BIOGRAFIA - LETTERE 1851


Una mattina di giugno del 1851, Reinecke, arrivato da Brema, gli propone di condurlo con sé in una chiesa per fargli sentire qualche cosa sull'organo. Dapprima Schumann accetta l'invito con gioia; ma poi, quando ode la voce possente dello strumento, cade svenuto.
Sono i ghiacciai che stavolta gli fanno ricuperare la serenità e la forza. Clara, in un momento di felice ispirazione, ha scelto le Alpi come villeggiatura per l'estate. Vevey, Chamonix, la Jungfrau...
Com'era accaduto dopo il ritorno dalla Russia, rientrando a Düsseldorf, la città, al confronto, gli sembra soffocante, anche se, per prudenza, lui e Clara hanno compiuto nel Belgio un soggiorno intermedio di alcune settimane. La prima persona che Robert incontra a Düsseldorf è Liszt, accompagnato dalla principessa Carolina di Wittgenstein
[Principessa russa, amante di Liszt (sul quale ebbe non sempre benefico influsso), bizzarra figura di grande dama e di intellettuale mistica, autrice di ponderose opere sulla religione].
Dopo la partenza dell'amico e della principessa, compone Il figlio del Re, su parole di Uhland (op. 116). Con questa ballata, che è come un affresco musicale di proporzioni ridotte, crede di aver trovato una formula nuova.
Assoli e coro formano la trama di un'azione drammatica che ha per sfondo l'orchestra e che, secondo l'idea di Schumann, ne dovrebbe produrre un'emozione breve e forte. Quanto alla sua situazione in rapporto agli abitanti di Düsseldorf, nulla è cambiato; c'è sempre verso di lui la stessa indifferenza, la stessa mancanza di rispetto; talvolta anche la stessa ostilità. Tenta ancora di illudersi per sopportare. Così egli scrive a Moscheles nel novembre 1851:

Da poco ho organizzato una società di musica da camera che eseguirà le nuove opere musicali. Insomma, qui si fa molto per la buona musica e io mi considero fortunato di aver trovato, venendoci, il modo di realizzare in gran parte uno dei miei desideri più vivi.

Riuniti a Düsseldorf, Liszt e Schumann hanno a lungo parlato di Manfred. Liszt, col suo acuto senso della bellezza artistica, e con quel disinteresse che lo rendono grande, prospetta subito l'idea di allestite l'opera a Weimar.
Per Schumann sarebbe una gioia grande. È però necessario rimaneggiare la partitura in maniera che possa venir rappresentata sulla scena... Negli ultimi giorni di dicembre, Schumann coordina i vari pezzi. La parte di Manfredo lo preoccupa; teme di non trovare un interprete che ne sappia rendere l'alto significato. «La musica di questa parte, - egli scrive - è follia pura».

***

In questa stagione 1850-51 Schumann diresse otto concerti in abbonamento, presentando in quattro di essi alcune nuove composizioni: il Requiem für Mignon (21 novembre), il Neujahrslied (11 gennaio), la Sinfonia in Mi bemolle (6 febbraio) e, il 13 marzo, il Nachtlied e l'ouverture per Die Braut von Messina di Schiller. La nuova sinfonia era stata iniziata il 2 novembre 1850; il primo movimento era stato terminato in abbozzo il 9 (malgrado l'interruzione per un altro viaggio a Colonia), lo scherzo il 25 novembre, l'intera composizione in partitura il 9 dicembre.
L'ouverture per Die Braut von Messina era stata abbozzata tra il 29 e il 31 dicembre e orchestrata tra il 1° e il 12 gennaio 1851. Su questo soggetto Richard Pohl gli aveva inviato un libretto d'opera. Dopo averci pensato per qualche tempo, Schumann rifiutò il progetto, ma una rilettura della tragedia di Schiller gli ispirò l'ouverture. Ebbe poi l'idea di comporre una serie di ouvertures per tragedie e, tra il 23 gennaio e il 2 febbraio, ne abbozzò e orchestrò una per il Julius Caesar di Shakespeare. Tra le due ouvertures compose i Lieder nn. 1, 2, 3 e 6 dell'op. 107 e il n. 4 dell'op. 125. In marzo vennero i quattro Märchenbilder op. 113 per viola e pianoforte e alcuni Lieder su testi di Lenau,

l'op. 117 e i Frühlingsgrüsse, rimasti a lungo inediti.
A quest'epoca le felici relazioni dei primi mesi di Düsseldorf avevano già cominciato a rannuvolarsi. Fra il silenzioso e introverso compositore e i socievoli renani, a suo giudizio troppo loquaci e, da un punto di vista musicale, non abbastanza seri, erano sorte incomprensioni di fondo. Intanto il coro e l'orchestra ottimamente addestrati che aveva ereditato da Hiller

cominciarono a risentire le conseguenze della minor disciplina e dei difetti di Schumann quale direttore d'orchestra. Al concerto del 13 marzo il coro dette cattiva prova, la nuova ouverture per Die Braut von Messina fu accolta freddamente e un articolo del giornale di Düsseldorf criticò apertamente il modo in cui Schumann organizzava i concerti. Quattro giorni dopo l'Haushaltbuch accenna a «dubbi se rimanere a Düsseldorf». Sembra comunque che l'esecuzione della Passione secondo S. Giovanni di Bach, il 13 aprile, avesse registrato un successo. La produttività di Schumann non si era per questo ridotta. La lunga corrispondenza con Pohl a proposito del libretto per un oratorio su Lutero non portò a nessun risultato. In aprile Moritz Horn gli inviò un poema, Der Rose Pilgerfahrt: gli piacque, ma chiese a Horn di apportare parecchie modifiche per permettergli di musicarlo; il 3 maggio fece ricorso all'aiuto di Horn per modificare la conclusione della ballata di Uhland Der Königssohn, che aveva musicato quasi per intero per soli, coro e orchestra. L'11 maggio Der Rose Pilgerfahrt era completato nella sua forma originaria per soli, coro e pianoforte. Il catalogo delle opere tenuto da Schumann porta, per la parte sostanziale di Der Königssohn, la data «il maggio - 1° giugno», ma l'indicazione non si concilia con altre dell'Haushaltbuch né con affermazioni contenute in lettere datate. È probabile dunque che si tratti di una registrazione errata, fatta evidentemente a memoria. Alla fine di maggio risalgono i duetti e i Lieder solistici opp. 103 e 104, su versi della poetessa bambina Elisabeth Kulmann,

e due composizioni per coro a cappella su versi di Uhland,

op. 145 n. 3 e op. 146 n. 1.
Der Königssohn fu terminato, con il nuovo finale di Horn, in giugno; il 12 giugno Schumann tornò a una serie di pezzi per pianoforte a quattro mani (in origine intitolati Kinderball, poi Ballszenen op. 109), quattro dei quali già composti in precedenza. La serie fu completata nei giorni seguenti. In questo periodo Schumann avviò trattative con l'editore F.W. Arnold di Elberfeld per la pubblicazione di una raccolta di numerosi piccoli pezzi per pianoforte - in origine trenta o più - che doveva essere intitolata Spreu (letteralmente, "avanzi"). Ne furono infine pubblicati solo 14, con il titolo Bunte Blätter: l'idea iniziale era infatti di stampare i pezzi separatamente, con fascette di colori diversi.
Der Rose Pilgerfahrt fu eseguito privatamente e con successo il 6 luglio, in casa Schumann, ad opera di un piccolo gruppo di 24 cantori scelti. Nell'autunno seguente Schumann formò, con questi stessi cantori, un 'Singerkränzchen' che ogni quindici giorni si riuniva in abitazioni private per cantare mottetti di Bach, Palestrina, Orlando di Lasso (Miserere) e Lotti (Crucifixus), ma, nell'arco di pochi mesi, l'iniziativa fallì. Der Königssohn gli suggerì l'idea di una serie di "ballate" per coro e orchestra e Schumann chiese a Pohl di interrompere il lavoro su Luther per adattare il testo di Uhland Des Sängers Fluch in modo da poterlo musicare. Seguì un periodo di distensione: il 18 o il 19 luglio gli Schumann partirono per un viaggio lungo il Reno fino a Heidelberg e da qui a Baden Baden, Basilea, Ginevra, Chamonix e Vevey, facendo ritorno a Düsseldorf il 5 agosto. Di lì a undici giorni, nei quali Schumann compose il Lied op. 107 n. 5 e i tre pezzi per pianoforte dell'op. 111, il compositore partì di nuovo per Anversa, dove fece parte della giuria di un concorso per formazioni corali maschili, e colse l'occasione per una visita a Bruxelles. Il 22 agosto era di nuovo a casa, subito alle prese con situazioni spiacevoli. Il 25 agosto ebbe uno scoppio di nervi a una riunione del 'Gesangverein'; il 6 settembre ci fu una «burrasca con Wortmann», il viceborgomastro che fungeva anche da segretario del Musikverein, nel corso del primo incontro per discutere il programma dei concerti invernali. Schumann era tormentato di nuovo da «incertezze per il futuro». Stando a una sua confidenza a Wasielewski, avrebbe composto la Sonata per violino e pianoforte in la minore op. 105 (12-16 settembre) mentre era «furibondo con certa gente». Seguirono, dopo il gruppo di Lieder su versi di Pfarrius op. 119, altri due lavori da camera, il Trio in Sol minore op. 110 (2-9 ottobre) e la Sonata per violino e pianoforte in Re minore op. 121 (26 ottobre-2 novembre). Si impegnò quindi nell'orchestrazione: prima strumentò - su sollecitazione di alcuni amici - la parte pianistica di Der Rose Pilgerfahrt (7-27 novembre), un impegno che egli considerava inutile e poco interessante. Successivamente orchestrò lo scherzo della Seconda Sinfonia di Burgmüller, di cui aveva trovato a Düsseldorf la partitura manoscritta (1°-2 dicembre), fece una riduzione per pianoforte della propria Sinfonia in Re minore, modificandola in molti particolari (3-11 dicembre) e la riorchestrò interamente (12-19 dicembre); il frontespizio originale rivela che aveva deciso di chiamare questa versione riveduta - e non quella del 1841, come comunemente si crede - Symphonistische Fantasie, ma apparve infine come Sinfonia n. 4. L'ultima composizione del 1851 fu l'ouverture per un Singspiel mai composto su Hermann und Dorothea di Goethe (abbozzata tra il 19 e il 20 dicembre; l'orchestrazione fu conclusa il 23 dicembre). Quest'idea, di un lavoro teatrale con musica e con accompagnamento di pianoforte, era stata concepita da Schumann fin dal 1846. Ora, nel 1851, Moritz Horn gliel'aveva ricordata, e ci furono discussioni su come preparare un libretto. A un anno dalla composizione dell'ouverture Schumann continuava a dibattere con Horn circa la possibilità di un «oratorio in forma di concerto» su quel soggetto. [ABRAHAM]