I dizionari Baldini&Castoldi

Schatzgräber, Der di Franz Schreker (1878-1934)
libretto proprio

(Il cercatore di tesori) Opera in un prologo, quattro atti e un epilogo

Prima:
Francoforte, Stadtoper, 21 gennaio 1920

Personaggi:
il re (B), il buffone (T), Els (S), il giovane nobile (Bar), Albi (T), l’oste (B), il balivo (Bar), lo scrivano (T), lo sculdascio (B), Elis (T), un messaggero (Bar), il conte (Bar), la regina (m), il medico personale del re (B), il cancelliere (T); cortigiani, nobili, soldati, borghesi, popolo



Dopo Das Spielwerk und die Prinzessin (Il carillon e la principessa), la cui prima assoluta avvenne contemporaneamente a Vienna e a Francoforte nel 1913, che però non aveva bissato il grande successo di ? Der ferne Klang (Il suono lontano, 1912), Schreker si sentì ancora attratto dal Medioevo, o piuttosto da quell’epoca mitica, remota e piena di poesia che gli sembrava corrispondere alla sua fervida immaginazione, tendente verso soggetti più o meno scabrosi. Der Schatzgräber , ambientato «nel Medioevo delle fiabe» e ancora popolato, come Das Spielwerk , di musicisti misteriosi e strumenti magici, venne composto tra l’inverno 1916-17 e il 12 novembre 1918; anche quest’opera è di dimensioni abbastanza contenute (due ore e venti minuti). Poco dopo la sua prima rappresentazione il compositore divenne direttore dell’Accademia musicale superiore di stato di Berlino. Der Schatzgräber è infatti l’ultima opera di notevole successo di Schreker, autore inviso ai nazisti e deceduto poco dopo l’ascesa al potere di Hitler. Tra il 1920 e la stagione 1924-25 il lavoro venne rappresentato in una cinquantina di città, per un totale di 354 recite; fino al 1932 Der Schatzgräber ebbe invece sole trentuno repliche, per poi scomparire per decenni. Nel 1985 le Wiener Festwochen riproposero assieme alla Radio austriaca (Orf) Il cercatore di tesori con Ana Pusar (Els), Josef Protschka (Elis), Heinz Zednik (il buffone) e Alfred Muff (il re), guidati da Lothar Zagrosek; nel 1989 Gerd Albrecht diresse un’importante nuova produzione all’Opera di Amburgo, con la regia di Günter Krämer e un cast di prim’ordine comprendente Gabriele Schnaut, ancora Josef Protschka, Peter Haage e Harald Stamm.

Prologo . La regina giace ammalata, poiché le sono stati sottratti i suoi gioielli, che le garantiscono bellezza e fertilità; il buffone consiglia al re di rivolgersi al cantore girovago Elis, in grado di trovare tesori nascosti col suo liuto; se Elis avrà successo, il buffone avrà come premio una donna.

Atto primo . Els chiede al giovane nobile con cui suo padre, l’oste, vuole maritarla l’indomani, di procurarle una collanina d’oro con cinque smeraldi da un gioielliere della città; odiando lo sposo, Els lo fa assassinare, come i suoi due predecessori, da Albi, che la ama disperatamente, onde entrare in possesso anche dell’ultima parte del tesoro della regina, di cui ha frattanto ottenuto i gioieli tramite i suoi fidanzati. Giunge Elis alla festa all’osteria; ma la sua canzone piace solo a Els, innamoratasi di lui; egli le dona allora una collanina, che aveva trovato nel bosco. Albi finge di aver scoperto il cadavere del giovane nobile; il balivo, innamorato anch’egli di Els, arresta Elis, sospettato dell’assassinio.

Atto secondo . Il buffone, che non è ancora riuscito a trovare Elis, lo incontra sotto la forca cui egli è stato condannato; saputo del pericolo, il buffone avverte il re, il cui messaggero salva il cantore nell’ultimo minuto. Els viene a sapere che Elis è stato incaricato di trovare il tesoro della regina; disperata, poiché sarà scoperta, chiede ad Albi di rubare a Elis il liuto magico.

Atto terzo . Elis torna da Els, che è triste a causa della perdita del suo strumento; per amore Els gli consegna il tesoro da riconsegnare alla regina, a condizione che egli non le chieda nulla della sua provenienza e di fidarsi di lei, che gli si concede.

Atto quarto . Durante la festa a corte per la riacquistata salute della regina, Elis, richiesto di raccontare come è riuscito a impossessarsi del tesoro senza il suo liuto, allude alla fiaba di Ilse; ma ricordandosi della notte d’amore passata con Els, ora una donna distrutta a causa della perdita dei gioielli, chiede violentemente indietro il tesoro. Prima che la situazione possa precipitare, il balivo, che ha arrestato Albi, estorcendogli la confessione circa la mandante dei delitti, accusa Els. Ma il buffone chiede al re di consegnargli una donna, come promesso, scegliendo Els; Elis non li trattiene. Nell’epilogo Elis, chiamato dal buffone, giunge da Els, morente, cui canta un’ultima ballata.

Nonostante Schreker ai suoi tempi sia stato considerato un grande innovatore dell’opera, Der Schatzgräber è ancora pieno di rimandi wagneriani: dal tema del tesoro ( Rheingold ), invano inseguito quale chiave della felicità, al motivo del diniego di domandare ( Lohengrin ), all’esaltazione erotica nel racconto del tenore ( Tannhäuser ), al ductus musicale di molti passaggi, l’ombra continua a essere invadente. Tuttavia, al di là del libretto, meno astruso di quello dello Spielwerk ma pur sempre uno zibaldone di rimembranze (Els, la solita femme fatale metà angelo metà demone, con non indifferenti difficoltà vocali derivanti da questa dicotomia, sembra una sorta di Cardillac in gonnella; la Frau ohne Schatten col suo problema dell’infertilità non è lontana, come del resto il neogoticismo di maniera), Schreker ha prodotto una partitura oltremodo suadente, nuovamente situata tra Puccini e Strauss, parzialmente semplificata nella scrittura rispetto alle opere precedenti (ad esempio nella ninna-nanna di Els nel terzo atto), ma non priva di momenti originali (nell’armonia e nell’orchestrazione) e di autentico fascino.

j.s.

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