LAURETO RODONI
'MOSÈ IN EGITTO DIMENTICATO E RIVISITATO


17.9.2009

Il 19 settembre andrà in scena all'Opernhaus di Zurigo l'azione tragico-sacra di Gioachino Rossini Mosè in Egitto. Si tratta di un'opera raramente rappresentata, almeno fino al 1981, anno della storica esecuzione perugina di Peter Maag e della magnifica registrazione discografica (Philips) di Claudio Scimone. Il destino del Mosè in Egitto non è quindi molto diverso da quello delle opere profondamente rivisitate dai loro compositori (si pensi alle prime versioni del Macbeth e del Simon Boccanegra di Verdi (pure riscoperte solo di recente). Rappresentato a Napoli nel 1818 e nel 1819 (con rifacimento del 3º atto) divenne infatti negli anni parigini di Rossini Moïse et Pharaon (1827), su libretto in francese, poi tradotto in italiano con il semplice titolo di Mosè l'anno successivo.
Di recente gli studiosi rossiniani, tra cui Philip Gossett, hanno rivalutato l'opera dimenticata, considerandola un capolavoro per molti aspetti superiore alla versione rimaneggiata. Ma essi furono anticipati già nel 1953 da Gino Roncaglia che, con rara perspicacia, scrisse:

Il Mosè in Egitto ci rivela un Rossini insospettato, rapito dalla grandiosità del soggetto biblico, trascinato dalla foga di un'ispirazione sacra verso concezioni dense di religiosità [...] che raggiungono le più nobili e austere vette del pensiero e dell'arte. Le vecchie forme si rinnovano, si purificano e si innalzano su tutto quanto è stato scritto rimanendo tuttora fra le cose più grandi uscite dal genio d'un uomo.

Un testimone d'eccezione, Stendhal, così si espresse nel 1819 a proposito del finale dell'opera, la preghiera di Mosè Dal tuo stellato soglio, vertice musicale non solo rossiniano ma di tutta la storia dell'opera:

I cuori [del pubblico] inondati dalla gioia ringraziavano il dio che aveva versato la felicità a piene mani. Si neghi, adesso, che la musica ha un effetto diretto e fisico sui nervi! Ho quasi le lagrime agli occhi, ripensando a questa preghiera.

Anche Balzac fu colpito dal mirabile finale che «rialza le teste chinate e dà speranza ai cuori più assopiti».
Un'occasione davvero da non perdere, l'allestimento zurighese, per chi ama la musica di Rossini. La direzione musicale è affidata a Paolo Carignani. La regia è di Moshe Leiser e Patrice Caurier, la scenografia di Christian Fenouillat. Erwin Schrott interpreta Mosè; Michele Pertusi, Faraone; Sen Guo, Amaltea; Eva Mei, Elcìa. Date delle rappresentazioni: 19, 23, 25, 27 settembre; 2, 4, 8, 11, 15, 18, 20, 23 ottobre. Per approfondimenti (libretto, analisi, biografie, interviste ecc.) si veda www.rodoni.ch/opernhaus/.