Charles Santley

Visita a Verdi

«Student and Singer: Reminiscences»,
Londra 1892, p. 248.

CONATI, pp. 52-54

Marcello Conati

INTRODUZIONE

Charles Santley (Liverpool 1834 - Londra 1922) è da annoverarsi fra i baritoni piú presfigiosi della seconda metà dell'Ottocento e certamente fra i piú eminenti cantanti inglesi di tutti i tempi. Venne a Milano nel 1855 per perfezionarsi ed esordi a Pavia in Traviata. La sua attività si svolse soprattutto in Inghilterra eccellendo sia nell'opera sia nell'oratorio; ma cantò anche alla Scala (una recita isolata di «Trovatore» nel gennaio del 1866, seguita in febbraio da alcune recite del «Tempiario» di Nicolai), a Parigi, a Barcellona (dove esordi nel «Rigoletto») e negli Stati Uniti. Nella voce a lui dedicata nell'«Enciclopedia dello Spettacolo» Rodolfo Celletti parla di voce piena, pastosa, vibrante e dolce nel timbro, che si accompagnava a uno stile raffinato, a una dizione chiara e sapida, a eleganza scenica e a espressione ispirata.
Il suo repertorio operistico spaziava dalle opere di Verdi a quelle di Gounod, dal «Don Gíovanni» agli «Ugonotti», dall'«Amleto» di Thomas all'«Olandese volante» di Wagner. Partecipò alle prime esecuzioni londinesi di «Faust» (per l'occasione Gounod scrisse per lui l'aria di Valentino «Dio possente», che restò poi nella versione definitiva dell'opera), della «Mireille» pure di Gounod, della «Medea» di Cherubini e della «Forza dei destino», nella prima versione (1862), andata in scena a Londra il 22 giugno 1867 sotto la direzione di Luigi Arditi e con il soprano Therese Titiens, il mezzosoprano Zelia Trebelli e il tenore Pietro Mongini.
E appunto alla «Forza del destino» in preparazione a Londra si riferisce l'episodio narrato dal Santley a p. 248 deli suo volume di memorie, qui riportato. Egli lo assegna all'epoca in cui Verdi era «molto occuirato con la ripresa dei »Vespri siciliani» all'Opéra: cdiò non può essere, poiché tale ripresa avvenne nel luglio del 1863, mentre la «Forza dei destino» londinese andò in scena quattro anni dopo. Evidentemente il Santley avrà confuso i «Vespri» (da lui ascoltati ' pel 1855 a Parigi, durante un viaggio in Italia) con il «Don Carlos», le cui prove estenuanti, interìhinabili, durarono dall'agosto dei 1866 fino ai primi di Wrzo del 1867. È molto probabile che l'incontro con Verdi sia avvenuto tra febbraio e marzo di quell'anno, nel momento culminante delle prove per l'allestimento del «Don Carlos», allorché Verdi si stava sottoponendo al massimo sforzo per il varo dell'opera. La tensione che regnava all'Opéra in quelle settimane era tale per cui il compositore non avrebbe potuto aver mente per altre questioni; ed è quindi comprensibile la gelida accoglienza accordata al pur bravo cantante inglese.
Visita a Verdi
[...] Ero a Parigl pochi giorni prima dell'inizio della nostra stagione. Su richiesta di Arditi* mi recai da Verdi per chiedergli se aveva da indicarmi qualche effetto particolare che desiderava mettere in evidenza nella mia parte.** Mi ricevette con molta freddezza e disse che, avendo già esaminato minuziosamente l'opera con Arditi, non vedeva alcuna ragione perché dovesse esaminarla con me. Rimasi un po' stupito dei suoi modi bruschi e mi scusai nel modo migliore che potei; stavo per ritirarmi quando egli mi richiamò e mi disse che, se volevo tornare da lui un altro giorno, che stabili lui stesso insieme all'ora, avrebbe veduto quel che poteva fare.
Ritornai il giorno fissato, ma egli mi fece sapere che era molto occupato con la ripresa dei Vespri siciliani*** e che non aveva un pianoforte nelle sue stanze, e che quindi non poteva aiutarmi in alcun modo. Gli dissi di non disturbarsi e che ero veramente lieto di aver avuto l'onore di fare la sua conoscenza; al che mi fece accompagnare alla porta. Confesso che restai un po' offeso, soprattutto perché io mi ero presentato e avevo fatto la mia richiesta con molta modestia. [...]

Charles Santley

* Luigi Arditi (Crescentino, Vercelli, 1822 - Hove, Brighton, 1903), violinista, direttore d'orchestra e compositore. Iniziata la carriera direttoriale con l'amico Bottesini all'Avana e negli Stati Uniti, si stabili infine a Londra dove nel 1858 divenne direttore al Her Majesty's Theatre. Negli anni Sessanta il suo nome acquistò rinomanza europea; dal 1870 diresse annualmente delle stagioni a Vienna; fu anche a Pietroburgo e a Madrid. Ma la sua attività si svolse prevalentemente a Londra. Il suo repertorio giunse a comprendere 1 anche Wagner. Fu grande amico di Rossinì ma anche di Gounod, di Verdi, di Wagner (dal quale era chiamato «uno dei nostri» per la diffusione data alla sua musica in Inghilterra).
** Quella di Don Carlo nella «Forza del destino», che stava per andare in scena a Londra.
*** In realtà si trattava delle prove per la prima rappresentazione assoluta del «Don Carlos» all'Opéra (cfr. supra).