Giudizi di Sibelius sulla musica di Busoni

Sibelius disse ad Aino «che secondo lui l'amico "non era un compositore" e nel diario una volta annotò: "Ho studiato la 'Fantasia contrappuntistica' di Busoni [si era nel 1910 ed egli doveva aver esaminato la seconda versione del lavoro, la cosiddetta 'Edizione maggiore', pubblicata in giugno da Breitkopf]. Perché questo grande pianista vuole comporre? E' sempre interessante sentire un artista sgobbare, ma questa musica! Povera e brutta. Senza slancio! La sua 'Bercense élégiaque trova la sua giustificazione nel colore e nell'esteriorità. Ma questo e anche tutto!"; per quanto subito dopo annotasse "Il giudizio su Busoni è soltanto provvisorio" è facile intuire che non avrebbe cambiato idea. L'oggettivismo formale dell amico non poteva infatti trovare totale rispondenza in un musicista che sarebbe stato pervicacemente soggettivo; l'accento posto sulla fruizione della natura stava del resto a significare che Sibelius avvertiva nel collega la mancanza di quella istintiva irriflessione alla quale egli invece per tutta la vita si sottomise, anche a prezzo di rimanere ancorato alla tradizione e lontano quindi da ogni stretta problematica di rinnovamento. [TAMMARO, pp. 24-25]