Busoni trascorre l'inverno 1885 - 1886 a Frohnleiten fra ristrettezze economiche (le allieve viennesi non sono puntuali nei pagamenti delle sue lezioni di pianoforte e il mensile assegnato dalla baronessa Todesco giunge sempre più raramente) e difficoltà sul piano creativo (l'opera Sigune procede a rilento). Per superare questi difficili momenti si dedica anche alla pittura e scrive spesso a Melanie Mayer, figlia di W. A. Remy, l'insigne didatta di Graz che ha influito in modo decisivo sul suo sviluppo musicale:

«Le giornate si somigliano qui come tante gocce d'acqua (per lo più le gocce sono ghiacciate). Perciò ho poco di nuovo da raccontare. Spero di venire a Graz prossimamente e sento in anticipo profumo di mele. In questi giorni ho letto di nuovo Padri e figli [di Turgenev] e l'impressione resta altrettanto forte; quel Basarov è e rimane un tipo formidabile. Penso che un uomo simile - intendo in carne ed ossa - L'avrebbe interessata moltissimo. In questo momento traggo delizia e istruzione dallo stile incantevole e magistrale di Boccaccio, il suo è un libro che non si può assolutamente apprezzare in traduzione, poiché il contenuto - parlando dal punto di vista letterario - è senza peso e insignificante fino alla puerilità, ma lo stile non è riproducibile, per cui in una lingua straniera il libro assume un carattere frivolo e galante e null'altro. Lo stesso dovrebbe valere anche per 'I promessi sposi' di Manzoni, che non ho mai sentito esaltare da un tedesco, mentre in Italia è considerato - a ragione - una delle opere più perfette. Mi sono domandato spesso da che cosa dipenda che la letteratura italiana non abbia mai quella serenità e quella leggerezza che si trovano in tutte le altre arti italiane e che sono una caratteristica del nostro paese. I tedeschi, che per il resto sono più seri e pesanti, scrivono molto più di noi su argomenti minuti. Invece leggere Dante, Alfieri, Leopardi, Guerrazzi è più uno studio letterario che non un godimento artistico. Anche per quel che riguarda l'invenzione fantastica i tedeschi sono più vicini di noi ai francesi - irraggiungibili in questo campo. Ma basta con le chiacchiere inutili.»
[21 gennaio 1886, orig. in tedesco]

Nella stessa lettera comunica all'amica la morte di Amilcare Ponchielli:

«Ho letto ieri della morte del compositore Ponchielli e ne sono molto rattristato. Nonostante la sua cattiva musica era una cara persona, semplice e priva di invidia. Ho avuto il piacere di fare la sua conoscenza a Milano.»

Nel post scriptum allude all'opera che ha in cantiere, "Sigune":

«Procede bene e, se lo stile verrà mantenuto coerentemente, dovrà contrastare quanto basta con le tendenze più moderne. Spero più che mai di poter far eroicamente a meno dei tromboni.»

Il 1º aprile compie vent'anni. Sua madre, molto religiosa, gli invia una copia del libro di Chateaubriand Génie du christianisme, chiedendogli di leggere una pagina al giorno:

«He replid, thanking her for the 'Génie du Crétinisme'; a page a day, he calculated, would take him two years exactly, so he promised to read it from beginning to end, but a chapter at a time, as he felt inclined.

"I suppose it is a book which besides exalting things and views which are not to my taste is full of oldfashioned philosophical doctrines which cannot possibly be applied to the social conditions of the present day."

Anna feared that he was forgetting his Italian. He admits that German is beginning to get the upper hand, owing to his large German correspondence; he is contemplating a book in German on the musical conditions of Italy. Anna gently replied that it would be good practice for his Italian style if he wrote to her a little oftener. She found him 'changed' indeed.» [DENT, pp. 62-63]

La situazione finanziaria continua intanto a peggiorare. Durante l'estate gli allievi della madre diminuiscono. Circolano voci su un'epidemia di colera a Trieste, ma né a Ferruccio né al padre sembra una buona idea allontanare la madre dalla città. Gli aiuti finanziari da Vienna non arrivano ormai più. Ferruccio è inoltre preoccupato perché deve assolvere il servizio militare; viene tuttavia esonerato grazie all'intervento dell'ambasciatore italiano a Vienna.

«Day by day his querulousness increased, day by day debts mounted up. He brushed aside any suggestion of his son's as to seeking his fortune elsewhere, telling him not to be rash, to make sure of his future, to wait for the opportune moment - anything, in fact, rather than take decisive action. Ferruccio would have taken counsel with his mother and with Kapff, but was obliged to tell both of them not to say a word of these things in their letters, because the old man loved nothing better than ferreting out any papers which his son had particular reason to conceal from him.»
[DENT, p. 64]

In questa situazione di incertezza, il 17 novembre prende la decisione di tornare a Vienna senza rivelare al padre le sue vere intenzioni, che sono di stabilirsi per un lungo periodo a Lipsia. Ha appena denaro sufficiente per pagarsi il viaggio, ma, giunto nella capitale, è ben deciso a darsi da fare per procurarselo. Melanie viene subito informata della partenza:

«Ti scrivo nella gioia della libertà finalmente conquistata e nella sublime consapevolezza dei compiti che mi attendono - consapevolezza che è sublime quando ci si sente la forza per assolverli - sostenuto dalla sensazione stimolante delle responsabilità che mi sono scelte. Mi par di sentire tua madre esclamare: 'Non è il tipico artista di vent'anni, che ha finalmente sciolto le sue ali?'. Sì, so che è così; ma questo entusiasmo di adesso, forse romantico all'estremo, non ostacola la serietà del mio impegno. Voglio realizzare qualcosa. Stamattina ho detto addio a mio padre: è stato più duro per me di quel che mi riuscisse di mostrare, proprio come martedì sera a casa tua non ho palesato tutto quello che sentivo. Ma tu e tua madre avrete compreso." [Cit. in SABLICH, p. 27, orig. in tedesco]

Informa anche la madre, manifestandole dispiacere per essere stato costretto ad abbandonare il padre; d'altra parte era necessario sfuggire a una prigionia che gli ostacolava la carriera e gli impediva di provvedere al sostentamento dei genitori.
A Vienna trova nuovamente l'aiuto della baronessa Todesco e di sua sorella. Incontra pure Giovannina Lucca, la quale, generosamente, gli commissiona una raccolta di pezzi per pianoforte, anticipandogli 100 fiorini.
Ferruccio scrive spesso alla madre, ansiosa per natura allo scopo di tranquillizzarla:

«Tengo a cuore i tuoi avvertimenti, ma sono giudizioso abbastanza per non prendere una falsa strada. Quanto a religione, tu sai come la penso; per quel che riguarda le donne io valuto abbastanza il mio talento per non sacrificarlo a futili ed effimeri piaceri. Perciò tieni il cuore in pace.» [Cit. in GUERRINI, p. 65]

Scrive anche quasi ogni giorno al padre. Alla fine di novembre parte per Lipsia e subito lo informa della sua difficile situazione finanziaria, nonostante il generoso aiuto (200 fiorini) della baronessa Todesco. Affitta una camere in Centralstrasse 14, di fronte alla Thomaskirche.

«La mia padrona di casa è una signora di una certa cultura e molto intelligente, con cui si può conversare sensatamente di vari argomenti. Del resto la vedo solo a tavola e per breve tempo, poiché il vitto lascia alquanto a desiderare non solo per la qualità, ma anche per la quantità. Ma il prezzo è tanto modesto che quando il pasto è davvero troppo insufficiente non esito ad andare in trattoria per farlo seguire da un 'volume supplementare'. - Abito quasi nel centro della città, tuttavia in una strada tranquilla e appartata, però larga e luminosa; davanti a me la Thomaskirche, esortazione permanente alla diligenza e al lavoro. In quanto a ciò, non mi mancano. Mi dò da fare in tutti i modi.»

Questa volta la fortuna lo aiuta:

«Alcuni giorni or sono passavo verso le 8 di sera per la Grimmaische Strasse. Il pianoforte doveva arrivarmi l'indomani e la mattina seguente avrei dovuto dare ai trasportatori l'ultimo tallero che mi restava, dato che avevo pagato il viaggio, l'albergo e un mese di affitto anticipato. Ora la buona sorte mi fece incontrare l'editore Kahnt, che abbordai e fermai immantinente. 'Prenda qualche mia composizione, ho bisogno di denaro' - (Oskar Schwalm [direttore del Kahnt Verlag] è un uomo giovane e di buon cuore). 'Ora non posso, ma se vuol scrivere per me una piccola fantasia facile sull'opera Il barbiere di Bagdad venga domani da me. Le anticipo 50 marchi e le dò altri 100 marchi alla consegna del lavoro.' - 'D'accordo'. E ci congedammo. - La mattina seguente andai a prendere i 50 marchi. 'Rimaniamo dunque d'accordo, Sig. Schwalm? 100 marchi alla consegna del lavoro?' - 'Naturalmente! Eccole i primi 50 marchi.' 'Ed ecco io Le consegno il lavoro', e tirai fuori dalla tasca il manoscritto. Avevo lavorato dalle 9 di sera alle 3 1/2 di notte, senza pianoforte e senza che l'opera mi fosse stata nota in precedenza.» [Lettera a Melanie, 15 dic. 1886, orig. in tedesco].

Dei 150 marchi incassati, 80 vengono inviati al padre, e 70 spesi per l'acquisto di un volume del Vasari, come auto-regalo di Natale. La coscienza di bastare a sé stesso e di essere in grado di aiutare i suoi genitori, il senso della libertà, nuovo per lui che ha sempre vissuto sotto la ferrea vigilanza paterna lo rendono ottimista ed euforico.
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