11 marzo 1912

Rischio di non proseguire questo diario. Peraltro, non è quasi più un diario. II viaggio a Praga e molte altre occupazioni me l'hanno impedito. Non è certo che io ricordi anche soltanto i più importanti dei fatti avvenuti. In realtà avrei preferito annotare il resto, ciò che non ha nulla a che vedere con i fatti. Voglio cercare di dire quello che ancora ricordo.

Lunedì 19 febbraio verso sera ha telefonato Erich J.

Wolff chiedendo se fossi disposto a strumentare Adelai-

de [op. 46] di Beethoven per la signora Gulp. Ho accettato subito, perché da tempo avrei fatto volentieri qualcosa del genere. Sono assolutamente convinto che, se si devono cantare Lieder in una grande sala, occorra almeno cantarli con accompagnamento orchestrale. E se ci è lecito suonare la musica classica sui nostri pianoforti moderni, con il loro suono colossale, allora, a maggior ragione, possiamo farlo con l'orchestra. Naturalmente, tali trascrizioni richiedono molto tatto. Niente effetti! Soltanto i suoni che avrebbe scritto lo stesso Beethoven. Ma con i nostri mezzi! Scrivere direttamente il suono che soltanto a fatica riusciamo a ricavare da una partitura beethoveniana, così che questo suono si dia da sé. Dunque ho accettato, sebbene dovessi completare la partitura entro il 24 febbraio e sebbene dovessi partire il 21.

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Il giorno seguente, 20, al mattino sono andato a prendere lo spartito dalla signora Gulp. Le ho fatto cantare ancora una volta il brano e mi sono accordato sul compenso (ho chiesto 200-300 marchi, tra l'altro un colpo di fortuna per me, che mi ha rammentato nuovamente una sensazione già provata spesso in questo periodo: "sono nelle mani di Dio"! Infatti, senza questo onorario l'i marzo sarei rimasto senza soldi. Ancora una volta al momento giusto). La signora Gulp ha una bella voce, un po' vela-

70 ma purtroppo è poco musicale. Comunque vuole che io orchestri per lei altri Lieder classici, e questo mi fa molto piacere. Le voglio dare io stesso alcuni suggerimenti.71 A mezzogiorno mi metto al lavoro e proseguo fino alle 8 di sera, riuscendo a portarne a termine quasi la metà. E, mi sembra, la metà migliore. Ancora adesso ne sono più soddisfatto che della seconda parte, nella quale ci sono alcune cose molto buone, ma qualche punto manca dell'ispirazione adeguata. Devo rivederla ancora una volta. Poi abbiamo fatto le valigie e così ci siamo accorti che la nostra ex domestica aveva sottratto le chiavi e i lucchetti per le valigie; abbiamo dovuto affidare il bagaglio alla ferrovia, legato alla bell'e meglio (comunque, per fortuna non ci è stato rubato nulla).

1121 (mercoledì), Mathilde e io ci siamo svegliati quasi contemporaneamente alle 21/2 di notte. Molto misterioso! Allora abbiamo deciso di rimanere svegli e ci siamo occupati degli ultimi preparativi. Alle 8 del mattino siamo partiti con Webern. Beffissimo viaggio. Soprattutto i tratti sull'Elba! Certamente una delle zone più belle che io conosca. Straordinaria molteplicità. A ogni ansa dell'Elba un panorama nuovo. Inoltre, è davvero un mistero come il fiume abbia potuto insinuarsi. Questa valle stretta; le montagne così vicine alletto del fiume.

A Praga gli Zemlinsky e Horwitz'ci aspettavano alla stazione. Gli Zemlinsky molto affettuosi e gentili. II resto della giornata è stato pieno di racconti e Alex mi ha preparato all' [incontro con l'il orchestra. Mi ha parlato mol-

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to di un giovane direttore d'orchestra, Strasser, e di Keussler. Ma io ero molto stanco e avrei preferito andare a dormire. Ciò nonostante, alle 11, quando sono andato a letto, a lungo non sono riuscito ad addormentarmi e, per di più, mi sono svegliato alle 6 il giorno dopo, 22. Così anche questo giorno, ero di nuovo fuori uso e questa spossatezza, di cui non sono riuscito a liberarmi per tutto il tempo trascorso a Praga ha dato, purtroppo la sua impronta al soggiorno praghese. Non sono mai stato pienamente me stesso. Infatti, di lì a poco è emerso che Alex avrebbe dato un ricevimento in mio onore e, inoltre, che anche Strasser, Horwitz e i Waschmann volevano invitarci. Da una parte mi faceva piacere, ma dall'altra mi spaventava molto. Infatti, la vita tranquilla a cui sono abituato - vado a letto presto, resto a lungo solo, non parlo con troppe persone e, soprattutto, raramente con estranei -' fa sì che io non sappia destreggiarmi in società e soprattutto che mi stanchi rapidamente. Se non posso esimermi, devo dormire a sufficienza, dalle 7 alle 8 ore; quando lavoro me ne bastano 506. Ma, evidentemente: quando non lavoro sono in un periodo di riposo, e allora ho bisogno del mio sonno. Dunque, ero in apprensione per i numerosi ricevimenti serali. Inoltre, avevo saputo che le prove erano state distribuite in maniera molto sfavorevole per me. Delle nove prove (compresi il concerto e la prova generale) che avrei dovuto tenere con l'orchestra, sette cadevano nei 4 giorni da lunedì a giovedì e quindi, a eccezione del lunedì, sarei stato impegnato due volte in ciascuno degli ultimi 3 giorni. Per me che non vi ero abituato, era molto. Comunque, ce l'ho fatta e avrei fatto anche meglio se non fossi stato affaticato per le molte veglie notturne.72

La sera del primo giorno siamo andati a teatro a vedere Kuhreigen di Kienzl. Una cosa da poco. Strasser dirigeva (molto abilmente) per la prima volta. Per questo Alex doveva esserci. Strasser ci fece chiedere di raggiungerlo al ristorante. Qui abbiamo conosciuto lui, sua so-

rella e sua madre. La sorella simpatica, la madre meno. Strano: a tavola sono stato seduto per interi quarti d'ora senza che nessuno mostrasse interesse a parlare con me. Naturalmente, Alex era occupato con una donna: la cognata di Horwitz, una ragazza insignificante, ma molto vivace, che lì ha un ruolo molto importante perché è carina. Strasser era occupato con sua madre, appena giunta per fargli visita. Più tardi è arrivato Keussler. Mi ha monopolizzato immediatamente. E a quel punto, sebbene fossi terribilmente stanco,-ho dovuto ascoltare per quasi un'ora i discorsi ininterrotti di un uomo mezzo ubriaco, ma non antipatico. Su argomenti complessi, ma in maniera tanto incoerente da stancarmi ancora di più. Sebbene Alex mi avesse promesso che avrei potuto essere a
casa per le 11, ho dovuto seguirli anche al caffè. Si sono fatte le 2.

II giorno successivo, 23, mi sono svegliato stanchissimo; piuttosto presto. In serata dovevo tenere la prima prova con i fiati. Ero molto in ansia a causa della mia stanchezza. Inoltre, Zemlinsky mi aveva a tal punto tolto ogni coraggio con il suo eccesso di consigli, che sono andato alla prova in preda a una grande inquietudine. Anche l'esito di questa prova è stato davvero sfavorevole. La sezione iniziale in 12/8 [di Pelleas und Melisande] mi è costata grande fatica. In sala prove ho sofferto molto il caldo, e inoltre non sentivo quasi niente. Alex è sembrato irritarsi molto per un complimento rivoltomi da Webern e ha ritenuto necessario "venire in mio aiuto". Certamente, questo ha compromesso il mio rapporto con l'orchestra. E in ogni caso mi ha scoraggiato enormemente. Infatti, quando si è messo al mio fianco e a tratti ha preso a dirigere, mi sono sentito decisamente superfluo. Ero molto umiliato e infelice e, tornando a casa, meditavo seriamente sull'opportunità di rinunciare al proposito di dirigere io stesso. Ma quando Mathilde, invece di incoraggiarmi, mi ha fatto questa stessa proposta, si è risvegliata la mia ostinazione e ho dichiarato categoricamente: domani andrà meglio, assolutamente. Sono andato a dormire presto, rimanendo però sveglio fino alle 21/2. Ancora una volta, avevo dormito soltanto poche ore.

Nonostante questo, la prova con gli archi (il 24) è andata molto bene. Ero ancora titubante nella sezione in 12/8 ma, appena passata, sono diventato sempre più sicuro. Ho cominciato a sentire! Ho trovato il coraggio di correggere e ho individuato anche i mezzi giusti per farlo, e perfino battere il tempo mi è riuscito più facile. Tutti hanno trovato che era andata bene e così ho raccolto il coraggio per le altre prove. E davvero strano quando le circostanze distolgono dalla pratica musicale una persona che, in precedenza, era stata soprattutto un musicista pratico. Sicuramente, 10 anni fa questo l'avrei saputo fare

L-)

meglio. E a ciò si aggiunge che oggi pretendo da me stesso un certo livello. Comunque, da questo punto di vista sono rimasto insoddisfatto della mia prestazione: un certo livello, il mio livello, non l'ho raggiunto. La sera siamo rimasti a casa. Per dormire ho preso il Veronal e questa è stata l'unica notte a Praga in cui sono riuscito a riposarmi a sufficienza.

La domenica (25), al mattino abbiamo fatto visita al direttore Teweles. Una persona non antipatica, anche se molto noiosa per le sue continue battute. Per la sua mancanza di serietà. Fondamentalmente stupido, arrogante e bonario: una mescolanza che, per quanto sia naturale, mi riesce estremamente sgradita. Di sera grande ricevimento dagli Zemlinsky. Molt o piacevole. Soprattutto mi sorprende Ida,73 che è così piena di attenzioni, palesemente felice della nostra visita e sempre pronta alla massima cordialità. Alex non è altrettanto gentile. Soprattutto mi nega qualunque parola di lode, quasi per principio. Sembra pensare che nella mia cerchia mi si lodi troppo ed evidentemente vuole evitare che mi comporti da megalomane. Dimentica soltanto quanto mi si disprezzi in altri ambienti! Non credo sia una questione d'invidia. Piuttosto un po' di rabbia e di amarezza per il fatto che a lui, una persona di grandi meriti, vengano tributati così pochi riconoscimenti. Capisco bene tutto questo. Data l'incapacità di giudizio della gente, doveva temere che, come ringraziamento per la magnanimità con la quale mi ha procurato questa occasione di dirigere, la sua cerchia e persino il pubblico avrebbero preferito me a lui, se avessi avuto successo. Per fortuna ciò non è avvenuto. Io stesso l'avrei avvertita come un'enorme ingiustizia. Per la stessa ragione può averlo irritato adesso il libro su di me a cura dei miei allievi. 74 Trovo in effetti che si parli di me in termini davvero eccessivi. Sono troppo giovane per simii lodi, ho realizzato troppo poco, e soprattutto poco di veramente compiuto. Quanto realizzato finora posso ancora considerarlo soltanto come una speranza per il fu-
turo, come una promessa che forse manterrò, ma nulla più. E devo dire che avrei forse rifiutato il libro, se in questo modo non avessi guastato la gioia dei miei affievi. D'altro canto però mi sono sentito così sopraffatto dal grande amore che traspariva da tutto questo che, per quanto una cosa simile possa rendere felici, sono stato veramente felice. Ed ero anche orgoglioso: trovo tutto, quasi tutto, scritto così bene e con così belle parole che dovrei realmente aspettarmi qualcosa da un gruppo di persone come queste. Soprattutto, naturalmente, da Webern! E un uomo meraviglioso. Com'era commosso nel porgermi il libro. Solenne, eppure così semplice. Quasi come uno scolaretto, ma come uno scolaretto che ha studiato bene una cosa soltanto per non farsi travolgere.7' Mi sono riproposto di brindare con lui alla prima occasione, offrendogli di darci del 'tu'.76 E poi Berg, e Linke, e Jalowetz. E persino Horwitz. E ancora: Kandinsky. Un saggio splendido !77

Ma mi vergognavo davanti ad Alex. E un po' scettico. So che non ama credere. E sebbene abbia un'alta opinione di me, ritengo che preferirebbe quasi essere il solo ad averla! Stranamente, non crede nell'entusiasmo degli altri. Sebbene egli stesso sia capace di tanto entusiasmo autentico! Perché?

La sera, lunga chiacchierata con Strasser, che è persona molto intelligente e davvero simpatica. Ci eravamo completamente astratti. Keussler invece si è rivelato poco interessante. "Artistico" un po' alla solita maniera. "L'artista non deve pensare troppo, anche se ne è capace", questo è il livello comune.

Chiacchierato a lungo con Handi. E un buon uomo. Forse è rimasto un po' indietro. Continua ad aggrapparsi alle idee della cerchia di Hermann Bahr e di [Max] Reinhardt. Di sera è arrivato Berg, ne sono stato felicissimo. Anche lui è venuto dagli Zemlinsky.78 Abbiamo tirato le 2!!

Lunedì 26, prima prova con l'intera orchestra. È ani,.

data benissimo. Ho provato molto più della metà. Su mia esplicita richiesta, Alex ha ammesso che avevo utilizzato bene la prova. La sera da Strasser; me ne sono andato per primo a mezzanotte.79

Martedì [27 febbraio], al mattino e al pomeriggio prove. Tutte e due le volte molto bene. Si fanno grandi progressi. Divento decisamente più pratico. Riesco ad aspettare e a correggere nel momento cruciale. Soltanto raramente mi soffermo su aspetti secondari, anche semi manca ancora il coraggio di perseguire tutto ciò che è importante. Al mattino ho provato dapprima la seconda parte e sono riuscito anche a ripetere la prima. Nel pomeriggio l'intera composizione; dunque per la terza volta. La sera da Horwitz. Avevo accettato a condizione di potermene andare alle 11. Me ne sono andato subito dopo cena.80

Mercoledì (27 [sic]). Al mattino Alex ha provato il Concerto per violoncello di Saint-Saèns. Il giorno precedente aveva suonato a prima vista dalla partitura d'orchestra quel pezzo che non conosceva, con uno slancio tale da lasciarmi completamente stupefatto. Ho segnalato questa abilità a Webern, con enfasi estrema. In seguito ho provato Bach per la prima volta. L'ho fatto molto male. Non sapevo dove interrompere. O meglio, l'avrei interrotto in troppi punti. Ma in tal caso avrei nuovamente frainteso Alex, che mi aveva lodato molto l'abilità dell'orchestra. Nel pomeriggio ho ripreso ancora una volta Pelleas e poi Bach, che a quel punto è andato meglio. Anche se non benissimo. La sera ho dovuto rimanere di nuovo alzato: erano arrivati Linke, Polnauer, Königer, Schmidt" (un allievo di Berg), la signora Webem e la signora Königer. Quella sera mi sono sentito perfettamente a mio agio nella cerchia dei miei cari amici. Soltanto persone Carissime: Königer e la mòlie; Webern e la moglie, e poi Linke e anche Polnauer! E stata davvero una gioia.82

Giovedì (28 [sic]), prova generale. Hertzka è presente. E entusiasta del mio modo di dirigere. Anche Gurtmann. L'esecuzione è considerata migliore di quella di
Fried. A mezzogiorno insieme con gli amici. La sera concerto. Bach (primo brano) è decisamente un successo del direttore. Questo mi tranquillizza, perché ho la netta sensazione di non meritarlo con Bach, e attacco la mia composizione con una calma che rasenta la freddezza. Non ci fosse stata la sezione in 12/8 a preoccuparmi un poco, sarei stato quasi assonnato. Ho fatto persino fatica a riscaldarmi quel tanto necessario perché non si perdesse ogni slancio nei passaggi più espressivi. Nondimeno ho avuto le lodi generali!!! In seguito, ancora a lungo insieme."

Il 29 [febbraio], stanco come sono, devo anche rila-. sciare un'intervista a un reporter. Gli dico tutte le sciocchezze possibili e anche qualcosa di buono; senza fare alcuna distinzione, quello riferisce tutto in maniera parimenti sconsiderata. Ore 12 partenza da Praga. II commiato dai miei amici mi rattrista molto. Chissà quando ci rivedremo. Alex molto caro nel congedarsi. Spero che ci rivedremo presto, poiché sono invitato a tenere una conferenza presso la Rede- und Lesehalle di Praga. Ho annunciato "Su MaMer" e ho concordato con Alex di parlare il 25 [marzo] in occasione dell'Vili [Sinfonia di Mahler] che dirigerà il 28. Arrivati la sera alle 7. Webern si è recato ancora al concerto Cuip-Fried dove viene eseguita Adelaide.

i marzo, a Berlino. Nel frattempo, ii 27 febbraio è uscito il mio secondo articolo su "Pan"."' Il primo è apparso il giorno della mia partenza per Praga. Sabato Schmidt ha replicato in maniera estremamente stupida. Domenica (25.2), ho ricevuto il ritaglio speditomi da Guttmann. Alex era dell'opinione che avrei dovuto rispondere immediatamente, e così mi sono messo subito a scrivere la mia replica, sebbene fossi molto stanco. La cosa ha sollevato un gran polverone e mi ha procurato molti nemici. Proprio queffi che mi merito! II primo giorno a Berlino trascorre nell'ozio assoluto. Soprattutto sono troppo stanco. Webern, la cui moglie è partita per Vienna, è a pranzo da noi. Telefona Marschalk invitandoci da lui domenica sera. Accettiamo.