ADRIANO LUALDI
ERMANNO WOLF-FERRARI
Di Ermanno Wolf-Ferrari (1876), che dev'essere considerato precursore della «ripresa» della musica pura e pioniere di certi ritorni intorno ai quali si mena oggi molto scalpore, ho detto. A chiarir meglio la sua figura, e le ragioni della incomprensione e del silenzio più o meno organizzato di cui fu, tra noi, oggetto, non mi resta che ripetere cose che ho già dette molti anni or sono. Quando, nel campo del teatro, Le donne curiose comparvero, quando I quatro rusteghi le seguirono, gran da fare si dettero molti, per mettere Ermanno Wolf-Ferrari in rapporto,al momento artistico di allora (1903-1906).
Vi fu chi parlò di lui come di un retrogrado volontario; vi fu chi lo trattò a dirittura come un «fenomeno». Il fenomeno si riduce forse a questo: nel non aver mai seguito, il Wolf-Ferrari, la moda del giorno. Quanto all'esser «retrogrado», il maestro non ha forse torto di non aver voluto dare in escandescenze musicali per paura di restare indietro.
È un fatto che, dopo quasi trent'anni, queste sue opere comiche non recano neppure il minimo segno dell'età che hanno; è un fatto che, ad ascoltarle, si prova un così squisito ed aristocratico piacere, si rivede un mondo lontano sotto un così seducente aspetto, ed è così arguto e sereno il sorriso che le infiora tutte, da renderle veramente incantevoli: oasi di frescura in un paese torrido, momenti di pace in un ambiente temporalesco.
L'aver sdegnato di seguire le mode correnti ha fatto sì che queste commedie musicali veneziane siano senza età per quel che riguarda le battaglie artistiche di questi ultimi trent'anni: e non abbiano che il colore - modernamente inteso ed espresso, inconfondibile dunque coi modelli ispiratori - dell'epoca nella quale si svolgono. Il non aver voluto che l'arte sua si fregiasse di una vistosa etichetta progressista, ha permesso al Wolf-Ferrari di dettare le sue musiche in piena serenità di spirito, e di cercare sempre i mezzi più semplici per esprimersi. La nessuna preoccupazione di essere quel che allora si diceva originale lo ha messo sulla via della assoluta spontaneità; e oggi - dopo aver sentito tante musiche e tanti autori - si può anche dire - che lo ha condotto ad essere diverso da tutti i moderni, per quella gustosa patina arcaica che copre leggermente le sue musiche; diverso dagli antichi, per lo spirito moderno che inevitabilmente si mostra e si fa sentire anche là dove i modelli classici son seguiti più da vicino.
Certo, l'arte di Ermanno Wolf-Ferrari ha suscitato sempre e susciterà ancora molte discussioni; certo quello che egli fa, di starsene isolato e fermo in un mondo che si agita furiosamente e che ha le sue basi nelle Società di mutua assistenza, è audace; può sembrare quasi una sfida. Ma sfida non è perché Wolf-Ferrari è l'uomo più pacifico del mondo. Egli è - per quel che riguarda i «movimenti» artistici, - un assente; vive, presso Monaco di Baviera, in un bosco; molti, in Germania, lo credono morto; ed egli se la gode, perché dice che i successi «da morto» sono i soli veramente interessanti per un compositore.
ILDEBRANDO PIZZETTI