Egregio Signore,
La domanda «quale sia il miglior autore, compositore o pittore?» suscita il medesimo imbarazzo, che la questione: «qual’opera d’un artista sia da riputarsi la più perfetta». Bisognerebbe conoscere a fondo tutti gli autori, tutte le opere d’un artista. E chi può vantarsi d’essere sufficientemente preparato, competente, imparziale, superiore, rimpetto ad una brusca domanda di tanto peso?
Alla di Lei questione: «Quale sia il miglior lavoro di Wagner» replicherei di riscontro: «da qual punto di vista» desidera Ella un giudizio talmente arrischiato?
Se l’unità di concetto e di stile è da stimarsi sopra ogni altra qualità, direi: Tristano; se la ricchezza di motivi e di forme, la grandiosità e l’estensione del soggetto hanno a dettar legge, affermerei: i Nibelungi; se il lavoro puramente musicale e l’elegante perfezione del testo son da considerarsi principalmente, proferirei: i Maestri Cantori; se l’elevatezza di spirito e di sentimento è norma di valore, giudicherei: Parsifal.
Dunque il miglior lavoro di Wagner sarebbe il terzo periodo della sua produzione.
Egli non trovò, come fè Dante colla Divina Commedia, come riuscì a Goethe nel Faust, il soggetto di contenuto universale, atto ad assorbire e concentrare tutte le qualità d’artista ch’esso (Wagner) aveva in sé; ma le distribuì nei quattro lavori dell’ultimo periodo, la somma dei quali ci rende completa la personalità del suo genio.
La saluto con stima
Ferruccio Busoni
Berlino, 19 agosto 1899