Bibliothèque départementale du Val d'Oise - Revue Légendes
Gli scrittori della coscienza europea
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Stefan Zweig
Il mondo d'ieri, ricordi di un europeo

... anche questa storia di domani che noi domandiamo non deve più servire a glorificare questa o quella nazione particolare, ma l'umanità tutta intera.

La storia di domani , 1939.

Stefan Zweig nasce nel 1881 da una famiglia della grande borghesia ebraica di Vienna. Conoscendo bene il francese e l'inglese - non a caso è traduttore di Baudelaire, Verlaine e Verhaeren, al quale sarà molto legato - Stefan Zweig viaggerà di continuo tra Vienna, Parigi e Londra, senza dimenticare i soggiorni in Italia e un importante periplo dell'India. Istintivamente, egli sente l'Europa come una patria naturale. Come già a Hofmannsthal e Rilke, la Prima Guerra mondiale gli appare quindi una lotta fratricida. Dopo il 1934 e l'avvento del nazismo, la sua esistenza si trasforma in una dolorosa erranza fatta d'inquietudine e dubbi.

Uno scrittore affermato
Sensibile e molto disponibile, nelle sue opera letterarie questo umanista appassionato affronta di continuo nuove tematiche. Benché autore di poesie, sono però le novelle che lo rivelano al grande pubblico. Dopo la prima guerra mondiale, Stefan Zweig si stabilisce a Salisburgo e, senza volgersi al passato, inizia ad affermare pubblicamente la sua fiducia nell'avvenire dell'Europa. Contemporaneamente ai romanzi che lo rendono celebre, egli moltiplica le biografie e i saggi critici, nei quali cerca di valorizzare le grandi personalità della storia e del pensiero europei. I trittici Tre maestri (su Dostoevskij, Dickens e Balzac, 1920), Tre poeti della propria vita (su Casanova, Dickens e Tolstoj 1928), La lotta col demone (su Kleist, Hölderlin e Nietzsche, 1925), nonché uno studio su Erasmo, illustrano questa ricerca.

Un destino tragico
Nel 1934 lascia Salisburgo per Londra. Minacciato dalle persecuzioni naziste, egli non rivedrà più l'Austria, la quale "sulla mappa dell'Europa non era più che un bagliore crepuscolare, come un'ombra grigia, incerta e senza vita dell'antica monarchia imperiale". Stanco di una vita fatta di continui spostamenti, depresso e disperato, credendo l'Europa condannata - giacché "viaggiare e perfino viaggiare lontano sotto altre costellazioni e in altri mondi non significa sfuggire all'Europa e alla sua inquietudine - nel 1942 si suicida insieme alla seconda moglie vicino a Rio. Il Brasile lo onora con funerali di stato.

I ricordi di un europeo
E' con ragione che Zweig può dare alle sue memorie d'esilio, Il mondo di ieri, il sottotitolo "ricordi di un europeo". Egli vi dipinge l'affresco quasi integrale della sua generazione. Lo scrittore è a cavallo di due mondi: quello di ieri, che, attraverso i grandi artisti da lui venerati, gli offre il sostegno dei grandi valori su cui poggia la sua ragione d'essere e di scrivere; e quello di domani, nel quale, davanti ai suoi occhi, si afferma il regno, al contempo insopportabile e incomprensibile, della violenza, dell'incultura e del cattivo gusto. Senza dubbio quel "mondo di ieri", percepito come una età dell'oro, non era preparato a reggere lo choc delle due guerre mondiali.

"Non si può vietare a nessuno di redigere fin d'ora la propria carta d'identità europea, di dirsi cittadino europeo e, nonostante le frontiere, di considerare fraternamente come una sola unità il nostro mondo molteplice."
Il pensiero europeo nel suo sviluppo storico, Conferenza tenuta in Italia, 1932.
"Sono convinto che chiunque veda nell'ipertrofia dello stato e del nazionalismo la disgrazia della nostra generazione e di quella futura, contribuisce di fatto a liberare il mondo da questa ipnosi..."
La storia di domani , Conferenza tenuta negli Stati Uniti, 1939.


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