Leonetta Bentivoglio - Paola Zonca

LO STRESS DEL PODIO

Da Abbado a Berio, da Myung Whun Chung a Carlo Maria Giulini, i direttori ricordano il collega e parlano dello stress sul podio. La paura e l'angoscia ci consumano. Le reazioni - Abbado: 'Sono scioccato, rimpiango un grande collega e musicista.' - Chailly: 'La tensione è altissima anche nel preparare un brano'
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Accadde a Mitropoulos, vittima, nel '60, di un attacco cardiaco durante le prove della Terza Sinfonia di Mahler alla Scala. Lo stesso destino toccò a Franco Capuana, al grande Hermann Scherchen e al direttore napoletano Giuseppe Patanè. Di podio si può morire: atrocemente, all'improvviso. Lo ha dimostrato ancora la tragedia di Giuseppe Sinopoli, morto venerdì a Berlino nel mezzo di una recita di 'Aida'. Dirigere significa anche sfidare la morte? Quanto consumano il potere e l'estasi del podio? Vive di aspetti anche distruttivi il mito del 'Maestro'?
Carlo Maria Giulini ebbe un malore, nel '98, dirigendo in prova l'Orchestra Verdi di Milano: «Per fortuna fu uno svenimento senza conseguenze», racconta il direttore 87enne «Non so se l'episodio possa legarsi a stress da podio. Ma ricordo che quand'ero in attività, ogni volta, prima del concerto, la paura era tremenda. Nella mezz'ora precedente alla chiamata si concentravano angosce e pensieri. Soprattutto il timore di non riuscire a realizzare il mio ideale. Poi però, appena cominciavo a dirigere, la musica cancellava ogni ansia».
Anche il ben più giovane Daniele Gatti, 39 anni, direttore musicale a Bologna e a Londra con la Royal Philharmonic, ebbe due anni fa un rialzo di pressione repentino durante le prove di Bohème: «Eppure ero in perfetta forma, con cuore e arterie a posto, come risultò da un'indagine medica successiva. Decisi comunque di annullare tre settimane di impegni negli Stati Uniti». E ricordando con dolore da Londra, dove sta dirigendo 'Otello', l'amico Sinopoli («ci conoscevamo bene, sono sconvolto»), segnala la necessità di salvaguardarsi dal 'male' del podio «scansando strategie di carriera, dando importanza al privato e mantenendo la lucidità del distacco nel momento dell'esecuzione. Mai farsi divorare».
Da parte sua Riccardo Chailly spiega che «non solo in concerto, ma anche nella lunga preparazione di un brano, il direttore prova un' altissima tensione». Il coinvolgimento psicologico è totale: «È un lavoro che stimola emozioni forti. Estasi, turbamento, perturbazioni psichiche: bisogna viverle sulla pelle per trasmetterle. Però è anche spesso fonte di longevità. La mente entra in empatia con la musica e filtra le emozioni, ma il corpo, col movimento, smaltisce ogni stress».
Così la pensa anche MyungWhun Chung, direttore musicale a Santa Cecilia: «Dirigere vuol dire muoversi, vivere la musica nel corpo, rilassare la tensione. La pressione, certo, è fortissima, ed è enorme il senso di responsabilità che t'investe. Ma la componente liberatoria è imprescindibile».
«Come tutti i mestieri che si fanno con intensità e impegno», commenta a sua volta Luciano Berio, «il mestiere del direttore è molto logorante. Ma lo diventa più che mai quando il direttore ha punti non risolti nel suo rapporto con la musica. Se si è in armonia con se stessi è un mestiere che ha aspetti molto salutari». E riutilizza il termine parlando di Sinopoli, definito «persona salutarmente scomoda», oltre che presenza «non solo musicale, ma di grande forza culturale».
E se da Berlino anche Claudio Abbado manda il suo messaggio («la notizia mi ha sorpreso e scioccato: rimpiango d'aver perduto un grande collega e un grande musicista, e auguro alla sua famiglia molto coraggio»), l'ansia del dirigere vive nei commenti del direttore russo Semyon Bychkov: «È una professione in cui convivono varie forme di stress: l'esposizione al ruolo pubblico, la responsabilità, la schizofrenia delle identificazioni con le opere che si dirige, e persino con i singoli personaggi di ogni opera. Ma se superi il narcisismo e le ansie di carriera, se ami la musica più dello spettacolo di te stesso che la dirigi, puoi riuscire a difenderti».

[La Repubblica 22-04-2001]