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Enrico Magni Dufflocq
Massimo Mila

DAS RHEINGOLD

 

Prima giornata della tetralogia, è composto da un atto in quattro scene. Prima rappresentazione, Monaco, 22 settembre 1868.
II nano Alberico re dei Nibelunghi rapisce alle figlie del Reno l'oro che esse custodivano, e se ne fa forgiare dal fabbro Mime l'anello, l'elmo magico che rende invisibile, e la spada, che gli danno l'assoluto potere sopra i suoi simili. Ma frattanto nel regno degli dèi una fiera contesa insorge fra il sommo dio Wotan e i due giganti, Fafner e Fasolt, dai quali egli si e fatto costruire lo splendido castello inaccessibile del Walhalla, promettendo di consegnar loro Freia, la dea dell'amore. Al momento di mantenere il patto Wotan si rifiuta e Fafner e Fasolt pretendono allora l'oro del Reno (continua, cosi, come gia era avvenuto per Alberico, il motivo moralistico della perversa rinuncia all'amore in cambio della ricchezza). Si tengono però Freia in pegno, e gli dèi cominciano a languire per l'assenza della dea dell'amore e della gioventù, che procurava loro l'unico alimento, i deliziosi pomi d'oro.
Wotan, perciò, decide di scendere al Nibelheim a impadronirsi dell'oro, accompagnato dall'astuto e malizioso Loge, dio del fuoco. Discesi nella fucina dei Nibelunghi, Wotan con le minacce, ma soprattutto Loge con la sua accortezza, sottraggono oro e anello ad Alberico che, pieno d'odio, pronuncia la maledizione dell'anello: d'ora innanzi questo porterà sventura a chi lo possiede, e i Nibelunghi, per parte loro, si voteranno a un sordo lavoro di vendetta per provocare la distruzione del Walhalla e la rovina degli dèi. Restituzione di Freia: i due giganti esigono un mucchio d'oro così alto ch'essi non possano più scorgere la bellissima dea perduta. Resta da colmare un piccolo interstizio, e i giganti esigono per questo l'anello.
Wotan vorrebbe opporsi, per non spogliarsi del potere ch'esso conferisce, ma Erda, lo spirito della terra, madre delle tre Norne che tessono i fili del destino, appare ed esorta Wotan a cedere. Pensosa dell'avvenire, ella preannuncia il crepuscolo degli dèi e la loro fine. Ecco i primi effetti della maledizione di Alberico sull'anello: appena questo e loro consegnato, i due giganti si accapigliano per impadronirsene e l'uno, Fasolt, e ucciso da Fafner. Fra gli dei, intanto, e ritornata la serenità: del tesoro dei Nibelunghi a rimasta a Wotan la spada. Cio gli suggerisce di creare una stirpe d'eroi i quali attueranno sulla terra il regno della giustizia, grazie alle sagge leggi da lui stesso emanate, prima che avvenga il crollo degli dèi. Sopra un ponte creato da un arcobaleno, gli dei salgono, in lieto e pomposo corteggio, al Walhalla, mentre in fondo alla valle le figlie del Reno lamentano la perdita dell'oro.
Nella necessità di spiegare tanti antefatti e di presentare personaggi, simboli e situazioni, il prologo e, fra le quattro giornate, quella in cui la musica si presenta piu rispettosa dei diritti della parola. Il fondamentale impegno espressivo dell'opera è quello della primordialità: rendere musicalmente il senso degli elementi, acqua, terra, fuoco, nella loro caotica naturalezza non ancora animata dall'intelligenza dell'uomo. I Nibelunghi sono, piuttosto che uomini, creature della terra stessa, nani deformi rintanati nelle loro caverne, piccoli esseri maligni e sordi alle voci della coscienza e dello spirito. Solo con l'apparizione della barbarie eroica di Siegmund e Sieglinde in Walchiria si avrà sulla terra una prima luce d'umanità.
L'opera ha inizio con un brusio quasi indistinto, ma che si precisa lentamente e si consolida nell'accordo in mi bemolle maggiore, basamento colossale del prossimo edificio sonoro. Quest'accordo che, coi suoi arpeggi si prolunga per 136 battute, e il motivo del Reno o elemento originario, l'acqua, cioè, che fluisce lenta e solenne, celando nel suo seno germi di vita. Più che un tema vero e proprio è un'idea sonora, il simbolo del principio di tutte le cose. E infatti, con lievi modificazioni, ne derivano numerosi altri temi, dove quell'informe cellula di vita si determina in valori espressi. Tali il flessuoso ondeggiare, pieno di grazia, del tema delle figlie del Reno, il penetrante ed eccitante tema dell'oro, che squilla come una fanfara svincolandosi da quelle fluviali profondità, mentre invece il tema dell'anello si configura quasi circolarmente, semplificando un tortuoso giro di accordi che simboleggia la potenza dell'anello.
Anche dall'accordo iniziale deriva il tema delle Norne, che ascende misterioso dalle profondita dell'orchestra e che in senso contrario, come un lento ma irresistibile inabissarsi di accordi verso queste profondità, simboleggia allora il crepuscolo degli dèi. Dal citato tema dell'anello, con breve modificazione consistente soprattutto in irrobustimento ritmico, scaturisce lo stupendo tema del Walhalla. La splendida rocca degli dèi erge le sue mura maestose indorate dal sole. Più che mai caratteristico è il ritmo ribattuto del tema della fucina nibelungica, mentre grande importanza avrà in tutta l'opera il tema della maledizione dell'anello pronunciata da Alberico.
Straordinariamente evidenti e rappresentativi della sensuale aderenza di Wagner alle manifestazioni elementari della natutura, sono i temi che si riferiscono a Loge, dio del fuoco, uno dei quali - l'incantesimo del fuoco - ritornerà nelle giornate successive a illustrare le fiamme avvolgenti il sonno di Brunilde.
Questi non sono che una piccola parte dei temi presentati nel prologo della Tetralogia e per quanto non si debba, naturalmente, limitare la comprensione dell'arte wagneriana alla identificazione dei motivi conduttori (ai quali Wagner non attribuì mai un nome preciso), non si puo sottovalutare l'efficacia straordinariamente incisiva dell'espressione, la capacità che Wagner vi sfoggia di penetrare con un ritmo, con un profilo melodico, con un giro d'armonie, nell'interno delle cose, nella loro autentica essenzialità.