RICHARD WAGNER WEBSITE __________________________________________________________________________________ |
LE FONTI DELL'ARGOMENTO
E LA COMMEDIA |
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Pur costituendo, nella loro serie, lo svolgimento di un'idea e di tendenze bene delineate, le opere di Wagner hanno tutte una loro fisionomia particolare, e cioè rappresentano, dell'evoluzione della sua arte, della sua personalità, un dato periodo ed un dato momento. Più di ogni altra assumono un aspetto singolare I Maestri Cantori di Norimberga, sebbene ad un'analisi appena un poco più attenta, l'opera d'arte, nel suo complesso organismo, si riveli sorta ed attuata con identico processo delle altre. Non c'è, è vero, la tragedia, come in quasi tutte le altre, non vi sono i personaggi epici, gli eroi e le gesta, le passioni smisurate, come nel Tristano, le ideologie dell'Anello, il misticismo filosofico del Parsifal. L'azione non trascende dalla vita comune, l'ambiente è ben fermo in terra, fra i borghesi di una città medievale, coi suoi usi e costumi. Senonchè, come vedremo più innanzi, la gaia commedia a lieto fine ha anch'essa un pensiero, un significato intimo e profondo, dei personaggi che sono - allo stesso modo dei mitici eroi e dei sovrumani amanti - delle figure d'eccezione, il cui contenuto assai maggiore, di quel che mostri la sola parvenza esteriore. egli si ritirava per la cura delle acque ai bagni di Marienbad, fra i monti e le foreste della cosidetta«Svizzera sassone». Wagner stesso ha riferito, molti anni più tardi, come gli sia balenata l'idea dei Maestri Cantori. Dopo il Tannhäuser parecchi amici gli consigliavano con insistenza di comporre un'opera di «genere più leggero»per riuscire con essa a farsi aprire le porte dei teatri di Germania, e tentare di ottenere così un successo anche finanziario, che giovasse a procurargli, per altri, lavori, più comode condizioni materiali. Subito in pochi giorni Wagner tracciò lo scenario, concretato in tre atti, e del quale il perno doveva essere Hans Sachs, il poeta calzolaio, come ultima rappresentante dello spirito artistico nativo del popolo, contrapposto alla poesia imborghesita nel pedantismo delle corporazioni medievali. Tale primo abbozzo è rimasto, per quel che riguarda la vicenda, e l'azione scenica, quasi inalterato. In esso Wagner aveva allora prevalentemente di mira la satira polemica di coloro che fino allora avevano avversato la sua arte, specie nel Tannhäuser. Certo egli era a conoscenza di tutti gli elementi formali dell'epoca e dell'ambiente in cui aveva posta l'azione. Ma assai più umanamente profondi come vedremo più innanzi - divennero attraverso ai molti anni che trascorsero, dal primo schizzo, al compimento dell'opera, i caratteri, i personaggi, tutto quanto il pensiero informativo; e l'elemento satirico e personale, predominante forse eccessivamente, nel momento della prima concezione, si equilibrò, si rasserenò e si addolcì, nell'ultimo compimento. Più di sedici anni trascorsero, dal primo schizzo di Marienbad alla stesura del testo definitivo della commedia, che Wagner compì durante il suo soggiorno a Parigi il 25 gennaio 1862, tutto di seguito, pur avendo - secondo la sua abitudine - accumulato nella mente, e fors'anco notato durante quel tempo, dettagli e spunti numerosi. perchè votatosi all'elogio della bellezza femminile, aveva gittato il seme del rinnovamento della poesia, fondando a Magonza una associazione di poeti-cantori, legati dall'osservanza di talune regole. Altre, fra le città, diventate sempre più potenti e ricche con lo sviluppo dei commerci e delle industrie, seguirono l'esempio e sorsero così scuole di poesia e di canto, nelle quali sopratutto si leggevano, considerandoli come i grandi esempii della poesia, i Minnesinger, Walter von der Vogelweide, Sigmer il saggio, Bartolomeo Regenbogen ed altri. Tali associazioni erano andate organizzandosi sul modello delle Corporazioni d'arti e mestieri, e s'erano quindi bardate di un cumulo di leggi da osservare e di gerarchie professionali, che - se servivano a dare asilo alla poesia ed alla musica nell'ambiente dell'artigianato - non giovavano certo allo svolgersi libero di una nuova arte. Certo dei ben 4275 canti, dei 1700 racconti e farse e delle 208 composizioni drammatiche ben poco oggidì vale la pena di essere preso in considerazione; ma il numero basta, se non altro, a dare un'idea dell'importanza che avevano allora le Corporazioni dei Maestri Cantori. Tutti coloro che appartenevano ad un artigianato, alla corporarione di un mestiere, potevano partecipare a quella dei Maestri Cantori. Questa si proponeva la severa conservazione della purezza della lingua e della prosodia, secondo talune leggi stabilite ed immutabili. Erano elencati i soggetti che era permesso trattare in versi e musica, era definita la forma generale della canzone, il numero delle strofe che la dovevano comporre, alternandosi, per concludere con una chiusa, in diverso metro. La melodia, sulla quale erano da cantare, le strofe, doveva essere simmetrica od uguale. V'era anche un elenco dei 32 errori capitali, e commettendone qualcuno, si incorreva in una multa in danaro, durante le esercitazioni, e si era bocciati agli esami da garzone ad allievo, da allievo a maestro. Per divenire ancora maestro occorreva -- poiché i componimenti erano di solito parafrasi o imitazioni di modelli magistrali - inventare una nuova forma di verso, corrispondente ad una nuova melodia, senza però uscire dalle leggi stabilite. Si comprende facilmente come l'arte si riducesse così ad artificio. Tutti i regolamenti corporativi si concretavano nelle 'leges tabulaturae' che venivano proclamate ad ogni esercitazione, od esame, o concorso. Questo ambiente che Wagner aveva conosciuto a fondo, attraverso al codice di Cristiano Wagenseil (1697), nei Maestri Cantori presentato in tutta la caratteristica delle sue formule, ma anche del suo spirito, mettendone in rilievo il lato ridicolo e caricaturale, e facendo muovere entro di esso i personaggi da lui creati, per la loro profonda, umanità e per il pensiero che essi rappresentano, di significato assai più vasto ed universale. I nomi dei Maestri che prendono parte alla azione, Wagner li ha tolti tali e quali, conservandone il mestiere, dall'antico codice, ed ugualmente tolte dal codice sono le leggi della tabulatura enunciate nel primo atto da Kothner e le determinazioni curiose dei modi e dei toni che David enumera al cavaliere Walter. Certo Wagner, nel comporre la commedia, ha tenuto conto di parecchi elementi, che gli erano capitati fra mano in opere anteriori di altri autori. La serenata interrotta e la baruffa sono, sebbene in altra epoca ed ambiente, in una commedia di Kotzebue e in parte in un'opera comica di Wenzel: l'idea della gara per la mano di una fanciulla anche nella commedia Il ritratto di Danae di Deinhardstein, svolgendosi però essa tra pittori, fra i quali Salvator Rosa fa la parte di Hans Sachs, cedendo un suo quadro al giovane pittore da lui protetto, per fargli vincere il premio. |
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WAGENSEIL, JOHANN CHRISTOPH: (print this article)
By : Crawford Howell Toy Eduard Neumann German Christian Hebraist; born at Nuremberg Nov. 26, 1633; died at Altdorf Oct. 9, 1705. In 1667 he was made professor of history at Altdorf, and was professor of Oriental languages at the same university from 1674 to 1697, after which he occupied the chair of ecclesiastical law until his death. For his knowledge of Hebrew he was chiefly indebted to Enoch Levi, who had come from Vienna to Fürth about 1670. Wagenseil devoted his learning to publishing anti-Christian works of Jewish authors, and undertook long journeys to gather his material. The fruit of this work is the collection entitled "Tela Ignea Satanæ, sive Arcani et Horribiles Judæorum Adversus Christum, Deum, et Christianam Religionem Libri" (Altdorf, 1681), which includes the apologetic "?izzu? Emunah" of the Karaite Isaac b. Abraham of Troki. Becoming convinced by the "Toledot Yeshu" that the Jews were guilty of blaspheming Jesus, Wagenseil addressed to all high potentates his "Denunciatio Christiana de Blasphemiis Judæorum in Jesum Christum" (Altdorf, 1703), in which he implored them to restrain the Jews from mocking at Jesus, Mary, the cross, the mass, and Christian teachings. Although he would have been pleased to see the Protestant princes show greater zeal in the conversion of the Jews, Wagenseil was opposed to forcible baptism and similar measures, and devoted a special treatise to the refutation of the charge of ritual murder. Wagenseil wrote, besides the above - mentioned books, "Hoffnung der Erlösung Israels" (Leipsic, 1705), which appeared in a second edition (Altdorf, 1707), augmented by a number of smaller works under the general title "Benachrichtigungen Wegen Einiger die Gemeine Jüdischheit Betreffenden Sachen." This collection contains the following treatises: (1) "Quomodo cum Judæo in Colloquio, Forte Fortuno Nato, Agendum"; (2) "Judæos non Uti Sanguine Christiano"; (3) "Quomodo Usura Judæorum Averti Possit"; (4) "De Precatione Judaica Olenu"; (5) "Denunciatio Christiana de Blasphemiis Judæorum in Jesum Christum"; (6) "Apologia"; (7) "Denunciatio ad Magistratus Christianos de Juribus Eorum a Judæis Violatis"; (8) "An Christianus Salva Religione Judæo Die Sabbati Inservire Possit." He wrote also: "Exercitationes Sex Varii Argumenti" (Altdorf, 1698); "Belehrung der Jüdisch-Deutschen Red- und Schreibart" (2d ed., Königsberg, 1699); "Disputatio Circularis de Judæis" (Altdorf, 1705); "Rabbi Moses Stendal's nach Jüdischer Rede-Art Vorlängst in Reimen Gebrachte Psalmen David's" (Leipsic, 1700); as well as an edition and Latin translation of the Talmudic treatise Sotah (Altdorf, 1674). Bibliography: Wolf, Bibl. Hebr. ii. 1046; Grätz, Gesch. 3d ed., x. 274-276; Fürst, Bibl. Jud. iii. 489; Steinschneider, Cat. Bodl. cols. 2711-2713.T. E. N. This article is Rated: 2.85 Please rate this article: Poor 1 2 3 4 5 Excellent Most Popular Recently Visited Highest Rated |