free counter MALLANAGA VATSYAYANA - KAMASUTRA - CODICE INDIANO DELL'AMORE - PARTE TERZA - TESTO INTEGRALE IN ITALIANO

MALLANAGA VATSYAYANA

KAMASUTRA 3

CODICE INDIANO DELL'AMORE

KAMASUTRA I - KAMASUTRA II

TESTO INTEGRALE IN ITALIANO

INTRODUZIONE WIKIPEDIA




V - L'AMORE DELLE PERSONE
CHE ATTENTANO ALLE SPOSE ALTRUI

I re e i ministri non frequentano le case dei cittadini, e le loro azioni sono costantemente sorvegliate, osservate e imitate dalla moltitudine; esattamente come gli animali, che si alzano quando si alza il sole e vanno a dormire quando il sole tramonta. Le persone che hanno una carica debbono dunque evitare di compiere in pubblico qualsiasi atto biasimevole, incompatibile con la loro posizione e degno di censura. Ma se un tale atto è considerato necessario, debbono usare tutti i mezzi idonei e che ora descriveremo.
Il più importante uomo del villaggio, l'ufficiale del re ivi preposto, e l'uomo il cui lavoro consiste nello spigolare il grano [1], possono sedurre le donne del villaggio rivolgendo loro una semplice domanda, tanto che si dà a questo genere di donne il nome di lussuriose.
L'unione degli uomini sopra menzionati con queste donne avviene in date occasioni, come nel caso di un lavoro non pagato, dell'immagazzinamento del raccolto nei granai, della pulizia delle case, del lavoro dei campi, della compera del cotone, della lana, del lino, del filo, e nella stagione delle compere, delle vendite e dello scambio di diversi generi, come anche al tempo in cui si compiono diversi altri lavori. Allo stesso modo i sorveglianti del parco delle vacche si godono le donne adibite al servizio del parco. Gli ufficiali adibiti alla sorveglianza delle vedove, delle donne senza appoggio, e di quelle che hanno abbandonato il marito, hanno con tali donne rapporti sessuali. I più abili riescono nel loro intento aggirandosi di notte nei pressi del villaggio. Vi sono anche uomini di villaggio che hanno rapporti con le mogli dei loro figli, poiché si trovano la maggior parte del tempo soli con loro. Infine i sorveglianti dei mercati hanno molte relazioni con le donne dei villaggi, perché esse sono spesso al mercato per i loro acquisti.
1. Durante il festino dell'ottava luna, cioè verso la metà del brillante mese di Nargashirska, come pure durante il festino al chiaro di luna del mese di Kartika, e durante il festino primaverile di Scetra, le donne delle città visitano le donne dell'harem reale, nella reggia. Queste visitatrici, essendo conosciute dalle donne dell'harem, sono ammesse negli appartamenti particolari, vi passano la notte in conversazione, in esercizi e in divertimenti di loro soddisfazione e se ne vanno la mattina dopo.
In tale occasione, una cameriera del re, già sapendo qua! è la donna che il re desidera, senza farsene avvedere avvicinerà questa donna e la inviterà a visitare le curiosità del palazzo. Prima ancora della festa può aver reso noto a questa donna che in tale occasione le avrebbe mostrato tutte le cose interessanti del palazzo. Ed effettivamente le farà vedere la pergola dei rampicanti, a forma di cavallo, un padiglione col pavimento tutto incrostato di pietre preziose, un pergolato di uva, il palazzo sull'acqua, i passaggi segreti praticati nei muri del palazzo, le pitture, gli animali da caccia, le macchine, gli uccelli, le gabbie dei leoni e delle tigri. Poi, rimaste sole, le parlerà dell'amore del re per lei, della fortuna che può venirgli dalla sua unione col re, assicurandola di un segréto assoluto. Se la donna accetta, la ricompenserà con regali degni del re e, dopo averla accompagnata fino ad una certa distanza, la congederà con grandi manifestazioni di affetto.
2. Può anche verificarsi il caso che le mogli del re, avendo avuto occasione di conoscere il marito di una donna desiderata dal re, invitino questa donna a visitarle nell'harem. Allora una domestica del re si comporterà come già abbiamo detto.
3. O, anche, una delle donne del re farà la conoscenza della donna desiderata dal re inviandole una persona del seguito e invitandola nell'harem. Quando, dopo alcune visite, questa donna avrà preso confidenza, il re la sedurrà col mezzo di cui abbiamo parlato.
4. O, anche, una delle mogli del re inviterà la donna desiderata per mostrarle l'arte in cui eccelle. Una volta nell'harem sarà circondata come abbiamo già detto.
5. O, anche, una mendicante, d'accordo con la moglie del re, dirà alla donna desiderata, il marito della quale potrà aver perso i suoi beni, o avrà qualche cosa da temere da parte del re: «Questa moglie del re ha dell'influenza su lui, che è di buona indole. Occorre dunque rivolgersi a lei. M'incarico io di farti entrare nell'harem, e lei saprà allontanare ogni pericolo da parte del re». Se la donna accetta, la mendicante la condurrà due o tre volte nell'harem, e la moglie del re le prometterà la sua protezione. E quando la donna, allettata dalla buona accoglienza e dalle promesse, tornerà di nuovo, una domestica la circonderà come sopra si è detto.
6. Quanto si è detto a proposito della moglie di un uomo che abbia qualche cosa da temere da parte del re, si può anche dire della moglie di uno che so!leciti qualche favore dal re, che sia povero, che non sia soddisfatto della sua posizione, che voglia acquistar fama, che sia oppresso dai membri della sua casta, che voglia offendere i compagni di casta, che faccia la spia del re, o che abbia qualsiasi scopo da raggiungere.
Infine, se una donna vive con un uomo che non è suo marito, il re può farla arrestare e ridurla in schiavitù per il suo delitto, e metterla poi nell'harem. O anche il re ordinerà a un ambasciatore di litigare col marito della donna desiderata, e poi farà imprigionar questa donna come moglie di un nemico del re, e la farà poi entrare nell'harem.
In questo modo ha fine la trattazione del modo di conquistare segretamente la moglie altrui. Questi intrighi però sono generalmente posti in opera solo nel palazzo del re, perché un re non deve mai entrare nell'abitazione di un'altra persona. Rammentiamo in proposito Abhira re dei Kotta, che fu ucciso da un lavandaio mentre si trovava in casa sua, e Jayasana, re dei Kashi, che, in una simile occasione fu trucidato per ordine dei suoi cavalieri.
Secondo il costume di alcuni paesi, i re hanno spesso l'abitudine di fare l'amore con la moglie di altri.
Nel paese degli Andri le spose novelle seguono la consuetudine di presentarsi all'harem del re con ricchi doni, il decimo giorno di matrimonio, e dopo essere state possedute dal monarca, sono congedate. Nel paese di Vatsagulmas le mogli dei primi ministri vanno di sera a render visita al re ponendosi a sua disposizione. Nel paese di Vaidharbi le belle mogli degli indigeni passano un mese nell'harem del re con il pretesto dell'affetto per la sua persona. Nel paese degli Aparataki i cittadini danno in dono le loro belle mogli ai ministri e al re. E infine dal paese dei Sorashtri, le donne della città e della campagna si recano, individualmente o a gruppi, nell'harem reale per il piacere del re.
Anche su questo soggetto abbiamo due versetti, di cui ecco il testo:

I procedimenti sopra descritti, e altri simili ancora, sono i mezzi impiegati dal re verso le mogli. Ma un re cui stia a cuore il benessere del suo popolo non deve mai metterli in pratica. Un re che ha trionfato dei sei nemici dell'umanità diventa il padrone del mondo.

VI - LE DONNE DELL'HAREM REALE

Le donne dell'harem reale non possono incontrare né vedere nessun uomo, tanto sono guardate rigorosamente; tuttavia i loro desideri non possono essere soddisfatti, essendo uno solo l'uomo comune a tante spose. Per questa ragione esse finiscono col soddisfarsi fra loro in diversi modi come ora diremo.
Vestono da uomo le figlie delle loro nutrici o delle loro amiche, o le loro stesse domestiche, e tentano di raggiungere lo scopo valendosi di bulbi, radici, o frutti aventi la forma di lingam; o anche si coricano sopra una statua con ii lingam in erezione. Alcuni re, che sanno comprendere e compatire, fanno uso di medicamenti in modo da poter godere più donne in una notte, anche quando per propria natura non sono portati ad eccessi. Altri fanno l'amore soltanto con le loro favorite; e altri invece giacciono con ciascuna moglie a turno. Questi sono i mezzi di godimento che prevalgono nei paesi dell'est, e quanto si dice per la donna vale anche per l'uomo.
Tuttavia, aiutate dalle donne del seguito, le donne dell'harem ricevono nei loro appartamenti molto spesso uomini vestiti da donna. Queste domestiche, e anche figlie delle nutrici, hanno l'incarico di ricercare uomini che vogliono penetrare nell'harem e li persuadono parlando loro della grande fortuna che li attende, della facilità con cui si entra nel palazzo, della negligenza delle sentinelle e della condiscendenza dei sorveglianti verso le spose reali. Ma queste donne non debbono mai ricorrere alla menzogna per persuadere un uomo a penetrare nell'harem, perché potrebbero con molta probabilità causare la sua perdita. Per parte sua, l'uomo farà meglio a rinunciare a penetrare nell'harem, perché numerosi sono i pericoli ai quali si troverà esposto. Ma se assolutamente vuole entrarci, deve assicurarsi in primo luogo se esiste una facile uscita, se è da tutte le parti circondato dal giardino, se le sentinelle sono o no negligenti, se il re è assente; dopo, quando le donne dell'harem gli fanno cenno, osserverà attentamente i luoghi da cui passa ed entrerà per quella strada che gli sarà indicata. Se la cosa è possibile, passeggerà ogni giorno in vicinanza dell'harem, entrerà con vari pretesti in confidenza con le sentinelle, si mostrerà gentile con le domestiche che possano essere al corrente dei suoi disegni. Infine darà l'incarico di mezzana a una donna che abbia accesso nell'harem, e cercherà di riconoscere gli emissari del re. Se nessuna donna ha accesso nell'harem, si apposterà in qualche luogo dal quale possa scorgere la donna che ama e che vuoi possedere. Se questo luogo è guardato da una sentinella, si vestirà da cameriera della donna che nello stesso posto viene o passa. Quando la donna guarderà, le manifesterà il suo amore con gesti e segni, le mostrerà pitture, oggetti a doppio senso, corone di fiori, anelli. Starà bene attento alla risposta, resa con segni o gesti, e tenterà poi di penetrare nell'harem. Se è sicuro che la donna dovrà venire in qualche luogo particolare, l'attenderà e penetrerà nel palazzo con lei al momento opportuno, mescolandosi alle sue guardie; altrimenti ricorrerà ad altri mezzi, come nascondersi in un letto ripiegato, in una copertura da letto, rendersi invisibile per mezzo di applicazioni esterne come quella di cui si dà la ricetta:
Brucia insieme, senza lasciar sfuggire ii fumo, il cuore di un icneumone, o topo di Faraone, il frutto di zucca lunga (tumbi) e gli occhi di un serpente; mescola le ceneri e aggiungi una uguale quantità di acqua. Se si mette sugli occhi questa miscela un uomo può andare e venire dappertutto senza essere scorto da nessuno.
Vi sono anche altri mezzi insegnati dai bramini di Duyana e dai Jogashiri.
Un uomo può entrare nell'harem durante le feste dell'ottava luna, nel mese del Nargashirha, e durante le feste al chiaro di luna, quando i sorveglianti sono interamente presi dalle occupazioni delle feste.
Ecco a proposito i principali consigli:
L'entrata e l'uscita dall'harem può per lo più effettuarsi quando s'introduce o si fa uscire qualche oggetto in palazzo, al momento delle feste, quando i sorveglianti sono sovraccarichi di lavoro, quando una delle spose reali cambia residenza, quando le spose del re si recano ai giardini o alle fiere o rientrano in palazzo, e infine, quando il re è assente per un lungo pellegrinaggio. Le donne dell'harem si confidano reciprocamente i loro segreti, e avendo tutte un unico scopo, si aiutano a vicenda. Un giovane che riesca a possederle tutte, e a rimanere nel loro favore, potrà continuare l'intrigo finché questo resterà segreto.
Nel paese degli Aparataki, le spose del re sono poco sorvegliate, e molti giovani penetrano nell'harem mediante l'aiuto delle donne che vi hanno accesso. Le donne del re di Ahira fanno i loro affari con le sentinelle dell'harem, che si chiamano Kshtriya. Le spose del re dei Vatsagulmi fanno entrare nell'harem insieme con le loro messaggere anche gli uomini che fan loro piacere. Nel paese di Vaidarbhi, i figli delle spose reali hanno accesso nell'harem e possono godere le donne ad eccezione della madre. Nello Striraiya, le donne dell'harem si abbandonano ai compagni di casta e ai loro parenti Nel Ganda, le mogli del re sono alla mercé dei bramini, degli amici, dei domestici e degli schiavi. Nel Samdhava, i domestici, i fratelli di latte, e altri uomini del genere godono le donne dell'harem. Nel paese dei Vanya e dei Kalya, i bramini, col consenso del re, entrano nell'harem sotto il pretesto di regalare fiori alle dame reali, parlano con queste attraverso una cortina e finiscono poi col possederle. E infine le donne dell'harem del re dei Prascya tengono nascosto nell'harem un giovanotto per ogni nove e dieci donne.
Così fanno le spose altrui.
Per questa ragione ogni marito occorre sorvegli la propria casa. Antichi autori dicono che un re deve scegliere per sentinelle uomini ben notoriamente esenti da desideri carnali. Ma tali uomini, anche se sono loro stessi liberi dai desideri della carne, possono introdurre altri uomini nell'harem sospinti dal timore o dall'avidità di guadagno. Il che fa dire a Gonikaputra che i re debbono scegliere come guardiani dell'harem uomini esenti dal desiderio carnale, dal timore e dall'avarizia. Ma Vatsyayana osserva che possono entrare anche uomini che sappiano usare l'influenza di Dharma, per la qual cosa bisogna scegliere uomini inaccessibili ai desideri della carne, al timore, all'avarizia e a Dharma.
I discepoli di Babhravya consigliano che un marito faccia unire sua moglie in amicizia con altra donna, la quale gli riporti tutti i segreti, e lo tenga informato della castità della moglie. Ma Vatsyayana risponde che uomini male intenzionati riescono sempre con le donne, e che un marito non deve esporre la sua innocente sposa a corrompersi per la compagnia di una donna non casta. La castità di una donna può perdersi per una delle seguenti cause: frequentazione assidua delle società e delle compagnie; mancanza di ritegno, impudicizia del marito; mancanza di precauzione nelle relazioni con altri uomini; assenze frequenti e prolungate del marito; soggiorno in paese straniero; distruzione, da parte del marito, del suo amore e della sua delicatezza di sentimento; compagnie di donne dissolute; gelosia del marito.
Abbiamo a questo proposito dei versetti, di cui ecco il testo:

Un uomo abile, che ha appreso nei Shastra il modo di sedurre le spose altrui, non è però mai ingannato dalle proprie spose. Nessuno tuttavia deve far uso ditali mezzi, perché non sempre riescono e spesso originano disastri e alla distruzione di Dharma e Artha. Questo libro, che ha per scopo il benessere dei cittadini e insegna loro il modo di sorvegliare le proprie spose, non deve servire per corrompere le spose degli altri.

PARTE SESTA

DELLE CORTIGIANE

I - MANIERE DELLE CORTIGIANE

Nei rapporti sessuali con gli uomini, le cortigiane trovano la soddisfazione del desiderio e nel tempo stesso il loro sostentamento. Se una cortigiana accoglie un uomo per amore, l'atto è naturale, ma se al contrario l'accoglie sospinta dal desiderio del guadagno, l'atto è artificiale o forzato. Tuttavia anche in questo caso essa deve regolarsi come se effettivamente fosse animata dall'amore, per la ragione che gli uomini si affezionano alle donne che sembrano amarli. Nel mostrare il suo amore la cortigiana dovrà sembrare del tutto disinteressata, e per il suo credito futuro si asterrà dal farsi consegnare denaro con mezzi sleali.
Una cortigiana bene vestita, adorna dei suoi gioielli, deve rimanere seduta sulla porta di casa, e, senza tuttavia porsi molto in evidenza, guarderà nella strada facendo in modo di esser vista dai passanti, perché deve riflettere che in fondo rappresenta un oggetto da esporre in vendita. Farà amicizie con persone che possano aiutarla a seminare discordia fra uomini e donne, e procurerà di affezionarsele per ripararsi da eventuali disgrazie, per accumulare ricchezze, per garantirsi da cattivi trattamenti e dagli insulti delle persone con cui possa avere a che fare. Queste persone sono:
Le guardie della città o la polizia; gli ufficiali della corte di giustizia; gli astrologi; gli uomini poveri o interessati; i sapienti, i professori delle sessantaquattro arti; i Pithamarda o confidenti; i Vita o parassiti; i Vidushaka o buffoni; i mercanti, di fiori; i profumieri; i mercanti di sostanze spiritose; i lavandai, i barbieri, i mendicanti. Ed anche altre persone che le possono essere utili per il 'raggiungimento dei suoi fini.
Gli uomini che una cortigiana può trattare per guadagnare denaro semplicemente, sono i seguenti:
Gli uomini che posseggono una propria rendita; i giovani; gli uomini liberi da ogni legame; gli uomini che si trovano al servizio del re; gli uomini che hanno sicuri mezzi di sussistenza; che si stimano belli; cui piace vantarsi; eunuchi che vogliano farsi passare per uomini; un uomo che detesta i suoi simili; che per natura è generoso, che ha influenza sul re o sui ministri; che è sempre felice; che è fiero della sua fortuna; che disobbedisce agli ordini dei suoi maggiori; un uomo sul quale i membri della propria casta tengono gli occhi addosso; il figlio unico di un padre ricco; un asceta internamente turbato dal desiderio; un uomo coraggioso; un medico del re; vecchie conoscenze.
E, sia per amore, sia per convenienza, procurerà anche di arrivare a uomini dotati di eccellenti qualità, quali i seguenti:
Uomini di alta nascita che conoscono bene il mondo e che posseggono il senso dell'opportunità; i poeti; i narratori di belle storie; gli uomini eloquenti; gli uomini energici, abili nelle varie arti, previdenti, perseveranti, devoti, non collerici, generosi, affezionati ai propri parenti, amanti della società, sani di corpo, robusti, non dediti al bere, infaticabili negli esercizi di amore, socievoli, amanti delle donne, abili nel conquistarle senza abbandonarsi totalmente a loro, possidenti, non invidiosi e non sospettosi.
Queste sono le buone qualità di un uomo. La donna deve anche distinguersi per i seguenti caratteri:
Deve essere bella, piacevole e aver sul corpo segni di buon augurio. Possedere il gusti delle buone qualità e della ricchezza. Trovar piacere nelle unioni dovute all'amore, aver carattere fermo, e per quanto riguarda l'unione sessuale, procurerà di unirsi con uomini della sua categoria. Esser sempre desiderosa di acquistare esperienza e sapere, ma non essere avara e possedere il gusto delle riunioni di società e delle arti.
Le qualità generali per ogni donna sono:
Intelligenza, carattere dolce e buone maniere; condotta regolare; carattere riconoscente; previdenza, attività; senso di ordine, senso dell'opportunità, correttezza nel parlare; risata corretta, mancanza di malignità, di collera, di avarizia, di stupidità; conoscenza dei Kamasutra e abilità nelle arti che da questi derivano. L'assenza di alcuna ditali qualità costituisce i difetti delle donne. Le cortigiane debbono poi evitare le seguenti categorie di uomini:
Uomo colpito da consunzione; di temperamento malato; con vermi in bocca e il cui alito ha l'odore degli escrementi umani; che ama la moglie; che parla duramente, che è sospettoso, avaro, senza pietà, ladro, sciocco, dedito alla stregoneria; l'uomo al quale sia indifferente essere rispettato o no; che sia eccessivamente pudico o che possa esser corrotto con denaro anche dai propri nemici.
Autori antichi ritengono che, nel ricercare gli uomini, le cortigiane seguono uno qualsiasi dei seguenti scopi: amore, paura, denaro, godimento, desiderio di vendetta, curiosità, dolore, abitudine, Dharma, celebrità, compassione, desiderio di trovare un amico, vergogna, somiglianza dell'uomo con qualche persona amata, ricerca di felicità, desiderio di rompere un'altra relazione, conformità di categoria nei riguardi dell'unione sessuale, coabitazione nello stesso luogo, costanza, povertà. Ma Vatsyayana afferma fin da principio che la ricchezza, la ricerca del benessere e l'amore sono le sole spinte della cortigiana verso gli uomini.
Una cortigiana non deve sacrificar danaro per l'amore, dato che il denaro è uno dei suoi scopi principali. Ma nel caso di paura, ecc. essa dovrà avere una particolare considerazione alla forza e alle altre qualità del suo amante. Inoltre, per quanto possa essere invitata da un uomo ad unirsi con lui, non deve immediatamente consentire, perché gli uomini hanno una speciale tendenza a disprezzare tutto quello che ottengono con facilità. Da principio lei invierà a lui gli incaricati del massaggio, i cantori, i buffoni che terrà al suo servizio, o, in mancanza, i Pithamarda o confidenti, per sondare i sentimenti dell'uomo. Saprà così se l'uomo è puro o impuro, ben disposto o no, capace di affezione o indifferente, generoso o avaro, e nel caso lo trovi di suo gusto, cercherà di affezionarselo per mezzo dei Vita o di altre persone. Dopo di ciò, il Pithamarda le condurrà l'uomo a casa col pretesto di assistere a un combattimento di quaglie, di galli, di montoni, di udire il maina (specie di stornello) o di assistere a uno spettacolo, o alla pratica di un'arte, oppure potrà anche condurre la donna nella casa dell'uomo. Una volta a casa sua, lei gli donerà un oggetto tale da eccitare la sua curiosità e del quale gli spiegherà l'uso a cui è particolarmente destinato. Lo divertirà a lungo narrandogli delle storie e facendo cose piacevoli. Quando sarà uscito, gli invierà spesso una domestica capace di tenere un'allegra conversazione, e nel tempo stesso qualche piccolo regalo. Qualche volta andrà a trovarlo con la scusa di un affare e sempre accompagnata da un Pithamarda.
Finisce così la trattazione del modo per una cortigiana di affezionarsi l'uomo che desidera.
Abbiamo anche qui dei versetti, di cui ecco il testo:

Quando un uomo galante si presenta a casa sua, la cortigiana gli offrirà foglie e noci di betel, ghirlande di fiori, e unguenti profumati; poi, mostrandole la propria abilità nelle arti, terrà con lui una lunga conversazione, dovrà anche offrirgli regali, scambiare con lui oggetti, e allo stesso tempo fargli comprendere la sua esperienza negli esercizi sessuali. Quando sarà unita col suo amante, la cortigiana si studierà di piacergli con doni, con la conversazione, con la sua abilità nel variare i modi di farlo godere.

II - LA CORTIGIANA CHE VIVE MARITALMENTE

Quando una cortigiana convive con un amante come se fosse sposata con lui, deve comportarsi in modo casto e soddisfarlo in tutto. In poche parole, il suo dovere è di dargli il piacere, senza attaccarsi a lui, ma in tutto condursi come se gli fosse realmente affezionata.
Ecco dunque la maniera di procedere. Avrà una madre che dipenderà da lei, ma che ella presenterà terribilmente avara e preoccupata di ammassar danaro. Se non ha madre ne fa rappresentare la parte a una vecchia nutrice o a una donna di sua fiducia. La madre o la nutrice si presenterà mal disposta verso l'amante. E la donna, intanto, si mostrerà incollerita, abbattuta, timorosa, e vergognosa, ma non obbedirà mai alla madre o alla nutrice. Dirà poi alla madre che l'amante è indisposto e andrà a visitarlo, come pure ecco tutte le altre cose che dovrà fare per conquistarsi il favore dell'uomo.
Manderà una domestica a chiedergli fiori di cui avrà fatto uso il giorno precedente per servirsene lei in segno di affetto; gli farà chiedere anche il miscuglio di foglie e noci di betel che non avrà usato; mostrerà stupore per la perizia di cui egli avrà dato prova durante l'atto sessuale e nei diversi modi di godimento usati; imparerà da lui i sessantaquattro modi di godere enumerati da Babhavya; userà quei sistemi che lui le avrà insegnato nell'amplesso conformandosi alla sua fantasia; non rivelerà ad altri i suoi segreti; gli confiderà i propri desideri e i propri segreti, dissimulerà la collera; non si mostrerà indifferente verso di lui nel letto per tutto il tempo in cui terrà il viso rivolto verso di lei; lo toccherà in qualunque parte del corpo, secondo il suo capriccio; lo bacerà e l'abbraccerà durante il sonno: lo guarderà ansiosamente quando sarà pensieroso o penserà a tutt'altro che a lei, non sarà né del tutto indifferente né eccessivamente commossa quando lo incontrerà o quando, dalla strada, lui la vedrà sulla terrazza della sua casa; odierà i suoi nemici; amerà le persone a lui care; si mostrerà gaia e triste secondo che egli sarà gaio o triste; esprimerà il desiderio di conoscere sua moglie; non starà a lungo in collera; fingerà di sospettare che i segni di unghia o dei denti che lei gli avrà fatto sianó stati fatti da un'altra donna; non gli manifesterà il suo amore con le parole, ma solo con gli atti; sarà silenziosa quando lui dorme, è ubriaco o malato; ascolterà attentamente il racconto che le farà delle proprie buone azioni e in seguito le ripeterà a sua lode; gli risponderà con vivacità e gaiezza quando lo vedrà sufficientemente familiarizzato, ascolterà ciò che lui racconterà, eccetto per quanto riguarda le sue rivali; esprimerà sentimento di dolore e di abbattimento se egli sospira, è inquieto o sviene; dirà: «lunga vita! » se egli starnutisce; si dichiarerà malata o desiderosa di essere incinta se proverà della noia; si asterrà dal lodare le buone qualità di qualche altra persona, e di criticare coloro che hanno gli stessi difetti dell'amante; porterà qualsiasi oggetto le abbia regalato; eviterà d'indossare i propri gioielli, e non mangerà quando lui sarà sofferente, malato, scoraggiato, e lo consolerà partecipando al suo dolore; domanderà di accompagnarlo se dovrà lasciare il paese volontariamente o perché bandito dal re; esprimerà il desiderio di non sopravvivergli; gli dirà che l'unica speranza, l'unico suo voto è di viver sempre unita con lui; offrirà agli dei i sacrifici già promessi, quando lui acquisterà ricchezza o soddisfazione, o quando si sarà rimesso da una malattia; si adornerà ogni giorno coi gioielli donatile da lui; metterà il suo nome e il nome della famiglia di lui nelle sue canzoni; porrà la sua mano sulle reni, sul petto e sulla fronte di lui, e cadrà spasimando dal piacere che avrà provato nel contatto con lui; si siederà sulle sue ginocchia e vi si addormenterà; desidererà un figlio da lui; lo dissuaderà dai voti e dai digiuni, dicendogli: «Lascia su di me i peccati!»; osserverà con lui i voti e i digiuni se non riuscirà a dissuaderlo dall'osservarli; gli farà presente che i voti e i digiuni sono difficili ad essere osservati anche da lei, e questo tutte le volte che avrà con lui una discussione su tale soggetto; si occuperà della fortuna propria e della fortuna di lui senza distinzione; non si presenterà nelle assemblee senza di lui, e ve lo accompagnerà se egli ne esprime il desiderio; userà oggetti adoperati da lui, e mangerà quanto gli avanzerà; rispetterà la sua famiglia, il suo carattere, la sua abilità nelle arti, la sua casta, il suo paese natale, i suoi amici, le sue buone qualità, la sua piacevole indole, lo pregherà di cantare o di fare altra cosa, se lui ne sarà capace; lo andrà a trovare senza alcun timore e senza aver paura del freddo, del caldo o della pioggia; parlando dell'Aldilà lo assicurerà che anche lì sarà la sua amante; regolerà i suoi gusti e le sue azioni sui desideri di lui; si asterrà dalla stregoneria; litigherà continuamente con sua madre in merito alle visite da fare all'amante, e se la madre la trascina in altro luogo, minaccerà di avvelenarsi, di lasciarsi morir di fame, di trafiggersi con un'arma qualunque, o di impiccarsi; infine cercherà di ispirare in lui tutta la fiducia possibile nel suo amore e nella sua costanza; e pur ricevendo da lui del denaro, eviterà ogni discussione d'interesse con sua madre. Se l'uomo si mette in viaggio, gli farà giurar di tornare presto, e, in sua assenza, trascurerà i voti di adorazione alle Divinità, e non indosserà altri ornamenti che quelli che portano fortuna.
Se la data del ritorno è passata, cercherà di conoscere il tempo vero da presagi certi, dall'opinione dei vicini, dalla posizione dei pianeti, della luna e delle stelle. In occasione di qualche divertimento o di un sogno di buon augurio, dirà: «Possa presto essergli riunita!»; e se si sente malinconica o ha un presagio di cattivo augurio, ordinerà qualche cerimonia per propiziarsi la divinità. Quando l'uomo sarà ritornato, adorerà il dio Kama [2] e offrirà anche doni alle altre divinità; poi, dopo essersi fatta portare dagli amici un vaso colmo d'acqua, onorerà il corvo che mangia le offerte che facciamo ai Mani dei parenti morti. Dopo la prima visita pregherà l'amante di compiere certi riti, cosa che certamente compirà se le è abbastanza affezionato. E si dice che un uomo sia abbastanza affezionato a una donna quando il suo amore è disinteressato; quando persegue lo stesso fine della sua amante; quando non ha nessun sospetto; e quando non discute le richieste di denaro.
Abbiamo su questo soggetto due versetti, di cui ecco il testo:

La potenza di amore delle donne non è nota neppure a coloro che sono l'oggetto del loro affetto, a causa della delicatezza, dell'avarizia e dell'acutezza di spirito naturale del sesso femminile.
Le donne non sono mai conosciute sotto il loro reale aspetto, sia che amino gli uomini, sia che agli uomini divengano indifferenti, sia che sappiano dar godimento o che li abbandonino o che riescano a carpire tutta la ricchezza da loro posseduta.

III - MODI PER GUADAGNARE IL DENARO

Il denaro lo si ottiene da un amante in due maniere: con mezzi legali e naturali, o con artifizi. Alcuni antichi autori son d'avviso che se una cortigiana può ottenere dal suo amante tanto denaro quanto le bisogna per la sua vita, non deve usare artifizi. Ma Vatsyayana stabilisce che, se è in condizioni di accumular denaro coi mezzi naturali, con l'artifizio ne otterrà il doppio, e conseguentemente userà l'artifizio per estorcer denaro in tutti i modi. Gli artifizi per farsi regalare denaro da un amante sono i seguenti:
1) Domanderà denaro in ogni occasione; per comprare alcuni oggetti, qualche ornamento, cibi, bibite, fiori, profumi, vesti; e lei poi non farà l'acquisto o lo farà a prezzi inferiori.
2) Gli vanterà la sua intelligenza.
3) Fingerà di essere obbligata a far dei regali in occasione di feste che abbiano per oggetto voti, giardini, alberi, templi, o riserve.
4) Gli inventerà che andando da lui le guardie del re oi ladri le hanno rubato i gioielli.
5) Gli affermerà che la sua proprietà è stata distrutta dal fuoco e la sua casa è rovinata, che i suoi domestici sono stati negligenti.
6) Confesserà di avere smarrito i suoi ornamenti e quelli dell'amante.
7) Gli farà conoscere, per mezzo di terza persona, tutte le spese sopportate per andarlo a visitare.
8) Farà dei debiti a nome del suo amante.
9) Litigherà con la madre per qualche spesa fatta per l'amante e non approvata dalla madre.
10) Non andrà a qualche festa o partita di piacere non potendo offrire agli amici doni, dopo aver informato l'amante dei ricchi doni che avrà altra volta ricevuto dagli stessi amici.
11) Non compirà alcuni riti religiosi col pretesto che non ha denaro per festeggiarli.
12) Impegnerà degli artisti a far qualche cosa a conto dell'amante.
13) Manterrà medici e ministri con qualche scopo.
14) Assisterà amici e benefattori sia nell'occasione di feste, sia nell'avversa fortuna.
15) Osserverà i riti domestici.
16) Pretenderà di dover pagare le spese del matrimonio del figlio di una sua amica.
17) Dovrà soddisfare qualche voglia durante la gravidanza.
18) Si fingerà malata e caricherà la spesa delle medicine.
19) Dovrà aiutare un amico nell'indigenza.
20) Venderà qualche gioiello per fare un regalo all'amante.
21) Fingerà di vendere una parte dei suoi ornamenti, dei suoi mobili, dei suoi utensili da cucina a un mercante che sarà stato prima avvertito della parte che deve fare.
22) Avrà bisogno di comprare utensili da cucina di valore più grande di quelli comuni, per poterli distinguere facilmente e per non confonderli con gli altri di qualità inferiore.
23) Si ricorderà le prime generosità dell'amante e ne farà sempre parlare dalle amiche e dalle donne del seguito.
24) Parlerà all'amante dei benefici ottenuti da altre cortigiane.
25) Davanti a queste, descriverà i suoi benefici come più grandi dei loro anche se non è vero, alla presenza dell'amante.
26) Si opporrà apertamente alla madre, se questa vorrà che abbandoni l'amante per altri uomini conosciuti prima e più generosi.
27) Farà notare all'amante la generosità dei suoi rivali.
E così terminano i modi di guadagnare il denaro.
Una donna deve sempre essere a conoscenza delle condizioni di spirito, dei sentimenti e delle disposizioni dell'amante a suo riguardo, basandosi sui cambiamenti di carattere, sul modo di comportarsi e sul colore del viso.
La condotta di un amante che si raffredda è la seguente:
1. Dà a una donna meno di quanto le sia necessario per vivere e, qualche volta, anche cose diverse da quelle domandate.
2. Le fa promesse che non mantiene.
3. Le annuncia di voler fare una cosa e poi ne farà un'altra.
4. Non soddisfa i suoi desideri.
5. Dimentica le promesse, o fa il contrario di ciò che aveva promesso.
6. Parla coi suoi domestici in modo misterioso.
7. Passa la notte in un'altra casa, con il pretesto di aver da fare per un amico.
8. E infine parla in segreto con le donne del seguito di un'altra donna precedentemente conosciuta.
Ora, quando una cortigiana si accorge di un cambiamento nelle disposizioni dell'amante, deve subito mettere le mani su tutto quanto possiede di più prezioso, e prima che egli possa indovinare le sue intenzioni farà portar via tutto da un supposto creditore come pagamento di un debito immaginario. Poi, se l'amante è ricco e l'avrà sempre trattata bene, avrà per lui il medesimo rispetto, ma se è povero e senza mezzi, se ne libererà come non lo avesse mai conosciuto.
I mezzi per liberarsi di un amante sono i seguenti:
1) Farà sembrare le abitudini e i vizi dell'amante come insopportabili e odiosi, sorridendo a fior di labbra e battendo i piedi.
2) Gli parlerà di un affare che lui non conosce.
3) Non si dimostrerà ammirata per il suo sapere ed anzi lo criticherà.
4) Umilierà il suo orgoglio.
5) Cercherà la compagnia di uomini a lui superiori, in sapienza e saggezza.
6) In varie occasioni gli farà capire il suo sdegno.
7) Criticherà gli uomini che mostrano gli stessi difetti di lui.
8) Si mostrerà scontenta per i generi di godimento da lui usati.
9) Non si farà baciare sulla bocca.
10) Gli proibirà di toccarla nel suo jaghana, o parte del corpo fra l'ombelico e le cosce.
11) Mostrerà disgusto per le ferite fattele con i denti e le unghie.
12) Non si stringerà a lui quando l'abbraccerà.
13) Resterà immobile durante l'amplesso.
14) Cercherà invece l'unione sessuale quando lui è stanco.
15) Riderà della sua affezione per lei.
16) Non risponderà ai suoi abbracci.
17) Si allontanerà da lui quando vorrà abbracciarla.
18) Farà finta d'aver sonno.
19) Uscirà per una visita, o andrà a raggiungere una compagna quando lui dimostrerà il desiderio di restare tutto il giorno con lei.
20) Fingerà di capire male le sue parole.
21) Riderà senza motivo, o se lui dice qualche spiritosaggine, riderà di un'altra cosa.
22) Guarderà di traverso le sue domestiche, e farà rumore con le mani quand'egli parlerà.
23) L'interromperà nel mezzo di una narrazione mettendosi lei stessa a raccontare delle storie.
24) Divulgherà i suoi difetti e i suoi vizi, dichiarandoli incurabili.
25) Dirà alle domestiche di lui parole calcolate per pungere nel vivo il cuore dell'amante.
26) Avrà cura di non guardarlo quando le parlerà.
27) Gli domanderà cose ch'egli non potrà darle.
28) E finalmente lo allontanerà. Abbiamo su questo soggetto due versetti, di cui ecco il testo:

Il dovere di una cortigiana consiste nell'avere relazioni con uomini che le convengono e dopo maturo esame; nell'affezionarsi l'uomo col quale si è unita; nel farsi regalare molto denaro dall'uomo che le è affezionato; e nell'allontanarlo dopo averlo spogliato di tutta la sua ricchezza.
Una cortigiana, che conduce così la vita di una donna sposata, non ha l'impaccio di un gran numero di amanti, e con tutto ciò può procurarsi ugualmente abbondanza e ricchezza.

IV - NUOVA UNIONE - CON UN ANTICO AMANTE

Quando una cortigiana abbandona un amante dopo avergli consumato tutta la fortuna, deve pensare a una nuova unione con un antico amante. Ma andrà a ricercarlo soltanto se è di nuovo arricchito, o se ha ancora beni di fortuna e se le è ancora affezionato. E se per caso in tale momento quest'uomo vive con un'altra donna, rifletterà bene prima di agire. Un tal uomo non può essere se non in una delle seguenti situazioni:
1) Può avere abbandonato la prima amante di sua spontanea volontà, e può averne abbandonata anche un'altra.
2) Può essere stato abbandonato da tutte e due le donne.
3) Può averne abbandonata una di sua volontà ed essere stato abbandonato dall'altra.
4) Può averne lasciata una e può vivere con un'altra.
5) Può essere stato allontanato dalla prima, e può aver abbandonato di sua volontà la seconda.
6) Può essere stato abbandonato dalla prima e può vivere con un'altra.

1. Ora, se l'uomo ha abbandonato le due donne di sua volontà, non è il caso di ricercano, data l'incostanza del suo carattere e la sua indifferenza per le belle qualità delle due donne.
2. Se l'uomo è stato abbandonato da ambedue, ma dalla seconda per la speranza di ricevere una maggiore quantità di denaro da un altro uomo, allora è il caso di ricercarlo, perché se è ancora affezionato alla prima amante sarà più prodigo di prima, sia per vanità, sia per far dispetto alla seconda. Ma se è stato abbandonato per la sua povertà o per la sua avarizia, non è il caso di ricercano.
3. Nel caso in cui l'uomo abbia abbandonato la prima e sia stato abbandonato dalla seconda, se accetta di riunirsi con la prima e si mostrerà molto generoso è il caso di non rifiutano.
4. Nel caso in cui l'uomo abbia abbandonato la prima e viva con un'altra, la prima, se desidera riprenderlo, deve prima di tutto informarsi se è stata abbandonata nella speranza di trovare in un'altra donna qualche qualità eccezionale, e se, non avendo trovato quanto desiderava, è disposto a ritornare a lei e a darle molto danaro in considerazione della sua condotta e della affezione che ancora gli porta. Oppure cercherà di sapere se è disposto a riconoscere le qualità della prima amante e a compensarla più largamente per queste stesse qualità. Infine esaminerà se si tratta di un uomo di carattere debole, che ha il desiderio di avere parecchie donne, che ha amato una donna povera, o che non ha mai fatto niente per la donna con la quale viveva. Tutto considerato vedrà se èo no il caso di riunirsi a lui.
5. Se l'uomo è stato abbandonato dalla prima, ed ha invece lasciato di sua volontà la seconda, la prima amante si assicurerà se egli prova ancora affezione per lei e se è disposto perciò a spendere molto denaro; o se, pur apprezzando le sue qualità, è preso dall'amore per un'altra donna; o se, essendo stato abbandonato da lei prima di aver soddisfatto i suoi desideri sessuali, non desidera tornare a lei per vendicare l'offesa subita; o se non pensa di tornare alla sua intimità e confidenza per riprenderle il denaro che le ha dato e rovinarla; o, infine, se non ha l'intenzione di farle troncare la relazione con l'attuale amante per poi abbandonarla anche lui. Se, tutto considerato, lei crede che egli abbia intenzioni pure e oneste, può riunirsi a lui, ma se lo sospetta di cattive idee è meglio vi rinunci.
6. Nel caso in cui un uomo sia stato abbandonato da una donna e viva con un'altra, e lui stesso faccia tentativi per tornare con la prima, questa rifletterà bene prima di agire, e mentre l'altra è occupata a cercare di tenerlo, lei tenterà a sua volta, pur rimanendo nell'ombra, di riconquistarlo, facendo entro di sé i seguenti ragionamenti:

1) Se l'ho abbandonato ingiustamente, senza nessuna ragione, ora che si è rivolto ad altra donna, debbo far di tutto per ricondurlo a me.
2) Se parlasse con me una sola volta, romperebbe con l'altra.
3) Grazie al mio antico amante potrò umiliare l'orgoglio del mio amante di oggi.
4) divenuto ricco, ha una bella posizione e una carica al servizio del re.
5) È separato da sua moglie.
6) È attualmente indipendente.
7) Non vive con suo padre e suo fratello.
8) Facendo la pace con lui metterà le mani su un uomo ricchissimo, che solo il mio amante attuale impedisce di venire da me.
9) Giacché sua moglie non lo rispetta, mi sarà facile farlo separare.
10) L'amico di quest'uomo ama una mia rivale che mi detesta cordialmente; sarà un'occasione per tentare di separar l'uomo dalla sua amante.
11) Infine getterò del discredito sulla sua persona, perché tornando a me si mostrerà incostante.

E quando la cortigiana si è risolta a riprendere l'amante, invierà a lui il suo Pithamarda o altro domestico per fargli sapere che se l'ha abbandonato è stato solo per colpa della madre, ma che lei l'ha sempre amato come il primo giorno, e che ha unicamente dovuto cedere alla volontà della madre; che soffre della sua unione presente, e detesta il suo nuovo amante. Questi messi cercheranno di ispirargli fiducia parlandogli dell'amore di lei, e di qualche particolare d'amore di cui è vivo il ricordo. Questo fatto gli ricorderà qualche speciale piacere ch'egli avrà potuto gustare con lei, come, ad esempio, il modo di baciarla, o qualche modo tutto suo nell'amplesso.
Quando una donna può scegliere fra due amanti, di cui uno era già stato suo e l'altro gli è estraneo, gli Asciaria (saggi) consigliano di preferire il primo perché conoscendo i suoi gusti e il suo carattere, per l'osservazione e lo studio già fatto, le sarà facile piacergli e contentarlo. Altri invece pensano che un antico amante che ha già consumato una gran parte della sua fortuna, non può o non vuole dissiparne ancora, e perciò merita meno considerazione di un estraneo.
Però si possono dare dei casi contrari alla regola generale, secondo la diversa natura degli uomini. Abbiamo anche su questo argomento dei versetti, di cui ecco il testo:

Una nuova unione con un antico amante può essere desiderabile per separare un uomo da una donna o per produrre un effetto desiderato sull'amante attuale.
Quando un uomo è eccessivamente innamorato di una donna, teme sempre di vederla in contatto con altri uomini: allora diviene cieco, non scorge i difetti di lei, e la colma di denaro per non essere abbandonato.
Una cortigiana deve mostrarsi gentile con l'uomo che le è affezionato e abbandonare quello che la trascura. Se mentre vive con un uomo, le arriva un messaggero da un altro, può o rifiutarsi di trattare con lui oppure fissargli comunque un giorno stabilito per la visita, ma non deve abbandonare l'uomo col quale vive e che le è affezionato.
Una donna saggia, prima di unirsi di nuovo con un antico amante, deve assicurarsi che questo nuovo legame le arrecherà la felicità, il guadagno, l'amore e l'amicizia.

V - ALCUNI GENERI DI GUADAGNO

Se una cortigiana può realizzare ogni giorno una cospicua somma, grazie a una sua clientela numerosa, non è consigliabile che si prenda un amante; in tal caso deve fissare il prezzo per una notte dopo aver considerato il luogo, la stagione, i mezzi del cliente, le sue buone qualità, il suo bell'aspetto, e paragonando il suo prezzo a quello di altre cortigiane. Potrà informare della sua tariffa gli amanti, gli amici, le sue conoscenze. Se però incontra la fortuna d'ottenere un forte guadagno da un solo amante, deve unirsi a lui e viverci maritalmente. Secondo i Saggi, se una cortigiana ha la possibilità di ricavare lo stesso guadagno da due amanti diversi, deve scegliere quello che le dà ciò di cui ha bisogno. Ma Vatsyayana consiglia di preferire colui che regala oro, perché l'oro non può essere ripreso come un altro oggetto, è facile a riceversi, e perché offre il mezzo per procurarci tutto ciò che si desidera. Fra tutte le seguenti cose: oro, argento, rame, bronzo, ferro, vasi, mobili, letti, abiti per sopra e per sotto, sostanze profumate, olio, grano, bestiame, ecc. la prima, cioè l'oro, è superiore a tutte le altre. Se la conquista dei due amanti comporta la stessa fatica, o se si vuole ottenere la stessa cosa da ciascuno di essi, converrà sentire il consiglio di un'amica, oppure converrà rimettere la decisione allo studio delle qualità personali di ciascuno o dei segni di buona o cattiva fortuna che avranno addosso. Se dei due amanti uno è affezionato e l'altro è generoso, i Saggi dicono che conviene preferire il generoso, Vatsyayana dice che è preferibile l'affezionato perché può divenire generoso; infatti anche un avaro regala il denaro, se è preso da passione per una donna, mentre un uomo semplicemente generoso non saprà amare. Ma se fra quelli che sono innamorati, c'è un povero e un ricco, darà la preferenza a quest'ultimo. Se dei due amanti uno è generoso e l'altro è pronto a fare un piacere qualsiasi, i Saggi consigliano di preferire quest'ultimo, ma Vatsyayana consiglia il generoso perché l'altro crede di non dover più nulla, una volta che il servizio è reso, mentre il generoso dimentica di aver dato appena ha dato. E anche in questo caso la cortigiana potrà regolarsi in base alle probabilità di guadagno che potrà ricevere con l'uno o con l'altro. Se uno dei due amanti è riconoscente e l'altro generoso, i Saggi dicono che si deve preferire il generoso, ma Vatsyayana consiglia il riconoscente, perché gli uomini generosi sono generalmente altezzosi, bruschi e senza riguardi, e anche dopo esser stati per lungo tempo uniti a una cortigiana se le scoprono un difetto, o se una donna sparla di loro, non tengono conto dei servizi passati e l'abbandonano bruscamente. Un upmo riconoscente non rompe invece da un momento all'altro, ma ha riguardo per tutto ciò che lei ha fatto pur di piacergli; quindi anche in tal caso la scelta deve basarsi sulle possibilità per l'avvenire.
Quando una cortigiana ha contemporaneamente l'occasione di soddisfare la richiesta di un amico e il modo di guadagnare denaro, i Saggi dicono di preferire quest'ultimo caso. Ma Vatsyayana pensa che il denaro si può trovare domani come oggi, mentre se si scontenta un amico si può suscitare il suo rancore. Anche in questo caso, quindi, la scelta sarà determinata dalla probabilità di miglior successo. E allora la cortigiana dirà all'amico, ad esempio, che potrà soddisfare il giorno dopo il suo desiderio essendo attualmente occupata; e così non perderà l'occasione di guadagnar del denaro.
Se si presentano contemporaneamente il modo di guadagnare denaro e l'occasione di evitare un disastro, i Saggi consigliano ancora di preferire il guadagno, ma Vatsyayana dice che il denaro ha un'importanza limitata, mentre un disastro, una volta evitato, non torna più. In questo caso, tutt'al più, ciò che deve decidere alla scelta è l'entità del disastro.
I guadagni delle più distinte e ricche cortigiane saranno così impiegati:
A costruire templi, magazzini di riserva e giardini, a dare mille vacche a diversi bramini, a praticare il culto degli dei e a celebrare feste in loro onore, e infine a compiere tutti i voti che sono in loro potere.
I guadagni delle altre cortigiane saranno invece impiegati come segue:
A comprare un abito bianco per tutti i giorni, a procurarsi il nutrimento necessario per soddisfare la fame e la sete, a mangiare ogni giorno un tambula profumato, cioè un miscuglio di noci e foglie di betel, a portare ornamenti ricamati d'oro. I Saggi dicono che queste spese rappresentano il guadagno di tutte le classi medie e inferiori di cortigiane, ma Vatsyayana pensa che i loro guadagni non possono essere calcolati né fissati in nessun modo, dato che dipendono dal luogo, dai costume del popolo, dalla loro fisionomia e da tante altre cose.
Se una cortigiana vuole impedire a un uomo di andare con un'altra donna, o se vuole separarlo da una donna con la quale si è unito, o vuoi privare una donna dei guadagni che ne ricava, o se crede che innalzerebbe la propria posizione, che ne ricaverebbe grandi profitti, e che si renderebbe desiderabile da tutti unendosi a un dato uomo; o anche se desidera procurarsi il suo aiuto per evitare una disgrazia, o lo desidera per vera affezione, o se pensa di riuscire a far torto a qualcuno per mezzo di lui, o ha riguardo a qualche favore ricevuto prima da questo uomo, oppure è spinta verso lui dal desiderio, non gli deve domandare, in ognuno di questi casi, altro che una piccola somma di denaro, e anche in modo molto riguardoso e amichevole.
Se una cortigiana ha l'intenzione di abbandonare un amante per assumerne un altro, o se ha ragione di supporre che l'amante l'abbandonerà presto per tornare alle proprie mogli, o sa che ha dissipato tutto il suo avere ed è rimasto senza denaro, o che il padre, il tutore, il fratello lo verranno presto a riprendere, o che il suo stesso amante è sul punto di perdere la propria posizione, o infine che è di carattere volubile, in ciascuno di questi casi ceroherà di ricevere da lui tutto il denaro possibile.
D'altra parte, se una cortigiana sa che il suo amante è sul punto di ricevere ricchi doni, o di ottenere una carica dal re; o di ereditare una fortuna; o che attende fra breve tempo un bastimento carico di mercanzie o che possiede grandi partite di grano odi altre derrate, cercherà di mantenerselo caro.
Abbiamo su questo soggetto alcuni versetti, di cui ecco il testo:

In considerazione dei benefici presenti e del suo benessere avvenire, una cortigiana deve evitare gli uomini che hanno guadagnato con molta fatica le proprie ricchezze, come anche coloro che sono diventati egoisti e duri ottenendo i favori del re.
Farà invece di tutto per unirsi con personaggi fortunati e generosi, o con chi sarebbe pericoloso evitare o offendere in qualche modo. Anche a costo di sacrifici si unirà con uomini energici e generosi, e che, una volta soddisfatti, le doneranno molto denaro, anche per un piccolo favore, o per poca cosa ricevuta.

VI - GUADAGNI E PERDITE DELLE CORTIGIANE

Capita spesso che, nonostante uno lavori per ottenere un guadagno, o speri di ottenerne, tutti gli sforzi finiscono in una perdita.
Le cause di perdita sono:
Mancanza di intelligenza; amore eccessivo; eccesso di orgoglio; eccesso di egoismo; eccesso di semplicità; eccesso di fiducia; eccesso di collera; pigrizia; indifferenza; influenza cattiva; circostanze accidentali. Queste perdite hanno per risultato: Spese senza compenso; rovina futura; perdita di un guadagno ch'era per esser realizzato; inasprimento del carattere; misantropia; alterazione della salute; perdita dei capelli e altri accidenti.
Ora il guadagno è di tre tipi: guadagno di fortuna, di merito religioso, di piacere; e la perdita pure è di tre tipi: perdita di fortuna, di merito religioso, di piacere. Se nel momento in cui uno lavora per un guadagno si aggiungono altri guadagni, questi si dicono: guadagni accessori. Se il guadagno è incerto si dice che si ha un semplice dubbio. Se vi è dubbio fra due speranze, ignorando quale delle due si realizzerà, si ha un dubbio misto. Se facendo una data cosa si ottengono due risultati, si ha una combinazione di due risultati; e se la stessa cosa produce più risultati, si ha una combinazione di risultati multipli.
Eccone degli esempi, tenendo presente che i guadagni e le perdite sono di tre specie.
a) Quando, vivendo con un gran personaggio, una cortigiana acquista una ricchezza presente, e allo stesso tempo si lega con altre persone in modo da assicurarsi il futuro benessere e un aumento di ricchezza, si ha il caso di un guadagno accompagnato da un altro guadagno.
b) Quando una cortigiana riceve denaro da altre persone che non sono il suo amante, i risultati sono: rischio di perdere il benessere futuro che le avrebbe procurato l'amante; rischio di perdere l'affetto di un uomo che le è sinceramente affezionato; disprezzo di tutti e, infine, rischio di unirsi con qua!che uomo di bassa condizione, che le farà rovinare l'avvenire. Questo si chiama guadagno di ricchezza accompagnato da perdita.
c) Quando, vivendo con un uomo, una cortigiana guadagna semplicemente denaro, si ha il caso di un guadagno di ricchezza non accompagnato da altro guadagno.
d) Quando una cortigiana, a sue spese e senza positivo risultato di guadagno, si lega con un alto personaggio o con un ministro avaro, con lo scopo di evitare qualche disgrazia, o di rimuovere qualche ostacolo alla realizzazione di un grosso guadagno, questo è il caso di una perdita di ricchezza accompagnata da probabile guadagno avvenire.
e) Quando una cortigiana è gentile, anche con suo scapito materiale, con un uomo avarissimo, o con un uomo ingrato abituato a conquistarsi i cuori, senza ne risulti per lei, in fin dei conti, un beneficio qualsiasi, questa perdita si chiama perdita di ricchezza non accompagnata da alcun guadagno.
f) Quando una cortigiana è gentile verso uomini come quelli ora descritti, ma che sono anche favoriti del re, crudeli e potenti, e ciò senza un buon risultato, ma anzi col rischio di esser messa sulla paglia da un momento all'altro, questo si chiama perdita di ricchezza accompagnata da altre probabili perdite.
In tal modo i guadagni e le perdite, come anche i guadagni e le perdite accessorie di merito religioso o di piacere, sono state esposte ai nostri lettori in modo che ne possano far derivare tutte le possibili combinazioni.
E così finisce la trattazione dei guadagni e delle perdite e dei guadagni e perdite accessorie.
Dobbiamo ora parlare dei dubbi che sono pure di tre specie: dubbi sulla ricchezza, sul merito religioso, sui piaceri. Ed eccone degli esempi.
a) Quando una cortigiana non è certa di ciò che un uomo possa darle o possa spendere per lei, si ha il dubbio sulla ricchezza.
b) Quando una cortigiana è in dubbio di far male ad allontanare un amante al quale abbia portato via tutta la sua ricchezza, questo si dice dubbio sul merito religioso.
c) Quando una cortigiana non può possedere un amante come vorrebbe e non sa se potrà mai godere totalmente un uomo circondato dalla famiglia, o un uomo di bassa condizione, si ha il dubbio sul piacere.
d) Quando una cortigiana ignora se un personaggio potente, ma male intenzionato, potrà causarle una perdita nel caso in cui gli mancasse di deferenza, si ha il dubbio sulla perdita di ricchezza.
e) Quando una cortigiana dubita di perdere il suo merito religioso abbandonando un uomo a lei affezionato, senza concedergli il minimo favore, causando così la sua disgrazia in questa vita e nell'altra, si ha il dubbio sulla perdita di merito religioso.
f) Quando una cortigiana ignora se dichiarando apertamente il suo amore all'uomo amato questi non le tolga il suo affetto e teme di perdere la soddisfazione dei suoi desideri, si ha il dubbio sulla perdita dei piaceri. In tal modo hanno termine le osservazioni sui dubbi.

DUBBI MISTI
a) Un legame con un estraneo di cui s'ignorano le intenzioni, e che può essere stato introdotto da un amante o da altra persona, può dar luogo a un guadagno o a una perdita; perciò questo è il caso di un dubbio misto sul guadagno, o la perdita di ricchezza.
b) Quando una cortigiana, in seguito alla preghiera di un uomo o per sentimento di pietà, ha rapporti sessuali con un bramino letterato, con uno studente religioso, un sacrificatore, un devoto o un asceta, che possono, uno o l'altro, essere presi da amore per lei fino ad esserne malati, lei corre rischio o di perdere o di guadagnare merito religioso; questo è un dubbio misto sul guadagno o la perdita di merito religioso.
c) Se una cortigiana, nel giudicare un uomo, ascolta semplicemente le parole di terzi, le ciarle, e va a trovano senza assicurarsi prima se possiede o no le buone qualità richieste, rischia di guadagnare o di perdere del piacere, secondo che quest'uomo sarà buono o cattivo; questo si chiama dubbio misto sul guadagno o la perdita di piacere. Uddalika ha descritto come segue le combinazioni dei due risultati:
a) Se, vivendo con un amante, una cortigiana ne riceve e denaro e godimento, si presenta appunto la combinazione di due risultati, o meglio un doppio guadagno.
b) Se una cortigiana vive con un amante a sue proprie spese, non solo senza averne nessun profitto, ma l'amante le riprende anche tutto ciò che può averle prima regalato, si ha una doppia perdita.
c) Se una cortigiana ignora se un nuovo amante le sia affezionato, e anche nel caso le sia affezionato, se le darà profitto, si ha un doppio dubbio sul guadagno.
d) Quando una cortigiana ignora se rinnovando l'amicizia con un nemico, questi vorrà renderle del male per soddisfare il suo rancore, o se, sia pure affezionandosi, in un momento di collera possa portarle via quanto le abbia regalato, si ha il doppio dubbio sulla perdita. Babhravya ha così descritto i guadagni e le perdite doppie:
a) Quando una cortigiana ha possibilità di ricevere denaro da un uomo recandosi a trovano e parimente da un altro senza bisogno di visitarlo, si ha un guadagno da due parti o combinazione di due risultati.
b) Quando una cortigiana deve far delle spese per andare a trovare un uomo, ma rischia anche una perdita sicura non andandolo a trovare, si ha la perdita da due parti.
c) Quando una donna ignora se un uomo dal quale deve andare le regalerà qualche cosa senza fare lei stessa delle spese, o se, trascurandolo, otterrà qua!che cosa da un altro uomo, si ha un dubbio da due parti sul guadagno.
d) Quando una cortigiana ignora se, andando a spese sue a visitare un vecchio nemico, questi le riprenderà quanto può averle donato, o se, non andandovi, si attirerà qualche disgrazia, si ha il dubbio da due parti sulla perdita. E combinando nei vari modi possibili i casi sopra descritti si hanno sei risultati misti:
a) Guadagno da una parte e perdita dall'altra.
b) Guadagno da una parte e dubbio di guadagno dall'altra.
c) Guadagno da una parte e dubbio di erdita dall'altra.
d) Perdita da una parte e dubbio di guadagno dall'altra.
e) Dubbio di guadagno da una parte e dubbio di perdita dall'altra.
f) Dubbio di perdita da una parte e perdita dall'altra.
Una cortigiana, dopo aver ben soppesato tutto ciò che abbiamo detto e dopo essersi consigliata con gli amici, dovrà agire in modo da assicurarsi un guadagno, la probabilità di grossi guadagni, e la garanzia contro qualche disgrazia. Il merito religioso e il piacere possono pure originare combinazioni separate come la ricchezza, e tutte e tre possono essere combinate fra loro in vario modo sì da causare nuove combinazioni. Quando una cortigiana ha rapporti con parecchi uomini deve cercare di ricevere da ciascuno denaro e godimento. Così in tempi determinati farà annunciare da sua madre a varie persone, di aver fissato un giorno a quell'uomo che si sente di soddisfare in qualsiasi desiderio che specificherà.
Quando dei giovani l'avvicinano tutti pieni di desiderio, dovrà ben riflettere al profitto che potrà ritrarne.
Le combinazioni di guadagno e perdita da ogni parte sono: guadagno da una sola parte e perdita da tutte le altre; perdita da una sola parte e guadagno da tutte le altre; guadagno da ogni parte e perdita da ogni parte.
Una cortigiana deve anche ben riflettere sui dubbi sul guadagno e sulla perdita, per quanto riguarda la ricchezza e il merito religioso e il piacere.
In tal modo termina l'esposizione sul guadagno e la perdita, sul guadagno e la perdita accessoria e sui dubbi.
Le diverse specie di cortigiane sono: l'operaia; la donna che ha abbandonato la famiglia; la donna che vive sulla sua bellezza; la cortigiana di professione.
Queste specie di cortigiane sono in relazione con varie specie di uomini, ed esse debbono sempre aver presenti i mezzi di estorcere loro danaro, di piacere, di separarsene, e di riunirsi. Debbono tener presenti i guadagni e le perdite, i guadagni e le perdite accessorie e i dubbi.
Finisce qui la trattazione delle cortigiane.
Abbiamo su tal soggetto due versetti, di cui ecco il testo:

Gli uomini cercano il piacere mentre le donne cercano il denaro; esse dunque debbono studiare questa parte dell'opera che tratta dell'arricchimento.
Vi sono delle donne che cercano l'amore, ve ne sono altre che cercano il denaro; le une cerchino di imparare nelle prime parti dell'opera tutto quel che riguarda l'amore, le altre troveranno in questa i mezzi usati dalle cortigiane per guadagnare il denaro.

PARTE SETTIMA

DEI MODI DI AFFEZIONARSI LE PERSONE

I - L'ABBIGLIAMENTO LA SEDUZIONE LE MEDICINE

Se una persona non riesce a ottenere l'oggetto dei suoi desideri coi mezzi già descritti, occorre allora ricorrere ad altri mezzi.
In generale un bell'aspetto, le buone qualità, la gioventù, la generosità sono i mezzi principali e più naturali per piacere agli altri. Ma non possedendo totalmente tutto ciò, è necessario ricorrere ai mezzi artificiali o all'arte, ed ecco quindi qualche ricetta che può esser utile:
a) Un unguento composto di tabernamontana coronari, di costus speciosus o arabicus e di flacurtia cataphracta, si impiega come unguento da abbigliamento.
b) Si formi, con le sostanze sopra citate, una polvere fine e la si metta sul lucignolo di una lampada sulla quale si brucia l'olio di vetriolo azzurro; il pigmen166 to nero che ne risulta, o nero di lampada, applicato sulle ciglia, ha la virtù di far sembrare piacevoli.
c) L'olio di hogweed, l'echite putescens, la pianta sarnia, l'amaranto giallo e la foglia di ninfea, applicati sul corpo, hanno la stessa virtù. d) Un pigmento nero proveniente dalle stesse piante produce il medesimo effetto.
e) Mangiando polvere di nelumbrium speciosum, di loto azzurro e di mesna roxburghii, con burro chiarificato e miele, un uomo si rende piacevole.
f) Le sostanze ora dette, mescolate con tabernamontana coronaria e con lo xanthochymus pictorius, e ridotte in unguento hanno la stessa virtù.
g) Un osso di pavone o di iena, coperto d'oro e attaccato alla mano destra, rende simpatico un uomo.
h) Il medesimo effetto si otterrà attaccandosi alla mano una corona fatta di grani di giuggiola, o di conchiglie e incantata con gli incanti ricordati nei Veda Artharvana, e con gli incanti di persona pratica delle scienze magiche.
i) Quando una domestica arriva all'età della pubertà, il padrone dovrà tenerla nascosta e quando, a causa delle difficoltà di avvicinarla, perché è rinchiusa in casa, gli uomini la desidereranno con maggior passione, egli la concederà a colui che le assicurerà ricchezza e felicità.
Questo è un mezzo per aumentare agli occhi degli altri l'amabilità di una persona.
Allo stesso modo quando la figlia di una cortigiana arriva all'età della pubertà, la madre riunirà un certo numero di giovani della stessa età, dello stesso carattere e della stessa educazione della figlia e dichiarerà di concederla in matrimonio a chi le farà alcuni doni che specificherà. Poi terrà la fanciulla nascosta il più possibile, e la madre la darà in matrimonio a quell'uomo che farà i regali richiesti. Se non sarà possibile ottenere tutto dall'uomo, la madre stessa aggiungerà qualche oggetto di sua proprietà e lo dichiarerà regalato dal fidanzato. O anche, la madre potrà consentire alla figlia di unirsi all'uomo privatamente, fingendo di non sapere nulla, e di avere saputo il fatto più tardi, per poi dare il suo consenso all'unione.
La figlia potrà anche rendersi simpatica ai figli dei ricchi cittadini, sconosciuti a sua madre, seducendoli cercando d'incontrarli nelle ore delle lezioni di canto, nei posti dove si fa musica, nelle case di estranei; poi pregherà sua madre, per mezzo di un'amica o di una cameriera, di permetterle di unirsi a quello che le piacerà di più. La ragazza, in tal modo, dovrà osservare gli obblighi del matrimonio per un anno, dopo di che potrà fare ciò che vorrà. Ma anche dopo l'anno, se il marito la chiamerà di tempo in tempo a passare la notte con lui, lei lascerà il guadagno del momento per recarsi da lui. Questo è il matrimonio temporaneo usato per le figlie delle cortigiane, ed è uno dei modi di rendersi amabili. Tale sistema è usato anche per le figlie delle ballerine, che saranno concesse soltanto a uomini capaci di esser loro utili.
Finisce qui la trattazione del modo di piacere agli altri.
Vari sono i modi per sottomettere gli altri alla propria volontà.
a) Se un uomo strofina il lingam con un miscuglio di polvere si stramonio, pepe lungo, pepe nero e miele, e compie un atto sessuale con una donna, riesce a sottometterla interamente alla sua volontà.
b) L'applicazione di un miscuglio di foglie della pianta vatodbhranta, di fiori gettati sopra un cadavere umano nel momento in cui si sta per bruciano, e di polvere d'osso di pavone, ha lo stesso effetto.
c) I resti di un nibbio morto di morte naturale, ridotti in polvere e mischiati con cowach e miele, hanno pure lo stesso effetto.
d) Strofinandosi con unguento tratto dalla pianta emblica myrabolans si acquista il potere di conquistare le donne a piacere.
e) Si spezzino finemente i germogli della pianta Vajnasunhi, si immergano in un miscuglio di arsenico rosso e di zolfo, si facciano seccare per sette volte; applicando sul lingam questa polvere mescolata con miele, si è sicuri di sottomettere alla propria volontà una donna appena posseduta. Oppure si brucino di sera questi germogli, e se dietro il fumo sprigionato si scorgerà una luna d'oro, si può esser certi di riuscire con qualunque donna. O ancora, si mescoli questa polvere con escrementi di scimmia e si getti il miscuglio su una ragazza vergine. Si può esser sicuri che la fanciulla non sarà concessa in matrimonio a nessun altro.
f) Si preparino dei pezzi di arris-root con olio di mango e si lascino per sei mesi in fondo a un foro praticato nel tronco dell'albero sisu; se ne formi poi un unguento da applicare sul lingam; è un mezzo per soggiogare le donne.
g) Si bagni un osso di cammello nel succo della pianta eclipta prostala, poi si bruci e si pongano i residui in una scatola fatta pure con osso di cammello. Se si spalma questo residuo, mischiato ad antimonio, sulle ciglia, servendosi di una pinza fatta pure con osso di cammello, si dice che è una sostanza pura, sana per gli occhi, e che ha la virtù di sottomettere gli altri. Lo stesso effetto lo produce un pigmento ottenuto invece con osso di falco, di pipistrello e di pavone.
Così ha termine questo argomento.
Ed ora ecco il modo di aumentare il vigore sessuale.
a) Un uomo acquista vigore sessuale bevendo latte zuccherato, radice della pianta uchchata, pepe, sciaba e liquerizia.
b) Del latte zuccherato nel quale sia fatto bollire un testicolo di montone accresce il vigore.
c) Lo stesso risultato si ottiene con succo dell'hedysarum gangeticum, del kuili e del kshirika, mischiato con latte.
d) Il grano del pepe lungo, del sanseviera roxburghiana e dell'hedysarum gangeticum, il tutto impastato con latte, dà uguale risultato.
e) Secondo antichi autori, se un uomo macina i grani o le radici di trapa bispinosa, di kasurika, di gelsomino selvatico, e di liquirizia con del kshirakapoli (specie di cipolla) e pone la polvere nel latte con zucchero e ghee (burro chiarificato), poi, dopo aver fatto bollire il miscuglio su un fuoco moderato, beve lo sciroppo ottenuto, sarà in grado di godere un gran numero di donne.
f) Se un uomo mescola del riso con uova di passero, poi, dopo aver fatto bollire il tutto nel latte, vi aggiunge del ghee e del miele e ne beve quanto è necessario otterrà pari risultato.
g) Se un uomo prende delle scorze di grani di sesamo, li mescola con uova di passero, poi, dopo averle fatte bollire in latte zuccherato, a ghee, a frutti di trapa bispinosa e di kasurika e dopo aver aggiunto farina di frumento e di fave, beva questa composizione, si afferma che può esser certo di giacere con un'infinità di donne.
h) Si mescoli insieme ghee, zucchero e liquirizia in uguali quantità, poi si aggiunga succo di finocchio e latte. Questo composto è un nettare reputato santo, prezioso per il vigore sessuale, preservativo della vita, e gustoso al palato.
i) Si beva uno sciroppo di asparagus racemosus, di shvadoshtra e di guduchi, di pepe lungo e di liquirizia, bollito nel latte con miele e ghee in primavera: ha lo stesso effetto dei precedenti.
l) Si bolla nel latte l'asparagus racemosus e la shvadoshtra con frutti frantumati di premna spinosa; pure questo composto ha lo stesso effetto. m) Ghee bollito, o burro chiarificato, bevuto la mattina in primavera, ha fama di essere sano, fortificante e gustoso.
n) Si mescoli, in parti uguali, dei grani di sho adoshtra e dei fiori di orzo e se ne mangi ogni mattina, appena alzati, una quantità del peso di due palas circa; se ne otterrà lo stesso effetto.
Anche a questo proposito abbiamo dei versetti, di cui ecco il testo:

I mezzi per eccitare l'amore e il vigore sessuale sono insegnati dalla scienza medica, dai Veda, dalle persone iniziate alle arti magiche, dai parenti degli amici intimi. Non si devono tentare mezzi di dubbia efficacia che logorano il corpo, o che richiedano la morte di animali, o che ci mettano a contatto con cose impure. I mezzi da adottare sono solo quelli sani, efficaci e approvati dai bramini e dagli amici.


II - ESPERIENZE E RICETTE VARIE

Quando un uomo è incapace di soddisfare una donna Hastini, o elefantessa, deve ricorrere a diversi modi per svegliare in lei il prurito. Prima di tutto le strofinerà la yoni con la mano o con le dita, e non inizierà l'amplesso se non è già eccitata e non dimostrerà di provarne piacere. Questo è uno dei modi di eccitare una donna. Oppure farà uso di certi apadravya, oggetti speciali che si mettono in cima o tutto attorno al lingam per aumentarne la grossezza e la lunghezza, in modo da riempire la yoni. Secondo Babhravya, tali oggetti devono essere fatti d'oro, argento e rame, ferro, avorio, corno di bufalo, legni di diverse qualità, stagno, piombo: devono essere in tutto idonei a suscitare la forza sessuale. Vatsyayana tuttavia ci dice che ciascuno può fabbricarsene secondo la propria fantasia. Ecco le differenti specie di apadravya:
1) il bracciale (valaya) deve risultare della stessa grandezza del lingam e la superficie esterna deve essere cosparsa di asperità;
2) la coppia (sanghati) è formata da due bracciali;
3) il braccialetto (scùndaka) è fatto di tre o più braccialetti congiunti insieme, finché arrivino alla lunghezza di lingam richiesta;
4) il braccialetto semplice; formato di un semplice fil di ferro avvolto attorno al lingam segnando la sua grossezza;
5) il kantuka o jalaka, tubo aperto alle due estremità e forato in tutta la sua lunghezza, ruvido o disseminato di bozze alla superficie esterna, di cui le dimensioni sono calcolate sulla yoni. Si attacca alla cintura. Se non si ha questo oggetto sotto mano si farà uso di un tubo preparato con legno di pomo o col fusto tubolare della pianta di zucca, o con una canna bagnata con olio o succhi di piante, che si attacca parimente alla cintura con dei cordoni. Dei pezzetti di legno ben lisci e legati insieme, possono ottenere lo stesso risultato. Gli oggetti di cui abbiamo parlato si possono adoperare contemporaneamente al lingam, o anche da soli e in suo luogo. Gli abitanti dei paesi meridionali credono non sia possibile un vero piacere sessuale se il lingam non è perforato, e perciò se lo fanno forare come si forano i lobi delle orecchie a un bambino per mettergli le buccole. Ora se un giovane vuol perforarsi il lingam deve farlo con uno strumento molto acuto, poi rimaner nell'acqua per tutto il tempo in cui esce il sangue. La sera avrà un rapporto sessuale piuttosto attivo per pulire il foro. Dopo ciò continuerà a lavare la ferita con decotti e a ingrandirla con pezzi di canna e di wringhtia antidysenterica che allargheranno a poco a poco il foro praticato. Si può anche lavare con liquirizia e miele, e usare, per ingrandire, il fusto dl frutto del simapatra. Infine ungere il foro con un po' di olio. Questo foro praticato attraverso il lingam può servire per fissarvi degli apadravya di varie forme come il cerchio, la berretta di legno, il fiore, il bracciale, l'osso d'avione, lo stimolo da elefante, la collezione delle otto palle, la treccia di capelli e altri oggetti simili, che derivano il loro nome dalla forma e dall'uso a cui servono, o dalla maniera di servirsene. Tutti questi apadravya devono presentarsi ruvidi all'esterno, secondo lo scopo particolare.
Ecco ora i modi di rinforzare il lingam.
Quando un uomo desidera rinvigorire il lingam, deve strofinarlo con certi insetti che vivono sugli alberi, poi, dopo averlo cosparso di grasso per dieci volte consecutive, lo strofinerà nuovamente coi medesimi insetti. Continuando così otterrà un graduale ingrossamento del lingam, e allora dovrà stendersi su un letto pensile e lasciar pendere il lingam da un foro praticato nel letto. Dopo di ciò dovrà far scomparire il dolore causato dal gonfiore per mezzo di decotti freschi. Tale ingrossamento, che si chiama suka, e che si verifica spesso negli abitanti del paese di Dravida, dura per tutta la vita. Se si strofina il lingam con le seguenti sostanze: la pianta physalis flexuosa, la sawara-hadanka, la jalasuka, il frutto della pianta delle uova, il burro di latte di bufala, la pianta hasti-sciarma, il succo della pianta vajra-rasa, risulterà un ingrossamento che permane sei mesi.
Si potrà ingrossare il lingam strofinando con olio bollito su fuoco moderato, a cui si aggiungano semi di melograno e di cocomero, e il succo della pianta valuka o della pianta hasti-sciarma e della pianta delle uova.
Altri sistemi, oltre quelli descritti, si potranno imparare dalle persone pratiche e sicure, come pure riportiamo le seguenti esperienze e ricette:
a) Se un uomo getta su una donna un miscuglio formato di polvere della pianta lattiginosa da siepe, della pianta kautala, della radice macinata della pianta lanjalika e d'escrementi di scimmia, questa donna non amerà altro uomo.
b) Se un uomo forma una specie di gelatina col succo dei frutti della cassia fistula e dell'eugenia jambolnia, mescolandola con polvere della pianta soma, della vernonia anthelmintica, dell'eclipta prostata, e della lokopa-jihirka e l'applica sulla yoni di una donna con la quale ha poi un rapporto sessuale il suo amore per questa donna cesserà sul momento.
c) Simile effetto otterrà un uomo che abbia commercio con una donna la quale sia bagnata in latte di bufala mescolato con polvere della pianta gopalika, della bana-padika e dell'amaranto giallo.
d) Un unguento composto di fiori della noclea cadamba, della susina, della eugenia jambolnia, usato da una donna, è tale da farla detestare dal marito.
e) Delle ghirlande formate con gli stessi fiori, portate da una donna, producono il medesimo effetto.
f) Un uguento formato col frutto della asteracantha longifolia (kokilakska) fa contrarre la yoni di una donna Hastini o elefantessa e tale contrazione dura una notte.
g) Un unguento formato con le radici macinate del nelumborium speciosum e del loto azzurro, e con la polvere della pianta physalis flexuosa mista a ghee e miele, dilata la yoni della donna Mrigi o cervia.
h) Un unguento composto col frutto dell'emblico myrabolans schiacciato nel succo lattiginoso della pianta da latte, della pianta soma, della calotropis gigantea, e nel succo del frutto della vernonia anthelmintica, farà imbiancare i capelli.
i) Il succo delle radici della pianta madayantaca, dell'amaranto giallo, della pianta aujanika, della clitoria ternatea, e della stidasknaparni, impiegata come lavanda, farà crescere i capelli.
i) Un unguento composto con le stesse radici bollite nell'olio, e usato nelle frizioni, annerisce i capelli, e fa tornare quelli caduti.
m) Se si immerge per sette volte della lasca, fino a saturazione, nel sudore del testicolo di un cavallo bianco, e si applica poi sopra un labbro rosso, questo diverrà bianco.
n) Il colore delle labbra potrà ritornare per mezzo della madayantica e altre piante sopra ricordate al paragrafo i.
o) Una donna che ode un uomo suonare un cannello immerso nel succo della pianta bahupadikar, della tabernamontana coronaria, del costus speciosus o arabicus, del pinus deodora, dell'euphorbia antiquorum, e delle piante vajra e kantaka, diventa una schiava.
p) Se si mescola acqua con olio e ceneri di un'erba qualsiasi, ad eccezione dell'erba kusha, quest'acqua prende il colore del latte.
r) Se si macinano insieme il myrabolans giallo, la prugna, la pianta shrawana, e la priyangu, e si applica tale polvere su vasi di ferro, questi divengono rossi.
s) Se, dopo aver accesa una lampada piena di olio estratto dalle piante shrawana e priyangu, e di cui lo stoppino è composto di tela e di strisce di pelle di serpente, vi si pongono vicino lunghi pezzi di legno, questi assumono l'aspetto di altrettanti serpenti.
t) Bere il latte di una vacca bianca che ha un vitello bianco con sei piedi, è di buon augurio, dà una grande fama, e conserva la vita.
u) Le benedizioni propiziatorie dei venerabili bramini hanno lo stesso effetto.
E come conclusione, abbiamo i seguenti versetti:

In tal modo ho scritto in poche parole la Scienza dell'Amore, dopo aver letto i testi di antichi autori, e dopo aver osservato i vari modi di godimento qui menzionati.
Colui che ben conosce i veri principi della scienza, si consiglia con Dharma, Artha e Kama, con la propria esperienza, e con gli insegnamenti altrui, e non agisce mai semplicemente secondo la propria fantasia. In quanto agli errori della Scienza di Amore che in quest'opera ho ricordato, con la mia autorità di autore li ho immediatamente censurati e proibiti.
Un atto non può mai essere giustificato dicendo che la scienza lo autorizza, perché occorre ricordare che, nell'intenzione della scienza, soltanto in casi particolari sono applicabili le sue regole. Dopo aver letto e meditato le opere di Babhravya e di altri antichi autori, e dopo aver bene studiato le regole dettate da questi, Vatsyayana ha composto i Kamasutra, seguendo i precetti della Sacra Scrittura, e, per il bene del mondo, quando, conducendo la vita di studente religioso era completamente assorto nella contemplazione della Divinità.
Quest'opera non è stata scritta per essere un semplice strumento di soddisfazione dei nostri propri desideri. Una persona che, conoscendo il vero principio di questa scienza, coltiva con amore Dharma, Artha Kama e tiene in considerazione le usanze del popolo, è sicuro di giungere ad essere padrone dei sensi.
E, per concludere, una persona intelligente e prudente che si occupi di Dharma, di Artha e di Kama, senza divenire lo schiavo delle passioni, riuscirà in tutto quello che potrà intraprendere.

[1] Si dice così di un uomo che sa fare ogni lavoro ed è mantenuto da! villaggio intero.

[2] Il dio indiano dell'amore.