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Molto diverso l'approccio di
Conlon: stranamente diverso, anzi, considerando quanto ben altrimenti riuscito sarà l'accostamento al Nano. Analitico anziché rapsodico; «tirato» molto più verso la Seconda Scuola Viennese che verso il tardo e tardissimo romanticismo d'impronta mahleriana;con durezza espressionistica così marcata da conferire alla narrazione un che di senso unico, qua e là parecchio limitante.
Dei tre cantanti, di gran lunga il migliore è
David Kuebler, molto efficace nel ritrarre l'alterigia allo stesso tempo fiduciosa e ingenua di Guido: ma Donnie Ray Albert ha timbro ingrato e linea vocale molto usurata; e la Voigt disegna una Bianca decisamente troppo matura e altisonante, con qualcosa di materno che sulla vicenda getta una luce nient'affatto inquietante, ma solo lievemente ridicola.