MOSÈ RISOLLEVA LE... BORSE MONDIALI
GRANDE SUCCESSO DELL'ALLESTIMENTO ATTUALIZZATO
DEL CAPOLAVORO DI ROSSINI


All'alzarsi del sipario, chi si aspettava la prima scena immersa nelle Tenebre, penultima piaga d'Egitto, è rimasto sbalordito e forse già presentiva (o, indignato... pregustava) il "solito" pollice verso rumoroso del pubblico tradizionalista delle premières zurighesi alla fine dello spettacolo. Le Tenebre sono infatti sostituite (o metaforizzate) da un pauroso crollo in borsa che getta gli Egiziani nella disperazione più... nera.


Disperazione per i titoli che precipitano per intervento... divino

L'invocazione di Mosè da parte di Faraone, le sue promesse di liberare gli Ebrei riportano ben presto la... luce nella psiche degli operatori di borsa che vedono scorrere sui tabelloni i titoli di nuovo euforici delle borse mondiali. Inaspettatamente, la mastodontica bellezza delle scene e la coerenza dei registi nella non facile opera di attualizzazione della vicenda con i riferimenti biblici ridotti all'osso hanno scatenato un clamoroso entusiasmo del pubblico (senza il benché minimo dissenso) all'apparire degli artefici dello spettacolo, letteralmente basiti e increduli per un successo del tutto insperato.


Tutto sembra pronto per la partenza degli Ebrei in... aereo, ma...

Il timoroso scenografo non voleva saperne di uscire sul palcoscenico; sentito però il bailamme d'entusiamo si è lasciato letteralmente trascinare dinanzi al pubblico dai due registi. Di grande impatto visivo ed emotivo la scena finale del passaggio del Mar Rosso, le cui onde si trasformano in un enorme pannello con una miriade di fotografie che illustrano la tragedia dei conflitti arabo-israeliani.
Sul piano musicale la direzione di Paolo Carignani è esemplare: ineccepibile sul piano stilistico, ampia, elegante, nitida nei particolari, con stacchi dei tempi sempre appropriati e superba negli accompagnamenti. La coesione sul piano musicale e la magistrale concertazione, che devono molto alla bravura dell'Orchester der Oper Zürich, trovano puntuale riscontro anche sul piano della tensione narrativa, costante e vibrante in ogni scena dell'opera.
Ben scelto e omogeneo il cast. Ha molto colpito il pubblico la bellezza luminosa del timbro, la solidità della tecnica e l'interpretazione accurata e raffinata del tenore Javier Camarena nell'impervio ruolo di Osiride; possente come deve essere il Faraone di Michele Pertusi, baritono dal timbro splendido e dal fraseggio ricco di sfumature. Erwin Schrott ha interpretato Mosè con naturale autorità vocale e scenica. Al debutto nel difficile ruolo, non potrà che affinare la sua interpretazione nelle prossime recite. Molto apprezzata Eva Mei nel ruolo di Elcìa, così come Sen Guo in quello di Amaltea. Reinaldo Macias è stato un discreto Aronne, ruolo che non sembra essergli troppo congeniale. Bene infine Peter Sonn (Mambre) e Anja Schlosser (Amenofi). Straordinaria la prestazione del coro diretto da Jürg Hämmerli. Come detto, di grande impatto visivo le scene di Christian Fenouillat e i costumi di Agostino Cavalca; accurata e profonda la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier. Di sicuro molti di coloro che prediligono i cosiddetti allestimenti "museali", aderenti cioè alle didascalie del libretto, han saputo apprezzare un'attualizzazione condotta con intelligenza e buon gusto, convincente sul piano narrativo ed estetico. Si replica fino al 23 ottobre.


Mosè prigioniero poco prima del passaggio del Mar Rosso

© Photos: Ingo Höhn, Ingolf Höhn, CH-6010 Kriens