CLAUDE DEBUSSY

PELLÉAS ET MÉLISANDE

LIBRETTO IN ITALIANO


ATTO I

SCENA I. UNA FORESTA

Aperto il sipario, si scorge MÉLISANDE sull'orlo d'una fontana. Entra GOLAUD.

GOLAUD
Più uscire non potrò da questa foresta. Dio sa fin dove m'ha portato questa belva. Pur credevo d'averla ferita a morte; ed ecco tracce di sangue. Ma ora l'ho persa di vista, e credo d'essermi io pure smarrito, e i miei cani non mi ritrovano più. Tornerà sui miei passi. Sento piangere... Oh! oh! che c'è là sull'orlo dell'acqua? Una fanciulla che piange sull'orlo dell'acqua? (Tossisce.) Non mi sente. Non vedo il suo volto. (S'avvicina e tocca MÉLISANDE sulla spalla.) Perché piangi? (MÉLISANDE trasale, si leva e vuolfuggire.) Non temete, non avete nulla a temere. Perché piangete, qui, tutta sola?

MÉLISANDE
Non mi toccate! non mi toccate!

GOLAUD
Non temete... Non vi farà... Oh! siete bella.

MÉLISANDE
Non mi toccate! non mi toccate, o mi getto nell'acqua!

GOLAUD
Non vi tocco... Ecco, resterà qui, contro l'albero. Non temete. Qualcuno v'ha fatto del male?

MÉLISANDE
Oh! si! sì! sì!
(Singhiozza profondamente.)

GOLAUD
Chi v'ha fatto del male?

MÉLISANDE
Tutti! tutti!

GOLAUD
Che male v'han fatto?

MÉLISANDE
Non voglio dirlo! non posso dirlo!...

GOLAUD
Su, non piangete così. Da dove venite?

MÉLISANDE
Sono fuggita!... fuggita... fuggita...

GOLAUD
Sì, ma da dove siete fuggita?

MÉLISANDE
Sono perduta!... perduta! Oh! oh! perduta qui... Non sono di qui... Non sono nata là...

GOLAUD
Di dove siete? Dove siete nata?

MÉLISANDE
Oh! oh! lontano da qui... lontano.., lontano...

GOLAUD
Che brilla così in fondo all'acqua?...

MÉLISANDE
Ma dove? Ah! E la corona ch'egli m'ha donato. È caduta mentre piangevo.

GOLAUD
Una corona? Chi v'ha dato una corona? Cercherò di prenderla...

MÉLISANDE
No, no, non la voglio più!... non la voglio più! Preferisco morire.., morire sull'attimo!

GOLAUD
Potrei ripescarla facilmente; l'acqua non è molto profonda.

MÉLISANDE
Non la voglio più! Se la ripescate, mi getto al suo posto!...

GOLAUD
No, no; la lascerò lì; si potrà prenderla poi senza fatica. Sembra molto bella. È da molto che siete fuggita?

MÉLISANDE
Sì, sì... Chi siete?

GOLAUD
Sono il principe Golaud, pronipote di ARKEL, il vecchio re di Allemonde.,.

MÉLISANDE
Oh! avete già i capelli grigi!

GOLAUD
Sì; qualcuno, qui, alle tempie...

MÉLISANDE
E pure la barba... Perché mi guardate così?

GOLAUD
Guardo i vostri occhi. Non chiudete mai gli occhi?

MÉLISANDE
Sì, sì, li chiudo la notte...

GOLAUD
Perché avete l'aria sì stupita?

MÉLISANDE
Siete un gigante!

GOLAUD
Sono un uomo come gli altri...

MÉLISANDE
Perché siete venuto qui?

GOLAUD
Non lo so neppur io. Cacciavo nella foresta. Inseguivo un cinghiale. Ho smarrito il sentiero. Sembrate molto giovai. Quanti anni avete?

MÉLISANDE
Comincio a sentir freddo...

GOLAUD
Volete venire con me?

MÉLISANDE
No, no, resto qui.

GOLAUD
Non potete restar sola. Non potete restar qui tutta la notte... Come vi chiamate?

MÉLISANDE
Mélisande.

GOLAUD
Non potete restar qui, Mélisande. Venite con me...

MÉLISANDE
Resto qui.

GOLAUD
Avrete paura, tutta sola. Non si sa quel che c'è qui... tutta la notte... tutta sola... non è possibile, Mélisande, venite, datemi la mano...

MÉLISANDE
Oh! non mi toccate!

GOLAUD
Non gridate... Non vi toccherò più. Ma venite con me. La notte sarà molto nera e fredda. Venite con me...

MÉLISANDE
Dove andate?

GOLAUD
Non so... Mi son perduto anch'io...

(Escono.)


SCENA II. UN APPARTAMENTO NEL CASTELLO

[Si scorgono] ARKEL e GENEVIÈVE.

GENEVIÈVE
Ecco quanto egli scrive al fratello PELLÉAS: «Una sera, l'ho trovata tutta in lacrime sull'orlo d'una fontana, nella foresta dove m'ero smarrito. Non so la sua età, né chi sia, né donde venga e non oso interrogarla, ché deve aver provato un grande spavento, e quando le si chiede quel che le è accaduto, piange all'improvviso, come una bambina, e singhiozza sì profondamente che mette paura. Ora son sei mesi che l'ho sposata e non ne so più che il giorno del nostro incontro. Intanto, mio caro PELLÉAS, ch'io amo più d'un fratello, anche se non siam nati da uno stesso padre, nell'attesa, prepara il mio ritorno... So che mia madre sarà incline al perdono. Ma ho paura di ARKEL, a onta di tutta la sua bontà. Ma se acconsente ad accoglierla, come accoglierebbe una figlia, la terza sera dopo questa lettera, accendi una lampada sulla sommità della torre che guarda sul mare. Lo la scorgerò dal ponte della nostra nave, altrimenti andrò più lontano e non tornerò più...» Che ne dite?

ARKEL
Non dico nulla. La cosa può sembrarci strana, perché noi scorgiamo solo il rovescio delle sorti, anche il rovescio della nostra... Finora aveva seguito sempre i miei consigli, avevo creduto renderlo felice mandandolo a chiedere la mano della principessa Ursule... Non poteva restar solo, e dopo la morte della sua sposa era triste a star solo; e queste nozze venivano a por fine a lunghe guerre, ad antichi rancori... Non ha voluto così. Sia com'egli ha voluto: non mi sono mai opposto al destino; egli meglio di me conosce il suo avvenire. Forse non accadono mai avvenimenti inutili.

GENEVIÈVE

È stato sempre sì prudente, saggio e deciso... Dalla morte della sua donna non viveva più che per suo figlio, il piccolo YNIOLD. Ha tutto scordato... Che faremo?...
(Entra PELLÉAS.)

ARKEL
Chi entra là?

GENEVIÈVE
E Pelléas. Ha pianto.

ARKEL
Sei tu, Pelléas? Vieni un po' più vicino ch'io ti veda alla luce.

PELLÉAS
Nonno, insieme alla lettera di mio fratello ho ricevuto un'altra lettera: una lettera del mio amico Marcellus... Sta per morire e mi chiama... Dice di sapere il giorno esatto in cui deve giungere la morte... Mi dice che, se voglio, posso arrivare prima di essa, ma che non c'è tempo da perdere.

ARKEL
Pur si dovrebbe aspettare qualche tempo. Non sappiamo quel che ci prepara il ritorno di tuo fratello. E, del resto, tuo padre non è qui, sopra di noi, forse più malato del tuo amico?... Potrai scegliere tra il padre e l'amico?...

(Esce.)

GENEVIÈVE
Bada di accender la lampada fin da questa sera, Pelléas.

(Escono separatamente.)


SCENA III. DAVANTI AL CASTELLO

Entrano GENEVIÈVE e MÉLISANDE.

MÉLISANDE
S'è fatto buio nei giardini. E quali foreste, quali foreste intorno ai palazzi!...

GENEVIÈVE
Sì; questo stupiva anche me quando sono arrivata qui, e stupisce tutti. Vi son luoghi dove non si scorge mai il sole. Ma ci si abitua sì presto... Molto, molto tempo fa... Son quasi quarant'anni che vivo qui. Guardate dall'altra parte, e avrete la luce del mare.

MÉLISANDE
Sento un fruscìo sotto di noi...

GENEVIÈVE
Sì; è qualcuno che sale verso noi... Ah! è Pelléas... Sembra ancora stanco d'avervi sì a lungo attesa...

MÉLISANDE
Non ci ha vedute.

GENEVIÈVE
Credo che ci abbia vedute, ma non sa quel che deve fare. Pelléas, Pelléas, sei tu?

PELLÉAS
Sì!... venivo dalla parte del mare...

GENEVIÈVE
Anche noi, cercavamo la luce. Qui è un po' più chiaro che altrove, eppure è cupo il mare.

PELLÉAS
Avremo una tempesta questa notte; ve ne sono da qualche tempo tutte le notti eppure il mare è sì calmo adesso! Si salperebbe senza saperlo e non si tornerebbe più.

VOCI
(dietro la scena)
Hoé! hisse hoé!

MÉLISANDE
Qualcosa esce dal porto ....

PELLÉAS
Dev'essere una grande nave... Le luci sono molto alte, le vedremo appena entrerà nella zona di luce.

GENEVIÈVE
Non so se potremo vederla.., v'è ancora nebbia sul mare.

PELLÉAS
Sembra che la nebbia lentamente si alzi...

MÉLISANDE
Sì; scorgo laggiù una piccola luce che non avevo veduta...

PELLÉAS
È un faro; ve ne sono altri che non vediamo ancora.

MÉLISANDE
La nave è nella luce.., è già molto lontana.

PELLÉAS
S'allontana a vele spiegate...

MÉLISANDE
E la nave che m'ha condotta qui. Ha grandi vele... La riconosco dalle sue vele...

PELLÉAS
Avrà mare cattivo questa notte...

MÉLISANDE Perché parte questa notte?... Non la si vede quasi più. Forse farà naufragio!

PELLÉAS La notte scende molto presto...

GENEVIÈVE È tempo di rientrare. Pelléas, mostra la strada a Mélisande. Devo andare, un istante, a vedere il piccolo YNIOLD.

(Esce.)

PELLÉAS Non si vede più nulla sul mare...

MÉLISANDE Vedo altre luci.

PELLÉAS Son gli altri fari. Sentite il mare? È il vento che s'alza... Scendiamo per di qua. Volete darmi la mano?

MÉLISANDE Vedete, vedete, ho le mani piene di fiori.

PELLÉAS
Vi sosterrò col braccio, il cammino è scosceso, ed è molto buio. Forse parto domani...

MÉLISANDE Oh!... perché partite?

(Escono.)



ATTO II

SCENA I. UNA FONTANA NEL PARCO

Entrano PELLÉAS e MÉLISANDE.

PELLÉAS
Non sapete dove v'ho portata? Vengo spesso a sedermi qua verso mezzodì, quando è troppo caldo nei giardini. Si soffoca oggi, anche all'ombra degli alberi.

MÉLISANDE Oh! l'acqua è chiara...

PELLÉAS
È fresca come l'inverno. È una vecchia fontana abbandonata. Pare fosse una fontana miracolosa, apriva gli occhi dei ciechi, la chiamano ancora «la fontana dei ciechi».

MÉLISANDE Non apre più gli occhi dei ciechi?

PELLÉAS
Da quando anche il re è quasi cieco, non vi vengono più...

MÉLISANDE
Come si è soli qui... non si sente nulla.

PELLÉAS
V'è sempre uno strano silenzio... Si sentirebbe l'acqua dormire... Volete sedervi sull'orlo della vasca di marmo? V'è un tiglio dove il sole non penetra mai...

MÉLISANDE
Vado a coricarmi sul marmo. Vorrei vedere il fondo dell'acqua...

PELLÉAS
Nessuno l'ha scorto mai... Forse è profonda come il mare.

MÉLISANDE
Se brillasse qualcosa sul fondo, lo si scorgerebbe forse...

PELLÉAS
Non sporgetevi così.

MÉLISANDE Vorrei toccare l'acqua...

PELLÉAS Badate a non scivolare... Vi terrò per la mano...

MÉLISANDE
No, no, vorrei immergervi le due mani... Oggi forse le mie mani sono malate...

PELLÉAS
Oh! oh! Badate! badate! MÉLISANDE! MÉLISANDE! Oh! i vostri capelli...

MÉLISANDE
(rialzandosi)
Non riesco, non riesco a raggiungerla!

PELLÉAS I vostri capelli si sono immersi nell'acqua...

MÉLISANDE Sì, son più lunghi delle mie braccia.., son più lunghi di me...

PELLÉAS
Sull'orlo d'una fontana egli pure v'ha trovata?

MÉLISANDE Sì...

PELLÉAS
Che v'ha detto?

MÉLISANDE Nulla, non mi ricordo più...

PELLÉAS
Era vicino a voi?

MÉLISANDE Sì, voleva abbracciarmi...

PÉLLEAS
E voi non volevate?

MÉLISANDE
No.

PELLÉAS
Perché non volevate?

MÉLISANDE Oh! oh! ho visto muoversi qualcosa in fondo all'acqua...

PELLÉAS Badate! badate! Cadrete! Con che cosa giocate?

MÉLISANDE
Con l'anello ch'egli m'ha donato.

PELLÉAS
Non giocate così sopra un'acqua sì profonda.

MÉLISANDE
Le mie mani non tremano.

PELLÉAS Come brilla al sole! Non lo gettate sì alto nel cielo!

MÉLISANDE
Oh!

PELLÉAS
È caduto!

MÉLISANDE È caduto nell'acqua!

PELLÉAS
Dov'è? dov'è?

MÉLISANDE
Non lo vedo scendere.

PELLÉAS Credo vederla brillare!

MÉLISANDE La mia fede?

PELLÉAS Sì, sì; laggiù...

MÉLISANDE
Oh! oh! È sì lontana danoi!... No, no, non èlafede... non è più quella. È perduta... perduta! Non v'è più che un gran cerchio sull'acqua... Adesso che faremo?

PELLÉAS
Non bisogna turbarsi così per una fede. Non è nulla, la ritroveremo forse! O ne ritroveremo un'altra.

MÉLISANDE
No, no, non la ritroveremo più, non ne ritroveremo altre... Eppure, credevo di averla fra le mani... Avevo già chiuso le mani, ma quella è caduta... L'ho gettata troppo in alto verso il sole.

PELLÉAS
Venite, ritorneremo un altro giorno. Venite, è tempo. Ci verrebbero incontro. Suonava mezzodì allor che l'anello è caduto.

MÉLISANDE Che diremo a GOLAUD se chiede dov'è?

PELLÉAS La verità, la verità...

(Escono.)


SCENA II. UN APPARTAMENTO NEL CASTELLO

Si scorge GOLAUD disteso sul suo letto; MÉLISANDE è al suo capezzale.

GOLAUD
Ah! ah! va tutto bene, non è nulla. Ma non so spiegarmi com'è accaduto. Cacciavo tranquillo nella foresta. Il mio cavallo m'ha preso la mano d'un colpo senza ragione... Ha visto qualcosa di strano?... Avevo appena sentito i dodici tocchi di mezzodì. Al dodicesimo tocco, si spaventa all'improvviso, e come un cieco folle corre contro un albero! Non so più quel ch'è avvenuto. Sono caduto, e quello dev'essermi piombato addosso; credevo d'avere sul petto tutta la foresta. Credevo che si fosse schiantato il mio cuore. Ma è saldo il mio cuore. Ma è una cosa da nulla...

MÉLISANDE Volete bere un po' d'acqua?

GOLAUD Grazie, non ho sete.

MÉLISANDE
Volete un altro guanciale?... Su questo v'è una piccola macchia di sangue.

GOLAUD
No; non ne vale la pena.

MÉLISANDE Ne siete proprio certo?... Non soffrite troppo?

GOLAUD
No, no, n'ho viste ben altre. Son uso al ferro e al sangue.

MÉLISANDE
Chiudete gli occhi e cercate di dormire. Resterò qui tutta la notte...

GOLAUD
No, no, non voglio che t'affatichi così. Non ho bisogno di nulla, dormirò come un bimbo... Che c'è, MÉLISANDE? Perché piangi all'improvviso?

MÉLISANDE Sono... Sono malata qui...

GOLAUD
Sei malata? Che hai dunque, che hai dunque, MÉLISANDE?

MÉLISANDE
Non so... Sono malata qui. Preferisco dirvelo oggi; signore, non sono felice qui...

GOLAUD
Che è dunque accaduto?... Qualcuno t'ha fatto del male?... Qualcuno t'avrebbe forse offesa?

MÉLISANDE
No, no, nessuno m'ha fatto il più piccolo torto... Non è questo.

GOLAUD
Ma mi nascondi certo qualcosa. Dimmi tutta la verità, MÉLISANDE... E il re? E mia madre? E PELLÉAS?

MÉLISANDE
No, no, non è PELLÉAS. Non è nessuno... Non mi potete capire... E qualcosa ch'è più forte di me...

GOLAUD
Vediamo; sii ragionevole, MÉLISANDE. Che vuoi ch'io faccia? Non sei più una bambina. Mi vorresti forse lasciare?

MÉLISANDE
Oh! no, non è questo... Vorrei andarmene con voi... E qui ch'io non posso più vivere... Sento che non vivrei più a lungo...

GOLAUD
Ma serve pure una ragione. Ti crederanno pazza. Crederanno a sogni di bambino. Vediamo, è PELLÉAS, forse? Credo ch'egli ti parli di rado!

MÉLISANDE
Sì, mi parla alle volte. Non mi ama, credo; l'ho visto nei suoi occhi... Ma mi parla quando m'incontra...

GOLAUD
Non bisogna volergliene. Egli è sempre stato così. È un po' strano. Cambierà, vedrai; è giovane...

MÉLISANDE Ma non è questo... non è questo...

GOLAUD
Che è dunque? Non puoi adattarti alla vita che si conduce qui? È troppo triste qui? È vero, questo castello è molto vecchio e scuro... È molto freddo e profondo. E tutti quelli che lo abitano sono già vecchi. E anche la campagna può sembrare ben triste, con tutte le sue foreste, tutte le sue vecchie foreste senza luce. Ma tutto questo, volendo, si può rallietare. E poi, la gioia, la gioia, non è di tutti i giorni. Ma dimmi qualcosa; non importa cosa, farò tutto quel che vorrai...

MÉLISANDE
Sì, è vero.., non si vede mai il cielo qui. L'ho visto per la prima volta questa mattina...

GOLAUD
È dunque questo che ti fa piangere, mia povera MÉLISANDE? Dunque non è che questo? Tu piangi di non vedere il cielo? Suvvia, non hai più l'età in cui si può piangere per queste cose... E poi, non è già qui l'estate? Vedrai il cielo tutti i giorni. E poi, l'anno venturo... Su, dammi la mano; dammi le tue due piccole mani. (Le prende le mani.) Oh! queste piccole mani che potrei schiacciare come fiori... To', dov'è l'anello che t'avevo dato?

MÉLISANDE L'anello?

GOLAUD
Sì, la fede delle nostre nozze, dov'è?

MÉLISANDE Credo.., credo sia caduta.

GOLAUD
Caduta? Dove è caduta? Non l'hai persa?

MÉLISANDE No; è caduta... dev'essere caduta... ma so dov'è...

GOLAUD
Dov'è?

MÉLISANDE Sapete... sapete.., la grotta al margine del mare?...

GOLAUD sì.

MÉLISANDE
Ebbene, è là... Dev'essere là... Sì, sì; ricordo. Ci sono andata questa mattina, a raccogliere conchiglie per il piccolo YNIOLD... Ve ne son di bellissime... M'è scivolata dal dito... poi è entrato il mare, e son dovuta uscire prima d'averla ritrovata.

GOLAUD
Sei certa ch'è là?

MÉLISANDE Sì, sì, certissima... L'ho sentita scivolare...

GOLAUD
Bisogna andarla a cercare subito.

MÉLISANDE Adesso? subito? nell'oscurità?

GOLAUD
Adesso, subito, nell'oscurità... Preferirei aver perso quanto possiedo che aver perduto questa fede... Tu non sai che si sia. Non sai donde viene. Il mare sarà molto alto stanotte. Il mare verrà a prenderla prima dite... Affrèttati...

MÉLISANDE Non oso.., non oso andar sola...

GOLAUD
Va', va' con chi vuoi. Ma bisogna che tu ci vada subito, capisci? Affrèttati; chiedi a PELLÉAS di andarci con te.

MÉLISANDE PELLÉAS? Con PELLÉAS? Ma PELLÉAS non vorrà...

GOLAUD
PELLÉAS farà tutto quel che gli chiedi. Conosco PELLÉAS meglio dite. Va', sbrigati. Non dormirò prima di riavere la fede.

MÉLISANDE Oh! Oh! Non sono felice. Non sono felice.

(Esce piangendo.)


SCENA III. DAVANTI A UNA GROTTA

Entrano PELLÉAS e MÉLISANDE.

PELLÉAS (parlando con grande agitazione)
Sì; è qui, ci siamo. È così buio che l'entrata della grotta non si distingue più dal resto della notte... Non vi sono stelle da questa parte. Aspettiamo che la luna abbia squarciato questa grande nube; illuminerà tutta la grotta e allora potremo entrare senza pericolo. Vi sono posti pericolosi e il sentiero è molto stretto, fra due laghi di cui non s'è ancor trovato il fondo. Non ho pensato a portare una torcia o una lanterna. Ma penso che il chiarore del cielo ci basterà. Non siete mai penetrata in questa grotta?

MÉLISANDE No...

PELLÉAS
Entriamoci... Bisogna poter descrivere il posto dove avete perduto la fede, s'egli v'interroga. È molto grande e bella, è piena di tenebre azzurre. Se vi s'accende una piccola luce, la volta sembra ricoperta di stelle, come il cielo. Datemi la mano, non tremate così. Non v'è pericolo, ci fermeremo allor che non scorgeremo più il chiarore del mare... E il brusio della grotta a spaventarvi? Sentite il mare dietro di noi? Esso non sembra felice questa notte... Oh! ecco il chiarore!...

(La luna rischiara ampiamente l'entrata e parte delle tenebre della grotta, e si scorgono, tre vecchi poveri dai capelli bianchi, seduti l'uno accanto all'altro, che si sostengono a vicenda, addormentati contro uno sprone di roccia.)

MÉLISANDE Ah!

PELLÉAS Che c'è?

MÉLISANDE c'è... C'è...

(Indica i tre poveri.)

PELLÉAS Sì... li ho visti anch'io...

MÉLISANDE Andiamo via!... Andiamo via!...

PELLÉAS Sono tre vecchi poveri che si sono addormentati... C'è carestia nel paese... Perché son venuti a dormire qui?...

MÉLISANDE
Andiamo via; venite... Andiamo via!

PÉLLEAS Badate, non parlate sì forte... Non svegliamoli... Dormono ancora profondamente... Venite.

MÉLISANDE Lasciatemi; preferisco camminar sola...

PELLÉAS Ritorneremo un altro giorno...

(Escono.)



ATTO III

SCENA I. UNA DELLE TORRI DEL CASTELLO UN CAMMINO DI VEDETTA PASSA SOTTO UNA FINESTRA DELLA TORRE

MÉLISANDE
(alla finestra pettinandosi i capelli sciolti)
I miei lunghi capelli scendono fino ai piedi della torre; I miei capelli vi attendono lungo tutta la torre, E lungo tutto il giorno, E lungo tutto il giorno. San Daniele e San Michele, San Michele e San Raffaele, Sono nata una domenica, Una domenica a mezzodì...

(Entra PELLÉAS per il cammino di vedetta.)

PELLÉAS Olà! Olà! oh!...

MÉLISANDE
Chi è là?

PELLÉAS
Io, io, son io!... Che fai lì, alla finestra, cantando come un uccello straniero?

MÉLISANDE Acconcio i miei capelli per la notte...

PELLÉAS
Son essi ch'io vedo lì sul muro? Credevo che tu reggessi un lume...

MÉLISANDE
Ho aperto la finestra; è troppo caldo nella torre... è bello stanotte...

PELLÉAS Vi sono innumerevoli stelle; non se ne sono mai viste tante come questa sera; ma la luna è ancora sul mare... Non restare nell'ombra, MÉLISANDE, sporgiti un poco, ch'io veda i tuoi capelli sciolti.

MÉLISANDE Sono orribile così...

PELLÉAS Oh! oh! MÉLISANDE! Oh! sei bella! sei bella così!... sporgiti! sporgiti! ... fammi venire più vicino a te...

MÉLISANDE Non posso venirti più vicino... Mi sporgo quanto posso...

PELLÉAS
Non posso salire più in alto... dammi almeno la tua mano questa sera prima ch'io me ne vada... Parto domani.

MÉLISANDE No, no, no...

PELLÉAS Sì, sì, parto, partirò domani.., dammi la tua mano, la tua mano, la tua piccola mano sulle mie labbra...

MÉLISANDE Non ti do la mia mano se parti...

PELLÉAS Dammi, dammi, dammi...

MÉLISANDE Non partirai?...

PELLÉAS Aspetterò, aspetterò...

MÉLISANDE Vedo una rosa nelle tenebre...

PELLÉAS Ma dove? Vedo solo i rami del salice che varca il muro...

MÉLISANDE Più giù, più giù, nel giardino; laggiù, nel verde cupo...

PELLÉAS
Non è una rosa... Andrò a vedere subito, ma dammi prima la mano; prima la tua mano...

MÉLISANDE
Ecco, ecco... non posso sporgermi più di così.

PÉLLEAS
Le mie labbra non possono raggiunger la tua mano!

MÉLISANDE
Non posso sporgermi più di così... sto per cadere... Oh! Oh! i miei capelli scendono dalla torre!...

(Mentre si sporge così la chioma le si arrovescia all'improvviso, e ricopre PELLÉAS.)

PELLÉAS
Oh! oh! che è questo?... I tuoi capelli, i tuoi capelli scendono verso me!... Tutta la tua chioma, MÉLISANDE, tutta la tua chioma è caduta dalla torre!... Li tengo nelle mani, li tengo nella bocca... Li tengo sulle braccia, li metto attorno al mio collo... Non aprirò più le mani questa notte!

MÉLISANDE
Lasciami!.., lasciami!... mi farai cadere!

PELLÉAS
No, no, no!... Non ho mai visto capelli come i tuoi, MÉLISANDE!... Vedi, vedi, vedi, vengono da sì alto e m'inondano fino al cuore... M'inondano tutto fino alle ginocchia!... E son dolci, son dolci come piombassero dal cielo!... Non vedo più il cielo traverso i tuoi capelli. Vedi, vedi? le mie due mani non possono tenerli; ve ne sono fin sui rami del salice... Vivono come uccelli nelle mie mani, ed essi mi amano, m'amano mille volte più dite!...

MÉLISANDE Lasciami, lasciami... Qualcuno potrebbe venire...

PELLÉAS
No, no, no, non ti libero questa notte... Sei la mia prigioniera questa notte, tutta la notte, tutta la notte...

MÉLISANDE
PELLÉAS! PELLÉAS!

PELLÉAS
Li annodo, li annodo ai rami del salice... Non te n'andrai più... non te n'andrai più... Guarda, guarda, abbraccio i tuoi capelli... Non soffro più fra i tuoi capelli... Senti i miei baci lungo i tuoi capelli?... Salgono lungo i tuoi capelli. Ognuno ti porta un bacio... Vedi, vedi, posso aprire le mani... Ho le mani libere ma non puoi abbandonarmi...

(Alcune colombe escono dalla torre e volano intorno a loro nella notte.)

MÉLISANDE
Oh! oh! m'hai fatto male! Che c'è, PELLÉAS? Chi vola intorno a me?

PELLÉAS
Son le colombe che escono dalla torre... Le ho spaventate; fuggono via...

MÉLISANDE
Son le mie colombe, PELLÉAS. Andiamo via, lasciami; non ritorneranno più...

PELLÉAS
Perché non ritorneranno più?

MÉLISANDE
Si perderanno nell'oscurità... Lasciami! Lasciami alzare la testa... Sento un rumore di passi... Lasciami! E GOLAUD!... credo sia GOLAUD!... Ci ha sentiti...

PELLÉAS
Aspetta! Aspetta! I tuoi capelli sono attorno ai rami... Si sono impigliati nell'oscurità... Aspetta! Aspetta!... E buio.

(Entra GOLAUD per il cammino di vedetta.)

GOLAUD Che fate qui?...

PELLÉAS Che faccio qui?... Io...

GOLAUD
Siete dei bambini... MÉLISANDE, non sporgerti così alla finestra, finisci per cadere... Non sapete che è tardi? E quasi mezzanotte. Non giocate così nell'oscurità. Siete dei bambini... (ridendo nervosamente) Che bambini!... Che bambini!...

(Esce con PELLÉAS.)


SCENA II. I SOTTERRANEI DEL CASTELLO

Entrano GOLAUD e PELLÉAS.

GOLAUD
Badate; per di qua, per di qua. Non siete mai penetrato in questi sotterranei?

PELLÉAS Sì, una volta; in passato; ma molto tempo fa...

GOLAUD
Ebbene, ecco l'acqua stagnante di cui vi parlavo... Sentite l'odore di morte che sale? Andiamo fino all'orlo di questa roccia che strapiomba e sporgetevi un poco; vi colpirà nel volto. Sporgetevi; non abbiate paura... vi terrò, datemi... No, no, non la mano... potrebbe scivolare.., il braccio. Vedete la voragine, PELLÉAS? (turbato) PELLÉAS?

PELLÉAS
Sì, credo di vedere il fondo della voragine! E la luce che trema così? Voi...

(Si solleva, si volge e guarda GOLAUD.)

GOLAUD
Sì, è la lanterna... Ecco, l'agitavo per illuminare le pareti...

PELLÉAS Soffoco qui... usciamo.

GOLAUD Sì, usciamo...

(Escono in silenzio.)


SCENA III. UNA TERRAZZA ALL'USCITA DEI SOTTERRANEI

Entrano GOLAUD e PELLÉAS.

PELLÉAS
Ah! respiro alfine!... Per un istante ho creduto che mi sarei smarrito in queste vaste grotte; sono stato sul punto di cadere... C'è un'aria umida e pesante come una rugiada di piombo, e tenebre spesse come una sostanza velenosa. E adesso, tutta l'aria di tutto il mare!... C'è un vento fresco, ecco, fresco come una foglia che s'è appena dischiusa, su piccole verdi onde. Ecco! Hanno appena innaffiato i fiori sull'orlo della terrazza e sale fin qui l'odore della verzura e delle rose bagnate. Dev'essere quasi mezzodì, i fiori son già nell'ombra della torre... E mezzodì, sento suonare le campane, e i bambini scendon verso la spiaggia per bagnarsi... To', ecco nostra madre e MÉLISANDE a una finestra della torre...

GOLAUD
Sì, si son rifugiate nella zona d'ombra. A proposito di MÉLISANDE, ho inteso quel ch'è accaduto e quel che s'è detto nella sera. Lo so bene, son giochi di bambini; ma non deve ripetersi. Ella è molto delicata, e bisogna risparmiarla, tanto più che ben presto sarà forse madre, e la minima emozione potrebbe provocare una disgrazia. Non è la prima volta ch'io noto che potrebbe esserci qualcosa fra voi... Siete più anziano di lei, basterà avervelo detto... Evitatela per quanto possibile; ma senza affettazione, peraltro, senza affettazione...

(Escono.)

SCENA IV. DAVANTI AL CASTELLO

Entrano GOLAUD e il piccolo YNIOLD.

GOLAUD (ostentando una grande calma)
Vieni, andiamo a sederci qui, YNIOLD; vieni sulle mie ginocchia; da qui vedremo quel che succede nella foresta. Da qualche tempo non ti vedo proprio più. Anche tu mi abbandoni; sei sempre accanto a mammina... Ecco, siamo seduti proprio sotto le finestre di mammina. Forse in questo momento fa la sua preghiera serale... Ma dimmi, YNIOLD, ella è spesso con tuo zio PELLÉAS, vero?

YNIOLD
Sì, sì, sempre, babbino; quando voi non ci siete.

GOLAUD
Ah! Ecco, qualcuno passa con una lanterna nel giardino! M'han detto però che non si amano... Pare che si bisticcino spesso... no? E vero?

YNIOLD
Sì, sì, è vero.

GOLAUD
Sì? Ah! ah! Ma a che proposito bisticciano?

YNIOLD A proposito della porta.

GOLAUD
Come! a proposito della porta! Che mi racconti?

YNIOLD
Perché non può stare aperta.

GOLAUD
Chi non vuole che stia aperta? Ma perché si bisticciano?

YNIOLD
Non lo so, babbino; a proposito della luce.

GOLAUD
Non ti parlo della luce; ti parlo della porta. Non metterti la mano nella bocca così... Suvvia...

YNIOLD Babbino! babbino!... Non lo farò più...
(Piange.)

GOLAUD
Suvvia; perché piangi ora? Che è successo?

YNIOLD
Oh! oh! babbino, m'avete fatto male!

GOLAUD
T'ho fatto male? Dove t'ho fatto male? E stato senza volerlo...

YNIOLD Qui, qui, al mio braccino...

GOLAUD
È stato senza volerlo; su, non pianger più; ti darò qualcosa domani.

YNIOLD
Che cosa, babbino?

GOLAUD
Una faretra e delle frecce. Ma dimmi quel che sai della porta.

YNIOLD
Delle grandi frecce?

GOLAUD
Sì, delle grandi frecce. Ma perché non voglion che la porta stia aperta? Su, rispondimi una buona volta! no, no, non aprir la bocca per piangere. Non sono arrabbiato. Di che parlano quando sono insieme?

YNIOLD
PELLÉAS e mammina?

GOLAUD
Sì; di che parlano?

YNIOLD
Di me; sempre di me.

GOLAUD
E che dicono dite?

YNIOLD
Dicono che sarò molto grande.

GOLAUD
Ah! miseria della mia vita! Son qui come un cieco che cerca il suo tesoro in fondo all'oceano!... Son qui come un neonato perduto nella foresta, e voi... Suvvia, YNIOLD, ero distratto; ma ragioniamo seriamente. PELLÉAS e mammina non parlano mai di me quando io non sono lì?...

YNIOLD
Sì, sì, babbino.

GOLAUD
Ah!... E che dicono di me?

YNIOLD
Dicono ch'io diventerò grande come voi.

GOLAUD
Sei sempre accanto a loro?

YNIOLD
Sì, sì, sempre, babbino.

GOLAUD
Non ti dicono mai d'andare a giocare altrove?

YNIOLD
No, babbino, hanno paura quando io non sono lì.

GOLAUD
Hanno paura?... Da che vedi che hanno paura?

YNIOLD
Piangono sempre nell'oscurità.

GOLAUD
Ah! ah!

YNIOLD E questo fa piangere...

GOLAUD
Sì, sì!

YNIOLD
Ella è pallida, babbino!

GOLAUD Ah! ah!... pazienza, mio Dio, pazienza...

YNIOLD
Che, babbino?

GOLAUD
Nulla, nulla, figlio mio. Ho visto passare un lupo nella foresta. Si baciano qualche volta? No?...

YNIOLD
Che si baciano, babbino? No, no. Ah! sì, babbino, sì, una volta.., una volta che pioveva...

GOLAUD
Si sono baciati? Ma come, come si sono baciati?

YNIOLD
Così, babbino, così. (Gli dà un bacio sulla bocca; ridendo)
Ah! ah! la vostra barba, babbino!... Punge, punge! Diventa tutta grigia, babbino, e anche i vostri capelli, tutti grigi, tutti grigi. (In questo momento la finestra sotto la quale sono seduti s'illumina e il suo chiarore cade su di loro.) Ah! ah! mammina ha acceso la sua lampada. C'è luce, babbino; c'è luce...

GOLAUD
Sì, comincia a far luce.

YNIOLD Andiamoci anche noi, babbino; andiamoci anche noi...

GOLAUD
Dove vuoi andare?

YNIOLD
Dove fa chiaro, babbino.

GOLAUD
No, no, figlio mio; restiamo ancora un poco nell'ombra... Non sappiamo, non sappiamo ancora... Credo che PELLÉAS sia matto...

YNIOLD
No, babbino, non è matto, ma è molto buono.

GOLAUD
Vuoi vedere mammina?

YNIOLD
Sì, si, voglio vederla!

GOLAUD
Non far rumore; ti alzerò sino alla finestra. E troppo alta per me, anche se son grande così... (Solleva il bambino.)
Non fare il minimo rumore: mammina avrebbe una terribile paura... La vedi? E nella stanza?

YNIOLD
Sì... Oh! c'è luce!

GOLAUD
È sola?

YNIOLD
Sì... no, no! C'è anche mio zio PELLÉAS.

GOLAUD Egli...

YNIOLD
Ah! ah! babbino, m'avete fatto male!

GOLAUD
Non è nulla; taci; non lo farò più; guarda, guarda, YNIOLD! ... Ho incespicato. Parla più piano. Che fanno?

YNIOLD
Non fanno nulla, babbino.

GOLAUD
Sono vicini l'uno all'altro? Parlano?

YNIOLD
No, babbino; non parlano.

GOLAUD
Ma che fanno?

YNIOLD
Guardano la luce.

GOLAUD
Tutti e due?

YNIOLD
Sì, babbino.

GOLAUD
Non dicono nulla?

YNIOLD
No, babbino; non chiudono gli occhi.

GOLAUD
Non s'avvicinano l'uno all'altra?

YNIOLD
No, babbino, non chiudono mai gli occhi.., ho una paura terribile!

GOLAUD
Di che dunque hai paura? Guarda! guarda!

YNIOLD
Babbino, lasciatemi scendere!

GOLAUD
Guarda!

YNIOLD
Oh! urlerò, babbino! Lasciatemi scendere! lasciatemi scendere!

GOLAUD
Vieni!

(Escono.)


ATTO IV

SCENA I. UN APPARTAMENTO NEL CASTELLO


Entrano e s'incontrano PELLÉAS e MÉLISANDE.

PELLÉAS Dove vai? devo parlarti questa sera. Ti vedrò?

MÉLISANDE
Sì.

PELLÉAS
Esco dalla stanza di mio padre. Sta meglio. IL MEDICO ci ha detto ch'era salvo... M'ha riconosciuto. M'ha preso la mano e m'ha detto con quell'aria strana che ha da quando è malato: «Sei tu, PELLÉAS? Ecco, non l'avevo mai notato, ma hai il volto grave e buono di chi non vivrà a lungo... Devi viaggiare; devi viaggiare...» E strano, gli ubbidirò... Mia madre lo ascoltava e piangeva di gioia. Non te ne sei accorta? Tutta la casa già sembra rivivere. Si sente respirare, si sente camminare... Ascolta; sento parlare dietro questa porta. Presto, presto, rispondi presto, dove ti vedrò?

MÉLISANDE
Dove vuoi?

PELLÉAS
Nel parco, presso la fontana dei ciechi? Vuoi? Verrai?

MÉLISANDE Sì.

PELLÉAS
Sarà l'ultima sera; viaggerò come m'ha detto mio padre. Non mi vedrai mai più.

MÉLISANDE
Non dir questo, PELLÉAS... Ti vedrò sempre; ti guarderò sempre...

PELLÉAS
Avrai un bel guardare... sarò sì lontano che non mi potrai vedere più...

MÉLISANDE
Ch'è accaduto, PELLÉAS? non comprendo più quel che dici.

PELLÉAS
Va', separiamoci. Sento parlare dietro quella porta.

(Esce.)


SCENA II

Entra ARKEL.

ARKEL
Ora che il padre di PELLÉAS è salvo e che la malattia, la vecchia serva della morte, ha lasciato il castello, un po' di gioia e un po' di sole rientreranno alfine nella casa... Era tempo! Ché, dalla tua venuta, qui s'è vissuto bisbigliando attorno a una camera chiusa... E in verità, provavo compassione per te, MÉLISANDE... Ti osservavo, tu eri lì, forse noncurante, ma con l'aria strana e smarrita di qualcuno che attenda sempre una gran disgrazia, al sole, in un bel giardino... Non so spiegare... ma ero triste di vederti così, ché tu sei troppo giovane e troppo bella per vivere già giorno e notte sotto il fiato della morte... Ma adesso tutto cambierà. Alla mia età, ed è forse in questo il frutto più sicuro della mia vita, alla mia età, ho acquisito non so qual fiducia nella bontà degli eventi, e ho visto sempre che ogni essere giovane e bello creava intorno a sé eventi giovani, belli e lieti... Ed ora sarai tu a schiudere la porta dell'era novella ch'io intravedo... Vieni qui; perché resti sempre lì senza rispondere e senza alzare gli occhi? Finora t'ho abbracciata solo una volta, il giorno della tua venuta; eppure i vecchi han bisogno talvolta di toccare con le labbra la fronte d'una donna o la guancia d'un bimbo, per credere ancora alla freschezza della vita e allontanare un attimo le minacce della morte. Hai paura delle mie vecchie labbra? Quanta compassione ho provato per te in questi mesi...

MÉLISANDE
Nonno, non ero infelice.

ARKEL
Lascia ch'io ti guardi, da vicino, un attimo... Si ha tanto bisogno di bellezza in prossimità della morte...

(Entra GOLAUD.)

GOLAUD
PELLÉAS parte questa sera.

ARKEL
Hai del sangue sulla fronte. Che hai fatto?

GOLAUD
Nulla, nulla... Son passato traverso una siepe di spine.

MÉLISANDE
Abbassate un po' la testa, signore... v'asciugherò la fronte...

GOLAUD
Non voglio che tu mi tocchi, capisci? Vattene! Non ti parlo. Dov'è la mia spada? Venivo a cercare la mia spada...

MÉLISANDE
Qui, sull'inginocchiatoio.

GOLAUD
Portamela. (a ARKEL) Han trovato un altro contadino morto di fame, lungo il mare. Si direbbe che ci tengano tutti a morirci sotto gli occhi. (a MÉLISANDE) Ebbene, la mia spada? Perché tremate così? Non vi ucciderò. Volevo soltanto esaminarne la lama. Non uso la spada a questi fini. Perché mi esaminate come un povero? Non vengo a chiedervi l'elemosina. Sperate di veder qualcosa nei miei occhi senza ch'io veda qualcosa nei vostri? Credete ch'io sappia qualcosa? (a ARKEL) Vedete questi grandi occhi... Si direbbe che son fieri d'essere ricchi...
ARKEL Non vi scorgo che una grande innocenza...

GOLAUD
Una grande innocenza!... Son più grandi dell'innocenza! Son più puri degli occhi d'un agnello... Darebbero lezioni d'innocenza a Dio. Una grande innocenza! Ascoltate; son sì vicino che sento la freschezza delle loro ciglia mentre battono; eppure son meno lontano dai grandi segreti dell'altro mondo che dal più piccolo segreto di questi occhi!... Una grande innocenza!... Più dell'innocenza! Si direbbe che gli angeli del cielo vi celebrino un ininterrotto battesimo. Li conosco questi occhi! Li ho veduti all'opera! Chiudeteli! Chiudeteli! o li chiuderò per lungo tempo! Non vi portate la mano alla gola così; dico una cosa molto semplice... Non ho secondi fini... Se avessi un secondo fine perché non lo direi? Ah! ah! non cercate di fuggire! Qui! Datemi quella mano! Ah! le vostre mani son troppo calde... Andatevene! La vostra carne mi disgusta! ... Andatevene! Non v'è più da fuggire adesso! (La afferra per i capelli.) Mi seguirete in ginocchio! In ginocchio davanti a me! Ah! ah! alla fine i vostri lunghi capelli servono a qualcosa. A destra e poi a sinistra! A sinistra e poi a destra! Assalonne! Assalonne! Avanti! indietro! Fino a terra! fino a terra... Vedete, vedete; rido già come un vecchio... Ah! ah! ah!

ARKEL
(accorrendo)
GOLAUD!

GOLAUD (ostentando una improvvisa calma)
Farete come vi piacerà, sì. Non vi do nessuna importanza. Son troppo vecchio; e poi non sono una spia. Aspetterò l'occasione; e allora... Oh! allora!... Soltanto perché è l'usanza; soltanto perché è l'usanza.

(Esce.)

ARKEL
Che ha dunque? E ubriaco?

MÉLISANDE (in lacrime) No, no, ma non m'ama più... non sono felice...

ARKEL
S'io fossi Dio, avrei compassione del cuore degli uomini...


SCENA III. UNA FONTANA NEL PARCO

Si scorge il piccolo YNIOLD che cerca di sollevare una grossa pietra.

YNIOLD
Oh! questa pietra è pesante... È più pesante di me... È più pesante di ogni cosa. È più pesante di tutto... Vedo la mia pallina d'oro fra la roccia e quella pietra cattiva, e non posso levarla... Il mio braccino non è abbastanza lungo e questa pietra non vuole sollevarsi... Sembra abbia radici nella terra...
(Si sentono lontano i belati d'un gregge.)
Oh! oh! sento piangere i montoni Ecco! Non c'è più soe... Arrivano i piccoli montoni; arrivano... Ce ne sono!... Ce ne sono!... Hanno paura del buio... Si stringono! Si stringono! Piangono e vanno rapidamente!... Alcuni vorrebbero prendere a destra... Vorrebbero tutti andare a destra... Non possono!... Il pastore li colpisce con pezzi di terra... Ah! ah! Passeranno di qui... Li vedrà da vicino. Quanti sono!... Ora tacciono tutti... Pastore! perché non parlano più?

UL PASTORE (che non si vede) Perché non è la via della stalla...

YNIOLD
Dove vanno? Pastore? pastore? dove vanno? Non mi sente più. Son già troppo lontani... Non fanno più rumore. Non è la via della stalla... Dove vanno a dormire questa notte?... Oh! oh! fa troppo buio... Vado a dire qualcosa a qualcuno...

(Esce.)


SCENA IV

Entra PELLÉAS.

PELLÉAS
È l'ultima sera.., l'ultima sera... Tutto deve finire... Ho giocato come un bimbo attorno a una cosa che non sospettavo... Ho giocato, in sogno, attorno ai meandri del destino... Chi m'ha svegliato d'un tratto? Fuggirà urlando di gioia e di dolore come un cieco che fugga l'incendio della sua casa. Le dirà della mia fuga... E tardi; ella non viene... Meglio farei se me ne andassi senza rivederla... Ma devo ben guardarla questa volta... Vi son cose che più non ricordo.., a volte mi sembran cent'anni ch'io non l'ho più veduta... E non ho ancora guardato il suo sguardo... Nulla mi rimane se me ne vado così... E tutti questi ricordi... E come s'io portassi via un po' d'acqua in una borsetta di mussola. Devo vederla un'ultima volta sino in fondo al suo cuore... Devo dirle tutto quel che non ho detto...

(Entra MÉLISANDE.)

MÉLISANDE
PELLÉAS!

PELLÉAS
MÉLISANDE! Sei tu, MÉLISANDE?

MÉLISANDE sì.

PELLÉAS
Vieni qui, non restare ai margini del chiaro di luna. Vieni qui, abbiamo tante cose da dirci... Vieni qui all'ombra del tiglio.

MÉLISANDE Lasciatemi nella luce...

PELLÉAS Potrebbero vederci dalle finestre della torre. Vieni qui; qui, nulla abbiamo a temere. Bada; ci potrebbero vedere!

MÉLISANDE Voglio che mi vedano...

PELLÉAS Ma che hai? Sei potuta uscire senza che nessuno s'accorgesse?

MÉLISANDE Sì, vostro fratello dormiva...

PELLÉAS È tardi; fra un'ora si chiuderanno le porte. Bisogna stare attenti. Perché sei venuta sì tardi?

MÉLISANDE Vostro fratello aveva un cattivo sogno. E poi la mia veste s'è impigliata ai chiodi della porta. Vedete, è stracciata. Ho perduto tutto questo tempo e ho corso...

PELLÉAS Mia povera MÉLISANDE! ... Ho quasi paura di toccarti... Sei ancora senza fiato come un uccello inseguito... Per me fai tutto questo?... Sento il tuo cuore battere come fosse il mio... Vieni qui... più presso a me...

MÉLISANDE Perché ridete?

PELLÉAS Non rido; o rido di gioia senza saperlo... Avrei di che piangere piuttosto...

MÉLISANDE Siamo venuti qui in un tempo lontano... Ricordo...

PELLÉAS Sì... son lunghi mesi. Allora, non sapevo... Sai perché t'ho chiesto di venire questa sera?

MÉLISANDE No.

PELLÉAS Forse è l'ultima volta che ti vedo... Devo andarmene per sempre!

MÉLISANDE Perché dici sempre che te ne vai?

PELLÉAS Devo dirti quel che già sai! Non sai quel che sto per dirti?

MÉLISANDE Ma no, ma no; non so nulla.

PELLÉAS Non sai perché devo allontanarmi... Non sai che è perché... (La abbraccia bruscamente) ti amo?

MÉLISANDE (a voce bassa) Anch'io ti amo...

PELLÉAS
Oh! che hai detto, MÉLISANDE!... Non l'ho quasi inteso!... S'è rotto il ghiaccio con ferri roventi!... Lo dici con una voce che viene dai confini del mondo!... Non t'ho quasi inteso... Tu m'ami? anche tui m'ami? ... da quando m'ami?

MÉLISANDE Da sempre... Da quando t'ho veduto...

PELLÉAS
Sembra che la tua voce sia trascorsa sul mare a primavera!... Non l'ho mai intesa finora. Sembra sia piovuto sul mio cuore!... Lo dici sì sicura!... Come un angelo che risponde... Non posso crederlo, MÉLISANDE... Perché m'ameresti? Ma perché m'ami? E vero quel che dici? Non m'inganni? Non menti un poco, per farmi sorridere?...

MÉLISANDE No, non mento mai; non mento che a tuo fratello...

PELLÉAS -
Oh! come lo dici!... La tua voce! la tua voce... È più fresca e limpida dell'acqua!... Sembra dell'acqua pura sulle mie labbra... Sembra dell'acqua pura sulle mie mani... Dammi, dammi le tue mani. Oh! son piccole le tue mani! Non sapevo che eri sì bella!... Nulla avevo visto mai di bello così prima dite... Ero inquieto, cercavo ovunque dentro la casa... Cercavo ovunque nella campagna, e non trovavo la bellezza... Ed ora t'ho trovata... L'ho trovata... non credo che vi sia sulla terra una donna più bella!... Dove sei? Non ti sento più respirare...

MÉLISANDE E perché ti guardo...

PELLÉAS
Perché mi guardi sì gravemente? Già siamo nell'ombra. Fa troppo buio sotto quest'albero. Vieni, nella luce. Non possiamo vedere quanto siamo felici. Vieni, vieni; sì poco tempo ci rimane...

MÉLISANDE
No, no, restiamo qui... Son più vicina a te nell'oscurità...

PELLÉAS
Dove sono i tuoi occhi? Non mi fuggirai? Tu non pensi a me in questo momento...

MÉLISANDE Ma sì, non penso che a te...

PELLÉAS Tu guardavi altrove...

MÉLISANDE Ti vedevo altrove...
PELLÉAS Sei distratta... Ma che hai? Non mi sembri felice...

MÉLISANDE Sì, sì, sono felice, ma sono triste...

PELLÉAS Che è questo rumore? Chiudono le porte!...

MÉLISANDE Si, hanno chiuso le porte...

PELLÉAS Non possiamo più rientrare? Senti i chiavistelli? Ascolta! Ascolta... Le grandi catene!... E troppo tardi, è troppo tardi!...

MÉLISANDE
Tanto meglio! tanto meglio!

PELLÉAS
Tu? ecco, ecco! Non siamo più noi a volerlo!... Tutto è perduto, tutto è salvo! Tutto è salvo questa sera!... Vieni! vieni.., il mio cuore batte come un folle sin nel fondo della mia gola... (La stringe.) Ascolta! il mio cuore sta per soffocarmi... Vieni! Ah! com'è bello nelle tenebre...

MÉLISANDE C'è qualcuno dietro di noi...

PELLÉAS Non vedo nessuno...

MÉLISANDE Ho sentito del rumore...

PELLÉAS Non sento che il tuo cuore nell'oscurità...

MÉLISANDE Ho sentito frusciare le foglie morte...

!eiléas E il vento che si tace d'un tratto... E cessato mentre ci baciavamo.

MÉLISANDE
Come son grandi le nostre ombre stasera!

PELLÉAS Si abbracciano sino in fondo al giardino!... Ah! s'abbracciano lontano da noi! Guarda! Guarda!

MÉLISANDE
(con voce soffocata)
Ah! E dietro a un albero!

PELLÉAS Chi?

MÉLISANDE
GOLAUD!

PELLÉAS GOLAUD? Ma dove? non vedo nulla!


MÉLISANDE Là... in fondo alle nostre ombre...

PELLÉAS
Sì, sì; l'ho visto... Non ci volgiamo bruscamente.

MÉLISANDE Ha la sua spada...

PELLÉAS Non ho la mia...

MÉLISANDE Ha visto che ci baciavamo...

PELLÉAS
Non sa che l'abbiamo visto... Non muoverti; non volgere la testa. Si precipiterebbe... Ci osserva... E ancora immobile... Va', va', subito per di qua... Io lo aspetterò... io lo fermerò...

MÉLISANDE No...

PELLÉAS
Va'!

MÉLISANDE No!...

PELLÉAS Ha visto tutto... Ci ucciderà!...

MÉLISANDE
Tanto meglio!

PELLÉAS
Viene!

MÉLISANDE Tanto meglio!...

PELLÉAS La tua bocca! La tua bocca!...

MÉLISANDE Sì!... sì!... sì!...
(Si baciano perdutamente.)

PELLÉAS
Oh! oh! cadono tutte le stelle!

MÉLISANDE Anche su me! anche su me!...

PELLÉAS
Ancora! Ancora!.., dammi!

MÉLISANDE
Tutta! tutta! tutta!

PELLÉAS
Dammi! dammi!

(GOLAUD si precipita su loro con la spada in mano e colpisce PELLÉAS che cade sull'orlo della fontana. MÉLISANDE fugge spaventata.)

MÉLISANDE
(fuggendo)
Oh! oh! Non ho coraggio!... Non ho coraggio... Ah!

(GOLAUD la insegue traverso il bosco, in silenzio.)


ATTO V

UNA CAMERA DEL CASTELLO

Si scorgono ARKEL, GOLAUD e il medico in un angolo della stanza; MÉLISANDE è distesa sul letto.

IL MEDICO
Non è di questa piccola ferita che può morire; un uccello non ne sarebbe morto... non siete dunque voi che l'avete uccisa, mio buon signore; non vi disperate così... E poi non è detto che non la salveremo...

ARKEL
No, no; troppo è, mi sembra, il nostro involontario silenzio, qui, nella stanza: non è un buon presagio... Guardate come dorme.., lentamente, lentamente.., pare che la sua anima senta freddo in eterno...

GOLAUD
Ho ucciso senza ragione! Questo non farebbe piangere le pietre?... S'erano abbracciati come dei piccoli bambini!
Erano fratello e sorella... Ed io, io subito!... L'ho fatto contro la mia volontà, vedete... L'ho fatto contro la mia volontà...

IL MEDICO Badate; credo ch'ella si desti...

MÉLISANDE Aprite la finestra.., aprite la finestra...

ARKEL
Vuoi ch'io apra questa, MÉLISANDE?

MÉLISANDE No, no, la finestra grande... per vedere...

ARKEL
L'aria del mare non è troppo fredda stasera?

IL MEDICO Fate, fate...

MÉLISANDE
Grazie... E il sole che tramonta?

ARKEL
Sì; è il sole che tramonta sul mare; è tardi. Come ti senti, MÉLISANDE?

MÉLISANDE
Bene, bene. Perché me lo chiedete? non mi sono mai sentita meglio... Ma mi sembra di sapere qualcosa...

ARKEL Che dici? Non ti capisco...

MÉLISANDE
Ormai non capisco più tutto quel che dico, vedete... Non so quel che dico... Non so quel che so... Non dico più quel che voglio...

ARKEL
Ma sì, ma sì... Son proprio felice di sentirti parlare così; hai avuto un po' di delirio in questi giorni e non ti si comprendeva più... ma ora, è tutto passato!...

MÉLISANDE
Non so... Siete solo nella stanza, nonno?

ARKEL No, c'è anche il medico che t'ha guarita...

MÉLISANDE Ah!...

ARKEL E poi c'è ancora qualcuno...

MÉLISANDE
Chi è?

ARKEL
E... non ti devi spaventare. Non ti vuole il minimo male, sta' certa... Se hai paura, se ne andrà... E molto infelice...

MÉLISANDE
Chi è?

ARKEL E... è tuo marito... È GOLAUD...

MÉLISANDE
GOLAUD è qui? Perché non viene vicino a me?

GOLAUD (trascinandosi verso il letto) MÉLISANDE... MÉLISANDE...

MÉLISANDE
Siete voi, GOLAUD? Non vi riconoscevo quasi più... Ho il sole della sera negli occhi... Perché guardate i muri? Siete dimagrito e invecchiato. E da lungo tempo che non ci siamo visti?

GOLAUD (ad ARKEL e al medico)
Allontanatevi un istante, vi prego, miei poveri amici... Lascerà aperta la porta grande... un solo istante... Vorrei dirle qualcosa, altrimenti non potrei morire... Volete? potete tornare subito... Questo, non me lo rifiutate... Sono un infelice... (Escono ARKEL e il medico.) MÉLISANDE, hai pietà di me com'io ho pietà dite?... MÉLISANDE... Mi perdoni, MÉLISANDE?...

MÉLISANDE
Sì, sì, ti perdono... che v'è da perdonare?

GOLAUD
T'ho fatto tanto male, MÉLISANDE... Non posso dirti il male che t'ho fatto... Ma lo vedo, lo vedo oggi sì chiaramente.., fin dal primo giorno... E tutto per mia colpa, tutto quel ch'è accaduto, tutto quel che accadrà... S'io potessi dirlo, vedresti i fatti com'io li vedo!... Io vedo tutto, vedo tutto!... Ma t'amavo tanto!... t'amavo tanto!... Ma ora, qualcuno morirà... Son io che morirò... E vorrei sapere... Vorrei chiederti... Non me ne vorrai?... Si deve dire la verità a chi sta per morire... Deve sapere la verità, altrimenti non potrebbe dormire... Mi giuri di dire la verità?

MÉLISANDE sì.

GOLAUD
Hai amato PELLÉAS?

MÉLISANDE
Ma sì, l'ho amato. Dov'è?

GOLAUD
Non mi capisci? Non vuoi capirmi? Credo... Credo... Ebbene, ecco. Ti chiedo se l'hai amato d'un amore proibito... Sei?... siete stati colpevoli? Di', di', sì, sì, sì!

MÉLISANDE
No, no, non siamo stati colpevoli. Perché chiedete questo?

GOLAUD
MÉLISANDE!... dimmi la verità per l'amor di Dio!

MÉLISANDE
Perché non ho detto la verità?

GOLAUD
Non mentire più così, nel momento di morire!

MÉLISANDE
Chi sta per morire? Son io?

GOLAUD
Tu, tu, e io, anch'io, dopo dite!... E dobbiamo sapere la verità... Dobbiamo sapere alfine la verità, capisci?... Dimmi tutto! Dimmi tutto! Ti perdono tutto!

MÉLISANDE
Perché sto per morire? Non lo sapevo.

GOLAUD
Lo sai adesso... E tempo!... E tempo!... Presto! Presto!... La verità! la verità...

MÉLISANDE La verità.., la verità...

GOLAUD
Dove sei? MÉLISANDE! Dove sei? Non è naturale! Mélisande! Dove sei? (scorgendo ARKEL e il medico sulla porta della stanza) Sì, sì, potete rientrare... Non so nulla, è inutile... ella è già troppo lontana da noi... Non saprò mai!... Morirò qui come un cieco!...

ARKEL Che avete fatto? finirete per ucciderla...

GOLAUD L'ho già uccisa...

ARKEL
MÉLISANDE!

MÉLISANDE
Siete voi, nonno?

ARKEL
Sì, figlia mia... Che vuoi ch'io faccia?

MÉLISANDE E vero che comincia l'inverno?

ARKEL
Perché mi chiedi questo?

MÉLISANDE Perché fa freddo e non vi sono più foglie...

ARKEL
Hai freddo? Vuoi che chiudano le finestre?

MÉLISANDE No... fin quando il sole non sarà in fondo al mare. Scende lentamente; allora è l'inverno che inizia?

ARKEL
Non ami l'inverno?

MÉLISANDE
Oh! no. Ho paura del freddo! ho tanta paura dei grandi freddi...

ARKEL
Ti senti meglio?

MÉLISANDE Sì, sì; non ho più tutte quelle inquietudini.

ARKEL
Vuoi vedere il tuo bimbo?

MÉLISANDE Quale bimbo?

ARKEL Il tuo bimbo. La tua figlioletta...

MÉLISANDE Dov'è?

ARKEL Qui...

MÉLISANDE E strano.., non posso alzare le braccia per prenderla...

ARKEL Sei ancora molto debole. La reggerà io; guarda...

MÉLISANDE
Non ride... E piccola... Ella pure piangerà... Ho pietà di lei...
(A poco a poco la stanza è invasa dalle serve del castello, che in silenzio si schierano lungo i muri in attesa.)

GOLAUD
Che c'è? Che vengono a far qui tutte queste donne!

IL MEDICO Sono le serve...

ARKEL
Chi le ha chiamate!

IL MEDICO Non io...

GOLAUD
Perché venite qui? Nessuno v'ha richieste... Che venite a far qui? Ma che c'è dunque? Rispondete!...

(Le serve non rispondono.)

ARKEL
Non parlate troppo forte... Sta per dormire; ha chiuso gli occhi...

GOLAUD Non è...?

IL MEDICO No, no; vedete; respira...

ARKEL
I suoi occhi son pieni di lacrime. Ora è la sua anima a piangere... Perché tende le braccia così? Che vuole?

IL MEDICO Verso il suo bimbo, al certo. E la lotta della madre contro...

GOLAUD
In questo momento? In questo momento? Bisogna dirlo, dite! dite...

IL MEDICO Forse...

GOLAUD
Tutto d'un tratto?... Oh! oh! Bisogna ch'io le dica... MÉLISANDE! MÉLISANDE! ... Lasciatemi solo! lasciatemi solo con lei!

ARKEL
No, no, non v'avvicinate... Non la turbate... Non parlatele più... Non sapete cos'è l'anima...

GOLAUD
Non è mia colpa... Non è mia colpa!

ARKEL
Badate... Badate... Bisogna parlare a bassa voce, adesso. Non bisogna più inquietarla... L'anima umana è molto silenziosa... L'anima umana ama andarsene sola... Soffre sì timidamente. Ma la tristezza, GOLAUD... Ma la tristezza di tutto quel che vediamo... Oh! oh!

(In questo momento in fondo alla stanza tutte le serve all'improvviso cadono in ginocchio.)

ARKEL
(volgendosi)
Che c'è?

IL MEDICO (avvicinandosi al letto e tastando il corpo) Hanno ragione...

ARKEL Non ho visto nulla. Siete certo?...

IL MEDICO
Sì, sì.

ARKEL
Non ho sentito nulla... Sì presto, sì presto... Se ne va senza dir nulla...

GOLAUD
(singhiozzando)
Oh! oh!

ARKEL
Non restate qui, GOLAUD... Ora ha bisogno del silenzio... Venite, venite... E terribile, ma non è vostra colpa... Era un piccolo essere misterioso come tutto il mondo... Ella è là come fosse la sorella maggiore di sua figlia... Venite... Non bisogna che la bimba resti qui in questa stanza... Ora deve vivere al posto di lei. Tocca alla povera piccina.