FERRUCCIO BUSONI

IL CAPOLAVORO DI WAGNER

Dal volumetto di Ugo Tomicich, Welches Werk Richard Wagners halten Sie für das beste? (Qual è secondo Lei l’opera migliore di Wagner?), Trieste 1899. La riproduciamo nell’originale italiano di Busoni (nel volumetto, affiancato dalla traduzione in tedesco). Ripubblicato nel saggio di Piero Rattalino «Busoni operista» in «Rassegna musicale Curci», Milano, XIX bis, n. 2, giugno 1966. Il titolo è nostro.


Egregio Signore,
La domanda «quale sia il miglior autore, compositore o pittore?» suscita il medesimo imbarazzo, che la questione: «qual’opera d’un artista sia da riputarsi la più perfetta». Bisognerebbe conoscere a fondo tutti gli autori, tutte le opere d’un artista. E chi può vantarsi d’essere sufficientemente preparato, competente, imparziale, superiore, rimpetto ad una brusca domanda di tanto peso?
Alla di Lei questione: «Quale sia il miglior lavoro di Wagner» replicherei di riscontro: «da qual punto di vista» desidera Ella un giudizio talmente arrischiato?
Se l’unità di concetto e di stile è da stimarsi sopra ogni altra qualità, direi: Tristano; se la ricchezza di motivi e di forme, la grandiosità e l’estensione del soggetto hanno a dettar legge, affermerei: i Nibelungi; se il lavoro puramente musicale e l’elegante perfezione del testo son da considerarsi principalmente, proferirei: i Maestri Cantori; se l’elevatezza di spirito e di sentimento è norma di valore, giudicherei: Parsifal.
Dunque il miglior lavoro di Wagner sarebbe il terzo periodo della sua produzione.
Egli non trovò, come fè Dante colla Divina Commedia, come riuscì a Goethe nel Faust, il soggetto di contenuto universale, atto ad assorbire e concentrare tutte le qualità d’artista ch’esso (Wagner) aveva in sé; ma le distribuì nei quattro lavori dell’ultimo periodo, la somma dei quali ci rende completa la personalità del suo genio.
La saluto con stima

Ferruccio Busoni
Berlino, 19 agosto 1899