"IDOMENEO RE DI
CRETA"
Opera seria in tre atti Musica
da Wolfgang Amadeus Mozart Testo da Giambattista
Varesco Prima rappresentazione: 29 gennaio 1781, Teatro
Nuovo di Corte, Monaco di Baviera Atto
I
1,
2,
3,
4,
5,
6,
7,
8,
9,
10
Atto
II
1, 2, 3, 4, 5, 6
Atto
III
1,
2,
3,
4,
5,
6,
7,
8,
9,
10,
11
ATTO I Appartamenti
d'Ilia nel palazzo reale, in fondo al prospetto una
galleria. SCENA
I
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Ilia
sola Recitativo ILIA Quando
avran fine omai l'aspre sventure mie? Ilia infelice! Di tempesta
crudel misero avanzo, del genitor e de' germani priva, del barbaro
nemico misto col sangue, il sangue vittime generose, a qual sorte
più rea ti riserbano i Numi?... Pur vendicaste voi di Priamo e di
Troia i danni e l'onte? Perì la flotta Argiva, e Idomeneo pasto
forse sarà d'orca vorace... ma che mi giova, oh ciel! se al primo
aspetto di quel prode Idamante, che all'onde mi rapì, l'odio deposi,
e pria fu schiavo il cor, che m'accorgessi d'essere
prigioniera. Ah qual contrasto, oh Dio! d'opposti affetti mi
destate nel sen odio, ed amore! Vendetta deggio a chi mi diè la vita,
gratitudine a chi vita mi rende... oh Ilia! oh genitor! oh prence!
oh sorte! oh vita sventurata! oh dolce morte! Ma che? m'ama
Idamante? ... ah no; l'ingrato per Elettra sospira, e
quell'Elettra meschina principessa, esule d'Argo, d'Oreste alle
sciagure a queste arene fuggitiva, raminga, è mia rivale. Quanti
mi siete intorno carnefici spietati?... orsù sbranate vendetta,
gelosia, odio, ed amore sbranate sì quest'infelice
core! No. 1.
Aria ILIA Padre, germani, addio! Voi foste, io vi
perdei. Grecia, cagion tu sei. E un greco adorerò? D'ingrata al
sangue mio So che la colpa avrei; Ma quel sembiante, oh
Dei! Odiare ancor non
so. Recitativo ILIA Ecco
Idamante, ahimè! sen vien. Misero core tu palpiti, e paventi. Deh
cessate per poco, oh miei tormenti! SCENA
II
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Idamante,
Ilia; seguito
d'Idamante Recitativo IDAMANTE
(al seguito) Radunate i Troiani, ite, e la
corte sia pronta questo giorno a celebrar. (ad
Ilia) Di dolce speme a un raggio scema il mio duol. Minerva
della Grecia protettrice involò al furor dell'onde il padre mio;
in mar di qui non lunge comparser le sue navi; indaga Arbace il
sito, che a noi toglie l'augusto aspetto. ILIA
(con ironia) Non temer? difesa da Minerva è la
Grecia, e tutta ormai scoppiò sovra i Troian l'ira de'
Numi. IDAMANTE Del fato de Troian più non dolerti.
Farà il figlio per lor quanto farebbe il genitor e ogn'altro
vincitor generoso. Ecco: abbian fine, principessa, i lor guai:
rendo lor libertade, e omai fra noi sol prigioniero fia, sol fia,
che porta, che tua beltà legò care ritorte. ILIA Signor
che ascolto? non saziaron ancora gl'implacabili Dei l'odio, lo
sdegno d'Ilion le gloriose or diroccate mura, ah non più mura, ma
vasto, e piano suol? a eterno pianto dannate son le nostre egre
pupille? IDAMANTE Venere noi punì, di noi trionfa.
Quanto il mio genitor, ahi rimembranza! Soffrì de' flutti in sen?
Agamemnone vittima in Argo alfin, a caro prezzo comprò que' suoi
trofei, e non contenta di tante stragi ancor la Dea nemica, che
fè? il mio cor trafisse, Ilia, co' tuoi bei lumi più possenti de'
suoi, e in me vendica adesso i danni tuoi. ILIA Che
dici? IDAMANTE Sì, di Citerea il figlio incogniti tormenti
stillommi in petto; a te pianto e scompiglio Marte portò,
cercò vendetta Amore in me de' mali tuoi, quei vaghi rai, quei
tuoi vezzi adoprò... ma all'amor mio d'ira e rossor tu
avvampi? ILIA In questi accenti mal soffro un
temerario ardir, deh pensa, pensa Idamante, oh Dio! il padre tuo
qual è, qual era il mio. No. 2.
Aria IDAMANTE Non ho colpa, e mi condanni Idol mio,
perché t'adoro. Colpa è vostra, oh Dei tiranni, E di pena afflitto
io moro D'un error che mio non è. Se tu brami, al tuo
impero Aprirommi questo seno, Ne' tuoi lumi il leggo, è vero, Ma
me'l dica il labbro almeno E non chiedo altra
mercè. Recitativo ILIA
(vede condurre i prigionieri) Ecco il misero resto
de' Troiani, dal nemico furor salvi. IDAMANTE Or quei
ceppi io romperò, vuo' consolarli adesso. (Ahi! perché
tanto far non so a me stesso!) SCENA
III
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Idamante,
Ilia; Troiani prigionieri, uomini e donne
Cretesi. Recitativo IDAMANTE Scingete
le catene, (si levano a' prigionieri le catene, li
quali dimostrano gratitudine) ed oggi il mondo, oh fedele Sidon,
suddita nostra, vegga due gloriosi popoli in dolce nodo avvinti,
e stretti di perfetta amistà. Elena armò la Grecia e l'Asia,
ed ora disarma e riunisce ed Asia e Grecia eroina
novella, principessa più amabile, e più
bella. No. 3. Coro Coro de' Troiani e
Cretesi TUTTI Godiam la pace, Trionfi Amore: Ora
ogni core Giubilerà. DUE CRETESI Grazie a chi
estinse Face di guerra: Or sì la terra Riposo
avrà. TUTTI Godiam la pace, Trionfi Amore: Ora ogni
core Giubilerà. DUE TROIANI A voi dobbiamo Pietosi
Numi, E a quei bei lumi La libertà. TUTTI Godiam la
pace, Trionfi Amore: Ora ogni
core Giubilerà. SCENA IV
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Elettra e
detti Recitativo ELETTRA
(agitata da gelosia) Prence, signor, tutta la
Grecia oltraggi; tu proteggi il nemico. IDAMANTE Veder
basti alla Grecia vinto il nemico. Opra di me più degna a mirar
s'apparecchi, oh principessa: vegga il vinto
felice. (vede venire Arbace) Arbace
viene. SCENA V
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Arbace e detti. Arbace
è
mesto. Recitativo IDAMANTE
(timoroso) Ma quel pianto che
annunzia? ARBACE Mio signore, de' mali il più
terribil... IDAMANTE (ansioso) Più
non vive il genitor? ARBACE Non vive: quel che Marte far
non poté finor, fece Nettuno, l'inesorabil Nume, e degl'eroi il
più degno, ora il riseppi, presso a straniera sponda affogato
morì! IDAMANTE Ilia, de' viventi eccoti il più meschin.
Or sì dal cielo soddisfatta sarai... barbaro fato!... Corrasi al
lido...ahimè! son disperato! (parte) ILIA
Dell'Asia i danni ancora troppo risento, e pur d'un grand'eroe al
nome, al caso, il cor parmi commosso, e negargli i sospir ah no,
non posso. (parte
sospirando) SCENA VI
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Elettra
sola Recitativo ELETTRA Estinto
è Idomeneo?... Tutto a miei danni, tutto congiura il ciel! Può a
suo talento Idamante disporre d'un impero, e del cor, e a me non resta
ombra di speme? A mio dispetto, ahi lassa! vedrò, vedrà la Grecia
a suo gran scorno, una schiava Troiana di quel soglio e del talamo
ha parte... invano Elettra ami l'ingrato... e soffre una figlia
d'un re, ch'ha re vassalli, ch'una vil schiava aspiri al
grand'acquisto? ... Oh sdegno! Oh smanie! oh duol! ... più non
resisto. No.4.
Aria ELETTRA Tutte nel cor vi sento, Furie del
crudo averno, Lunge a sì gran tormento Amor, mercè, pietà. Chi mi
rubò quel core, Quel che tradito ha il mio, Provi dal mio
furore, Vendetta e crudeltà. SCENA
VII
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Spiagge del
mare ancora agitato, attorniate da dirupi. Rottami di navi sul
lido. No 5. Coro CORO
VICINO Pietà! Numi!, pietà! Aiuto oh giusti Numi! A noi volgete i
lumi... CORO LONTANO Pietà! Numi, pietà! Il ciel, il
mare, il vento Ci opprimon di spavento... CORO
VICINO Pietà! Numi, pietà! In braccio a cruda morte Ci spinge
l'empia sorte... SCENA VIII
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto
I Pantomima. Nettuno
comparisce sul mare. Fa cenno ai venti di ritirarsi alle loro
spelonche. Il mare poco a poco si calma. Idomeneo, vedendo il Dio
del mare, implora la sua potenza. Nettuno riguardandolo con
occhio torvo e minaccevole si tuffa nell'onde e
sparisce. Recitativo IDOMENEO Eccoci
salvi alfin. SCENA IX
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Idomeneo con
seguito Recitativo IDOMENEO
(al suo seguito) Oh voi, di Marte e di Nettuno
all'ire, alle vittorie, ai stenti fidi seguaci miei, lasciatemi
per poco qui solo respirar, e al ciel natio confidar il passato
affanno mio. (Il seguito si ritira ed Idomeneo solo
s'inoltra sul lido, contemplando.) Tranquillo è il mar,
aura soave spira di dolce calma, e le cerulee sponde il biondo Dio
indora, ovunque io miro, tutto di pace in sen riposa, e gode. Io
sol, io sol su queste aride spiagge d'affanno e da disagio estenuato
quella calma, oh Nettuno, in me non provo, che al tuo regno
impetrai. Oh voto insano, atroce! giuramento crudel! ah qual de'
Numi mi serba ancor in vita, oh qual di voi mi porge almen
aita? No.6.
Aria IDOMENEO Vedrommi intorno L'ombra
dolente, Che notte e giorno: Sono innocente M'accennerà. Nel
sen trafitto Nel corpo esangue Il mio delitto, Lo sparso
sangue M'additerà. Qual spavento, Qual dolore! Di
tormento Questo core Quante volte
morirà! (Vede un uomo che
s'avvicina) Recitativo IDOMENEO Cieli!
che veggo? Ecco, la sventurata vittima, ahimè! s'appressa... e
queste mani le ministre saran? ... mani esecrande! Barbari, ingiusti
Numi! are nefande! SCENA X
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Atto I Idomeneo, Idamante in
disparte Recitativo IDAMANTE Spiagge
romite, e voi, scoscese rupi testimoni al mio duol siate, e
cortesi di questo vostro albergo a un agitato cor ... quanto spiegate
di mia sorte il rigor solinghi orrori!... Vedo fra quelli avanzi di
fracassate navi su quel lido sconosciuto guerrier... voglio
ascoltarlo, vuo' confortarlo, e voglio in letizia cangiar, quel suo
cordoglio. (S'appressa e parla ad
Idomeneo) Sgombra, oh guerrier, qual tu ti sia, il timore;
eccoti pronto a tuo soccorso quello, che in questo clima offrir
te'l può. IDOMENEO (Più il guardo, più mi strugge il
dolor.) De' giorni miei il resto a te dovrò, tu quale avrai premio
da me? IDAMANTE Premio al mio cor sarà l'esser pago
d'averti sollevato, difeso: ahi troppo, amico, dalle miserie mie
instrutto io fui a intenerirmi alle miserie
altrui. IDOMENEO (Qual voce, qual pietà il mio sen
trafigge!) Misero tu? che dici? ti son conte le tue sventure
appien? IDAMANTE Dell'amor mio, cielo! il più caro
oggetto, in quelli abissi spinto giace l'eroe Idomeneo estinto. Ma
tu sospiri, e piangi? t'è noto Idomeneo? IDOMENEO Uom più
di questo deplorabil non v'è, non v'è chi plachi il fato suo
austero. IDAMANTE Che favelli? vive egli ancor? (Oh
Dei! torno a sperar.) Ah dimmi amico, dimmi, dov'è, dove quel dolce
aspetto vita mi renderà? IDOMENEO Ma d'onde nasce questa,
che per lui nutri tenerezza d'amor? IDAMANTE
(con enfasi) Ah, ch'egli è il
padre... IDOMENEO (interrompendolo
impaziente) Oh Dio! Parla: di chi è egli il
padre? IDAMANTE È il padre
mio! IDOMENEO (Spietatissimi
Dei!) IDAMANTE Meco compiangi del padre mio il
destin? IDOMENEO (dolente) Ah
figlio!... IDAMANTE (tutto
giulivo) Ah padre!... ah Numi! dove son io? ... oh qual
trasporto! ... Soffri, genitor adorato, che al tuo
seno... (vuole abbracciarlo) e che un
amplesso... (il padre si ritira turbato) ahimè!
perché ti sdegni? disperato mi fuggi? ... ah dove, ah
dove? IDOMENEO Non mi seguir, te'l vieto: meglio per
te saria il non avermi veduto or qui; paventa, paventa il
rivedermi! (parte in
fretta) IDAMANTE Ah qual gelido orror m'ingombra i
sensi! ... lo vedo appena, il riconosco, e a miei teneri accenti
in un balen s'invola. Misero! in che l'offesi, e come mai quel sdegno
io meritai, quelle minacce? ... vuo' seguirlo e veder, oh sorte
dura! qual mi sovrasti ancor più rea
sventura. No.7.
Aria IDAMANTE Il padre adorato Ritrovo, e lo
perdo. Mi fugge sdegnato Fremendo d'orror. Morire creder Di
gioia e d'amore; Or, barbari Dei! M'uccide il
dolor. (parte
addolorato) INTERMEZZO Il mare è tutto
tranquillo. Sbarcano le truppe Cretesi arrivate con Idomeneo. I
guerrieri cantano il seguente coro in onore di Nettuno. Le donne
Cretesi accorrono ad abbracciare i loro felicemente arrivati e
sfogano la vicendevole gioia con un ballo generale, che termina col
coro. Marcia guerriera durante lo sbarco. No. 8.
Marcia No. 9. Coro Coro de' guerrieri
sbarcati TUTTI Nettuno s'onori, Quel nome
risuoni, Quel Nume s'adori, Sovrano del mar; Con danze e con
suoni Convien festeggiar. SOLO Da lunge ei mira Di
Giove l'ira, E in un baleno Va all'Eghe in seno, Da regal
sede Tosto provvede, Fa i generosi Destrier squamosi, Ratto
accoppiar. SOLO Dall'onde fuore Suonan
sonore Tritoni araldi Robusti e baldi Buccine intorno. Già
ride il giorno, Che il gran tridente Il mar furente Seppe
domar. TUTTI Nettuno s'onori, Quel nome
risuoni, Quel Nume s'adori, Sovrano del mar; Con danze e con
suoni Convien festeggiar. SOLO Su conca d'oro, Regio
decoro Spira Nettuno. Scherza Portuno Ancor bambino Col suo
delfino, Con Anfitrite; Or noi di Dite Fè trionfar. Nereide
amabili, Ninfe adorabili, Che alla gran Dea, Con
Galatea Corteggio fate, Deh ringraziate Per noi quei Numi, Che
i nostri lumi Fero asciugar. TUTTI Nettuno
s'onori, Quel nome risuoni, Quel Nume s'adori, Sovrano del
mar; Con danze e con suoni Convien festeggiar. Or suonin le
trombe, Solenne ecatombe Andiam preparar.
ATTO
II Appartamenti
reali SCENA I
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Atto II Idomeneo,
Arbace No. 10a.
Recitativo ed
Aria Recitativo ARBACE Tutto m'è
noto. IDOMENEO Gonfio di tante imprese al varco alfin
m'attese il fier Nettuno... ARBACE E so che a' danni
tuoi, ad Eolo unito, e a Giove il suo regno
sconvolse... IDOMENEO Sì, che m'estorse in voto umana
vittima. ARBACE Di chi? IDOMENEO Del
primo, che sulla spiaggia incauto a me
s'appressi. ARBACE Or dimmi: che primo tu
incontrasti? IDOMENEO Inorridisci: il mio
figlio... ARBACE Idamante! ... io vengo
meno... (perdendosi
d'animo) IDOMENEO Dammi Arbace il consiglio,
salvami per pietà, salvami il figlio. ARBACE
(pensa, poi risolve.) Trovisi in altro clima altro
soggiorno. Purché al popol si celi. Per altra via intanto Nettun
si placherà, qualche altro Nume di lui cura
n'avrà. IDOMENEO Ben dici, è vero... (Vede
venire Ilia.) Ilia s'appressa, ahimè! ... (Resta un
poco pensoso e poi decide.) In Argo ei vada, e sul paterno
soglio rimetta Elettra... or vanne a lei e al figlio, fa che sian
pronti; il tutto sollecito disponi. Custodisci l'arcano; a te mi
fido, a te dovranno, oh caro, oh fido Arbace, la vita il figlio e
il genitor la
pace. Aria ARBACE Se il tuo
duol, se il mio desio Sen volassero del pari, A ubbidirti qual son
io, Saria il duol pronto a fuggir. Quali al trono sian
compagni, Chi l'ambisce or veda e impari: Stia lontan, o non si
lagni, Se non trova che martir. (parte) SCENA
II
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Atto II Idomeneo,
Ilia Recitativo ILIA Se
mai pomposo apparse sull'Argivo orizzonte il Dio di Delo, eccolo in
questo giorno, oh sire, in cui l'augusta tua presenza, i tuoi
diletti sudditi torna in vita, e lor pupille, che ti piansero estinto,
or rasserena. IDOMENEO Principessa gentil, il bel sereno
anche alle tue pupille omai ritorni, il lungo duol dilegua. Di me,
de' miei tesori, Ilia, disponi, e mia cura sarà, dartene chiare prove
dell'amicizia mia. ILIA Son certa, e un dubbio in me colpa
saria. No. 11. Aria ILIA Se
il padre perdei, La patria, il riposo, (ad Idomeneo) Tu padre mi
sei, Soggiorno amoroso È Creta per me. Or più non
rammento L'angoscie, gli affanni, Or gioia e contento, Compenso a
miei danni Il cielo mi
diè. (parte) SCENA III
1, 2, 3, 4, 5, 6
Atto II Idomeneo
solo Recitativo IDOMENEO Qual
mi conturba i sensi equivoca favella? ... ne' suoi casi qual mostra a
un tratto intempestiva gioa la Frigia principessa? ... Quei,
ch'esprime teneri sentimenti per il prence, sarebber forse ... ahimè!
... sentimenti d'amor, gioia di speme? ... Non m'inganno,
reciproco è l'amore. Troppo, Idamante, a scior quelle catene
sollecito tu fosti... Ecco il delitto, che in te punisce il
ciel... Sì sì, a Nettuno, il figlio, il padre, ed Ilia, tre
vittime saran sull'ara istessa, da egual dolor afflitte, una dal
ferro, e due dal duol trafitte. No. 12a.
Aria IDOMENEO Fuor del mar ho un mar in seno, Che
del primo è più funesto. E Nettuno ancor in questo Mai non cessa
minacciar. Fiero Nume! dimmi almeno: Se al naufragio è sì
vicino Il mio cor, qual rio destino Or gli vieta il
naufragar? Recitativo IDOMENEO Frettolosa
e giuliva Elettra vien.
Andiamo. (parte) SCENA
IV
1, 2, 3, 4, 5, 6
Atto II Elettra
sola Recitativo ELETTRA Chi
mai del mio provò piacer più dolce? Parto, e l'unico oggetto, ch'amo
ed adoro, oh Dei! meco sen vien? Ah troppo, troppo angusto è il mio
cor a tanta gioia! Lunge della rivale farò ben io con vezzi, e con
lusinghe che quel foco, che pria spegnere non potei, a quei lumi
s'estingua, e avvampi ai miei. No. 13.
Aria ELETTRA Idol mio, se ritroso Altro amante a me
ti rende, Non m'offende rigoroso, Più m'alletta austero
amor. Scaccierà vicino ardore Dal tuo sen l'ardor lontano; Più la
mano può d'amore S'è vicin l'amante cor. (S'ode da
lontano armoniosa marcia.) No. 14.
Marcia ELETTRA Odo da lunge armonioso suono, che
mi chiama all'imbarco, orsù si vada. (parte in
fretta) SCENA V
1, 2, 3, 4, 5, 6
Atto II Porto di Sidone con
bastimenti lungo le spiagge. Elettra, truppa d'Argivi, di Cretesi e di
marinari Recitativo ELETTRA Sidonie
sponde! o voi per me di pianto, e duol, d'amor nemico crudo ricetto,
or ch'astro più clemente a voi mi toglie, io vi perdono, e in pace
al lieto partir mio alfin vi lascio, e do l'estremo
addio! No. 15.
Coro CORO Placido è il mar, andiamo, Tutto ci
rassicura. Felice avrem ventura, Su su, partiamo or
or. ELETTRA Soavi Zeffiri soli spirate, Del freddo
borea l'ira calmate. D'aura piacevole cortesi siate, Se da voi
spargesi per tutto amor. CORO Placido è il mar,
andiamo, Tutto ci rassicura. Felice avrem ventura, Su su,
partiamo or or. SCENA VI
1, 2, 3, 4, 5, 6
Atto
II
Idomeneo, Idamante, Elettra, seguito
del
re. Recitativo IDOMENEO Vatene
prence. IDAMANTE Oh ciel! IDOMENEO Troppo
t'arresti. Parti, e non dubbia fama, di mille eroiche imprese
il tuo ritorno prevenga. Di regnare se l'arte apprender vuoi,
ora incomincia a renderti de' miseri il sostegno, del padre e
di te stesso ognor più degno. No. 16.
Terzetto IDAMANTE Pria di partir, oh Dio! Soffri
che un bacio imprima Sulla paterna man. ELETTRA Soffri
che un grato addio Sul labbro il cor esprima: Addio, degno
sovran! IDOMENEO (ad Elettra) Vanne,
sarai felice, (ad Idamante) Figlio! tua sorte è
questa. Seconda i voti oh ciel! ELETTRA Quanto sperar
mi lice! IDAMANTE Vado! (E il mio cor qui
resta.) IDOMENEO Addio! IDAMANTE Addio! ELETTRA Addio! ELETTRA,
IDAMANTE, IDOMENEO Addio! IDAMANTE, IDOMENEO (Destin
crudel!) IDAMANTE (Oh Ilia!) IDOMENEO (Oh
figlio!) IDAMANTE Oh padre! oh
partenza! ELETTRA Oh Dei! che sarà? ELETTRA,
IDAMANTE, IDOMENEO Deh cessi il scompiglio; Del ciel la
clemenza Sua man porgerà. (Vanno verso le navi.
Mentre vanno ad imbarcarsi, sorge improvvisa
tempesta.) No. 17. Coro CORO Qual nuovo
terrore! Qual rauco muggito! De' Numi il furore Ha il mar
infierito, Nettuno, mercè! (Incalza la tempesta, il mare si gonfia,
il cielo tuona e lampeggia, e i frequenti fulmini incendono le
navi. Un mostro formidabile s'appresenta fuori
dell'onde.) Qual'odio, qual'ira Nettuno ci mostra! Se il cielo
s'adira, Qual colpa è la nostra? Il reo,
qual'è? Recitativo IDOMENEO Eccoti
in me, barbaro Nume! il reo! Io solo errai, me sol punisci, e
cada, cada sopra di me il tuo sdegno. La mia morte ti sazi alfin;
ma se altra aver pretendi vittima al fallo mio, una innocente
darti io non posso, e se pur tu la vuoi ... ingiusto sei,
pretenderla non puoi. (La tempesta continua.
I Cretesi spaventati fuggono e nel seguente coro col canto e con
pantomime esprimono il loro terrore, ciò che tutto forma un'azione
analoga e chiude l'atto col solito Divertimento.) No. 18.
Coro CORO Corriamo, fuggiamo Quel mostro
spietato! Corriamo, fuggiamo, Ah preda già siamo! Chi, perfido
fato, Più crudo è di te? (partendo) Corriamo,
fuggiamo!
ATTO III SCENA I
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Atto III Giardino
reale Ilia sola No.
19. Recitativo ed Aria ILIA Solitudini amiche, aure
amorose, piante fiorite, e fiori vaghi, udite d'una infelice
amante i lamenti, che a voi lassa confido. Quanto il tacer presso
al mio vincitore, quanto il finger ti costa afflitto
core! Zeffiretti lusinghieri, Deh volate al mio tesoro: E gli
dite, ch'io l'adoro Che mi serbi il cor fedel. E voi piante, e fior
sinceri Che ora innaffia il pianto amaro, Dite a lui, che amor più
raro Mai vedeste sotto al ciel. Ei stesso vien... oh Dei! ... mi
spiego, o taccio? ... Resto ... Parto... o m'ascondo? ... Ah
risolver non posso, ah mi confondo! SCENA II
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Atto III Ilia,
Idamante Recitativo IDAMANTE Principessa,
a' tuoi sguardi se offrir mi ardisco ancor, più non mi guida un
temerario affetto; altro or non cerco, che appagarti e
morir. ILIA Morir? tu,
prence? IDAMANTE Più teco io resto, più di te m'accendo,
e s'aggrava mia colpa, a che il castigo più a lungo
differir? ILIA Ma qual cagione morte a cercar
t'induce? IDAMANTE Il genitore pien di smania e furore
torvo mi guarda e fugge, e il motivo mi cela. Da tue catene
avvinto, il tuo rigore a nuovi guai m'espone. Un fiero mostro fa
dappertutto orrida strage. Or questo a combatter si vada, e vincerlo
si tenti, o finisca la morte i miei
tormenti. ILIA Calma, oh prence, un trasporto sì funesto:
Rammenta, che tu sei d'un grand'impero l'unica speme.
IDAMANTE Privo del tuo amore, privo, Ilia, di te, nulla
mi cale. ILIA Misera me! ... deh serba i giorni
tuoi. IDAMANTE Il mio fato crudel seguir
degg'io. ILIA Vivi ... Ilia te'l
chiede. IDAMANTE Oh Dei! che ascolto? Principessa adorata!
... ILIA Il cor turbato a te mal custodì la debolezza mia:
pur troppo amore e tema indivisi ho nel
sen. IDAMANTE Odo? o sol quel che brama finge l'udito,
o pure il grand'ardore m'agita i sensi, e il cor lusinga oppresso
un dolce sogno? ILIA Ah perché pria non arsi, che scoprir
la mia fiamma? mille io sento rimorsi all'alma! il sacro mio dovere,
la mia gloria, la patria, il sangue de' miei ancor fumante, oh
quanto al core rimproverano il mio ribelle amore! ... ma alfin che fo?
- Già che in periglio estremo ti vedo, oh caro, e trarti sola io
posso, odimi, io te'l ridico: t'amo, t'adoro, e se morir tu vuoi,
pria, che m'uccida il duol morir non
puoi. No. 20a.
Duetto IDAMANTE S'io non moro a questi accenti, Non
è ver, che amor uccida, Che la gioia opprima un
cor. ILIA Non più duol, non più lamenti; Io ti son
costante a fida: Tu sei il solo mio tesor. IDAMANTE Tu
sarai... ILIA Qual tu mi vuoi. IDAMANTE La
mia sposa... ILIA Lo sposo mio sarai
tu, IDAMANTE, ILIA Lo dica amor. Ah il gioir sorpassa
in noi Il sofferto affanno rio: Tutto vince il nostro
ardor. SCENA III
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Atto III Idomeneo,
Elettra e
detti Recitativo IDOMENEO (Cieli!
Che vedo!) ILIA (ad Idamante) Ah siam
scoperti, oh caro. IDAMANTE (ad
Ilia) Non temer, idol mio. ELETTRA (Ecco
l'ingrato.) IDOMENEO (Io ben m'apposi al ver. Ah crudo
fato!) IDAMANTE Signor, già più non oso padre chiamarti,
a un suddito infelice, deh, questa almen concedi unica
grazia. IDOMENEO Parla. ELETTRA (Che
dirà?) IDAMANTE In che t'offesi mai? perché mi fuggi? ...
m'odi, e aborrisci? ILIA (Io
tremo.) ELETTRA (Io te'l
direi.) IDOMENEO Figlio: contro di me Nettuno irato
gelommi il cor, ogni tua tenerezza l'affanno mio raddoppia, il tuo
dolore tutto sul cor mi piomba, e rimirarti senza ribrezzo, orror non
posso. ILIA (Oh Dio!) IDAMANTE Forse per
colpa mia Nettun sdegnossi? ma la colpa
qual'è? IDOMENEO Ah placarlo potessi senza di
te! ELETTRA (Ah potessi i torti miei or
vendicar!) IDOMENEO (ad Idamante) Parti, te lo commando, fuggi il paterno lido, e cerca
altrove sicuro asilo. ILIA (ad
Elettra) Ahimè! Pietosa principessa, ah mi
conforta! ELETTRA Ch'io ti conforti? e come? ... (ancor
m'insulta l'indegna.) IDAMANTE Dunque io me n'andrò! ...
ma dove? ... Ah Ilia, oh
genitor! ILIA (risoluta) O seguirti, o
morir, mio ben, vogl'io. IDAMANTE Deh resta, oh cara, e
vivi in pace. Addio! No. 21.
Quartetto IDAMANTE Andrò ramingo e solo, Morte
cercando altrove Fin che la incontrerò. ILIA M'avrai
compagna al duolo, Dove sarai, e dove Tu moia, io
morirò. IDAMANTE Ah, no... IDOMENEO Nettun
spietato! Chi per pietà m'uccide? ELETTRA (Quando
vendetta avrò?) IDAMANTE, ILIA (ad
Idomeneo) Serena il ciglio irato. ILIA, IDAMANTE,
IDOMENEO Ah il cor mi si divide! ILIA, ELETTRA, IDAMANTE,
IDOMENEO Soffrir più non si può. Peggio è di morte Sì gran
dolore. Più fiera sorte, Pena maggiore Nissun
provò! IDAMANTE Andrò ramingo e
solo. (parte
addolorato) SCENA IV
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Atto III Arbace,
Idomeneo, Ilia,
Elettra Recitativo ARBACE Sire,
alla reggia tua immensa turba di popolo affollato ad alta voce parlar
ti chiede. ILIA (A qualche nuovo affanno preparati mio
cor.) IDOMENEO (Perduto è il
figlio.) ARBACE Del Dio de' mari il sommo sacerdote lo
guida. IDOMENEO (Ahi troppo disperato è il
caso!) (ad Arbace) intesi Arbace
... ELETTRA (Qual nuovo
disastro?) ILIA (Il popol
sollevato...) IDOMENEO Or vado ad
ascoltarla. (parte confuso) ELETTRA Ti
seguirò! (parte) ILIA Voglio seguirti
anch'io. (parte) SCENA V
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Atto III Arbace
solo Recitativo e No.
22. Aria ARBACE Sventurata Sidon! in te quai miro di
morte, stragi e orror lugubri aspetti? Ah Sidon più non sei, sei
la città del pianto, e questa reggia quella del duol. Dunque è per
noi dal cielo sbandita ogni pietà? ... chi sa? ... io spero ancora ...
che qualche Nume amico si plachi a tanto sangue; un Nume solo
basta tutti a piegar ... alla clemenza il rigor cederà... ma ancor
non scorgo qual ci miri pietoso ... Ah sordo è il cielo! Ah Creta
tutta io vedo finir sua gloria sotto alte rovine! No, sue miserie
pria non avran fine. Se colà ne' fati è scritto, Creta, oh Dei! s'è
rea, or cada. Paghi il fio del suo delitto, Ma salvate il prence, il
re. Deh d'un sol vi plachi il sangue, Ecco il mio, se il mio
v'aggrada, E il bel regno che già langue, Giusti Dei! abbia mercè. (parte) SCENA
VI
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Atto III Gran
piazza abbellita di statue avanti al palazzo, di cui si vede da un
lato il frontespizio. Arriva Idomeneo accompagnato d'Arbace e dal
seguito reale; il re scortato d'Arbace si siede sopra il trono
destinato alle pubbliche udienze; Gran Sacerdote e quantità di
popolo. No. 23.
Recitativo GRAN SACERDOTE Volgi intorno lo sguardo, oh
sire, e vedi qual strage orrenda nel tuo nobil regno fa il crudo
mostro. Ah mira allagate di sangue quelle pubbliche vie. Ad ogni
passo vedrai chi geme, e l'alma gonfia d'atro velen dal corpo esala.
Mille e mille in quell'ampio, e sozzo ventre, pria sepolti che
morti perire io stesso vidi. Sempre di sangue lorde son quelle fauci,
e son sempre più ingorde. Da te solo dipende il ripiego, da morte
trar tu puoi, il resto del tuo popolo, ch'esclama sbigottito e da
te l'aiuto implora, e indugi ancor?... Al tempio, sire, al tempio!
Qual'è, dov'è la vittima? ... a Nettuno rendi quello ch'è
suo. IDOMENEO Non più... sacro ministro; e voi popoli
udite: la vittima è Idamante, e or vedrete, ah Numi! con qual
ciglio? Svenar il genitor il proprio figlio. (parte
turbato) No. 24. Coro CORO Oh voto
tremendo! Spettacolo orrendo! Già regna la morte, D'abisso le
porte Spalanca crudel. GRAN SACERDOTE Oh cielo
clemente! Il figlio è innocente, Il voto è inumano; Arresta la
mano Del padre fedel. CORO Oh voto
tremendo! Spettacolo orrendo! Già regna la morte, D'abisso le
porte Spalanca crudel. (partono tutti
dolenti) SCENA VII
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Atto III Veduta esteriore del
magnifico tempio di Nettuno con vastissimo atrio che la circonda,
attraverso del quale si scopre in lontano la spiaggia del
mare. L'atrio e le gallerie del tempio sono ripiene d'una
moltitudine di popolo, li sacerdoti preparano le cose appartenenti al
sacrificio. No. 25.
Marcia Arriva Idomeneo accompagnato da numeroso e fastoso
seguito. No. 26. Cavatina con
coro IDOMENEO Accogli, oh re del mar, i nostri voti,
placa lo sdegno tuo, il tuo rigor! SACERDOTI Accogli,
oh re del mar, i nostri voti, placa lo sdegno tuo, il tuo
rigor! IDOMENEO Tornino a lor spelonche gl'Euri, i Noti,
torni Zeffiro al mar, cessi il furor. Il pentimento, e il cor de'
tuoi devoti accetta, e a noi concedi il tuo
favor! SACERDOTI Accogli, oh re del mar, i nostri voti,
placa lo sdegno tuo, il tuo rigor! CORO
(dentro le scene) Stupenda vittoria! Eterna è
tua gloria; Trionfa oh
signor! Recitativo IDOMENEO Qual
risuona qui intorno applauso di
vittoria? SCENA VIII
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Atto III Arbace frettoloso e
detti Recitativo ARBACE Sire,
il prence, Idamante l'eroe, di morte in traccia disperato correndo
il trionfo trovò. Su l'empio mostro scagliossi furibondo, il
vinse, e uccise. Eccoci salvi al fin. IDOMENEO Ahimè!
Nettuno di nuovo sdegno acceso sarà contro di noi ... or or, Arbace,
con tuo dolor vedrai, che Idamante trovò quel che cercava, e di
morte egli stesso il trionfo sarà. ARBACE
(vede condurre Idamante) Che vedo? ... oh
Numi! SCENA IX
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Atto III Idamante
in veste bianca, ghirlanda di fiori in capo, circondato da guardie e
da sacerdoti. Moltitudine di mesto popolo e
suddetti. No. 27.
Recitativo IDAMANTE Padre, mio caro padre, ah dolce
nome! Eccomi, a' piedi tuoi; in questo estremo periodo fatal,
su questa destra che il varco al sangue tuo nelle mie vene aprir
dovrà, gl'ultimi baci accetta. Ora comprendo, che il tuo turbamento
sdegno non era già, ma amor paterno. Oh mille volte e mille
fortunato Idamante, se chi vita ti diè vita ti toglie, e
togliendola a te la rende al cielo, e dal cielo la sua in cambio
impetra, ed impetra costante a' suoi la pace, e de' Numi l'amor
sacro e verace. IDOMENEO Oh figlio! oh caro figlio!
Perdona; il crudo uffizio in me scelta non è, pena è del fato ...
Barbaro, iniquo fato! ... Ah no, non posso contro un figlio
innocente alzar l'aspra bipenne ... da ogni fibra già sen fuggon le
forze, e gl'occhi miei torbida notte ingombra... oh figlio!
... IDAMANTE (languente, poi
risoluto) Oh padre! ... ah non t'arresti inutile pietà, né vana
ti lusinghi tenerezza d'amor. Deh vibra un colpo, che ambi tolga
d'affanno. IDOMENEO Ah, che natura me'l contrasta, e
ripugna. IDAMANTE Ceda natura al suo autor; di Giove
questo è l'alto voler. Rammenta, rammenta il tuo dover. Se un
figlio perdi, cento avrai, Numi amici. Figli tuoi i tuoi popoli
sono. Ma se in mia vece brami chi t'ubbidisca ed ami, chi ti
sia accanto, e di tue cure il peso teco ne porti, Ilia ti
raccomando; deh un figlio tu esaudisci che moribondo supplica,
e consiglia: s'ella sposa non m'è, deh siati figlia. Ma che
più tardi? Eccomi pronto, adempi il sacrifizio, il
voto. IDOMENEO Oh qual mi sento in ogni vena insolito
vigor? ... or risoluto son ... l'ultimo amplesso ricevi ... e
mori. IDAMANTE Oh padre! ... IDOMENEO Oh
figlio! ... IDAMANTE, IDOMENEO Oh Dio!
... IDAMANTE (Oh Ilia... ahimè! ...) (ad
Idomeneo) vivi felice,
addio. IDOMENEO Addio. (Nell'atto di
ferire sopraviene Ilia ed impedisce il
colpo.) SCENA X
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Atto III Ilia
frettolosa, Elettra e
detti Recitativo ILIA
(corre a ritenere il braccio d'Idomeneo) Ferma, oh
sire, che fai? IDOMENEO La vittima io sveno, che
promisi a Nettuno. IDAMANTE Ilia,
t'accheta... GRAN SACERDOTE (ad
Ilia) Deh non turbar il sacrifizio... ILIA Invano
quella scure altro petto tenta ferir. Eccoti, sire, il mio, la vittima
io son. ELETTRA (Oh qual contrasto!) ILIA
(ad Idomeneo) Innocente è Idamante, è figlio tuo,
e del regno è la speme. Tiranni i Dei non son, fallaci siete
interpreti voi tutti del divino voler. Vuol sgombra il cielo de'
nemici la Grecia, e non de' figli. Benché innocente anch'io,
benché ora amica, di Priamo son figlia, e Frigia io nacqui per
natura nemica al greco nome. Orsù mi
svena. (s'inginocchia avanti al Gran
Sacerdote) (S'ode gran strepito sotterraneo, la statua di
Nettuno si scuote; il Gran Sacerdote si trova avanti all'ara in
estasi. Tutti rimangono attoniti ed immobili per lo spavento.
Una voce profonda e grave pronunzia la seguente sentenza del
cielo.) No. 28d. LA VOCE Ha vinto
Amore... Idomeneo cessi esser re... lo sia Idamante ... ed Ilia a lui
sia sposa, e fia pago Nettuno, contento il ciel, premiata
l'innocenza. No. 29.
Recitativo IDOMENEO Oh ciel
pietoso! IDAMANTE Ilia ... ILIA Idamante,
udisti? ARBACE Oh gioia, oh amor, oh
Numi! ELETTRA Oh smania! oh furie! oh disperata Elettra!
... Vedrò Idamante alla rivale in braccio? .. Ah no, il germano
Oreste ne' cupi abissi io vuò seguir, or or compagna m'avrai là
dell'inferno, a sempiterni guai, al pianto
eterno. (parte
infuriata) SCENA XI
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Atto III Idomeneo, Idamante,
Ilia, Arbace, seguito d'Idomeneo, d'Idamante e d'Ilia;
popolo. No. 30.
Recitativo IDOMENEO Popoli, a voi l'ultima legge
impone Idomeneo qual re. Pace v'annunzio. Compiuto è il
sacrifizio, e sciolto il voto. Nettuno, e tutti i Numi a questo regno
amici son. Resta, che al cenno loro Idomeneo ora ubbidisca. Oh
quanto, oh sommi Dei! quanto m'è grato il cenno. Eccovi un altro
re, un altro me stesso: A Idamante mio figlio, al caro figlio cedo
il soglio di Creta, e tutto insieme il sovrano poter. I suoi
comandi rispettate, eseguite ubbidienti, come i miei eseguiste e
rispettaste, onde grato io vi son: questa è la legge. Eccovi la real
sposa. Mirate in questa bella coppia un don del cielo serbato a
voi. Quanto a sperar vi lice! Oh Creta fortunata! Oh me
felice! (Segue l'incoronazione d'Idamante,
che s'eseguisce in pantomima, ed il coro che si canta durante
l'incoronazione ed il ballo.) No. 31. Coro Scenda
Amor, scenda Imeneo, E Giunone ai regi sposi, D'alma pace omai li
posi La Dea pronuba nel sen! F I N
E
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