DANIEL BARENBOIM
IL MONDO È MUSICA

Daniel Barenboim, o dell'aspirazione all'armonia. È l'obiettivo che detta le sue scelte, stimola il suo attivismo per la pace in Medio Oriente, segnala il dialogo e l' ascolto come esigenze del vivere in comune: in Israele e nel mondo, così come nel fare musica insieme, in un'orchestra. Pianista acclamato fin dall'infanzia, maestro del podio tra i più contesi e illustri della sua generazione (è nato nel ' 42 a Buenos Aires da una famiglia ebrea di origine russa che si trasferì in Israele poco dopo la nascita del nuovo Stato), fondatore della West-Eastern Divan Orchestra (un'utopia realizzata di convivenza musicale tra arabi e israeliani), Barenboim è un artista e un pensatore la cui intera vita scorre alimentata dalla musica. Motivando riflessioni e desideri, condizionando amori e saperi, plasmando visioni storiche, etiche e politiche, la musica determina e sospinge in lui anche una necessità di racconto, che s'intreccia al suo geniale lavoro di interprete. Così si applica alla scrittura di libri "musicali" giocati in uno stile tra confessione e saggio, sguardi personalizzati ed excursus analitici: da A life in music, del ' 92, a Parallels and Paradoxes (2003), firmato con l'orientalista palestinese Edward Said. Ora è la volta di La musica sveglia il tempo in uscita da Feltrinelli, motore del progetto, la cui pubblicazione avverrà anche in Inghilterra, Stati Uniti, Francia e Germania: Questo libro è il risultato di due anni di lavoro e di molti anni di pensiero, ci spiega Barenboim tra una prova e l' altra del Tristan (Scala 2007). Punto di partenza sono state due serie di mie conferenze, le cinque Lectures tenute per la Bbc e le Norton Lectures per l'Università di Harvard, materiali sviluppati e approfonditi in questo nuovo viaggio di collegamenti tra musica e vita.
Arte non "separata dal mondo", dà strumenti per capire e andare oltre: È più che uno specchio dell'esistenza: arricchita dalla dimensione metafisica del suono, può far trascendere i limiti fisici dell' essere umano. È un'armoniosa conoscenza che delinea connessioni, permette valutazioni, mostra l'importanza dell' elemento tempo, indica nessi tra velocità e sostanza di un fatto. Esempio: Sono convinto che il processo di Oslo fosse destinato al fallimento perché il rapporto fra contenuto e tempo era sbagliato. La preparazione in vista dei colloqui fu troppo affrettata. Poi la discussione fu molto lenta e segnata da interruzioni. Equivalente in musica: Suonare in modo veloce e disordinato un'introduzione lenta e poi eseguire il principale movimento veloce troppo lentamente e con interruzioni. Perciò è fondamentale l'educazione alla musica, materia irrinunciabile in quanto modo di applicazione del pensiero, non solo formazione al piacere dell'ascolto. Il libro è ricco di riletture (di sviluppi politici, di eventi storici, di comportamenti sociali) in questa originale chiave musicale; e lo disseminano intuizioni folgoranti. Come quelle esposte nel capitolo su Spinoza (filosofo di riferimento per l'autore fin dall'adolescenza), con i suoi insegnamenti contro il dogma (da cui il fondamentalismo) e l'efficacia nell'applicarsi all' interpretazione del reale, che Barenboim propone in analogie continue con i princìpi dell'interpretazione musicale. La parte centrale affronta la scivolosa questione del conflitto israeliano-palestinese nell'ottica della generazione post-Olocausto, tema al centro degli attuali interessi e delle battaglie politiche di Barenboim. Israele, sostiene il musicista, sta perdendo la sua capacità di rammentare, il che sarebbe impossibile dentro una qualsiasi forma musicale. Se negli anni Cinquanta ci s'impegnava nella costruzione di una società ispirata dal socialismo, dopo la guerra del ' 67 cambia il profilo dello Stato, certi valori di giustizia millenari paiono annichiliti e il senso della moralità, capitale storico del pensiero ebraico, si disperde nell'occupazione e creazione di nuovi insediamenti in territori che non appartengono a Israele. Magari si traducesse il tutto in un'opera musicale, dove l' esistenza di due voci simultanee legittima entrambe: un dialogo contrappuntistico, in cui i racconti delle due parti vivono con reciproca pienezza.

Intervista di Leonetta Bentivoglio Repubblica – 27 novembre 2007

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