FERRUCCIO BUSONI

SOGNO

Traum.
B.198. Non pubblicato prima.



Berlino, settembre 1914

Ho fatto il sogno seguente e, nel riferirlo, adopero parole che si presentarono nel sogno stesso.
Durante la guerra, con un audace colpo di mano, un ufficiale della riserva ha fatto prigionieri quaranta uomini e un generale. Tuttavia nel mandare l'ardita azione ad effetto ha infranto certe regole disciplinari: motivo per cui con ogni probabilità sarà messo sotto inchiesta dal tribunale di guerra.
L'ufficiale, che nella vita civile era uno stimatissimo finanziere, ha esercitato prosperamente la sua professione per un periodo di vent'anni; la condotta proba e intelligente degli affari gli ha procurato onori e fortuna, e ha aiutato ad acquistare onori e fortuna numerose persone della sua cerchia. Tuttavia i suoi primi inizi sono immersi nella oscurità e qualche azione orrenda, rimasta nascosta, pesa sulla sua vita precedente.
L'ufficiale si rende conto con terrore che l'inchiesta incombente del tribunale di guerra scoprirà l'azione orrenda, che l'onore della sua famiglia e il benessere di un gran numero di persone che dipendono da lui saranno distrutti. Perciò decide di fermare in tempo il disastro con il suicidio. Ma affinché questo nuovo crimine non macchi quel suo onore a salvataggio del quale egli vi si accinge, l'ufficiale progetta di conferire al suicidio l'apparenza di una seconda azione eroica, in cui sfortunatamente perder la vita. La vicinanza della costa gli offre l'occasione di correre in aiuto di una nave che sta per incagliarsi: egli si caccia di proposito tra gli scogli e la nave che sta per urtarvi contro; «un colpo» (dissi in sogno) «a cui nessun banchiere è in grado di resistere».
L'azione passa inosservata; un grosso ferro, che è penetrato nel suo corpo, lo tiene fermo in fondo all'acqua; e il nome dell'ufficiale appare sull'elenco dei dispersi.
Passano settimane, mesi, anni e continuamente, come le bollicine salgono nella coppa di spumante, l'acqua deposita sul corpo dimenticato perla su perla; le perle si attaccano al corpo, come si è espresso il sogno, «in parte per accusarlo, in parte per onorarlo, in parte per spiarlo: lui, il padre, il tutore, il ladro di un tempo, il Napoleone delle perle». Queste parole risuonarono nel sogno. Più tardi in tempo di pace dei pescatori riportarono alla superficie un corpo umano fittamente coperto e incrostato di perle, il quale aveva l'aspetto di un «idolo esotico di madreperla» e ricordava quel tronco d'albero in cui ogni passante conficcava un chiodo, che si può vedere a Vienna sulla cantonata del Graben ed è chiamato «il bastone nel ferro».

Berlino, 17 settembre 1914