L'INCHIESTA DI AUGUSTEA


ALFREDO CASELLA

Qualora il verdetto emesso da un pubblico teatrale la prima sera fosse inappellabile, allora Fidelio, Barbiere, Traviata,Faust, Carmen, Tannhäuser, Bohème, Butterfly, Pelléas et Mélisande, Sagra della Primavera, ecc., formerebbero oggi un bel cimitero di tristi memorie. Ma pare che ognuna di queste gloriose opere abbia avuto la fortuna di trovare un «impresario» il quale, lungi dallo scusarsi frettolosamente l'indomani col suo pubblico quasicchè gli avesse offerto merce avariata, tenne duro ed impose in seguito il lavoro discusso all'ammirazione dei contemporanei e della posterità.
È però altamente stupefacente e doloroso che fra le non poche persone che formano assieme col concessionario della nostra Opera Reale il Consiglio direttivo - non vi sia stato nessuno che abbia saputo - o voluto - impedire la redazione e la conseguente pubblicazione di quel famoso e doloroso «comunicato» senza precedenti nella storia dei grandi teatri di Stato europei, e tanto più inescusabile in quanto si trattava questa volta di uno dei musicisti che molto onora la nuova Italia in tutto il mondo civile. Questo prova che il funzionamento del nostro massimo teatro non è attualmente adatto ad offrire ogni garanzia all'arte di certi maestri. Ed è quindi augurabile che tale stato di cose abbia ad essere riformato al più presto, nell'interesse della nuova nostra musica.