CIPRIANO. Protagonista del Mago dei prodigi (v.) di Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), si potrebbe definire il Faust (v.) cristiano. Scienziato e negromante, investigatore dei segreti della terra e del cielo, egli vede il suo ardore di ricerca interrotto dall'amore incoercibile per la bella donna cristiana. Custode di ogni bellezza e d'una castità immacolata, Giustina professa, con il fervore della santità, la nuova religione. Indifferente alle premure di due spasimanti di gran lignaggio, Lelio e Floro, essa resta altresì impassibile al furore di Cipriano che s'è innamorato di lei vedendo i due patrizi affrontarsi per lei colla spada sguainata (i Romani di Calderón si battono senza testimoni come i gentiluomini dell'epoca di Filippo IV). A soccorso dello sconvolto filosofo interviene il Demonio (v. Diavolo ), che gli garantisce il possesso di Giustina esigendo quale contropartita la cessione della sua anima. Ma il Demonio nulla può contro la fermezza di una vergine cristiana o può solo moltiplicare delle fantasmagorie o delle finzioni, come avviene nella raccapricciante scena in cui Cipriano crede di ghermire nelle sue braccia Giustina avvolta in un gran manto e, nello scoprirla, s'imbatte in un cadavere. Cipriano canta vittoria: "Già la tua bellezza - è trofeo dei miei magici studi - poiché per conseguirti - niente temo, - davanti a niente arretro. - Mi costi già l'anima". E in quel momento lo scheletro gl'insinua gravemente: "Tali sono, o Cipriano, le glorie del mondo". Questa macabra rivelazione capovolge l'animo di Cipriano: invano il Demonio tenterà di richiamarlo alle clausole del loro contratto: Cipriano ha compreso che la virtù di Giustina è avvolta in una custodia impenetrabile, la custodia della vera fede. E quando Giustina, per rappresaglia dei suoi delusi spasimanti, viene tradotta al carcere e condannata alla pena capitale insieme coi suoi compagni di fede, Cipriano, il filosofo dedito alle tenebrose arti magiche, confesserà anche lui la fede cristiana. E dividerà con Giustina il supplizio. Cipriano - a cui più d'un tratto hanno prestato alcuni alchimisti e i filosofi dediti alla magia del '500 e del '600 - vi si sbozza come una sorta di Faust cattolico. Un Faust nel quale, però, la rivelazione transverberante fuga la magia, nel quale la grazia dissipa l'appetito sensibile: i suoi lunghi dialoghi col Demonio, talora aridi, talora cupamente bramosi, spandono un'atmosfera di soffocata carnalità su cui passa, come una nuvola d'argento, la trasparente purezza di Giustina. Il Demonio mostra il tono ragionatore e compiacente che sarà poi di Mefistofele (v.). L.Giu.

1821

Termina il poema Kavkazsk:j plennik (Il prigioniero del

Caucaso, pubblicato nel 1822) e il poemetto Gavriiliada

(La Gabrieleide).

1822

Termina il poema Brat'ja razbojniki (I fratelli masna-dieri, pubblicato nel 1825). Scrive la fiaba Car' Nikita i sorok ego doterej (Lo zar Nikita e le sue quaranta figlie).

1823

In luglio viene trasferito a Odessa, al servizio di M.S. Voroncov, governatore generale di Novorossija. Termina il poema Bachlisarajskzj fontan (La fontana di Bachiisaraj, pubblicato nel 1824). Il 9 maggio inizia il romanzo in versi

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Evgen:j Onegin, di cui nell'ottobre termina il primo capitolo (pubblicato nel 1825), e nel dicembre il secondo (pubblicato nel 1826).

1824

Nel luglio viene confinato nella tenuta materna di Michajlovskoe con il pretesto di una lettera intercettata in cui parlava di ateismo, ma anche per l'ostilità personale del suo superiore Voroncov.

In settembre scrive Razgovor knigoprodavca s poetom (Dialogo di un libraio con un poeta, che sarà pubblicato nel 1825 come introduzione al primo capitolo dell'Onegin). In ottobre termina il terzo capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1827) e il poema Cygany (Gli zingari, pubblicato nel 1827).

1825

In novembre conclude il Boris Godunov (pubblicato nel 1831). Nella notte fra il 13 e il 14 dicembre scrive Graf Nulin (Il conte Nulin, pubblicato nel 1827).

1826

L'8 settembre ha un'udienza con lo zar Nicola i il quale gli comunica che sarà lui il suo censore personale. In gennaio conclude il quarto capitolo dell'Onegin, in novembre termina il quinto (pubblicato nel 1828 insieme al quarto). In dicembre conclude il sesto capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1828).

1827

A maggio, per la prima volta dopo il confino di Michajlovskoe, torna a Pietroburgo. II 28 luglio muore la tata Arma Rodionovna. Scrive Arap Petra Velikovo (Il negro di Pietro il Grande, incompiuto, pubblicato postumo).

1828

Scrive il poema Poltava (pubblicato nel 1829). Termina

il settimo capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1830).

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1829

In giugno assiste alla conquista di Arzrum da parte dell'armata del generale Pakevi.

Basandosi sui suoi appunti di viaggio scrive Puteìestvie v Arzrum vo vremja pochoda 1829 goda (Viaggio ad Arzrum durante la campagna del 1829, pubblicato integralmente nel 1835).

1830

In aprile la proposta di matrimonio a Natal'ja Nikolaevna Gonarova (1812-1863) è accettata, ma in settembre il matrimonio viene rinviato. Un'epidemia di colera lo blocca nella tenuta paterna di Boldino: sarà questo il cosiddetto «autunno di Boldino», un periodo di grande fecondità artistica. Scrive infatti i racconti Vystrel (Il colpo di pistola), Metel' (La tormenta), Grobovik (Il fabbricante di bare), Stancionnyj smotritel' (Il mastro di posta), Baiyinja-krest'janka (La signorina-contadina), tutti pubblicati nell'ottobre dell'anno successivo con il titolo di Povesti Belkina (I racconti di Belkin), Istorija sela Gorjuchino (Storia del villaggio di Gorjuchino, pubblicato postumo) termina l'ottavo capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1832), il poemetto Domik v Kolomne (La casetta a Kolomna, pubblicato nel 1833), le piccole tragedie Skupoj rycar' (Il cavaliere avaro, pubblicate nel 1836), Mocart i Sahen (Mozart e Sahen, pubblicato nel 1831), Kamennyj gost' (Il convitato di pietra, pubblicato postumo), Pir vo vremja &my (Il festino in tempo di peste, pubblicato nel 1832), e le fiabe Skazka o pope i rabotnike ego Bal'de (Fiaba del pope e del suo bracciante Bal'da, pubblicata postuma), Skazka o medvediche (Fiaba sull'orsa, incompiuta, pubblicata postuma). Nello stesso anno scrive il poema Tazit (incompiuto, pubblicatp postumo).

1831

il 18 febbraio Pukin sposa a Mosca Natal'ja Nikolaevna Gonarova. In maggio ha il permesso di lavorare negli archivi per una storia di Pietro il Grande. Scrive la novella

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Roslaviev (pubblicata nel 1836) e la fiaba Skazka o Care

Saltane (Fiaba dello zar Saltan,' pubblicata nel 1832).

1832

1119 maggio nasce la figlia Marija Aleksandrovna. Scrive la novella Dubrovskzj (incompiuta, pubblicata postuma), e lavora al dramma Rusalka (La rusalka, incompiuto, pubblicato postumo).

1833

Il 6 luglio nasce il figlio Aleksandr Aleksandrovië. In agosto parte per Orenburg e Kazan' per documentarsi sulla rivolta di Pugaev dilagata in quelle regioni nel 1773. In marzo pubblica la prima edizione completa dell'Evgenij Onegin. In dicembre gli viene conferito il rango di Kamerjunker. Scrive la novella Pikovaja dama (La dama di picche, pubblicata nel 1834), il poemetto Andelo (pubblicato nel 1834), il poema Mednyj vsadnik (Il cavaliere di bronzo, pubblicato postumo), Istorija Pug&evskogo bunta (La storia della rivolta di Pugacev, pubblicato nel 1834), le fiabe Skazka o mertvoj carevne (Fiaba della zarevna morta, pubblicata nel 1834) e Skazka o rybake i rybke (La favola del pescatore e del pesciolino, pubblicata nel 1835).

1834

Scrive la novella breve Kirdahi (pubblicata nel 1834) e

la fiaba Skazka o zolotom petuske (Fiaba del galletto d'oro,

pubbliàata nel 1835).

1835

Il 14 maggio nasce il figlio Grigorij Aleksandroviè. Scrive la novella Egipetskie noìi (Le notti egizie, pubblicata postuma) e il dramma Sceny iz rycarskich vremen (Scene dai tempi cavallereschi, incompiuto, pubblicato postumo).

1836

Ii 29 marzo muore sua madre. 11 23 maggio nasce la figlia Natal'ja Aleksandrovna. Il 4 novembre riceve la let-

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tera anonima in cui viene dichiarato membro onorario e storiografo dell'ordine dei cornuti. Segue una sfida a duello a Georges d'Anthès, ritirata dopo il fidanzamento di questi con sua cognata Ekaterina Nikolaevna Gonarova. In aprile esce il primo numero del «Sovremennik» («II contemporaneo», trimestrale letterario da lui diretto). Termina il romanzo Kapitanskaja docka (La figlia del capitano, pubblicato lo stesso anno).

1837

Il 10 gennaio Georges d'Anthès sposa E.N. Gonarova. Il 26 Pukin scrive una lettera al barone Jakob van Heeckeren, il padre adottivo di d'Anthès, che si vede costretto a sfidare Pukin in duello. Nel pomeriggio del 27 gennaio, a (emaja Re&a, avviene il duello in cui Pukin è ferito da d'Anthès; ii 29 gennaio muore.

Esce, in gennaio, la seconda edizione completa dello Evgenzj Onegin, considerata la terza edizione tenendo conto delle precedenti edizioni parziali dei singoli capitoli.