I dizionari Baldini&Castoldi

Hans Heiling di Heinrich Marschner (1795-1861)
libretto di Philipp Eduard Devrient

Opera romantica in un prologo e tre atti

Prima:
Berlino, Königliches Opernhaus, 24 maggio 1833

Personaggi:
la regina degli spiriti (S), Hans Heiling (Bar), Anna (S), Gertrude (A), Konrad (T), Stephan (B), Niklas (rec); spiriti, contadini, invitati, giocatori, tiratori



Il personaggio di Hans Heiling, tra quelli creati da Marschner, rappresenta una delle più notevoli incarnazioni del tipico tema romantico dell’io diviso, condannato a non trovare la propria unità. Il libretto di questa storia fantastica, dalle molteplici fonti, era stata approntato dal cantante Philipp Eduard Devrient con la speranza che venisse messo in musica dall’amico Mendelssohn, che tuttavia non si sentì di impegnarsi su un soggetto che ricordava troppo da vicino il Freischütz di Weber. Dopo qualche anno Devrient ripropose anonimamente il libretto a Marschner, che lo accolse subito con entusiasmo.

Il prologo si svolge in un mondo sotterraneo, dove il popolo degli gnomi e degli spiriti è in agitazione: il loro principe, Hans Heiling, è fermamente deciso ad abbandonare il regno invisibile per sposare una giovane contadina, Anna, di cui è innamorato. Invano la regina madre tenta di dissuaderlo da un proposito che gli porterà solo sofferenza; ella sa che la natura di suo figlio è doppia, poiché il padre era un uomo, e che per conquistare il diritto a regnare sul mondo degli spiriti deve affrontare un percorso di purificazione attraverso una dolorosa delusione amorosa. Munito di gioielli da offrire alla sposa e del libro magico che custodisce i suoi poteri, Heiling va alla ricerca della felicità nel mondo degli uomini. Lì si verifica ciò che nel prologo già era stato preannunciato: nonostante Heiling tenti con ogni mezzo di avvicinare Anna a sé, ella non riesce ad amarlo; è imbarazzata dalla sua gentilezza e dai suoi regali, turbata dai suoi misteri, offesa dalla sua gelosia, ma soprattutto incapace di dimenticare Konrad, il giovane Schütz che la ama. La madre Gertrude insiste perché la figlia non sprechi l’occasione di un così buon partito come Heiling; ma Anna, quando la regina madre apparsale nel bosco le rivela chi egli sia in realtà, si rifugia spaventata tra le braccia di Konrad. Il giovane si oppone a Heiling che, infuriato, lo ferisce con un coltello. Heiling comprende che gli è preclusa la felicità di un amore terreno e torna affranto nel suo regno, cercando conforto tra i suoi simili e desiderando solo la rovina dei due giovani. Il giorno delle nozze di Anna e Konrad, Heiling si mescola tra gli invitati, aspettando l’occasione propizia per consumare la sua vendetta. Il momento giunge quando le ragazze, in omaggio a un’antica usanza, bendano gli occhi ad Anna: Heiling si rivela e Anna lo implora di lasciare salva almeno la vita di Konrad. Il disperato tentativo del ragazzo di uccidere l’invulnerabile Signore del mondo inferiore sortisce l’unico effetto di fargli spezzare la lama del coltello. Tutto sembra perduto, ma l’intervento della regina madre evita il gesto irrimediabile e riconcilia il mondo degli uomini con quello del sottosuolo, dove anche Heiling, ormai pacificato, torna per governare.

Il contesto di questa vicenda fantastica, che presenta indubbi punti di contatto con il Freischütz , è tratteggiata dal libretto in modo piuttosto schematico, soprattutto nella simmetrica contrapposizione del mondo positivo del villaggio a quello oscuro delle forze sotterranee. Il compositore però modella con altra creta la figura del protagonista, che nella sua intima lacerazione e nella autentica inquietudine romantica riesce a trovare la via verso un linguaggio nuovo, qui ancora acerbo, ma destinato a trovare esiti più compiuti in Wagner. Due soprattutto sono i luoghi in cui si può osservare questa impennata musicale e drammatica, in un lavoro che per altri versi segna un ritorno all’ordine della forma chiusa in Marschner: la grande aria di Heiling “An jenem Tag” e il suo melologo del terzo atto. In entrambi i casi osserviamo come l’orchestra, affrancata da un mero compito di accompagnamento o di pittura sonora, sia interiormente animata da nuova vita e sia la portatrice della più autentica energia drammatica. Marschner aveva già mostrato, nelle migliori tra le sue precedenti opere, una felice attitudine a creare ruoli di eroi baritonali; ma mai come per Heiling consegue una tale sincerità di ragioni e sentimenti, così da ottenere, grazie a questo personaggio, un esito artistico di valore assoluto.

o.b.

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