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ITALO MONTEMEZZI

Vigasio, Verona, 31-V-1875 - ivi, 15-V-1952

 

Superata l'opposizione del padre che, quantunque appassionato di musica (suonava il flauto e il violino), lo voleva ingegnere, dopo due bocciature riusci a entrare al Conservatorio di Milano, dove studiò contrappunto con Montemezzi Saladíno e composizione con V. Ferroni. Díplomatosi nel 1900 con la scena lirica «Cantico dei Cantici» , eseguita nello stesso anno al Conservatorio di Milano sotto la direzione di Toscanini, vinse in seguito un concorso indetto dal Conservatorio di Milano con l'opera in un atto «Bianca» e si affermò con «Giovanni Gallurese» (1905), tanto che Casa Ricordi gli commissionò altre due opere. Nel 1913 ottenne il maggior successo della sua carriera di operista con «L'Amore dei tre re» , rappresentata poi in tutto il mondo.
Nel 1939 si trasferi negli Stati Uniti, stabilendosi in California, Montemezzi ritornando frequentemente in patria, e definitivamente nel 1949. Musicista colto, Montemezzi visse in un'epoca in cui dominavano i teatri italiani due tendenze solo più formalmente contrapposte: quella rappresentata dagli epigoni della «Giovane Scuola», che impropriamente impersonavano, agli occhi dei loro sostenitori, la genuina tradizione musica italiana; e quella che mirava a un certo cosmopolitismo culturale, incentrato soprattutto sull'assimilazione del verbo wagneriano. Montemezzi non dubitava sulla superiore disponibilità di risorse espressive contenute nel sinfonismo postwagneriano, ma contemporaneamente riteneva irrinunciabile una connotazione nazionale della sua musica, e tale connotazione nazionale egli non sapeva, e forse non poteva, trovare al di fuori d'una generica predisposizione alla melodia.
A parte le sue composizioni conservatoriali, in lui non del tutto irrilevanti dato che si accinse agli studi musìcali relativamente tardi e dopo averli coltivati in precedenza privatamente o da autodidatta, egli esordì con successo a Torino nel 1905 con «Giovanni Gallurese» . Era, probabilmente, più un successo fondato sulle speranze di rinnovamento aperte dalla padronanza delle tecniche tedesche da parte di un nome nuovo che un successo dell'opera vera e propria, che non fu più ripresa. Però una casa editrice preveggente come la Ricordi se lo accaparrò con commissioni esclusive, segno che il suo wagnerianesimo temperato appariva, allora, come la strada dell'avvenire per la musica operistica italiana.
Dopo il tiepido esito di Hellera, la sua fama esplose, infatti, con «L'amore dei tre re» , su libr. di Sem Benelli. La conduzione e la strutturazione generale di quest'opera è ispirata al dettato wagneriano, mentre il libretto era intriso di un decadentismo dannunziano che non poteva non riflettersi anche sulla musica; l'opera risultò pertanto qualcosa di più di un banale ricalco di modelli anacronisticí e estranei alla nostra cultura.
 Tito Ricordi ritenne giunta l'ora di passare direttamente a D'Annunzio, e ridusse a líbretto «La nave» , per cui Pizzetti aveva già composto le musica di scena. Uscita l'opera nel 1918, il successo non mancò, ma fu soltanto un successo di stima, un'eco del successo dell'«Amore dei tre re» : forse la riduzione librettistica nocque al dramma (di per sé - come in tutte le opere teatrali di D'Annunzio - non interessante, in quanto pretesto per l'invenzione estemporanea ed analitica fondata su a parola); forse Montemezzi non aveva una sensibilità sufficientemente variabile per tener dietro all'estro del poeta; sta di fatto che «L'amore dei tre re» rimane l'unica opera su cui si fonda l'importanza di Montemezzi nella storia della musica italiana, cui contribuì anche con alcune opere cameristiche e sinfoniche, nessuna delle quali è, tuttavia, ricordata. La brevità della stagione di Montemezzi è dovuta, più che a limiti personali, al fatto che egli fu il più autorevole rappresentante di un moto di rinnovamento che fu bruscamente deviato verso ben altri lidi dallo scoppio della prima guerra mondiale. [DEUMM]
 

OPERE

 

 

OPERE LIRICHE

Bianca (non rappresentata)

Giovanni Gallurese (Torino 1905)

Héllera (1909)

L'Amore dei tre re (1913)

La nave (1918)

La notte di Zoraina (1931)

L'Incantesimo (1943)

La princesse lointaine (abbozzi)

 

POEMI SINFONICI

Paolo e Virginia (1930)

Italia mia, nulla fermerà il tuo canto! (1944)

 

PER CORO E ORCHESTRA

Cantico dei Cantici (1900)

Cantata (1911)