Vier Bagatellen für Violine und Pianoforte op. 28, KiV 229

Furono dedicate al piccolo (6 anni) Egon Petri, sul cui scrisse al padre: «Un affettuoso bacio a Egon da parte mia per la sua buona condotta a scuola. Sono contento della sua vivacità e mi piace, anche se rasenta la maleducazione. Gli auguro di conservare anche più tardi nella vita, soprattutto negli anni così pericolosi dell'adolescenza, questa sana disposizione d'animo, che al giorno d'oggi sparisce di solito con l'infanzia, e che tuttavia si può conciliare con la serietà professionale.
Ad ogni modo il mio consiglio di aprire gli occhi al ragazzo sui fatti della vita più tardi, al momento giusto, è prematuro e superfluo (tu lo sai meglio di me). Reticenza e imbarazzo del padre, oppure stretta vigilanza senza una spiegazione che la giustifichi, sono dannose per l'uomo che sta per sbocciare, perché nulla di ciò che è naturale si lascia reprimere con la forza e, dovendo trovare sfogo, può trovarlo in altra direzione, sbagliata e più dannosa. Scusa questo sfogo moralistico; più che a te e a Egon mi riferisco a me stesso e ai miei ricordi. [Lettera a Henri Petri, 17 ottobre 1888]