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I Vorticisti furono un gruppo di scrittori e di intellettuali attivi a Londra nella prima metà degli anni Dieci. Chi erano? C’erano alcune personalità di spicco: essi intanto pubblicavano una rivista che si chiamava "Blast", e i personaggi di maggiore spicco furono due, uno Ezra Pound e un altro Percy Wyndham Lewis. Qual era la loro posizione? Era una posizione di avanguardisti nel territorio dell’arte, territorio nel quale erano attivi (parlo dell’arte figurativa) o nel territorio della letteratura. Quindi era una formazione di avanguardia. Questa formazione di avanguardia non c’è dubbio che prese abbastanza dai Futuristi sulle prime, tanto è vero che è conosciuta la famosa frase di Ezra Pound: "Senza Marinetti non ci saremmo stati io, Eliot ecc." Quindi non c’è dubbio. C’è una mostra molto importante che fanno i Futuristi alla Sackwille Gallery di Londra nel 1912, e questa mostra viene vista dall’intellettualità londinese. Wyndham Lewis, uno di questi Vorticisti, va a visitare la mostra, anzi, incontra anche Marinetti (adesso che ricordo) e lo incontra in un circolo di Londra, in un circolo molto esclusivo di Londra. Quindi c’è questa contaminazione tra i Vorticisti, quelli che si chiameranno di lì a poco Vorticisti, e i Futuristi, che fanno la seconda delle loro mostre importanti: dopo quella di Parigi viene la mostra di Londra. Quindi Wyndham Lewis e gli altri vanno a vedere i quadri di Boccioni, vanno a vedere i quadri di Severini, i quadri di Carrà esposti alla Sackwille Gallery e conoscono anche personalmente Marinetti. Bevono alla fontana futurista. Però di lì a poco, di lì a qualche anno hanno una reazione, cioè si distinguono dal Futurismo: in un primo momento ne sono conquistati e poi hanno come una reazione di rigetto, nella quale reazione secondo me gioca anche la tradizionale diffidenza inglese verso ciò che viene dal continente. Perché si chiamano Vorticisti? Essi vogliono essere il punto fermo nel vortice. Il vortice che cos’è? Il vortice è una metafora del divenire, è una metafora del movimento, è una metafora delle mode che ruotano appunto vorticosamente nel tempo storico che a ciascuno è dato di vivere. E loro intendono essere il centro del vortice, loro sono immobili nel vortice. E accuseranno poi i Futuristi di essere il Vortice. Ecco. Quindi si voltano contro i Futuristi, dopo avere appreso dai Futuristi. Dopo essere partiti dai Futuristi i Vorticisti si voltano contro i Futuristi. Ma non c’è mai una polemica poi tanto serrata e in qualche modo si vede anche dalle opere, dalle pitture per esempio, si vede che c’è consonanza. Per esempio c’è un pittore inglese che riprende pari pari il concetto della simultaneità futurista che era stato praticato da Severini. Leggi l'intervista da cui è stato tratto questo aforisma Aforismi dello stesso autore Partecipa al forum "I contemporanei" Tutti i diritti riservati |