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GABRIEL SALVATORES
"Attraverso
il libro di Ammaniti ho riscoperto il Sud"
di Oscar Cosulich
QUALCHE
DOMANDA A...
Dominique Lapierre, Edward Carey,
Martin Scorsese, Cardinale Camillo Ruini, Eliette Von Karajan, Philippe
Noiret, Giampaolo Pansa, Massimo Girotti, Steven Spielberg, Helene Grimaud,
Paolo Mosca, Uto Ughi, Jessica Durlacher, Edward Bunker, Ben Pastor, Luca
Ronconi, Juan Diego Florez, Tommaso Pincio, Costantin Costa-Gavras, Rinaldo
Alessandrini, Jonathan Franzen, Yundi Li, Wu Ming, Tiziano Terzani, Ian
McEwan, Ludovico Einaudi, Angela Gheorghiu, Luca Carboni, Gore Vidal,
Tony Bennett, Orhan Pamuk, Chang-Rae Lee, Lansdale, Ammaniti, Clark, Spark,
Cerami, Gnocchi, Boulez, Lucarelli, Nove, Scarpa, Romano, Vattimo, Fo,
Lemper, Lasseter, Burton, Gatti, Pollini, Maraini, Bartoli, Zanzotto,
De Carlo, Chailly, Rugarli, Panebianco, Monicelli, Francescato, Sgarbi,
Siciliano, Bonino, Camilleri, Pontiggia, Richler
L'Oroscopo
di marzo
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Un bel dì vedremo (e udiremo)
Una
vera storia dell’opera attraverso i suoi principali documenti sonori e visivi.
Elvio Giudici descrive un vasto spettro di gusti interpretativi, dal filologico
all’iperomantico
di Licia Gerosi
Un
secolo di storia dell’interpretazione, attraverso i dischi, dal 1906 al 1999:
un progetto davvero ambizioso quello del musicologo Elvio Giudici. Come lo
era stato, qualche anno fa, quello di Rodolfo Celletti. Ma questa seconda
edizione, di molto aumentata rispetto alla precedente, spiega in poche cifre
la complessità dell’impresa: sono stati recensiti 180 autori, 600 opere,
1950 compact disc, 250 video.
L’ampliamento tiene il
passo dell’orizzonte culturale di questi ultimi cinque anni. Segnato dal
ritorno in auge di compositori cosiddetti minori e dall’esplorazione del
periodo barocco. La crisi del mercato ha infatti invogliato molte etichette
ad allargare i propri cataloghi. C’è stata allora una rincorsa al compositore
epigono, quello magari solo citato di passaggio nelle storie della musica,
accanto al grande nome. Rispetto alla prima edizione sono stati quindi aggiunti
60 autori, 200 opere, 570 compact e 50 video.
Questi anni, nel panorama della produzione discografica, sono stati
inoltre segnati dalla ristampa, pressoché totale, delle antiche incisioni
in 78 giri. E se nella scorsa edizione la data di partenza della discografia
si collocava intorno agli anni Cinquanta, oggi è retrodatabile di oltre quarant’anni.
E, ciò che più conta per la diffusione della cultura musicale, non bisogna
essere grandi collezionisti per possederle: spesso sono cd, tenendo conto
della non eccelsa qualità sonora, a buon prezzo.
Ma il valore dell’opera di Giudici è anche nello spessore delle sue
recensioni. I compositori e i loro capolavori sono inquadrati nel loro contesto
storico. E le opere e l’analisi di tutte le registrazioni, sono ordinate
alfabeticamente per autore, con indispensabili indici dei titoli e di tutti
gli interpreti. Queste note critiche sono cólte ma allo stesso tempo alla
portata del neofita. Problemi, per il settore, non irrilevanti sono stati
sollevati: la vasta discografia che ogni grande opera ha, come Giudici scrive
«costituisce ai giorni nostri lo specchio fedele e quanto mai stimolante
dell’evoluzione tanto del gusto interpretativo quanto della storia compositiva
dei titoli in questione. I quali sono ormai parecchi e riguardano autori
di fondamentale importanza (da Bizet a Puccini, da Verdi al barocco, da Offenbach
a Rossini, da Gluck a Beethoven e perfino Bernstein ). Imponendo di conseguenza
ragguagli introduttivi che, nonostante la necessaria brevità, spero risultino
quanto più possibile nitidi ed esaurienti, inquadrando i diversi aspetti
strutturali che determinate opere hanno assunto nel corso della storia, facendo
sì che due differenti incisioni delle stesse possano “suonare” in modo assai
diverso perché diversissime risultano non solo le letture interpretative
, ma la loro stessa scrittura».
La parte del leone la fanno ovviamente le registrazioni di studio,
che in pratica coprono tutta la produzione realizzata precedentemente in
vinile. Giudici ha invece selezionato con attenzione, privilegiando le più
riuscite o comunque le più significative, le incisioni dal vivo realizzate
da privati. Selezione che si spiega con la presenza sul mercato, oltre di
alcune etichette di grande spessore culturale, da una miriade «preoccupata
di battere ossessivamente sul solito tasto rappresentato da alcuni grandi
nomi, di cui vengono proposti un numero ormai esorbitante d’interpretazioni
(diverse serate d’una stessa serie di recite, a volte), spacciando per chissà
mai quale intendimento culturale quanto è solo ottica commerciale di bassa
lega, spesso con l’aggravante di qualità sonora mediocre se non proprio infima».
Senza trascurare la riproduzione video, a maggior gloria delle opere
liriche e della loro rappresentazione scenica. In prevedibile aumento per
il futuro, considerato il successo delle registrazioni in Dvd (che ha definitivamente
relegato negli scantinati i laser disc). Con l’avvertenza che «l’impostazione
critica qui condotta sulle attuali videocassette, tuttavia, non potrà certo
modificarsi se e quanto esse saranno sostituite, dal momento che un suono
indubbiamente assai migliore renderà più godibile una bella interpretazione,
ma non potrà mai far diventare bella una che non lo era».
Elvio Giudici, “L’opera in cd e video”, Il Saggiatore, pp.1916, lire120 mila.
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“L’opera in cd e video”
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