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Umberto Giordano

(1867 - 1948)

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The Operas of Umberto Giordano

 

Andrea Chénier

 

Dramma di Ambiente Storico in Quattro Quadri

Libretto di Luigi Illica

Personaggi:

Andrea Chénier.....tenore
Carlo Gérard.....baritono
Maddalena di Coigny.....soprano
La mulatta Bersi.....mezzo soprano
La Contessa di Coigny.....mezzo soprano
Madlon.....mezzo soprano
Roucher.....basso o baritono
Il romanziero, pensionato del Re (Pietro Fléville).....basso o baritono
Fouquier-Tinville, accusatore pubblico.....basso o baritono
Il sanculotto Mathieu, detto "Populus".....baritono
Un "Incredibile".....tenore
L'Abate, poeta......tenore
Schmidt, carceriere a San Lazzaro.....basso
Il Maestro di Casa.....basso
Dumas, presidente del tribunale di Salute pubblica.....basso

Dame, Signori, Abati, Lacchè, Staffieri, Ungheri volanti,
Musici, Servi, Paggi, Valletti, Pastorelle, Straccioni.

Borghesi, Sanculotti, Carmagnole, Guardie nazionali,
Soldati della Repubblica, Gendarmi, Mercatine, Pescivendole,
Calzettaje, Venditrici ambulanti, Meravigliose, Incredibili,
Rappresentanti della Nazione, Giudici, Giurati,
Prigionieri, Condannati, Ragazzi strilloni.

Un maestro di musica, Alberto Roger, Filandro Fiorinelli,
Orazio Coclite, Un bambino, Un cancelliere, Il vecchio Gérard,
Robespierre, Couthon, Barras, Un fratello servente (garzone di caffè), ecc.

Atto primo.
 
Atto secondo.
 
Atto terzo.
 
Atto quarto.
 


Atto primo

 
Atto primo. Atto secondo.  Atto terzo.  Atto quarto. 

In provincia; nel castello della Signoria dei Conti di Coigny.
Il giardino d'inverno.
 
(Sotto i rigidi comandi di un arrogante e gallonato Maestro di Casa,
corrono lacchè, servi, valletti carichi di mobili
e vasi completando l'assetto della serra.
Carlo Gérard, in livrea, entra, sostenendo con altri servi
un azzurro e pesante sofà.)

 
 
IL MAESTRO DI CASA
Questo azzurro sofà là collochiam.
 
 
(Gérard e i lacchè eseguono, poi il Maestro di Casa
accenna verso le sale interne e vi entra seguito da tutti i lacchè,
eccettuato Gérard, che inginocchiato avanti all'azzurro sofà,
ne liscia le frange arricciatesi e ridona lucido alla seta rasata,
sprimacciandone i cuscini)

 
GÉRARD
(al sofà)
Compiacente a' colloqui del cicisbeo
che a dame maturate porgeva qui la mano!
Qui il Tacco rosso al Neo sospirando dicea:
Oritia, o Clori, o Nice, incipriate
vecchiette e imbellettate io vi bramo,
ed anzi sol per questo, forse, io v'amo!
Tal dei tempi è il costume!
(Dal giardino si avanza trascinandosi penosamente
un vecchio giardiniere curvo sotto il peso di un mobile.
È il padre di Gérard.
Questi gitta lo spolveraccio che tiene in mano
e corre a porgere aiuto al padre,
che tutto tremulo si allontana per contorti sentieri del giardino.
Commosso Gérard guarda allontanarsi il padre.)

Son sessant'anni, o vecchio, che tu servi!
A' tuoi protervi, arroganti signori
hai prodigato fedeltà, sudori,
la forza dei tuoi nervi,
l'anima tua, la mente,
e, quasi non bastasse la tua vita
a renderne infinita eternamente
l'orrenda sofferenza,
hai dato l'esistenza dei figli tuoi.
Hai figliato dei servi!
(asciuga le lagrime poi torna a guardare fieramente
intorno a sè la gran serra)

T'odio, casa dorata!
L'immagin sei d'un mondo incipriato e vano!
Vaghi dami in seta ed in merletti,
affrettate, accellerate
le gavotte gioconde e i minuetti!
Fissa è la vostra sorte!
Razza leggiadra e rea,
figlio di servi, e servo,
qui, giudice in livrea,
ti grido: È l'ora della morte!
 

(La Contessa, Maddalena e Bersi appaiono
al di là dell'arco d'ingresso alla serra.
La Contessa si sofferma a dare alcuni ordini al Maestro di Casa.
Maddalena si avanza lentamente con Bersi.)

 
MADDALENA
Il giorno intorno già s'inserra lentamente!
In queste misteriose ombre
forme fantastiche assumono le cose!
or l'anime s'acquetano umanamente!
 
GÉRARD
(fra sè, guardando ammirato Maddalena)
Quanta dolcezza ne l'alma tetra
per te penetra!
Anche l'idea muor, tu non muori giammai,
tu, l'Eterna canzon!
 

 
(La Contessa entra nella serra, e coll'occhialetto,
e con fare altezzoso, guarda attentamente se e come è stata disposta.)

 
CONTESSA
(a Gérard ed altri lacchè)
Via, v'affrettate,
e alle lumiere luce date!
(I lacchè cominciano ad accendere i bracciali
e a dar luce a tutta la serra.
A poco a poco tutto sfolgora di luce allegra.)
(a Gérard)

E dite, tutto è pronto?
 
GÉRARD
Tutto!
 
CONTESSA
I cori?
 
GÉRARD
Stanno di già vestendosi.
 
CONTESSA
E i suonatori?
 
GÉRARD
Accordan gli strumenti.
 
CONTESSA
(volgendogli le spalle)
A momenti arriveranno gli ospiti.
 
MADDALENA
Uno è il signor Fléville ...
 
CONTESSA
Scrittore emerito.
 
MADDALENA
E l'altro chi è?
 
CONTESSA
È l'Abatino!
 
MADDALENA
Uno vien dall'Italia?
 
CONTESSA
Sì! Fléville, l'Abate da Parigi.
(osservando che ancora sua figlia è in vestaglia)
Ancor così? Maddalena! Ancor non sei vestita?

 
(la accarezza e va ad esaminare
se nulla manca anche nelle sale superiori)

 
(Bersi corre a Maddalena e si accoccola grottescamente
ai suoi piedi con gesti strani e bizzarri:)

 
BERSI
Sospiri?
 
MADDALENA
Sì; io penso alla tortura
del farsi belle!
 
BERSI
Sei tu che fai belle le vesti tue!
Io le fo' brutte tutte!

(gualcendo con rabbia le pieghe dalla veste)
 
MADDALENA
(s'avvicina a Bersi e la calma sorridendo)
Soffoco, moro tutta chiusa
in busto stretto
a squame ombra di moro
o in un corsetto, come s'usa
in seta di nakara!
 
BERSI
Il tuo corsetto è cosa rara!
 
MADDALENA
L'orribile gonnella
"coscia di ninfa bianca"
m'inceppa e stanca, mi sfianca tutta,
e, aggiungivi un cappello
"Cassa di sconto" o quello alla "Basilio"
od alla "Montgolfier",
e tu sei sorda e cieca,
e, nata bella eccoti fatta brutta.
(coraggiosamente affrontando la Contessa che rientra)
(Da lontano si ode l'avvicinarsi delle visite.)

Per stasera, pazienza!
Mamma, non odi?
 
CONTESSA
Sono di già gli ospiti.
 
MADDALENA
Così mi metto: Bianca vesta
ed una rosa in testa!

 
(corre via seguita da Bersi)

 

(Gli invitati entrano nella sala a coppie.
La Contessa li accoglie.)

 
CONTESSA
(alle dame)
Oh! Come elegante ...
(ad un cavaliere)
e voi gentil galante!
(al Barone)
Vera galanteria!
(al marchese)
A ben più d'una brama
la vostra dama
accendar saprà l'esca!
(ad una vecchia dama)
Appariscente e fresca sempre!
Contessa, sempre, sempre la stessa!
  
(Entrano tre personaggi: uno avanzato di età,
il romanziere Fléville; un giovane imberbe, Chénier;
uno senza età, il musicista Fiorinelli.)

 
FLÉVILLE
Commosso, lusingato a tanti complimenti
e a questo, più, che omaggio ...
(cerca la parola adatta)
amabil persiflaggio!
Ch'io vi presenti Flando Fiorinelli,
cavaliere italiano e musico!
Andrea Chénier, un che fa versi
e che promette molto.

 
(Entra l'Abate.)

 
CONTESSA
L'Abate!
 
MADDALENA
(rientrando)
L'Abate!
 
CONTESSA
(a Maddalena)
Finalmente!
 
MADDALENA
Da Parigi voi venite?
 
L’ABATE
Sì!
 
CONTESSA
Che novelle della corte?
 
MADDALENA
Dite?
 
CONTESSA
Presto!
 
MADDALENA
Noi curiose tutte siam!
Presto! Dite! dite!

 
(L'Abate, lusingato, bacia molte mani
e fa inchini che sembrano genuflessioni:)

 
L’ABATE
Debole è il Re!
 
FLÉVILLE
Ha ceduto?
 
L’ABATE
Fu male consigliato!
 
CONTESSA
Necker?
 
L’ABATE
Non ne parliamo!
 
MADDALENA, CONTESSA, FLÉVILLE, OSPITI
Quel Necker!
Noi moriamo della curiosità!
 
L’ABATE
Abbiamo il terzo stato!
 
MADDALENA, CONTESSA, FLÉVILLE, OSPITI
Ah! Ah!
 
L’ABATE
Ed ho veduto offender ...
 
MADDALENA, CONTESSA, FLÉVILLE, OSPITI
Chi?
 
L’ABATE
La statua di Enrico quarto!
 
OSPITI
Orrore!
 
CONTESSA, poi MADDALENA
Orrore!
 
CONTESSA
Dove andremo a finire?
 
L’ABATE
Così giudico anch'io!
 
CONTESSA
Non temono più Dio!
 
L’ABATE
Assai, madame belle, sono dolente
de le mie novelle!
 
FLÉVILLE
Passiamo la sera allegramente!
Della primavera ai zefiri gentili
codeste nubi svaniranno!
Il sole noi rivedremo e rose e viole,
e udremo ne l'aria satura de' fior
l'eco ridir l'egloghe dei pastori.
  
(Escono alcune pastorelle che in vaghe pose
si fanno intorno a Fléville che meravigliato le guarda.)

 
FLÉVILLE
O soave bisbiglio!
 
ALCUNI OSPITI
È il vento!
 
L’ABATE
È zefiro!
 
FLÉVILLE
È mormorio di fonte!
 
OSPITI
È fruscio d'ali!
 
L’ABATE
Un ruscelletto odo mormorar!

 
(Fléville scoppia quasi in pianto
per la commozione e per la vanità.)

 
FLÉVILLE
È questo il mio romanzo!
 
CORO di PASTORI e PASTORELLE
O Pastorelle, addio, addio, addio!
Ci avviamo verso lidi ignoti e strani!
Ahi! Ahi! sarem lungi diman!
Questi lochi abbandoniamo! Ahi! Ahi!
Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Non avrà fino al ritorno più gioie il cor!
Ahi! Ahi! sarem lungi diman!
O pastorelle addio, (etc.)
Ah! Ah! Sarem lungi diman! Ah!
Addio! Addio! Ah! Ah! Addio!
Ah! Ah!
 
CONTESSA
(a Chénier)
Signor Chénier?
 
CHÉNIER
Madama la Contessa?
 
CONTESSA
La vostra musa tace?
 
CHÉNIER
È una ritrosa che di tacer desia.
 
CONTESSA
La vostra musa è la malinconia!
(si allontana agitando piccata il ventaglio, dicendo a Fléville:)
Davver poco cortese!
 
FLÉVILLE
È un po' bizzarro!
 
L’ABATE
Musa ognor pronta
è donna a molti vieta!
 
CONTESSA
È ver! Ecco il poeta!
  
(Maddalena ha sentito la risposta data da Chénier a sua madre
che le sue amiche hanno vivacemente commentato;
ora le raccoglie intorno a sè.)

 
MADDALENA
(alle sue amiche)
Io lo farò poetare. Scommettiamo?
 

 
(La Contessa prende il braccio all'Abatino
e con lui si avvicina a Fiorinelli, inducendolo gentilmente al clavicembalo...
Fiorinelli siede e suona. Intanto,
Maddalena si avvicina a Chénier seguita dalle sue amiche.)

 
MADDALENA
Al mio dire perdono, ed al mio ardire!
Son donna e son curiosa.
Bramo di udire un'egloga da voi,
o una poesia, per monaca o per sposa.
 
AMICHE
Per monaca o per sposa!
 
CHÉNIER
Il vostro desio è comando gentil!
Ma, ohimè, la fantasia non si piega
a comando o a prece umile;
è capricciosa assai la poesia,
a guisa dell'amor!
 

(Alla parola "amore"Maddalena
e le ragazze escono fuori in una risata. Fiorinelli interrompe;
tutti si avvicinano al gruppo di Chénier e Maddalena.)

 
CONTESSA
Perchè ridete voi?
 
OSPITI
(uomini)
Che c'è? Che c'è?
 
AMICHE
Udite! Udite, che il racconto è bello! ...
 
MADDALENA
(a sua madre)
A tua preghiera,
mamma, opponeva un rifiuto ...
 
AMICHE
Il poetino è caduto in un tranello!
 
MADDALENA
... Allor bizzarro pensier
venne a me: ...
 
AMICHE
La vendetta!
 
MADDALENA
... Io dissi: scommettiamo? ...
 
CONTESSA, OSPITI
Di che cosa?
 
MADDALENA
... Che parlato avria d'amor.
 
CONTESSA poi OSPITI
Ebben? Ebben?
 
MADDALENA
Chiamò la Musa, e la implorata Musa
per sua bocca ridisse la parola
che a me, ...
(ad un vecchio ridicolo)
... voi, ...
(a un abate)
... e voi ...
(a un marchese grasso)
... e voi pur anco, ...
(a un giovanotto strano per la sua bruttezza)
... e voi mi diceste stasera -
senza Musa.
 
CHÉNIER
(pallidissimo)
Colpito qui m'avete ov'io geloso celo
il più puro palpitar dell'anima.
(accenna al cuore)
Or vedrete, fanciulla, qual poema
è la parola "Amor", qui causa di scherno!
(Sorpresi, tutti stanno curiosi ad udirlo.)
Un dì all'azzurro spazio
guardai profondo,
e ai prati colmi di viole,
pioveva loro il sole,
e folgorava d'oro il mondo:
parea la terra un immane tesor,
e a lei serviva di scrigno il firmamento.
Su dalla terra a la mia fronte
veniva una carezza viva, un bacio.
Gridai vinto d'amor:
T'amo tu che mi baci,
divinamente bella, o patria mia!
E volli pien d'amore pregar!
Varcai d'una chiesa la soglia;
là un prete ne le nicchie
dei santi e della Vergine,
accumulava doni -
e al sordo orecchio
un tremulo vegliardo
invan chiedeva pane
e invano stendea la mano!
(L'Abate ed altri si levano scandalizzati:)
Varcai degli abituri l'uscio;
un uom vi calunniava
bestemmiando il suolo
che l'erario a pena sazia
e contro a Dio scagliava
e contro agli uomini
le lagrime dei figli.
(Tutti si sono arrabbiati contro Chénier.
Gérard solo lo ascolta dal fondo della serra, agitatissimo.
Gli altri fingono non udirlo.)

In cotanta miseria
la patrizia prole che fa?
(a Maddalena)
Sol l'occhio vostro
esprime umanamente qui
un guardo di pietà,
ond'io guardato ho a voi
si come a un angelo.
E dissi: Ecco la bellezza della vita!
Ma, poi, a le vostre parole,
un novello dolor m'ha colto in pieno petto.
O giovinetta bella,
d'un poeta non disprezzate il detto:
Udite! Non conoscete amor,
amor, divino dono, non lo schernir,
del mondo anima e vita è l'Amor!
 
MADDALENA
(a Chénier)
Perdonatemi!
 

(Chénier commosso si allontana e scompare.)
 
CONTESSA
(scusando Maddalena)
Creatura strana assai!
Va perdonata!
È capricciosa e un po' romantichetta.
(il preludio di una Gavotta viene dall'alto della cantoria)
Ma udite! È il gaio suon della gavotta.
Su cavalieri! Ognun scelga la dama!
  
(I servi fanno posto e i cavalieri e le dame si preparano alla danza...
lontanissime appena distinte si sentono venire
avvicinandosi confuse cantilene.)

 
VOCI LONTANE
La notte il giorno
portiamo intorno
il dolore;
siam genti grame
che di fame
si muor.
(La Contessa fa interrompere la danza,
tutti prestano orecchio al canto interno.)

Affamati, languenti,
morenti,
noi cadiam sovra
suoli infecondi.
 

(Gérard appare alla testa di una folla di gente
stracciata e languente.)

 
GÉRARD
Sua grandezza la miseria!
 
CONTESSA
(livida dall'ira)
Chi ha introdotto costoro?
 
GÉRARD
Io, Gérard!
 
CONTESSA
(ai suoi valletti)
Questa ciurmaglia via!
(a Gérard)
E tu pel primo!
 
GÉRARD
Sì, me ne vo, Contessa!
Questa livrea mi pesa
ed è vile per me il pane
che qui mi sfama!
La voce di chi soffre a sé mi chiama!  
(intanto, il vecchio giardiniere, padre di Gérard,
si butta in ginocchio avanti alla Contessa)
(rialzando suo padre)

Vien padre mio, vien con me!
Perchè ti curvi ai piè
di chi non ode voce di pietà?
(strappandosi la livrea di dosso)
Dalle mie carni giù,
giù questa viltà!
 
(Il Maestro di Casa, i servi, i lacchè, respingono la folla.
La Contessa si lascia cadere sul sofà ansante dalla bile che la soffoca.
Gérard costringe suo padre ad allontanarsi con lui)

 
CONTESSA
Quel Gérard! L'ha rovinato il leggere!
Ed io, che tutti i giorni ...
facevo l'elemosina ...
e a non fare arrossire di sè la povertà ...
perfin m'ho fatto un abito, costume
di pietà!
(Si lascia cadere come svenuta sull 'azzurro sofà.
Un gran da fare in tutti!... chi vuol somministrarle
goccie del General Lamothe, chi d'Inghilterra,
chi invece vuol slacciare il busto.
Questo la fa rinvenire.)
(al Maestro di Casa che torna)

Son tutti andati?
 
MAESTRO DI CASA
Sì.
 
CONTESSA
(agli invitati)
Scusate!
L'interrotta gavotta, mie dame,
ripigliamo! Ritorni l'allegria!
 

(Si dispongono nuovamente per la danza.)
 
 
Atto secondo

Atto primo. Atto secondo.  Atto terzo.  Atto quarto. 

 
Giugno, 1794. Parigi.
 
A destra un altare dedicato a Marat.
A sinistra la terrazza dei Feuillants e il caffè Hottot.
Nel fondo l'ex Cours-la-Reine difeso dalla Senna,
che gli scorre parallela da parapetto, platani; lanterne.
Di scorcio, il ponte Péronnet che attraversa la Senna
e conduce al palazzo dei Cinquecento.
 
(Presso all'altare stanno il sanculotto Mathieu,
detto "Populus", e suo amico Orazio Coclite.
Fanno parte della folla animata parecchi "meravigliose"
e "incredibili" fra cui si trova Bersi, vestita da "meravigliosa" anch'essa.
Andrea Chénier siede tutto solo in un tavolino in disparte.)

 
 
 
MATHIEU
(spolverando il busto di Marat)
Per l'ex inferno! ecco ancor
della polvere sulla testa di Marat!
  
(Dal ponte Péronnet e dagli sbocchi dell'ex Cours-la-Reine,
pei giardini delle Tuileries si rovesciano
dei ragazzi rivenditori di giornali,
urlando e agitando in alto colle mani i giornali che vendono.
Mathieu compera un giornale
e siede comodamente col suo indivisibile Orazio Coclite
sui gradini del Reposoir Marat per leggerlo.)

 
MATHIEU
M'ha appioppato un giornale
di cinque mesi fa!

(ride)
  
(Bersi si accorge di essere spiata da un Incredibile
e gli si rivolge guardandolo fisso negli occhi.)

 
BERSI
È ver che Robespierre allevi spie?
 

(L'Incredibile a sua volta fissa audacemente Bersi:)

 
L’INCREDIBILE
Vuoi dire cittadina,
Osservatori dello spirito pubblico.
 
BERSI
Come tu vuoi.
 
L’INCREDIBILE
Non so, nè lo posso sapere.
(fissa ancora Bersi che arrossisce)
Hai tu a temere?
 
BERSI
(rimettendosi)
Temer? Perchè?
Perchè temer dovrò?
Non sono, come te, una vera figlia
autentica della Rivoluzione?
Amo viver così!
Vivere in fretta di questa febbre gaia
d'un godere rapido, acuto
e quasi incosciente!
Qui il gioco ed il piacere,
là la morte!
Qui il suon delle monete
e il Biribisso!
Laggiù il cannone e il rullo
dei tamburi!
Qui inebria il vino,
laggiù inebria il sangue!
Qui riso e amore,
(indica il palazzo dei Cinquecento)
là si pensa e s'odia!
Qui la meravigliosa
che brinda collo sciampagna,
le mercantine là e le pescivendole
e la carretta di Sanson che passa!
 

(Bersi afferra un bicchiere colmo di sciampagna,
additando verso l'ex Cours-la-Reine di dove sbocca
il "piccolo paniere" carico di condannati condotti alla ghigliottina.
Tutti corrono via dietro la carretta dei condannati che passa.
L'Incredibile guarda dietro Bersi mentre si allontana.)

 
L’INCREDIBILE
No, non m'inganno! Era proprio
con lei la bella bionda!
Ho scovato la traccia!
(estrae di tasca un piccolo taccuino e vi scrive su rapidamente)
La cittadina Bersi, fare sospetto;
di corruzione non spontanea;
guardò Chénier di sott'occhi.
Osservarla!
Andrea Chénier per qualche ora
in attesa con febbril ansia evidente.
Osservarlo!  
(si allontana)
 
(Roucher entra dal Cours-la-Reine.)

 
CHÉNIER
(vedendolo)
Roucher!
 
ROUCHER
Chénier!
Tutto il giorno ti cerco!
La tua salvezza io tengo.

(gli mostra un foglio)
 
CHÉNIER
Un passaporto?
 
ROUCHER
Qui tutto intorno è periglio per te.
La tua preziosa vita salva - parti!
 
CHÉNIER
Il mio nome mentir ... Fuggire!
 
ROUCHER
Ten prego, Chénier!
 
CHÉNIER
No!
Credi al destino? Io credo!
Credo a una possanza arcana
che benigna o maligna
i nostri passi or guida
or svia pei diversi sentieri
de l'esistenza umana.
Una possanza che dice a un uomo:
Tu sarai poeta. A un altro:
A te una spada, sii soldato!
Or bene, il mio destino
forse qui vuolmi.
Se quel che bramo mi si avvera, resto.
 
ROUCHER
Se non si avvera?
 
CHÉNIER
Allora partirò!
E questo mio destino si chiama amore.
Io non ho amato ancor,
pure sovente nella vita
ho sentita sul mio cammin vicina
la donna che il destin fa mia;
bella, ideale, divina come la poesia;
passar con lei sul mio cammin l'amor!
Sì, più volte ha parlato
la sua voce al mio cuore;
udita io l'ho sovente
con la sua voce ardente
dirmi: Credi all'amor;
Chénier, tu sei amato!
(preso sottobraccio Roucher lo allontana dal caffè Hottot)
Da tempo mi pervengono strane lettere
or soavi, or gravi, or rampogne or consigli.
Scrive una donna misteriosa ognora.
In quelle sue parole vibra un'anima!
Chi sia, indagato ho in vano.
 
ROUCHER
Ancor?
 
CHÉNIER
(gli mostra una lettera)
Finora! Ma or guarda!
 
ROUCHER
(legge)
Qui un ritrovo?
 
CHÉNIER
Ah, la vedrò!
 
ROUCHER
La misteriosa alfin solleva il velo.
Vediam.  
(prende la lettera, l'esamina
e sorride ironicamente alla firma "Speranza")

Calligrafia invero femminil!
Carta elegante!
(fiuta la lettera)
Ma, ohimè, profumo alla rivoluzione!
(restituendo la lettera)
Questo gentil biglietto,
a profumo di rosa provocatore,
Chénier, io non m'inganno, lo giuro,
esce da un salottino
troppo noto all'amore;
Chénier, te l'assicuro,
il tuo destino ti ha dato il cuor
d'una Meravigliosa!
Riprendi il passaporto -
e via la lettera!
 
CHÉNIER
Non credo!
 
ROUCHER
La femminil marea parigina
in onde irrequiete or qui rovescia!
Io le conosco tutte.
Passeranno, ed io ti mostrerò
la bella misteriosa!
 

(Intanto presso il ponte si accalca gran folla
nell'attesa dell'uscita dei Rappresentanti, i Cinquecento,
e la bussola del patriottismo, Massimiliano Robespierre.)

 
CHÉNIER
Una meravigliosa
la divina creatura dal mio pensier
sognata?! Qui s'infrange la mia vita.
Ah! mio bel sogno addio, addio bel sogno!
 
ROUCHER
Una caricatura! Una moda!
La tua divina soave poesia
in fisciù alla Bastiglia!
e con rimesse chiome!
e il nero alla ciglia!
 
CHÉNIER
Accetto il passaporto!
 
ROUCHER
È provvido consiglio!
(offrendogli il passaporto)
Vedi? Dal ponte Péronnet
s'agglomera la folla.
 
CHÉNIER
La eterna cortigiana!
Vi si schiera per curvare la fronte
al nuovo iddio!
 
LA FOLLA
Ecco laggiù Gérard!
Viva Gérard!
  
(Gérard saluta, ma ad un cenno dell'Incredibile
esce premuroso dalle file dei Rappresentanti
e gli si avvicina lasciandosi trarre da lui in disparte.)

 
MATHIEU, la folla
(vedendo comparire Robespierre)
Viva Robespierre! Evviva!
 
L’INCREDIBILE
(a Gérard)
La donna che mi hai chiesto di cercare
è bianca o bionda?
 
CHÉNIER
(accennando a Robespierre)
Egli cammina solo.
 
GÉRARD
(all'Incredibile)
Azzurro occhio di cielo
sotto una fronte candida;
bionda la chioma con riflessi d'or;...
 
ROUCHER
(a Chénier)
E quanto spazio ad arte
fra il nume e i sacerdoti!
Ecco Tallien!
 
LA FOLLA
Barère!... Collot d'Herbois!...
Quello è Couthon!... Saint-Just!
 
CHÉNIER
L'enigma!
 
GÉRARD
... una dolcezza in viso
ed un sorriso di donna non umano;...
 
LA FOLLA
David!... Tallien!... Fréron!...
Barras!... Fouché!...
 
ROUCHER
Ultimo vedi?
 
GÉRARD
... nel suo vestir modesto;
pudico velo sovra il tesoro ...
 
CHÉNIER
Robespierre il piccolo!
 
LA FOLLA
... Le Bas!... Thuriot!... Carnot!...
 
GÉRARD
... d'un seno vergineo,
ed una bianca cuffia sulla testa.
Dammi codesta creatura vaga!
Ti dissi: Cerca! Indaga!
Dinanzi mi è passata qual baleno un dì,
ma poscia l'ho perduta!
Or più non vivo; peno!
Mi salva tu da questa angoscia
e tutto avrai!
 
L’INCREDIBILE
Stasera la vedrai!
 
(segue sempre con vivo interesse, attaccandosi ai loro passi;
Chénier e Roucher)

 
(Non ancora si sono allontanati pel Cours-la-Reine
i Rappresentanti la Nazione, che a traverso i giardini delle Tuileries
appare una vivacissima schiera di Meravigliose, ultima Bersi)

 
ROUCHER
(a Chénier)
Eccole! Strani tempi!
Là vanno i pensatori.
Qui que' visi giocondi:
di qui facile cosa
scoprir la misteriosa!
 
CHÉNIER
Partiam!
 
ROUCHER
Guarda!
 
(Incomincia a farsi buio.)
 
BERSI
(a Roucher)
Non mi saluti?
(rapidamente gli sussurra)
Trattieni qui Chénier.
Sono spiata!
 
ROUCHER
Sta ben.

 
(L'Incredibile entra in mezzo arditamente fra Bersi e Roucher.)

 
L’INCREDIBILE
Procace Bersi, qui sono ancor per te!
Meco giù scendi?
 
BERSI
Per poco?
 
CHÉNIER
Una meravigliosa!
 
L’INCREDIBILE
Non ti chiedo che una Trenitz.
 
ROUCHER
Ho indovinato?
 
BERSI
Perchè no?
 
CHÉNIER
Che mi vuol dir?
 
L’INCREDIBILE
Scendiam?
 
BERSI
Scendiam!
  
(segue l'Incredibile nei sotterranei del Caffè)

 
ROUCHER
È sera. Ora propizia.
E all'alba di domani
via in cammino!
 
CHÉNIER
O mio bel sogno addio!
 
(Bersi ritorna.
L'Incredibile appare dietro un vaso di fiori
e osserva e ascolta.)

 
BERSI
Andrea Chénier! Fra poco, a te,
una donna minacciata da gran periglio
qui verrà. Là attendi!
(indica l'altare di Marat)
  
(L'Incredibile scompare rapidamente dentro il Cafè.)

 
CHÉNIER
(trattenendola)
Dimmi il suo nome!
 
BERSI
Il suo nome... Speranza!
 
CHÉNIER
Io là verrò!
 
(Bersi fugge via.)
 
ROUCHER
La ignota tua scrittrice?
No... è un tranello! È un agguato!
 
CHÉNIER
M'armerò!

(si allontana bruscamente da lui per l'ex Cours-la-Reine)
 
ROUCHER
Ah, veglierò su lui!
 

(È notte.
Si accendono i lampioni del ponte
e quelli dell'imboccatura del Cours-la-Reine.
Appariscono tre pattuglie da diverse direzioni,
percorrendo lentamente le vie.
Mathieu riappare e viene a dar lume alla lanterna dell'altare di Marat.)

 
MATHIEU
(canterellando la Carmagnola)
La-la la-la la-la, ecc.
 
(Si allontana. Le pattuglie pure scompaiono.)
 
L'Incredibile esce guardingo dal Caffè
e va a porsi allo sbocco della via laterale al Caffè
nascondendosi dietro l'angolo.)

 
L’INCREDIBILE
Ecco il mio piano è fatto
Ora attendiamo!
  
(Sul ponte Péronnet appare una forma di donna, che si avanza cautamente.
È Maddalena, vestita da officiosa.)

 
MADDALENA
Ecco l'altare...
(si guarda intorno, impaurita da quel silenzio)
Ancor nessuno...
Ho paura...
 

(L'Incredibile guarda, ritraendosi giù per l'ex Cours-la-Reine.
Infatti di là appare l'ombra di un uomo
avvolto in un ferraiolo a pellegrina.)

 
MADDALENA
È lui! Andrea Chénier!
 
CHÉNIER
Son io.
 

(Maddalena tenta parlare, ma la commozione sua è grande
e non può profferir parola.)

 
CHÉNIER
(sorpreso dal silenzio)
Deggio seguirti? Sei mandata?
Di', chi mi brama.
 
MADDALENA
(appoggiandosi tremante all'altare)
Io!
 
CHÉNIER
(ingannato dall'abbigliamento)
Tu? Ebben chi sei?
 

(L'Incredibile cautamente si porta più vicino ai due,
nascondendosi dietro un albero.)

 
MADDALENA
Ancor ricordi!
 
CHÉNIER
(cerca nella memoria)
Sì, mi ricordo.
 

(Per richiamarglisi alla mente, Maddalena ricorda le parole
che Chénier le ha rivolto la sera del loro incontro al castello di Coigny:)

 
MADDALENA
"Non conoscete amor!"...
 
CHÉNIER
(a quel soave ricordo, sorpreso si entusiasma)
Nuova questa voce non mi parla!
 
MADDALENA
"... Amor, divino dono
non lo schernir".
 
CHÉNIER
Ch'io vi vegga!
 
MADDALENA
Guardatemi!

 
(scostando la mantiglia si avanza sotto la luce della lampada
che arde davanti all'altare di Marat)

 
CHÉNIER
Ah, Maddalena di Coigny! ...
Voi? Voi!
 
L’INCREDIBILE
(Sì lei! la bionda! Or tosto
da Gérard!)

(cautamente si allontana)
 
MADDALENA
Guardate là... Un'ombra!
 
(Chénier va all'angolo dove prima era l'Incredibile,
ma non vede alcuno.)

 
CHÉNIER
Nessuno! Pur questo loco
è periglioso.
 
MADDALENA
Fu Bersi che l'ha scelto.
Se un periglio ne minaccia,
sono un'officiosa che le viene
a recar la sua mantiglia.
 
CHÉNIER
La mia scrittrice?
Voi la ognor celata amica mia,
ognor fuggente?
 
MADDALENA
Eravate possente, io invece minacciata;
pur nella mia tristezza pensai sovente
d'impetrar da voi pace e salvezza,
ma non l'osai!
E ognora il mio destin
sul mio cammin vi sospingea!
Ed io vi vedeva e ognor pensavo voi
come a un fratello!
E allora vi scriveva quanto il cuore
o il cervello dettavami alla mente.
Il cuor che mi dicea che difesa
avreste quella che v'ha un giorno offesa!
Al mondo Bersi sola mi vuol bene -
è lei che m'ha nascosta.
Ma da un mese v'ha chi mi spia
e m'insegue.
Ove fuggir?
Fu allora che pure voi non più
potente seppi... e son venuta.
Udite! Son sola!
Son sola e minacciata!
Son sola al mondo!
Ed ho paura!
Proteggermi volete?
Spero in voi!
 
CHÉNIER
Ora soave, sublime ora d'amore!
Possente l'anima sfida il terrore!
Mi fai puro il cuore d'ogni viltà!
Bramo la vita e non temo la morte!
Ah rimani infinita!
 
MADDALENA
Vicina nei perigli?
Vicina nel terror?
 
CHÉNIER
Al braccio mio non più timore!
Fino alla morte insieme?
 
MADDALENA, poi Chénier
Fino alla morte insieme!
 
MADDALENA
Ah! Ora soave, sublime ora d'amore!
Possente l'anima sfida il terrore!
 
CHÉNIER, MADDALENA
Mi fai puro il cuore.
Non temo la morte, non temo!
Ora soave!
Fino alla morte insiem!
 

(Gérard appare, corre verso di loro seguito dall'Incredibile.)
 
GÉRARD
Maddalena di Coigny!
 
MADDALENA
Gérard!
 
GÉRARD
A guisa di notturna io vi ritrovo!
 

(fa per strappare l'un dall'altra)
 
CHÉNIER
Segui per la strada tua!
 
GÉRARD
È merce proibita!

 
(Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al bastone
e ne sferza il viso a Gérard.
Vedendo accorrere Roucher gli addita Maddalena.)

 
CHÉNIER
(a Roucher)
Salvala!
 

(Roucher s'allontana con Maddalena.)
 
GÉRARD
(all'Incredibile)
Inseguila!
  
(sguaina la spada, si getta contro Chénier)
 
(Roucher spiana contro l'Incredibile un paio di pistole da tasca;
la spia arretra.)

 
ROUCHER
Bada!
 
L’INCREDIBILE
Alla sezione!

(fugge)
 
GÉRARD
(buttandosi contro Chénier)
Io ti rubo a Sanson!
 
CHÉNIER
(deridendolo)
Tu non sei che un frate!
Sei Chabot?
 
GÉRARD
Ah!
(cade ferito sui gradini dell'altare di Marat)
Sei Chénier... Fuggi!
Il tuo nome Fouquier-Tinville ha scritto.
Va! Proteggi Maddalena!
  
(Chénier fugge.)

 
L’INCREDIBILE
(lontano)
Al ponte Péronnet!
  
(Da tutte le parti irrompe gente.

L'Incredibile conduce guardie nazionali:)
 
MATHIEU
Gérard ferito?!
 
LA FOLLA
Ferito?
 
L’INCREDIBILE
Il feritore...
 
LA FOLLA
Il feritore?
 

(Gérard si solleva con uno sforzo
e guardando l'Incredibile gli impedisce di parlare.)

 
GÉRARD
Ignoto!  
(sviene)

 
MATHIEU
(sui gradini dell'altare)
L'han fatto assassinare i Girondini!
 
LA FOLLA
Morte! Morte! Morte ai Girondini!
Morte! Morte! Morte!
 
 
 
Atto terzo

Atto primo. Atto secondo.  Atto terzo.  Atto quarto. 

La Sezione Prima del Tribunale Rivoluzionario.
Vasto stanzone a piano terreno ridotto per una metà a tribunale,
l'altra riservata al pubblico.
 
Sulla tavola della presidenza sta collocata
una colossale urna di legno dipinto.
Dietro la tavola un gran drappo tricolore,
steso su due picche, portante scritto:
CITTADINI! LA PATRIA È IN PERICOLO!
 
(Mathieu e Orazio Coclite stanno presso all'urna.
L'altra metà dello stanzone è stipata da gente diversa.
Si raccolgono pubbliche offerte.
Mathieu apostrofa i presenti, tiene il suo bruciagola nella mano
e vi aspira, fra parola e parola, ingorde boccate.)
 
 
 
 
MATHIEU
Dumouriez traditore e giacobino
è passato ai nemici - il furfantaccio!
Coburgo, Brunswich, Pitt -
crepi di peste! - e il vecchio lupanare
dell'Europa tutta, contro ci stanno!
Oro e soldati!
Onde quest'urna ed io che parlo a voi
rappresentiam l'immagine della patria!
(silenzio, nessuno va ad offrire)
Nessun si move?
Che la ghigliottina ripassi ad ognun
la testa e la coscienza!
(Alcuni vanno e gittano nella grande urna oggetti e danaro.)
È la patria in periglio!
Or, come già Barère,
io levo il grido di Louverture
"Libertà e patate!"
(vedendo sopraggiungere Gérard, s'interrompe con gloria)
Ma, to', laggiù è Gérard!
Ei vi trarrà di tasca gli ex Luigi
con paroline ch'io non so!...
(Gérard appare.)
M'infischio dei bei motti!
Ed anche me ne vanto!
 
CITTADINI
Cittadino Gérard, salute!
Evviva!
 
MATHIEU
La tua ferita?
 
GÉRARD
Grazie, cittadini!
(a Mathieu)
La forte fibra mia m'ha conservato
alla mia patria ancora!
 
MATHIEU
(indicando l'urna)
Ecco il tuo posto!
(riprende il discorso di prima)
Dumouriez, traditore e girondino,
è passato ai nemici (muoian tutti)!
È la patria in pe...
(accorgendosi che la pipa è spenta)
Cedo la parola.
 
GÉRARD
Lacrime e sangue dà la Francia!
Udite!
Laudun ha inalberato vessillo bianco!
È in fiamme la Vandea!
E la Bretagna ne minaccia!
Ed Austriaci, e Prussiani, e Inglesi,
e tutti nel petto della Francia
gli artigli armati affondano!
Occorre e l'oro e il sangue!
L'inutil oro ai vostri vezzi,
donne francesi, date!
Donate i vostri figli alla gran madre,
o voi, madri francesi!

 
(Le donne, commosse, accorrono dapprima poche
poscia alla rinfusa e con grande entusiasmo,
e, giunte all'urna, vi gettano dentro tutto quanto
hanno in dosso di danaro e d'ornamento.)

 
CITTADINE
(in piccoli gruppi)
Prendi, è un ricordo! ...
A te! ... A te! ... Un anello! ...
E un braccialetto! ...
Prendi! ... A te! ...
Otto giorni di lavoro! ...
Una fibbia d'argento! ...
A te!
 
UNA VECCHIA: MADELON
Largo! ... Largo! ...
 
CITTADINE
Son due bottoni d'oro! ...
Quanto posseggo! ...
Una crocetta! ... Prendi! ...
a te!
  
(Tutti, innanzi alla vecchia, lasciano il passo.
È una cieca, che, appoggiata alle spalle di un fanciullo di quindici anni,
si avvicina lentamente alla tavola mutata in altare della patria.)

 
MADELON
Son la vecchia Madelon.
Mio figlio è morto; avea nome Roger;
morì alla presa della Bastiglia;
il primo suo figlio ebbe a Valmy
galloni e sepoltura.
Ancora pochi giorni, e io pur morrò.
(spinge dolcemente innanzi a sè il fanciullo, presentandolo)
È il figlio di Roger.
L'ultimo figlio, l'ultima goccia
del mio vecchio sangue.
Prendetelo!
Non dite che è un fanciullo.
È forte... Può combattere
e morire!
 
GÉRARD
Noi l'accettiamo!
Dinne il nome suo.
 
MADELON
Roger Alberto.

(Uno scrive il nome sul registro.)
 
GÉRARD
A sera partirà
 
MADELON
(al fanciullo)
Gioia, addio!
(abbraccia forte il fanciullo che la bacia)
Portatemelo via!
(conducono via il fanciullo)
Chi mi dà il braccio?  
(Molti accorrono a lei, e Madelon si allontana lentamente.)
(I Rappresentanti fanno ritirare l'urna, poi si allontanano.
Gérard siede al tavolo e stende rapporto pel Comitato.
La folla a poco a poco dirada.
Mathieu con una scopa si mette a spazzare il locale
che in breve diverrà Tribunale.
La Carmagnola è l'anima della strada.)

 
VOCI DALLA STRADA
Amici ancor cantiam,
beviam, amici, ancor,
danziam ognor!
Colmo il bicchier,
allieta il cor,
colmo il bicchier,
cantare e ber!
Viva la libertà! (rip.)
Danziam la Carmagnola!
Evviva il suon del cannon!
Danziam la Carmagnola!
Evviva il suon del cannon!
Amici ancor cantiam, ecc.
 
L’INCREDIBILE
(si avvicina a Gérard)
L'uccello è nella rete!
 
GÉRARD
Lei?
 
L’INCREDIBILE
No; il maschio.
È al Lussemburgo!
 
GÉRARD
Quando?
 
L’INCREDIBILE
Stamattina.
 
GÉRARD
E come?
 
L’INCREDIBILE
Il caso!
 
GÉRARD
Dove?
 
L’INCREDIBILE
A Passy, presso un amico.
 
GÉRARD
E lei?
 
L’INCREDIBILE
Ancor nessuna traccia.
Ma tal richiamo è il maschio
per la femmina che volontariamente
(penso e credo) essa a noi verrà!
 
GÉRARD
No; non verrà.
 

(lontano un grido confuso)
 
L’INCREDIBILE
Ascolta!
 
GÉRARD
Grida son... Monelli aizzati.
 
L’INCREDIBILE
No; i soliti strilloni.
  
(Uno strillone passa sotto la finestra.)

 
STRILLONE
L'arresto importantissimo di Andrea Chénier!
 
L’INCREDIBILE
Queste grida arriveranno a lei!
 
GÉRARD
Ebbene?

(con un debole atto di ribellione,
scostando da sè con un gesto l'Incredibile)

 
L’INCREDIBILE
(con cenno ironico)
Ebbene?...
Donnina innamorata
che d'aspettar s'annoia,
se passata è già l'ora
del desiato ritrovo al nido,
ch'io muoia se la bella
presaga all'ansia vinta,
non ti discende per la via
così, com'è, discinta!
Esce correndo, e indaga,
e vola, e scruta, e spia!
To'! passa uno strillone?
E vocia un nome?
Oh, come tutta impallida!
Ma non vacilla o china!
Possanza dell'amor!
In quel dolor cessa la donna
ed eccola eroina!
Tutto oserà! Laonde, tu la vedrai!
Pazienza! A te verrà!
E questo il mio pensier.
Incredibile, ma vero!

 
(Gérard si è alzato e passeggia febbrilmente.)

 
GÉRARD
Più fortemente m'odierà!
 
L’INCREDIBILE
Che importa?
Nella femmina vi sono
il corpo e il cuore;
tu scegli il corpo:
è la parte migliore!
Stendi l'atto d'accusa!
(quasi imperiosamente gli accenna di scrivere)
Andrea Chénier sia tosto
deferito al tribunale!
Fouquier-Tinville aspetta.
Scrivi!

(s'allontana e va ad osservare sulla piazza il movimento della gente)
 
GÉRARD
(siede per scrivere)
Esito dunque?
Andrea Chénier segnato ha già
Fouquier-Tinville.
Il fato suo è fisso.
Oggi o doman...
No! è vile! È vile!

 
(L'Incredibile, vedendolo esitante, ritorna presso di lui:)

 
L’INCREDIBILE
Come vola il tempo!
Affollan già le vie!
(si allontana di nuovo)
 

(Gérard riprende la penna; riflette.)
 
GÉRARD
Nemico della Patria?!
È vecchia fiaba che beatamente
ancor la beve il popolo.
(scrive ancora)
Nato a Costantinopoli? Straniero!
Studiò a Saint Cyr? Soldato!
(riflette ancora, poi trionfante d'una idea
subito balenatagli scrive rapidamente)

Traditore! Di Dumouriez un complice!
E poeta? Sovvertitor di cuori
e di costumi!
(a quest'ultima accusa diventa pensoso
e gli si riempiono gli occhi di lacrime;
si alza e passeggia lentamente)

Un dì m'era di gioia
passar fra gli odi e le vendette,
puro, innocente e forte.
Gigante mi credea ...
Son sempre un servo!
Ho mutato padrone.
Un servo obbediente di violenta passione!
Ah, peggio! Uccido e tremo,
e mentre uccido io piango!
Io della Redentrice figlio,
pel primo ho udito il grido suo
pel mondo ed ho al suo il mio grido
unito... Or smarrita ho la fede
nel sognato destino?
Com'era irradiato di gloria
il mio cammino!
La coscienza nei cuor
ridestar delle genti,
raccogliere le lagrime
dei vinti e sofferenti,
fare del mondo un Pantheon,
gli uomini in dii mutare
e in un sol bacio,
e in un sol bacio e abbraccio
tutte le genti amar! (etc.)
Or io rinnego il santo grido!
Io d'odio ho colmo il core,
e chi così m'ha reso, fiera ironia
è l'amor!
(con disperazione)
Sono un voluttuoso!
Ecco il novo padrone: il Senso!
Bugia tutto!
Sol vero la passione!  
(vedendo ritornare presso a lui l'Incredibile firma)

 
L’INCREDIBILE
Sta bene!
Ove trovarti se ...
 
GÉRARD
(interrompendo)
Qui resto.

 
(L'Incredibile si allontana nel tempo stesso
che entra il Cancelliere del Tribunale Rivoluzionario.
Gérard consegna a questi delle carte
e con esse la nota degli accusati tra cui Andrea Chénier.
Il Cancelliere si allontana.)

 
MADDALENA
(alla porta)
Carlo Gérard?
 
MATHIEU
Là! entrate!
 
MADDALENA
(entrando)
Se ancor di me vi sovvenite non so!
Son Maddalena di Coigny.
(interpretando un gesto di Gérard come una ripulsa)
Ah, non m'allontanate!
Se voi non m'ascoltate
io son perduta!
 
GÉRARD
Io t'aspettava! Io ti volevo qui!
Io son che come veltri ho a te
lanciato orde di spie!
Entro a tutte le vie
la mia pupilla è penetrata,
e ad ogni istante!
Io, per averti, preso ho il tuo amante!
 
MADDALENA
A voi! Qui sto! Vendicatevi!
 
GÉRARD
Non odio!
 
MADDALENA
Perchè m'avete qui voluta?
 
GÉRARD
Perchè ti volti qui?
Perchè ti voglio!
Perchè ciò è scritto nella vita tua!
Perchè ciò volle il mio voler possente!
Era fatale e vedi s'è avverato!
Io t'ho voluto allor che tu piccina
pel gran prato con me correvi lieta,
in quell'aroma d'erbe infiorate
e di selvaggie rose!
Lo volli il di che mi fu detto:
"Ecco la tua livrea!" e, come fu sera,
mentre studiavi un passo di minuetto,
io, gallonato e muto, aprivo
e richiudevo una portiera.
La poesia in te così gentile
di me fa un pazzo, grande e vile!
Ebben? Che importa? Sia!
E fosse un'ora sola,
io voglio quell'ebbrezza
de' tuoi occhi profondi!
Io pur, io pur, io pur voglio
affondare le mie mani nel mare
dei tuoi capelli biondi!
(audacemente levandosi ritto)
Or dimmi che farai contro il mio amor?
 
MADDALENA
Io corro nella via!
Il nome mio vi grido!
Ed è la morte che mi salva!
  
(Gérard va a frapporsi tra Maddalena e le due uscite.)

 
GÉRARD
No, tu non lo farai! No!
Tuo malgrado, tu mia sarai!
 
MADDALENA
Ah! ...
(colpita d'un pensiero)
Se della vita sua tu fai prezzo
il mio corpo, ebbene, prendimi!

(gli si avvicina lenta, sublime di quel suo sacrificio)
 
GÉRARD
Come sa amare!
 
MADDALENA
La mamma morta m'hanno alla porta
della stanza mia; moriva e mi salvava!
poi a notte alta io con Bersi errava,
quando ad un tratto un livido bagliore
guizza e rischiara innanzi a' passi miei
la cupa via! Guardo!
Bruciava il loco di mia culla!
Così fui sola! E intorno il nulla!
Fame e miseria! Il bisogno, il periglio!
Caddi malata, e Bersi, buona e pura,
di sua bellezza ha fatto un mercato,
un contratto per me!
Porto sventura a chi bene mi vuole!
(ad un tratto, nelle pupille di Maddalena
si effonde una luce di suprema gioia)

Fu in quel dolore
che a me venne l'amor!
Voce piena d'armonia e dice:
"Vivi ancora! Io son la vita!
Ne' miei occhi è il tuo cielo!
Tu non sei sola!
Le lacrime tue io le raccolgo!
Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo!
Sorridi e spera! Io son l'amore!
Tutto intorno è sangue e fango?
Io son divino! Io son l'oblio!
Io sono il dio che sovra il mondo
scendo da l'empireo, fa della terra
un ciel! Ah!
Io son l'amore, io son l'amor, l'amor"
E l'angelo si accosta, bacia,
e vi bacia la morte!
Corpo di moribonda è il corpo mio.
Prendilo dunque.
Io son già morta cosa!
 

(Il cittadino Cancelliere si avvicina a Gérard,
gli pone innanzi alcuni fogli scritti e ritorna al suo stanzino.
Gérard prende i fogli lasciati dal Cancelliere e vi butta gli occhi sopra.
È la lista degli accusati.
Un nome gli balza subito agli occhi - quello di Chénier.)

 
GÉRARD
Perduto!
La mia vita per salvarlo!
 
MADDALENA
Voi lo potete!
Stamane egli arrestato fu.
 
GÉRARD
Ma chi l'odiava per oggi
ha preparato il suo giudizio,
la sua morte!
(accorgendosi della folla in istrada dietro al cancello)
La folla già, curiosa ed avida
di lacrime, di sangue!
(dalle stanze contigue odesi il rumore dei fucili
e delle sciabole dei gendarmi)

Udite? È il calcio dei fucili!
Sono i gendarmi!
E là sta già Chénier!
 
MADDALENA
Salvatelo!
 
GÉRARD
La rivoluzione i figli suoi divora!
 
MADDALENA
Salvatelo!
 

(Gérard colto da un'idea corre al tavolo
e scrive rapidamente un biglietto al Presidente.)

 
GÉRARD
Il tuo perdono è la mia forza!
Grazie!
Io l'ho perduto, difenderlo saprò!
 

(Il pubblico si rovescia nella sala tumultuamente, eccitato.)
 
MERCANTINE
(ad una vecchia)
Mamma Cadet! Presso alla sbarra, qui!
 
MATHIEU
Ohè, Cittadina, un po' di discrezione!
 
ALTRE MERCANTINE

(ad alcune compagne)
Di qui si vede e si ode
a perfezione!
 
MATHIEU
Oggidì grande infornata, pare.
 
ALCUNE VECCHIE
Qui si gode la vista d'ogni cosa!
 
UNA PESCIVENDOLA
Venite qua, cittadina Babet!
 
CITTADINI VARI
Molti ex! ... La Legray! ...
E un poeta! ... Venite! ...
Sì ...
(Mercatine bisticciandosi con le vecchie)
Più in là!
 
LE VECCHIE
Voi più in là!
 
MATHIEU
(vedendo il bisticcio)
Ohè là, quelle lingue cittadine!
 
CITTADINE
(chiacchierando fra loro)
Voi state bene? ...
Sì! e voi? ...
Così così! ...
Venite dal mercato?
Io no! Dalla barriera!
Notizie avete? ...
No! ...
E voi nulla sapete? ...
Hanno accresciuto il pane! ...
Lo so, lo so! ...
È un tiro di quel cane d'inglese
detto Pitt! ...
 

 
(Entrano i giurati seguiti dai giudici;)

 
MATHIEU
Passo ai giurati!
 
GÉRARD
(a Maddalena)
Eccoli, i giudici.
 
CITTADINI
Chi presiede è Dumas! ...
Vilate! ... Pittore! ...
L'altro è lo stampatore,
tribuno Nicolas? ...
Ecco laggiù Fouquier!
(Appare Fouquier-Tinville.)
L'accusatore pubblico!
 
MADDALENA
E gli accusati?

(stringendosi impaurita presso Gérard)
 
GÉRARD
Di là, ...
(indicando la porta dietro i giurati ancora chiusa)
... presso ai giurati.
  
(La porta si schiude e Maddalena soffoca un grido.)

 
MADDALENA
Ecco... mi manca l'anima!
(Compariscono otto gendarmi, poi,
in mezzo ai soldati ad uno ad uno seguono gli accusati.
Ultimo è Chénier.
Dopo, altri gendarmi.)

Egli non guarda.
Ah, pensa a me!
 
MATHIEU
(alle mercantine che sussurrano)
Silenzio!
 
DUMAS
(chiama gli accusati)
Gravier de Vergennes!
 
FOUQUIER-TINVILLE
(leggendo una nota)
Un ex referendario.
 
CITTADINI
È un traditore! È un traditore!
È un traditor!
 

 
(Dumas fa cenno all'accusato di sedere e legge un altro nome.)

 
DUMAS
Laval-Montmorency!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Convento di Montmartre.
 
CITTADINI
Aristocratica!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Taci!
 

(La monaca alza la mano per parlare.)
 
CITTADINI
A che parlar? Sei vecchia!
Taci e muori!

(ridono)
 
DUMAS
Legray!
  
(Si leva una donna:
vorrebbe parlare ma il pubblico le impone silenzio.)

 
CITTADINI
Ah!
 
DUMAS
Andrea Chénier!
 
GÉRARD
(a Maddalena)
Coraggio!
 
MADDALENA
(guardando Chénier)
O amore!
 
CITTADINI
Ecco il poeta!
Fouquier-Tinville attentamente legge!
Pericoloso è l'accusato!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Scrisse contro la rivoluzione!
Fu soldato con Dumouriez!
 

CITTADINI
È un traditor!
 
CHÉNIER
(a Fouquier-Tinville)
Menti!
 
FOUQUIER-TINVILLE, DUMAS
(a Chénier)
Taci!
 
GÉRARD
Parla!
 
MADDALENA
O mio amore!
 
CITTADINI
Parli! Parli! ...
Si discolpi dalle accuse!
 
GÉRARD
(disperato a Maddalena)
Io son che ciò feci!
 
CHÉNIER
Si, fui soldato
e glorioso affrontato ho la morte
che, vile, qui mi vien data.
Fui letterato,
ho fatto di mia penna arma feroce
contro gli ipocriti!
Con la mia voce ho cantato la patria!
Passa la vita mia come una bianca vela:
essa inciela le antenne
al sole che le indora
e affonda la spumante prora
ne l'azzurro dell'onda ...
Va la mia nave spinta dalla sorte
a la scogliera bianca della morte?
Son giunto? Sia!
Ma a poppa io salgo
e una bandiera trionfale
sciolgo ai venti, e su vi è scritto: Patria!
A lei non sale il tuo fango!
Non sono un traditore.
Uccidi? Ma lasciami l'onor!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Udiamo i testimoni.
 

(Mentre Mathieu e l'Incredibile si fanno avanti,
Gérard si fa violentemente largo nella folla. )

 
GÉRARD
Datemi il passo! Carlo Gérard!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Sta ben; parla!
 
GÉRARD
L'atto di accusa è orribile menzogna!
 
FOUQUIER-TINVILLE
(sorpreso)
Se tu l'hai scritto?!

(e mostra il foglio)
 
GÉRARD
Ho denunziato il falso
e lo confesso!
 

(Movimento nella folla e grida di sorpresa.
Fouquier si leva ritto e picchia febbrilmente sul foglio scritto da Gérard.)

 
FOUQUIER-TINVILLE
Mie faccio queste accuse
e le rinnovo!
 
GÉRARD
La tua è una viltà!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Tu offendi la patria e la giustizia!
 
CITTADINI
Esso è un sospetto, fu comprato!
 
GÉRARD
Qui la giustizia ha nome tirannia!
 
CITTADINI
Taci! ...
 
GÉRARD
Qui è un orgia d'odi e di vendette!
Il sangue della patria qui cola!
Siam noi che feriamo
il petto della Francia!
Chénier è un figlio della Rivoluzione!
L'alloro a lui, non dategli la morte!
La Patria è gloria!
 
CITTADINI
... Taci! Taci! Taci! Alla lanterna!
Sì, fuori della legge!
Alla lanterna! Alla lanterna!
Egli è un traditore!
Fu comprato! Fu comprato!
Taci! Taci!
Imponigli silenzio, o Dumas! ...
 

 
(Al suon dei tamburi passa un gruppo di soldati che vanno alla guerra.)

 
GÉRARD
Odila, o popolo, là è la patria,
dove si muore colla spada in pugno!
Non qui dove le uccidi i suoi poeti.
 

(Fouquier-Tinville fa segno ai giurati di ritirarsi; essi partono.
Gérard accorre verso Chénier, abbracciandolo e baciandolo.)

 
CHÉNIER
(a Gérard)
O generoso! o grande!
Vedi! Io piango!
 
GÉRARD
Guarda laggiù! Quel bianco viso...
È lei!
 
CHÉNIER
Lei? Maddalena?

(I giurati rientrano.
Il loro capo presenta a Dumas per mezzo del Cancelliere, il verdetto.)

Ancor l'ho riveduta! Or muoio lieto!
 
GÉRARD
Io spero ancora.
 
(Dumas dà una rapida occhiata al verdetto.)
 
DUMAS
Morte!
 
FOUQUIER-TINVILLE
Morte!

(fa segno ai condannati di ritirarsi)
(Maddalena lancia un grido di disperazione seguito da singhiozzi)

 
MADDALENA
Andrea!
Rivederlo!
 
 
Atto quarto

 

Atto primo. Atto secondo.  Atto terzo.  Atto quarto. 

 
Il cortile delle prigioni di S. Lazzaro.
Notte alta.
 
(Andrea Chénier sta seduto sotto alla lanterna che dà luce,
e scrive sopra una piccola assicella
con una matita fatta di un pezzo di piombo,
scrive ora con foga, ora arrestandosi
e riflettendo come in cerca di qualche parola o rima.
Roucher gli è vicino.)
 
(Schmidt entra nel cortile e si avvicina a Roucher:)

 
 
 
SCHMIDT
Cittadino, men duol, ma è tardi assai.
 

(Indicandogli Chénier, Roucher gli fa cenno di tacere;
si fruga indosso e trova un po' di danaro e lo dà a Schmidt.)

 
ROUCHER
Pazienta ancora un attimo!
 

(Schmidt parte.)
 
CHÉNIER
(cessa di scrivere)
Non più ...
 
ROUCHER
Leggi!
 
CHÉNIER
Pochi versi ...
 
ROUCHER
Leggi!
 
CHÉNIER
Come un bel dì di maggio
che con bacio di vento
e carezza di raggio
si spegne in firmamento,
col bacio io d'una rima,
carezza di poesia,
salgo l'estrema cima
dell'esistenza mia.
La sfera che cammina
per ogni umana sorte
ecco già mi avvicina
all'ora della morte,
e forse pria che l'ultima
mia strofe sia finita,
m'annuncerà il carnefice
la fine della vita.
Sia! Strofe, ultima Dea!
ancor dona al tuo poeta
la sfolgorante idea,
la fiamma consueta;
io, a te, mentre tu vivida
a me sgorghi dal cuore,
darò per rima il gelido
spiro d'un uom che muore.

 
(Roucher abbraccia Chénier.
Schmidt ritorna,
i due amici si stringono la mano e si separano commossi)

  
(Mathieu, fuori, vocalizza la Marseillaise.)
 
(Battono alla porta della prigione.
Schmidt ritorna in fretta e va ad aprire.
È Gérard, e con lui è Maddalena.
Gérard presenta le carte di permesso, indicando la sua compagna.)

 
GÉRARD
Viene a costei concesso
un ultimo colloquio ...
 
SCHMIDT
(interrompendolo)
Il condannato?
 
GÉRARD
Andrea Chénier.
 
SCHMIDT
Sta ben.
 
MADDALENA
(a Gérard)
Il vostro giuramento vi sovvengo.
(a Schmidt)
Odi! Fra i condannati di domani
è una giovane donna.
 
SCHMIDT
La Legray.
 
MADDALENA
Orbene, viver deve!
 
SCHMIDT
Or come cancellare dalla lista
il nome suo?
 
MADDALENA
Che importa il nome
se in sua vece un'altra
per lei risponderà?
 
SCHMIDT
(a Gérard)
Sta ben! Ma, e l'altra?
 
MADDALENA
Eccola!
 
SCHMIDT
(a Gérard)
Lei?
(a Maddalena)
Tu, cittadina?
  
(Gérard accenna di sì col capo.
Maddalena porge gioielli e una piccola borsa a Schmidt.)

 
MADDALENA
(a Schmidt)
A voi! Gioielli son.
Questo è denaro.
 

(Schmidt apre la borsa e vi vede rilucere l'oro.)
 
SCHMIDT
Evento strano in tempo di
assegnati!
(a Gérard)
Io non vorrei ... Capite? ...
(fa il gesto della ghigliottina)
Io non so nulla!
Al nome della Legray, salite
in fretta!
Io non so nulla! Nulla!

 
(prende dalle mani di Maddalena
la carta di permesso da dare alla Legray,
mette via il denaro e gioielli e va a prendere il prigioniero)
 
(Maddalena si avvicina a Gérard piangente.)

 
MADDALENA
Benedico il destino!
Benedico la morte!
 
GÉRARD
O Maddalena, tu fai della morte
la più invidiata sorte!

(udendo avvicinarsi Schmidt con Chénier,
si allontana, correndo verso il secondo cortile)

Salvarli! Da Robespierre ancora!
 

(Entra Chénier.)
(Alla luce della lanterna ravvisa Maddalena.)

 
CHÉNIER
Vicino a te s'acqueta
l'irrequieta anima mia;
tu sei la meta d'ogni desio,
d'ogni sogno, d'ogni poesia!
(la guarda amorosamente)
Entro al tuo sguardo
l'iridescenza scerno
de li spazi infiniti.
Ti guardo; in questo fiotto verde
di tua larga pupilla erro coll'anima!
 
MADDALENA
Per non lasciarti son qui;
non è un addio!
Vengo a morire con te!
Finì il soffrire!
La morte nell'amarti!
Ah! Chi la parola estrema dalle labbra
raccoglie, è Lui, l'Amor!
 
CHÉNIER
Tu sei la meta dell'esistenza mia!
 
CHÉNIER, MADDALENA
Il nostro è amore d'anime!
 
MADDALENA
Salvo una madre.
Maddalena all'alba ha nome
per la morte Idia Legray.
(guardando nel cortile)
Vedi? La luce incerta del crepuscolo
giù pe' squallidi androni già lumeggia.
(colle braccia avviluppando stretto a sè Chénier
gli si abbandona tutta sul petto)

Abbracciami! Baciami! Amante!
 
CHÉNIER
(baciandola con violenza)
Orgoglio di bellezza!
(la bacia ancora)
Trionfo tu, de l'anima!
Il tuo amor, sublime amante,
è mare, è ciel, luce di sole
e d'astri ...
... È il mondo! È il mondo!
 
MADDALENA
Amante! Amante!
 
CHÉNIER, MADDALENA
La nostra morte è il trionfo dell'amor!
 
CHÉNIER
Ah benedico, benedico la sorte!
 
MADDALENA
Nell'ora che si muore
eterni diveniamo!
 
CHÉNIER
Morte!
 
MADDALENA
Infinito!
 
MADDALENA, CHÉNIER
Amore! Amore!
 

(Il rullo dei tamburi annuncia l'arrivo della carretta.)
 
CHÉNIER, MADDALENA
È la morte!
 
CHÉNIER
Ella vien col sole!
 
MADDALENA
Ella vien col mattino!
 
CHÉNIER
Ah, viene come l'aurora!
 
MADDALENA
Col sole che la indora!
 
CHÉNIER
Ne viene a noi dal cielo,
entro un vel di rose e viole!
 
MADDALENA, CHÉNIER
Amor! Amor! Infinito!
Amor! Amor!
 
SCHMIDT
Andrea Chénier!
 
CHÉNIER
Son io!
 
SCHMIDT
Idia Legray!
 
MADDALENA
Son io!
 
MADDALENA, CHÉNIER
(salendo sulla carretta)
Viva la morte insiem!
 

 
(Mentre s'allontana la carretta Gérard riappare.
Tiene in mano il biglietto scritto da Robespierre per non vederlo:
"Perfino Platone bandì i poeti dalla sua Repubblica.'')

F I N E