1884
Intanto, siccome le prove della Suite sono state rinviate a gennaio, poi ancora a febbraio, Busoni si prepara per due altri concerti. Scrive della sua vita viennese in brillanti e spiritose lettere agli amici:

«Qua la musica è in ogni dove, anche troppa. Le guerriglie tra Wagneriani e anti-Wagneriani sono sempre in atto. Anche Brahms ha il suo partito, e gli Slavi e i Tedeschi combattono continuamente. Così il mondo cammina, come cani e gatti: eterna agitazione, senza di cui il mondo non esisterebbe...» [Cit. in GUERRINI, p. 41]

Sulla vita musicale viennese scrive il 4 febbraio nella rubrica da lui curata sul giornale triestino L'Indipendente:

«Il critico musicale che ha stabilito il suo soggiorno a Vienna non corre mai rischio di dovere tralasciare la sua consueta rassegna per mancanza di argomento. Il suo scrittoio è letteralmente coperto di bigliettti di concerto e d'inviti a produzioni musicali d'ogni specie e d'ogni forma: egli è costretto ad indossare di buon mattino la sua marsina per correre già a mezzogiorno in una matinée; la sera è divisa tra la prima metà d'un concerto e l'ultimo atto d'un'opera, né qui hanno fine le sue pene, poiché siamo certi d'incontrarlo ancora in una soirée, dove viene gentilmente pregato dalla padrona di casa a voler far cenno della serata nel suo prossimo feuilleton» [BII, p. 447]

Busoni riesce anche ad avere un’audizione da Rubinstein e, col suo aiuto, tiene ancora un concerto, nel quale ha incluso una "Sonata" di Brahms. Ma la critica non gli è favorevole:

«Rubinstein arrived in March, and at his first concert played more than thirty pieces, including a "Sonata" of Schumann and two of Beethoven. One can see whose example Ferruccio set himself to follow. Ferruccio called; on him, and found him fairly amiable, 'not more so than is correct for celebrities'. He did not play privately to Hanslick; that was put off too. But he determined to secure Hanslick's favour by playing a Sonata of Brahms at his third concert; Brahms was 'the only cheese to catch that mouse'. Hanslick came to the second concert, and criticized it with some coolness. But the Baroness came, and having heard him play in public had no more doubts. It was the end of March» [DENT, pp. 47-48]

Richter rimanda all’inverno successivo l'esecuzione della "Suite". Amareggiato, Busoni decide di trascorrere un periodo di vacanza a Frohnleiten, dove anche i Mayer villeggiavano. Melanie Mayer gli è fedele compagna. Prima però si reca a Trieste, per dare l'estremo saluto a un grande amico appena scomparso: Luigi Cimoso.
A Frohnleiten, dopo Mozart e Bach, egli studia e approfondisce Beethoven, Schumann, Chopin, mentre per Lizst ha ancora qualche sospetto. Quanto alle letture di quel periodo, cfr. DENT, p. 50:

«Ferruccio was always a voracious reader, and even at seventeen keenly critical and appreciative of literary craftsmanship. At Vienna he had read a good deal of Dickens as well as 'Vanity Fair'. Of more modern authors he seems to have preferred Turgeniev and Anatole France. About this time he read Schopenhauer with deep and careful attention. But his real enthusiasm was for the Italian classics. Nobody but an Italian, he told Melanie, could properly appreciate the perfection of Boccaccio and of Manzoni's 'Promessi Sposi'; when these books were translated into other languages they became trivial. 'I have often wondered', he said to her, 'why Italian literature never shows the light-hearted cheerfulness which is characteristic of our nation in all other arts. The heavy Germans are much more inclined to trivialities in their writing than we are. On the other hand, to read Dante, Alfieri, Leopardi, or Guerrazzi is even more of a scientific than an artistic pleasure.' Leopardi was evidently his favourite poet; in the course of the summer he wrote a long letter in Italian verse to his uncle Alfonso at Empoli to ask him to send them some of his wine; the style shows distinct reminiscences of Leopardi.»

In settembre torna a Vienna solo. Richter intanto rimanda di mese in mese l’esecuzione della "Suite". Finalmente, il 4 ottobre il lavoro è messo in prova. Benché i regolamenti della Società vietino al compositore di assistere alle prove, Busoni riesce tuttavia ad entrare di nascosto. Il giorno dopo Richter loda la composizione, ma gli annuncia pure che l’orchestra (la quale aveva diritto di voto sui programmi) si rifiuta di eseguirla. Busoni è profondamente deluso perché pensa che questo rifiuto potrebbe influenzare negativamente i suoi benefattori e i suoi amici.

Scrive al padre:

«Pur essendo enormemente seccato [per il rifiuto della 'Suite'], ho tentato di prender la cosa in calma e senza scoraggiarmi, ma fidando sul mio talento e perseverando. Tutto ciò che era umanamente possibile fare per la buona riuscita dei miei piani l'ho fatto. Non ho nulla da rimproverarmi: nulla fu negletto, nulla intentato. Ho lavorato duramente, mi sono recato ovunque a fare anticamera. Fui il mio copista e il mio facchino. Ebbi ad ogni modo una soddisfazione ascoltando il mio lavoro, con l'orchestra pronta alla perfezione, e fui specialmente contento di accertarmi che non avevo fatto errori nei miei effetti orchestrali. Oggi e domani sarò completamente occupato a ritirare le parti e la partitura, fare i miei bagagli e avere un breve colloquio col Wertheimstein. Partirò fra pochi giorni e vi farò sapere l'ora del mio arrivo. L'unica cosa che vi chiedo è di ricevermi di buon animo e di essere allegri come se nulla fosse avvenuto.» [Cit. in GUERRINI, p. 42]

Torna per un breve periodo a Frohnleiten, più che altro per far piacere al padre che lo tempesta di lettere piene di minacce e di sospetti. Al suo ritorno a Vienna, nel novembre successivo, il padre lo accompagna. I due concerti che egli tiene in dicembre sono aspramente criticati, e l'interpretazione della "Appassionata" addirittura condannata.
Compone l'Etude en forme de variation in do diesis minore per pianoforte, op. 17, KiV 206; Zwei Lieder mit Pianofortebegleitung, op. 31, KiV 167 (testi di Victor Blüthgen e Rudolf Bambach); Zwei altdeutsche Lieder für eine singstimme mit Pianofortebegleitung, op. 18, KiV 207 (testi di Neidhard von Reuental e Walther von der Vogelweide, von K. Ströse bearbeitet) e la Zweite Ballettszene per pianoforte, op. 20, KiV 209.

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