l'antica forma nordica che propriamente significa «oscuramento dei dominatori»; forma che appare una sola volta nella prima Edda dove predomina invece l'altra forma, «ragna rök», interpretata ora come «destino dei consiglieri», ora come «fine del mondo», ed ora come «tramonto degli dei» o come «distruzione dei signori», o «ultimo destino». Sull'espressione tedesca «Untergang der Götter», «tramonto degli dei», finisce col predominare quella di «Götterdämmerung», «crepuscolo degli dei», con la quale s'interpreta la forma «ragna rökkr», frequente nella nuova Edda. Altra forma è «ragna roesikr» nel significato di «tenebre degli dei».
Le espressioni di «sera», di «oscuramento», di «crepuscolo», dispongono così la concezione della «fine» a un singolare valore lirico che nell'opera wagneriana si definisce in compiutezza profonda.
Musicalmente l'idea della fatale rovina degli dei comincia a delinearsi nella Prima Giornata della Tetralogia in un motivo discendente per gradi, a significazione del patto concluso per la costruzione del Walhall tra i Giganti e Wotan che così viene a legarsi ad essi perdendo la propria libertà divina; le prime due note del tema sono appunto quelle del grido del nibelungo Alberico quando invano cerca nella sua sensualità d'afferrare le figlie del Reno custodi dell'oro:
Motivo in cui ha un germe quello ulteriore a espressione della fuga di Freia, dea dell'amore e luce degli dei, dai Giganti che per quel patto ne esigono il possesso.*
Spenta l'aurea luce dell'acqua, anche la luce dei celeste mondo divino è destinata a spegnersi : da un anteriore motivo esprimente la rinunzia all'amore nasce misterioso nella tonalità di mi bemolle il motivo che appunto allude all'oscurarsi degli dei, di Wotan, alla volontà di potenza ormai asserviti:



È il tema detto appunto del «Crepuscolo» (Dämmermotiv).
Analogo e affine al motivo dell'elemento originale è quello delle Norne e di Erda loro madre, divinità primordiali, e, a differenza dei Giganti, di carattere spirituale per la loro sovrana sapienza, della medesima natura delle Figlie del Reno dalle quali si distinguono, in ordine a tale sapienza, per un essenziale accento di seria tristezza: l'offesa innocenza originale vi si manifesta come conoscenza del destino del mondo e degli dei, della tragica escatologia. La diversità e l'intima identità tra le Figlie del Reno e le Norne musicalmente è significata dal diverso movimento ritmico ( 6 e 4 per la stessa idea melodica ambientata da una figura d'accompagnamento rappresentativa del moto delle onde (Oro del Reno, la scena) e del filar del destino (Crepuscolo degli dei, Prologo, 1a scena):



motivo che, rovesciato in movimento discendente, al verso

Un torvo giorno albeggia per gli dei

(e il predicato è espresso col termine «dämmert», giacché «Dämmerung» come il corrispondente italiano «crepuscolo» vale tanto per il passaggio dal giorno alla notte quanto per l'inverso, se pur nell'uso più per quello si assuma che non per questo, così che già è un crepuscolo in quel senso l'alba di tale tragico giorno), diventa, fin dall'Oro del Reno, il motivo del «crepuscolo degli dei»:



La concezione musicale del «crepuscolo degli dei» è dunque già insita in quella dell'elemento primordiale.
Analogamente a ciò, in una identica concezione melodica sussistono i motivi dell'Anello, sintesi e simbolo della potenza dell'oro, e del Walhall: segni, l'uno e l'altro, delle due coincidenti colpe del Nibelungo e di Wotan:



Collegato con quello della rinunzia all'amore è il motivo dell'Anello (canto della Figlia dei Reno Woglinde); la rinunzia diviene pel Nibelungo avido di potenza maledizione all'amore; le idee poetico-musicali dell'Anello e quindi del Walhall restano congiunte con quella della maledizione:



e verso la fine dell'Oro del Reno, dopo un incontro dei motivi dell'Anello e delle Norne, in quello della maledizione si risolve il motivo stesso del Walhall.
Da questo punto (scena finale dell'Oro del Reno: Marcia degli dei al Walhall) sì delinea l'angosciosa tristezza di Wotan nella sua tragica maestà, fino a suscitare in lui una reazione nel concepire una nuova potenza liberatrice:



elementare idea melodica organicamente (armonicamente) identica a quella dell'Oro nell'elemento originario,



che nel lamento delle Figlie del Reno di nuovo s'eleva. È il motivo della Spada divina.
L'idea della Spada è correlativa a quella dell'Oro: nella mente del dio che anela a liberarsi dalla maledizione e dal patto che lo asservisce, la Spada viene a sostituirsi all'Oro, in contrasto con la Lancia del dio nella quale i sacri runi del patto stanno incisi.
In tali emblemi poetici e idee musicali s'esprime la tragica contraddizione intima del dio, contraddizione che non può risolversi, secondo il suo stesso desiderio segreto, se non nella catastrofe finale di lui, del mondo divino e di quello naturale.
L'azione drammatica procede attraverso due tragici eventi d'amore, conseguenze di quella divina contraddizione: l'amore incestuoso di Sigmund e Siglinda, i due fratelli Velsunghi figli di Wotan, l'eroico amore di Sigfrido loro figlio e della valchiria Brunilde figlia di Wotan. In Sigfrido libero eroe che avrà il retaggio della Spada converge la estrema profonda speranza di Wotan.
Assieme a quello del Walhall compare nella 2a giornata della Tetralogia, La Valchiria, il motivo della Spada (fra i motivi eroici dei Velsunghi, nel racconto dei due fratelli Velsunghi). Come Alberico ha rapito dall'abisso, delle acque l'Oro, così svelle dal frassino dove Wotan stesso l'ha infitta, nella casa nuziale di Siglinda, Sigmund la Spada divina. Diversamente un identico destino di rinuncia all'amore investe l'uno e l'altro, e un'identica maledizione.
Nasce dall'idea musicale del patto quella di Sigmund e così quella della tristezza divina collegata con l'idea della rinuncia all'amore:



Alla valchiria Brunilde viene annunziata l'immancabile rovina degli dei: il motivo della maledizione risuona nella sua strutturale affinità con quello della Spada. I motivi delle Nome e del crepuscolo degli dei, nel quale l'idee del patto e della rinuncia sono presenti, si fondono trasformandosi in quello ch'esprime l'angoscia divina:



Wotan riconosce la vanità della sua tragica speranza: consapevole della propria imminente fine, disperato la desidera, e per essa, sui combinati motivi del Walhall e dell'Oro, erompe nella benedizione al figlio del Nibelungo cui dal destino l'opera annientatrice è affidata.
Con quello delle Norne si ripete nella sua parte ascendente il motivo dell'angoscia divina, al presentarsi di una nuova idea musicale come interrogazione del destino, da cui il canto di morte di Sigmund si sviluppa:



concluso con l'idea musicale di Sigmund. Deve suo malgrado Wotan spezzare con la propria Lancia la Spada di Sigmund che cosi da Hunding marito di Siglinda cade ucciso. Mentre Brunilde disobbedendo all'esterno volere del padre come ha protetto, Sigmund porta ora Siglinda a salvamento, l'angoscia divina torna ad effondersi e termina nella sinistra benedizione al figlio del Nibelungo.
Sono qui dunque le idee musicali delle Nome e del crepuscolo degli dei, originate da quella dell'elemento primordiale, e le idee del Walhall e dell'Oro, connesse con quella della maledizione, a precedere la profezia di Sigfrido nascituro: ha origine dall'idea dell'elemento primordiale quella dell'angoscia degli dei, come da quella della maledizione l'idea musicale di Sigfrido che, libero dalla maledizione, è chiamato a liberarne il mondo. Idea musicale in cui nel suo inizio melodico, è pure presente il germe melodico del motivo della Spada, correlativo e organicamente identico a quello dell'Oro e analogo a quello della maledizione. Ma nel suo movimento ascendente esso si riconnette con l'idea dell'elemento primordiale, in esso interpretata secondo uno spirito e un gesto d'individuale impeto eroico, e tal movimento riprende dopo una piega in due battute musicalmente logica, che letteralmente è il motivo della maledizione. Impetuoso anelito a spegnere la maledizione nell'innocenza originale: questa l'essenza dì Sigfrido nel suo significato drammatico, quale in modo immediato dalla sua idea musicale è definita e manifesta. È il nodo musicale-drammatico, dell'intera azione della Tetralogia: tutta la complessità dell'essenziale organismo tematico di quest'opera vi si riflette:



Appare in questa ultima scena della Seconda Giornata la finale melodia in cui, nel Crepuscolo degli dei, l'intera opera ha la sua cadenza: la melodia in re bemolle ch'esprime la redenzione per amore, conclusa nella frase ascendente di tre suoni il cui rapporto con l'iniziale pedale in mi bemolle all'aprirsi della Prima Giornata costituisce l'intima sostanza musicale dell'opera; melodia col motivo di Sigfrido intensamente connessa:



Il motivo della tristezza divina e quello del patto, alternati o anche congiunti, vengono spesso a costituire col motivo di Sigfrido un'antitesi a reciproco rilievo. E la figura melodica del patto si ritrova ancora in quella ch'esprime la collera di Wotan, dalla quale s'origina la melodia della giustificazione di Brunilde al volere paterno, ha disobbedito.
Deriva dal canto di morte di Sigmund quello del giudizio pronunciato da Wotan e col motivo della rinuncia s'unisce concludendo con quello del patto: motivi in cui il significato drammatico di Wotan è ormai definito, e quindi accentuato col motivo della maledizione e del destino, come nei motivi delle Norne e di Sigfrido il significato drammatico della valchiria Brunilde, ambientato, in questa scena che precede il suo sonno sulla rupe, dagli accordi del motivo del crepuscolo. Già due volte apparso nella Prima Giornata, comincia l'incantesimo del fuoco (Loge) mentre il motivo eroico delle valchirie cede alla melodia del sonno, manifestata già durante il sonno di Siglinda fra le braccia di Sigmund.
La tragedia del dio costretto a punire la figlia che opponendosi alla sua volontà è stata invece interprete del suo segreto sincero desiderio, ha qui il momento verticale: è l'addio di Wotan a Brunilde, il cui canto di giustificazione termina ancora nella melodia del sonno



fra gli accordi del motivo del crepuscolo cui fa seguito l'incantesimo del fuoco nel suo pieno sviluppo dopo il motivo del destino e del patto. Il fuoco, il sonno, Sigfrido venturo, il canto d'addio di Wotan, queste le idee poetico-musicali che concludono la Seconda Giornata: dal rovinato amore dei due Velsunghi il futuro amore del loro figlio e di Brunilde s'annunzia secondo la tragica speranza divina.
Nel dialogo col nibelungo Mime educatore di Sigfrido fanciullo, nell'incontro con Alberico, nell'evocazione di Erda la onnisciente e nell'incontro cori Sigfrido, la tragedia del dio ha nella Terza Giornata i suoi momenti ulteriori.
Non più il signore delle battaglie superbo nel suo Walhall è Wotan, ma un inquieto pellegrino.
Sono segnate dal motivo del patto le sue risposte a Mime musicalmente espresso nei motivi nibelungici della fucina e della meditazione. Dopo quelle sui Nibelunghi (Nibelheim) e sui Giganti (Riesenheim), la risposta sul Walhall è segnata dal motivo del Walhall e delle Norne: da questo e dal motivo del patto si forma, in corrispondenza a quello dell'angoscia divina, il motivo della potenza degli dei:



I motivi dei Velsunghi, dell'addio a Brunilde, di Sigfrido e della Spada tornano per le risposte di Mime alle questioni di Wotan; torna quello del fuoco a indicare la febbrile paura del nibelungo vinto nel dialogo dal dio, e tra le due canzoni della fusione della Spada spezzata quello del crepuscolo, a significare l'intenzione del nibelungo d'avvelenare Sigfrido che con la Spada da lui fusa vincerà il Gigante custode dell'Oro.
L'incontro del divino viandante con Alberico che nella foresta vigila alla caverna del Gigante è via via, segnato dai motivi dell'Anello, della cavalcata, del crepuscolo degli dei, dell'addio a Brunilde, del viandante, del Walhall, del patto, della collera divina e della Spada; dei quattro ultimi ironicamente si giova Alberico contro il suo avversario. Si profilano due modificazioni del motivo del patto, che nella Quarta Giornata esprimeranno l'ansia di vendetta di Brunilde e la finale rovina del mondo.
Nel discorso del morente Gigante, Fafner trasformato in drago, trafitto da Sigfrido con la Spada, il motivo di Sigfrido risuona assieme a quello della maledizione; risuonano il canto delle Figlie del Reno e il motivo dell'Oro che Sigfrido ha tolto al Gigante e di cui mira il nibelungo Mime a impadronirsi: tale desiderio del nibelungo è espresso da un motivo che nella Quarta Giornata è quello dei Gibicunghi, stirpe consanguinea dei Nibelunghi per via di Hagen figlio bastardo di Alberico e della moglie di Gibich. Motivo che a significazione della tragicità di tale stirpe, quale appunto nella Quarta Giornata sarà manifesta, si trasforma in quello delle Nome con una cadenza già apparsa nella Prima Giornata per la sfida di Alberico alla potenza degli dei. Torna, alla morte di Mime, il motivo della maledizione.
Mentre Sigfrido guidato dalla voce dell'uccello della foresta s'avvia verso la rupe dove dorme Brunilde, giunge Wotan a questa rupe e qui evoca dall'abisso Erda per interrogarla: attraverso il motivo del patto, accompagnati da quello del dio pellegrino, quelli della cavalcata e dell'angoscia divina si mutano nei motivi delle Nome e del crepuscolo degli dei; il motivo del crepuscolo segna l'apparizione e la sparizione di Erda, il canto di Wotan è costituito da una modificazione ritmica del motivo della fuga (v. Oro del Reno) e dal motivo del destino. Erda predice il crepuscolo, degli dei, e confessa il decadere della sua propria sapienza: l'Anello, la rinuncia, il Walhall, e la giustificazione di Brunilde, le Valchirie, la condanna di Brunilde e il canto di addio, sono le idee musicali di questo dialogo da cui Wotan esce con la decisione d'abbandonare alla nuova coppia del giovane velsungo e della punita valchiria la sovranità del mondo:



Idea melodica nel suo movimento e significato opposta a quella del patto, ed analoga a quella dell'elemento primordiale.
Nel ritmo dell'angoscia e della potenza divina s'esprime quindi l'incontro di Wotan con Sigfrido; il Walhall e la collera divina urtano contro l'orfano figlio di Sigmund ucciso da Wotan la cui Lancia coi runi del patto dalla Spada di Sigfrido è ora spezzata: con ritmo a singulto risuona il motivo del patto, mentre fra le armonie del crepuscolo degli dei Wotan scompare e musicalmente risplende l'Oro all'entrare del fanciullo eroico nella siepe di fiamme da cui il sonno di Brunilde è difeso.
Costituisce il momento culminante del complesso duetto fra Sigfrido e Brunilde, dove assieme a nuove idee musicali esprimenti il loro amore tornano tutte le precedenti che ad essi si riferiscono, una melodia originata da quella della redenzione d'amore in cui l'intero dramma della Tetralogia si conclude:



melodia dalla quale accompagnata dal motivo del sonno l'innamorata valchiria e pur memore della sua vergine essenza celeste suscita a contrasto l'idea di Sigfrido erede della sovranità del mondo:




Alla maledizione del Nibelungo contro l'amore per il possesso dell'Oro l'amore trionfale di Brunilde, che ha avuto pietà dell'amore di Sigmund e Siglinda, e di Sigfrido frutto di questo amore, canta qui, segreto conforto estremo del dio che non è eterno, la eroica risposta, la sfida: tragica perché pur essa sotto il segno della maledizione per l'Oro che Sigfrido ha conquistato.
Scenicamente è rappresentato il crepuscolo degli dei nella scena seconda di questa Giornata, quando, rapita Freia dai Giganti, gli dei privi della sua luce e dell'alimento degli aurei suoi pomi, «assumono un aspetto sempre più pallido e invecchiato» nella «livida nebbia» via via più densa; e Loge canta:

Come ansiosi e smorti
subito sfiorite!
Vi si spegne delle guance la luce,
lo sguardo del vostro occhio perde splendore!

Senza i pomi,
vecchia e canuta,
grigia e grama,
a ludibrio di tutto il mondo appassendo,
morirà la schiatta degli dei.