Dopo l'apprendistato a Brera Franzoni si dedica al paesaggio con un impegno i cui esiti sono il frutto non di un "cambiamento" (parola quanto mai impropria) bensì di una maturazione avviata almeno fin dall'anno prima delle spedizioni e dei soggiorni dai Saint-Léger. Gli studi e i bozzetti riferibili a Lungo il lago giunti fino a noi (un bozzetto, un acquarello e un paio di disegni) illustrano come dalle prime prove per Reti, ancora legate a schemi prospettico-compositivi forse improntati ai quadri dei Navigli del Gola, il pittore giunge poi nella versione definitiva presentata alla Permanente a soluzioni paesaggistiche nelle quali l'accento è posto invece sulla vastità (donde anche l'allungamento del formato) e, per quanto ne possiamo desumere dal bozzetto e dall'acquarello, sulla luminosità del colore.
Il paesaggio di Reti/Lungo il lago è lo stesso nello sfondo della Madonna del Sasso della collezione della Fondazione, ma anche, da punti di vista leggermente diversi, in dipinti con le vedute della riva di Muralto o della punta di Burbaglio, un motivo, quest'ultimo, sul quale il pittore torna frequentemente, anche in alcune fotografie, attorno alla metà del decennio.
[Cattori, p. 27]