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RUDOLF STEPHAN

SULLA MUSICA A VIENNA
ALLA FINE DI UNA GRANDE EPOCA


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TERZA PARTE

QUARTA PARTE

QUINTA PARTE

SESTA PARTE


II

Vicino a Brahms i due compositori più importanti, che hanno per così dire formato l'opposizione musicale, furono Anton Bruckner e Hugo Wolf. Bruckner [SITO IN FRANCESE]

 

 

originario dell'alta Austria e fedele alle abitudini campagnole anche nella metropoli della monarchia, era in origine un insegnante - maestro elementare - e un organista, cattolico fervente, pur senza affettazione. Viveva nella fede. Il pubblicista viennese Ludwig Hevesi, cronista della Secessione viennese, in un saggio del 1984, descrisse Bruckner come una «personalità viennese», e intendeva con ciò sottolineare la sua fama internazionale di virtuoso di organo, ma non lo stimava come compositore; questo lato non era neppure citato (vedi L. Hevesi, Wiener Totenzanz, 1899). L'opera sinfonica di Bruckner nasce dalla musica sacra: la sua musica religiosa sta all'origine delle sue composizioni sinfoniche così come più tardi il Lied (in parte popolare, in parte artistico) per Mahler. In questa musica sacra, nata per lo più non per essere eseguita in sale da concerto - ad esempio, la Messa per coro (senza solisti) in mi minore, in parte sostenuta, in parte accompagnata soltanto dai fiati - si trovano notevoli capolavori, così come tra i Lieder di Mahler. Mahler, ancora ragazzo, venne a stretto contatto con Bruckner, che era circondato da giovani musicisti entusiasti e da vari aiuti. Questi giovani furono i soli spettatori della memorabile prima della III Sinfonia, nel 1877, vicini a Bruckner nella sua profonda umiliazione, e forse i soli a capire qualcosa di quella musica incomparabilmente grande. La maschera del teatro impedì che i giovani entusiasti consegnassero la corona d'alloro che si erano portati dietro. Una scena allucinante: gran parte del pubblico si era allontanato durante l'esecuzione (diretta da Bruckner stesso perché il direttore, Herbeck, era morto poco prima) e aveva svuotato la sala. C'erano state manifestazioni di ogni tipo, e risate sarcastiche, mentre il piccolo gruppo di giovani entusiasti applaudiva vigorosamente e cercava di porgere la corona al depresso maestro. Fu quasi un miracolo trovare un editore che facesse stampare a sue spese la partitura, le voci e la riduzione a quattro mani. (La riduzione fu portata a termine soprattutto da Mahler, che fece il suo debutto a diciannove anni). Ma la Terza fu la sinfonia di cui Richard Wagner, l'idolatrato maestro, accettò la dedica facendo felice Bruckner! Per Bruckner, felicità e umiliazione erano sensazioni vicine.
Bruckner si impose come compositore non a Vienna, dove pure contava ammiratori e fautori, ma in Germania, soprattutto a Lipsia e a Monaco. Solo quando Hugo Wolf [SITO IN FRANCESE]

 

 

un giovane pieno di temperamento e assolutamente alieno dai compromessi, originario della Stiria meridionale - regione che oggi appartiene alla Jugoslavia - iniziò nel 1884 la sua attività critica, ci fu qualcuno che prese a lottare per Bruckner (che, a dire il vero, polemizzava animatamente contro Brahms e si faceva, come presto si poté vedere, dei nemici.) L'umiliazione che Wolf dovette subire da parte di Hans Richter e di Arnold Rosé (e cioè del direttore e del primo violino) con il rifiuto sprezzante del suo poema sinfonico Penthesilea e del Quartetto in re minore che portava il crudo motto «Rinunciare tu devi, rinunciare», non era che la risposta alle critiche antibrahmsiane, in realtà eccessive, del «Wiener Salonblatt». Le due opere sono state recuperate, dal lascito di Wolf, soltanto dopo la sua morte ma fino ad oggi non sono riuscite ad imporsi del tutto. Probabilmente al tempo in cui diventarono accessibili l'interesse per il «poema sinfonico» si era già spento.
Le critiche di Wolf sui «Salonblatt» sono un documento dell'epoca e del suo entusiasmo. Il pensiero che queste critiche, in cui un giovane privo di esperienza si metteva a nudo, venissero gustate al caffè dalla buona società è deprimente anche oggi. Il peggio è che Wolf lo intuiva, ma che doveva scrivere per motivi economici. Ecco infatti che prorompe: «Se qualcuno volesse chiedermi che cosa intendo per pubblico corrotto, ecco, sono pronto a rispondere: un pubblico corrotto è quello che si fa dominare da una stampa corrotta, un pubblico di lettori di giornali. Tutti gli altri inconvenienti nascono da qui, la mancanza di idee, la frivolezza, la dipendenza, la distrazione, la mancanza di sensibilità, ma soprattutto il pregiudizio contro quelle opere a cui la stampa ha giurato la morte. Se questo pubblico fosse spontaneo non sopporterebbe un giorno di più il giogo infame che si è imposto da sé». E altrove si esprime ancora più chiaramente: «L'arte è un'operazione commerciale e la stampa un mezzo. Basta comportarsi bene con i recensori e l'affare è fatto». (Hugo Wolf, Musikalische Kritiken, ed. von Batka e H. Werner, 1911). Hugo Wolf come antesignano di Karl Kraus, la cui Fackel cominciò ad uscire nel 1899?