PENSIERI SU MOZART I
"Ho studiato ancora una volta a fondo la partitura del "Flauto Magico". Delizioso com'è, è tuttavia inferiore - nel complesso - ad altri lavori dello stesso Mozart. In tre punti è superiore alle opere precedenti: nell'Ouverture, nella sonorità della prima entrata dei tre fanciulli e nell'atmosfera mistica dei due uomini armati; per il resto la melodia è più generica e meno nobile di quanto siamo abituati con lui, e tutto l'insieme è quasi "allo stato d'abbozzo". La tragica Regina della notte che si mette improvvisamente a gracchiare mi ricorda il "System of Prof. Tarr and Dr. Fether" di E. A. Poe; ma la suprema semplicità con cui sono risolti tanti problemi è, come sempre, sorprendente. A me, personalmente, fa bene al cuore quella qualità latina che fa trattare l'arte con distaccata serenità, dando la preferenza alla forma esterna. La verità è che soltanto per opera di Beethoven la musica è andata a finire in queste acque tempestose, ha adottato quell'espressione da fronte aggrottata che è naturale in lui ma che forse dovrebbe rimanere la "sua" scelta solitaria. - Perché così arrabbiato?, verrebbe spesso fatto di domandare, soprattutto nel secondo periodo!"
[Lettera a Egon Petri, Zurigo, 6 dicembre 1915]