GUIDA AL
DOKTOR FAUST

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ZWEITES BILD
(Quadro II)

In una taverna a Wittemberg, alcuni studenti, un teologo, un giurista e un naturalista discutono animatamente sulle dottrine di Platone. Fra essi c'è anche Faust. Quando la disputa tende a degenerare, uno studente chiede a Faust di parlare e di essere il loro giudice. Ma egli, assorto in altri pensieri, risponde evasivamente che nulla è dimostrato e nulla è dimostrabile. "In ogni dottrina ho trovato soltanto errori. Una sola cosa è certa: che noi veniamo al mondo per poi andarcene. Solo ciò che si trova nel mezzo ci riguarda." Si accende poi una vivacissima discussione su temi religiosi, fra studenti protestanti e cattolici. Faust cerca di appianarla con una citazione di Lutero: "Il vino, le donne, l'arte e l'amore devono essere annoverati tra le cose belle della vita." Ma ciò non fa che aumentare l'astiosità dei contendenti che intonano contemporaneamente il "Te Deum" e il corale luterano "Ein feste Burg". Ne nasce un tumulto. Chi sale sulle panche e sui tavoli, chi stappa bottiglie, chi abbraccia il vicino. Indispettiti, i protestanti escono furiosi. Chi rimane chiede a Faust di narrare le sue avventure amorose: egli si fa pensieroso e risponde: "Solo chi guarda innanzi ha lo sguardo lieto." Ma poi decide di raccontare: la più bella donna che lo abbia amato era una Duchessa italiana fuggita con lui proprio il giorno delle nozze. Nonostante sia passato solo un anno, tutto sembra molto lontano. Si ricorderà di lui? Travestito da corriere, Mefistofele viene ad annunciare che la Duchessa di Parma è morta lasciando un ricordo per Faust: e gli getta ai piedi il cadavere di un neonato, il frutto del loro amore. Gli studenti sono talmente inorriditi che vorrebbero gettarsi su Mefistofele. Ma questi li calma rievocando l'avventura di Faust con la Duchessa.

"Auf Höllenflugelrossen / entführt er sie durch die Luft, / sie schwoll mit einem Sprossen, / und er sich erwies ein Schuft. / Die Frau mit ihrem Kinde, / er liess sie, wo sie stand, / dass ich ihn hier wiederfinde, / erscheint mir ungalant. / Auf ihrem Sterbebette / hat sie ihm den Balg vermacht, / es fehlt nicht viel, ich hätte / lebendig ihn hergebracht. / Doch unterwegs krepiert er, / ich hielt ein Aas im Arm."

[Su un cavallo alato la rapì; restò incinta, ma egli si rivelò un furfante: abbandonò dov'era la donna col bambino ed io l'ho trovato vicino a voi. Ciò mi pare un po' scortese.[...] La morente lo lasciò erede del bimbo; solo per poco non ve l'ho portato vivo. Ma per via è crepato ed eccola qua carogna.]

Poi, per tranquillizzare gli astanti inorriditi, solleva da terra il corpicino, mostrando loro che si tratta soltanto di un fantoccio di paglia, che getta nel fuoco con gesti di scongiuro: "Ecco, io brucio tutto ciò che fu, riduco in fumo ciò che è morto." Una creatura più bella, Elena di Troia,", aggiunge Mefistofele, "sorgerà per consolare Faust." La colonna di fumo che esce dal fantoccio si materializza infatti in una figura umana, mentre la scena si trasforma in un irreale paesaggio greco. Gli studenti se ne vanno via, e anche Mefistofele si ritira. Faust allora invoca Elena, ideale di bellezza e perfezione:

"Traum der Jugend, / Ziel des Weisen! / Reinster Schönheit / Bildvollendung: / Dich zu üben, / Dich zu preisen, / Dich zu lehren / War mir Sendung."

[Sogno di gioventù, mèta del saggio; perfetta immagine della più pura bellezza; conoscerti, adorarti, istruirti era la mia missione.]

I contorni della figura si fanno sempre più precisi all'interno del fumo e della fiamma:

"Unerkannte, / Unerreichte, / Unerfüllte, / tritt hervor! / Was ich sehnte, / was ich wähnte: / höchsten Wunsches /Rätselformen."

[Tu incompresa, tu incomparabile, tu inesausta, vieni a me! Ciò a cui io ho anelato, ciò che ho sognato: forma misteriosa del più alto desiderio.]

essa appare, giovane donna di bellezza divina, coperta soltanto da un velo trasparente. Nel frattempo la nuova scena ha completamente sostituito quella della taverna.

"Ich schaue dich... / Und nun werd ich dich halten! / Nur Faust berührte je das Ideal!"

[Ti vedo già e ora potrò afferrarti. Ora Faust potrà toccare l'ideale.]

Si avvicina alla figura, ma essa indietreggia.

"Du weichst, entfliehst,... / kannst du dich vielgestalten? / Helena, endlich zu mir!"

[Ma tu ti allontani, ma tu mi sfuggi... puoi assumere forme così diverse? Elena, sei mia, finalmente!]

L'apparizione infine si dissolve.

"Ach, abermals betrogen! / Verschwunden nun für immer! / Der Mensch ist dem Vollkommenen / nicht gewachsen. / Er strebe denn nach seinem eigenen Masse / und streue Gutes aus, wie es ihm gegeben. / Ich weiser Narr, / ich Säumer, ich Verschwender! / Nichts ist getan, / alles zu
beginnen; / der Kindheit fühl' ich wieder mich genähert./ Weithin schaut auf mein Blick: junges Gelände, / dort unbebaute Hügel, schwellendes Erdreich,/ führen zu neuem Aufstieg. / Wie verheissend lächelt das Leben / im erwachenden sonnelichten Tag!"

[Ah, di nuovo ingannato! Ora è sparita per sempre! All'uomo non è concesso di raggiungere la perfezione. Tenda verso una mèta secondo le proprie forze e sparga intorno il bene, come a lui è dato. Io, folle saggio, indolente, prodigo! Nulla è compiuto, devo ricominciare tutto da capo. Mi sento di nuovo vicino alla fanciullezza. Volgo i miei occhi alle lontananze: lande novelle, inabitati colli, turgide terre guidano a nuove mète. Come serena ride la vita nel ridestarsi di un radioso giorno.]

Faust volge lo sguardo intorno e scorge tre rigide figure, gli studenti di Cracovia: essi gli domandano la restituzione del libro, della chiave e della lettera. Faust dichiara di aver distrutto ogni cosa e li caccia in malo modo. Ma i tre gli annunciano che il termine è scaduto e che a mezzanotte giungerà la sua ora e rientrerà nel nulla. Quindi si dissolvono nella nebbia. Faust, liberato, esclama: "Sono partiti, finalmente! La via è sgombra. Sentiero del mio tramonto, benvenuto tu sei per me": Faust comprende di essere libero e quindi può guardare con gioia all'ultimo tratto della sua vita che tramonta:

"Vorbei, endlich vorbei! Frei liegt den Weg, willkommen du meines Abens letzter Gang, willkommen bist du."

[Partiti, partiti finalmente! Sgombro è il cammino. Benvenuto, sentiero del mio tramonto, che tu sia il benvenuto.]