I dizionari Baldini&Castoldi

Danaïdes, Les di Antonio Salieri (1750-1825)
libretto di Marie-François-Louis Gand-Leblanc du Rollet e Jean-Baptiste de Tschudi, da Calzabigi

Tragédie lyrique in cinque atti

Prima:
Parigi, Opéra, 26 aprile 1784

Personaggi:
Hypermnestre (S); Danaüs (B); Lyncée (T); Pélagus, comandante della guardia di Danaüs (B); Plancippe, sorella di Hypermnestre (S); tre ufficiali della guardia (T, T, B); i fratelli di Lyncée; le figlie di Danaüs; popolo, schiavi, demoni, furie



Scritta su un libretto destinato al maestro Gluck, l’opera del giovane Salieri venne presentata come il frutto di una collaborazione tra i due compositori. Un equivoco architettato ad arte, che rivelò a Parigi le qualità di Salieri attraverso un’opera destinata a un successo straordinario nella capitale francese: più di 120 rappresentazioni fino al 1828.

Alla morte del fratello Egitto, Danao decide di proporre ai figli del defunto una solenne rappacificazione. L’odio tra i due rami della famiglia verrebbe cancellato dalle nozze tra le figlie di Danao (le Danaidi) e i figli di Egitto. A questa notizia i due primogeniti, Ipermestra e Linceo, manifestano liberamente il loro vicendevole, tenero amore. L’idea di Danao è però parte di un piano fraudolento, teso allo sterminio dei parenti: le figlie ricevono infatti l’ordine di uccidere i propri mariti. Al rifiuto della sola Ipermestra, il padre le narra il terribile oracolo che li sovrasta: se la strage non sarà completa, Danao verrà ucciso da uno dei figli di Egitto. Disperazione di Ipermestra, combattuta tra la salvezza dell’amato e quella paterna. Durante i festeggiamenti per le nozze, la ragazza chiama a sé Linceo per comunicargli la necessità di non incontrarsi più: proprio in quel momento le sue sorelle pongono in atto il piano cruento, facendo strage dei mariti. Giunge Danao infuriato, le Danaidi danno la caccia a Linceo, Ipermestra sviene e il palazzo crolla tra le fiamme. L’opera si conclude con una visione del destino della feroce famiglia: le figlie saranno confinate nell’Ade con il padre, incatenato a una roccia come Prometeo.

La partitura discende naturalmente dal modello gluckiano – presente anche nella scelta del soggetto –, come possono già da sole testimoniare l’imponenza inquietante dei cori e la scrittura per l’orchestra, protagonista di un’ouverture ‘infernale’ in re minore, caratterizzata dal colore dei tromboni (quasi un presagio del Don Giovanni di Mozart), lo sfarzoso balletto nella festa di nozze e la scena nell’Ade, in do minore, in cui viene sfruttato efficacemente tutto il repertorio del demoniaco in musica: sonorità dal violento impatto emotivo, sulle quali Berlioz ci ha lasciato ammirati commenti nelle proprie memorie. Né mancano le arie individuali di particolare momento, come quella di Ipermestra “Foudre céleste je t’appelle” e quelle di Linceo “Rends-moi ton coeur, ta confiance” e “A peine aux autels d’Himénée”.

r.m.

Risultati della ricerca
Dizionario dell'Opera
home