Sarei felice se queste mie pagine potessero concorrere a liberare il pubblico dalla paura, che oggi ha, di non capire. Con questa paura in corpo, esso rischia di diventare complice di colui che, scrivendo, tenta ingannarlo, dandogli ad intendere, nel presentargli una musica brutta, in cui niente v'è da capire, che chi non capisce e lui, il pubblico.
Mi fu raccontato di una signora, che dopo una musica simile disse: «E se fosse bella?». Questo è il colmo! Sentiva che era brutta, e dubitava ancora. In arte decide il sentimento, non il raziocinio.
Essa non ambisce un pubblico di iniziati, una congrega di affiliati, ma un cuore aperto e schietto. La perplessità del pubblico d'oggi non è pericolosa per la musica bella, perchè al suo contatto essa scompare di colpo. È nei confronti della musica brutta che porta danno. Ne deriva un avvelenamento di tutta la vita musicale. Sarebbe come se in una buona società, per una malintesa tolleranza, si ammettessero man mano delle persone sempre più equivoche, fino a trovarsi a far comunella un bel giorno con dei briganti ed assassini. E che dirà un medico d'un corpo che non elimini ciò che deve eliminare? Non sarebbe avvelenamento questo?

E. W. F.