Mozart, un genio di proporzioni colossali
Il
musicologo e maestro Carlo Boccadoro ci parla di Mozart, della sua forza
innovativa, del presunto odiato Salieri, delle sue opere migliori.
Diego Perugini
Cooperazione:
250 anni fa nasceva Wolfgang Amadeus Mozart. E il 2006 lo ricorderà con una
serie di celebrazioni in tutto il mondo. Maestro, lei che ne pensa?
CARLO
BOCCADORO: Sulla carta è un'ottima idea per far conoscere veramente Mozart
al grande pubblico, a cui in genere arriva solo una piccola parte della sua
vasta produzione. Speriamo però non si trasformi in una mera operazione commerciale
o nella ripetizione dei soliti cliché.
Come sfuggire a questa trappola?
Uscendo
dagli schemi. Evitando, magari, l'ennesima riproposizione del Don Giovanni
(solo in Italia se ne prevedono sette produzioni!), per soffermarsi sulle
decine di validissime opere e sinfonie troppo spesso dimenticate. Oppure
facendo scelte radicali come a Vienna, dove si svolgerà un festival di contemporanea
con lavori ispirati agli ideali mozartiani.
Visto
che siamo in vena di polemiche, parliamo delle tante leggende sul conto del
compositore austriaco, dipinto come un genio istintivo ferocemente odiato
dal perfido Salieri: tutto vero?
Macché,
tutto falso. Il ritratto proposto dal film Amadeus è del tutto sbagliato:
una liberissima interpretazione che il pubblico ha scambiato per realtà.
Viene spacciata l'idea romantica del genio inconsapevole, mentre Mozart era
uomo di grande cultura perfettamente conscio di ogni nota che scriveva, altro
che bambino viziato. Inesistente la rivalità con Salieri, che all'epoca era
molto piú famoso di lui e non avrebbe avuto, quindi, alcun motivo d'invidia.
L'anno mozartiano dovrebbe anche cercare di sfatare questi miti.
Intanto cominciamo a farlo noi: chi era davvero Mozart?
Un
compositore sbalorditivo, un anticipatore, un genio di proporzioni colossali.
A suo modo anche coraggioso e d'avanguardia. Si pensi a un'opera come Le
nozze di Figaro, che ai tempi trattava uno scabroso tema di satira politica,
come se un autore di oggi scrivesse su Bin Laden. Non era un classicista
che rimpiangeva i bei tempi andati, ma un artista che guardava al futuro
senza lo snobismo dell'intellettuale. Infatti, ricordava con orgoglio come
a Praga gli organetti suonassero le sue melodie e la gente le cantasse per
strada. Voleva essere sempre avanti, ma amava il successo nel presente.
Se dovesse definirlo con una battuta?
Prendo
a prestito quella di Fabio Vacchi, un autore italiano che ho recentemente
incontrato: «Mozart è la perfetta dimostrazione di come si possa cambiare
tutto senza inventare nulla».
Bella. Ma cosa significa esattamente?
Che
Mozart, in verità, non ha creato nulla di realmente inedito. La sua forza
è stata quella di combinare gli elementi del passato in un modo originalissimo,
inventando un linguaggio nuovo in grado di sorpassare tutti i suoi contemporanei.
In questo senso fa parte di quella categoria di geni come Bach e Monteverdi.
Non sono rivoluzionari, ma artisti che tirano le file delle esperienze di
un secolo, dando al tempo stesso una svolta epocale alla musica.
Come i Beatles nel pop, se il paragone non è troppo ardito...
Ma
no, è perfetto. Nei Beatles, infatti, trovi di tutto, dai nursery rhymes
al folk, dal vaudeville al rock. Il bello è come siano riusciti a sintetizzare
stili cosí diversi. Una peculiarità che ritroviamo, per certi versi, anche
in altre storiche band come Rolling Stones, Cream e Led Zeppelin.
Un musicologo che ama il rock: incredibile!
La
stupirò: io sono partito proprio da lí. Il primo disco che i miei genitori
mi hanno regalato da bambino è stato l'«album bianco» dei Beatles. Fino ai
13 anni non ho mai ascoltato la classica, il che mi ha permesso di evitare
gabbie culturali e quelle insopportabili gerarchie fra musica colta e leggera.
E quando ha «incontrato» Mozart?
Quando
sono entrato in Conservatorio e ho cominciato a studiare i grandi maestri.
Il colpo di fulmine è arrivato con un'incisione di Herbert von Karajan, l'ottava
e nona sinfonia: mi fece subito una grande impressione, anche se al momento
non ci capii niente. Ricordo ancora la confezione del disco, con la copertina
in stoffa...
Oggi, invece, i giovani preferiscono rap, dance e pop commerciale. E la classica?
Diciamolo
chiaramente: è una musica meno immediata, anche se troverai sempre qualche
critico che mette sullo stesso piano Mozart e Vasco Rossi. Non è affatto
cosí. Il problema è alla fonte, parte dalle scuole e dalla mancanza di un'adeguata
educazione musicale. I bambini non hanno pregiudizi d'ascolto e se li abitui
sin da subito ad avvicinare una musica complessa, in futuro non si precluderanno
la possibilità di apprezzare generi che richiedono un certo sforzo. Ora,
invece, si propina solo quel che passa l'industria, che deve essere al servizio
del puro disimpegno.
Che cosa consiglierebbe, allora, a chi volesse accostarsi al grande Amadeus?
Di
comprarsi un disco qualsiasi, anche quelli che sono venduti nelle edicole.
E mettersi ad ascoltare. E poi andare avanti, approfondire. Vincendo la pigrizia
e i luoghi comuni.
E lei quale Mozart predilige?
Dopo
l'«abbuffata» dei titoli piú celebri, che rimangono imprescindibili, adesso
mi appassiona il repertorio meno noto. Per esempio le sinfonie giovanili
e le Cassazioni, che ho diretto anni fa: sono delle serenate stupende, che
i musicisti ambulanti suonavano sotto i balconi. E, poi, mi piace molto il
suo lato oscuro, come la musica per la Massoneria. Che al tempo era un'associazione
dedita alla fratellanza umana: niente a che vedere, per fortuna, con Licio
Gelli e la P2.
Ritratto
Maestro-musicologo
Carlo
Boccadoro (Macerata 1963) è diplomato al Conservatorio «G. Verdi» di Milano
in pianoforte e strumenti a percussione e ha studiato composizione e frequentato
il corso di tecnica dell'improvvisazione jazz di Giorgio Gaslini. Dal 1990
la sua musica è presente nei piú importanti teatri d'Italia, da La Scala
all'Accademia di Santa Cecilia. Dirige l'ensemble Sentieri Selvaggi e collabora
con artisti del calibro di Michael Nyman. Come musicologo ha scritto vari
libri, il piú recente è Jazz! (Einaudi). Ora conduce il programma «Caro Mozart»
sulla Radio3 italiana.
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