DON CHISCIOTTE
DON QUIXOTE


Argomento

Prologo
(Una stanza nella casa di don Chisciotte)
Dopo aver letto alcune storie cavalleresche, don Chisciotte decide di partire alla ricerca di avventure, difendendo la virtù e punendo tutti quelli che violano il codice d’onore. Assegna al suo servitore Sancho Panza il ruolo di scudiero.

 Atto I
(Scena 1)
Davanti alla locanda di Lorenzo, a Barcellona, si riunisce una folla festante. Ci sono anche Kitri, la figlia civettuola del proprietario della locanda e il suo innamorato Basilio, il barbiere, che vuole stuzzicarla. Lorenzo scopre sua figlia intenta a baciare Basilio e le proibisce di incontrarlo nuovamente: non deve avere corteggiatori squattrinati.
Kitri cerca invano di dire a suo padre quanto ami Basilio, ma Lorenzo è irremovibile e butta fuori di casa il barbiere.
Entra Gamache, un aristocratico ricco e pomposo. La folla lo acclama. È venuto a chiedere la mano della bella Kitri. Lorenzo sarebbe davvero onorato di avere un genero così altolocato, ma per Kitri l’idea di sposarlo è odiosa. L’oste è sconvolto dai modi impertinenti della figlia nei confronti del nobile.
Entra un ballerino di strada, festeggiato dalla folla. La ragazza aspetta con ansia l’arrivo del famoso toreador Espada, accompagnato dai suoi compagni. Tutti ballano, nei loro splendidi mantelli, mimando una corrida.
All’arrivo di un cavaliere riccamente vestito, la folla rimane di stucco.
Sancho Panza suona un corno per annunciare l’arrivo di un cavaliere errante della Manchia. Lorenzo saluta il viaggiatore e lo invita a bere qualcosa. Le ragazze colgono l’occasione per prendere in giro e fare degli scherzi al grasso scudiere del cavaliere. Iniziano a giocare a mosca cieca. Poco dopo, il povero Sancho viene lanciato in aria. Don Chisciotte accorre in suo aiuto, armato di uno spiedo e di un piatto come scudo.
Il cavaliere vede Kitri e rimane affascinato dalla sua bellezza. Non è forse lei che ha abitato i suoi sogni nei panni della bella Dulcinea? Rapito, Don Chisciotte si inginocchia e chiede alla ragazza di ballare un minuetto con lui. Per far ingelosire Basilio, Kitri accetta l’invito imitando in maniera civettuola i modi di fare di una raffinata signora.
Non visto, Sancho ruba un pesce fritto dalla cucina e sta per scappare quando lo sguattero lo rincorre e lo blocca. In mezzo alla confusione generale, Kitri e Basilio si allontanano senza essere visti.

Atto II
(Scena 2)
Scappando da Lorenzo e Gamache, i due innamorati raggiungono un accampamento di zingari. Gli zingari danzano per i loro ospiti. Una ragazza li informa dell’arrivo di uno strano cavaliere: è don Chisciotte. Basilio e Kitri lo salutano come un vecchio amico.
Gli zingari invitano don Chisciotte ad assistere a una rappresentazione che stanno per mettere in scena. Il cavaliere crede che quanto accade sul palcoscenico sia reale e si lancia, spada in pugno, a salvare l’infelice eroina; il teatro improvvisato viene ben presto distrutto. Gli spettatori e gli attori fuggono terrorizzati. Le pale in movimento di un mulino a vento catturano l’attenzione di don Chisciotte. Sono le braccia dei giganti!
Don Chisciotte attacca i mulini a vento. I suoi abiti rimangono impigliati in una pala e il cavaliere si ritrova in aria e poi per terra.
Kitri e Basilio si prendono cura delle ferite del cavaliere e trascorrono il resto della notte nel carro degli zingari.
(Scena 3)
Don Chisciotte è tormentato da un incubo. Nel sogno, vede un enorme ragno avanzare in una densa e oscura foresta. Il cavaliere attacca il mostro e lo sconfigge. Contemporaneamente, la foresta si trasforma nello splendido Regno delle Driadi. Tra di esse c’è Kitri, che ha assunto le sembianze di Dulcinea, la regina del suo cuore. Cupido presenta don Chisciotte alla Regina delle Driadi. Le ninfe sono riconoscenti al cavaliere per averle salvate dal potere del mostro e danzano per lui.
(Scena 4)
È mattina e Kitri e Basilio si svegliano giusto in tempo: Lorenzo e Gamache sono quasi arrivati all’accampamento. I due innamorati fuggono. Don Chisciotte, il loro protettore, indica a Lorenzo e a Gamache una falsa pista, ma Sancho Panza corregge l’“errore” del suo padrone. La caccia continua.

 Atto III
(Scena 5)
La gente si raduna per una festa alla locanda. Kitri e Basilio, evitando Lorenzo e Gamache, si recano anche loro alla festa. Arrivano il toreador e Mercedes, acclamati dalla folla. L’oste avvisa Kitri dell’arrivo di suo padre; Kitri cerca di scappare, ma il padre la raggiunge e la trascina da Gamache con lo scopo di dare la sua benedizione al loro fidanzamento. Gamache si inginocchia davanti a Kitri.
Basilio, vedendo tutto questo, si uccide e cade al suolo. Kitri corre da lui. Suppone che il suo innamorato stia fingendo e maliziosamente chiede a don Chisciotte di andare da Lorenzo e di convincerlo a realizzare l’ultimo desiderio di Basilio morente: dare la sua benedizione ai due innamorati. Basilio è sicuro di morire. Perché non alleviare i suoi ultimi istanti di vita?

Atto IV
(Scena 6)
Lorenzo, i suoi sguatteri e gli amici di Kitri danno gli ultimi tocchi alla festa. Don Chisciotte è l’ospite d’onore. Gli innamorati felici danzano per lui. Augurando loro felicità eterna, il cavaliere errante parte alla ricerca di nuove avventure.




Note
Quella tra El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha e la danza è una relazione antica: la prima versione di una coreografia ispirata al celebre romanzo risale infatti al 1740 ad opera di Franz Hilverding a Vienna. Alla quale seguirono, anche a distanza di pochi anni, numerose altre realizzazioni. Ma sebbene non sia tratti né del primo né dell’ultimo balletto ispirato al capolavoro di Miguel de Cervantes è la versione nata sul libretto di Marius Petipa nel 1869 quella attraverso cui il visionario cavaliere errante entrò stabilmente nel numero dei più noti titoli di balletto.
All’apice della sua carriera, Petipa ricevette dalla direzione dei Teatri Imperiali l’incarico di creare una nuova coreografia per il balletto del Bolsˇoij e, ricavando da un episodio del Don Chisciotte, imperniò l’intera vicenda sull’amore tra Kitri (Quiteria nel romanzo) e il barbiere Basilio, contrastato dal padre della donna che vorrebbe sposare la figlia al ricco Gamache. Con un inganno i due innamorati riusciranno a ottenere la benedizione paterna. Per il suo balletto Petipa immaginò una Spagna popolata di individui gioiosi e solari, e vivacizzò la coreografia, interpolandovi alcuni episodi di carattere comico ed inserendovi numerose danze di carattere dal sapore spagnoleggiante. Questa versione ballettistica del Don Chisciotte, lontanissima dalle complessità del romanzo e dalla tragicità del protagonista di Cervantes, qui ridotto quasi a un comprimario, divenne dunque una storia di gente comune impegnata nella ricerca di una felicità quotidiana.
La musica di Ludwig Minkus, all’epoca compositore ufficiale dei balletti del Teatro Bolshoi dal 1864 è strettamente funzionale alle esigenze della coreografia, e quindi difficilmente valutabile in maniera autonoma, ma essa risulta indubbiamente efficace, visto che il pubblico continua a dimostrare la propria approvazione nei confronti di questa opera. Dopo la prima versione, presentata a Mosca nel 1869, la coreografia di Petipa fu più volte ripresa, spesso con importanti modifiche, le prime delle quali apportate dallo stesso Petipa che, in occasione della ripresa del balletto nel 1871 a San Pietroburgo - dove il pubblico coltivava gusti più raffinati di quello moscovita - volle rendere più elegante il libretto eliminando le scene comiche e smorzando gli aspetti troppo folcloristici delle danze spagnole. Dopo essere divenuto uno dei massimi successi delle compagnie di danza russe, il Don Chisciotte approdò nel 1924 a Londra dove la compagnia di Victor Dandré e Anna Pavlova incorse in un singolare inconveniente: secondo l’uso comune infatti si era procurato un cavallo da far montare a Don Chisciotte ma, poiché l’animale appariva eccessivamente robusto per “interpretare” efficacemente Ronzinante, venne truccato in maniera da “snellirlo”. Un accorgimento efficace visto che le autorità inglesi ritennero doveroso verificare se l’animale fosse malnutrito.

Marcella Musacchia