william shakespeare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

le gaie mogli di windsoR

 

 

Commedia in 5 atti

 

 

Traduzione e note di Goffredo Raponi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Titolo originale: The merry wives of windsor

 

note preliminari

 

 

1) Il testo inglese adottato per la traduzione quello delledizione curata dal prof. Peter Alexander (W. Shakespeare, The Complete Works, Collins, London & Glasgow, 1951-1960, pag. XXXII-1370), con qualche variante suggerita da altri testi. In particolare si tenuto presente, siccome pi moderno e aggiornato, quello della pi recente edizione dellOxford Shakespeare di G. Welles & G. Taylor (Clarendon Press, New York, U.S.A., 1988-1994, pag. XLIX, 1274); questultima comprende anche I due cugini (The Two Kinsmen) che manca nellAlexander.

 

2) Il traduttore ha aggiunto di sua iniziativa didascalie e indicazioni sceniche (stage instructions) laddove le ha ritenute opportune per la migliore comprensione dellazione scenica alla lettura, cui questa traduzione espressamente ed essenzialmente ordinata ed intesa, il traduttore, nellaccingersi ad essa, essendo convinto della irrappresentabilit di Shakespeare sulle moderne ribalte.

Si lasciata comunque invariata, allinizio e alla fine delle scene, o allentrata ed uscita dei personaggi nel corso duna scena, la rituale indicazione Entra/ Entrano (Enter) ed Esce/ Escono (Exit/ Exeunt); avvertendo peraltro che non sempre essa indica movimenti di entrata/uscita, potendosi dare che il personaggio o i personaggi cui si riferisce si trovino gi in scena allinizio di questa, o vi restino alla fine.

 

3) Il metro lendecasillabo sciolto alternato da settenari; altro metro si usato per citazioni, proverbi, canzoni, cabalette e altro, allorch, in accordo col testo, sia stato richiesto uno stacco di stile.

 

4) I nomi dei personaggi che si prestano, sono resi nella forma italiana; quando preceduti da sir sono comunque sempre lasciati nella forma inglese. Per esigenze di metrica, i nomi inglesi plurisillabi, che alla pronuncia inglese suonano sdruccioli, bisdruccioli e perfino trisdruccioli - come tutte le parole di questa lingua dalla pronuncia mono-bisillabica (es. Wstmoreland) - possono essere diversamente accentati nel corpo del verso, secondo la cadenza dello stesso.

 

5) Il traduttore riconosce di essersi avvalso - ed anche largamente, in certi casi - di traduzioni precedenti dalla quali ha preso in prestito, oltre alla interpretazione di passi controversi, intere frasi e costrutti, dandone opportuno credito in nota.

 

nota introduttiva

 

Prima di tutto una parola sul titolo. Questa commedia passata da sempre sui teatri italiani col titolo di Le allegre comari di Windsor, dando lidea, a chi leggesse solo il titolo, che si tratti di qualcosa che abbia a che fare con affari di donnicciuole intriganti e pettegole, questo essendo il significato italiano corrente di comare: appellativo scherzoso o spregiativo per donna curiosa o pettegola(Dizionario Garzanti, alla voce); e per giunta allegre, aggettivo che, unito a comari nelluso corrente sinonimo di leggere. Lequivalente inglese di comare gossip; e, senza scomodare lessici, per Shakespeare gossip il tipo di donna che egli stesso delinea nel Mercante di Venezia quando fa dire a Solanio (III, 1, vv. 7-10): I would she were as lying in that, as ever knappd ginger or made her neighbours believe she wept for the death of a third husband. Solanio si riferisce a quello che il suo interlocutore Salerio ha chiamato my gossip report, quello che racconta la mia comare, circa la catastrofe che ha colpito in mare le navi dellamico Antonio, e risponde: Sarebbe meglio che quella comare / si fosse dimostrata in questo caso / altrettanto bugiarda / di quando nega di masticar zenzero / o quando vuol far credere ai vicini / daver versato lacrime damore / sulla morte del suo terzo marito.

Per Shakespeare dunque la comare la donna pettegola, bugiarda e ipocrita, che mastica zenzero e nega di farlo, e che vuol far credere agli altri di aver pianto sulla morte del suo terzo marito, e non lo ha fatto. Alice Ford e Meg Page non sono nulla di tutto questo: esse sono due signore per bene della borghesia inglese, oneste e virtuose e fedeli mogli di due onorevoli e ricchi mariti, per nulla pettegole, per nulla intriganti, e allegre soltanto nellarchitettare una beffa ai danni delluomo che ha tentato di insidiarne la virt, sir John Falstaff.

vero che in un punto (IV, 2, 7) la signora Page si rivolge alla signora Ford chiamandola comare (What hoa, gossip Ford, what hoa!), ma qui gossip nel senso che aveva il termine allepoca di Shakespeare, e cio quello di friend, chum, che veniva scambiato solo fra donne (v. Oxford Universal Dictionary alla voce).

Dunque niente comari e niente allegre: il titolo di Allegre comari una delle banalit che nel tempo hanno inseguito ingiustamente in Italia questa commedia di Shakespeare; il quale ha solo voluto far muovere qui sulla scena due mogli (wives) in vena di dare una lezione di buon costume ad un vecchio farfallone arrugginito; ed riuscito magistralmente nellintento, scrivendo quasi di getto, e quasi tutta in prosa, una delle sue opere pi teatrali, sia nella saldezza della struttura scenica che nel ritmo con cui condotta la boccaccesca vicenda; il che spiega la grande fortuna di questa commedia sin dal Seicento, sulle scene inglesi e poi su quelle di tutto il mondo. E ci malgrado che il lavoro, quanto ad ispirazione poetica e contenuto drammatico, sia una delle pi fiacche produzioni del genio shakespeariano

 

Si detto che la commedia fu prodotta quasi di getto perch, secondo una congettura raccolta per primo dal Rowe nella sua edizione in 7 volumi dellopera completa di Shakespeare, e poi ripresa dal Dennis (1712) (John Dennis, Essay on the Genious of Writing in Shakespeare, ed. E. N. Nokker, 1939-45), essa fu scritta da Shakespeare in 14 giorni per compiacere ad un espresso desiderio della regina Elisabetta. A questa si dice fosse tanto piaciuto il personaggio di Sir John Falstaff nella prima parte dellEnrico IV, che avrebbe ordinato al poeta di scrivere un lavoro teatrale in cui lo stesso personaggio fosse implicato in un intrigo amoroso. Shakespeare, che era intento alla stesura della seconda parte dellEnrico IV, dovette presumibilmente interrompere questa, per porre mano al nuovo lavoro e completarlo in tempo per la rappresentazione; la cui occasione sarebbe stata la cerimonia, a corte, dellinvestitura a cavalieri dellordine della Giarrettiera di alcuni nobili tra cui il Lord Ciambellano della regina; questi era anche il patrono della compagnia teatrale di cui Shakespeare faceva parte (detta appunto dei Chamberlains Men). La Giarrettiera il nome della locanda dove alloggia il protagonista Sir John Falstaff, e lordine aveva la sua sede araldica a Windsor.

Se cos , la stesura del lavoro non pot farsi pi tardi della fine 1596/inizio1597, per essere rappresentata a corte il giorno di San Giorgio patrono dInghilterra (23 aprile 1597), giorno nel quale, appunto, la regina conferiva le investiture.

 

* * *

Il lavoro mostra, in realt, i segni della fretta con cui stato scritto; non solo nel fatto di essere - come si detto - quasi tutto in prosa, ma anche in una certa disarmonicit inconsueta nel drammatismo di Shakespeare, con episodi che a stento si ricompattano col resto della vicenda, come quello del furto dei cavalli allOste della Giarrettiera da parte di improbabili ladroni tedeschi, o la scena della lezione di latino al piccolo Guglielmino Page da parte del parroco gallese Don Ugo; i personaggi di Pistola e di Nym sono inspiegabilmente abbandonati dopo il loro balordo colloquio con Ford e Page.

In compenso, la commedia, tra tutte quelle di Shakespeare, fornisce uno spaccato della societ provinciale inglese, lunica - come nota il Melchiori (Giorgio Melchiori, Shakespeare, Laterza, 1994) - autenticamente inglese, per la sua ambientazione, la sua atmosfera, il muoversi dei personaggi, persino il lor dialogare. La vicenda, infatti, piena di riferimenti a luoghi e persone e usi che dovevano esser familiari ai londinesi del tempo, il dialogo colloquiale, senza alcuna concessione allo stile eufuistico che figura in altre commedie (pag. 381).

Ci vero, anche se la trama visibilmente un adattamento alla societ inglese di situazioni gi presenti nella letteratura medioevale. Il tema centrale della beffa intorno agli sfortunati tentativi di seduzione di Sir John Falstaff verso le due mogli, quello della gelosia del marito di una di esse, Ford, era gi abbondantemente sfruttato dalla novellistica italiana. Shakespeare conosceva Boccaccio; ma il particolare del cesto da bucato in cui vien nascosto un incauto corteggiatore per sfuggire alle furie del marito geloso si ritrova tale e quale in una novella della raccolta Il Pecorone di Giovanni Fiorentino, che Shakespeare anche conosce, perch da esso attinger anche la trama del suo Mercante di Venezia: la storia di uno studente romano che a Bologna tresca con la moglie del suo maestro, e, sorpreso dal marito di lei, da questa nascosto nel cestone dei panni da bucato.

Ma qui, ancora una volta, Shakespeare assapora, digerisce nella sua anima poetica e adatta al gusto corrente della commedia inglese questi temi della novellistica italiana, e in una eccezionale unit di tempo e di luogo (tutta lazione si svolge in tre giorni, e tutta a Windsor), crea il capolavoro che sfider il tempo.

La commedia stata infatti sempre popolare in Inghilterra e altrove, nei secoli XVII, XVIII e XIX, senza subire - a differenza di altre - molte manipolazioni. La vicenda ha anche affascinato e ispirato molti musicisti. In Inghilterra, Arthur Sullivan ha intitolato col nome di The Merry Wives of Windsor una sua ouverture, forse preludio ad una operetta; Edward Elgar vi ha dedicato un studio sinfonico; William Balfe e Henry Bishop vi hanno composto ciascuno unopera lirica. In Austria, Antonio Salieri, il maestro di Mozart, ha composto, sulla stessa trama, un Falstaff. In Germania Otto Nikolai le sue Die Lustige Weiber von Windsor; in Italia, Giuseppe Verdi il suo ultimo massimo capolavoro, Falstaff, su libretto di Arrigo Boito.

 

Personaggi

 

 

Sir John FALSTAFF

 

 

FENTON

 

giovin signore

Roberto ZUCCA

giudice di campagna

Abramo STANGHETTA

 

suo nipote([1])

Frank FORD

Giorgio PAGE

borghesi di Windsor

 

Guglielmino PAGE

 

 

figlio di Giorgio e Meg Page

Don([2]) Ugo EVANS

 

parroco gallese

Dottor CAJUS

 

medico francese

LOSTE

 

della locanda La Giarrettiera

BARDOLFO

PISTOLA

NYM

 

 

uomini al seguito di Falstaff

ROBIN

 

paggio di Falstaff

SIMPLICIO

 

servo di Stanghetta

John RUGBY

 

servo del dottor Cajus

Alice FORD

moglie di Frank Ford

Meg PAGE

moglie di Giorgio Page

Annetta PAGE

sua figlia

 

QUICKLY

governante/factotum del dottor Cajus

 

 

 

SCENA: Windsor e dintorni, in Inghilterra.

ATTO PRIMO

 

 

SCENA I – Windsor, davanti alla casa di Giorgio Page.

 

Entrano il giudice ZUCCA, mastro STANGHETTA e Don Ugo EVANS

 

ZUCCA -

No, don Ugo, non mi convincerete;

porter la questione allAlta Corte.([3])

Fossegli pure venti sir John Falstaff,

non tratter cos Roberto Zucca,

scudiero([4])

 

STANGHETTA -

e giudice di pace e coram([5])

nella contea del Gloucester.([6])

 

ZUCCA -

Gi, nipote Stanghetta, e costalorum.

 

STANGHETTA -

E rotulorum anche, signor parroco,

e gentiluomo nato,

e firma Armigero([7]) in ogni atto ufficiale,

concessione, mandato, ricevuta,

obbligazione. Armigero, capito?

 

ZUCCA -

Esattamente; cos faccio infatti,

e cos sempre da trecento anni

stato fatto.

 

STANGHETTA -

Tutti i successori,

prima di lui lhan fatto;

e cos possono fare altres

tutti i suoi avi che vengono dopo,([8])

e possono esibir sul loro stemma

dodici lucci bianchi.

 

ZUCCA -

Un vecchio stemma!

 

EVANS -

Oh, ci stan bene sopra un vecchio stemma

dodici lucci! E meglio se passant.([9])

Son bestioline familiari alluomo

e simbolo di buon attaccamento.

 

ZUCCA -

I lucci? Ha detto lucci, lui, non pulci!

Il luccio un pesce fresco;

salacche sono le vostre sottane!([10])

 

STANGHETTA -

Ed al tuo stemma, zio,

io posso ben aggiungere il mio quarto.

 

ZUCCA -

Lo puoi, certo, sposandoti.

 

EVANS -

Spogliandosi piuttosto, se lo squarta.([11])

 

ZUCCA -

Come sarebbe?

 

EVANS -

Eh, s, Vergine santa!

Segli vi prende un quarto di vestito,

a voi ne restano solo tre quarti,

comio la vedo Ma lasciamo andare.

Se sir John Falstaff vha recato offesa,

io son uomo di chiesa

e sarei lieto dinterporre azione

perch si giunga a una conciliazione.

 

ZUCCA -

Giudicher il Consiglio, sedizione!

 

EVANS -

Il Consiglio di casi sediziosi

non giudica; in una sedizione

non cՏ materia da timor di Dio;

ed il Consiglio soccupa, attenzione!,

solo di casi di timor di Dio,

e non di sedizione.

Prendete in ci le vostre precauzioni.([12])

 

ZUCCA -

Ah, mia vita, poter tornare giovane!

La spada metterebbe tutto a posto.

 

EVANS -

molto meglio che ci sian gli amici

a fungervi da spada

ed aiutarvi a metter tutto a posto.

Eppoi ho unaltra idea per il cervello

che potrebbe, chiss, non si sa mai,

rivelarsi di buon discernimento

(A Stanghetta)

Pensavo, s, a quellAnnetta Page,

la figliola di mastro Giorgio Page

una verginit molto piacevole.([13])

 

STANGHETTA -

Miss Anna Page? bruna,

e parla con vocetta da donnina.

 

EVANS -

Non potreste desiderar di meglio

al mondo, e in pi settecento sterline

doro e argento sonanti,

lasciatele, morendo, da suo nonno

- Dio lo faccia risorgere beato! -

per quando compir diciassettanni.

Sarebbe buona cosa ora per noi

lasciar da parte le beghe e le ciarle

ed auspicarci invece un matrimonio

tra mastro Abramo e miss Annetta Page.

 

ZUCCA -

Settecento sterline, avete detto,

lasciatele dal nonno?

 

EVANS -

Esattamente,

e qualche penny aggiunto da suo padre.

 

STANGHETTA -

Conosco la ragazza; ha belle doti.

 

EVANS -

Sfido io! Settecento e pi sterline

Altro che belle doti! Anzi, bellissime!

 

ZUCCA -

Bene, rechiamoci da mastro Page.

Ma Falstaff da lui, che voi sappiate?([14])

 

EVANS -

Fi tovrei forse tire una bugia?

Io tisprezzo il bugiardo,

come tisprezzo chi asserisce il falso,

come tisprezzo chi non dice il vero.

Il cavaliere sir John da lui;

ma, vi scongiuro, fatevi guidare

da chi desidera farvi del bene.

Ora pusser io da mastro Page.

(Si avvicina alla porta di casa Page e bussa)

Ehi, di casa! Vi benedica il Cielo!

 

PAGE -

(Da dentro)

Chi l fuori che chiama?

 

EVANS -

La Dio benedizione e il vostro amico,

con il giudice Zucca;

e cՏ qui il giovane mastro Stanghetta

che vorrebbe parlarvi, alloccorrenza,

duna certa cosuccia, se vi garba.

 

PAGE -

(Comparendo nel vano della porta)

Felice di veder vossignorie

tutti bene in salute. Oh, mastro Zucca!

Vi ringrazio di quella cacciagione.

 

ZUCCA -

Lieto anchio di vedervi, mastro Page.

Buon pro vi faccia la mia cacciagione.

Avrei voluto mandarvi di meglio

stata mal cacciata

E la signora Page? Sta bene spero.

Vi ho sempre molto cari,

e vi ringrazio davvero di cuore.

 

PAGE -

Son io, signore, che ringrazio voi.

 

ZUCCA -

No, son io che vi devo ringraziare,

mio signore, e lo faccio con il cuore,

che lo crediate e no.

 

STANGHETTA -

Ebbene che mi dite, signor Page,

di quel vostro levriero rosso-fulvo?

Ho inteso dire che alle corse, a Cotswold,

sՏ fatto battere?

 

PAGE -

Vero s e no;

non si pot giudicare, signore.

 

STANGHETTA -

Evvia, lo so, non lo volete ammettere,

non lo volete!

 

ZUCCA -

Non lo far mai!

colpa vostra, colpa Il cane buono.

 

PAGE -

Un cagnaccio, signore.

 

ZUCCA -

Un buon cane, signore, ed anche bello

Per caso, cՏ sir John Falstaff da voi?

 

PAGE -

dentro, s. Sarei proprio contento,

signore, dinterporre fra voi due

i buoni uffici.

 

EVANS -

Molto pen parlato,

come tofrebbe parlare un cristiano.

 

ZUCCA -

Mha recato gran torto, mastro Page.

 

PAGE -

E in certo modo ve lo riconosce.

 

ZUCCA -

Riconoscere non riparare.

Che ne dite? Mha offeso, eh, credetemi,

parola di Roberto Zucca, esquire.

Offeso, eccome!

 

PAGE -

Eccolo che viene.

 

Entra, uscendo dalla casa di Page, FALSTAFF, seguito da BARDOLFO, NYM e PISTOLA

 

FALSTAFF -

Allora, mastro Zucca,

volete querelarmi avanti al re,

a quanto pare?

 

ZUCCA -

Ebbene, cavaliere,

avete bastonato i miei famigli,

mavete ucciso un cervo

e forzato lingresso al padiglione.

 

FALSTAFF -

E baciata la figlia del custode,

non lo dite?

 

ZUCCA -

Uninezia per voi, eh!?

Ma dovrete rispondermene, eccome!

 

FALSTAFF -

SՏ per rispondervi, lo faccio subito:

ho fatto tutto quel che avete detto.

Va bene?

 

ZUCCA -

Questo lo dir il Consiglio.

 

FALSTAFF -

Un consiglio, se lo volete, buono,

che meglio per voi che questa roba

non si risappia in giro:

vi rideranno dietro

 

EVANS -

(Intromettendosi)

Pauca verba,([15])

cavaliere. Poche parole e buone.

 

FALSTAFF -

Poche parole un corno, reverendo!([16])

Vho forse rotto la testa, Stanghetta?

Che avete a dire voi contro di me?

 

STANGHETTA -

Eh, ce navrei parecchio

nella mia testa contro voi, signore,

e contro i vostri soci gabbamondo,

Bardolfo, Nym, Pistola Loro, s.

(Li indica uno per uno mentre li nomina)

Prima mhan trascinato in una bettola,

mhan fatto bere fino ad acciuccarmi,

e poi mhan ripulito le saccocce

 

BARDOLFO -

(Andandogli sotto il naso, e snudando la spada)

Ohi, sagrestano,([17]) bada come parli.

 

STANGHETTA -

(Impaurito dalla reazione di Bardolfo)

Insomma, dico beh, lasciamo andare

 

PISTOLA -

(Snudando anche lui la spada)

Come sarebbe a dire, Mefistofelo?

 

STANGHETTA -

Lasciamo andare, insomma non importa.

 

NYM -

(Snudando anchegli la spada e ripetendo il gesto di Bardolfo)

Io ti faccio e fettine pauca, pauca

A fettine Mi trovi proprio in vena!

 

STANGHETTA -

(Come sentendosi assediato dai tre, cercando soccorso)

Simplicio, il mio valletto

Ma dovՏ, dovՏ andato? Zio, lo sai?

 

EVANS -

(Interponendosi fra Stanghetta e i tre)

Calma, vi prego. Cerchiamo dintenderci.

Ci son tre arbitri in questa contesa,

se ho ben capito: e cio mastro Page,

fidelicet([18]) il nostro mastro Page;

e ci son io, fidelicet io stesso,

e terzo, ultimamente e finalmente,

il nostro Oste della Giarrettiera.

 

 

PAGE -

A noi tre ascoltare e definire

tra loro due.

 

EVANS -

Penissimo.

Io ne faccio ferbale annotazione

sul mio taccuino, e poi decideremo

chi ha ragione e chi ha torto

con la pi gran discrezione possibile.

 

FALSTAFF -

Pistola!

 

PISTOLA -

tuttorecchi.

 

EVANS -

Tuttorecchi

Per il diavolo e per la diavolessa!

Che frase questa? Questa affettazione!

 

FALSTAFF -

Pistola, vero che hai fatto man bassa,

tu, nella borsa di mastro Stanghetta?

 

STANGHETTA -

S, per questi miei guanti, che lha fatto

o chio non possa pi rimetter piede

nella mia camera Sette palanche

dai sei scellini ognuna, di buon conio,

e due scellini di Edoardo Sesto([19])

costati due scellini e mezzo al pezzo

da Eddy Miller, s, per questi guanti!

 

FALSTAFF -

Vero, Pistola?

 

EVANS -

Falso, sՏ un borseggio.([20])

 

PISTOLA -

(A Stanghetta)

Ah, brutto zoticone di montagna!

(A Falstaff)

Sir John, padrone mio, qui mestieri

chio mi degni raccogliere la sfida

ora, di questa sciabola di latta.([21])

(A Stanghetta)

La smentita dalle tua labbra, subito!([22])

Bava e schiuma, tu menti!

 

STANGHETTA -

(Indicando Nym)

Allora stato lui, per questi guanti!

 

NYM -

Chi, io? Attento, amico, a quel che fate,

e a tenere con me modi civili.

Se vi passasse di fare lo sbirro,

vi faccio intrappolare da voi stesso.

E questo quanto.

 

STANGHETTA -

(Indicando Bardolfo)

Allora stato lui,

lui facciarossa, per questo cappello!

Perch se pure non ricordo bene

quello che ho fatto e quel che non ho fatto

quando mavete fatto ubriacare,

non sono mica un asino, sapete?

 

FALSTAFF -

(A Bardolfo)

E tu, faccia scarlatta, che rispondi?

 

BARDOLFO -

Per parte mia, signore,

vi rispondo che questo gentiluomo

sera presa una tale acciuccatura

da perder tutte e cinque le sentenze

 

EVANS -

I cinque sensi, vuoi dire; vergogna,

quale ignoranza!

 

BARDOLFO -

e ubriaco comera,

venne, come si dice, alleggerito;

sicch ora le sue supposizioni

vanno a vanvera, in ogni direzione.

 

STANGHETTA -

Va l che anche voi a un certo punto

parlavate latino, come me

ma basta, non importa. Fin chio viva,

se dovr ubriacarmi unaltra volta,

sar in compagnia di gente onesta,

buona e civile; se sar ubriaco,

sar con quelli che han timor di Dio,

e non in mezzo a furfanti beoni.

 

EVANS -

Dio tascolti; proposito virtuoso.

 

FALSTAFF -

Ecco, signori, lavete sentito:

smontate tutte le accuse. Va bene?

Lavete ben sentito.

 

Entra, uscendo da casa Page, ANNETTA PAGE,

con vino e bicchieri. Da parti opposte entrano anche ALICE FORD e MEG PAGE.

 

PAGE -

(Ad Annetta)

No, figliola, riporta tutto in casa;

verremo a bere dentro tutti insieme.

(Annetta rientra in casa con vino e bicchieri)([23])

 

STANGHETTA -

O cielo, lei, madamigella Page!

 

PAGE -

(Andando incontro ad Alice Ford)

Signora Ford, salute! Come va?

 

FALSTAFF -

Signora Ford, ma che felice incontro,

parola mia! Voi permettete, vero?

(Si avvicina ad Alice e la bacia)

 

PAGE -

(A Meg)

Moglie, da il benvenuto in casa nostra

a questi gentiluomini Venite,

abbiamo preparato per la cena

un pasticcio di cacciagione al forno.

Entrate, miei signori, e un buon bicchiere

ci aiuti a dissipare ogni malanimo.

(Entrano tutti in casa Page, eccetto Stanghetta)

 

STANGHETTA -

Preferirei a quaranta scellini

avere qui con me il mio libretto

di canzoni e sonetti([24])

 

Entra SIMPLICIO

 

Ehi l, Simplicio!

Dove sei stato tutto questo tempo?

Debbo servirmi da me stesso, io?

Tu hai con te il Libro degli Enigmi,

vero?

 

SIMPLICIO -

Io, il Libro degli Enigmi?

Ma non lavete prestato voi stesso

alla signora Alice Pizzacorta([25])

il giorno dOgnissanti,

la quindicina avanti San Michele?([26])

 

Rientrano, uscendo da casa Page, ZUCCA e EVANS

 

ZUCCA -

Su, nipote, siam qui ad aspettarti.

(Prendendolo sottobraccio)

Eh, senti prima, per, cocco mio:

qui cՏ nellaria una certa proposta,

s, diciamo, una specie di proposta

lanciata da don Ugo un po alla larga

Mi capisci?

 

STANGHETTA -

S, certo, mio signore:

mi troverete affatto ragionevole:

sՏ una cosa da fare,

far tutto, purch sia di ragione.

 

ZUCCA -

Gi, ma capiscimi

 

STANGHETTA -

quel che faccio.

 

EVANS -

(Prendendo anchegli sottobraccio Stanghetta, dallaltra parte)

Prestate orecchio alle sue suggestioni,

mastro Stanghetta. Penser io dopo

ad illustrarvi tutta la questione

se avrete la capacit dintenderla.

 

STANGHETTA -

No, io far, vogliate perdonarmi,

come dice lo zio Zucca; lo zio

giudice di pace al suo paese,

ed io son qui da semplice borghese.

 

EVANS -

Ma il punto non questo. La questione

concernente il fostro matrimonio.

 

ZUCCA -

Gi, questo il punto.

 

EVANS -

S, il vero punto

questo con madama Annetta Page.

 

STANGHETTA -

Ebbene, sՏ cos, la sposer,

ad ogni ragionevole domanda.

 

EVANS -

Ma poi saprete farvi voler bene

dalla ragazza? Lasciateci insistere

per saper questo dalla vostra bocca

o, se volete, dalle vostre labbra,

se vero che le labbra,

come sostengono molti filosofi,

sono parti essenziali della bocca.

Ossia, per dirla pi precisamente,

vi credete capace

di riversar su lei il vostro bene?

 

ZUCCA -

In altri termini, Abramo Stanghetta,

nipote, senti di poterla amare?

 

STANGHETTA -

Spero, signore, di poterlo fare

come saddice ad uno affatto incline

ad operare secondo ragione.

 

EVANS -

Eh, santi e sante vergini di Dio!

No, ci dovete dire in positivo

se vi sentite di portar su lei

la vostra propensione.

 

ZUCCA -

Ecco, s, questo, esattamente questo

devi dire: vuoi tu condurla in moglie,

verso, naturalmente, congrua dote?

 

STANGHETTA -

Anche di pi sarei disposto a fare,

se siete voi a chiedermelo, zio,

e se la cosa secondo ragione.

 

ZUCCA -

Eh, non ci siamo. Cerca di capirmi:

quello che faccio io, nipote mio,

lo faccio solamente pel tuo bene.

Ti senti tu di amare la ragazza?

 

STANGHETTA -

Io, se voi lo chiedete, me la sposo;

e se proprio, diciamo, sul principio

non sar grande amore, con il tempo

il cielo potr farlo ben decrescere([27])

con pi approfondita conoscenza

dopo sposati, e dopo aver avuto

cos modo migliore di conoscerci.

Vorrei sperare, con lintimit,

che possa crescere pi repulsione.([28])

Ma se voi dite: Sposala,

io la sposo, perch su questo punto

son dissoluto, e dissolutamente([29]).

 

EVANS -

La risposta mi pare assai sensata,([30])

salvo lorrore di quella parola,

s, diciamo quel dissolutamente

che dovrebbe, secondo il nostro intendere,

suonare invece risolutamente.

Ma lintenzione puona e tanto pasta.

 

ZUCCA -

S, penso anchio che lintenzione buona.

 

STANGHETTA -

Toh, se no, vorrei essere, impiccato!

 

Rientra ANNETTA PAGE

 

ZUCCA -

Oh, la nostra madamigella Annetta!

Come vorrei aver qualche anno in meno,

se penso a voi, vezzosa damigella!

 

ANNETTA -

Signori, il pranzo gi servito in tavola,

mio padre aspetta le signorie vostre.

 

ZUCCA -

Sono agli ordini suoi, bellezza mia.

 

EVANS -

Oh, penetetto Dio!

Io non foglio mancare al Benedicite!([31])

 

(Escono, entrando in casa Page, Zucca e don Evans)

 

ANNETTA -

Vossignoria non vuole favorire?

 

STANGHETTA -

Vi ringrazio di cuore. Sto benissimo.

 

ANNETTA -

Il pranzo aspetta voi di l, signore.

 

STANGHETTA -

Non ho appetito, grazie veramente.

(A Simplicio)

Va dentro tu, ragazzo,

e, per quanto tu sia mio servitore,

mettiti agli ordini di mio zio Zucca.

 

(Esce Simplicio, entrando in casa Page)

 

Un giudice di pace

pu sentirsi obbligato qualche volta

con suo nipote che gli cede il servo.

Finch mia madre in vita,

io non posso tenere al mio servizio

pi di tre uomini ed un paggetto

Ma che farci? Ed intanto devo vivere

come un pitocco nato gentiluomo.

 

ANNETTA -

Signore, rientrar senza di voi,

non posso; non si siederanno a tavola

finch non arriviate.

 

STANGHETTA -

Veramente,

vi dico, non ho voglia di mangiare.

Come avessi accettato. Vi ringrazio.

 

ANNETTA -

(Spazientita)

Evvia, vi supplico, signore, entrate!

 

STANGHETTA -

Grazie, faccio due passi qui di fuori.

Laltro giorno mi sono fatto male

ad uno stinco nel tirar di scherma

con il mio istruttore tre stoccate,

per posta un piatto di prugne stufate([32])

E mentre io gli paro un colpo in testa,

lui mi tira allo stinco ed in coscienza,

da allora non riesco a sopportare

nemmen lodore di vivande calde.

(Abbaiare di cani da fuori)

Perch abbaiano tanto questi cani?

Ci son orsi in citt?

 

ANNETTA -

Credo di s,

ne ho sentito parlare dalla gente.

 

STANGHETTA -

Io vado matto a vederli combattere;([33])

ma non mi stancher di protestare,

come tutti, del resto, in Inghilterra,

contro siffatta specie di spettacoli.

Scommetto che a vedere un orso sciolto

voi avreste paura.

 

ANNETTA -

Oh, s, signore.

 

STANGHETTA -

A me non fanno invece alcun effetto.

Avr incontrato almeno venti volte

lorso Sackerson, sciolto,

e lho preso perfin per la catena.

Ma le donne sapeste come urlavano

di qua e di l, in modo da non credersi.

Ma si sa che le donne

quelle bestie non possono soffrirle,

e, in verit, sono gran brutte bestie.

 

PAGE -

(Affacciandosi alla porta di casa)

Mastro Stanghetta, andiamo, su, venite,

qui siamo tutti fermi ad aspettarvi.

 

STANGHETTA -

Non mangio nulla, vi ringrazio, amico.

 

PAGE -

Ah, questa no, per le sacre scritture!([34])

Non avete alternanza, amico. Andiamo.

(Spalanca la porta, si fa da un lato per lasciar

passare Stanghetta che sՏ deciso a entrare)

 

STANGHETTA -

(Fermandosi sulla porta, complimentoso)

No, prego, prima voi

 

PAGE -

Andiamo, andiamo!

 

STANGHETTA -

(Ad Annetta)

No, no, non entrer prima di voi.

Non sia mai chio vi faccia un tale sgarbo.

 

ANNETTA -

Signore, per piacere

 

STANGHETTA -

Beh, obbedisco.

Meglio essere scortese che noioso.

Per vi fate torto, eh, credetemi.

(Entrano in casa)

 

 

 

 

SCENA II - La stessa

 

Entrano, uscendo da casa Page, don EVANS e SIMPLICIO

 

EVANS -

Mettiti in giro e chiedi della casa

di certo dottor Cajus;

e quale strada fare per andarci.

Abita l certa madama Quickly,

chՏ in qualche modo la sua governante,

perch gli fa da cuoca, balia asciutta,

sguattera, lavandaia, stiratrice.

 

SIMPLICIO -

Vado, signore.

 

EVANS -

Aspetta, cՏ di pi.

Le devi consegnare questa lettera.

Quella donna assai bene ammanicata

con miss Annetta Page, e questa lettera

per pregarla di patrocinare

presso la stessa miss Annetta Page

i desideri del tuo principale.

Corri, da bravo, e vedi di far presto.

Io vado a terminare di pranzare:

cՏ ancora da venir frutta e formaggi.

 

(Escono)

 

 

 

 

SCENA III - La locanda della Giarrettiera

 

FALSTAFF seduto a un tavolo, lOSTE gli serve del vino.

In piedi, BARDOLFO, NYM, PISTOLA e ROBIN

 

FALSTAFF -

Caro il mio Oste della Giarrettiera

 

OSTE -

Che mi dice il mio dolce cucciolone?

Ditemi, con dottrina e con saggezza.

 

FALSTAFF -

Eh, Oste mio, mi trover costretto

a licenziar qualcuno del mio seguito.

 

OSTE -

E tu licenziali, mio dolce Ercole!

Mandali tutti a spasso. Trotta, trotta!

 

FALSTAFF -

Mi spendo gi da te, di solo alloggio,

dieci buone sterline a settimana.

 

OSTE -

Per ci stai da vero imperatore,

sei un Cesare, un Kaiser, un Visir

Mi tratterr Bardolfo al mio servizio;

lo metter a spillare e tappar botti.

Che mi dici, grande Ettore, va bene?

 

FALSTAFF -

Oste mio caro, fa come vuoi tu.

 

OSTE -

Inteso, allora. Che passi da me.

(A Bardolfo)

Ti dir come far schiumar la birra

e mischiar calce al vin secco di Spagna.

Son uomo di parola. Vieni, seguimi.

 

(Esce)

 

FALSTAFF -

Va, Bardolfo, da bravo, va con lui.

Spillare botti un ottimo mestiere.

Vecchia zimarra fa giacchetta nuova;

servo vizzo fa taverniere fresco.

Va, va, Bardolfo, addio.

 

BARDOLFO -

il mestiere da me sempre agognato.

Son sicuro che ci far carriera.

 

(Esce)

 

PISTOLA -

(A Bardolfo mentre esce)

Vile ungherese!([35]) Non vedevi lora

di cominciare a manovrar lo zipolo!

 

NYM -

Quello fu concepito in una sbornia;

non ha davvero lanima di eroe.

Ho concepito bene?([36])

 

FALSTAFF -

Ed io son lieto

dessermi finalmente liberato

dun tal contenitore dinfiammabili.([37])

Era troppo scoperto nel rubare;

e nel fare una truffa

era come un cantore principiante,

mai che avesse saputo andare a tempo.

 

NYM -

E certo, nel rubare, la bravura

consiste proprio nel saperlo fare

nellintervallo duna semicroma.

 

PISTOLA -

Rubare Abbasso questa parolaccia!

Luomo saggio lo dice: trasferire.

 

FALSTAFF -

Beh, signori, sapete che vi dico?

Io sono quasi a terra coi calcagni.([38])

 

PISTOLA -

Attento non vi vengano i geloni.

 

FALSTAFF -

Non cՏ proprio rimedio;

devo per forza escogitar qualcosa;

ingegnarmi a trovare un espediente.

 

PISTOLA -

I corvi giovani voglion beccare.([39])

 

FALSTAFF -

Chi di voi tre conosce qui in citt

un certo Ford?

 

PISTOLA -

Ah, lo conosco io;

ed persona di buone sostanze.

 

FALSTAFF -

Miei onesti ragazzi, voglio dirvi

quel che mi va frullando per la testa.

 

PISTOLA -

Un vol di corvi in cerca di becchime.([40])

 

FALSTAFF -

Non il momento di far dello spirito.

vero che la mia circonferenza

di circa due yarde in abbondanza;

ma non ho lintenzione di restringerla,

piuttosto di allargarla. A farla breve,

io sono intenzionato a conquistare

lamore della moglie di quel Ford;

mi sono accorto che non le dispiaccio:

parla, occhieggia, dardeggia tentazioni.

Io so leggere quello che cՏ sotto

al suo confidenziale atteggiamento,

le cui pi spinte manifestazioni

tradotte in buon volgare

mi dicono: Io son di sir John Falstaff.

 

PISTOLA -

(A parte a Nym)

Si vede che se lՏ studiata bene,

perch dice volgare per onesto.

 

NYM -

(c.s. a Pistola)

Lancora scesa al fondo. Ho detto bene?

 

FALSTAFF -

lei, per quanto se ne dice in giro,

che governa la borsa del marito,

e lui possiede una legione dangeli.([41])

 

PISTOLA -

E voi, munito daltrettanti diavoli,

gridate loro: Addosso a lei, ragazzo!

 

NYM -

Mi sollevi lumore bene, bene

Quegli angeli acclimtali da me.([42])

 

FALSTAFF -

(Mostrando loro due buste)

Ho scritto questa lettera per lei,

e unaltra, qui, per la moglie di Page,

la quale anchessa, ancora di recente,

mi dardeggiava sguardi saporosi,

ammirandomi compiaciuta al massimo,

tutto in giro, con occhi giudiziosi,

posando il loro raggio ora sui piedi

ora sullimponente mia ventraia

 

PISTOLA -

(A parte a Nym)

Il sole illumin la pattumiera!

 

NYM -

(A parte a Pistola)

Ottima, questa! Bravo, ti ringrazio.

 

FALSTAFF -

percorrendo, cos, con il suo sguardo

tutto lesterno della mia persona,

con unaria di tal concupiscenza,

che mi parve sentire allimprovviso

bruciare dallardore di quegli occhi

come dal fuoco duno specchio ustorio!

Ecco, questa una lettera per lei;

tiene anchella il cordone della borsa

di casa: una regione della Guiana,([43])

tutta oro e tesori in abbondanza.

Vorr fare ad entrambe da cassiere,

e ne far la mia tesoreria,

le mie Indie orientali e occidentali,

e far buon commercio con entrambe.

Va, Pistola, consegna questa lettera

nelle mani della signora Page;

(A Nym)

e tu questaltra alla signora Ford.

Ci arricchiamo, ragazzi! la fortuna!

 

PISTOLA -

(Rifiutandosi di prendere in consegna la lettera)

Ah, no, sir John, non mi chiedete questo!

Dovrei ridurmi un Pandaro di Troia,([44])

io, con tanto dacciaio alla mia cintola?

Ma che Lucifero cinforchi tutti!

 

NYM -

(Restituendo a Falstaff la lettera che aveva gi presa)

N vorr io ridurmi cos in basso.

Riprendetevi questa sporca lettera.

Io voglio conservare intemerata

la mia reputazione, signor mio.

 

FALSTAFF -

(A Robin, consegnandogli la lettera)

Toh, allora, messere, vacci tu

a recar sane e salve queste lettere.

Veleggia tu, mia leggera pinaccia,

per quei lidi dorati

(A Pistola e Nym)

In quanto a voi,

fior di gaglioffi, fuori dai miei sguardi!

Squagliatevi come acini di grandine.

Andate a trascinare i vostri zoccoli

fuori di qua. Cercate altro covile!

Sir John si mette in linea coi tempi:

da oggi, economia! Alla francese.

Canaglie! Un paggettino con le falde

tutto quello che mi basta. Fuori!

 

(Esce insieme con Robin)

 

PISTOLA -

I corvi ti divorino la trippa!

Ci sono ancora al mondo, se Dio vuole,

dadi truccati e gente ricca e povera

da poter uccellare da ogni parte;

ed io avr qualche testone([45]) in tasca

quando tu, vile frigio turcomanno,

non avrai pi tre soldi per il lesso!([46])

 

NYM -

Mi frullano pel capo certe idee,

simili a tanti umori di vendetta.

 

PISTOLA -

Pensi di vendicarti?

 

NYM -

S, per il firmamento e le sue stelle!

 

PISTOLA -

Col senno o con lacciaro?

 

NYM -

Con entrambi.

Informer di questa tresca Page.([47])

 

PISTOLA -

(Declamando)

Comio, per parte mia,

a Ford riveler come qualmente,

Falstff, vil delinquente,

abbia di defraudarlo brama ria

della casta colomba e del suo oro

il suo letto insozzando di disdoro.

 

NYM -

Non far raffreddar questo mio umore,

porter questo Page a tal bollore,

da fargli usar velenoso liquore.

Giallo di gelosia lo voglio fare;

perch quando mi piglia, Cristo santo,

io son pericoloso. E questo quanto.

 

PISTOLA -

Tu sei il Marte, Nym, degli scontenti.

Io tasseconder. Allopra. Avanti!

 

(Escono)

 

 

 

 

SCENA IV - In casa del dottor Cajus

 

Entrano QUICKLY, SIMPLICIO e RUGBY

 

QUICKLY -

Rugby, fammi il piacere,

mettiti di vedetta alla finestra

e sta attento se arriva il mio padrone,

dottor Cajus; perch se quello viene

e trova alcuno in casa, qui succede

che vengono trattati malamente

la pazienza di Dio e il buon parlare.([48])

 

RUGBY -

Mi metto subito in vedetta.

 

QUICKLY -

Bravo.

E questa sera ci berremo insieme

un bel poncino di vinello caldo

sulla brace, mentre si spegne il fuoco.

 

(Esce Rugby)

 

QUICLY -

Un bravo giovanotto questo Rugby

Volenteroso, pronto, servizievole,

il meglio che si possa avere in casa.

E per nulla pettegolo, vi giuro,([49])

per nulla attaccabrighe

Solo un po troppo incline alla preghiera,

in questo un po fissato

Ma chi non ha difetti? Sorvoliamo.

(A Simplicio, che sta zitto in un angolo)

Allora avete detto di chiamarvi

Pietro Simplicio?

 

SIMPLICIO -

In mancanza di meglio

 

QUICKLY -

E siete il servo di mastro Stanghetta?

 

SIMPLICIO -

S, in coscienza.

 

QUICKLY -

Chi questo Stanghetta?

Forse quel tipo che se va in giro

con quella barba tonda intorno al viso

che pare la lunetta dun guantaio?

 

SIMPLICIO -

No, signora, in coscienza, non quello;

uno con una faccetta pallida

ed una barbettina speleggiata

color Caino.([50])

 

QUICKLY -

Un tipo un po flemmatico?

 

SIMPLICIO -

S, in coscienza, magari un po flemmatico,

ma pronto, alloccorrenza, a dar di mano

come chiunque altro, se sinfuria.

Ultimamente, con un guardacaccia

se ne son date di santa ragione.

 

QUICKLY -

Ah, s, davvero? Dovrei ricordarmelo

Non uno che va tutto impettito,

a testa alta?

 

SIMPLICIO -

Esatto, proprio quello.

 

QUICKLY -

Ah, che non mandi il cielo ad Anna Page

peggior fortuna! Dite al signor parroco,

mastro Evans, che tutto quel che posso

per il vostro padrone, lo far.

Annetta Page una brava figliola,

e vorrei tanto

 

Rientra RUGBY precipitosamente

 

RUGBY -

Via, per carit!

Sta venendo il padrone.

 

(Esce)

 

 

QUICKLY -

Oh, santo cielo! Adesso stiamo freschi!

Correte via di l, mio bravo giovane,

l, presto, dentro a questo gabinetto!

(Sospinge Simplicio in uno stanzino)

Non si tratterr a lungo

(Chiamando)

Rugby, Rugby!

John Rugby! John! Mi senti?

 

Rientra RUGBY

Presto, John,

 

Entra CAJUS ma Quickly finge di non accorgersene

 

va in giro a domandare che successo

al padrone, che ancor non viene a casa

Ho paura che non si senta bene.

 

(Esce Rugby)

 

(Cantando, sempre fingendo di non aver visto Cajus)

 

E gi, e gi, e gi

 

CAJUS -

Che cosՏ che cantate?

Non mi piasciono queste sciansciafruscole!

Vi prego, andate nel mio gabinetto,

cՏ una scatola verde, un boitier vert.([51])

Portatemela. Avete bene inteso?

Una scatola verde.

 

QUICKLY -

Sissignore,

vado a prenderla e ve la porto subito.

(Tra s, avviandosi verso lo stanzino)

Meno male che non cՏ andato lui:

se ci trovava dentro il giovanotto

si sarebbe infuriato come un toro.

 

(Esce)

 

CAJUS -

F, f, f, f ma foi, il fait fort chaud!

Et je men vais la cour La grande affaire!([52])

 

Rientra QUICKLY con un astuccio in mano([53])

 

QUICKLY -

questa?

 

CAJUS -

Oui, mets-le ma pochette.([54])

Ma sbrigatevi, Quickly!([55]) DovՏ Rugby,

quella canaglia?

 

QUICKLY -

(Chiamando)

Ehi, oh, Rugby! Johnny!

 

Rientra RUGBY

 

RUGBY -

Son qui, signore.

 

CAJUS -

Tu ti chiami Johnny,

ma sei proprio uno Zanni!([56])

Prendi la spada e seguimi alla Corte.

 

RUGBY -

gi pronta, signore, qui allingresso.

 

CAJUS -

Aff, chio faccio tardi, dannazione!

Quai-je oubli?([57]) Ah s, nel mio stanzino

son rimasti dei semplici.([58])

Non vo dimenticarli a nessun costo!

(Savvia per entrare nello stanzino)

 

QUICKLY -

Oh, poveretta me!

Ora ci trova dentro il giovanotto,

e sinfuria

 

CAJUS -

(Apre la porta dello stanzino e vede Simplicio)

Oh, diable, diable, diable!([59])

Che cՏ qui dentro? Canaglia! Latron!

Rugby, la spada!

 

QUICKLY -

Padron mio, calmatevi!

 

CAJUS -

Calmarmi, eh? Dovrei star zitto e buono?

 

QUICKLY -

Il giovanotto una persona onesta.

 

CAJUS -

Che ci sta a fare la persona onesta

nel mio stanzino? Una persona onesta

non sintroduce nellaltrui stanzino.

 

QUICKLY -

Vi supplico, non siate s flemmatico!([60])

Ascoltate la santa verit:

venuto da me con un messaggio

dalla parte del parroco don Ugo.

 

CAJUS -

Ah!

 

SIMPLICIO -

S, in coscienza: per pregare lei

(Indica Quickly)

 

QUICKLY -

(Interrompendolo)

Zitto, zitto, vi prego!

 

CAJUS -

Zitta voi,

con quella vostra maledetta lingua!

(A Simplicio)

Avanti, fuori tutta la tua storia!

 

SIMPLICIO -

per pregar questa onesta gentildonna,

la vostra governante,

di mettere una buona parolina

presso madamigella Annetta Page

a favore del mio signor padrone

che avrebbe desiderio di sposarla.

 

QUICKLY -

Questo tutto, n pi n meno, l.

Ma io non me ne impiccio. Non sia mai

chio vada a mettere il dito nel fuoco!

 

CAJUS -

Cos don Ugo che vi manda, eh?

Rugby, Rugby, baillez-moi([61]) un po di carta.

(A Simplicio)

E tu rimani ancora l un minuto.

 

(Rugby gli porta carta e penna; Cajus si siede a scrivere)

 

QUICKLY -

(Prendendosi da parte Simplicio)

Son contenta che labbia presa bene

Se mai lavesse presa per traverso,

lavreste udito urlare non so come.

Quando gli prende proprio malinconico;([62])

ma io, ciononpertanto, giovanotto,

far ugualmente tutto quel che posso,

non dubitate, pel vostro padrone

Ma il dottore francese,

per il s e per il no mio padrone

cos posso chiamarlo, capirete,

perch son io che gli tengo la casa,

gli lavo e stiro, gli preparo il pranzo,

gli faccio il pane, gli spillo la birra,

gli rif il letto e tutto ci sa sola.

 

SIMPLICIO -

Un bel peso, per una sola schiena!

 

QUICKLY -

Lo capite anche voi. Eh, s, un bel carico!

E alzarsi sempre presto la mattina,

e andare a letto sempre a tarda notte.

Ciononpertanto - e ve lo dico piano

in un orecchio, ch non vorrei proprio

che ne nascesse qualche chiacchiericcio -

il mio padrone anchegli innamorato

di Annetta Page; ma ciononpertanto

io so che cosa ha in mente la ragazza.

Non pende n per luno n per laltro.

 

CAJUS -

(Alzandosi e consegnando a Simplicio una busta)

Ecco, scimmiotto, porta questa lettera

a don Ugo. una sfida, sacramento!

Gli taglier la gola in mezzo al parco!

Gli insegno io a un babbuasso di prete

ad impicciarsi, a fare il faccendiere

Puoi andartene adesso, fila via:

qui non hai pi motivo di restare.

Gli taglio tutti e due i cotiledoni,([63])

per Dio! Non gliene deve rimanere

nemmeno uno da gettare ai cani!

 

(Esce Simplicio)

 

QUICKLY -

Evvia, don Ugo, in fondo, quello l

parla per un amico.

 

CAJUS -

Che significa?

Non siete voi a dirmi di continuo

che Anna Page mia,

chella per me? Lammazzo quel pretonzolo!

Sar il mio Oste della Giarrettiera

a misurare larmi([64]) Eh, no, per Giuda,

Annetta Page io la voglio per me!

 

QUICKLY -

Ed a voi che vuol bene la ragazza.

Ed andr tutto bene. Alla buonora!([65])

Lasciamo pure chiacchierar la gente!

 

CAJUS -

Rugby, vieni alla Corte insieme a me.

(A Quickly)

Se non avr Anna Page,

per Dio, vi butter fuori di casa!

Andiamo, Rugby, stammi alle calcagna.

 

(Esce con Rugby)

 

QUICKLY -

Se non avr Anna Page Eh, testa dasino!

No, lo so io quel chAnna ha per la testa.

Nessuna donna a Windsor

conosce pi di me quello chha in testa

Anna, come nessuno pi di me

capace, deograzia, di convincerla.

 

FENTON -

(Da fuori)

Ehi, cՏ nessuno in casa?

 

QUICKLY -

(Affacciandosi alla finestra)

Chi ? Avvicinatevi, vi prego.

 

FENTON -

(Entrando)

Ecco, son io. Come va, buona donna?

 

QUICKLY -

Tanto meglio se vostra signoria

si degna domandarmelo.

 

FENTON -

Che nuove?

Come sta la vezzosa miss Annetta?

 

QUICKLY -

Per vezzosa, signore, lՏ davvero,

e virtuosa e gentile, e vha nel cuore;

posso dirvelo, visto che ci siete;

e di questo ne rendo lode al cielo.

 

FENTON -

Credete allora chio possa sperare?

Che non perder il tempo a corteggiarla?

 

QUICKLY -

In quanto a questo, signore, in coscienza,

tutto in mano Colui che sta lass.

Per me, ciononpertanto, mastro Fenton,

sarei pronta a giurare sulla Bibbia

che siete voi che ella tiene in cuore.

Vossignoria non ha, per avventura,

una verruca qui, sopra la palpebra?

 

FENTON -

Ah, s, ma che vuol dire?

 

QUICKLY -

Beh, sarebbe una storia troppo lunga

Sapeste che tipetto quellAnnetta!

Ma in coscienza vi posso detestare([66])

che non cՏ al mondo ragazza pi onesta.

Su quella vostra verruca, sapete,

siamo state a parlare per unora

Ah, non mi far mai tante risate

quante ne faccio in compagnia di lei

anche se qualche volta troppo incline

alla melagonia([67]) ed al sognare.([68])

Ma quanto a voi, beh, andateci sicuro.

 

FENTON -

Bene. La vedr oggi. Toh, per te.

(Le d del denaro, che ella prende)

Dille una parolina in mio favore.

E se avessi occasione di vederla

prima di me, salutala per me.

 

QUICKLY -

Se lo far? Ma certo! Come no?

E la prossima volta, vostro onore,

che ci troviamo soli a tu per tu,

vi dir bene di quella verruca

e di quantaltri le ronzano intorno.

 

FENTON -

Oh, s, ma adesso ho fretta. Arrivederci.

 

QUICKLY -

Arrivederci, vostra signoria.

 

(Esce Fenton)

 

In coscienza, un onesto gentiluomo,

il giovanotto; ma Anna non lama;([69])

perchio conosco come nessun altro

quello che Anna ha in testa Ah, dannazione!

Per stare qui a pensare a tutto questo,

che diavolo avr mai dimenticato?

 

(Esce)

 

 

ATTO SECONDO

 

 

SCENA I - Davanti alla casa di Page

 

Dalla porta della casa esce MEG PAGE, in cappello, scialle,

e con in mano una lettera

 

 

MEG -

Ma guarda un po! Me la sarei scampata

dal ricevere lettere amorose

nellet verde della mia bellezza,

per cominciare a riceverne adesso?

(Legge la lettera)

Non domandatemi per qual ragione

io vamo; ch se vero che lAmore

usa Ragione per suo puritano,([70])

mai laccett come suo consigliere.

Voi tanto giovane non siete pi,

n lo sono pi io:

ecco, allora, tra noi cՏ simpatia.

Voi siete allegra, cos lo son io;

ah, ah! cos cՏ ancor pi simpatia.

Voi amate il buon vino, e cos io;

dove trovar migliore simpatia?

Ti basti di sapere, Donna Page,

se pu bastarti amore di soldato,

chio tamo. Non dir: Piet di me!:

questa non una frase da soldato.

Ti dico invece: Amami, per me.

tuo fedel servitore,

mattino, sera e notte, a tutte lore

sempre pronto a combattere per te,

John Falstaff, cavaliere.

Ma che razza di Erode di Giudea

mai costui? Ah, mondo, mondo pravo!

Uno che per let,

decrepito, se ne va tutto in pezzi,

mostrarsi come un giovane galletto!

Ma dico io, per lanima del diavolo,

qual mio sconsiderato atteggiamento

pu mai aver potuto incoraggiare

un siffatto fiammingo ubriacone

a osare dabbordarmi in questo modo?

Mavr visto s e no tre-quattro volte

Che mai avr potuto dirgli?

E s che sono stata sempre parca

dumore allegro, Dio mՏ testimone!

Mi vien davvero voglia

di far che si presenti in Parlamento

una legge che detronizzi gli uomini.

Oh, Dio, sapere come vendicarmi!

Perch bisogna pure che lo faccia

con costui; questo poco ma sicuro,

comՏ sicuro che la sua ventraia

un indecente ammasso di budino!

 

Entra ALICE FORD

 

ALICE -

Signora Page! Credetemi,

stavo appunto venendo a casa vostra.

 

 

MEG -

Ed io, credetemi, signora Ford,

stavo venendo da voi Ma che avete?

Non mi pare che vi sentiate bene.

 

 

ALICE -

Oh, no, tuttatro, invece: sto benissimo.

Ho di che darvene dimostrazione.

 

 

MEG -

Eppure Sar forse unimpressione

ma non avete laria di star bene.

 

 

ALICE -

Ebbene, allora s; per quanto, dico,

potrei mostrarvi che non cos.

Signora Page, consigliatemi voi.

 

 

MEG -

Di che si tratta, donna?

 

 

ALICE -

Ah, se sapeste!

Se non fosse per certo mio ritegno,

di quale titolo potrei fregiarmi!

 

 

MEG -

Appendeteli al muro i vostri scrupoli,

e prendetevi il titolo, mia cara.

Scrupoli a parte, ma di che si tratta?

 

 

ALICE -

Se macconciassi ad andare allinferno

per un minuto o due deternit,

mi potrei ritrovar cavalieressa.

 

 

MEG -

Scherzate! Alice Ford cavalieressa?

Questi cavalierati, al giorno doggi,

valgono sempre meno;

sicch con esso non alterereste

laraldica della famiglia vostra.

 

 

ALICE -

Bruciamo il tempo a chiacchiere. Leggete,

leggete qui: apprendete il come e il quando

io potrei diventar cavalieressa.

(Le porge la lettera di Falstaff)

Fino a che avr occhi per vedere,

diffider degli uomini panciuti

Eppure, questo non trivialeggiava

lodava la modestia nelle donne

e se ne criticava alcun difetto,

lo faceva con tal garbo e ritegno,

che avrei giurato sentisse di dentro

quel chesprimeva con le sue parole;

e invece tra parole e sentimento

cՏ in lui lo stesso accordo

che cՏ tra il libro dei salmi di David

e il ritornello di Maniche verdi.([71])

Qual tempesta di mare

avr potuto mai scaraventare

fino ai lidi di Windsor

un cetaceo di quelle proporzioni,

con tonnellate dolio nella pancia?

Come fare per fargliela pagare?

La via migliore sarebbe, mi pare,

quella di alimentar le sue speranze,

finch il selvaggio fuoco di libidine

non labbia sciolto nel suo stesso grasso.

Avete udito mai nulla di simile?

 

 

MEG -

(Confrontando la lettera di Alice con la sua)

Identiche. Diversi solo i nomi:

in questa Ford ed in questaltra Page.

A vostro gran conforto,

ed a mostrarvi che non siete sola

ad aver, non si sa per qual mistero,

mala reputazione,([72]) ecco la lettera

gemella della vostra.

Ma sia pure la vostra a ereditare

per prima quel blasone,

perch la mia se ne guarder bene.

Quello di queste lettere, scommetto,

ne avr presso di s pronte un migliaio,

col nome del destinatario in bianco;

e queste son seconda tiratura.

Perch le tira al torchio, fuor di dubbio,

senza badare a ci che mette sotto,

e ci vorrebbe mettere noi due.

Ma piuttosto un gigante vorrei essere,

e restar seppellita sotto il Pelio!([73])

pi facile al mondo

trovare mille tortore lascive

che un uomo casto.

 

 

ALICE -

(Esaminando le lettere)

Eh, s, la stessa, identica.

Stessa calligrafia, stesse parole.

Per chi ci prende costui?

 

 

MEG -

Ah, non so.

Mi vien quasi di avermela a dispetto

con me stessa e la mia stessa onest.

Voglio scrutarmi, analizzarmi tutta

quasi a conoscermi la prima volta;

ch, certo, non avesse egli notato

in me una certa quale propensione

di cui io stessa non son consapevole,

non si sarebbe spinto ad abbordarmi

con una tal furiosa sfrontatezza.

 

 

ALICE -

Abbordare, voi dite?

A bordo, a me non ci monta di certo:

sono pi che sicura

di saperlo lasciar sopra coperta:

 

 

MEG -

Ed io lo stesso. Se sol faccia tanto

da osar di penetrar nel boccaporto,

chio non possa mai pi prendere il mare!([74])

Diamogli la lezione che si merita.

Invitiamolo ad un appuntamento

fingendo di gradire la sua corte,

e meniamolo a lungo per il naso,

con ben architettate dilazioni,

fino a fargli impegnare anche i cavalli

a quel bravo Oste della Giarrettiera.

 

 

ALICE -

Ah, sono pronta ad agir contro costui

con ogni canagliata;

purch sia tale che non rechi macchia

alla nostra specchiata illibatezza.

Se mio marito, geloso comՏ,

vedesse questa lettera,

ci troverebbe unesca a non finire

alla sua gelosia!

 

 

MEG -

Ma, oh, guardate,

eccolo, sta venendo a questa parte

ed insieme con lui mio marito.

Il quale, per fortuna, s lontano

dal minimo sentor di gelosia

comio dal dargliene il minimo appiglio:

una distanza, spero, sconfinata.

 

 

ALICE -

Siete una donna fortunata, voi.

 

 

ALICE -

Ma vediamo di combinare insieme

qualcosa pel panciuto cavaliere.

 

(Si ritirano in fondo)

 

Entrano FORD, PAGE, PISTOLA e NYM

 

 

FORD -

(A Pistola)

Beh, spero proprio che non sia cos.

 

 

PISTOLA -

La speranza, signore, in certe cose

un cane senza coda([75]): sir John Falstaff

concupisce tua moglie.

 

 

FORD -

Bah, mia moglie

non una giovincella nata ieri.

 

 

PISTOLA -

Ma lui le insidie tutte, grandi e piccole,

povere e ricche, giovani e mature,

una per laltra, indifferentemente:

tutte gli piacciono, insalata mista,

caro Ford, riflettete

 

 

FORD -

Amar mia moglie, lui?

 

 

PISTOLA -

E con che fegato!

Continuamente in stato di bollore.

Rifletteteci bene; o andrete in giro

come quel celebre mastro Atteone

col suo bravo Medoro alle calcagna.([76])

Ah, che parola odiosa!

 

 

FORD -

Che parola?

 

 

PISTOLA -

Le corna, dico Addio. Statevi bene.

Ma attenzione, tenete locchio vigile,

perch i ladri lavorano di notte.

Attento a voi, ch prima dellestate

i cuculi cominciano a cantare.([77])

(A Nym)

Andiamo, caporale.

(A Page, indicando Nym)

Dategli retta, Page; parla sensato.

 

 

FORD -

(Tra s)

Pazienter. Voglio vederci chiaro.

 

 

NYM -

(A Page, seguitando il discorso di Pistola)

e quello che vi dico verit.

Lumor bugiardo non mՏ mai piaciuto.([78])

Sir John mha fatto girare il pallino:

voleva che recassi a vostra moglie

una delle sue lettere umorose.

Ma io son uomo con la spada al fianco,

e so pure adoprarla, alloccorrenza.

Vagheggia vostra moglie. E questo quanto.

Il nome mio caporale Nym;

io parlo e garantisco. verit.

Io son caporal Nym,

e Falstaff concupisce vostra moglie.

Vi saluto. Lodor di pan-di cculo

non mi piace, qui cՏ. Statevi bene.

 

(Esce)

 

 

PAGE -

Lodor di pan-di-cculo Che bravo!

Ecco un messere che sa usar linglese

come si deve!([79])

 

 

FORD -

(Sempre tra s)

Terr docchio Falstaff.

 

 

PAGE -

(Tra s)

Mai sentito un furfante s ciarliero,

un cos petulante manigoldo

 

 

FORD -

(c.s.)

E se scopro qualcosa Beh, vedremo.

 

 

PAGE -

(c.s.)

N sar certo io tanto citrullo

da prestar fede a un tale ciarlatano,([80])

venisse pure il prete del paese

a garantirmelo per galantuomo.

 

 

FORD -

(c.s.)

MՏ sembrato un bravuomo

Beh, staremo a vedere.

 

MEG e ALICE nel frattempo si sono fatte avanti

e hanno sentito tutto

 

 

PAGE -

(Vedendo sua moglie)

Oh, Meg, tu qui?

 

 

MEG -

Dove vai, Giorgio? Senti, ho da parlarti.

 

(Si appartano)

 

 

ALICE -

(Avvicinandosi al marito)

Oh, mio caro, perch cos imbronciato?

 

 

FORD -

Io imbronciato? Affatto! Va, va a casa.

 

(Le volge le spalle)

 

 

ALICE -

Eh, tu hai qualche grillo per la testa.

(A Meg che sՏ allontanata col marito)

Signora Page, beh, vogliamo andare?

 

 

MEG -

Vengo.

(Al marito)

Giorgio, taspetto per il pranzo.

 

Entra dal fondo QUICKLY

 

Oh, guardate chi viene!

Costei ci potr far da messaggera

col nostro cavaliere da strapazzo.

 

 

ALICE -

Pensavo anchio a lei, lo credereste?

proprio la persona che fa al caso.

 

 

MEG -

(A Quickly che si intanto avvicinata)

Venite a visitar mia figlia Annetta?

 

 

QUICKLY -

Infatti. Come sta la vostra Annina?

 

 

MEG -

Entrate insieme a noi e la vedrete.

Con voi abbiamo poi da dir qualcosa:

una chiacchieratina di unoretta.

 

(Le tre donne entrano in casa Page)

 

 

PAGE -

E cos, mastro Ford?

 

 

FORD -

Avete udito

quello che raccontava quel furfante?

 

 

PAGE -

E voi avete udito

quello che mi diceva il suo compagno?

 

 

FORD -

Li credete sinceri?

 

 

PAGE -

Simpiccassero, pezzi di canaglie!

Son lontano dal credere

che il cavaliere giunga fino a tanto.

Dopo tutto, chi sono questi due

che laccusan davere certe mire

verso le nostre mogli?

Due suoi servi, da lui messi alla porta,

autentici furfanti ciarlatani,

ora che si ritrovan senza impiego.

 

 

FORD -

Eran suoi servitori?

 

 

PAGE -

Eh, gi, perdio!

 

 

FORD -

Non che ci mi renda meno ingrata

tutta questa faccenda. Niente affatto!

E lui dove abita, alla Giarrettiera?

 

 

PAGE -

Infatti, proprio l.

Io, se dovesse avere per la testa

di far vela alla volta di mia moglie,([81])

gliela spedisco incontro a vele sciolte;

ma se riesce ad ottener da lei

pi di qualche sonora rispostaccia,

sono pronto a portarmene sul capo

tutte le pi vistose conseguenze.([82])

 

 

FORD -

Io, non che sospetti di mia moglie,

ma creare io stesso loccasione

per farli stare insieme loro due,

mi ripugna soltanto a immaginarlo.

Fidarsi bene e non fidarsi meglio.

E lidea di portarmi sulla testa

quella robaccia, proprio non mi piace.

Laffare non mi tranquillizza affatto.

 

Entra lOSTE della Giarrettiera, dietro di lui,

arrancando, STANGHETTA

 

 

PAGE -

Eccolo qua, sempre gaio e gioviale,

il nostro Oste della Giarrettiera!

Per essere cos di buona vena

o deve avere del liquore in testa

o danaro abbondante nella borsa.

Salve, il mio caro Oste? Come va?

 

 

OSTE -

Salute, bellarnese e gran signore!

(Volgendosi indietro a Stanghetta)

Arranca, arranca, cavaliero giudice!([83])

 

 

STANGHETTA -

(Trafelato)

Arrivo, arrivo! Oh, caro mastro Page,

mille volte buongiorno! Mastro Page,

non vandrebbe daccompagnarvi a noi?

Abbiamo per le mani un certo spasso

 

 

OSTE -

Diglielo pure, cavaliero giudice,

digli di che si tratta, bricconcello.

 

 

STANGHETTA -

Ecco, signore: ci sar un duello

tra il reverendo gallese, don Ugo,

e il medico francese, dottor Cajus.

 

 

FORD -

Oste, mio caro, prego, una parola

 

 

OSTE -

Che cՏ, mio pacioccone? Dimmi tutto.

 

(Si appartano parlando)

 

 

STANGHETTA -

(A Page)

Non venite con noi

ad assistere a quello che succede?

Questo burlone dOste

ha misurato gi le loro spade

e ha dato loro convegno, ho saputo,

in due luoghi diversi. Perch il parroco,

come ho sentito, uno che non scherza.

Vi spiegher la burla, in che consiste.

 

(Si appartano discorrendo)

 

 

OSTE -

(Venendo avanti con Ford)

Forse che avresti a muovermi lagnanza

contro il mio cavaliere, mio cliente?

 

 

FORD -

No, nessuna lagnanza.

Ma sono disposto a darvi per compenso

un barile di vin secco di Spagna,

se me lo fate incontrare a quattrocchi

presentandomi, sol cos, per gioco,

come Ruscello.([84])

 

 

OSTE -

Qua la mano, bello;

avrai flusso e riflusso - dico bene? -

e il tuo nome sar messer Ruscello.

Vedrai che buontempone, il cavaliere!

(Agli altri)

Allora, mijn heers,([85]) vogliamo andare?

 

 

STANGHETTA -

Siamo tutti con voi, Oste mio caro!

 

 

PAGE -

Il Francese, da quanto ne ho sentito,

tira bene di spada.

 

 

STANGHETTA -

Boh, ai miei tempi,

avrei saputo mostrarvi di meglio!

Oggi fan tante storie: la distanza,

la stoccata, la finta, e che so io

Fegato, mastro Page, ci vuole fegato!

(Esibendosi in alcuni passi di scherma)

E zz, e zz! Ho visto anchio il tempo

quando col mio spadone prolungato

avrei fatto scappare come sorci

anche quattro cristiani grandi e grossi.

 

 

OSTE -

Suvvia, ragazzi, ci vogliamo muovere?

 

 

PAGE -

Andiamo, s; per quanto, pel mio gusto,

avrei voluto piuttosto vederli

che litigassero solo a parole,

invece di cercar di sbudellarsi.

 

(Escono lOste, Page e Stanghetta)

 

 

FORD -

Il caro mastro Page ha un bel mostrarsi

s goffamente certo di sua moglie

e fidarsi con tanta sicurezza

della fragilit di lei; per me,

io non mi metto tanto facilmente,

lanimo in pace. Lei sՏ gi trovata

insieme a lui nella casa di Page,

e che cosa abbian fatto, non lo so.

Ci voglio andare a fondo e veder chiaro.

Intanto voglio scandagliare Falstaff

presentandomi sotto falso nome.

Se scopro chella onesta, tanto meglio;

non sar stata fatica sprecata.

Se poi dovesse essere altrimenti,

sar stata fatica bene spesa.

 

(Esce)

 

 

 

 

 

SCENA II - La locanda della Giarrettiera

 

Entrano FALSTAFF e PISTOLA

 

FALSTAFF -

Niente, nemmeno un soldo!

 

PISTOLA -

Vi render la somma un po per volta.

 

FALSTAFF -

Nemmeno un soldo, ho detto. Parlo turco?([86])

 

PISTOLA -

E allora per me il mondo

non sar pi che unostrica

da aprire a fil di spada.

 

FALSTAFF -

Nemmeno un soldo! Tho gi consentito,

messere, dimpiegare la mia firma

come malleveria per i tuoi debiti.

Tre volte ho scomodato i miei amici

per far sospendere una condanna

a te e al degno tuo compare Nym,

ch altrimenti a questora

vi avrei ben visto in gabbia tutte due,

dietro le sbarre come due babbuini.

E finir allinferno, certamente,

per aver dichiarato, a giuramento,

cheravate due ottimi soldati,

due giovani davvero coraggiosi;

e quando stato che a Donna Brigitta

sparito il ventaglio,

ho dovuto giurare sul mio onore

che a rubarlo non era stato lui.

(Indica Pistola)

 

PISTOLA -

Ne toccaste anche voi la vostra parte:

quindici pence, se non sbaglio; o no?

 

FALSTAFF -

Ragiona, miserabile, ragiona!

Che pretendevi, che arrischiassi lanima

per la tua bella faccia?

Insomma, a farla corta tra noi due,

non starmi pi incollato alle calcagna:

io non son forca per te; troppo lusso.([87])

A te ci vuole solo un coltelluccio,

e un po di gente intorno.

Va, torna al tuo maniero di Pitch-hatch!([88])

Non hai voluto recar la mia lettera,

eh, furfante? Ne andava del tuo onore!

O sconfinato abisso di bassezza!

Se ci riesco io, a mala pena,

a mantenere in rigorosi termini

lonore mio,([89]) s, io, che qualche volta,

mettendo a parte il mio timor di Dio

e sforzandomi di celar lonore

sotto il velo della necessit

madatto a deviare, ad aggrapparmi,

ad abbassarmi; e tu, pretenderesti,

pezzo di malcreato farabutto,

nascondere la tua cenciosit,

le tue occhiate da gatto selvatico,

il tuo parlar da bettola,

le tue imprecazioni da screanzato

sotto il comodo usbergo dellonore!

 

PISTOLA -

(Rinfoderando la spada)

Mi pento Che volete pi da un uomo?

 

Rientra ROBIN

 

ROBIN -

Signore, qui di fuori cՏ una donna

che chiede di parlarvi.

 

FALSTAFF -

Venga avanti.

 

Entra QUICKLY

 

QUICKLY -

Felice giorno a vostra signoria.

 

FALSTAFF -

Buongiorno, bella sposa.

 

QUICKLY -

Sposa no,

se cos piaccia a vostra signoria.

 

FALSTAFF -

Bella vergine, allora.

 

QUICKLY -

Ah, questo s,

posso giurarlo: comera mia madre

la prima ora chio fui concepita.

 

FALSTAFF -

Credo al tuo giuramento. Che vuoi dirmi?

 

QUICKLY -

Ecco, posso far grazia([90])a vostro onore

duna parola o due?

 

FALSTAFF -

Anche duemila,

e io ti far grazia di ascoltarle,

bellezza mia!

 

QUICKLY -

Ebbene, mio signore,

cՏ una certa signora Ford ma prego,

fatevi pi vicino ecco, cos.

Io abito con mastro dottor Cajus.

 

FALSTAFF -

Bene, dicevi la signora Ford

 

QUICKLY -

(Sempre guardinga)

Eh, s, giustissimo, vossignoria

Ma di grazia, vossignoria, vi prego,

da questa parte

 

FALSTAFF -

Ma rassicuratevi!

Non vi sente nessuno, garantisco

tutta gente di casa, gente mia.

 

QUICKLY -

Ah, davvero? Che Dio li benedica,

e li faccia suoi servi!

 

FALSTAFF -

Vieni al dunque.

Dunque, dicevi, la signora Ford

 

QUICKLY -

Che perla di creatura, signoria!

Dio Signore, che grande seduttore

vostra signoria! Dio vi perdoni,

a voi e tutti noi, e cos sia!

 

FALSTAFF -

Ebbene, la signora Ford? Avanti.

 

QUICKLY -

Ebbene, questo tutto, il tanto e il quanto:

lavete messa in tale agitazione([91])

da credere davvero ad un miracolo.

Il pi bello e galante cortigiano

di quanti se ne vedano qui a Windsor

quando vi siede la corte al completo

non sarebbe, parola, mai riuscito

a metterla in tanta agitazione.

E s che ce ne son di cavalieri,

e gran signori, e fior di gentiluomini,

coi loro cocchi, un tiro dopo laltro,

parola mia; e lettere su lettere,

doni su doni fragranti di muschio

e fruscianti cos di seta e doro,

ve lassicuro; e tutti un bel parlare,

con accenti preziosi, ricercati;

e un tal contorno di vini e di zuccheri

di cos raffinata squisitezza

da conquistare il cuore di ogni donna

Eppure, vassicuro, mai nessuno

riuscito ad ottener da lei

che dico, unocchiatina anche fugace

Ancora stamattina uno di loro

mha regalato venti angeli doro;([92])

ma io degli angeli di quella specie,

come li chiamano, non faccio conto

se non in via dinnocente onest.

Ma nemmeno il pi splendido dei tanti

mai riuscito a chella, vassicuro,

accostasse le labbra alla sua coppa.

E s, che tra loro ceran conti

e, per di pi, della guardia del re.([93])

Ma con lei, garantisco, tutto inutile!

 

FALSTAFF -

E a me che manda a dire per tuo mezzo?

Brevemente, mio buon Mercurio in gonna.([94])

 

QUICKLY -

Che ha ricevuto la vostra missiva

e ve ne rende mille volte grazie,

e poi vi fa sapere che il marito

sar fuori di casa domattina

dalle dieci alle undici.

 

FALSTAFF -

Dalle dieci alle undici. Va bene.

 

QUICKLY -

Per quellora potrete andar da lei,

a veder quel dipinto che sapete.

Mastro Ford, il marito, sar assente.

Ah, che vita dinferno con quelluomo,

povera donna! Perch gelosissimo,

e le fa vivere, povero cuore,

unesistenza davvero angosciosa.

 

FALSTAFF -

Dalle dieci alle undici, domani

Donna, portale intanto il mio saluto,

e rassicurala: non mancher.

 

QUICKLY -

Ah, dite bene. Ma ho qui con me

altro messaggio per vossignoria.

Madama Page vi manda per mio mezzo

anche lei i saluti pi cordiali:

e, fatevelo dire in un orecchio,

una moglie cos bene educata,

e modesta, e virtuosa che, vi dico,

mai tralascia di dir le sue preghiere

al mattino e alla sera,

come non ce nՏ unaltra in tutta Windsor.

Ella fa dire a vostra signoria

che suo marito assai difficilmente

resta assente da casa,

ma spera di saper coglier per voi

la propizia occasione

Ah, signore, non ho mai visto donna

cos infanatichita per un uomo!

Ma che diavolo avete addosso, voi,

per stregarle cos, un qualche filtro?

 

FALSTAFF -

No, questo proprio no, te lassicuro.

A parte, forse, una certa attrazione

per le mie belle doti personali,

non posseggo altro fascino di sorta

 

QUICKLY -

Che Dio ve le conservi.

 

FALSTAFF -

Dimmi un po:

non sar mica che le due signore

si siano confidate luna allaltra

di questa loro passione per me?

 

QUICKLY -

Ma volete scherzare, cavaliere?

Non sono cos sciocche, almeno spero.

Sarebbe un trucco da nulla, sarebbe!

Piuttosto, ecco: la signora Page,

vorrebbe tanto, per tutti gli amori,

che le mandaste quel vostro paggetto;

suo marito ha una tal grande infezione([95])

per quel ragazzo, e, sulla mia parola,

mastro Page una gran brava persona;

non cՏ donna sposata in tutta Windsor

che conduca miglior vita di lei:

fa quel che vuole, dice quel che vuole,

si compra tutto quello che desidera,

pagando tutto lei; se ne va a letto

e si leva nellora a lei pi comoda,

fa tutto a modo suo. E se lo merita,

perch non cՏ una donna in tutta Windsor

che sia di lei pi amabile e simpatica.

Le dovete mandare quel paggetto,

non cՏ che fare.

 

FALSTAFF -

Glielo mander.

 

QUICKLY -

Subito, allora; anche perch, vedete,

lui vi potrebbe far da messaggero,

ed andare e venire fra voi due

Per datevi un codice segreto,

s da potervi intendere fra voi

senza che quel ragazzo lo capisca

meglio che i ragazzi

certe cose non abbiano a conoscerle;

per noi adulti la cosa diversa:

noi siamo pi discreti,

conosciamo, come suol dirsi, il mondo.

 

FALSTAFF -

Va ora, addio, salutamele entrambe.

Questa la borsa mia, tutta per te;

te ne resto comunque debitore.

Robin, ragazzo, va con questa donna.

 

(Escono Quickly e Robin)

 

Queste notizie, tutte in una volta,

mi fan girar la testa

 

PISTOLA -

(A parte)

Quella vecchia paranza([96])

uno dei corrieri di Cupido.

Pi vele al vento! Avanti, su, inseguiamola!

Apprestatevi ai pezzi! Fate fuoco!

la mia preda, quella. O la catturo,

o loceano cinghiotta tutti quanti!

 

(Esce)

 

FALSTAFF -

E non lavevi detto, vecchio John?

Animo, avanti! Va per la tua via!

Questo tuo vecchio corpo

pu procurarti ancor qualche dolcezza.

Avran le donne ancora occhio per te?

Dovrai tu, dopo avere scialacquato

tanto denaro, goderne ora i frutti?

Buon corpaccione mio, io ti ringrazio!

Lascia che dicano che sei mal fatto:

se riesci a piacere, che timporta?

 

Entra BARDOLFO con un bicchiere di vino

 

BARDOLFO -

Sir John, cՏ fuori tal mastro Ruscello

che sarebbe felice di parlarvi

e di fare la vostra conoscenza;

ed ha mandato a vostra signoria,

per la vostra bevuta mattutina,

un barile di questo vin di Spagna.

 

FALSTAFF -

Ruscello il nome, hai detto?

 

BARDOLFO -

S, signore.

 

FALSTAFF -

Fallo entrare.

(Prende il bicchiere dalla mano di Bardolfo e beve)

Ruscelli come questo,

che rovesciano un simile liquore

son sempre benvenuti a casa mia.

 

(Esce Bardolfo)

 

Ah, ah! Madama Ford, madama Page,

vho nel mio cerchio, eh? Andiamo, via!

 

Rientra BARDOLFO con FORD travestito da signor RUSCELLO

 

FORD -

Dio vassista, signore.

 

FALSTAFF -

E cos a voi. Volevate parlarmi?

 

FORD -

Vi sar forse apparso troppo ardito

a presentarmi a voi, cos, inatteso

 

FALSTAFF -

Figuratevi! Siete il benvenuto.

Dite piuttosto in che posso servirvi.

(A Bardolfo)

Taverniere, lasciaci soli, prego.

 

(Esce Bardolfo)

 

FORD -

Signore, in me vedete un gentiluomo

che molto ha sperperato in vita sua.

Il mio nome Ruscello.

 

FALSTAFF -

Avr piacere di meglio conoscervi,

caro signor Ruscello Accomodatevi,

 

FORD -

Questo anche il mio grande desiderio,

caro sir John. Non vengo per quattrini,

perch, convien che ve lo dica subito,

stimo dessere in grado di prestarne

pi di quanto voi stesso non possiate:

ed questo che mha, in un certo verso,

incoraggiato in ora s importuna

a far questa incursione in casa vostra:

perch, come si dice,

quando il denaro a far da battistrada,

sapron tutte le strade.

 

FALSTAFF -

Sacrosanto.

Loro un gran capitano

che marcia sempre in testa, signor mio.

 

FORD -

Ed io nho qui tutto un sacchetto pieno,

per verit, che mi fa un certo ingombro.

Se voleste aiutarmi a liberarmene,

sir John Prendetene pure met,

o tutto, chio ne resti alleggerito.

 

FALSTAFF -

Non so proprio, signore, per qual merito

io debba farvi da portatesoro.

 

FORD -

Ve lo dir, se mi darete ascolto.

 

FALSTAFF -

Dite pure, caro signor Ruscello,

sar lieto di rendervi servizio.

 

FORD -

Sento dire, signore, (sar breve),

di voi, che siete uomo di cultura,

e vi conosco di fama da tempo,

anche se mՏ mancato sempre il modo,

per quanto ne sentissi il desiderio,

di far con voi conoscenza diretta.

Vi debbo confessare ora una cosa

nella quale in gran parte sappalesa

la mia manchevolezza. Ma, sir John,

se aprendo un occhio sulle mie follie

farete di tener laltro occhio aperto

sul libro delle vostre,

pi facilmente vi riuscir

di passar sopra e indulgere alle mie,

sapendo quanto facile caderci.

 

FALSTAFF -

Benissimo, signore. Proseguite.

 

FORD -

CՏ qui in citt una certa gentildonna

Ford il cognome del marito.

 

FALSTAFF -

Bene.

 

FORD -

Da anni io la corteggio.

E vassicuro che, tra un dono e laltro,

mՏ costata finora una fortuna.

Lho seguita con unassiduit

quasi febbrile, in cerca dogni mezzo

per incontrarla, non badando a spese,

cogliendo la pur minima occasione

di poterla veder per pochi istanti;

ho comprato regali a non finire

non solo a lei, ma ho dato largamente

anche a chi mi potesse solo dire

che cosa le riuscisse pi gradito.

In breve, lho inseguita comio stesso

ero inseguito dallamor per lei;

ma, per quanto mavesse agli occhi suoi

meritato, se non la mia passione,

almeno la mia prodigalit,

non son riuscito a cavarne nientaltro

se non apprendere, a tutte mie spese,

che lesperienza un prezioso gioiello,

ma che a me costata un prezzo enorme

e mha insegnato a ripeter ladagio:

Come ombra amore fugge,

se vero amor linsegue;

insegue chi lo fugge,

e fugge chi lo insegue.

 

FALSTAFF -

E non aveste mai, da parte sua,

promessa alcuna di soddisfazione

delle vostre attenzioni?

 

FORD -

Mai, nessuna.

 

FALSTAFF -

E non lavete mai sollecitata

personalmente a questo fine?

 

FORD -

Mai.

 

FALSTAFF -

Ma che razza damore allora il vostro?

 

FORD -

Esso come una casa, molto bella,

ma fabbricata su terreno altrui.

Sicch ho perduto tutto il costruito

per essermi sbagliato dove erigerlo.

 

FALSTAFF -

E a che scopo venite a confessarmelo?

 

FORD -

Quando ve lavr detto,

vavr detto il perch io sono qui

A sentir quel che dicono di lei,

mentre con me si mostra s ritrosa,

cogli altri cos allegra ed espansiva

da dar motivo e voce a qualche chiacchiera.

Ecco, dunque, sir John,

qual il cuore del mio proponimento:

voi siete un gentiluomo,

deccellente lignaggio,

di ammirevoli doti discorsive

e di grande entratura presso il prossimo

pel vostro rango e la vostra persona;

godete di prestigio universale

per lalte vostre virt di guerriero,

di cortigiano e di uomo di lettere.

 

FALSTAFF -

Oh, signore

 

FORD -

No, no, dovete credermi.

E, del resto, voi stesso lo sapete.

(Pone sul tavolo la borsa)

Ecco il danaro: spendetelo pure,

dispensatene a vostro piacimento,

e anche pi, tutto quello che ho.

Vi chiedo, in cambio, un po del vostro tempo:

quanto vi basti ad assediar damore

lonest della moglie di quel Ford.

Adoperate tutte le risorse

dellarte vostra di gran seduttore

fino alla conclusiva sua conquista.

Se esiste un uomo al mondo

che sia capace di arrivare a tanto,

e in minor tempo di chiunque altro,

quelluomo siete voi.

 

FALSTAFF -

Gi, ma mi chiedo come una passione

cos veemente come quella vostra

possa trar giovamento per se stessa

dal fatto chio conquisti per me stesso

quanto desiderate voi per voi.

 

FORD -

Cercate di comprendere il mio piano:

ella si sta rinchiusa

nella fortezza della sua virt

con tanta sicurezza

che non osa, la folle anima mia,

di presentarsi a lei, di starle a fronte;

come fosse una luce troppo vivida

perchio la possa riguardare in viso.

Ma se potessi presentarmi a lei

con qualche dato sicuro alla mano,

ecco che allora il desiderio mio

avrebbe in suo favore un precedente

da poter invocare in faccia a lei.

Potrei in tal modo trascinarla fuori

dal fortilizio della sua virt,

della sua fama di donna illibata

fedele ai maritali giuramenti,

e fuor dagli altri mille baluardi

che ancora sergon, troppo troppo saldi,

di fronte ai miei assalti Che ne dite?

 

FALSTAFF -

(Prendendo dal tavolo la borsa)

Signor Ruscello, come prima cosa,

accetto, senza tante cerimonie,

questo vostro denaro;

seconda, datemi la vostra mano;

(Gli stringe la destra)

terza, parola mia di gentiluomo,

voi, la moglie di Ford,

ve la godrete a vostro piacimento.

 

FORD -

Oh, signore!

 

FALSTAFF -

Ve la godrete, ho detto!

 

FORD -

Sir John, allora non badate a spese.

Avrete tutti i soldi che vorrete.

A profusione.

 

FALSTAFF -

E voi a profusione,

signor Ruscello, la moglie di Ford.

Sar appunto da lei - posso ben dirvelo -

tra poco, per suo stesso appuntamento.

Pocanzi, prima che arrivaste voi,

prendeva appunto congedo da me

una sua cameriera, una mezzana.

Vi dico che mi trover con lei

dalle dieci alle undici: a quellora

quel geloso babbeo di suo marito

non si trover in casa.

Voi fatevi vedere questa sera,

e saprete che cosa ho combinato.

 

FORD -

Ah, che fortuna avervi conosciuto!

Ma quel Ford, signoria, lo conoscete?

 

FALSTAFF -

Al diavolo quel povero cornuto!

Non lo conosco; ma gli faccio torto

a dirlo povero, ch, come ho inteso,

quello scornacchiatissimo geloso

ha quattrini a palate: ed per questo

che sua moglie mappare cos bella.

Ed io la vorr usare

come la chiave della cassaforte

di quello scornacchiato beccacione;

far di lei il mio pingue granaio.

 

FORD -

Mi piacerebbe tuttavia, signore,

che voi lo conosceste di persona

quel Ford, non fosse che per evitarlo

qualora lo incontraste.

 

FALSTAFF -

Che simpicchi

quel vil mercante di burro salato!

Mi baster gettargli gli occhi addosso

per vedermelo innanzi annichilito;

sono capace di ridurlo un pizzico

solo a rotargli in testa, tra le corna,

il mio bastone, come una girandola.

Mastro Ruscello, tieni per sicuro

chio render mansueto quel villano,

e che ti porterai sua moglie a letto.

Passa da me prima che faccia notte.

Quel Ford gi un ruffiano

ed io voglio promuoverlo di grado:

cos che tu potrai considerarlo,

mastro Ruscello, ruffiano e cornuto.

A stasera da me, sullimbrunire.

 

(Esce con la borsa)

 

FORD -

Qual dannato cialtrone epicureo

mai costui! Mha versato in corpo

tanta rabbia, che sento il cuore gonfio,

quasi a scoppiare! E mi vengano a dire

ora che vana gelosia la mia!

stata lei a mandarlo a chiamare,

lei a fissare lora del convegno,

tutto concluso Chi lavrebbe detto!

Ah, linferno davere al proprio fianco

una moglie infedele! Ora il mio letto

sar insozzato, i miei scrigni vuotati,

lacerata la mia reputazione

Ed io dovr non soltanto subire

un s infamante torto,

ma mi dovr sentire ricoperto

dei pi obbrobriosi ed insultanti epiteti

proprio da chi minfligge questo torto!

E che razza di nomi, parolacce!

Mammone suona bene;

Belzeb, e Lucifero del pari;

e son nomi di diavoli dinferno.

Ma becco, ma cornuto, s, cornuto

nemmeno il diavolo ci ha tali nomi!

Page un asino a star cos sicuro!

Lui ha cieca fiducia nella moglie!

Guai a parlargli dessere geloso!

Per conto mio, al contrario di lui,

affiderei piuttosto ad un Fiammingo

il mio burro([97]), il mio cacio ad un Gallese,([98])

la fiasca dacquavite a un Irlandese,([99])

il mio cavallo da portare a spasso

ad un ladrone, che lasciar mia moglie

affidata a se stessa. Quella l

sotto sotto rimugina, complotta,

trama; perch le donne

quello che frulla loro per la testa

potete star sicuri che lo fanno,

a costo di rimetterci le penne

E lode a Dio per la mia gelosia!

Alle undici ha detto Son deciso:

li preverr, sorprender mia moglie,

dar una buona lezione a quel Falstaff,

e rider sul muso a mastro Page.

Subito! Via! Meglio tre ore prima

che un sol minuto dopo Ah, vituperio!

Becco! Cornuto! Becco! Maledetti!

 

(Esce precipitosamente)

 

 

 

 

SCENA III - Aperta campagna presso Windsor

 

Il dottor CAJUS e RUGBY passeggiano su e gi,

come in attesa di qualcuno

 

CAJUS -

Rugby!

 

RUGBY -

Padrone?

 

CAJUS -

Che ora sՏ fatta?([100])

 

RUGBY -

gi passata lora che don Ugo

doveva stare qui, come promesso.

 

CAJUS -

Bon pour lui!([101]) Si ha salvato la sua vita

a non fenire! Deve avere precato

sulla sua Bibbia, a non venire qui;

ch se fosse venuto,

a questora sarebbe gi spasciato!

 

RUGBY -

furbo: sa che vostra signoria

lavrebbe ucciso, se fosse venuto.

 

CAJUS -

Parbleu, una salacca affumicata

non cos stramorta, se lo vedo!

Johnny, impugna la spada,

ti fo veder come si fa ad ucciderlo.

 

RUGBY -

Ahim, signore, io non so tirare.

 

CAJUS -

Prendi la spada, ho detto, marmottone!

 

(Rugby estrae timidamente il suo spadino, ma lo rinfodera vedendo arrivare lOSTE con ZUCCA, STANGHETTA e PAGE)

 

OSTE -

(A Cajus)

Dio ti salvi, dottore riverito!

 

ZUCCA -

(c.s.)

Dio ti protegga, mastro dottor Cajus!

 

PAGE -

(c.s.)

Caro mastro dottore!

 

STANGHETTA -

(c.s.)

Buongiorno a voi, signore.

 

CAJUS -

Eh, quanta gente!

Un, due, tre, quattro Che venite a fare?

 

OSTE -

A vederti duellare, dottor Cajus.

A veder come tiri di fioretto,

a veder come giostri sul terreno,

una mossa di qua, una di l,

ad ammirare la tua cavazione,

la tua stoccata di terza e di quarta,

il tuo prender distanza, i tuoi affondi,

morto il mio Etiope?([102])

morto il mio Francisco?([103])

Che dice il mio Esculapio?

Che dice il mio Galeno?([104])

Che dice il mio midollo di sambuco?([105])

morta la mia dolce tentazione?([106])

 

 

CAJUS -

Parbleu, il prete pi villiacco al mondo,

quello; non ha la faccia di mostrarsi.

 

OSTE -

Il fatto che tu sei, ragazzo mio,

il Sovrano Urinale delle Muse,([107])

un Ettore di Grecia, appetto a lui!

 

CAJUS -

Di grazia, voi mi siete testimoni

che siamo stati qui in sei o sette

ad aspettarlo per due o tre ore,

e non sՏ presentato.

 

ZUCCA -

uomo saggio, lui, mastro dottore;

voi siete medico, e curate i corpi,

egli cura le anime;

se vi battete, andate a contropelo

ciascuno della propria professione.

Non cos? Che dite, mastro Page?

 

PAGE -

Siete stato anche voi, ai vostri tempi,

un grande spadaccino, mastro Zucca,

prima dessere giudice di pace.

 

ZUCCA -

Eh, s, Corpo di Cristo!, mastro Page,

vecchio e uomo di pace come sono,

basta che veda una spada snudata,

subito sento prudermi le dita

Sha un bellessere giudici di pace,

dottori, preti e quantaltro volete:

un po di sale cՏ rimasto sempre

degli anni della nostra giovinezza:

siamo figli di donna, mastro Page.

 

PAGE -

Parole sacrosante, mastro Zucca!

 

ZUCCA -

E cos sar sempre, mastro Page.

(A Cajus)

Mastro dottore, son venuto qui

a prendervi per ricondurvi a casa.

Non per niente son giudice di pace.([108])

Vi siete stato sempre un saggio medico,

e don Ugo sՏ sempre dimostrato

un saggio e tollerante uomo di chiesa.

Ora dovete venire via con me,

mastro dottore.

 

OSTE -

Pardon, signor Giudice.

(Al dottor Cajus)

Una parola, monsieur Acquaminta.([109])

 

CAJUS -

Acquaminta? Che ?

 

OSTE -

Acquaminta, nel nostro buon volgare

significa valore, cocco mio.

 

CAJUS -

Parbleu, allora ho io tanta acquaminta

quanto lInglese cagnaccio dun prete!

Parola mia, gli mozzer le orecchie!

 

OSTE -

Lui ti sgraffigner ben bene, bello.

 

CAJUS -

Sgraffigner? Che ?

 

OSTE -

Vuol dire: Ti dar soddisfazione.

 

CAJUS -

Ah, certo, s, mi dovr sgraffignare,

perdio se dovr farlo!

 

OSTE -

E sar io a costringerlo a tanto

o se ne vada al diavolo, altrimenti!

 

CAJUS -

Per questo, moi vi dico molte grazie!

 

OSTE -

E per di pi, mio caro ma, un momento:

(A parte, agli altri)

mastro Giudice Zucca, mastro Page,

ed anche voi, cavaliero Stanghetta,

andate, per la strada di citt,

alla spianata della Ranocchiara.([110])

 

PAGE -

l don Ugo, vero?

 

OSTE -

Appunto, l.

Vedete intanto di che umore ,

mentrio, girando per la via dei campi,

vi condurr il dottore. Siamo intesi?

 

ZUCCA -

(Piano)

Perfettamente.

 

PAGE, ZUCCA e STANGHETTA -

Addio, mastro dottore!

 

(Escono)

 

CAJUS -

Parbleu, quel prete, io, moi, lammazzo,

che simpiccia a parlare di Anna Page

ad uno scimmiottone come quello!

 

OSTE -

E muoia pure il prete.

Ma rinfodera ora limpazienza;

getta acqua fredda sopra la tua collera

e per i campi vieni dietro a me:

ti condurr ad un certo casolare

dove madamigella Annetta Page,

partecipa a una festa di campagna.

L potrai corteggiarla a tuo talento.

Caccia aperta!([111]) Contento?

 

CAJUS -

Oh, parbleu!

Vi ringrazio; parbleu, vi voglio bene,

e vi procurer buoni clienti:

gentiluomini, conti, cavalieri

e fior di signoroni, miei pazienti.

 

OSTE -

Ed io piloter, come compenso,

la tua rotta su miss Annetta Page.([112])

Dico bene?

 

CAJUS -

(Rinfoderando la spada)

Benissimo, parbleu!

 

OSTE -

Allora andiamo, non perdiamo tempo.

 

CAJUS -

(A Rugby)

Ragazzo, mettiti alle mie calcagna.

 

(Escono)

 

 



([1]) I nomi di questi due personaggi, come spesso in Shakespeare, sono due aggettivi di qualit, coniati ad indicare una qualche caratteristica del personaggio stesso: il primo Shallow, che vuol dire non profondo nel senso di vacuo, testa vuota ( shallow-brained sinonimo di Imbecille); laltro Slender, che vuol dire sottile, magro, allampanato e, figurativamente, inconsistente. Il nome italiano del primo, Zucca, ripreso dalla seconda parte dellEnrico IV, dove il personaggio ha una parte piuttosto cospicua e dove Shakespeare mette al suo fianco un altro personaggio comico, il cugino Silence, Silenzio.

 

([2]) Il testo ha Sir: gli Inglesi danno del sir ai preti, come noi del don.

 

([3]) I will make a Star Chamber of it: Far di ci una questione da Camera Stellata. Si chiamava Camera Stellata (Star Chamber) la sala del palazzo reale di Westminster dove sedeva il Consiglio della Corona in funzione di tribunale penale, che da quella camera prendeva il nome.

 

([4]) Robert Shallow, esquire: esquire era il titolo onorifico che precedeva, nella gerarchia araldica, quello di knight, cavaliere; esso spettava di diritto ad alcuni funzionari di nomina regia tra cui i giudici di pace.

 

([5]) Questo coram come il successivo rotulorum sono corruzioni e contrazioni maccheroniche del linguaggio curialesco: coram corruzione del quorum della formula quorum unum vos esse volumus, dei quali noi vogliamo che voi siate uno con la quale il sovrano nominava i suoi dignitari; costalorum corruzione di custos rotulorum, custode dei rotuli, come si chiamavano i preposti alla giustizia (rotula erano, nel tardo latino, i cartigli contenenti i testi delle leggi); rotulorum ripetizione pappagallesca della stessa parola.

 

([6]) Si legga Glo-ster per la metrica.

 

([7]) Cos nel testo. Il termine inglese armiger ognuno che abbia il diritto di fregiarsi di uno stemma nobiliare (coat of arms).

 

([8]) il primo tocco della imbecillit di questo personaggio.

 

([9]) It agrees well, passant: passante in araldica si dice dellanimale che figura sullo stemma volto a destra e con una delle zampe anteriori alzate nellatto di grattare qualche cosa.

 

([10]) Queste battute dei tre sono in inglese una filza di doppi sensi che dovevano esilarare il pubblico ma che impossibile rendere. Stanghetta ha detto: e possono esibir sul loro stemma / dodici lucci bianchi (dozen white luces); Evans intende luces per louses, cimici, e dice che le cimici su un vecchio stemma ci stanno bene (it agrees well), meglio se passanti. Per conservare alla meglio il bisticcio sՏ tradotto louses con pulci e sfruttato lassonanza con lucci. Zucca, a sua volta, ribattendo il frizzo, gioca sul termine coat, stemma, che Evans, essendo gallese, ha pronunciato cod, che vuol dire sottana, tonaca, e dice che, al contrario del luccio, la cod un salt fish, una salacca, un baccal. Al pubblico londinese piaceva ironizzare sul dialetto gallese, e Shakespeare gliene d buon motivo, creando personaggi che lo parlano, come la lady Mortimer della seconda parte dellEnrico IV e il capitano Fuellen dellEnrico V. In questo stemma con lucci ridicolizzato da Shakespeare i critici hanno creduto di vedere lallusione ad un episodio della vita del poeta: leggenda - perch non provata da alcun documento - che egli in giovent, quando era ancora nella sua Stratford, avrebbe avuto a che fare con un Sir Thomas Lucy di Charlecote per aver cacciato di frodo nel parco di questi ed avergli ucciso un daino; per sfuggire alle conseguenze giudiziarie della denuncia di questo signore il giovane Shakespeare sarebbe scappato a Londra. Zucca ce lha appunto con Falstaff, e vuol querelarlo davanti la Camera Stellata perch questi - come dir pi sotto - gli ha ucciso un cervo e forzato lingresso del padiglione del parco. La leggenda, cui sembr credere il Rowe, che la rifer per primo (1700), e tra gli altri, pi tardi, il Simmons nella prefazione alla sua edizione shakespeariana del 1825, non ha fondamento storico, essendo stato assodato che allepoca non esisteva a Charlecote un parco con daini, la famiglia Lucy essendosi l trasferita assai dopo (cos lAlexander nella introduzione alla sua edizione da noi adottata come testo per la traduzione, pag. XII).

 

([11]) Altro bisticcio di doppi sensi: Zucca risponde a Stanghetta il quale gli ha detto che pu aggiungere allo stemma di famiglia il suo quarto di nobilt: S, lo puoi, sposandoti (You may, by marrying); Evans intende marrying per marring, e poich pensa a coat non come a stemma ma come a vestito, che laltro significato della parola, risponde che togliere a uno un quarto di vestito (squartare) spogliarlo.

 

([12]) Ossia: attento a non fare passi falsi. Per dire precauzioni (devisaments) don Evans dice vizaments: Take your vizaments in that. Don Ugo Evans gallese e la sua parte sul copione scritta con la grafia e le inflessioni di quel dialetto; ma per la palese impossibilit di renderne minimamente la comicit, il traduttore ha rinunciato al tentativo, limitandosi, tanto per rendere lidea, a rafforzare, nella grafia, qualche v in f e qualche b in p, qualche d in t.

 

([13]) pretty virginity: lastratto per il concreto era un uso letterario del tempo. frequente in Shakespeare.

 

([14]) Perch Falstaff debba trovarsi in casa di Giorgio Page, e per giunta con i suoi uomini Bardolfo, Pistola e Nym, e come faccia don Evans a saperlo, non detto; n pare che alcuno se lo sia domandato prima di noi.

 

([15]) Latino per poche parole: don Evans prete, e latineggia.

 

([16]) Good worts? Good gabbage!: don Evans, nel dire prima poche parole, ha pronunciato in gallese worts per words; worts parola che non esiste, e Falstaff gli replica con altra espressione: good gabbage, di nessun significato specifico, usata generalmente nel senso di: ma che stai dicendo, che ti salta in mente! Reverendo non nel testo.

 

([17]) Bardolfo dice: You, Banbury cheese, Tu, formaggio di Banbury: Banbury, cittadina della contea di Oxford, era rinomata per la produzione di formaggi e per lo zelo puritano dei suoi abitanti, s che nel colloquiare comune lappellativo formaggio di Banbury equivaleva a puritano, e dare del puritano ad uno era come dargli dellipocrita bigotto baciapile.

 

([18]) Videlicet, latino per cio, vale a dire.

 

([19]) Two Edward shovel-boards: shovel-board shillingera lo scellino coniato da Edoardo VI, detto cos perch era usato nel gioco del shovel-board, che si giocava muovendo monete su una tavola.

 

([20]) No, it is false, if it is a pick-purse: battuta di senso oscuro; forse don Evans vuol dire che poich Pistola fa il borsaiolo di mestiere, non pu essere accusato di essersi limitato a ripulire la borsa di Stanghetta, lavrebbe rubata tutta.

 

([21]) Pistola si picca di sfoggiare un parlare ricercato, goffamente artificioso: dice ҏ mestieri per bisogna, non dice labbra ma labras, non dice spada ma bilbo, che era il nome delle armi bianche per antonomasia, in quanto provenienti da Bilbao, Spagna, dove erano le migliori fabbriche.

 

([22]) Word of denial in thy labras here!: word of denial espressione del gergo cavalleresco, per riparazione verbale delloffesa; la si chiedeva allavversario per evitare il duello.

 

([23]) Si capisce che questa rapida muta apparizione di Annetta Page un abile espediente del commediografo per presentare il personaggio e giustificare tutto quello che di lei si dir subito dopo.

 

([24]) Si allude verosimilmente ad una pubblicazione assai nota al pubblico perch in voga nelle corti dellepoca intitolata Songs and Sonnets, una specie di antologia di composizioni in rima dispirazione petrarchesca pubblicata nel 1557 da Lord Enrico Howard, conte di Surrey.

 

([25]) Alice Shortcake: un altro nome di suggestione umoristica, dinvenzione del poeta, per far ridere il pubblico.

 

([26]) Simplicio, nella sua semplicit mentale, tiene imbrogliato nella mente anche il calendario: Ognissanti (Allhallwomas) il primo novembre, San Michele il 27 settembre.

 

([27]) yet heaven may decrease it: Stanghetta sproposita; voleva dire may increase it.

 

([28]) more contempt: Stanghetta voleva dire more attraction.

 

([29]) I am freely dissolved, and dissolutely: Stanghetta vuol dire I am freely resolved, and resolutely.

 

([30]) It is a very discretion answer: Don Ugo, oltre a pronunciare dure tutte le labiali e le dentali, alla gallese, usa spesso sostantivi come verbi o come aggettivi; cos qui ha usato discretion come aggettivo ( una risposta molto discrezione); altrove dice to description per to describe, to affect

 

([31]) Il Benedicite la preghiera che i protestanti dicevano, prima di sedersi a mensa, per chiedere a Dio di benedire il cibo.

 

([32]) three veneys for a dish of stewed prunes: un piatto di prugne stufate (stewed prunes) posto sul davanzale della finestra era linsegna dei bordelli a Londra, e prugna stufata era sinonimo di prostituta. Qui Stanghetta vuole intendere che lincontro di scherma con il suo istruttore aveva come posta (a spese naturalmente del perdente), lamplesso di una prostituta in un bordello. Ma perch Shakespeare metta in bocca a Stanghetta questa lubrica allusione, proprio davanti ad Annetta Page, che poco prima don Evans ha definito una verginit assai piacevole, non si capisce. palesemente una concessione, anche se a sproposito, al gusto del pubblico, che Shakespeare fa anche altrove: cfr. in Enrico IV - Seconda parte, II, 4, 135: He lives upon mouldly stewed prunes; Misura per misura, II, 1, 90-91: she came in great with child, and longing for stewed prunes.

 

([33]) I combattimenti di orsi (bear-baitings) erano spettacolo frequente per le piazze di Londra. Stanghetta li disapprova nel momento stesso in cui dice che gli piacciono: un altro tratto del personaggio, la ipocrita dabbenaggine.

 

([34]) By cock and pie: cock and pie era chiamato volgarmente un breviario di canoni ecclesiastici in uso nellEuropa prima della Riforma. Il nome composto di due termini: cock il bersaglio del gioco del curling, una specie di bowling; pie una focaccia composta con un miscuglio di carne, pesce, frutta, verdure, farina. Il termine cock and pie voleva definire il breviario come una miscellanea di regole buone a tutti gli usi, come la sacre scritture, appunto.

 

([35]) O base Hungarian wight!: O vile creatura ungherese!; Hungarian, o semplicemente Hungar, era sinonimo di straccione, con allusione ai soldati inglesi che tornavano in patria, sbandati e laceri, dalla guerra dUngheria.

 

([36]) Is not the humour conceited?: il personaggio di Nym ha come caratteristica il vezzo di adoperare la parola humour a proposito e a sproposito. Si deve rendere a senso, ogni tentativo di resa letterale essendo impossibile.

 

([37]) of this tinder - box: Bardolfo, per lalcool che ingurgita, come una scatola contenente materiale infiammabile.

 

([38]) I am almost out at heels: frase idiomatica per sono spiantato, squattrinato.

 

([39]) Pistola sentenzia, secondo il suo vezzo. Qui sfoggia il riferimento ad un Salmo della Vulgata, il CXLVII, che recita: (il Signore) d la sua pastura al bestiame, ai giovani corvi che gridano, come per dire a Falstaff di non disperarsi, perch il Signore che sfama le bestie e gli uccelli penser anche a lui.

 

([40]) Questa battuta invenzione del traduttore. Il testo inglese tuttaltro. Falstaff ha detto: I will tell you what I am about, Vi dir che cosa sono in procinto (ho in mente) di fare; ma lespressione, presa nel suo senso letterale, si pu intendere: Vi dir che cosa sono intorno; e Pistola la riferisce alla circonferenza della pancia di Falstaff e risponde: Two yards, and no more, Non pi di due yarde, che in italiano non avrebbe avuto senso. Per mantenere in qualche modo il gioco, si fatto proseguire a Pistola il riferimento biblico ai corvi.

 

([41]) a legion of angels: langelo era una moneta doro del valore di 10 scellini, chiamata cos perch recava nel verso limmagine dellarcangelo Michele che uccide il drago. Il traslato di Falstaff raffigura la borsa di Ford come il volo di una legione di angeli.

 

([42]) The humour rises Humour me the angels!: Lorgia di humours nel parlare di Nym inesauribile.

 

([43]) a region of Guiana: la Guiana, la vasta regione settentrionale del Sud-America era, al tempo di Shakespeare, meta di colonizzatori e avventurieri perch ritenuta terra di immensi tesori: la stessa che gli Spagnoli chiamarono El Dorado.

 

([44]) Pandaro, lo zio di Cressida, che favor gli amori di costei col principe troiano Troilo, figlio del re Priamo, e divenne per questo leggendario simbolo di ruffianeria. Il personaggio avr una parte cospicua nella commedia Troilo e Cressida dello stesso Shakespeare.

 

([45]) Tester Ill have in pouch when thou shall lack: tester era il nome corrente dello scellino coniato da Enrico VII, detto testone perch recava sul recto la testa del re.

 

([46]) when thou shall lack, letteralm.: quando tu ne difetterai.

 

([47]) I will discuss the humour of this love to Page: discuss sta qui per declare (cfr. in Enrico V, IV, 4, 5: What is thy name? Discuss!)

 

([48]) Here will be an old abusing of Gods patience ande the Kings English: the Kings English era detto linglese parlato e scritto correttamente: il dottor Cajus francese, e parla un cattivo inglese, specie quando adirato.

 

([49]) Quickly, come spesso succede in Shakespeare, si rivolge al pubblico.

 

([50]) Era credenza popolare che Caino avesse i capelli color rosso-fulvo: cos il personaggio appariva nelle rappresentazioni popolari dei Mistery Plays.

 

([51]) Il dottor Cajus mischia il francese allinglese, sicch le sue battute - a somiglianza di quelle del parroco don Evans, che invece gallese - sono infarcite di errori di pronuncia, cui corrisponde una grafia che la traduzione costretta ad ignorare per la gran parte. Il boitier non in realt una scatola, uno scrigno a pi scomparti.

 

([52]) F, f, f, f, in fede mia, fa un gran caldo! Vado alla Corte Il grosso affare!

 

([53]) Che cosa contenga questo astuccio, non detto: verosimilmente soltanto un espediente teatrale per dare al pubblico la suspense su quello che far questo irascibile dottor Cajus: entrer-non entrer nel suo gabinetto.

 

([54]) Mettilo nel mio taschino. Alcuni testi hanno qui: Mettez-le mon pocket, altri addirittura mon tasca.

 

([55]) Depche, quickly! nel testo. Quickly presto, rapidamente, ma anche il nome della donna.

 

([56]) You are John Rugby, and you are Jack Rugby: Jack, epiteto volgareggiante, una specie di soprannome spregiativo (es. Jack priest, pretonzolo; Jack sprat, nanerottolo) che applicato alluomo pu essere omuncolo. SՏ tradotto con Zanni che il nome spregiativo del servo idiota della commedia dellarte.

 

([57]) Che cosa ho dimenticato?

 

([58]) Simples, semplici in italiano: cos erano chiamati nel medioevo i farmaci fatti dagli speziali con erbe medicinali (cfr. anche in Re Lear, IV, 4, 14: simples operative, whose power will close the eyes of anguish; e in Amleto, IV, 7, 144: collected from all simples that have virtue under the moon).

 

([59]) Oh, diavolo, diavolo, diavolo!

 

([60]) Quickly spropositta per vezzo, spesso dice parole di senso contrario a quello che vuol dire. Qui vuol dire: Non siate cos irruento, irascibile, e dice invece: Non siate cos flemmatico.

 

([61]) Procuratemi.

 

([62]) Quickly vuol dire il contrario: infuriato.

 

([63]) I will cut his all two stones he shall not have a stone to throw at his dog: il testo inglese gioca sul doppio senso di stones che vale pietre e testicoli. Cajus dice letteralmente: Gli taglier tutti e due i testicoli: non gli rester una pietra da gettare al suo cane. La traduzione non pu conservare il bisticcio.

 

([64]) I have appointed mine Host of the Jarter: il participio passato I have appointed da intendere: Ho gi pensato di nominare, e non gi Ho nominato, perch Cajus non pu aver visto loste prima di stilare il biglietto di sfida a don Ugo.

 

([65]) What the good-year!: sՏ inteso cos questo rafforzativo colloquiale, senza preciso significato.

 

([66]) But I detest: Quickly vuol dire I attest, posso dichiarare.

 

([67]) she is given too much to allicholy: allicholy parola inventata; Quickly vuol dire melancholy.

 

([68]) and musing: to muse ha due significati: riflettere, essere assorti, (to reflect), e borbottare, mugugnare (to grumble); qui usato nel primo senso; pi sotto (V, 2, 225) quando Meg dice a Fenton I will muse no further, nel secondo.

 

([69]) Quickly, dicendo Anna non lama, non si contraddice da quanto ha detto prima a Fenton; n la frase riferita, come intendono molti, ad alcun altro dei suoi pretendenti, Stanghetta o Cajus. nel carattere del personaggio la goffa indecisione delle scelte e delle simpatie, come apparir chiaro nel monologo alla fine della scena quarta del III atto. In questa commedia, Quickly impersona la ruffiana astuta e benevola della novellistica italiana dispirazione boccaccesca, come sՏ meglio annotato nella nota introduttiva; e, malgrado il nome, il personaggio del tutto diverso dalla Quickly, locandiera a Eastcheap dellEnrico IV - Seconda parte. Tra laltro, qui ella conosce Falstaff per la prima volta.

 

([70]) for his precisian: precisian era lepiteto che si dava ai puritani, rigorosi osservanti delle regola della forma, e di puritano era divenuto sinonimo nel sec. XVI.

 

([71]) the tune of Greensleeves: probabilmente il titolo di una canzonetta licenziosa dellepoca, che doveva essere ben conosciuta dal pubblico.

 

([72]) Il testo inglese piuttosto ermetico: in this mistery of ill opinions, in questo mistero di cattive opinioni (su di noi). SՏ dovuto rendere a senso.

 

([73]) Il monte della Tessaglia che, secondo il mito greco, i Giganti ribelli a Giove accatastarono sullaltro monte Ossa per dare la scalata al cielo e sotto il quale rimasero seppelliti, fulminati dallo stesso Giove, con laiuto di Ercole.

 

([74]) Queste due battute sono costruite su una metafora di abbordare: le due donne si paragonano a due vascelli (limmagine della donna/vascello ricorrente nella Bibbia). Si capisce il loro lascivo sottinteso.

 

([75]) Hope is a curtal dog: senza coda, coda mozza (curtal) si dice di tutto ci che corto nello spazio e nel tempo: la speranza delluomo fatto becco corta, perch scoprir presto o tardi la tresca della moglie.

 

([76]) Atteone, il mitico cacciatore mutato in cervo da Artemide per averla spiata nuda al bagno; fu inseguito e sbranato dai propri cani. Medoro il nome dun cane.

 

([77]) Take head ere summer comes, or cuckoo-birds do sing: il cuculo maschio (cuculus canorus) uccello noto per il suo canto nella stagione degli amori. Ma la parola ha una significativa assonanza con kuckold, uomo cornuto, becco(il francese cocu), e lallusione di Pistola evidente.

 

([78]) In realt Nym dice altra cosa. Dice: I love not the humour of bread and cheese; bread-and-cheese il nome inglese dellacetosella, lacidula pianta erbosa detta anche pan-di cculo (cuckoo-bread flower in inglese). Ma a tradurre: Lacetosella non mՏ mai piaciuta nessun lettore avrebbe capito.

 

([79]) Here is a fellow frights English out of his wits: letteralm.: Ecco uno che spaventa linglese col suo spirito, che in inglese significa poco e niente in italiano. Si reso a fiuto.

 

([80]) I will not believe such a Cataian: cataian cinese (abitante del Catai, comera chiamata la Cina): i Cinesi, secondo i racconti che facevano i grandi viaggiatori, erano maestri di astuzie e di raggiri (cfr. in Dodicesima notte, II, 3, 80: My lady is a Cataian).

 

([81]) If he should intend this voyage toward my wife: ancora la metafora della donna/vascello; voyage viaggio per mare. Page pensa a Falstaff come ad un altro vascello cui mandare incontro quella della moglie.

Per conservare il traslato sՏ tradotto il successivo loose (I wouls turn her loose to him) con a vele sciolte.

 

([82]) Il testo ha: Che ci si insedii sulla mia testa ( let it lie on my head): cio le corna.

 

([83]) Cavaliero nel testo. Il linguaggio di questo personaggio sta tra il sussiegoso e lo strafottente. Gi il nome chegli ha dato alla sua locanda (Windsor era, come si detto, la sede dellordine della Giarrettiera) lo caratterizza per questo. Sar lui lautore della beffa al dottor Cajus e al parroco don Evans, invitandoli in luoghi diversi per il duello; sar lui che aiuter Fenton e Annetta a giocarsi del padre e della madre di costei; sar infine lui, a sua volta, vittima del furto di cavalli ad opera di ladroni tedeschi.

 

([84]) and tell him my name is Brook: brook piccolo corso dacqua, ruscello; Fontana il nome acquatico inventato da Arrigo Boito nel suo libretto del Falstaff per Giuseppe Verdi, ed entrato ormai nelluso di tutti i traduttori. Ma non saccorda con la metafora seguente dellOste: Avrai flusso e riflusso: il ruscello pu avere il suo flusso e riflusso, la fontana no. Dunque, mastro Ruscello, e non mastro Fontana. Per flusso e riflusso lOste intende dire: Avrai ingresso da lui per andare e venire.

 

([85]) Si accetta qui la lezione mijn heers dellOxford Shakespeare (cit.) in luogo del meno probabile ameers di altri testi (New Cambridge Shakespeare) e che molti traducono emiri. Mijn heers fiammingo, e lOste, per suo mestiere, poliglotta.

 

([86]) Parlo turco? non nel testo.

 

([87]) Troppo lusso non nel testo.

 

([88]) il nome di un quartiere malfamato di Londra, divenuto sinonimo di brothel, postribolo.

 

([89]) to keep the terms of my honour precise: laggettivo precise usato a bella posta: era quello in uso presso i puritani per indicare chi osservava puntigliosamente la rigidit dei loro costumi. (V. anche sopra la nota 70)

 

([90]) Quickly usa a rovescio anche i termini di cortesia. E Falstaff le fa il verso.

 

([91]) you have brought her into such a canary: canary un altro strafalcione di Quickly, che voleva dire verosimilnente into such a quandary, in tale intricanza danimo.

 

([92]) V. sopra la nota 41.

 

([93]) nay, which is more, pensioners: pensioners si chiamavano gli ufficiali dellesercito scelti tra la nobilt per far parte della guardia personale del re.

 

([94]) my good she-Mercury: Mercurio era il messaggero degli di. Falstaff si sente nellOlimpo.

 

([95]) infection: Quickly vuol dire affection, affezione.

 

([96]) This pink: si adotta pink, barca da pesca, suggerito dal Walburton, in luogo di punk, bagascia dellin-folio, che sembra in verit improbabile in bocca a Pistola: sia per limmagine del veliero da guerra, che segue (Pi vele al vento), e sia anche perch lo stesso Pistola si accinge a fare di Quickly la sua futura moglie.

 

([97]) I Fiamminghi erano famosi produttori e consumatori di burro.

 

([98]) I Gallesi erano famosi produttori e consumatori di formaggi (v. anche sotto la nota 175). Il testo ha il mio cacio al parroco Ugo il Gallese.

 

([99]) Gli Irlandesi erano famosi bevitori di acquavite.

 

([100]) Vas is de clock?: Cajus francese e, come sՏ visto, oltre a pronunciare linglese come un Francese, usa modi e parole della sua lingua.

 

([101]) Buon per lui! Traduce lesclamazione By Gar, che il dottor Cajus ripete come suo intercalare, ma che non significa niente in inglese. In bocca ad un Francese, pu aver valore di interiezione asseverativa, come parbleu: Altrove la si resa diversamente.

 

([102]) LOste della Giarrettiera ha il vezzo di chiamare le persone con appelltivi di paesi, di personaggi storici, di razze; qui chiama il dottor Cajus Etiope, alla quinta scena del IV atto (v.16) chiama se stesso thine Ephesian, il tuo Efesio (non il tuo Efesiano, come tradotto da alcuni: Venere che aveva il culto ad Efeso, Venere Efesia); pi sotto (v.18) chiama Simplicio this Bohemian-Tartar. Praz, ripreso dal Lodovici, qui traduce addirittura il mio alchimista delletiope marziale ( letiope marziale era un composto metallico noto agli alchimisti del tempo).

 

([103]) Francisco sta evidentemente per Francese.

 

([104]) Esculapio e Galeno sono due famosi medici dellantichit.

 

([105]) My heart of elder?: il midollo di sambuco morbido e palpabile, simbolo di malleabilit.

 

([106]) Is he dead, bully stale?: molti curatori intendono qui stale per urina e traducono mia dolce urina (Lodovici.: il mio eccelso saggiatore di urina stantia; Baldini: mia reverendissima urina, con allusione alla professione di medico del dottor Cajus); il che, francamente, sembra eccessivo, data la sperimentata suscettibilit del personaggio. Bully per lOste della Giarrettiera un intercalare sovente ripetuto davanti a nomi ed epiteti, e bully stale espressione idiomatica per dolce tentazione (cfr. la massima A door without lock ia a stale for a knave: Una porta senza serratura una tentazione per un malfattore.

 

([107]) Thou art a Castalion-King-Urinal: Castalion (o Castalian) aggettivo da Castalia, come si chiamava una sorgente del Monte Parnaso, sacro alle Muse. Urinal forma arcaica di urinary, colui che favorisce lazione dellurinare, cio la fonte cui si abbeveravano le Muse. Tu, che sei medico, sei il re di quella fonte, dice lOste; dove forse si pu intendere che Shakespeare voglia far dire allOste che il dottor Cajus fa tanta paura a don Ugo da farlo pisciar sotto; conforta questa supposizione il susseguente epiteto di Ettore di Grecia (che poi non era di Grecia ma di Troia, ma lOste non bada a certe sottigliezze).

 

([108]) Testo: I am sworn of the peace: Io sono (giudice ) di pace giurato.

 

([109]) Monsieur Mockwater: Mockwater termine che non esiste: lha coniato l per l lOste - sempre pensando al dottor Cajus come ad un urinary (v. sopra la nota 107) - componendo insieme water, acqua e mock, prefisso che posto davanti a un sostantivo ha valore peggiorativo-stregiativo (lurina acquaccia). Lo si reso con leufemistico Acquaminta da mingere, urinare.

 

([110]) through the town to Frogmore: Ranocchiara per Frogmore suggerito dal Lodovici (cit.) ed nome quanto mai adatto a localit silvestre (in Abruzzo, nel parco, cՏ la Camosciara). Spianata non nel testo ma implicito: i duelli si tenevano solitamente in radure boschive.

 

([111]) Cried game!: espressione del gergo venatorio; si dice della caccia quando, al suono dei corni che ne annunciano lapertura, la muta dei cani comincia ad abbaiare.

 

([112])I will be thy adversary toward Anne Page: non credo proprio che Shakespeare, come intendono molti, abbia voluto far dire allOste: Sar il tuo avversario verso Anna Page, nel senso di: Ostacoler le tue mosse, le tue faccende con Anna Page. Il Lodovici, sempre attento, ha un evasivo per quanto improbabile: Ti servir la messa presso Anna Page. Non hanno capito che qui adversary usato nella forma singolare di adversaria, plurale neutro del latino adversarius, cosa o persona che sta davanti, con il quale termine gli Inglesi indicavano, nel gergo mercantile, il giornale di bordo. LOste vuol dire, nel suo solito parlar fiorito: In compenso ti piloter verso Anna Page.