Ma cfr. quanto Busoni scrive a Petri il 6 aprile 1912: «Le prove vanno di male in peggio. Quante più forze (debolezze) agiscono insieme, tante più inesattezze si sommano. Comincio a perdere la fiducia; senza diventare per nulla ‘nervoso’...» (n. 132). Analoghe osservazioni sono contenute nella lettera a Gerda scritta lo stesso giorno. Tornato a Berlino, fa un bilancio delle rappresentazioni amburghesi: «Lo stile della messa in scena era stato impostato in partenza in modo errato. Avrebbe dovuto essere più raffinato, meno realistico, più nel carattere di un libro illustrato, di uno spettacolo di marionette. I mezzi tecnici del vecchio teatro di Amburgo non erano sufficienti per realizzare la scena della magia... L'orchestra è stata un mezzo disastro: (la partitura in realtà è pulita, personale e senza suture; costruita solidamente).» (Lettera a R. Freund, 22 aprile 1912, n. 133). L’opera ebbe, come riferisce Dent (p. 183) «un succès d’estime» e fu rappresentata soltanto tre volte.
Busoni - scrive Sablich -non fu completamente soddisfatto dell'esecuzione. Desiderava un impianto spettacolare da teatro di burattini, non una scena realistica. Notò un sensibile divario fra la sua concezione e la realizzazione pratica, troppo pesante e macchinosa (del resto una realizzazione fedele, alla lettera, della Sposa sorteggiata era praticamente impossibile, ieri come oggi). Già durante le prove, il 6 aprile, aveva scritto alla moglie:
Più si mettono insieme i vari elementi dell'opera, più l'esecuzione diventa malsicura. Il canto solo era buono, con l'orchestra - meno, con la scena - ancora peggiore. Ognuno porta la sua piccola inesattezza, e la conclusione è una somma di inesattezze. Questi due giorni sono stato proprio abbattuto. C'è (come sempre) troppo poco tempo...
Verissimo. Ma Busoni non sembrava accorgersi delle pretese esorbitanti e delle difEcoltà spettacolari poste dalla sua opera, e della sua stessa inesperienza alla prima prova teatrale. [p. 194]