free counter MALLANAGA VATSYAYANA - KAMASUTRA - CODICE INDIANO DELL'AMORE - PARTE SECONDA - TESTO INTEGRALE IN ITALIANO

MALLANAGA VATSYAYANA

KAMASUTRA 2

CODICE INDIANO DELL'AMORE

TESTO INTEGRALE IN ITALIANO

INTRODUZIONE WIKIPEDIA







VII - DEI DIVERSI MODI DI PERCUOTERE

L'atto sessuale può essere paragonato a una lite, a causa dei contrasti d'amore e della sua tendenza a degenerare in una disputa. L'oggetto che si percuote con passione è il corpo, e al corpo appartengono le seguenti parti speciali:
Le spalle, la testa, lo spazio fra i seni, il dorso, il jaghana o parte mediana del corpo, i fianchi.
Vi sono quattro modi di percuotere, e sono i seguenti:
Col dorso della mano, con le dita un po' contratte, col pugno, col palmo della mano. Le percussioni producono dolore e determinano nel percorso l'emissione d'un suono sibilante, che può assumere diverse caratteristiche, e otto diverse specie di lamenti così definiti:
Il suono Hinn. Il suono urlante, simile al tuono. Il suono tubante. Il suono lamentoso. Il suono Phutt. Il suono Phâtt. Il suono Sûtt. Il suono Plâtt.
Si può anche verificare l'emissione di parole con senso definito quali, ad esempio: «Mamma mia!» ed altre che significano proibizione, stanchezza, soddisfazione, desiderio di liberazione, dolore o lode, alle quali si può talvolta aggiungere il verso della colomba, del cuculo, del piccione verde, del pappagallo, dell'ape, del passero, del canarino o della quaglia, suoni tutti molto usati in tale circostanza.
I colpi col pugno debbono essere dati sul dorso della donna, mentre è seduta sulle ginocchia dell'uomo, ed essa deve restituire questi colpi accompagnandoli con invettive come se fosse in collera, emettendo nel tempo stesso dei suoni come il tubante e il lamentoso. Quando l'amplesso è iniziato si potrà percuotere leggermente col dorso della mano lo spazio fra i seni, prima lentamente e poi sempre più in fretta man mano che l'eccitazione aumenta. In questo periodo di eccitazione sarà emesso il suono Hinn, solo o con altri, alternativamente, secondo l'abitudine. Se l'uomo percuote la donna sulla testa, con le dita un po' contratte si verifica una percussione che si chiama: «Prasritaka» e che vuoi dire appunto: «Battere con le dita un po' contratte». In tal caso i suoni caratteristici sono il tubante, il Phâtt e il Phutt nell'interno della bocca, e alla fine dell'amplesso il sospirante e il lamentoso. Il suono Phâtt è l'imitazione del rumore che si ottiene spezzando una canna di bambù. Il suono Phutt somiglia invece al rumore di un oggetto che cade nell'acqua. Ogni volta, ricevendo un bacio o una carezza qualsiasi, la donna deve rispondere con un suono sibilante. Si può esser certi, poi, che quando la donna non è abituata alle percussioni, durante l'azione mormora continuamente parole di proibizione, di sazietà, di desiderio, di liberazione o frasi come: «Padre mio!», «Mamma mia!» intercalate con sospiri, lamenti o urli.
Verso la fine dell'amplesso l'uomo premerà fortemente, col palmo delle mani, il seno, il jaghana e i fianchi della donna, continuando in queste pressioni sino alla fine; e la donna allora emetterà dei suoni come il verso della quaglia o altri. Vi sono, a questo proposito, due versetti di cui ecco il testo:

Le caratteristiche del sesso maschile, secondo l'opinione generale, sono la rudezza e l'impetuosità; mentre la donna si distingue per la debolezza, la tenerezza, la sensibilità, e un'inclinazione a evitare atti spiacevoli. L'eccitamento del desiderio e alcune particolari abitudini possono talvolta condurre a risultati in apparenza contrari, ma la natura finisce sempre col prendere il sopravvento.



Ai quattro sopra citati modi di percuotere si può aggiungere l'uso di un oggetto a spigoli da battere sul petto, di forbici sulla testa, di uno strumento a punta sulle guance e di pinze sui seni e sui fianchi. Si hanno dunque in tutto otto modi di percuotere. Ma queste ultime quattro maniere, del tutto particolari delle popolazioni meridionali, coma si può scorgere dai segni lasciati sul seno di quelle donne, sono condannate da Vatsyayana, perché dolorose e quindi barbare e vili e non si devono perciò usare. Come regola generale, tutto ciò che appare come costume locale non è da seguire senza esame preventivo, e anche nel paese ove l'uso è comune è consigliabile sempre evitarne l'abuso. Si possono citare numerosi esempi dei pericoli cui si va incontro con la pratica ditali percussioni usate nei paesi meridionali. Il re di Pansciala, usando un oggetto a spigoli durante l'amplesso, uccise la sua cortigiana Madhavasena. Shatakarni Shatavahana, re di Kuntala, usando un paio di forbici, tolse la vita alla sua grande regina Malayavati. Naradeva, che aveva una mano deforme, accecò una giovane danzatrice con un oggetto a punta mal diretto.
E si hanno anche due versetti su questo soggetto, di cui ecco il testo:

Riguardo a certe cose, non vi può esser né regola né enumerazione. Non appena iniziato l'amplesso, la sola passione dirige gli atti di due amanti.

Ogni atto appassionato, ogni gesto o movimento che abbia senso di amore e nasca dall'eccitazione nel momento dell'amplesso, non può essere definito. Tutto è irregolare come un sogno. Un cavallo che abbia raggiunto il quinto grado di velocità, continua la propria corsa con uno slancio cieco, senza più badare ai fossi o agli ostacoli che possano sbarrargli il cammino. Così due amanti per la fiamma della passione: l'eccitamento li accieca, e vanno, vanno sempre, furiosamente, senza preoccuparsi di nessun eccesso. Per questa ragione, l'uomo che conosce a fondo la scienza dell'amore, consapevole della propria forza, ma anche della tenerezza e dell'ardore della sua donna, potrà agire in conseguenza. I vari modi di godere non sono adatti ad ogni tempo né ad ogni persona; ciascuno, prima di metterli in pratica, dovrà tener conto del tempo, del paese e del luogo.

VIII - DELLE DONNE CHE FANNO LA PARTE DI UOMO

Quando una donna si accorge che il suo amante è stanco per un amplesso troppo prolungato, e che non ha interamente soddisfatto il suo desiderio, deve, con il suo permesso, venirgli in aiuto, assumendo la parte di lui. Questo può farlo anche per soddisfare sia la curiosità dell'uomo, sia il proprio desiderio di novità.
Lo si può fare in due modi: la donna, durante l'unione sessuale, fa ruotare su se stesso l'uomo, in modo da continuare l'amplesso senza interrompere il godimento; o anche, più semplicemente, può prendere il posto dell'uomo fin da principio. In tal caso, con la capigliatura sciolta e cosparsa di fiori, sorridente e anelante, poggerà i seni sul petto dell'amante e, abbassando spesso la testa, gli renderà tutto ciò che lui le faceva poco prima, in quanto a percussioni, morsi e tutto. Gli dirà: «Tu m'hai rovesciata, tu mi hai morsa! Ora tocca a me rovesciarti e morderti!». Poi fingerà di vergognarsi, si pretenderà stanca, vorrà finire l'amplesso ma poi invece farà tutto ciò che fa il maschio, e inoltre ciò che qui ora descriveremo.
Tutto quel che un uomo fa per dar godimento alla donna si chiama l'opera dell'uomo e consiste in quanto segue:
Tenendo la donna distesa sul letto, e in certo qual modo quasi del tutto assorta in una piacevole conversazione, comincerà con lo sciogliere gli abiti, e se lei tenterà di ribellarsi ingiuriandolo e resistendo, la farà tacere coprendola di baci. Allora, col suo lingam in erezione, farà leggermente scorrere le mani sul corpo di lei e le maneggerà anche delicatamente certe parti. Se la donna è vergognosa e soprattutto se è la prima volta che si trova con un uomo, farà scivolare le mani fra le cosce di lei, che probabilmente cercherà d'impedirglielo col tenerle strette.
Se si tratta d'una ragazza giovanissima, dovrà, prima ancora, impadronirsi dei suoi seni, che lei probabilmente cercherà di coprire, sia pure con le proprie mani, poi le passerà le braccia sotto le ascelle e sotto il collo. Se invece si tratta di una donna già pratica farà tutto ciò che potrà essere piacevole all'uno e all'altro, secondo le circostanze particolari. Poi le prenderà la capigliatura, tenendole il mento fra le dita per darle un bacio, e nel caso, perché ancora giovane, la fanciulla ne provi vergogna, chiuderà gli occhi. Ma in qualsiasi occasione dovrà bene osservare il comportamento della donna, e dedurre da esso ciò che dovrà fare per renderle grata l'unione sessuale. A questo proposito Suvarnanabha osserva che, pur facendo alla donna ciò che crederà più opportuno durante l'amplesso, l'uomo non dovrà dimenticare d'aver cura di premere le parti del corpo sulle quali essa poserà gli occhi.
I segni di godimento e di soddisfazione che la donna manifesta sono: il corpo si abbandona, gli occhi si chiudono dimenticando ogni pudore, mostrando un ardente desiderio di unire i due organi il più strettamente possibile. Invece i segni dai quali si capisce che lei non gode e non è soddisfatta, sono i seguenti: batte le mani, non consente all'uomo di allontanarsi da lei, sembra abbattuta, morde l'uomo, lo batte, e continua ad agitarsi anche dopo che l'uomo ha finito. In questo caso l'uomo deve toccarle la yoni con la mano e con le dita (come l'elefante fa con la proboscide), prima ancora di iniziare di nuovo l'amplesso, sino a che l'irritazione sia calmata: e soltanto allora potrà introdurre il suo lingam. Ed ecco specificati gli atti che un uomo dovrà compiere, secondo il loro ordine naturale:
1) Spingere in avanti.
2) Frizionare.
3) Forare.
4) Strofinare.
5) Premere.
6) Dare un colpo.
7) 11 colpo del cinghiale.
8) 11 colpo del toro.
9) La caccia al passero.

1. Quando gli organi sono convenientemente e direttamente avvicinati, si ha ciò che si dice spingere in avanti.
2. Quando, tenendo il lingam con la mano, si fa girare tutto attorno alla yoni, si ha ciò che si dice frizionare.
3. Quando la yoni è abbassata e il lingam, cercando a più riprese di avanzare, ne batte la parte superiore con la punta come se volesse creare un'apertura, si dice forare.
4. Quando si fa la stessa cosa sulla parte inferiore, si ha lo strofinare.
5. Quando il lingam preme a lungo la yoni, si ha il premere.
6. Quando il lingam viene ritirato fino ad una data distanza dalla yoni e poi si fa rientrare con forza, si ha ciò che si dice dare un colpo.
7. Quando il lingam strofina solo un lato della yoni, si dice il colpo del cinghiale.
8. Quando invece tutti e due i lati della yoni vengono strofinati dal lingam, si ha il colpo del toro.
9. Quando il lingam è nella yoni e si agita con un rapido movimento avanti e indietro, senza farlo uscire, si ha la caccia al passero, ed è l'ultimo atto dell'unione sessuale.

Quando una donna fa la parte di uomo deve, oltre le nove operazioni ora descritte, aggiungere le tre seguenti:
1) Il paio di pinzette.
2) La trottola.
3) L'altalena.
1. Quando la donna tiene il lingam nella sua yoni, ve lo attira, lo stringe senza lasciarlo uscire per un tempo relativamente lungo, si ha il paio di pinzette.
2. Quando, invece, durante l'amplesso, la donna si agita in modo da dare alla parte centrale del proprio corpo un movimento circolatorio, si ha la trottola. Si impara solo con la pratica.
3. Se, nello stesso caso, l'uomo solleva la parte mediana del suo corpo mentre la donna agita pure la sua parte mediana col movimento sopra descritto, si ha l'altalena.
Se la donna è stanca, appoggia la sua fronte su quella dell'amante, e rimarrà in tale posizione senza interrompere l'unione degli organi. Quando sarà riposata, l'uomo si volterà riprendendo il suo ruolo e ricominciando l'amplesso. A questo proposito vi sono dei versetti, di cui ecco il testo:




IX - DEL MODO DI COMINCIARE E FINIRE L'AMPLESSO

Il cittadino, in compagnia dei suoi amici e dei suoi servi, riceverà nella stanza del piacere, ornata di fiori e profumata, la donna, che è venuta da lui dopo aver fatto un bagno ed essersi convenientemente vestita, e la inviterà a rinfrescarsi e a bere liberamente. Poi la farà sedere alla sua destra e, carezzandole i capelli, l'abbraccerà delicatamente col braccio sinistro. Si abbandoneranno allora tutti ad una piacevole conversazione su vari soggetti, e potranno anche parlare con parole a doppio senso e allusioni, di cose che non siano considerate sconvenienti per una società. Potranno cantare facendo pure della mimica o della musica, parlare di belle arti, incitandosi l'un l'altro a bere. Infine, quando la donna non resisterà più all'amore e al desiderio, il cittadino congederà gli amici, che gli si faranno dattorno, donando a ciascuno fiori, unguenti e foglie di betel, e quando rimarranno finalmente soli i due procederanno nel modo prima descritto. Questo è il modo di cominciare l'atto sessuale.
Alla fine dell'amplesso, invece, gli amanti, modestamente e senza guardarsi in viso, ognuno per proprio conto, si ritireranno, per rivestirsi; tornati poi al proprio posto, masticheranno alcune foglie di betel e il cittadino stenderà di propria mano sul corpo della donna un unguento di puro sandalo e di qualche altra essenza. L'abbraccerà col braccio sinistro, le dirà parole d'amore e le farà bere dell'acqua in una coppa tenuta da lui. Potranno mangiare dolci di zucchero od altra cosa, secondo il loro desiderio, e bere estratti freschi; potranno, secondo i gusti del paese, mangiare minestra, orzo, estratto, dolci, o altra cosa che sia dolce, piacevole e pura. Gli amanti possono anche sedersi sulla terrazza del palazzo o della casa a godere il chiaro di luna e a fare ancora piacevoli conversazioni; e il cittadino, tenendo la donna sulle ginocchia, le mostrerà i diversi pianeti, la stella mattutina, la stella polare, le sette Rishi o l'Orsa maggiore. In tal modo finisce l'unione sessuale. L'amplesso può essere di diverse specie:

1) Amplesso d'amore.
2) Amplesso d'amore susseguente.
3) Amplesso d'amore artificiale.
4) Amplesso d'amore trasferito.
5) Amplesso a similitudine degli eunuchi.
6) Amplesso fallace.
7) Amplesso d'amore spontaneo.



1. Quando un uomo e una donna che da diverso tempo si amano e si ritrovano insieme dopo varie traversie; o quando uno di essi torna da un viaggio; quando si riconciliano dopo aver litigato, si ha l'amplesso d'amore. Si effettua secondo la fantasia degli amanti e per tutto il tempo che può far piacere.
2. Quando si riuniscono due persone il cui amore è appena nato, si ha l'amplesso d'amore susseguente.
3. Quando un uomo pratica l'amplesso eccitandosi da se stesso con le sessantaquattro arti, come il bacio ecc.; o quando un uomo e una donna hanno un rapporto sebbene ciascuno ami un'altra persona, si ha l'amplesso d'amore artificiale. In questo caso occorre impiegare tutti i procedimenti insegnati dai Kama Shastra.
4. Quando un uomo, dal principio alla fine dell'amplesso, pur godendo una donna, pensa continuamente di goderne un'altra che ama, si ha l'amplesso d'amore trasferito.
5. L'amplesso fra un uomo e una portatrice d'acqua o una domestica di scala inferiore alla sua, e che duri solamente il tempo necessario per soddisfare il desiderio, si chiama amplesso come gli eunuchi. In tal caso occorre astenersi da ogni toccamente esterno, dai baci, e da tutte le altre manipolazioni.
6. L'amplesso fra una cortigiana e un contadino, o fra un cittadino e una donna di villaggio o dei sobborghi, si dice amplesso fallace.
7. L'amplesso, infine, fra due persone profondamente affezionate, si dice amplesso spontaneo. In tal modo terminano tutte le specie di amplesso, e parliamo adesso delle dispute d'amore.
Una donna che ami appassionatamente un uomo non sopporta di sentire pronunciare il nome della propria rivale, né che si parli di lei, né di essere chiamata per distrazione col nome di lei. Se avviene ciò, allora scoppia una grande disputa: la donna piange, va in collera, scioglie i capelli, percuote l'amante, cade dal letto o dalla sedia, e gettando da tutte le parti ghirlande e ornamenti, si butta per terra. L'amante in questo caso deve tentar di calmarla con parole concilianti e nello stesso tempo la rialzerà con attenzione per farla di nuovo stendere sul letto. Ma, senza rispondere alle sue parole, e sempre con crescente collera lei gli curverà la testa tirandogli i capelli, e dopo averlo ripetutamente percosso, una, due e tre volte, sulle braccia, sulla testa, sul petto e sul dorso, si dirigerà verso la porta della camera.
Secondo Dattaka, lei deve, in questo caso, sedersi, con aspetto corrucciato, presso la porta, e piangere, ma senza uscire, per evitare di mettersi dalla parte del torto.
Dopo un po' di tempo, quando avrà giudicato che l'amante ha fatto tutto quanto era in suo potere per riconciliarsi, lo deve abbracciare, lasciandogli però un vivo desiderio di amplesso.
Quando una donna è a casa sua e ha litigato con l'amante, deve andare da lui, dimostrargli tutta la sua collera, e poi abbandonano.
Ma, in seguito, quando il cittadino gli avrà inviato il Vita, il Vidushaka o il Pithamarda per calmarla, dovrà tornare a casa e passar la notte con l'amante.
In tal modo terminano le dispute di amore, e riassumendo:
Un uomo, che usa i sessantaquattro mezzi insegnati da Babhravya, raggiunge il proprio scopo, assicurandosi il godimento di una donna della migliore società. Potrà, fin che vorrà, dissertare su altri soggetti, ma se non conosce le sessantaquattro arti, non otterrà se non poca stima fra le persone colte. Un uomo, al contrario, digiuno in ogni altra cosa, ma assai al corrente dei sessantaquattro capitoli avrà la supremazia in una società di uomini e di donne.
E come non rispettare le sessantaquattro arti quando si pensi che ricevono il rispetto dei letterati, dei sapienti, e delle cortigiane? E in virtù appunto del rispetto che naturalmente si prova per questi sessantaquattro capitoli, per le attrattive che manifestano, e per i meriti che sanno aggiungere ai vezzi naturali delle donne, gli Asciari le chiamano care alle donne. Un uomo profondo in queste arti è gradito alla sua donna, alle donne degli altri, e alle cortigiane.




PARTE TERZA

DELLA CONQUISTA DI UNA SPOSA

I - DEL MATRIMONIO

Quando una ragazza vergine si sposa con un uomo della propria casta, in conformità alle leggi della Sacra Scrittura, i risultati di tale unione sono: la conquista di Dharma e di Artha, la posterità, il parentado, l'aumento del numero di amici, e un amore senza nubi. Per questo motivo l'uomo deve sapere scegliere una ragazza di buona famiglia, di cui i parenti siano viventi, e che al massimo abbia tre anni meno di lui. È bene che sia di una famiglia molto rispettabile, ricca, in buona posizione, circondata da numerosi parenti e amici. La ragazza deve esser bella, con dote, con segni di buon augurio sul corpo; le unghie, i denti, le orecchie, gli occhi, i seni devono essere regolari; il corpo deve godere di buona salute. Anche l'uomo, naturalmente, deve possedere le stesse qualità. Ma, come dice Ghotakamukha, non bisogna amare una ragazza che si sia già unita con altri, che cioè non sia vergine, perché questa sarebbe un'azione reprensibile.
Per condurre a buon fine il disegno di matrimonio con una giovane come abbiamo descritto, i parenti e gli amici dell'uomo debbono fare ogni sforzo, come pure gli amici di ambo le parti, la cui assistenza può essere reclamata. Tali amici faranno notare ai parenti della ragazza ogni difetto presente e futuro di tutti gli altri suoi eventuali corteggiatori per quanto riguarda sia gli antenati sia la famiglia, e nel medesimo tempo esalteranno fino all'iperbole i meriti del loro amico, nei riguardi degli antenati e della famiglia, in modo da renderlo bene accetto ai parenti e soprattutto a coloro che possono essere in buoni rapporti con la madre della fanciulla. Uno degli amici potrà anche improvvisarsi astrologo per pronosticare la fortuna e la ricchezza futura dell'amico, affermando di aver visto per lui tutti i presagi e i segni di felicità; buona influenza di pianeti, entrata favorevole del sole in questo o in quel segno dello zodiaco, stelle propizie, segni di buon augurio sul corpo. Altri infine potranno destare la gelosia della madre, affermandole che il loro amico ha la probabilità di trovare altrove un'altra ragazza migliore della sua. Conviene poi prendere, o dare, in matrimonio una giovane, quando si è interamente soddisfatti della fortuna, dei segni, dei presagi, delle parole di terzi' poiché, dice Ghotakamukha, un uomo non deve sposarsi per seguire solo il primo capriccio. Non bisogna sposare una ragazza che dorme molto, che piange, che esce di casa soltanto quando è richiesta in matrimonio, e che è fidanzata [13] ad un altro. Si devono evitare anche le donne sotto elencate:
Una donna che sia tenuta nascosta; che ha un nome antipatico; che ha il naso schiacciato; che ha la narice rialzata; che ha lineamenti mascolini; che è curva; che ha le gambe storte; che ha la fronte proninente; che ha la testa calva; che non preferisce la purezza; che è stata corrotta da altri; che è affetta dal Gulma [14]; che è sfigurata in un modo qualsiasi; che è già in piena pubertà; che è un'amica; che è la più giovane di alcune sorelle; che è una Varshakari [15].
Anche una ragazza che ha il nome di una delle ventisette stelle, o il nome di un albero, o di un fiume, si dice che non valga nulla, come pure una giovinetta il cui nome finisce in rol. Ma in realtà secondo l'opinione di alcuni autori, si può esser felici solo sposando una fanciulla alla quale si è affezionati, e quindi si deve sposare solo la donna che si ama. Quando una ragazza ha l'età del matrimonio, i parenti devono vestirla in modo civettuolo, e condurla dovunque possa essere vista da tutti. Ogni pomeriggio, dopo averla adornata, con eleganza, la manderanno, con le sue giovani amiche, ai giochi, ai sacrifici, alle cerimonie nuziali, mettendola in tal modo in evidenza, dato che altro non è se non una mercanzia da vendere. Dovranno accogliere, con buone parole e con attestazioni di amicizia, le persone che faranno visita alla ragazza in vista del suo matrimono. La vestiranno allora con eleganza, sotto un pretesto qualsiasi, e la presenteranno, attendendo che la fortuna si realizzi, e fissando un giorno per decidere il matrimonio. In quel giorno, non appena le persone saranno giunte, i parenti della fanciulla le inviteranno a rinfrescarsi e a desinare, e diranno al prescelto: «Tu tornerai il tal giorno», senza dare immediatamente seguito alla domanda, e rinviando la conclusione a più tardi. E quando un uomo si è in tal modo assicurata la conquista di una fanciulla secondo gli usi del paese, o seguendo l'impulso del proprio desiderio, dovrà sposarla in conformità dei precetti della Sacra Scrittura, secondo l'una delle quattro specie di matrimonio.
Termina così la trattazione del matrimonio, non senza riportare il testo di alcuni versetti:

I divertimenti di società, quali il compimento di versi cominciati da altri, il matrimonio e le cerimonie propiziatorie, non debbono avvenire né con superiori, né con inferiori, ma solo coi nostri pari. Si dice che si ha un'alta alleanza, quando un uomo, dopo avere sposato una fanciulla, è poi costretto a servirla come un domestico, e a servire i parenti di lei, e tale alleanza è biasimata dalla gente per bene. D'altra parte i saggi qualificano bassa alleanza, condannandola, il matrimonio di un uomo che, d'accordo coi suoi parenti, agisce da tiranno verso la moglie.
Ma quando l'uomo e la donna sanno rendersi graditi l'uno all'altro, e i parenti delle due parti li rispettano allo stesso modo, si ha un'alleanza nel vero senso della parola. Un uomo dunque non deve contrarre né un'alta alleanza, per la quale poi sarebbe obbligato ad abbassarsi davanti ai parenti, né una bassa alleanza, che tutti riprovano.


II - DELLA CONFIDENZA DA ISPIRARE A UNA RAGAZZA

Nei primi tre giorni seguenti al matrimonio, l'uomo e la donna dormiranno sul pavimento, astenendosi dai piaceri sessuali, e mangeranno cibi conditi con molte spezie e sale. I sette giorni seguenti faranno il bagno al suono di gioiosi strumenti musicali, si abbiglieranno, mangeranno insieme e accoglieranno con cortesie i parenti e le persone che avranno assistito al matrimonio. Questo modo di condursi è comune alle persone di tutte le caste. La sera del decimo giorno l'uomo comincerà a parlar dolcemente alla giovane sposa, da solo a sola, in modo da ispirarle confidenza. Alcuni autori pretendono che, per conquistarsi il cuore di una fanciulla, l'uomo non debba parlare per i primi tre giorni interi, ma i discepoli di Babhravya osservano che, se un uomo se ne sta tutto muto per tre giorni, v'è da temere che la sposa si stanchi di vederlo inerte come un pezzo di legno, e, spoetizzata, finisca col disprezzarlo, quasi fosse un eunuco. Vatsyayana ritiene che l'uomo debba immediatamente cominciare a guadagnarsi la fiducia della sposa, ma che da principio debba astenersi dai piaceri sessuali. Le donne, essendo di natura dolce, preferiscono esser prese con dolcezza, e se son costrette a subire un tale brutale assalto di un uomo che appena conoscono, talvolta ciò fa nascere in loro un disgusto per l'atto sessuale che può anche estendersi al sesso maschile in generale. Perciò, l'uomo deve avvicinarsi alla giovane sposa con tutti i riguardi che lei desidera, e dovrà usare tutti i mezzi più idonei ad ispirarle una fiducia sempre maggiore. Così per la prima volta l'abbraccerà nel modo che più gli piacerà, purché non sia a lungo, e le abbraccerà le parti superiori dei corpo come cosa più facile e più semplice. Se la ragazza è già di una certa età o l'uomo la conocsce da qualche tempo, potrà anche abbracciarla allume di una lampada; ma se non la conosce bene, o se la fanciulla è molto giovane, dovrà abbracciarla al buio. Quando la giovanetta avrà acconsentito all'abbraccio, l'uomo le porrà in bocca un tambula, o pezzetto di noce di betel, o qualche foglia di betel, e se lei rifiuta, egli dovrà persuaderla con dolci parole, con preghiere, con giuramenti, poi si inginocchierà ai suoi piedi, perché è provato che, per quanto ombrosa e irritata una donna possa essere, non è mai intrattabile quando vede un uomo ai suoi piedi. Nel momento in cui le darà questo tambula, le bacerà dolcemente e con grazia la bocca, senza emettere nessun suono. Ottenuto tale primo risultato, procurerà di farla parlare, e ve la costringerà rivolgendole domande su cose ch'egli non conoscerà o fingerà di non conoscere e tali da non richiedere altro che brevi risposte. Se lei non parla, non dovrà rimproverarla e tanto meno bruscamente, ma, con modi graziosi, dovrà ripetere le domande; se ancora continua a non rispondere, insisterà coraggiosamente perché, osserva Ghotakamukha, «tutte le ragazze ascoltano ciò che gli uomini dicono loro, senza rispondere con una sola parola». Dinanzi all'insistenza, la giovanetta finirà col rispondere con un moto della testa, mentre se l'uomo la sgridasse bruscamente non ne otterrebbe neanche questo cenno. Quando l'uomo le domanderà se le piaccia e se sia amato, lei tacerà lungamente; infine, costretta dall'insistenza, finirà di accennare di sì con la testa. Se l'uomo già la conosceva prima del matrimonio, dovrà intrattenersi con lei alla presenza di un'amica che faccia da intermediaria e che, avendo la confidenza dei due, manterrà la conversazione delle due parti.
In questo caso la fanciulla sorriderà, tenendo la testa bassa; e se l'amica dirà più di quanto lei desideri, la sgriderà e litigherà con lei. L'amica dirà forse anche qualcosa che la fanciulla non avrebbe voluto fosse detta, aggiungendo: «Lei ha detto...». Al che protesterà esclamando: «Non è vero! Non ho detto questo!» ed allora sorriderà e getterà sull'uomo un furtivo sguardo.
Se la fanciulla è già familiarizzata con l'uomo che ha sposato, gli metterà vicino il tambula, l'unguento, o la ghirlanda che lui potrà aver chiesto, o anche potrà nasconderli nei suoi abiti di sopra. Allora l'uomo toccherà i suoi giovani seni, praticando la pressione sonora con le unghie, e se lei tenterà di trattenerlo, le dirà: «Non lo farò più se m'abbraccerai», inducendola in tal modo ad abbracciarlo. Mentre così lei lo abbraccerà, egli le passerà la mano su tutto il corpo, poi, molto dolcemente, se la farà sedere sulle ginocchia, procurando sempre più di conquistare il suo consenso. Se non volesse cedere, potrà anche tentare di spaventarla dicendole: «Guarda che lascerò il segno dei miei denti e delle mie unghie sulle tue labbra e sui tuoi seni; e io stesso farò sul mio corpo simili segni e poi affermerò che sei stata tu a farmeli. Che cosa dirai allora?». In questo modo, press'a poco, nascono la confidenza e il timore nell'animo di una fanciulla, e l'uomo potrà ottenere così ciò che desidera.
La seconda o la terza notte, quando la confidenza sarà maggiore, le toccherà tutto il corpo con le mani e la bacerà tutta; porrà le mani anche sulle cosce e le praticherà un piccolo massaggio, e, se gli sarà possibile, le farà il massaggio anche all'attaccatura delle cosce. Ella tenterà forse di impedirglielo, ma egli cercherà di persuaderla dicendole: «Che male c'è in questo?» e l'indurrà a lasciarlo fare. Riportato questo piccolo trionfo, potrà allora toccarle le parti segrete, le scioglierà la cintura, gli abiti e, rialzandole le vesti, le farà un massaggio sulle cosce, ma questa volta nude. Tutte queste cose dovrà farle con dei pretesti, ma non dovrà cominciare un vero amplesso. Dovrà prima insegnarle le sessantaquattro arti, parlarle del suo amore e di tutte le speranze che per lungo tempo ha accarezzato nel desiderio di farla sua. Le prometterà di esserle sempre fedele, dissiperà la sua timidezza, farà di tutto per possederla.

Questo è il modo di conquistare la fiducia di una ragazza, ed ecco il testo di alcuni versetti scritti su questo argomento:

Un uomo che si comporta secondo le inclinazioni di una fanciulla, deve tentare di familiarizzarla in modo che possa amarlo concedendogli tutta la sua confidenza. Non è possibile riuscirci, né secondando totalmente l'inclinazione della giovane, né opponendovisi del tutto, ma solo usando un mezzo termine. E colui che sa farsi amare dalle donne, sa tutelare il loro onore conquistandosi la loro fiducia, può essere sicuro di un amore costante. Ma chi trascura una ragazza perché gli sembra troppo timida, non ottiene se non il suo disprezzo, venendo da lei considerato come una bestia che non sa governare lo spirito di una donna. D'altra parte, una ragazza posseduta con la violenza da un uomo che non sa conoscere il cuore femminile, diviene nervosa, inquieta, triste, e finisce presto col detestare l'uomo che l'ha presa a viva forza. Allora, sentendosi incompresa nel proprio amore e non corrisposta, si lascia cogliere dalla disperazione, diventando nemica del sesso maschile, oppure, se per caso detesta solo e in particolar modo suo marito, finisce col cercare altri uomini.

III - IL CORTEGGIAMENTO

Un uomo povero e dotato di buone qualità, un uomo di origine bassa e dotato di mediocri qualità, un vicino ricco, e un uomo ancora sotto l'influenza del padre, della madre o dei fratelli, non debbono sposarsi senza la certezza di essersi acquistato l'amore e la stima di una ragazza sin dall'infanzia. Così un giovanotto separato dai suoi parenti e che viva nella casa di suo zio, tenterà di conquistare la figlia dello zio, o qualche altra ragazza, anche se sarà stata in precedenza fidanzata ad altro uomo. E tal modo di guadagnarsi il cuore di una giovane, non è riprovevole, dice Ghotakamukha, perché così è possibile conquistare Dharma come con ogni altra specie di matrimonio.
Quando un giovanotto avrà in tal modo cominciato la corte alla ragazza che ama, passerà il suo tempo con lei cercando di farla divertire con giochi adatti all'età e alle condizioni, come cogliere mazzi di fiori, intrecciare ghirlande, fingere d'esser parenti d'una famiglia irreale, cucinare, giocare ai dadi, alle carte, a pari e dispari, a riconoscere il dito di mezzo, ai sei ciottoli, e con altri giochi simili in uso nel paese é che piacciono alla ragazza. Egli organizzerà ancora nuovi giochi, ai quali parteciperanno altre persone, come: a nascondersi, a nascondere oggetti in piccoli mucchi di grano e a ricercarli, a mosca cieca; e vari esercizi ginnici od altro, sempre in compagnia della fanciulla, degli amici e dei servitori. L'uomo dovrà anche mostrare simpatia per quelle donne che la giovinetta giudicherà degne della sua confidenza, e acquisterà anche nuove conoscenze, ma, prima, di tutto, dovrà conquistarsi, con atti cortesi, la simpatia della figlia della-nutrice della sua preferita, perché, anche se questa arrivasse a penetrare i suoi disegni, non li ostacoli, e cerchi anzi di facilitare l'unione desiderata, e possa anche, pur conoscendo il vero carattere del giovanotto, parlare delle sue qualità ai parenti della fanciulla.
L'uomo compirà dunque tutto quel che può esser gradito alla ragazza e le procurerà tutto ciò che lei può desiderare di possedere. Le donerà giocattoli non conosciuti alla maggior parte delle sue compagne; le offrirà una bambola di stoffa, di legno, di corno di bufalo, d'avorio, di cera, di pasta o di terra; utensili per cuocere i cibi; figure di legno di uomini o animali; e anche templi di terra o di bambù, consacrati a diverse deità; gabbie per pappagalli, cuculi, stornelli, galli, quaglie o pernici; vasi per acqua di forme eleganti e varie; macchine per lanciare l'acqua; chitarre; piedistalli per immagini, pacchetti, lacca; arsenico rosso, unguento giallo, collirio; infine legno di sandalo, zafferano, noci e foglie di betel. Tutte queste cose le regalerà alla ragazza in varie occasioni, ora in pubblico, ora in privato, secondo le circostanze. In poche parole, farà tutto il possibile per persuaderla ch'egli è pronto a far qualsiasi cosa per lei.
Finirà con l'ottenere un appuntamento in luogo nascosto. Egli allora le spiegherà di averle fatto quei doni in segreto temendo di dispiacere ai parenti di lei o ai propri, e aggiungerà che quei doni altre li avevano molto desiderati. Se gli sembrerà che lei già lo ami, le racconterà storielle divertenti, sempre che lei lo desideri, oppure, se le piacciono i giochi di mano, gliene mostrerà qualcuno così bello da meravigliarla. Se poi sarà curiosa di conoscere qualche cosa delle diverse arti, egli dovrà mostrare subito la sua abilità. Se ama il canto, le farà della musica, e in certi giorni, in cui andranno insieme alle fiere, a qualche festino al chiaro di luna, o quando lei ritornerà a casa dopo un'assenza, le offrirà un mazzo di fiori, ornamenti per la testa o per le orecchie, o anelli, perché tali doni debbono essere fatti soltanto in queste occasioni.

Insegnerà anche alla figlia della nutrice, nella loro totalità, i sessantaquattro modi di piacere praticati dagli uomini, e, con tal pretesto, facendole così sapere di essere esperto nell'arte del godimento sessuale. E durante questo tempo indosserà abiti eleganti e cercherà di mostrare il miglior aspetto possibile, perché le giovani donne desiderano che gli uomini che vivono presso di loro siano belli e ben messi. Il che vuol dire che le donne, per quanto risentano esse stesse l'influenza dell'amore, non compiono nessuno sforzo per conquistare l'oggetto della loro passione, e del resto sarebbe ozioso insistere su questo proposito.
Ecco adesso i segni e gli atti esteriori coi quali invariabilmente si tradisce l'amore di una giovanetta. Essa non guarda mai l'uomo in faccia, e arrossisce quando si sente guardata; con un pretesto qualsiasi gli mostra le sue gambe; lo guarda di nascosto quando egli si allontana; abbassa la testa quando lui le rivolge una domanda, e risponde con parole indistinte e frasi senza nesso; gode di rimanere lungamente con lui; parla alle cameriere con un'intonazione particolare, nella speranza di attirare la sua attenzione, quando è lontana da lui; non vuole abbandonare il luogo in cui si trova l'amato; con un pretesto qualsiasi gli fa guardare parecchi oggetti; gli racconta favole e storie per prolungare la conversazione; bacia e abbraccia alla sua presenza un bambino seduto sulle sue ginocchia; disegna motivi ornamentali sulla fronte delle donne del seguito; fa movimenti vivaci e graziosi quando le donne del seguito le parlano gaiamente in presenza del suo amato; si confida con gli amici di lui, e dimostra per lui rispetto e deferenza; è buona coi domestici di lui, parla con loro, li incita a compiere il loro dovere, come se fosse la loro padrona, e attentamente li ascolta quando parlano del suo amato con qualche altra persona; entra in casa di lui quando ve la invita la figlia della nutrice e, con l'assistenza di lei cerca di parlare e scherzare con lui; evita di essere vista da lui quando non è abbigliata e ornata; gli manda, per mezzo della sua amica, le buccole, i suoi anelli e la sua ghirlanda di fiori, secondando il desiderio da lui espresso di vederli; porta sempre qua!che oggetto che lui può averle donato; si mostra triste quando i suoi parenti le parlano di qualche altro pretendente, tentando di evitare le persone che ne prendano le parti, o accennino appena a difenderlo.
Vi sono anche a questo proposito alcuni versetti, di cui ecco il testo:

Un uomo che si è reso conto dei sentimenti di una ragazza per lui, e che ha osservato tutti i segni esteriori dai quali questi sentimenti si riconoscono, deve fare tutto il possibile per unirsi con lei. Se si tratta d'una ragazzina, deve conquistarla con giochi infantili, se d'una ragazza di età un po' avanzata, con la sua abilità nelle arti, e nel caso si tratti d'una ragazza che l'ama, ricorrendo all'aiuto di persone che godano la fiducia di lei.

IV - CIÒ CHE UN UOMO DEVE FARE

Quando accade che una ragazza dimostri il suo affetto coi manifesti segni esteriori a cui abbiamo accennato, l'uomo deve tentar di conquistarla interamente nei seguenti modi:
Durante i giochi ai quali parteciperanno tutti e due, lui le terrà la mano con intenzione. Metterà in pratica su lei i diversi tipi di abbraccio di cui abbiamo parlato. Le mostrerà una coppia di figurine umane tagliate in una foglia di albero, e, a intervalli, altre cose del genere. Negli esercizi di nuoto, egli si tufferà a una certa distanza da lei per poi ricomparirle vicino. Si mostrerà entusiasta delle nuove foglie degli alberi e di altre simili cose. Le descriverà i tormenti sopportati per lei e qualche bel sogno ch'egli abbia fatto per qualche altra donna. Nelle partite o assemblee della sua casta, si siederà presso di lei, e, con un pretesto qualsiasi, cercherà di toccarla; poi tenterà di mettere il proprio piede sul suo, premendole dolcemente ciascun dito e le unghie. Se vi riesce, potrà prendere anche con la mano il suo piede e compiere quanto abbiamo detto sopra; e ogni volta che le farà un dono o ne riceverà uno, coglierà l'occasione per esprimerle tutta l'intensità del suo amore. Lui spruzzerà su di lei l'acqua con cui si è sciacquato i denti, e nel caso si trovi solo con lei in qualche luogo solitario o nell'oscurità, farà, come suoi dirsi, all'amore, ma senza impressionarla in nessun modo. Ogni volta che si tro-verà con lei o ulla medesima sedia o sul medesimo letto, le dirà: «Devo dirti qualche cosa, ma a te sola in particolare» e se lei acconsente ad ascoltarlo in luogo solitario, le esprimerà il suo amore, maggiormente coi gesti che con le parole. Quando sarà sicuro dell'amore di lei, si dichiarerà malato, e tenterà di indurla ad andare a casa sua per poterle parlare. Allora le prenderà la mano con intenzione, per portarsela sugli occhi e sulla fronte, e con la scusa di aver bisogno di qualche medicina, la pregherà di preparargliela dicendole: «Tocca a te farmi questo favore, a te e a nessun altro». Quando lei dovrà andare via, la pregherà vivamente di tornare. Tale finzione di malattia dovrà durare tre giorni e tre notti. In seguito, quando la fanciulla avrà preso l'abitudine di visitarlo, egli terrà con lei lunghe conversazioni poiché, dice Ghotakamukha, «per quanto un uomo possa appassionatamente amare una fanciulla, non ne trionfa se non con una grande profusione di parole». Infine, e soltanto quando l'uomo si accorge che la ragazza è interamente presa di lui, potrà cominciare a goderla. E possiamo assicurare che è una semplice chiacchiera l'affermazione che le donne si mostrano meno timide la sera e nell'oscurità, e che in tali occasioni sono più desiderose dell'amplesso e quindi non si oppongono all'uomo, per cui bisogna cercare di possederle solo in quelle ore.

Quando un uomo non potrà da sé solo arrivare allo scopo, dovrà tentare di farsi amare dalla ragazza, ricorrendo all'aiuto della figlia della nutrice o di un'amica in cui lei abbia fiducia, e si comporterà come abbiamo già detto. Potrà anche, all'inizio, mandare una donna del suo seguito a vivere con lei come dama d'onore, e questo faciliterà il compito.
E alla fine, quando sarà sicuro dei sentimenti di lei, che avrà cercato di interpretare dal modo di comportarsi con lui nelle cerimonie religiose, nelle feste nuziali, nelle fiere, nei festini, nei teatri, nelle assemblee pubbliche, e in altre occasioni simili, dovrà cominciare a goderla quando la troverà sola; poiché Vatsyayana fin dal principio avverte che una donna, se si sa prenderla in luogo e tempo conveniente, non ci darà da lamentarsi della sua infedeltà.
Una ragazza, dotata di buone qualità e ben educata, ma nata in una famiglia di casta inferiore o senza beni di fortuna, e perciò non ricercata dai suoi uguali; o anche un'orfanella, priva di parenti, osservante tuttavia le regole della sua famiglia e della sua casta, quando sia giunta all'età da marito e pensi a formarsi una famiglia, dovrà tentare di conquistare un giovane forte e di bella presenza, o anche uno che lei creda di poter indurre a sposarla per debolezza di spirito anche senza il consenso dei parenti. Dovrà impiegare a tale scopo tutte le astuzie per farsi amare e cercherà ogni occasione per incontrario e vederlo. Anche la madre non trascurerà niente per riunirli per mezzo di amiche e della figlia della nutrice. La ragazza stessa farà in modo di ritrovarsi sola con lui in qualche luogo solitario; gli regalerà fiori, noci di betel, foglie di betel o profumi; gli dimostrerà la propria abilità nella pratica delle arti, dei massaggio, della graffiatura, e dei segni con le unghie. Infine l'intratterrà sugli argomenti a lui preferiti, discutendo con lui dei mezzi più idonei per conquistare l'amore di una fanciulla. Però, secondo gli antichi autori, per quanto possa essere ardente l'amore di una ragazza per un uomo, non dovrà mai offrirsi né tentare i primi approcci, per non esporsi a essere disprezzata e rifiutata. Soltanto quando l'uomo dimostrerà il desiderio di voler godere di lei, essa si mostrerà favorevole; quando lui l'abbraccerà non mostrerà nessun cambiamento nel modo di comportarsi, e subirà ogni manifestazione di amore come se ignorasse lo scopo di lui. Se lui tenterà di baciarla, si rifiuterà; quando le chiederà di permettergli l'unione sessuale, consentirà soltanto di farsi toccare le sue parti segrete, e anche ciò con riluttanza; e quali siano le insistenze di lui, non cederà mai con intera spontaneità, ma cercherà di resistere ai suoi sforzi per averla. Solo quando sarà certa di essere amata, quando sentirà tutta la devozione dell'amante, quando avrà la persuasione di essere presto sposata, si abbandonerà totalmente ai desideri di lui, e dopo aver perso la verginità si confiderà con le amiche intime.
Così hanno termine i tentativi che una ragazza farà per conquistare un uomo. Si hanno in merito alcuni versetti di cui ecco il testo:

Una fanciulla molto ricercata dovrà sposare l'uomo che ama e di cui lei intuisce la capacità di darle obbedienza e godimento. Ma se, per interesse, i parenti sposano una ragazza a un uomo ricco senza preoccuparsi del suo carattere e del suo aspetto, oppure la concedono a un uomo che ha più mogli, la donna non si affezionerà mai al marito anche se egli è dotato di buone qualità, se è attivo, obbediente, robusto, sano di corpo, desideroso di piacerle in ogni modo. Un marito gentile, però, sempre padrone di se stesso, per quanto povero e di brutto aspetto, è in ogni caso preferibile a un altro, che sia pur bello e attraente, ma faccia parte del suo amore ad altre donne. Le donne sposate con uomini ricchi, ma con più mogli, in generale non sono affezionate allo sposo e non gli concedono la propria fiducia; e per quanto possano godere in apparenza tutte le felicità della vita, tuttavia ricorrono spesso ad altri uomini. Un uomo di carattere volgare, o caduto in bassa posizione, o che viaggia troppo, non merita di essere sposato; come pure quello che, avendo molte donne e molti figli, o amando con passione gli esercizi ginnici e i giochi, sente raramente il desiderio di andare a trovare sua moglie. Di tutti gli innamorati di una ragazza, sarà il vero marito solo quello che possiede le qualità da lei preferite, ed un marito simile eserciterà su lei una vera superiorità perché è il marito d'amore.


V - ALCUNE FORME DI MATRIMONIO [1]

Quando una ragazza non può vedere spesso il suo amante da solo a solo, gli invia la figlia della nutrice, sempre che di questa abbia fiducia e l'abbia già guadagnata ai suoi scopi. Nelle conversazioni con l'uomo, la figlia della nutrice vanterà la nascita della fanciulla, il suo bel carattere, la bellezza, l'intelligenza, l'abilità, lo spirito maturo, e l'affetto per lui, tutto però senza fargli comprendere che parla per incarico della fanciulla di cui è messaggera; ecciterà, in tal modo, nel cuore dell'uomo l'amore per la sua protetta. Alla fanciulla invece parlerà delle eccellenti qualità dell'amante, e particolarmente di quelle che già conosce essere a lei gradite. Parlerà anche, in termini sfavorevoli, degli altri pretendenti della fanciulla, criticando l'avarizia e l'indiscrezione dei loro parenti, e la poca importanza delle loro famiglie. Citerà esempi di ragazze dei tempi antichi, come Sacuntala e altre, le quali, per essersi sposate a uomini della loro casta e di loro scelta, ebbero un'unione continuamente felice. Parlerà di altre ragazze che, per quanto sposate in grandi famiglie, ebbero spose rivali, e ben presto, tormentate da queste, divennero miserabili e furono abbandonate. Le parlerà finalmente della splendida fortuna, della inalterabile prosperità, della castità, dell'obbedienza, e dell'affetto dell'uomo, si sforzerà di rassicurare il suo pudore e di dissipare i suoi timori e i suoi sospetti di qualche disgrazia che lei teme possa nascere dal matrimonio. Lei farà, in poche parole, la parte di messaggera, istruendo la ragazza su tutto quanto sa dell'amore dell'uomo, dei posti che frequenta, degli sforzi che ha fatto per incontrarla, e spesso le ripeterà: «Tutto andrà per il meglio se ti rapirà a viva forza quando non te l'aspetti».

FORME DI MATRIMONIO
Quando una ragazza sarà interamente e apertamente conquistata, si comporterà con l'uomo come se fosse sua sposa. L'uomo allora farà venire del fuoco dalla casa di un bramino e, dopo aver seminato in terra dell'erba Kusha, e offerto un sacrificio al fuoco, la sposerà secondo i precetti, perché secondo l'opinione di antichi autori, un matrimonio consacrato davanti al fuoco non può più essere sciolto. Dopo la consumazione del matrimonio, i parenti dell'uomo si renderanno conto dell'affare, e nel tempo stesso saranno avvertiti anche i parenti della sposa con tutte le precauzioni necessarie perché dimentichino il modo come il matrimonio fu concluso, e concedano quindi il loro consenso. Ottenuto questo, si provvederà a solennizzare la conciliazione con doni graziosi e cortesi maniere. In questo modo un uomo deve sposare una ragazza se vuoi seguire la forma Gandharva del matrimonio.
Se invece una ragazza non sa risolversi, o non vuol confessare di sentirsi pronta al matrimonio, l'uomo raggiungerà il suo scopo con uno dei modi seguenti:

1) Alla prima occasione favorevole, e con un pretesto qualsiasi, dovrà per mezzo di un'amica che conosca bene e di sua piena fiducia e che sia conosciuta anche dalla sua amata, farsi condurre a casa la ragazza a sua insaputa. Ottenuto ciò, dovrà far venire del fuoco dalla casa di un bramino e procederà nel modo che abbiamo già descritto.
2) Se si annuncia come prossimo il matrimonio della giovinetta con altro uomo, egli tenterà con ogni mezzo di screditare tale pretendente agli occhi della madre. Allora, avendo ottenuto dalla madre di condurre la ragazza in una casa vicina, farà venire del fuoco dalla casa di un bramino e procederà come abbiamo già detto.

3) L'uomo dovrà divenire grande amico del fratello della ragazza e fargli dei regali, e se questo fratello è della sua età, e dedito alle cortigiane e agli intrighi con donne d'altri, lo aiuterà in tutti i suoi capricci. Gli racconterà allora quanto sia preso d'amore per la sua sorella, e si sa che i giovani sono pronti a sacrificare qualsiasi cosa, anche la vita, per uomini della loro età, delle stesse abitudini e degli stessi gusti. In seguito si farà condurre dal fratello stesso la ragazza in luogo sicuro e procederà come abbiamo già detto.
4) In occasione di un festino l'uomo farà bere alla ragazza, per mezzo della nutrice di lei, una sostanza inebriante, e se la farà condurre in luogo sicuro con un pretesto qualsiasi. Allora, prima che sia passata l'ebbrezza, possiederà la ragazza, e dopo, davanti al fuoco della casa di un bramino, procederà come abbiamo detto.
5) L'uomo, d'accordo con la figlia della nutrice, rapirà durante il sonno la fanciulla, e dopo averla goduta prima ancora che si sia svegliata, procederà come abbiamo detto.
6) Se la ragazza si recherà in un giardino o in un villaggio dei dintorni, l'uomo assistito dai suoi amici, si precipiterà sui guardiani, e dopo averli uccisi o messi in fuga, rapirà a forza l'amata e procederà come nei casi precedenti. Vi sono a questo proposito dei versetti, di cui ecco il testo:

Per ciò che riguarda le forme di matrimonio, trattate in questo capitolo, è certo che quella che precede è migliore di quella che segue, perché più in armonia coi precetti della religione, e si dovrà ricorrere alla seguente solo quando sia impossibile ricorrere alla prima. Poiché lo scopo di ogni buon matrimonio è l'amore, così le forme di matrimonio Gandharva sono rispettate, anche se vengono praticate in circostanze sfavorevoli, in considerazione dello scopo proposto. Un motivo per preferire la forma Gandharva, è che essa genera la felicità, non dà luogo alle solite conseguenze delle altre forme, perché è essenzialmente il risultato di un amore anteriore al fatto stesso.

PARTE QUARTA

DELLA SPOSA

I. MODO DI VIVERE DI UNA DONNA VIRTUOSA

La donna virtuosa, affezionata al marito, deve agire secondo i desideri dello sposo e come se egli fosse un essere divino. Col suo consenso assumerà tutta la cura della famiglia; terrà la casa bene in ordine, disporrà nelle stanze fiori diversi e variamente colorati, farà sì che il pavimento sia sempre pulito, e darà a ogni cosa un'aria di decenza e di proprietà. Attorno alla casa coltiverà un giardino dove terrà, in modo però da essere pronte all'uso, tutte le sostanze necessarie per i sacrifici del mattino, del mezzogiorno e della sera. Essa stessa onorerà nei loro santuari gli Dei Domestici, poiché, osserva Gonardiya, «niente unisce maggiormente il capo della famiglia alla propria sposa che l'osservanza delle regole ora esposte». Riguardo ai parenti, amici, sorelle, domestici di suo marito, lei tratterà ciascuno secondo i propri meriti. Nel giardino pianterà aiuole di legumi verdi, boschetti di canna da zucchero, alcune ficaie, senape, prezzemolo, finocchio, e il xanthochymus pictorius. Vi coltiverà pure alcune varietà di fiori come la trapa bispinosa, il gelsomino, il gasminum grandiflorum, l'amanto giallo, il gelsomino selvatico, la tabernamontana coronaria, il naryworta, la rosa della Cina, e altre varietà. Vi saranno aiuole erbose con l'andropogon schoenantus e la radice profumata della pianta andropogon miricatus. E infine nel giardino vi saranno alberi, sedie, e, nella parte centrale, un pozzo.
La padrona di casa dovrà evitare la compagnia dei mendicanti buddisti odi altro genere, delle donne corrotte e scaltre, delle indovine e delle fattucchiere. Per i pasti, terrà molto conto di ciò che piace o no al marito e di ciò che gli possa far bene o male. Appena sente i suoi passi, quando torna a casa, deve subito alzarsi, pronta ad eseguire ciò che domanda, e deve ordinare ai domestici di lavargli i piedi, se pure non glieli lava lei stessa. Ogni volta che uscirà con lui avrà cura di mettersi i suoi ornamenti, e non si permetterà, senza il consenso del marito, di accettare inviti, assistere a matrimoni, a sacrifici, di rimanere in compagnia di amiche, o visitare i templi degli dei. E se per caso desidererà partecipare a un gioco o a un esercizio ginnico qualsiasi, dovrà prima chiederlo a lui; dovrà avere cura di sedersi dopo di lui, alzarsi prima, e di non svegliarlo quando dorme.
La cucina dovrà essere in una parte tranquilla e poco in vista della casa, in modo che gli estranei non possano avervi accesso, e la padrona avrà cura che sia sempre tenuta con pulizia e ordine. Nel caso che il marito si conduca male verso di lei, non lo deve rimproverare eccessivamente, quale possa essere il dispiacere che ne prova. Non avrà mai parole ingiuriose, ma gli rivolgerà rimproveri con parole tuttavia conciliative, tanto se sia solo quanto se sia con amici. E soprattutto non dovrà essere litigiosa, perché dice Gonardiya «non c'è niente che disgusti un marito, quanto questo difetto».
Essa eviterà di sparlare, di essere superba, di borbottare, di fermarsi davanti alla porta a spiare i passanti, di chiacchierare nei passeggi pubblici, di fermarsi a lungo in luoghi solitari e, infine, manterrà sempre tutto il proprio corpo, i denti, i capelli e quanto le appartiene con massima pulizia, eleganza e proprietà. Quando desidererà avvicinarsi in particolare a suo marito, indosserà un abito riccamente ornato, cosparso di fiori dai colori variopinti, e si profumerà. Ma il suo abbigliamento ordinario consisterà in un abito leggero, di tessuto un po' spesso, con qualche fiore e qualche ornamento e un po' di profumo, ma non troppo. Deve osservare i digiuni e i voti di suo marito e se lui tenta di dissuaderla, lo persuaderà a lasciarla fare.

In certi periodi di tempo, quando i prezzi saranno migliori, comprerà terra, bambù, legno da bruciare, pelli, vasi di ferro, olio e sale. Comprerà pure, nei più opportuni periodi dell'anno, i profumi, i vasi di wrightea antidyenteria o wrightea a foglie ovali, le medicine e altri oggetti che sempre occorrono, e li manterrà custoditi in luogo sicuro della casa. Nella stagione opportuna comprerà pure e pianterà i semi dei ravanelli, la barbabietola comune, i petonciani, la kusmanda, la zucca, la su rana, la bignonia indica, il legno di sandalo, la premna spinosa, l'aglio, la cipolla e alcuni legumi.
La donna sposata non dovrà mai raccontare agli estranei a quanto ammonta la sua fortuna né i segreti confidatile da suo marito. Cercherà di superare tutte le donne del suo stato in abilità, in buone maniere, nella conoscenza dell'arte culinaria, nel modo di comportarsi con dignità, e nell'attenzione posta per servire il marito. Le spese annuali saranno regolate in base ai guadagni. Il latte avanzato ad ogni pasto sarà trasformato in burro. L'olio e lo zucchero saranno preparati in casa, come in casa pure si filerà, si tesserà e vi sarà sempre una scorta di corde, di spago, e di scorze d'albero da intrecciare per far corde. La padrona di casa si occuperà anche della mondatura e della pelatura del riso di cui userà i grani e la paglia. Pagherà i salari ai domestici, sorveglierà la coltivazione dei campi, le mandrie, la costruzione dei carri, e avrà cura delle pecore, dei galli, delle quaglie, dei pappagalli, degli stornelli, dei cuculi, dei pavoni, delle scimmie e dei cervi; e finalmente terrà conto delle entrate e delle spese della giornata. Darà gli abiti ai domestici che avranno ben lavorato, per dimostrar loro che sa apprezzare i loro servizi, oppure ne farà qualche altro uso. Controllerà molto accuratamente i recipienti nei quali si prepara il vino, come pure quelli nei quali lo si conserva, e li scarterà se li giudicherà inservibili. Sorveglierà tutti gli acquisti e tutte le vendite. Accoglierà gentilmente gli amici del marito, offrendo loro fiori, unguenti, incenso, le foglie e le noci di betel. Avrà per i suoceri tutti i riguardi loro dovuti, condiscendendo sempre alla loro volontà, non contrariandoli mai, parlando loro con poche parole, ma non seccamente, non riderà rumorosamente in loro presenza, e si regolerà con gli amici e coi nemici loro come fossero propri. Non dovrà essere vanitosa né eccessivamente preoccupata dei suoi piaceri. Sarà generosa e farà loro doni nei giorni di festa e in occasione di festini; infine non regalerà mai niente senza il permesso di suo marito.
E qui termina ciò che riguarda il modo di comportarsi di una donna virtuosa.
Durante l'assenza del marito, se questi sarà in viaggio, la donna virtuosa non indosserà se non i soli ornamenti portafortuna, e osserverà i digiuni in onore degli dei. Per quanto ansiosa sia di aver notizie del marito, non dovrà trascurare i suoi doveri di massaia. Dormirà in prossimità delle donne più anziane della casa, e sarà con loro gentile. Avrà cura, tenendoli in buon ordine, degli oggetti cari a suo marito, e continuerà i lavori da lui iniziati. Non andrà dai suoi parenti o dagli amici se non in occasione di festeggiamenti o di lutti; e in tal caso vi andrà coi suoi abiti ordinari, accompagnata dai servitori del marito, e restandovi poco tempo. Con l'approvazione dei più anziani di casa, osserverà i digiuni e le feste. Aumenterà i beni procedendo ad acquisti e a vendite, seguendo in ciò la pratica dei mercanti, e aiutata da domestici onesti da lei sorvegliati. Le entrate saranno accresciute e le uscite diminuite il più possibile, e quando il marito tornerà dal viaggio lo riceverà vestita degli abiti abituali, per mostrargli come si è comportata durante la sua assenza, gli farà dei regali, e gli offrirà le sostanze per i sacrifizi agli Dei.
Così ha fine la trattazione del modo come si debba comportare una donna virtuosa durante l'assenza del marito. Abbiamo anche dei versetti, di cui ecco il testo:

La donna, sia essa una fanciulla o una vedova vergine [2] risposata, o una concubina, deve sempre condurre vita casta, deve mantenersi devota al marito e non trascurar nulla per il suo benessere. Le donne che in tal modo agiscono si conquistano Dharma, Artha e Kama, si formano una bella posizione e si assicurano l'affetto del marito.

II - DEL COMPORTAMENTO DELLE SPOSE

Le cause di secondo matrimonio, nella vita di una donna, sono le seguenti:
1) Pazzia o cattivo carattere della donna.
2) Disgusto del marito per lei.
3) Mancanza di figli.
4) Nascita continua di femmine.
5) Incontinenze del marito.
Nei primi tempi del matrimonio, la donna deve far di tutto per conquistare il cuore del marito, mostrandoglisi sempre devota, saggia e di buon umore. Se tuttavia non riesce a dargli dei figli, lei stessa deve consigliare il marito di sposare un'altra donna. E quando la seconda moglie sarà sposata e installata nella casa, lei stessa le darà una posizione superiore alla sua e la considererà come una sorella. Il mattino, la più anziana costringerà la più giovane a vestirsi in presenza del marito, senza essere gelosa delle attenzioni che lui avrà per la seconda sposa. Se la più giovane farà qualche cosa che possa spiacere al marito, non la trascurerà ma le offrirà i suoi migliori consigli. Dovrà trattare i figli di lei come fossero suoi; avrà più riguardo per le domestiche di lei che per le proprie; sarà cortese e buona per gli amidi di lei, e ne rispetterà i parenti.
Se poi le spose sono parecchie, la più anziana farà alleanza con quella che vien subito dopo di lei per rango e per età, e inciterà la moglie che avrà goduto recentemente i favori del marito a disputare con la favorita della giornata. Poi si lamenterà con lei, e dopo aver radunato tutte le altre mogli, le inciterà a denunciarla come donna cattiva e intrigante, senza però compromettersi in niente. Se la favorita si lamenta col marito, la più anziana prenderà le sue parti e la incoraggerà in modo da render più aspra la contesa. Anzi, se la disputa è leggera farà in modo di aggravarla. Ma se dopo tutto questo, lei si accorge che il marito è ancora affezionato alla favorita, allora cambierà tattica, e farà di tutto per ottenere una riconciliazione ed evitare dispiaceri al marito.
E questo per ciò che riguarda il comportamento della sposa più anziana.
La sposa più giovane considererà la più anziana come sua madre e non regalerà niente a nessuno, neppure ai propri parenti, senza averla prima informata. Anzi la terrà informata di tutto ciò che la riguarda, e non si avvicinerà al marito senza il permesso di lei. Non rivelerà a nessuno i segreti che le avrà confidato la più anziana, e avrà cura dei figli di lei più che dei propri. Quando sarà sola col marito, lo accontenterà in tutto senza parlargli del dolore che le procura la presenza di una rivale. Potrà così ottenere segretamente dal marito qualche segno particolare del suo affetto, e gli dirà che non vive altro che per l'amor di lui e per le attenzioni che ne riceve. Non si confiderà con nessuno dell'amore che prova per il marito né dell'amore del marito per lei, sia per orgoglio, sia per la collera che prova, perché una donna che riveli i segreti del marito rischia di essere disprezzata da lui. Quanto al modo di ottenere i favori del marito, Gonardiya afferma che ciò deve essere fatto in segreto per timore della sposa più anziana. Se quest'ultima è ripudiata dal marito o è sterile, la più giovane le dimostrerà simpatia e pregherà il marito di esser buono con lei, ma si sforzerà di sorpassarla conducendo vita di sposa casta.
Finisce qui la trattazione della condotta della più giovane sposa verso la più anziana. Una vedova povera, o di debole natura, che si unisce di nuovo ad un uomo, si dice una vedova risposata. I discepoli di Babhravya dicono che una vedova vergine non deve sposare un uomo che potrebbe poi essere obbligata a lasciare sia per il cattivo carattere, sia perché sprovvisto delle qualità essenziali di uomo. Gonardiya pensa che se una vedova si risposa lo fa nella speranza di esser felice; e poiché la felicità dipende soprattutto dalle eccellenti qualità del marito unite all'amore per il piacere sessuale, deve scegliere solo un uomo che possieda tali qualità. Vatsyayana tuttavia pensa che una vedova può sposare chi più le piaccia, chi più le sembri capace di renderla felice.
Al momento del matrimonio, la vedova deve domandare al marito il danaro per le spese della cerimonia, del rinfresco ai parenti, dei regali ai parenti e agli amici, salvo che non preferisca far tutto ciò a spese proprie. Così pure potrà porsi gli ornamenti di proprietà del marito come anche i suoi. In quanto ai doni per i quali si ha speciale attaccamento, da scambiare col marito, non v'è una regola fissa. Se dopo il matrimonio lei lascia il marito di propria volontà, dovrà restituirgli tutto quanto avrà ricevuto da lui, eccetto i regali di affezione scambiatisi. Ma se, al contrario, sia stata scacciata dal marito, non dovrà rendergli niente. Dopo il matrimonio vivrà nella casa del marito come uno dei membri principali; ma tratterà le altre mogli con bontà, i domestici con generosità, e tutti gli amici della casa con familiarità e buon umore. Farà in modo di dimostrarsi più istruita delle altre donne di casa nelle sessantaquattro arti; se avrà disputa col marito, non lo tratterà aspramente, ma, da solo a sola farà tutto ciò che lui desidera e metterà in pratica i sessantaquattro modi di godimento. Userà cortesie alle altre spose del marito, farà regali ai loro figli, li proteggerà, e darà loro ornamenti e giocattoli. Avrà più fiducia negli amici e nei servitori del marito che nelle donne del suo seguito; e infine mostrerà tutta la sua sollecitudine nell'organizzare feste, pic-nic, festini, e ogni genere di giochi e di divertimenti. Così deve comportarsi una vedova vergine rimaritata. Una donna che non sia amata dal marito e che sia perseguitata dalle altre mogli, sì da soffrirne, deve procurare di allearsi con la favorita del suo sposo per avere il suo aiuto, e l'otterrà insegnandole soprattutto tutte le arti che conosce. Farà da nutrice ai figli di suo marito, e, dopo essersi guadagnata il favore degli amici di lui, gli farà per loro mezzo sapere quanto gli sia devota. In occasione di cerimonie religiose, dei voti, dei digiuni, ella prenderà l'iniziativa, senza tuttavia darsi troppa importanza. Quando suo marito è disteso sul letto non gli si stenderà a lato se non è sicura di procurargli piacere, non gli farà dei rimproveri, né sarà di cattivo umore in sua presenza. Se il marito è in lite con un'altra sposa, lei stessa tenterà la riconciliazione, e se lui desidera vedere segretamente qualche altra donna, si occuperà lei di tutto. Farà in modo di conoscere i lati deboli del carattere del marito, ma non farà capire di conoscerli, e, in generale, si comporterà in modo da farsi considerare come sposa buona e devota.
Solo così deve comportarsi una donna non amata dal marito.
E tutti questi paragrafi ora visti sono interamente adattabili anche alle donne del serraglio del re; non ci resta quindi da parlare se non del re. Le donne impiegate nell'harem, alle quali si attribuiscono i nomi particolari di Kansciukvya [3], Mahallarika [4], e Mahallica [5], devono offrire al re, da parte delle spose, fiori, unguenti e abiti, e il re, dopo averli ricevuti, ne farà dono alla servitù, come altrettanto farà degli oggetti da lui usati il giorno prima. Nel pomeriggio, il re, riccamente vestito, visiterà le donne dell'harem, anch'esse riccamente abbigliate con tutti i loro gioielli. E dopo aver assegnato a ciascuna di esse un posto, e dopo le dovute attenzioni secondo le occasioni o i meriti personali, entrerà con loro in piacevole conversazione. Poi visiterà le vedove vergini risposate, se ce ne sono fra le sue spose, e dopo ancora le concubine e le danzatrici. Queste ultime categorie di donne debbono esser visitate in camere separate e particolari a ciascuna categoria. Quando il re si sveglia dalla siesta del pomeriggio, la donna incaricata d'indicargli quale è la sposa che dovrà passar con lui la notte, si presenterà accompagnata dal seguito della sposa di cui è arrivato il turno regolare, da quello della sposa il cui turno può essere stato omesso per errore, e della sposa che può esser stata indisposta al momento del suo turno. Tutte le donne del seguito depongono dinanzi al re gli unguenti e i profumi inviati da ogni sposa e'sigillati col sigillo personale di ciascuna di loro, dicono il nome della donna che invia questi doni e il perché dell'invio e il re allora accetterà l'unguento di una di esse, che sarà subito informata e saprà in tal modo che è arrivato il suo giorno.
Ai festini, alle cerimonie pubbliche e agli esercizi di canto, tutte le spose del re debbono esser trattate con rispetto, e debbono esser, loro offerte delle bevande. Ma non è permesso alle donne dell'harem di uscire da sole, e a nessuna donna estranea all'harem è concesso penetrarvi se non è conosciuta e non ne è noto il carattere. E, infine, le donne dell'harem non dovranno mai compiere lavori troppo faticosi.
Così si deve comportare il re verso le donne dell'harem, e così si devono comportare le donne dell'harem verso di lui.
Un uomo che ha più spose deve agire con lealtà verso tutte. Non si mostrerà indifferente né troppo indulgente per i loro difetti, ma non rivelerà a nessuna l'amore, la passionalità, le imperfezioni corporali, o i difetti segreti di un'altra. Non darà loro occasione di parlargli delle loro rivali, e se una di esse comincerà a sparlare di un'altra, la sgriderà dicendole che anche lei ha precisamente gli stessi difetti di carattere dell'altra. Farà in modo di rendersi piacevole ad una con confidenze intime, ad un'altra con riguardi speciali, ad una terza con qualche adulazione segreta, a tutte, passeggiando con loro nei giardini, divertendole, colmandole di regali, rispettando i loro parenti, rivelando loro dei segreti, e infine cercando di appagarle durante l'amplesso. Una ragazza di buon umore e che si comporti secondo i precetti della Sacra Scrittura si assicura l'affetto del marito vincendo su tutte quante le rivali.

PARTE QUINTA

DELLE MOGLI D'ALTRI

I - CARATTERISTICHE DEGLI UOMINI E DELLE DONNE

Abbiamo visto nel capitolo V della prima parte in quali occasioni si può andare con le mogli altrui; ma prima ancora occorre esaminare la possibilità della loro conquista, i pericoli cui si può andare incontro e tutte le conseguenze derivanti da queste unioni.
Un uomo può andare con le mogli altrui quando si accorge che l'amore per lei va continuamente aumentando in intensità con pericolo della propria vita. Questi gradi d'intensità sono dieci, e si riconoscono ai seguenti sintomi:
1) Amore dell'occhio.
2) Abbraccio spirituale.
3) Pensiero costante.
4) Insonnia.
5) Emaciamento del corpo.
6) Disgusto dei piaceri e dei divertimenti.
7) Perdita del senso del pudore.
8) Follia.
9) Deliquio.
10) Morte.
Alcuni antichi autori affermano che un uomo deve rendersi conto delle disposizioni, della sincerità, della purezza e degli istinti di una fanciulla, come pure dell'intensità e della debolezza delle sue passioni, osservando la forma del suo corpo e certi segni caratteristici. Ma Vatsyayana pensa che, in questo caso, i segni caratteristici possano essere fallaci, e che una donna va giudicata dal modo di comportarsi, dal modo di esprimere i propri pensieri e dai movimenti del corpo. Come regola generale Gonikaputra afferma che la donna s'innamora di ogni uomo bello che vede, come l'uomo di ogni bella donna; ma spesso si rimane ai primi passi per vari motivi. Sono le circostanze che seguono a far decidere una donna. Essa ama senza aver pensiero del giusto e dell'ingiusto, e non cerca di conquistare un uomo per raggiungere uno scopo prefisso. Inoltre, se un uomo l'avvicina per primo, lei se ne allontana spontaneamente anche se si sente, in fondo, disposta a cedergli. Ma se l'uomo insiste e ripete i suoi attacchi per conquistarla, lei finisce col cedere. L'uomo, invece, anche se si sente preso dall'amore, all'inizio domina i suoi sentimenti per considerazioni di moralità e di saggezza, e, per quanto possa pensare alla donna, non cede neppure di fronte ai tentativi di lei per conquistarlo. A volte, al contrario, compie qualche tentativo per conquistare l'oggetto della sua passione, ma se non riesce non se ne occuperà più. E capita, anche, che provi in seguito indifferenza per la donna già conquistata. Il che vuol dire che un uomo non attribuisce importanza a ciò che si può guadagnare con facilità, e desidera solo tutto ciò che si può ottenere con fatica.
Le cause per cui una donna respinge le attenzioni di un uomo sono:
1) Affezione per il marito.
2) Desiderio di figli legittimi.
3) Mancanza di occasione.
4) Indignazione per essere avvicinata da un uomo con troppa familiarità.
5) Differenza di rango sociale.
6) Mancanza di certezza per l'abitudine che ha l'uomo di viaggiare.
7) Sospetto che l'uomo possa essere unito con altra donna.
8) Timore che l'uomo non sappia tener segrete le sue attenzioni.
9) Pensiero che l'uomo è troppo affezionato ai suoi amici, per i quali ha troppa condiscendenza.
10) Paura che non sia persona seria.
11) Specie di vergogna perché si tratta d'un uomo illustre.
12) Timore che sia impotente, o di passione troppo impetuosa nel caso della donna cerbiatta.
13) Specie di vergogna perché è troppo abile.
14) Ricordo di aver vissuto con lui in termini solamente amichevoli.
15) Disprezzo per la sua mancanza di conoscenza del mondo.
16) Diffidenza del suo carattere vile.
17) Indignazione perché lui ha mostrato di non accorgersi del suo amore.
18) Nel caso di una donna elefantessa, supposizione che sia un uomo lepre o di passione debole.
19) Timore che per questa passione gli accada qualche disgrazia.
20) Diffidenza di se stessa e delle proprie imperfezioni.
21) Timore di essere scoperta.
22) Delusione nel vederlo di aspetto meschino o coi capelli grigi.
23) Timore che sia inviato da suo marito per provarne la castità.
24) Supposizione che non sia troppo scrupoloso in fatto di moralità.
Se l'uomo giunge a indovinare la causa, dovrà, qualunqua essa sia, cercare fin da principio di eliminarla. Così, la vergogna che possono generare la sua alta posizione o il suo talento, la combatterà dando prova di un amore appassionato. Se la donna adduce la mancanza di occasione o la difficoltà di arrivare fino a lui, egli stesso le indicherà un facile mezzo di accesso. Se la donna ha per lui eccessivo rispetto, lui cercherà di renderla ardita divenendo familiare con lei. Se lei sospetta in lui un carattere vile, le proverà il suo valore e la sua saggezza. All'accusa di negligenza opporrà un eccesso di attenzioni; e al timore in generale, gli incoraggiamenti atti a dissiparlo.
Gli uomini che di solito hanno successo con le donne sono i seguenti:
1) Gli uomini abili nella scienza dell'amore.
2) Gli uomini capaci di raccontare delle storie.
3) Gli uomini che sin dalla loro infanzia sono abituati alla familiarità con le donne.
4) Gli uomini che sanno cattivarsi la fiducia delle donne.
5) Gli uomini che offrono regali.
6) Gli uomini che parlano bene.
7) Gli uomini che agiscono sapendo incontrare il gusto delle donne.
8) Gli uomini che non hanno amato altre donne.
9) Gli uomini che fanno la parte di messaggeri.
10) Gli uomini che conoscono i lati deboli delle donne.
11) Gli uomini che son desiderati dalle donne oneste.
12) Gli uomini che sono in relazione con le amiche della donna che vogliono conquistare.
13) Gli uomini di bell'aspetto.
14) Gli uomini coi quali sono state allevate insieme.
15) Gli uomini dei quali sono vicine di casa.
16) Gli uomini dediti ai piaceri sessuali, senza disprezzare neppure le loro domestiche.
17) Gli amanti delle figlie della propria nutrice.
18) Gli uomini di recente sposati.
19) Gli uomini dediti a tutte le partite di piacere.
20) Gli uomini di carattere generoso.
21) Gli uomini che hanno fama di essere molto forti (uomini torelli).
22) Gli uomini audaci e coraggiosi.
23) Gli uomini che vincono il marito in sapienza, bell'aspetto, liberalità e altre buone qualità.
24) Gli uomini ben vestiti e che fanno gran lusso.
Le donne che possono facilmente essere conquistate sono le seguenti:
1) Le donne che si trattengono spesso sulla porta di casa.
2) Le donne che amano guardare a lungo ciò che avviene per la strada.
3) Le donne che passano il loro tempo a chiacchierare in casa del vicino.
4) La donna che vi tiene costantemente gli occhi addosso.
5) Una messaggera.
6) Una donna che vi osservi con la coda dell'occhio.
7) Una donna il cui marito abbia sposato una seconda moglie senza giusto motivo.
8) Una donna che detesta suo marito e che ne è detestata.
9) Una donna che non ha nessuno che la sorvegli e la mantenga.
10) Una donna che non ha avuto figli.
11) Una donna di cui la famiglia o la casta non sian ben note.
12) Una donna cui sian morti i figli.
13) Una donna che ama troppo la società.
14) Una donna in apparenza troppo affezionata a suo marito.
15) La vedova di un attore.
16) Una vedova.
17) Una donna povera.
18) Una donna che ama i piaceri.
19) La moglie di un uomo con parecchi fratelli più giovani di lui.
20) Una donna vanitosa.
21) Una donna il cui marito sia inferiore per rango e intelligenza.
22) Una donna di cui lo spirito sia turbato dalla pazzia del marito.
23) Una donna che, sposata nell'infanzia ad un uomo ricco che non è riuscita ad amare col crescere in età, desidera un uomo più di suo gusto per carattere, intelligenza e saggezza.
24) Una donna maltrattata ingiustamente dal marito.
25) Una donna non rispettata dalle altre mogli, sue uguali in grado e bellezza.
26) Una donna il cui marito sia sempre in viaggio.
27) La moglie di un gioielliere.
28) Una donna gelosa.
29) Una donna cupida.
30) Una donna immorale.
31) Una donna sterile.
32) Una donna accidiosa.
33) Una donna di carattere debole.
34) Una donna con gibbosità posteriore.
35) Una donna nana.
36) Una donna deforme.
37) Una donna volgare.
38) Una donna che emana cattivo odore.
39) Una donna ammalata.
40) Una donna vecchia.

II - MEZZI PER AVVICINARE UNA DONNA

Alcuni antichi sono di opinione che le ragazze si lascino sedurre meno facilmente dall'intromissione di una messaggera, che dall'azione personale dell'uomo; invece le donne sposate cedono più facilmente di fronte alle arti di una terza persona, che all'amante stesso. Vatsyayana, da parte sua, pensa che l'uomo debba ricorrere ai buoni uffici di una terza persona solo quando sia assolutamente impossibile far da sé. Ed è una sciocchezza pensare che le donne di carattere libero e ardito cedano ai tentativi personali dell'uomo, mentre le donne di carattere debole cedano alle arti di interposte persone.
Ora quando un uomo agisce personalmente deve, prima di tutto, far la conoscenza della donna che ama, nel seguente modo.
1) Farà in modo di essere osservato dalla donna, cogliendo un'occasione naturale, o creando un'occasione speciale. L'occasione è naturale quando uno di loro entra nella casa dell'altro; è speciale quando i due si incontrano presso un amico, un compagno di casta, un ministro, un medico, alle cerimonie nuziali, ai sacrifici, ai festini, ai funerali.
2) Qualunque sia il momento in cui s'incontrano, l'uomo avrà cura di guardare la donna in modo da farle capire le condizioni del suo spirito; arriccerà i baffi, produrrà dei suoni con le unghie, farà tintinnare i gioielli, morderà il labbro inferiore e compirà altri gesti simili. Quando lei lo guarderà, parlerà di lei e di altre donne agli amici e si mostrerà generoso e amico di divertimenti. Se sarà seduto vicino a una donna di sua conoscenza, continuerà a muoversi sulla sedia, aggrotterà la fronte, parlerà lentamente quasi fosse stanco, e ascolterà la vicina con indifferenza. Potrà anche avere, con un bambino o una terza persona qualsiasi, una conversazione a doppio senso, che alluda a una persona qualsiasi ma che in realtà sia diretta alla donna che ama; e in tal modo potrà rivelarle il suo amore, mentre ha tuttavia l'aria di occuparsi più di un'altra persona che di lei. Traccerà segni per terra, con le dita o col bastone, che siano diretti a lei, abbraccerà e bacerà un bambino in sua presenza, gli offrirà con la lingua un miscuglio di noce e foglia di betel, gli prenderà il mento con le dita. Tutto questo in tempo e luogo convenienti.
3) L'uomo accarezzerà un bambino seduto sulle ginocchia della donna, e gli darà un giocattolo che subito gli riprenderà. Potrà anche tener con lei una conversazione su questo bambino, cercando così di entrare a poco a poco nella sua confidenza; e nel tempo stesso studierà il modo di rendersi gradito ai parenti. Una volta fatta la conoscenza, troverà un pretesto per renderle spesso visita nella sua casa, e quando lei è lontana, ma abbastanza vicina da poterlo udire, parlerà su qualche argomento di amore. Aumentata l'intimità, le affiderà in deposito qualche cosa, di cui ritirerà una parte di tempo in tempo; o, meglio ancora, le affiderà profumi e noci di betel perché glieli tenga. Farà poi il possibile per metterla in buona relazione con la propria moglie e farà anche in modo che lei abbia con questa conversazioni in un luogo solitario. Per vederla spesso troverà modo di servirsi del medesimo orefice, del medesimo gioielliere, del medesimo tintore e del medesimo lavandaio della famiglia di lei. Le farà apertamente lunghe visite col pretesto di trattare un affare con lei; e un affare ne porterà un altro, in modo da mantenersi sempre in relazione. Se lei desidera qualche cosa, se ha bisogno di denaro, se vuoi apprendere un'arte qualsiasi, le insinuerà abilmente che egli desidera procurarleciò di cui ha bisogno, dare il denaro, insegnarle quell'arte. Continuerà a conversare con lei in presenza di altre persone, parlando di ciò che è stato detto e fatto da altri; esaminerà oggetti diversi, gioielli e pietre preziose; in tali occasioni le mostrerà cose che lei potrà non conoscere, e se c'è disaccordo fra loro sulle cose stesse o sul valore, lui tacerà senza contraddirla e si rivelerà del suo parere su tutti i punti.
In tal modo ha fine questo argomento.
Quando una fanciulla si sia familiarizzata con un uomo, come sopra abbiamo detto, e gli abbia manifestato tutto il suo amore con differenti segni esterni e coi movimenti del corpo, lui deve cercare di possederla. Ma poiché le ragazze non hanno l'esperienza dell'unione sessuale, occorre trattarle con grande delicatezza e con grandi precauzioni. Ciò invece non è necessario con altre donne che già conoscono l'unione sessuale. Quando le intenzioni della ragazza non saranno più dubbie e lei avrà messo da parte ogni pudore, lui comincerà a far uso del proprio denaro, e avverranno scambi di vesti, di anelli e di fiori. L'uomo avrà cura che i suoi regali siano belli e cari; la ragazza gli regalerà noci e foglie di betel e se egli deve recarsi a qualche festa, le chiederà il fiore che porta nei capelli o in mano. Se è lui a donare un fiore, dovrà essere bello, profumato e segnato dalle sue unghie e dai denti. A grado a grado dissiperà i suoi timori, e finirà col riuscire a condurla in luogo solitario, ove l'abbraccerà e la bacerà Infine, in occasione di una noce o di una foglia di betel che riceverà o darà, o dello scambio di un fiore, egli le carezzerà le sue parti segrete, dando così alle sue attenzioni una conclusione soddisfacente.
Quando un uomo tenta di sedurre una donna, non deve tentarne alcun'altra contemporaneamente. Ma dopo esser riuscito nel suo intento una prima volta, e dopo averla goduta per un periodo di tempo abbastanza lungo, potrà mantenersi l'affezione della fanciulla, facendole regali che le piacciano, e potrà allora cominciare i tentativi di un'altra conquista. Se un uomo vede il marito di una donna che ama, nei pressi della sua casa, si asterrà dal goderla, anche se fosse facile a conquistare. E un uomo saggio, cui preme la propria reputazione, non penserà mai a sedurre una donna timida, paurosa, di carattere leggero, ben sorvegliata, o che abbia il suocero e la suocera.

III - ESAME DELLO SPIRITO DI UNA DONNA

Un uomo, che tenti la seduzione di una donna, dovrà far l'esame delle sue condizioni di spirito nel modo seguente:
Se lei lo ascolta, senza tuttavia manifestare in alcun modo le sue intenzioni, lui tenterà di conquistarla per mezzo di una terza persona. Se lei lo incontra una volta, e una seconda ancora più elegantemente vestito della prima, o se lei stessa va con lui in qualche luogo solitario, può esser certo che con un po' di violenza giungerà allo scopo. Una donna che si lascia corteggiare da un uomo senza cedere, neppure dopo una lunga corte, può esser considerata come ingannatrice in amore; tuttavia, in considerazione dell'incostanza dello spirito umano, sarà possibile trionfare anche di una simile donna, mantenendo con lei relazioni strettissime. Se una donna evita le attenzioni di un uomo e, sia per orgoglio, sia per rispetto verso di lui, cercherà di non incontrario e di non avvicinano, sarà più difficile venirne a capo, ma si potrà riuscire anche in questo caso, cercando di stringere una relazione ancora più familiare, o con l'intervento di una terza persona molto abile. Quando una donna accoglie con parole ingiuriose la corte di un uomo, bisogna immediatamente rinunciarvi. Quando una donna respinge un uomo, pur manifestandogli il suo affetto con atti diversi, bisogna insistere. Una donna che, incontrando un uomo in luogo solitario, si lascia toccare col piede, pur avendo l'aria di non accorgersi, può essere vinta con la pazienza perseverante nel modo seguente: se gli capita di trovarla addormentata lui l'abbraccerà col braccio sinistro, e al suo risveglio osserverà bene se lei lo respinge seriamente o solo in modo da far capire che non domanda di meglio che di ricominciare. E ciò che si fa col braccio, si può fare anche col piede. Se l'uomo vince questo primo passo, l'abbraccerà più strettamente; e se lei non vuol restare abbracciata e si alza, ma permette che ciò si ripeta il giorno dopo, lui deve concludere che non sia lontana dal cedere. Se lei non si farà più vedere, l'uomo tenterà di riavvicinarla con un messaggio; e se dopo un po' di tempo si farà ancora vedere e si comporterà nello stesso modo, lui dovrà pensare che più niente gli impedisca di unirsi con lei. Quando una donna offre ad un uomo un'occasione e gli manifesterà il suo amore, egli si farà un dovere di goderla. I modi con i quali una donna manifesta il suo amore sono i seguenti:
1) Si rivolge a un uomo senza che questi le abbia parlato per primo.
2) Si fa vedere da lui in luoghi solitari.
3) Gli parla tremando con parole male articolate.
4) Ha le dita delle mani e dei piedi bagnate di sudore e il viso le splende di piacere.
5) Cerca di fargli il massaggio sul corpo, e gli preme la testa.
6) Facendogli il massaggio, non lavora se non con una mano mentre con l'altra tocca solo certe parti.
7) Si ferma d'un tratto con le mani appoggiate sul corpo, come colpita e sorpresa di qualche cosa, o come spossata dalla fatica.
8) Ogni tanto piega il capo verso le cosce di lui, e se lui la prega di far anche su quelle il massaggio, non dimostrerà nessuna ripugnanza.
9) Pone una mano inerte sul corpo di lui, e per quanto l'uomo gliela stringa fra le sue membra, non la ritira per un certo periodo di tempo.
10) Infine, quando, dopo aver resistito a tutti i tentativi di un uomo per farla sua, va da lui il giorno dopo per fargli di nuovo il massaggio.
Quando una donna non incoraggia l'uomo, ma neppure lo evita e si tiene nascosta in luogo solitario, si potrà vincerla per mezzo di una domestica del vicinato. Se chiamata dall'uomo si comporta nello stesso modo, occorrerà ricorrere ad un'abile mezzana; ma se rifiuta di rispondere l'uomo dovrà riflettere, prima di fare un altro tentativo.
Finisce qui l'esame delle condizioni di spirito di una donna.
Un uomo deve cercare d'introdursi per primo nella casa di una donna. Le darà qualche cenno del suo amore, e se, dalle risposte, si accorgerà di essere accolto con favore, si porrà all'opera senza paura per raggiungere lo scopo. Una donna che al primo incontro tradisce il suo amore con segni esterni, potrà esser vinta con facilità. E una donna lasciva che alle prime parole d'amore risponde con parole che tradiscono l'amore, deve essere considerata come vinta sull'istante.
Parlando delle donne in generale, siano esse sagge, semplici o fiduciose, vale sempre il principio che quelle che manifestano apertamente il loro amore sono facilmente conquistabili.

IV - SULLA MEZZANA

Se una donna ha manifestato il suo amore o il suo desiderio con segni o con movimenti del corpo, e in seguito non si lascia vedere se non raramente o non si lascia vedere del tutto, o se è una donna che s'incontra per la prima volta, l'uomo, per giungere a lei, deve servirsi di una mezzana. E la mezzana, dopo essersi insinuata in modo da conquistare la fiducia della donna, comportandosi secondo le inclinazioni di lei, farà di tutto per farle odiare e disprezzare il marito, col tenere con lei conversazioni artificiose, parlandole di medicine adatte per avere figli, raccontandole varie cose sui vicini, sulle donne degli altri, col solleticare la sua vanità dicendole che è bella, saggia e virtuosa. E le dirà ancora: un peccato che una donna eccellente sotto ogni rapporto, come sei tu, sia tiranneggiata da un simile marito, che non è per niente adatto a te!». Le parlerà della debole passione del marito, della gelosia, dell'ingratitudine, dell'avversione ai divertimenti, della stupidaggine, della meschinità e di tutti gli altri difetti che realmente avrà e che lei avrà cercato di conoscere. Insisterà specialmente su qualche difetto o imperfezione che le sembrerà possa fare più impressione sulla donna. Se la donna è una cerbiatta e l'uomo è un uomo lepre, non vi sarà niente da dire; ma se l'uomo è un uomo lepre e la donna una giumenta o un'elefantessa l'intermediaria farà notare la sproporzione.
Gonikaputra pensa che, se la donna è al suo primo intrigo d'amore, o ha fatto riconoscere il proprio amore con ogni sorta di reticenze, l'uomo debba procurarsi e inviare una mezzana che già la conosca e che sia già con lei in confidenza. Ma torniamo al nostro soggetto. La mezzana parlerà alla donna della devozione e dell'amore dell'uomo e quando vedrà aumentare in lei la fiducia e l'affetto, le parlerà in questi termini: «Ascolta, bella signora, ecco un uomo di buona famiglia, che ti ha visto e che perde la testa. Povero rtgazzo! E di natura tanto sensibile, ed è tanto fortemente colpito, che temo non possa superare questo colpo! ». Se la donna ascolta benigna, il giorno seguente la mezzana, che avrà osservato segni di buon augurio sul suo viso, nei suoi occhi e in tutta la conversazione, le parlerà ancora dell'uomo e le racconterà la storia d'Ahalya, di Sacuntala e Dushyanti [6], o altre adatte all'occasione. Vanterà la forza dell'uomo, il suo ingegno, la sua abilità nelle sessantaquattro arti del godimento ricordate da Babhravaya, il suo bell'aspetto, e la sua unione con qualche nobile dama, anche se ciò non è vero. Di più l'intermediaria noterà con cura la condotta della donna a suo riguardo. Saranno segni favorevoli: l'essere accolta con aria sorridente, l'invito a sedersi vicina, l'interessamento per quel che ha fatto, dove è stata, se ha pranzato o se ha dormito. Ma poi la donna andrà anche a trovare la mezzana in qualche luogo solitario, sospirerà lungamente, le offrirà regali, le susciterà il ricordo di qualche bella giornata, e la saluterà dicendole con aria gioviale: «Che cara parlatrice! Perché mi hai detto queste brutte cose?». Poi le farà notare che è peccato avere rapporti sessuali con un uomo, ma le tacerà qualche appuntamento o conversazione che possa già aver avuto con lui, pur desiderando di essere interrogata su questo argomento, e infine riderà della passione del suo innamorato, ma senza considerarla una colpa.
Così ha termine l'argomento che tratta del modo di comportarsi di una intermediaria.
Quando una donna avrà finalmente manifestato il suo amore, la mezzana cercherà d'ingigantirlo portandole pegni d'amore da parte dell'uomo. Ma se la donna non lo conosce personalmente, la mezzana dovrà celebrarne ed esaltarne le buone qualità, e dovrà raccontarle la storia del suo amore per lei.
Oddalaka dice, a questo proposito, che se un uomo e una donna non si conoscono personalmente, e non si sono scambiati segni di affetto, è inutile l'impiego di una mezzana. I discepoli di Babhravya, d'altra parte, affermano che, se si sono scambiati segni di affetto, per quanto non si conoscano personalmente, è il caso di servirsi di una mezzana. Konikaputra afferma che può essere il caso di valersi di una mezzana anche quando non si sono scambiati segni di affetto, se però si conoscono. Vatsyayana, al contrario, stabilisce che, pur non conoscendosi e non essendosi scambiati segni di affetto, possono servirsi di una terza persona di loro fiducia.
La mezzana mostrerà alla donna i regali che l'uomo può avere inviato, come foglie di betel, fiori, profumi, anelli, sui quali l'uomo stesso avrà lasciato l'impronta delle unghie e dei denti. Se le manderà in regalo della stoffa, vi disegnerà le sue mani intrecciate in atto di viva preghiera. La mezzana potrà mostrare alla donna figure ornamentali ritagliate nelle foglie, buccole e corone di fiori ove saranno celate lettere d'amore esprimenti tutto l'ardente desiderio dell'uomo, e in tal modo la persuaderà a ricambiare le gentilezze di lui. Se ciò avviene, lei stessa penserà a far sì che avvenga un appuntamento fra i due.
I discepoli di Babharavya dicono che questo appuntamento deve avvenire al tempo della visita al tempio di una Divinità, o nell'occasione delle fiere, dei festini, delle rappresentazioni teatrali, di matrimoni, di sacrifici, di funerali, quando si va a bagnarsi nel fiume o anche in tempo di calamità naturali, di incursioni di briganti o di nemici. Konikaputra aggiunge che tali appuntamenti debbono esser fissati di preferenza in casa di donne amiche, di mendicanti, di astrologi e di asceti. Ma Vatsyayana, con molta acutezza, dice che è adatto solo quel luogo che presenti facilità di entrata e di uscita, dove si possano prendere tutte le disposizioni per evitare ogni incidente, e dove l'uomo, una volta entrato, possa a suo piacere uscire senza rischiare incontri pericolosi.
Ecco ora quali sono le varie specie di mezzane:
1) Una mezzana che si prende l'incarico totale dell'affare.
2) Che ne esegue solo una limitata parte.
3) Che reca semplicemente una lettera.
4) Che agisce per proprio conto.
5) La mezzana di una ragazza innocente.
6) Una donna sposata che fa da intermediaria al marito.
7) Una mezzana muta.
8) Una mezzana che fa la parte del vento.

1. Una persona che, dopo aver osservato la reciproca passione di un uomo e di una donna, li mette in rapporto conducendo avanti l'intrigo per la sola spinta della propria volontà, si dice una mezzana che si assume l'incarico dell'affare. Questo tipo è impiegato quando l'uomo e la donna si conoscono ed hanno già conversato, e in tal caso non è inviata soltanto dall'uomo ma anche dalla donna. Si dà questo nome anche a una persona che, avendo osservato che un uomo e una donna sono adatti l'un l'altra, tenta di unirli per quanto non si conoscano ancora.
2. Una mezzana che, dopo essersi avveduta che una parte dell'affare è già avviata e che l'uomo ha già iniziato degli approcci, si dice una mezzana che esegue solo una parte limitata.
3. Una persona che si limita a portare messaggi fra due amanti che difficilmente possono incontrarsi, si dice una portatrice di lettera o di messaggio. Si dice anche di una donna che sia inviata da uno dei due amanti per avvertire l'altro dell'ora e del luogo di un appuntamento.
4. Una donna che, andata da un uomo, gli confessa di aver goduto, in sogno, con lui nell'unione sessuale; che gli esprime il suo sdegno perché sua moglie l'ha insultata avendola chiamata col nome di una rivale anziché col suo; che gli dona un oggetto qualsiasi su cui ha impresso i segni dei denti o delle unghie; che gli rivela di conoscere di essere da lui desiderata da lungo tempo e gli domanda chi sia più bella fra lei o la moglie, si dice una mezzana che agisce per proprio conto. L'uomo non deve concedere nessun appuntamento e deve parlare con lei soltanto in segreto. Si dà questo nome anche a una donna che, dopo aver promesso di agire per conto di un'altra, conquista al contrario l'uomo per se stessa, dando scacco all'altra. Così anche un uomo che, facendo da mezzano per un altro, senza conoscere prima la donna, la conquista per se stesso, causando lo scacco dell'amico.
5. Una donna che abbia la confidenza di una giovane sposa, e che, possedendone tutti i segreti, conosce il modo di comportarsi del marito, potrà insegnarle l'arte per farsi amare dallo sppso, abbigliandola in modo da manifestare il suo amore, insegnandole quando deve adirarsi o fingere di adirarsi, e poi, dopo averle fatto dei segni di unghie e di denti sul corpo, la potrà esortare a chiamare il marito e a mostrargli questi segni per eccitarlo in tal modo al godimento. Una tale donna si chiama la mezzana di una fanciulla innocente. In questo caso, il marito risponderà a sua moglie per mezzo della stessa persona.
6. Quando un uomo si vale della propria moglie per conquistare la fiducia di una donna che vuol sedurre, inviandola da lei perché le vanti la propria saggezza e la propria abilità, si ha il caso di una donna sposata che serve da mezzana al proprio marito. In tal caso la donna corteggiata farà conoscere all'uomo i suoi sentimenti per mezzo della moglie di lui.
7. Quando un uomo manda una ragazza o una domestica da una donna con un pretesto qualsiasi, e nasconde una lettera in un mazzo di fiori, o fa sulla messaggera un segno con le unghie o coi denti, questa ragazza o cameriera che sia si dice mezzana muta. In tal caso l'uomo deve attendere la risposta per mezzo della stessa persona.
8. Una persona che porta a una donna un messaggio a doppio senso, o relativo a fatti passati, o tali che nessun altro possa interpretarlo, si dice mezzana che fa la parte del vento. Anche in questo caso la risposta è portata dalla stessa persona.
Questi sono i vari tipi di mezzana.
Una donna astrologa, una domestica, una mendicante o un'artista sono molto pratiche del mestiere di mezzana, e sanno con facilità conquistarsi la fiducia delle donne. Questi tipi di donne conoscono l'arte più raffinata per eccitare, a volontà, l'inimicizia fra due persone, o esaltare i meriti di una persona che prendono a proteggere, o descrivere tutta la perizia di altre donne nell'amplesso. Sanno parlare con frasi pompose dell'amore di un uomo, della sua bravura nei piaceri sessuali, della passione che altre donne, anche più belle, provano per lui, e far apparire vere tutte le ragioni portate per dimostrare che l'uomo non può uscire dalla sua casa. Una mezzana, attraverso la sua conversazione, può riuscire ad unire un uomo e una donna, anche quando la donna non ci pensa affatto, e quando un uomo non spera perché considera il caso superiore alle sue pretese. E può anche ricondurre a una donna un uomo che se ne sia allontanato per una ragione qualsiasi.

[1] Differiscono dalle quattro forme di matrimonio trattate nel I capitolo e sono usate solo nel caso in cui una ragazza sia conquistata nei modi di cui ai capitoli III e IV.

[2] Probabilmente si allude alle ragazze sposate da bambine e rimaste vedove prima della consumazione del matrimonio.

[3] Nome dato anticamente alle donne di servizio della «Zenana» del re, perché tenevano sempre il seno coperto con una stoffa chiamata «Kansciuki». Tutte le domestiche dovevano coprire il seno, mentre le regine lo tenevano scoperto. Si ha una testimonianza certa di questa usanza nelle pitture del sepolcro di Ajunta.

[4] Significa «donna superiore» rivestita cioè di autorità sulle altre domestiche dell'harem.

[5] Donne che avevano anch'esse un certo grado di autorità fra le spose dell'harem. Queste donne sono state più tardi sostituite dagli eunuchi.

[6] Protagoniste della mitologia indiana.

KAMASUTRA 3