FERRUCCIO BUSONI

LETTERE ALLA MOGLIE
1813 - 1923
work in progress


(Londra), 19 gennaio 1913
Come potrebbe esser bella la Turandot! (Se facessi piuttosto un’opera con la musica già scritta?) Ma non così come ieri a Londra, dove dovetti andarmene dopo il 2. atto! Ho resistito sino al ballo e al canto, lo eseguivano sulla scena, ma poi me ne sono andato definitivamente. Come è finito, se ha avuto successo, non lo so nemmeno oggi. Lo leggeremo domani.
Le cose non potranno mai andar bene con i direttori dei teatri di prosa.
Il pomeriggio dello stesso giorno avevo sentito la "7ª" di Mahler, da cui ho avuto una grande delusione (e una piccola rivincita) - e anche oggi ho sentito musica per orchestra, in questa domenica di pioggia, frammenti di Wagner e "Le rouet d’Omphale" di Saint Saëns - continuo ad apprezzare Wagner di più in un concerto e la "mano leggera" del francese mi dà sempre piacere.
Ho formulato l’aforisma: "Bisogna scrivere opere teatrali, ma non rappresentarle" (per la qual cosa ho buone prospettive).
Non sono così contento come mi aspettavo, ma spero di aver il giusto compenso dal Nocturne...


(Londra), 21 gennaio 1913
La musica per "Turandot" ha avuto più successo della pièce. Tant’è vero che quanto si offre al pubblico non è mai abbastanza scadente! Pensa: un’orchestra di circa venti esecutori, che stonavano; qualche brano ripetuto quattro-cinque volte di seguito, qualche altro tagliato, saltato; il tutto eseguito nello stile del variété. E poichè questa volta il regista trovava che c’era troppo poca musica, vi erano inseriti pezzi di Saint Saëns e Rimski Korsakov! Imagine! - Ritirare il pezzo? Il direttore dice che l’ha pagato, è nel suo diritto. Fare un processo? A chi?... Prima che il processo sia finito, la stagione è bell’e passata...
Che ne pensi di "Turandot" come opera - naturalmente in italiano, sul testo di Gozzi? -
Morte vogl’io o Turandotte in sposa
(quasi, quasi - mi parrebbe -)
[In italiano nel testo]
Arrivederci, cara signora Gerda, il tuo Ferruccio che si trova in un momento indeterminato della vita.


[Londra], 25 gennaio 1913
Questa lettera dovrebbe costituire un piccolo documento su di un’idea che potrebbe assumere grande importanza per me. Col Nocturne Symphonique dovrei considerare momentaneamente conclusa la serie dei lavori preparatori; col che non è detto che "cammin facendo"
[In italiano nel testo] non continui ad arricchire il mio vocabolario musicale.
Ma considerando la mia età e il grado della mia maturità, credo di non dover esitare oltre ad affrontare un lavoro capitale e monumentale, verso cui, in fondo, ha puntato tutto quel che ho fatto fino adesso.
E allo stesso tempo vorrei far rifluire il corso della mia vita di nuovo verso la sua sorgente e tentare che la mia opera più importante sia importante anche per l’Italia. Ma bisogna saper mettere le mani su un argomento vitale, per colpire insieme tutti i cuori e tutti i cervelli.
Questo intendeva fare Wagner con i Nibelunghi, che erano però relativamente estranei al popolo tedesco e non toccarono immediatamente il segno.
L’Italia ha Dante, che è a tutti altrettanto caro e che, nonostante la sua grandezza, è popolare nei suoi episodi principali. E persino fuori d’Italia.
Il cinematografo mi ha suggerito questa idea, quando ho visto annunciato allo "Strand" Dante’s Hell
[L'Inferno di Dante] in "film". Io non mi arresterei all’Inferno, ma non mi azzarderei nemmeno a toccare il Paradiso; finirei all’incontro con Beatrice.
Piazza della Signoria, con Dante seduto sul sasso dove usava abbandonarsi ai suoi sogni; una scena popolare che rappresentasse le caratteristiche della sua epoca, forse anche Beatrice che passa. E poi forse sei quadri degli episodi più significativi, Ugolino, Paolo e Francesca, qualche quadro di massa; infine l’ascesa con Beatrice. - E naturalmente: in italiano.
[In italiano nel testo]
Ecco, questo è almeno un punto fisso per lungo tempo...


(Cassel), 26 febbraio 1913
...Se potessi lavorare, nulla mi irriterebbe; ma da più di tre mesi c’è un arresto --- e allora si dubita di se stessi, come negli anni dell’adolescenza...
Il tempo è incomparabilmente bello; in questi quattro anni sono stati costruiti parecchi begli edifici; tanto che la città, questa volta, ha un aspetto leggiadro...
Mi è venuto in mente quanto segue: se si ammettono presentimenti e previsioni, se si può vedere nel futuro (seppure solo per brevissimi istanti e per tratti brevissimi) allora è logico che si possiede la stessa capacità anche per il tempo passato; e questa sarebbe finalmente una spiegazione della apparizione di fantasmi. Il vedere fantasmi non sarebbe niente altro che uno sguardo momentaneo e malsicuro gettato --- nel passato. - Tutto procede in forma di cerchio e così dev’essere anche per la chiaroveggenza. È un fenomeno analogo a quel che si produce in una stazione radiotelegrafica, la quale trasmette fino alla stessa distanza in tutte le direzioni...
Anche le "visioni" contemporanee - a distanza - sono la stessa cosa che la previsione e la visione del passato. Tengo volentieri occupato il mio spirito e tento di trovare una spiegazione ai problemi. Se non giova, non danneggia neppure. -
Mi deciderò a scrivere a D’Annunzio e credo quasi che il motivo-Leonardo mi sia più simpatico di quello dantesco. Hai avuto ancora una volta una sensazione giusta. Moi, je raisonne trop.
Credo che questo periodo di pausa finirà col maturarmi e porterà chiarezza nei miei problemi. Diamogli questa interpretazione...


[Londra], 2 marzo 1913
Mi ha fatto piacere che tu abbia trovato buona la mia piccola teoria sulla facoltà di vedere fantasmi. È una delle caratteristiche delle relazioni sulle apparizioni dei fantasmi, che uno solo vede, mentre altri, che sono con lui, non percepiscono nulla. Anche questo fatto starebbe in favore della mia teoria; perchè solo singoli hanno la facoltà della chiaroveggenza. Si dovrebbe indagare se le stesse persone che hanno visto fantasmi hanno disposizione, in genere, per la chiaroveggenza; questo darebbe una solida base alla mia teoria.
Leggo l’ultimissimo libro di Wassermann "L’Uomo di quarant’anni "; dovrebbe portare il sottotitolo: "un libro per uomini di più di quaranta". - È scritto bene, a momenti veramente eccellente, ma mi manca il punto culminante.
Wassermann lo deve sentire da sé e soffrirne, difatti mi ha detto una volta all’incirca: Darei tutte le mie opere per aver scritto "Le chef-d’oeuvre inconnu" di Balzac...


Londra, 6 marzo 1913
Ieri sera ho avuto la prima gioia dopo molto tempo; D’Annunzio mi ha risposto telegraficamente: "Felicissimo, mi dica se verrà a Parigi per incontrarci".
[In italiano nel testo]
Questo ha fatto sì che mi sento come un ragazzo, e ora vedremo...
Un po’ per bontà, un po’ perchè la cosa mi faceva piacere, ho messo insieme uno scenario per Maudi
[Allan Maud, danzatrice di Londra].
Coll’ottimo titolo "La danza della vita e della morte", si dovrebbe svolgere, in una serie di quadri, la storia di una fanciulla. - Vi appare un "music-hall", in cui si rappresenta una scena alla Beardsley, - un dancing parigino, - un ballo accompagnato da organetti nelle strade di Londra; - la fine, mistica, (secondo il mio stile) si svolge in una chiesa, davanti a un curioso altare; su questo c’è un gruppo, in mezzo la croce e a destra e a sinistra le figure della morte e dell’angelo della resurrezione. C’è una danza macabra e tante altre cose ancora. Ne potrebbe venire qualche cosa di molto buono, vivo e vero; e inoltre è uno di quei soggetti che rimangono. Ma. - (Vi compaiono tutti i generi di danze; comincia con una specie di partita di tennis danzata: una danza di zingari, pantomima, grande valse e cancan, danza popolare all’aperto, danza del suicidio (sulla spalletta di un ponte, danza religiosa e danza macabra).
Non ho nulla che si adatti a questa faccenda dei templi; corrisponde a quello che sono gli oratori per i compositori. (It’s english, you know).
[È inglese, lo sapete]
Siamo andati a Cambridge in automobile, per poter tornar indietro in serata, perchè non c’erano più treni. All’andata pioveva come all’epoca del Diluvio e abbiamo smarrito la strada: a dir il vero era molto divertente (per una volta!) e sono arrivato 15 minuti dopo l’ora fissata per l’inizio del concerto. [Geo Albert] Backhaus aspettava sotto la pioggia, davanti alla Sala dei concerti, a maggior gloria del suo cilindro. Voleva suonare lui stesso la "Fantasia cromatica", per non far aspettare il pubblico!!
Ho la sensazione che ora tutto andrà di nuovo bene; nuova primavera, nuove gemme.
Ho finito di leggere "L’Uomo di quarant’anni"; verso la fine scade un po’. Il protagonista, da ultimo, va a combattere nella guerra franco-prussiana. Poichè il libro non è un romanzo, ma uno studio psicologico, il lettore si domanda: dove si rifugia l’uomo di quarant’anni che non è nato nel 1831? E che non può quindi andare alla guerra franco-prussiana? (La descrizione della guerra non è un gran che.) - ...


Londra, 10 marzo 1913
Ieri sera ho visto il diavolo che suonava il violino, ed era del tutto diverso da come se lo immaginava Liszt. Aveva un viso scurissimo, quasi nero e coperto da una fitta e corta barba ancora più nera; due occhi come carboni, il grosso labbro inferiore rosso come il sangue. Sul capo portava qualcosa che somigliava a una bombetta nera, ma senza tesa, messa un po’ di traverso. Era largo di spalle e forte. Sotto il soprabito nero portava una sottana nera da donna, lunga fino a terra. Teneva il violino nella mano destra, come simbolo della negazione, e tirava l’arco con la sinistra. Aveva uno sguardo cattivo e non si muoveva dal suo posto. Il suo aspetto era minacciosamente robusto, con la mandibola esageratamente prominente, su cui poggiava il grosso labbro rosso. All’infuori di questo labbro, tutto era nero. Ma non era un negro, piuttosto un indiano forse. Questo l’ho visto di notte, per la strada, a Londra. -
Nel frattempo sono arrivate tre care buone lettere tue, scritte con una stupenda sensibilità - grazie!...
Ho studiato per due ore i "12 Studi op. 10" di Chopin; ho finito in questo momento. Li suono ora in modo del tutto diverso. (Per lo più ho suonato gli altri dodici).
Sono contento...

(Mannheim), 26 maggio 1913
Ieri sera sono venuti all’albergo Bodanski e Wichert (direttore della Kunsthalle). Abbiamo avuto una bella conversazione su libretti, su Wagner, sulla pittura e sono stati raccontati vari aneddoti. Wichert è pronto e spiritoso, il che significa, dunque, intelligente...
Voleva fondare un’associazione "La lacuna", che dovrebbe dar vita a tutto quel che di piacevole manca alla città. - Questo sì che è un bravo direttore di museo!...
Ora sono in uno stato d’animo di vacanze, mi rallegro all’idea di esser solo, di tornare a casa, di riordinare i miei libri e, finalmente, i miei pensieri.
"La Sposa sorteggiata" è stata rammentata con ammirazione, Bodanski si accalorò molto e lodò con comprensione. In generale ieri sera ci siamo intesi magnificamente su tutti i temi della conversazione.
Pfitzner ha trovato una frase decisiva per salvare il libretto del Flauto magico. Dice: tutti sono d’accordo sulla pretesa stoltezza del "Flauto magico"; uno solo ne ha scritto la continuazione, e costui è stato - Goethe.
Bodanski vuol tentare una nuova messa in scena del "Flauto magico", basandosi sul carattere mistico della Seconda parte goethiana. - Come vedi, è stata una serata ricca di pensiero e di interessi. Qualche cosa per i Serapionsbrüder; anzi molto in quel genere.
Guardo indietro a questi due mesi passati, con serenità e gratitudine e intono, su testo e musica di mia fattura,
"Tutto è andato a finir bene".
[Citazione da La Sposa sorteggiata, scena ultima]
Mi sento moralmente rinvigorito e spero ancora in molte e buone cose. Voglio fare ancora un tentativo con D’Annunzio, altrimenti bisogna che mi arrangi in qualche altro modo.
Sono anche grato che tu abbia potuto accompagnarmi attraverso tutte le vicissitudini e non mi dimentico mai che sei stata altrettanto buona nei momenti difficili che in quelli più fortunati...


(Parigi), 23 giugno 1913
Ho trovato D’Annunzio a casa, rue Bassano 11, in una veste da camera giapponese da donna, pallidissimo, con un’espressione approfondita e invecchiato. Sembrava Mefistofele quando riceve lo scolaro.
"Sto appunto scrivendo un libro: "L’homme qui a volé la Gioconda", perchè la Gioconda è in casa mia e la restituirò al Louvre non appena il libro sarà pubblicato". Quel che mi ha raccontato in seguito è tutta una bugia cosciente, oppure ci crede egli stesso, o ancora - e questo entrerebbe nel regno dell’inspiegabile - potrebbe infine esser vero; ad ogni modo è tanto singolare che merita di venir fissato per iscritto.
"L’uomo che ha rubato la Gioconda proviene da una famiglia di pittori mistici che risale a 600 anni fa. Egli me la portò (è stato stabilito infatti dalla polizia che ha preso il treno Parigi-Bordeaux) ad Arcachon.
Sulla figura della Gioconda si erano accumulati tanti secoli di adorazione e di amore, che il sentimento di tante migliaia di uomini aveva, in fine, fatto partecipe il quadro della sua propria vita. Però era necessario uccidere un uomo perchè la Gioconda si appropriasse direttamente di un certo elemento del sangue proveniente dal cuore; l’azione mistica riuscì e io ho vissuto quattro giorni con la Gioconda. Il mio potere non durò più a lungo ed essa si dissolse. Sul quadro è rimasto solo il paesaggio e nel paesaggio solo il suo sorriso; nel paesaggio è rimasto impresso il gesto del suo sorriso (ha ripetuto questa frase con molto compiacimento) ma la figura è scomparsa. Al Louvre il quadro verrà restituito in questo stato".
Poe ha una novella simile, ma vi avviene il processo opposto. Là, un artista dipinge tanto a lungo un ritratto di donna, finchè non è raggiunta la massima vitalità e realtà dell’espressione; in quel medesimo istante il modello muore, la vita è passata nel quadro. -
Dapprincipio la presenza di Leonardo sulla scena non gli pareva possibile. "Ho timore di farlo parlare, come non metterei le mie parole in bocca a Cristo o a Napoleone".
Poi: la mancanza di passionalità e di sentimento di Leonardo gli sembrava contraria al teatro.
"Un cervello portato da uno scheletro, come la fiaccola dal candelabro".
Quando però pronunciai, a guisa di formula, il concetto di "Faust italiano" cominciò a vedere delle possibilità. "Non un Leonardo storico, ma un Leonardo simbolico". "Vi si dovrebbe aggiungere l’elemento mistico". "Una sequela di quadri senza collegamento drammatico".
Era arrivato dove lo volevo.
Parlò poi di lavoro in comune ad Arcachon, dove il paesaggio non ha una forma decisa. "Le nubi sono le onde, e le onde la foresta, ed essa è inafferrabile".
È stato estremamente interessante, ma a volte mi scappava un sorriso. - Ci rivediamo domani. -
Invece una conferenza tenuta ieri da Marinetti è stata molto più reale e materiale. Avevo appena imbucata la lettera per te, che lo incontrai all’albergo (con Boccioni). Boccioni ha esposto della "scultura futurista".
L’idea è di ridare in una sola forma parecchi movimenti di un corpo, ottenendo un effetto architettonico. Così, per esempio, vedi una gamba che si alza e si muove allo stesso tempo avanti e indietro, i muscoli vengono rappresentati, in corrispondenza, in parecchi modi. V’è molto studio, ma il risultato è brutto e incomprensibile, specialmente se l’uomo, al posto della testa, porta una casetta-balocco, per ragioni che Boccioni mi ha spiegato con gran sfoggio di teorie. La conferenza è finita in una battaglia. In confronto a questa arte e alla incarnazione di Monna Lisa in amante di Gabriele, il "Pierrot lunaire" di Schönberg diventa una limonata tiepida!
Molte impressioni! Questa sera vado a vedere "La Pisanella"...


(Parigi), 23 giugno 1913
Il mondo è pieno di sorprese. Pugno [Raoul, compositore francese] sta mettendo in musica, insieme a una parigina ventiduenne "La città morta" di D’Annunzio. E il più bello si è che D’Annunzio ci crede. È vero che dice da sé con molta arguzia: "Pugno s’è fatto fecondare da una vergine", ma fra il tratto di spirito e il fatto reale c’è da restar perplessi. -
Questo è certo il posto più attraente di Parigi.
[Hôtel Restaurant Foyot] Sono seduto davanti alla finestra aperta, ed è il momento in cui la luce del giorno diventa azzurra e i lampioni danno una luce gialla. Passano delle ragazze che rientrano dal lavoro.
Qui il fascino del Mezzogiorno europeo si unisce con quello della metropoli storica. Non credo che, ai giorni nostri, questa combinazione si possa trovare altrove così completa. -
Ora vado allo Châtelet, alla "Pisanella, ou la mort parfumée ". Vedrò M.lle Rubinstein
[Ida, danzatrice], della quale c’è chi afferma che non sa recitare ma ballare; altri che non sa ballare ma che ha un bel corpo; altri ancora che il suo corpo non è femminile e quindi non è bello. - È proprio come San Sebastiano, trapassata da tutte le frecce...


(Parigi), 24 giugno 1913
Ieri sera, Théatre du Châtelet. Sala piena, soprattutto signore...
Sipari con grandi disegni à la Reinhardt. Dietro il sipario, un altro sipario ancora.
Segnale di tam-tam. - La prima scena mostra una sala del Cremlino. Come è capitata a Cipro? - Gospodin Bakst (del Balletto russo) l’ha dipinta. Anche la signorina Rubinstein è russa. La metà del pubblico - me ne accorgo ora - è composto di donne russe. Una bellezza sfiorita che viene a sedere vicino a me mi rivolge la parola chiamandomi Mr. Scialiapin! Le dico che mi rincresce. – "Mais quelle ressemblance! Je le connais personnellement!!". Si può dedurne come vede la gente.
Il primo atto è noioso e non ha presa. Una mendicante invisibile canta dietro le scene e parla anche dietro le scene. Si sente che quella che canta e quella cha parla sono due persone diverse.
La scena del secondo atto raffigura un porto. È tutto rosso, muri rossi, molo rosso, navi rosse: frammezzo un po’ d’acqua azzurra. La schiava Rubinstein è messa all’asta; poi viene il giovane re che le dà il suo cavallo bianco e il suo mantello bianco e la signorina Rubinstein esce a cavallo in trionfo. Non ha danzato e non ha parlato, è solo stata ritta sulla scena strettamente fasciata in una stoffa a disegni quadrangolari.
Terzo atto: scena incomprensibile. Entrano parecchie suore, e allora si capisce che siamo in un convento -- chiostro del convento? -
Sono così stanco e così irritato che esco sotto la pioggia. Non c’è più anima viva per la strada, sebbene siano appena le dieci e mezzo. La rue de Rivoli con la sua lunga fila di lampioni (uno per ogni arcata) ha quasi un aspetto crudele. -
So che la Pisanella viene soffocata tra le rose, nell’ultimo atto. Da ciò il nome: la mort parfumée. In D’Annunzio i colori hanno molta importanza. Arabe brune con rose rosse; cavallo bianco, mantello bianco. Riserva anche molto posto a oggetti di fattura artigiana. -
La lingua francese è spaventosa sulla scena. La declamazione di parole come: blasphème innocente, con il lungo nitrito sulla sillaba accentata e l’esagerato e-muet, dà l’impressione, a lungo andare, di ascoltare gente che canta male.
Tutto l’insieme mi ha fatto l’effetto di qualche cosa di antiquato, declamatorio, patetico, variopinto, con gesti agitati, lunghe tirate e incomprensibili colpi di spada, morti e grida di ribellione; - senza humour, bilioso; un dramma alla Wildenbruch estetizzante e affettato.
Forse questa volta mi sono trovato di fronte a una cosa grande senza capirla. È possibile. Ho avuto anche, negli ultimi giorni, una sequela troppo fitta di emozioni artistiche e, in parte ne sono confuso, in parte reso insensibile. -...


(Parigi), 26 giugno 1913
Se potessi affermare, come D’Annunzio, col più soddisfatto dei sorrisi, che non sono felice, anzi che sono molto infelice (e dicendolo aveva un aspetto beato!) "perchè, come potrei creare, se non fossi infelice!"; se potessi dire lo stesso di me, con tanta intima soddisfazione, starei meglio di quanto non sto qui a Parigi. Questa città ha un effetto così contrastante, come certe donne che sono antipatiche eppure affascinano; oppure che sono molto simpatiche e intelligenti, ma lasciano freddi. Inoltre Parigi ha qualche cosa dell’uno e dell’altro genere. (Purtroppo il tempo è grigio e freddino).
Com’è antiquata Parigi, e troppo matura, come assomma tutti gli interessi, mantenendo una così manifesta indifferenza! - Forse il posto di D’Annunzio è proprio qui, come quello di oscar Wilde e di Meyerbeer.
Sugli scaffali di D’Annunzio ci sono dei libri, vecchi e nuovi --- per esempio, sull’isola di Cipro. In ogni volume vi sono due o tre striscie di carta come segnalibri. Con tutta probabilità egli sfrutta i passi segnati, quando gli fanno bisogno - per il suo proprio libro; non sa le cose, va a prendersi le informazioni occasionalmente (e difatti è un artista, non un dotto!) e ha una pronta intuizione di quello che è adatto o significativo. -
La notte dispone, nelle città, i valori e l’importanza delle strade con la illuminazione, le divide in strade brillanti e strade oscure, indica le direzioni principali con luce più forte; mentre di giorno tutto è chiaro allo stesso modo - di notte si trova la strada con maggior sicurezza, si evita tutto quel che è buio o si ritrova la strada buona seguendo il chiarore: tutto ciò l’ho capito appena qui, qualche sera fa. - È strano come si arriva tardi a conclusioni così semplici!...


(Parigi), 27 giugno 1913
Ieri D’Annunzio mi ha invitato a una cena a tarda ora; aveva con sé una russa grande, grande (un portento di dilettantismo!) che si è però comportata molto bene... Egli disse che sarebbe morto entro due anni (con la stessa espressione con cui mi aveva raccontato dei suoi quattro giorni passati con la Gioconda), al che la grande russa sgranò gli occhi, terrorizzati e imploranti, e io non potei fare a meno di ridere abbastanza apertamente. Quando si accorge che non ci si lascia ingannare, sorride egli stesso e dice: "sì, ma è così".
[In italiano nel testo] Rinuncia al suo gioco con il sorriso, ma lo sostiene per decoro con le parole: "che lo crediate o no, è così". - Il male è che vuol sentire qualche cosa delle mie composizioni, per potersi regolare (così dice lui), ma in realtà per sottoporle a un esame (così sento io); - è una cosa senza senso e umiliante e non so come uscire da questa situazione. È possibile che io parta improvvisamente e lasci perdere tutto. - (Non occorre che spieghi a te?).
Descrive R. come una persona comune e poco intelligente, di routine commerciale, pure, in certo modo, vuol far dipendere la cosa da costui. R. arriva qui lunedì e credo che non sopporterò un incontro. Sono di nuovo molto poco saggio, lo so, e ci rifletterò ancora, ma sono stufo di inghiottire veleno col pretesto di essere invitato a bere un bicchier di vino.
Eppure, dai discorsi di D’Annunzio mi nasce la convinzione che - non appena si mettesse a scrivere - la cosa potrebbe riuscire di mia piena soddisfazione; solo la mistificazione e il lato pratico mi disturbano in lui. Eppure dice giustamente: "perchè dobbiamo torturarci per tre o quattro anni per non poter poi far nulla dell’opera compiuta?".
Le cose sono a questo punto e entro questa sera prenderò le mie decisioni...


[AD ALT-AUSSEE]
[Berlino], 16 luglio 1913

...Ho suonato con entusiasmo i lavori di Liszt: è notevole come la tecnica dei suoi passaggi si può ridurre a pochissime e semplici formule. (Tutti gli altri compositori che adattano la loro musica alla scrittura pianistica, vogliono troppo e riempiono a dismisura).
Lavoro ogni giorno e spero di poterti far sentire qualche cosa...


[AD ALT-AUSSEE]
[Berlino, 18 luglio 1913]
...Oggi Haschke mi ha mandato un bel pacco di roba in visione, tra l’altro le illustrazioni di Delacroix per il "Faust" di Goethe (che mi piacciono sempre di più) e un’edizione rara di Lichtenberg con rami di Ciodoviecki. Infine è arrivata la nomina ufficiale di Bologna [a direttore del Liceo Musicale] in uno scritto ben compilato...
Berlino cambia i suoi edifici, come si cambiano i mobili in una casa... "Cambiamenti" significano qui, quasi sempre, "miglioramenti": questo è anche un tratto che la differenzia da Parigi, dove quasi tutte le costruzioni nuove sono più brutte di quelle vecchie...
I motivi indiani non rendono nè fruttano molto; dovrò introdurre molto di mio personale, nella "Rapsodia". -
Il "Nocturne Symphonique", dopo esame e revisione definitiva, si sembra presentare una certa perfezione...


[AD ALT-AUSSEE]
Berlino, 20 luglio 1913

Non ho nulla da raccontare, il tempo è brutto, il mio stato d’animo passabile, ma la mia mente diventa ogni giorno più chiara, dormo molto bene e l’ "Indiana" procede. Ieri sono stato occupato a tradurre, perchè volevo far conoscere a Benni due poesie di Poe...


[AD ALT-AUSSEE]
Berlino, 22 luglio 1913

...Gli Indiani vanno avanti, i pensieri si muovono; oggi ho scritto di nuovo degli appunti sulla melodia. Forse ti interessano...
Melodia assoluta: una serie di intervalli ripetuti (1), in movimento ascendente e discendente (2), articolati e mossi ritmicamente (3), che contiene in sé un’armonia allo stato latente (4), e interpreta uno stato d’animo (5), che può esistere indipendentemente dal testo come espressione (6), e indipendentemente dall’accompagnamento come forma (7), e la cui essenza non viene affatto modificata dalla tonalità (8) o dallo strumento scelto per l’esecuzione. -
Questa melodia, dapprima organismo per sé stante, si unì in seguito con l’armonia di accompagnamento e si fuse più tardi con questa in un tutto indivisibile; la poliarmonia, in continuo progresso, le addita ora quale meta, di sciogliersi e di liberarsi da questo tutto.
In contraddizione con opinioni radicate, dobbiamo affermare che la melodia si è costantemente sviluppata, che essa ha progredito in quanto linea e in quanto possibilità espressive e che è destinata a raggiungere il dominio universale nell’arte della composizione. - La sua qualità scese al punto più basso, e la parte ad essa spettante fu la più misera al tempo delle opere "ricche di melodia" e delle composizioni da "salon"; perchè allora doveva esser composta nel modo più facilmente afferrabile e doveva esser staccata dalle altre parti costituenti l’opera d’arte musicale - una canzone popolare guastata.
[Cassato:] È una caratteristica del suo periodo di decadenza il fatto che la melodia compare sempre isolata e nella voce principale (per lo più la voce superiore). I tentativi di contrapporle una seconda o più altre voci melodiche riescono molto male, in quanto queste ultime rimangono, senza eccezione, in sottordine alla prima e di minor conto.

Nella letteratura pianistica la "trascrizione" occupa un posto importante e, a guardar bene, ogni pezzo pianistico di carattere significativo è la riduzione di un pensiero più grande per uno strumento pratico. Ma questa trasformazione è diventata un’arte indipendente; tanto se la trascrizione prende come punto di partenza motivi proprii, quanto se ne prende di estranei. Bach, Beethoven, Liszt, Brahms si sono dichiarati apertamente seguaci dell’opinione che anche la pura e semplice "trascrizione" nasconde in sé un momento artistico, in quanto essi stessi hanno coltivato con amore e serietà questo genere.
In realtà l’arte della trascrizione ha reso possibile al pianoforte di impossessarsi di tutta intera la letteratura musicale; ma è vero che, nel far questo, si introdussero tanti elementi tutt’altro che artistici, che questo ramo dell’arte decadde e fu trovato non dignitoso, soprattutto in seguito a una superficiale e arbitraria generalizzazione nell’opinione di quegli uomini per cui la "serietà" è un mantello indispensabile per coprire la loro nudità.


[AD ALT-AUSSEE]
Berlino, 23 luglio 1913

Da due giorni fa fresco, ma il tempo si è fatto più chiaro e qualche volta fa capolino persino il sole; ciò mi fa sperare che anche costì sia lo stesso e che tu ne possa godere. È un’esistenza senza gioia quella che trascino ormai da due settimane...
Non mi riesce di afferrare l’istante fuggevole e non riesco a rendermi conto di tutto il bello e il buono che mi tocca in sorte; mi lascio confondere dalle inezie (eppure mi sono tanto esercitato a superare queste cose!). Ci sono dei brevi attimi in cui mi sento forte e libero e improvvisamente intravvedo la felicità. - Grazie a Dio sto bene e ho la mente chiara e tempo a disposizione...
Lavoro tutti i giorni e, nel mio pezzo, sono arrivato a quel momento delicato in cui bisogna costringere numerose idee in una forma unitaria. Spero che verrà bene...


(Heidelberg), 17 settembre 1913
Delle lettere che ti scriverò nei prossimi tempi, farò una specie di diario; scriverò tutti i giorni anche se non imposterò tutti i giorni.
Sono stato accolto qui da freddo e pioggia, ma in compenso, già alla stazione sono stato salutato dalla simpaticissima signora Lilly (nata Meyer), che vi si trovava per combinazione. È stato un saluto così amichevole, che mi sembra di buon augurio.
La partenza, ieri, mi è stata molto gravosa, perchè era l’inizio di un viaggio che mi porta su un terreno semisconosciuto; era questo, credo, che mi rendeva inquieto. - Ho anche scritto alla signora B. (à propos de sa vie nouvelle) che si ricomincia continuamente la propria vita. - Questa mattina avevo una sensazione analoga a quella di quando partii la prima volta per Lipsia.
Peccato che il tempo è così grigio!
Avevo pensato a una bella edizione per il "Nocturne Symphonique", con un’acquaforte e altre cose. Ma non sarà possibile.
Se mi guardo attorno in cerca d’un acquafortista, vedo che, spiritualmente, Klinger è ancora sempre in testa...
Ci si accorge con tutta chiarezza della stima che si fa di un pittore, appena quando ci si deve decidere a fare una compera o a dare una commissione.
Per esempio ho grande stima di Boccioni, ma non gli darei l’incarico di farmi un frontispizio...
La notte passata non mi riusciva di liberarmi di una certa imitazione a due voci. Mi rivoltavo nel letto sperando che il passaggio mi si presentasse per moto contrario, ma non ne volle sapere. -...


(Heidelberg), 18 settembre 1913
Ieri pioveva in tal modo "che tutti i porci si ripulirono e tutti gli uomini si imbrattarono" (dice Lichtenberg).
Oggi è una fresca mattinata di sole e sento che sarei disposto a mettermi in cammino verso mete sconosciute; sono sospeso a mezz’aria tra passato e futuro, navigo tra due sponde, viaggio nello spazio, e Heidelberg è solo un nome, perchè io non sono in nessun posto.
In un catalogo di qualche tempo fa ho trovato un "Livre mystique" di Balzac del 1835, purtroppo già venduto (per il prezzo indecoroso di 6 marchi). È un libro che mi è sconosciuto e dev’essere una rarità. Forse conteneva la prima stampa de "La dernière fée" e di "Séraphita".
Quasi mi pento di aver annunciato la mia visita a Bodanski. Mi risospinge nella realtà. Penso di andarci oggi pomeriggio e di continuare il viaggio domani verso il sud.
Queste ultime parole mi fanno già poeta, tanta magia contengono, e sempre rinnovata.
Il paesaggio è bello quando è vivificato dal sole e quando si sa che non si è legati a questo posto. -... Mi sento oggi proprio giovanilmente irresoluto e felice, quasi senza peso. -
Sei stata tanto cara, sei così buona!...


(Heidelberg), 19 settembre 1913
Ieri sera, quando mi decisi ad andar a cercare Bodanski, si trovava già in teatro e dirigeva il "Sogno di una notte di mezz’estate"; così ci incontrammo appena dopo la rappresentazione. -...
B. vuol mettere in scena la "Turandot", possibilmente già durante questa stagione. Abbiamo parlato della musica del "Sogno di una notte di mezz’estate" e mi ha detto di aver commissionato a Zemlinski la musica per il "Cymbeline".
"Se fossi norvegese --" cominciai; e nello stesso istante B. disse: "Lei dovrebbe scrivere la musica per il Peer Gynt! Lo farebbe? Con quella di Grieg non lo rappresento".
Mi attirerebbe molto, ma come faccio a colpire il carattere "norvegese"? Non si può inventarlo "poeticamente", come la musica orientale da teatro, la Norvegia ci è troppo vicina per poterlo fare. Dovrebbe essere "autentica" e uno straniero non ci può riuscire.
Bodanski si trasforma continuamente, via via che viene a conoscere altre musiche. Nella sua gioventù Wagner aveva soppiantato tutto il resto. Ora si entusiasma per gli "Ugonotti ", che sta studiando proprio adesso. - La giovane generazione comincia a far dell’opposizione... Per loro le cose sono più facili che non per la mia generazione, che ha dovuto trascinare Wagner sulle proprie spalle sin dalla nascita!
Ma tutto ciò, per quanto sia interessante, mi ha strappato dalla mia atmosfera di astrazione, come temevo....
Sono tornato a Heidelberg all’una di notte e ho dormito dieci ore.
Questo pomeriggio continuo il viaggio... Penso di fermarmi a Basilea.
Il cielo fa una faccia agro-dolce. -
Il continuare il viaggio mi fa fatica per un certo principio di inerzia che sembra essersi stabilito in me. -...


(Ginevra), domenica 21 settembre 1913
Ieri non ho scritto; il viaggio di notte - troppo breve e senza carrozza letto - mi aveva stancato molto. Ma il tono al mio arrivo a Basilea, la sera prima - intendo il tono della città - era così piccino e noioso e immutabile, che non ne ho voluto più sapere e ho preso il primo treno, per andarmene a ogni costo...
Anche questa città è difficilmente sopportabile e si esaurisce presto.
Bisognerebbe risparmiare la vita. Come non si legge una seconda volta un libro insignificante, non si dovrebbe tornare nello stesso posto che ci ha già dato tutto il suo contenuto. - (A dir il vero bisognerebbe fare lo stesso anche con le persone; ma in questo caso si deve tener conto del rispetto reciproco, dei sentimenti, del destino).
Tanto più sono stato contento di trovare Benni molto più fresco, chiaro e sicuro di sè, che negli ultimi anni. E ci siamo rallegrati di parlar bene di te, e tu eri con noi a prender il tè in quella camera d’albergo, altrimenti tanto antipatica. -
E ora A. è qui, per caso, e B. mi aspetta; e con ciò addio a tutti i viaggi alati e a tutti i pellegrinaggi astratti in cui speravo: dappertutto stanno delle sentinelle lungo la strada e mi portano via qualche cosa e mi dicono alto là!
Ho letto con grande emozione l’ "Urfaust", cioè la prima versione del "Faust" di Goethe, dove manca ancora una quantità di cose, e la storia di Margherita costituisce il nucleo principale; è così spontaneo, vivo (in gran parte è scritto in prosa) e vissuto, che si fanno dei salti sulla seggiola, leggendolo. Come in questa versione tutto è unito, e con quanta cura sono stati lavorati, in seguito, i versi che sono apparentemente così semplici!
In questo frammento - per esempio - alla fine (dopo il grido di Mefistofele "È giudicata") manca il seguente "è salva".
Capisci quale passo smisurato nella concezione goethiana della vita significano queste tre parole?
Nemmeno il Coro pasquale esiste ancora.

Es war ein König in Thule
Einen goldnen Becher er hett
Empfangen von seiner Buhle
Auf ihrem Todtenbett

(Quanto ci apprendono questi tentativi). [È la prima versione della famosa ballata di Margherita del "Faust " (Prima parte. Sera - Stanza di Margherita). La versione definitiva fu tradotta anche dal Carducci (Fedel sino a l’avello - Egli era in Tule un re).]
Cara signora Gerda, à propos di Goethe, ho trovato qui un esemplare così magnifico dell’ultima edizione delle opere curata da Goethe stesso, in 55 volumi singoli, per il prezzo di l0 franchi! che l’ho presa, sebbene la possieda già...
Per via ho letto Carducci (per esercitarmi nella lingua italiana), che combatte contro moscerini e li prende a colpi di lira; - e un eccellente libriccino di Schopenhauer "intorno all’arte di scrivere e allo stile", nel quale inveisce in modo edificante contro i critici, e in questo concorda con Carducci. - ...


[Ginevra], 22 settembre 1913
Finalmente: splendido e fresco tempo autunnale... Domani proseguo, non so ancora per dove (in teoria mi immagino volentieri la libertà illimitata), ma è probabile che farò ancora una fermata prima di Bergamo. -
Mi sono dimenticato di scriverti che a Basilea sono sceso alla Stazione del Baden (tedesca) e che questa stazione è un edificio completamente moderno e monumentale. È costruito nel nuovo stile "greco", tutto piatto, senza ornamenti e senza capitelli, steso orizzontalmente e con una torre quadrata. È un’ottima costruzione. Quando scrivo "moderno", penso con tenerezza ironica a quella lettera di Liszt che dà notizia della facciata "moderna" della vecchia cattedrale di Ginevra, costruita secondo il gusto napoleonico. Allora disturbava Liszt, e per noi, oggi, è notevole da un punto di vista storico. Ad ogni modo: è bene che possediamo uno stile "moderno". Le lettere scritte tra il 1870 e il 1880 non potevano certo parlare di nulla del genere! -
Anche Arno Holz pensa di aver creato uno stile moderno. Mi sono lasciato convincere da un libraio a comperare il suo "Ignorabimus" e delle sue 200 pagine non ne ho potute leggere più di dieci... La sua prefazione finisce così: "Scritto nell’anno, in cui l’impotenza era l’essenziale"... Le insolenze oneste e rabbiose di Schopenhauer ("porco", a testa di legno, "ciarlatano", "imbrattacarte") non suonano mai volgari, perchè gli vengono dal cuore per amore di una causa che è più grande di lui...


(Milano), 24 settembre 1913
Sono arrivato qui prima delle sette di mattina di questo nuovo giorno. Ho approfittato dell’ora così bella per osservare "il risveglio della città". Ma qui non ha nulla che ecciti i nervi, si ha piuttosto l’impressione del - giocattolo che vien tirato fuori dalla scatola e che vien rimontato per benino. Poi il piccolo meccanismo comincia a muoversi in cerchio. - Tra Ginevra e Milano non c’è nulla per cui valga la pena di usare dell’ "arrêt facultatif ". Del resto il tratto è quasi troppo breve per un viaggio notturno. - ...
Tempo bello. Gli alberi già in veste autunnale, fresco, ma un fresco che mi permette di scrivere con la finestra aperta...
Forse parto già oggi per Bergamo, dove spero di trovare una tua lettera... A Berlino è certo molto bello ora!? Milano invece è "fredda". -...


(Milano), 25 settembre 1913
...Ho scritto a Serato e, mentre scrivevo mi venne in testa - dapprima senza che ci pensassi espressamente - la fine di una cadenza per Beethoven (per violino); poi il principio e, quando avevo già chiuso la lettera, anche il collegamento dei due tronconi. E così ebbi la cadenza completa (d’altronde solo in mente e senza pianoforte e persino senza carta da musica)...
Di libri ho trovato un bellissimo Novellino, Ginevra, 1765, su carta gialla, rilegato in pergamena; "Les nuits d’Young" [Edward Young] con due rami su disegni di Deveria, un "Don Chisciotte" con incisioni su disegni di Horace Vernet, la prima edizione delle "Novelle" di De Musset. - Il "Novellino" di Ginevra non l’ho comperato a Ginevra, ma qui. Il Goethe dovrebbe esser già arrivato a Berlino. Di fuori molto invecchiato, ma internamente stupendo, legature originali che sarebbe meglio conservare...
Parto nel pomeriggio per Bergamo e probabilmente (tra altri due giorni) per Bologna. Se avessi là una persona, con la quale poter parlare in confidenza, e che mi "conoscesse": mi sarebbe molto più facile. Serato o Tagliapietra andrebbero già molto bene. Forse farò venire per un po’ il Brugnoli. - Ieri ho visto passare Boito, in carrozza. Nessun altro...


Bergamo, 26 settembre 1913
Mi sembra già strano scrivere in tedesco. - Sono arrivato qui subito dopo il tramonto, l’entrata in carrozza in città è stata piena di impressioni fantastiche, inverosimile e il tempo sembrava tornato indietro - come con la Time-machine
[Macchina del tempo] di Wells o come nelle "Soprascarpe della felicità" di Andersen. - Quassù, questa mattina, nella biblioteca di Augusto [Dott. Augusto Anzoletti] è bello e chiaro; guardando in giù si vede solo quanto è più vicino, guardando dritto fuori si ha la vista la più ampia: è una stanza da lavoro ideale -- la mattina... Ed è stato magnifico trovare la tua lettera. Le altre lettere erano tutte più o meno indifferenti...
Pfitzner domanda se suonerò il suo "Trio" e se può avere la partitura del "Nocturne Symphonique". Avrà detto alla signora B. con un sospiro da martire: "Andrà a finire che io eseguirò il pezzo di Busoni e che egli non suonerà il mio Trio". - Ma avverrà il contrario, perchè io suonerò il suo "Trio" il 12 gennaio e mi guarderò bene dal dare a quella rozza orchestra il "Nocturne", che è un pezzo tessuto di fibrille nervose. -...
Tutto considerato, gli anni dai quaranta in là sono stati i migliori per me. Mi sento più forte e meglio dotato, ho più successo e sono più indipendente...
La vita che si conduce qui, senza speranza che nulla avvenga, senza previsione che nulla muti, senza compagnia, senza donne - quando il lavoro della giornata è finito e la sera cade come un sipario e sopraggiungono le tenebre; - e la mattina seguente comincia di nuovo come mille altre mattine e procede verso la millesima sera vuota, solitaria, buia -- nonostante la bellezza e la singolarità di questo posto: si deve diventar qui il più inferocito dei solitari! -
Ma è piacevole passarci un paio di giorni, con questo bel tempo autunnale: eppure la giornata sembra lunga, soprattutto se mi alzo - come oggi - alle 7 di mattina. -
Mi rallegro all’idea della tua prossima lettera e ti ringrazio per quella precedente...


Bergamo, 27 settembre 1913
Se penso a certi particolari della mia infanzia, mi accorgo di esser stato un ragazzo intelligente. Avevo un teatro di burattini, grande e bello - a dodici anni - con una scena abbastanza straordinaria che rappresentava una città. Mi piaceva molto, ma mi faceva malinconia. Cominciai a chiedermene il perchè e ne trovai anche la ragione. - Perchè non vi passano punte persone. - Qui a Bergamo ho dovuto ripensare a quella scena. - Questa città ha un’estensione insospettata. Ieri dalla casa di Anzoletti alla fabbrica, camminammo per ben 35 minuti, sempre tra le case e per strade di periferia.
Abbiamo assistito alla "colata", è un bello spettacolo. Il ferro fuso, i riflessi, le figure degli uomini che si muovono nella penombra, i forni e le ruote fantastiche: nello sfondo porte aperte e dietro paesaggio soleggiato. È un piccolo regno interessante quello su cui regna il nostro amico.
[Emilio Anzoletti] -
La sera salimmo ancora per 20-25 minuti oltre la casa, a un’osteria Belvedere. - Dopo la parca cena avevamo fatto le 8 1/2, cioè notte completa e solitudine perfetta. - Ci immergemmo ancora nel "tumulto" della città bassa nuova, dove ci sono dei caffè e persino un teatro di varietà.
A teatro il pubblico era di soli uomini, cosa che ricorda un po’ il West americano. Nonostante sieno tutti attratti da quelle poche sciantose spelacchiate, si danno un’aria indifferente e superiore e non guardano quasi il palcoscenico. - Queste arie di superiorità e questo modo di fare blasé che si trovano in Italia, sono, a dir vero, una caratteristica provinciale, unita a difetto di innocenza.
In confronto a Bergamo, Ginevra, per esempio, è assolutamente "calìa", ma molto più "di mondo". - Naturalmente la divisione dei sessi porta la colpa di molte deficienze, in tutto il regno. -
Ieri mi sono proprio stancato, siamo stati in giro dalle quattro alle undici di sera. Alle 11 abbiamo preso un’automobile alla stazione, ed è stato di nuovo un percorso fiabesco sui bastioni e per viuzze, in cui l’automobile non trovava quasi posto per passare. Durante tutto il percorso non abbiamo incontrato letteralmente anima viva. – Un "pendant moderno" di Bergamo è l’americana Pittsburgh; non potrò mai dimenticare le quattro miglia di automobile su per la montagna per arrivare alla città dei ricchi. In basso fumavano le ciminiere, sempre più in fondo, sempre più numerose, e si ammucchiavano i tetti: là abitano i "Morlocks"; in alto trovammo aria pura, edifici di marmo, parchi e ozio. - Mi tornò anche in mente la bella serata teatrale di Varese, due anni fa, con l’illuminazione a candele, le belle signore di provincia e il solenne atteggiarsi a serata di gala unito a tanto pacifico benessere. -
Questa lettera è fatta di reminiscenze; se si abitasse qui, si scriverebbero le proprie Memorie. -
oggi è nuvolo. Dicono che col tempo chiaro si può vedere il Duomo di Milano...
Ho aspettato inutilmente la posta; qui se ne dipende più che altrove. -...


Bergamo, 28 settembre 1913
Oggi prendo congedo dalle mie vacanze, mi rallegro di riprendere il lavoro. Ieri avevo un grande "trak", come prima di un concerto importante, me ne sentivo addirittura malato.
Abbiamo visitato l’ospedale di Augusto e un istituto di "arti grafiche", che prepara ogni sorta di stampe artistiche e a colori. Negli ultimi giorni sono giunto alla convinzione mostruosa che gli Italiani (ora) non sono un popolo dotato di senso artistico.
Leggono, ascoltano e vedono male; costruiscono brutte case, ammobiliano male le loro abitazioni, sono ignoranti in tutti questi campi e subiscono influssi cattivi o non ne subiscono punti e tirano una grossa linea divisoria tra quello che è storico e quel che è presente...
Gli uomini riconoscono sempre più chiaramente che nulla ha durata e che ogni cosa deve venir calcolata per l’istante passeggero; perchè allora la grande importanza che si dà al far danaro? In questo caso vien meno la loro facoltà di riconoscere, come succede al noto stolto di Cervantes. -
Una domenica grigia - ieri sera ci ritirammo in casa alle 8 e ho dormito male; non è allegra l’Italia.
Prendi questo come "diario"; domani vi scriverò qualche cosa di più bello...
(Sto meglio).
Anzoletti ha letto lo schizzo dell’ "Arlecchino" e gli è piaciuto. - Anfossi
[Giovanni, pianista e compositore] ha detto a proposito della "Sonatina seconda" che io non so quel che faccio (" --- creda a me").


(Bologna), 2 ottobre 1913
Sole, silenzio, chiostro, fontana, qualcuno fischietta una canzoncina nella casa accanto; poi di nuovo nuvole che velano il sole, non si vede anima viva. Vicino a me, nella stanza attigua c’è il letto napoleonico di Rossini, sonnecchia la sua parrucca - di chi saranno stati quei capelli? - La vecchia portinaia, grassa, bonaria, canuta e baffuta, mi ha salutato con le braccia alzate: Benvenuto, Signor Direttore, Lei, che è amato da tutti - - ! [1]
Il portiere, bell’uomo, ancora robusto, mi ha conosciuto ragazzo: l’ho conosciuto giovinetto, e ora è diventato tanto grande [1] -- ! -
Da ieri sono molto affaccendato, visite, amministrazione, programmi di concerto. Da otto giorni mangio quotidianamente fichi. (Devono venir mangiati quasi appena colti). -
I pianoforti sono sistemati. - Forse potrò abitare nell’edificio del Liceo. -
Si dice che Foscolo abbia scritto che tutto quello che si può acquistare col danaro ha meno valore del denaro stesso; ha più valore del denaro ciò che per danaro non si può avere. Dovrebbe venir inciso in lettere d’oro sullo zoccolo della Statua della Libertà a New York, N.Y. - U.S.A.
Sono molto distratto. Ancora mi manca il raccoglimento.
Di gran lunga troppi uomini, punte donne.. .
La gente sta appena rientrando un po’ alla volta in città, dalle campagne... [1]
Vedo dal calendario che domani e dopodomani sono giorni di vacanza. - Qui, invece delle date, si dicono i nomi dei Santi. Domani (scusa: dopodomani! non è il 4 ottobre, ma "San Petronio"…
Ieri ho fatto visita al Sindaco nel pomposo Municipio. La grande scalinata è quasi piana; in altri tempi vi si saliva a cavallo. È come se si andasse a Corte.
Ho trovato, per andare dall’albergo al Liceo, una via laterale, una via traversa, una via paurosa, che mi fa evitare gli incontri. È una via curiosa, vecchia, stretta, tortuosa: in androni senza finestre di certe case indescrivibili si vedono donne (cocottes) accoccolate insieme come capre nella stalla. - Via dell’lnferno
[In italiano nel testo] è il nome che il popolo dà a questa strada. -
Imparo il boulogneis
[sic].
Scusa lo stile di cronaca.
Che bellezza che tu sia a questo mondo, cara Gerda...


Bologna, 3 ottobre 1913
Una città senz’acqua e senz’alberi sarebbe quasi un unicum; se le città vicine (fino a Modena) non fossero costruite tutte secondo lo stesso "stampo".
[In italiano nel testo] Tanto più meraviglioso appare il paesaggio. Che linea! che ricchezza di forme! che abbondanza di vita! - Abbiamo fatto ieri, i due Anzoletti e io, una gita in automobile per arrivare su a S. Vittore, per delle vie traverse.
Una bella gita! Su e giù per le colline (è un terreno ondulato come un mare) e per sentieri coperti d’erba, tanto che l’autista si voltava verso di noi con aria interrogativa. -...
Siamo passati davanti a ville monumentali; due di queste portano il vecchio nome aristocratico Mazzacurati, che viene da Ammazzacurati.
Sì, assassinavano e rubavano, ma "nessun uomo è perfetto" canta Heine...
La sera qui è un affar grave, devo ancora trovare la maniera di impiegarla.
Se ci si ritira in casa, verso le 11 (quando tutto sembra ormai morto), quando si è a letto, si vien sorpresi e disturbati da una quantità di rumori. Credo che sia proprio il grande silenzio a far sentire ogni rumore. -
Sono fissati tre concerti orchestrali: sono quasi decisi gli inviti a Serato e a Petri e l’esecuzione della "Faust-Symphonie". Nessuno la conosce qui, come non è conosciuto il "Concerto per violino" di Brahms. - Penso che l’ultimo programma potrebbe essere:
Ouverture del "Freischutz"
Frank, "Les Djinns"
Liszt, "Rapsodia spagnola
Liszt, "Faust-Symphonie".
Tutto nuovo per Bologna. -
Non faccio ancora niente, sebbene scriva 5-6 lettere ogni giorno, abbia abboccamenti, faccia progetti. -
Non è che io ti esorti con impazienza a venire quaggiù. Mais, nous verrons!
Grazie per la bella lettera, in ogni occasione penso a te, e sempre del resto...


Bologna, 4 ottobre 1913
Le tue lettere sono rinfrescanti, autentiche e vive, come sei tu sempre. So che ti scrivo in forma astratta e come se tenessi una conferenza: ma ti devo dire tutto quello che mi passa per il capo, e rifletto molto. Le "cose del mestiere" le scarico qualche volta su Egon. Eppure tu sai (e tu più di tutti) che il sentimento non mi manca. Non è vero, cara Gerda?
Appunto ora arriva la tua cartolina da Weimar; mi fa piacere vedere che intraprendi qualche cosa anche senza di me. C’è solo un piccolo tratto per arrivare alla Wartburg (Eisenach). Qui mi mancano codesti lussureggianti paesaggi autunnali. - Che sia troppo tardi per potermi ritrapiantare qui? - Vedo con troppa chiarezza e, per compiere certe cose, devo fare uno sforzo su me stesso. -
Mi è stato raccontato che la vecchia Regina [Margherita] si è espressa con molta vivacità sulla mia arte. -
Queste righe ti ritroveranno, penso, a casa? - Sta’ allegra. Ti voglio bene. (Anche Benni
[il figlio Benvenuto] ti capisce ora in tutt’altro modo). Augusto, il solitario, mi ha aiutato molto. Purtroppo tra pochi giorni deve tornare sulla sua isola. -


Bologna, 5 ottobre 1913
...Non vedo ancora chiaramente come posso distribuire il mio lavoro e portarlo a compimento, ma troverò.
Qui è impossibile lavorare di sera e ho rinunciato all’idea di dormire al Liceo. Perchè non v’è luce e in tutto il piano non abita nessuno ---
"ad eccezione di alcuni ratti, topi, di qualche civetta, affermano a ragione: nessun essere vivente"
[Citazione dalla Sposa sorteggiata]
Dovrei attraversare a lume di candela la grande sala e l’enorme corridoio e sopportare poi la vicinanza di quel vuoto nero. A tutte le pareti sono appesi tanti vecchi signori e alcuni, a giudicare dal loro aspetto, non invitano affatto a farne una conoscenza più intima. C’è un nano soprattutto che mi è fatale; e penserei che mi dovesse venire in camera con la parrucca di Rossini in testa e mi dovesse dar da suonare il suo rotolo di musica. E subito accanto c’è la Biblioteca, che tace e che tiene stretti e ben ordinati i suoi vecchi, noiosi e inutili libri; vi è una spinetta --- se si mettesse a strimpellare da sé... ?
Un bicchiere di vino di troppo prima di andare a dormire, e potrei perdere in una notte tutti i miei capelli. - Ma l’Italia non ha fantasmi, il fantasma è qui quasi altrettanto sconsacrato e ridicolo, come in Wilde. (Penso che sia addirittura un errore, da parte di Mereskovski, di far uscire da un camino una strega italiana; questa è l’abitudine tedesca alle streghe).
No, gli Italiani sono "matter-of-fact", vedono le stelle chiare e tonde senza raggi e quando assassinavano non avevano paura dei "revenants". Assassinare era un affare sicuro, se si voleva aver pace. Con ciò terminavano i fastidi; mentre nelle storie tedesche di assassinio i fastidi avevano inizio per l’appunto dal momento in cui la persona era stata ammazzata. Invece qui sembra che si abbia tanta più paura dei vivi.
- Sì, hanno tutti paura l’uno dell’altro...
Augusto sostiene sempre la teoria che le persone migliori non si pongono in evidenza; proprio perchè sono troppo sagge per farlo. -
Oggi è arrivata la tua cartolina da Eisenach; spero (e credo di poterlo dedurre da quanto scrivi) che ne hai avuto un po’ di piacere...


Bologna, 6 ottobre 1913
Ieri sera con Anzoletti, estremamente interessante, abbiamo parlato di poesia, di lingua, di medicina e di tante altre cose. Che bella intelligenza!…

7 ottobre, mattina
...è arrivata la signora Jella in "good spirits" [di buon umore], le ho mostrato Santo Stefano e sono stato straordinariamente preso anch’io dall’austero misticismo e dalla forma di questo edificio, in cui l’altare sta come in una custodia. Questo altare che congiunge in un’unica linea altare, pulpito e due scalinate di lunghezza diversa è come una composizione musicale; severo e aggraziato insieme, bello di materia, caldo di colore, è il vero simbolo della funzione a cui è destinato ed è di foggia unica --- forse solo Bach, e nei suoi momenti migliori, arriva a qualche cosa di simile nella musica.
Fede - schiettezza - perfetto adattamento della forma alla funzione questi momenti sono andati perduti! ...

Pomeriggio
Trecento o più anni fa accadde a Bologna il seguente fatto: un giovane bolognese attaccò lite, in istrada, con un giovane straniero e fu da questi ucciso in duello, sul posto. Lo straniero si rifugiò in una casa, il cui portone aveva ceduto alla sua spinta, salì le scale e si trovò, arrivato in cima, davanti a una nobildonna; cadde in ginocchio e chiese protezione (confessò il suo misfatto) e la dama gli offerse un sicuro nascondiglio negli appartamenti interni della sua casa, e gli giurò di aiutarlo a salvar la vita. - Poco dopo si presentò un drappello di guardie, richiese il fuggiasco, perquisì la casa, ma non trovò nè una risposta nè il ricercato.
Allora il capitano disse ad alta voce: Questa signora non deve sapere che colui che si nasconde è l’assassino di suo figlio. - Con rapida ed eroica decisione la dama continuò a negare, congedò la giustizia, si recò dallo straniero e gli disse: Tu mi hai preso mio figlio, ora, al suo posto, mio figlio dovrai essere tu. -
In ricordo di questa azione, la strada fu denominata, in seguito, Strada Pia, della misericordia. - Trovo questa cronaca semplice e bella e più bella dei soliti drammi a triangolo, col marito ingannato. Se ne potrebbe fare un buon lavoro in un atto. -...


(Bologna), 10 ottobre 1913
...Marinetti afferma in un "manifesto" l’importanza del Varietà, quale vero teatro futurista. -
Io penso: il Varietà è la vecchia fiera, con la differenza che nella fiera le diverse esibizioni hanno luogo contemporaneamente in posti diversi, nel Varietà in un posto solo, successivamente. - ...
Questo diario languirà, ho paura, per mancanza di materiale. - Ma oggi vi posso annotare ancora una buona notizia. Ho visto ieri una villa che mi è piaciuta molto...
Fuori Porta Maggiore, la strada che vi conduce, continua in linea retta nel sobborgo. Sono quasi solo muri con "portici", sempre portici e sempre diritto, come certe illustrazioni di "Nemo in Slumberland". Se si entra nel portone del N. 55, si trovano, dall’altra parte del muro, giardini e campagna, vasta e libera fino alle ultime colline. È proprio la situazione del racconto di Wells: "The door in the wall"
[La porta nel muro]. È di una bellezza sorprendente! La casa non è un "villino" e nemmeno un castello, ma una villa signorile. Ti piacerebbe, e si può avere. Se la casa è a posto anche all’interno, la prenderò.
Il mio progetto sarebbe all’incirca questo. Passare qui la primavera e l’autunno, viaggiare d’inverno e stare un po’ a Berlino (Natale e gennaio). Ma il luglio e l’agosto (me l’ha detto anche il giardiniere) non sono sopportabili qui e desidererei perciò molto di continuare il mio lavoro estivo a Berlino, e vorrei poter godere di questa felicità, che mi è necessaria, prima di essere decrepito. Mi mantiene giovane, altrimenti crollo prima del tempo. - Per far questo dobbiamo conservare un appartamento a Berlino. Credo che tutto ciò sia fattibile e vorrei sentire la tua opinione.
Forse le cose si metteranno molto bene e anche secondo il tuo desiderio. Quindi rallegriamoci, cara Gerda, tu e il tuo
Ferruccio.


(Bologna), 11 ottobre 1913
...Ieri mi ha fatto una visita il nuovo Capo Banda
[In italiano nel testo (sic)] (dirige la banda che sostituisce qui la musica militare); è un giovane napoletano, vivace, sveglio, simpatico. Costituisce un piacevole contrasto con questi polverosi bolognesi, che sono così vecchi, come le loro istituzioni.
Pareva venisse da un altro mondo. Qui c’è molta dignità senza forza di agire; quest’uomo mi ha fatto l’impressione di essere proprio "moderno", nel buon senso della parola. - ...


(Bologna), 15 ottobre 1913
...Son state qui or ora parecchie persone con richieste diverse...
Benchè abbia in mano molte cose, è difficilissimo combinare qualche cosa. (È come se mi si regalasse un’isola e mi si levasse la nave per andarci).
1. La direzione del Conservatorio.
2. I concerti della Società del Quartetto.
3. Una nuova rivista musicale, che sta a mia disposizione.
4. Un seggio nella Commissione delle rappresentazioni teatrali.
Quest’ultimo è il punto più disperato, perchè tutti tremano davanti a Ricordi ed egli comanda.
Improvvisamente fa freddo e c’è il sole, dopo una settimana di scirocco, che mette a cimento lo stomaco.
A ben rivederci presto e ogni benedizione...


(Bologna), 21 ottobre 1913
...Bologna non è molto diversa da Trieste, dell’estero si conosce quel che capita proprio per caso, e si confonde Sudermann con Ibsen. Inoltre la situazione è qui al punto in cui era trent’anni fa e si fanno e si dicono le stesse cose, e S. Petronio è sempre incompiuto, come dico già, secondo il proverbio. - ...
In questi giorni era qui Marconi, che è bolognese; ha perso un occhio in un incidente automobilistico.
Il "vedere senz’occhi" non potrebbe essere anche un’invenzione possibile? Io credo possibile ogni cosa, finchè non è dimostrato il contrario! - Il sentire senza orecchie esiste pure in musica (quando la si legge)! -
Mi sono accorto che in sogno non fumo e non bevo mai. - Il meccanismo del sogno non è stato ancora completamente spiegato. Ho incominciato a studiarlo una volta e ho ottenuto un risultato. Se si sogna qualche cosa "che non ha fine", è soltanto perchè non si ha alcuna idea nuova. Sogno di viaggiare, e questo viaggiare dura finchè non mi viene un’altra idea. Ma in cinque secondi si può pensare un tratto lungo quanto si vuole!...
Un bellissimo arrivederci, cara signora Gerda...


(Bologna), 23 ottobre 1913
Isadora Duncan, dopo essersi annunciata con un telegramma da Viareggio, mi ha ricevuto ieri, alle cinque. Sai che sei mesi or sono ha avuto l’inimmaginabile disgrazia di perdere i suoi due bambini, che sono affogati insieme. È una cosa infinitamente dura e seria e ne deve soffrire molto. Tuttavia - quando mi disse che ora si sentiva puro spirito e che un mese prima della catastrofe vedeva svolazzare di continuo tre uccelli neri nella stanza e che questi uccelli erano considerati anche nell’antichità messaggeri di disgrazia - quando disse questo ed altro, dovetti pensare a D’Annunzio, che mi assicurava, sorridendo soddisfatto, di essere infinitamente infelice. -
Mi disse che non poteva più "veramente danzare", ma vorrebbe rappresentare simbolicamente qualche soggetto religioso e "fare alcuni movimenti coll’accompagnamento di cori di Palestrina". - Benedetto Iddio! -
Il genio futuro - pensa Isadora - sarà un danzatore divino, che comporrà per se stesso e che colmerà così l’abisso che permane ancor oggi tra musica e danza.
Suo figlio - che aveva solo tre anni - avrebbe mostrato la predisposizione a diventar questo genio. -
L’avevo appena lasciata, che già mi scriveva una lettera. - ...
La stessa sera ero invitato dai Borgatti. La Renata mi ha fatto bene, dopo quell’altra. -
La casa è ricca, chiara, nuova, fredda e priva di senso artistico. Alla fine Borgatti cantò due scene del "Parsifal", in modo eccellente. La Renata accompagna come una giovane cavalla, ma è lei che fa tutto e che tiene le redini. - C’era anche Respighi. È spiritoso. Si parlava di un’operazione con la quale si era sostituito un dito mancante alla mano di un tale col dito di un suo piede. Respighi disse: se quel tale ora dà uno schiaffo, veramente si tratta di un calcio. - Si sposa. - Gli dissi: La vita è corta, il matrimonio è lungo. -
A Bologna passano i giorni, non le ore. - ...
Ho visitato una chiesa che serve da palestra. Con poche modificazioni se ne potrebbe fare la sala da concerti che manca. Ho già fatto il progetto e l’ho messo per iscritto. L’insegnante di ginnastica "professore", mi accolse dicendomi: "che aveva già avuto un’altra volta il piacere di disturbarmi ". - La chiesa, insignificante come tale, sarebbe straordinaria come sala da concerto. Da questo ci si accorge di quanto dev’essere più elevata l’architettura di una chiesa. -...
Da Motta mi ha scritto una lettera molto simpatica e calorosa, che mi ha fatto proprio piacere. - ...


Bologna, 26 ottobre 1913
...Venerdì sera un candidato alle elezioni ha parlato da una tribuna sulla piazza prospiciente il Municipio davanti a migliaia di uomini. Era uno spettacolo bello e di carattere antico.
In queste ultime settimane le elezioni hanno resa inquieta la città e si vedevano in giro ancora più uomini del solito.
Tutta la settimana è stata occupata dagli esami, al Liceo. Mi ha colpito quanto sono più carine e attraenti le ragazze che studiano canto; lo strumento "innato" fa sì che si atteggino in modo del tutto diverso dalle pianiste... La scuola di archi è eccellente. -
In questa città c’è una grande discordanza tra le facciate delle case e la gente che gira per le strade. (Come la sala da Wertheim, con l’emporio di calze e le ragazze di Wertheim)...
Hai visto a Berlino la rappresentazione del "Faust" con le marionette? Se si dà ancora, valla a vedere per me. - ...
Qui c’è stato Fregoli, "si ride". -
Ti ringrazio di cuore per le tue buone e care lettere piene di comprensione. I giorni in cui le ho ricevute, sono sempre stati i più belli.
Ti vedrò tra breve e ti bacio...


[Bologna], 28 ottobre 1913
Dovrò certo restar qui tutta la settimana, sebbene non so come potrò poi venir a capo di tutto; sono estremamente irrequieto.
E, ti prego, preparati a venir con me in Russia, altrimenti mi sembrerà proprio di essere senza patria. Cioè, non te lo comando; ma pensa che è anche il tuo desiderio. -...


(Tours), 30 gennaio 1914
Sono venuto da Nantes a Tours per prendere il treno diretto Paris-Bordeaux e avevo due ore da aspettare qui...
Dal punto di vista dell’architettura e del paesaggio un fascino grandissimo, molta animazione - tempo primaverile - un albergo "modello" tutto ciò ha fatto sì che mi sono deciso subito a passare la notte a Tours...
Questa città è una meraviglia, tutta la regione è piena di castelli - per via ho toccato Angers, Saumur, - e questa cattedrale -- !
Per alcune ore sono stato molto felice...

(Heidelberg), 8 aprile 1914
Mi sono svegliato stamattina, a Heidelberg, con la mente chiara e di buon umore: - ma in compenso sarà necessario che faccia il viaggio fin laggiù senza interruzioni. Ho letto una storia di furto di gioielli e mi è saltato agli occhi, come mai finora, che "possesso" è un concetto vuoto e senza senso.
Queste pietre famose che hanno un nome e una storia, vengono ereditate, regalate, rubate, portate, conservate nella cassaforte – ma tutt’al più sono loro a possedere le persone con la responsabilità e il pericolo di cui le caricano; generazioni scompaiono e le pietre sono indistruttibili, non vanno mai perdute ed esse visitano, per così dire, a turno, la gente.
Lo stesso avviene col "possesso" fondiario e con i castelli; la gente vi cammina, vi entra e vi esce, ma deve lasciarli; fondi e castelli continuano ad esistere.
Se le pietre visitano gli uomini, fondo e casa ricevono le persone che si credono i proprietari. Hauptmann [Gerhart] cerca di rendere palpabili questi pensieri in Schluck und Jau. Ma l’unico che riesce proprio a possedere è l’Ebreo di Hebbel che inghiotte il diamante.
Rückert dice della moneta d’oro:
A chi la possiede, non serve a nulla;
e colui, al quale servirebbe, vi rinunzia.
È immaginazione da parte del dott. Von Hase se crede di possedere la casa Breitkopf & Härtel. La casa lo possiede tutto intero, egli ne è prigioniero.
Al proprietario appartiene solo il diritto negativo, di poter distruggere e anche questo unicamente nel caso che le conseguenze riguardino lui solo…
Tutto considerato, questa è l’epoca migliore della mia vita, guardo con fermezza e giocondità verso il futuro e sono felice che tu partecipi a tutto. -…
Aspetto dalla libreria "Atlantic" la nuova edizione del "Nouveau monde"… A giudicare dal prospetto, il libro tratta purtroppo dell’America e non (come ci si potrebbe aspettare da Villiers) di un mondo ideale…
(Sono curioso dove andranno a prendere una nuova "Aida" per l’apertura del canale di Panama!)…

(Bologna, Hotel Baglioni)
13 giugno
Ieri, alle cinque, mi sono deciso, "su due piedi", e mi sono trasferito qui. Il soggiorno nella villa da solo mi era impossibile, o almeno così difficilmente sopportabile, che aveva un effetto dannoso sul mio morale e, di conseguenza, anche sul mio fisico. - Il ritorno a casa la sera, che richiedeva ogni volta uno sforzo di decisione, mi portava sempre più innanzi nella solitudine e nelle tenebre...
Come sono andato a letto contento ieri sera, come mi sono svegliato allegro oggi!
Mi sento già quasi in viaggio...
Nel preparare l’edizione di Bach, mi hanno dato grande gioia quattro composizioni brevi che Bach intitola Duetti. Li suonerò in pubblico, perchè sono così maturi e su un piano così elevato, come le ultime "Bagatelle" di Beethoven. - Si scoprono sempre cose nuove in Bach... Il mio metodo di preparare le "edizioni di Bach" si è mutato e la seconda parte del "Clavicembalo ben temperato" potrebbe essere notevole se mai arriverò a compierla. - Del resto, quanto più tardi la comincerò, tanto avrà maggior valore e tanto più esperienza potrà rispecchiare. -
Abbiamo avuto tre giorni di sciopero: tutti i negozi chiusi, i giornali non sono usciti, la posta non è stata distribuita, i fili del telegrafo sono stati tagliati, le rotaie della ferrovia divelte ci sono stati - più a sud - scontri e persino dei morti --- mon Dieu!--- anche il marito della Francesca ha fatto sciopero, ma - quando gli ho domandato perchè - non me ne ha saputo dire la ragione!...
L’Augusto-dottore si è preso le cosiddette vacanze. - Ma soffre di più di dover interrompere le sue abitudini, di quanto non gli riesca di godere della indipendenza. (Conosco questo stato per esperienza personale)....

(Bologna), 15 giugno 1914
Nel frattempo è arrivata la tua buona lettera e la busta con i giornali. Prima Richard Strauss era troppo "per loro" e ora che lo accettano, essi pretendono quasi minacciosamente di più... In tutti i tempi ci sono stati i fanatici di una fede passata. Un potente esempio quel Giuliano "l’apostata" che Ibsen ha ricreato nel suo dramma. L’esasperato Dottor Anti-Miracolo si riproduce sempre, singolarmente o in gruppi.
A proposito, proprio questa mattina ho trovato nei "Nouveaux Contes cruels" [1] un’altra versione della storia del "Miracolo". È completamente diversa dalla "Leggenda" di Gottfried Keller, nient’affatto borghese, più breve e più forte, in sette pagine di stampa...
Poichè non ho detto a nessuno che abito al "Baglion", nessuno mi trova; sono nascosto così bene come la lettera aperta sul tavolo della novella di Poe. - Grazie a Dio sto meglio. Il soggiorno all’albergo mi dà già la sensazione di essere in viaggio e oggi comincia l’ultima settimana. -
In una novella di Villiers de l’Isle-Adam un diabolico abate tradisce "le secret de l’Eglise". Il Purgatorio (egli dice) non esiste! - Cara Gerda, so che non è così!
Ma come in America non mi sentono mai suonare come posso suonare (perchè il paese me lo impedisce), così qui non mi hanno mai, nemmeno quando sono tra loro; perchè l’ambiente mi porta a pensare, a parlare, ad agire diversamente da come lo posso fare nel mio ambiente. - È il continuo malinteso... basta.
Devo fare ancora un progetto per il futuro e, per farlo, devo essere a casa. - Se non altro per questa ragione sospiro quel momento e sono curioso di vedere come riuscirà il consulto con me stesso, come sarà il seguito, dove mi porterà il nuovo "scossone". -...

[1] Di Villiers de l’Isle-Adam.

(Bologna), 17 giugno 1914
...Se sono a lungo in un posto, lontano da casa, ho la sensazione di esser lontano da me stesso e come se dovessi rientrare in me. Da ultimo nel posto estraneo sono solo col corpo, che trascino a fatica.
Ancora solo pochi giorni! Ma anche la sensazione di aspettare dei giorni, solo perchè passino, è demoralizzante...
Per il resto sono in una serena aspettativa ---

(Bologna), 21 giugno 1914
È oggi che incomincia l’estate? - Per me sì, perchè è giorno di chiusura della scuola. Domani voglio partire...
Ieri è stato da me Vollmoeller per una mezz’ora, fra due treni. In quella mezz’ora sono stato un altr’uomo. Si poteva parlare delle cose, senza dover prima spiegare quel che sono queste cose. Si vedeva sotto di sé la prospettiva a volo d’uccello, senza dover prima risalire il monte.
Qui, per esempio, il teatro è una faccenda importante per tutti. Eppure non ho trovato ancora nessuno che abbia saputo, né capito - che cos’è un teatro stabile in Germania. Ho tentato di spiegarlo due o tre volte, ma ho visto di fronte a me solo bocche spalancate e occhi fuor dell’orbita, ma nessuna comprensione. E neppure il desiderio di penetrare meglio il problema. (E questo è solo un esempio). Restano troppo chiusi nel paese. Si indeboliscono vicendevolmente discutendo sulla loro propria situazione. Tutto diviene personale e va a finire in "relazioni personali". Vollmoeller è stato tre mesi in America e ne è tornato fresco e vivificato. (Non vi ha suonato il pianoforte!). - Sai che anch’io vorrei provare l’America senza tournée...
Forse mi tratterrò due giorni durante il viaggio. Arriverò dunque giovedì o venerdì...
Un altro capitolo chiuso.
Al più bell’arrivederci...

1915

[A NEW YORK]
(Chicago), 27 marzo 1915

Sono arrivato qui già oggi e sono in buona disposizione - relativamente. Considero i prossimi giorni un isolamento e raccoglimento necessari. -
Kansas City è una città (?) che, nonostante la sua grandezza, è ai suoi primi inizi, costruita senza alcun piano e incompiuta in tutte le sue parti. All’aspetto non hanno ancora pensato; il tono e le usanze sono pretto Wild West, per quanto abbiano smesso di portare la pistola. Ma si ha l’impressione che vi si sia radunata una società umana, che è ancora libera dalle vanità sociali e tende a uno scopo comune: porre delle basi solide, e che per il momento, non si preoccupa d’altro...
Wells, nel suo eccellente libro "In the days of the Comet" [1], che ho portato con me, mi ha confermato quanto sia pesante ed errato tutto il nostro sistema di vita. - In questo libro delinea un quadro magistrale della assurdità delle nostre condizioni, considerate dal punto di vista di un tempo futuro, dopo che una cometa ha rasentato la terra e ha pulito l’aria chimicamente. Questa pulizia - che uccide tutte le sostanze velenose - ha come conseguenza che l’umanità acquista chiarezza e pensa rettamente. In questo libro, scritto nel 1906, Wells descrive profeticamente la guerra presente e la condanna con le espressioni più decise!
E ora anch’egli è "stupidizzato sistematicamente" ed è un fanatico guerrafondaio! -
E l’Italia finirà col parteciparvi - ne ho sempre avuto la sensazione - e non se ne vedrà la fine --- !
Ah, cara Gerda, non è mai stato nelle mie abitudini lamentarmi dei "tempi difficili". Io credevo che tutti i tempi fossero eguali - ma questo è peggiore. - Ogni uomo dovrebbe lottare con se stesso (è questo a cui si dà troppo poca importanza) e ogni paese avrebbe abbastanza da fare e da sacrificare per ripulir se stesso. - E la follia meccanica fa progredire tanto poco, è altrettanto micidiale e porta altrettanta infelicità quanto la guerra.
I grandi datori di lavoro sacrificano per i loro interessi personali centinaia di migliaia di esistenze umane non altrimenti che i guerrafondai. -
Se si spinge lo sguardo nel cuore del distretto industriale dell’Inghilterra, vi si vede uno spettacolo infernale quanto quello d’un campo di battaglia. Lavoratori e soldati hanno lo stesso destino, una situazione identica. - E le località che la gente benestante edifica artificialmente per bellezza e per svago, hanno un aspetto pietoso e risvegliano un’invincibile malinconia. -
E il sistema con cui oggi si "esercita" l’arte è falso e malsano. È un miracolo dell’essenza dell’arte se essa - nonostante tutto!- continua a vivere e a creare. In realtà è stato fatto di tutto per soffocarla.
A prescindere da queste considerazioni, che mi accompagnano sempre e che occasionalmente acquistano voce più forte, - sono oggi in uno stato di piacevole equilibrio d’animo. - Mi sono anche rassegnato all’idea che, per un certo tempo, non arriverò a lavorare; ma non può essere altrimenti... Ci se ne deve fare una "ragione" e aspettare e impiegare il tempo di attesa nel miglior modo possibile!
Vi vedo, voi tre miei cari, costì [1] occupati in compiti modesti e vedo che avete in voi la facoltà di "aspettare", come ogni europeo. Qui non si sa far nemmeno questo! ...
Spero nella tua lettera e abbraccio te e i ragazzi...

[1] A New York.

[A NEW YORK]
[Chicago], 28 marzo 1915

Ieri sera c’era concerto. Ci andai per dovere di cortesia - non so com’e stato, ma tutti sapevano già che ero qui.
1. Schumann, "Sinfonia in do maggiore". A parte due o tre momenti interessanti e alcuni attacchi che destano l’aspettativa, un pezzo tanto misero e pieno di buchi...
2. La "Ciaccona" di Bach trascritta da Middelschulte per orchestra d’archi e organo... Se si incomincia a combinare delle varianti in questo pezzo, ci sono tante possibilità per il contrappuntista, che gli rimarrà difficile dimostrare perchè ha scelto certe varianti piuttosto di altre. Inoltre mi indisponevano i signori violinisti che ogni volta che si presentavano i passi conosciuti, cadevano nel modo di suonare di David e di Joachim.
3. Il primo violoncello suonò un "Concerto per violoncello" di Molique.
4. "Amleto" di Ciaikovski. Pensa, per favore, Amleto e Ciaikovski. Bella combinazione. [1] Tutto era antiquato e senza talento. Stock stesso lo ha ammesso. - Il programma pareva, del resto, un animale con la coda di porco, la testa di cane e la schiena d’asino...
Dopo il concerto mi sono suonato per me (era già tardi e ho suonato sottovoce) le "Bagatelle" di Beethoven. -
Mi sono accorto che la "Ciaccona" non sopporta un grande apparato - perde di grandezza. - Ancor sempre la sua veste più omogenea è quella per pianoforte. - ...

[1] In italiano nel testo.

[A NEW YORK]
[Chicago, 30 marzo 1915]

...Mi tengo occupato tutto il giorno, leggo, medito, suono, mangio, all’occasione esco, torno subito a casa, scrivo, bevo tè, fumo.
Il libro di Wells mi ha portato in un’atmosfera tanto elevata, ma quando lo si chiude, è come se ci si risvegliasse da un bel sogno all’amara realtà. - Sono molto contento del concerto che darò qui.
oggi è il 30 marzo. - Quest’anno è stato crudele! - Innalzate i vostri cuori verso la forza eterna! - Affettuosissimi saluti e baci dal profondo dell’anima
il vostro Ferruccio.

[A NEW YORK]
[Chicago, 31 marzo 1915]

Ho ricevuto e ho letto con grande gratitudine e con grande gioia la tua lettera. Per quel che riguarda la fine della mia opera, [1] ho in primo luogo due motivi esterni.
1. Seguo la tradizione del teatro di marionette,
2. È una scena di effetto.
Ma, se voglio seguire la logica interna, questa conclusione è inevitabile. Quest’uomo è abbastanza saggio per poter avere leggi proprie; ma ha speso invano la sua saggezza: è colpevole di parecchi assassinii e, a dir vero, non ha al suo attivo nessuna buona azione.
Inoltre, il diavolo nelle vesti del Guardiano notturno è molto distante dal Male ed è trasportato nella sfera dell’umanità quotidiana, tanto che la situazione perde quasi il suo carattere simbolico.
Infine Faust stesso dice:
Se la vita è solo un’illusione
che cosa di più può essere la morte?
Così la realtà del concetto "diavolo" è talmente messa in dubbio, che perde il suo significato.
Che ha più da fare col diavolo il terzo atto? - Un uomo malato, disilluso e tormentato dalla coscienza, muore di un attacco cardiaco ed è trovato dal guardiano notturno. - L’ultima parola è anche: "infortunato" (e non per es.: "dannato" o qualcosa di simile).
Ma la ragione decisiva è che io sento così e in quello strano stato di sonnambulismo, in cui ho scritto tutto il lavoro, per così dire sotto dettatura, sono stato portato direttamente a questa conclusione - ...
Questa mattina mi sono svegliato esattamente nel momento in cui il disco solare usciva dall’acqua, proprio di fronte al mio letto. Aveva un aspetto inquietante e preistorico. -...

[1] Il "Dottor Faust".

[A NEW YORK]
[Chicago, 1 aprile 1915]
Alla prova d’oggi l’orchestra mi ha salutato con un rumoroso accordo. [1] Per domani hanno aumentato i prezzi e il teatro è esaurito. - C’è stato un piacevole lunch con Stock, Middelschulte e Gunn. -
Gli agenti di concerto hanno risposto nello stesso tono di prima e così chiudo dopo il recital di St. Louis... Poi subentra un periodo di calma e dobbiamo pensare al da farsi...

[1] Era il 49.mo compleanno di Busoni.

[A NEW YORK]
[Chicago, 3 aprile] 1915

È inquietante che oggi sia già il 3 di aprile. Ma non ho perso del tutto il mio tempo a Chicago. Middelschulte e io abbiamo discusso parecchi problemi contrappuntistici che saranno utili per il "Clavicembalo ben temperato". Credo di aver fatto un passo avanti nel mio "Rondeau Harlequinesque". E ieri ho dato un bellissimo concerto. -...
I grandi industriali di Chicago, che fanno affari favolosi con le esportazioni in Europa, affermano di essere in grado di giudicare la situazione finanziaria europea a seconda delle commesse e dei pagamenti e asseriscono che, a quanto hanno potuto osservare dalle condizioni finanziarie, la guerra deve finire al più tardi in agosto.
Bene e male. Perchè nessuna delle parti contendenti sarebbe soddisfatta di una fine della guerra di questo genere, nessuna ne uscirebbe vittoriosa e il malanimo non sarebbe placato. Una pace senza preponderanza da una parte e senza riconciliazione, sarebbe una pace molto malsicura...
Ho riflettuto ancora sul "Faust" del Teatro di marionette e non posso fare a meno di ritenere che proprio l’ultima scena sia stata scritta di getto! - Nel quadro piuttosto realistico di questa scena il motto della riconciliazione sarebbe possibile solo in una forma: cioè che gli studenti, tornando indietro, trovassero il cadavere e che il guardiano notturno arrivasse troppo tardi. Allora trionferebbe Wagner, il famulus. - Questa soluzione non è abbastanza forte né abbastanza semplice. -...
Un giovane pianista di qui (Reuter) deve suonarmi oggi la mia "Seconda Sonatina". - Su Debussy si comincia a sorridere con condiscendenza e contro Wagner sta montando una reazione (a sua volta quasi ingiusta). Tra 10 anni starà al suo giusto posto e nessuno discuterà più. Such is history! [1]...

[1] Così è fatta la storia.

[A NEW YORK]
[St. Louis], 5 aprile 1915

La tua lettera e questa indescrivibile mattinata di sole (soprattutto lungo il fiume!) sono una bella accoglienza a St. Louis...
Le mie finestre sono aperte, il sole inonda ogni cosa, penetra dappertutto e fa uno spettacolo radioso persino di questo inestricabile e mostruoso cumulo di miseria estetica e umana... Sembra che questa mattinata debba annunciare un’epoca nuova e più perfetta.
Che occasione avevano avuto gli uomini di creare qualche cosa di bello su questa terra scoperta in epoca avanzata. E come se ne sono dimostrati incapaci. - Credo che non si possa costruire un paese, come non si può costruire una lingua.. .
Non riesco a procedere nella lettura dei racconti di Björnson; ma leggo con piacere il suo teatro. Anch’egli ha incominciato con drammi eroici di antico argomento nordico, - è passato poi al teatro basato sulla conversazione (in cui tutta la gente parla con tanta "naturalezza"!) ed ha finito col genere simbolico e astratto. In questa evoluzione si palesa, ad ogni modo, la non indifferente personalità dell’uomo.
Hai mai fatto caso che Ibsen (all’infuori di un gruppo di poesie) non ha scritto mai altro che puri drammi? Io almeno, non conosco una riga di lui che contenga le sue opinioni, le sue teorie. (Forse nelle sue lettere?). Sembra che non si sia mai provato nel genere narrativo. È un uomo straordinariamente coerente e singolare. - Invece Björnson aveva certo oscuramente l’intenzione di essere un Goethe del Nord...

1917

[A ZURIGO]
Berna, 6 settembre 1917

...L’aspetto di Berna è, in questo momento, molto poco simpatico; vi si vedono girare dei tipi di tutti i generi: diplomatici di taglio diverso, giovani dall’espressione riservata, dall’abito sportivo e che nascondono una natura di conquistatori brutali, facce di poliziotti, onanisti smidollati, francesi che hanno l’aspetto dei baritoni nelle opere antiche. Frammezzo giudiziose massaie svizzere (sorelle di lanzichenecchi), ebrei austriaci, a cui il sigaro "Virginia" fa capolino dal taschino del panciotto; cocottes di grande stile (belles femmes con espressione cattiva), ragazzine e studenti del tipo che usava all’epoca della giovinezza di Bismarck. E tutto ciò riunito in non più di 500 metri di strada.
Alle 2,55 proseguo per Ginevra - perchè? Lo sa il Cielo: anche questa Svizzera è troppo grande!...

[A GINEVRA]
[Zurigo], 29 settembre 1917

In questo momento - subito dopo desinare - ho scritto l’ultima battuta del primo quadro della mia quarta opera ["Il Dottor Faust"]! - Così ora posso dedicarmi ad altro, cosa che si fa urgentemente necessaria. - ...

[A GINEVRA]
[Zurigo], 30 settembre 1917

... Sono contento del risultato del lavoro estivo. Ho ripassato oggi, con tutta l’oggettività possibile, la nuova partitura e ho trovato che è tra le mie cose migliori. - ...
Questa partitura mi terrà aggiogato per parecchio tempo, ed è per me anche il simbolo della fine della guerra. Il cerchio si chiude ancora una volta.
Avrò però ancora da fare con la chiusa del libretto. Devo aspettare che mi venga l’idea felice...

1918

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 6 agosto 1918

... Sono andato in giro senza meta quasi tutto il giorno, ieri, senza trovar pace. Oggi resto a casa. Ho scritto ancora a mezzanotte un nuovo capitolo per "Arlecchino": Le oche del Campidoglio (credo che sia buono). - ...
Ho abbozzato ieri l’idea per una "Quinta Sonatina", sfruttando un tema di Bach; ho abbozzato anche la comparsa del fratello di Margherita alla fine. - Ho scritto parecchie lettere. (Ad ogni modo ho fatto qualche cosa.)...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 13 agosto 1918

Ieri ho redatto un lavoretto piacevole: ho messo insieme e rielaborato una Suite da concerto dall’"Idomeneo"...
Oggi ho fatto una grande pagina di partitura; l’inizio di una serie (già quasi pronta in mente). - ...
Mi manchi tanto, eppure il tempo passa con sorprendente rapidità: ma questa sensazione è connessa solo col lavoro...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 18 agosto 1918

... Non so come contenermi con l’edizione del libretto del "Faust". Debbo semplicemente farlo stampare nella versione originale - senza considerare i mutamenti che la musica vi apporterà - o debbo aspettare? ...
Difatti di ognuno dei sei spiriti ho fatto un piccolo pezzo musicale a sé, come una serie di variazioni. (Ci ho riflettuto a lungo). - Al quinto si unisce il coro, che, al sesto, prorompe in una specie di scherno malvagio, per intimidire Faust. - A un potente Tacete!! di Faust, sono costretti a far silenzio.
Ora si riattacca organicamente:
Uno solo è rimasto. Esito
a distruggere l’ultima speranza.
Vedi come varie cose si spostano. Perciò il compositore deve essere poeta egli stesso. - ...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 20 agosto 1918

... Ieri e ieri l’altro ho fatto una breve Sonatina su tre battute di Bach, che mi soddisfa molto...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 21 agosto 1918

...Cara Derdi, lavoro solo fino alle 4. Poi ci sono ancora otto ore del più spregevole ozio. Mozart e Bach devono aver sgobbato in ben altro modo! - Io devo vivere così. Mi piace "darmi al buon tempo" e non mi danneggio con ciò. -
Quel Peter Gast deve esser stato un uomo molto degno di essere amato e del tutto privo di talento.
Aspetto Jarnach, a cui ho dedicato la nuova "Sonatina" -...
Niente di nuovo - ho lavorato bene.

Tardo pomeriggio
Jarnach ha ricevuto la "Sonatina" che gli è piaciuta molto. Gli ho mostrato l’introduzione all’ultimo quadro del "Faust": ne è stato straordinariamente colpito. - Dopodichè ha schizzato un quadro retrospettivo della mia evoluzione come compositore, che dimostra un istinto e un’acutezza non comuni. Mi ha proprio commosso. - In quest’uomo c’è una grande ricchezza...
La partitura prospera; domani matura un altro frutto. Ora mi rallegro di ogni prossimo passo...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 23 agosto 1918

Ieri pomeriggio c’era folla in casa nostra; oggi non voglio ricevere nessuno!... Da ultimo è venuto Oskar Fried - con stupidi discorsi inutili, che tornavano sempre al punto di partenza e che mi portarono infine ad affrontarlo con una certa violenza: - perchè con i suoi: "se solo ricevo quei quattrini" - e "che cosa La vôle?" - e i suoi privilegi per quel che riguarda passaporti e ferrovie e facilitazioni e portafoglio pieno - "purchè si abbiano le relazioni che ci vogliono" mi fece saltar la mosca al naso. "Eh, come si vien strapazzati!" - disse. Ma si fece ancora prestare da me alcuni libri per il viaggio e voleva anche prendersi un tagliacarte!...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 25 agosto 1918

Sono già in grande aspettativa - spero che codesta "cura da cavalli" non abbia danneggiato il tuo sistema nervoso! Purtroppo il bel tempo è finito improvvisamente e ieri sera si è annunciato l’autunno. Che cosa porterà? Certo la prima metà della partitura del Faust e questo è già qualche cosa; - poi credo: la necessità di prendere una decisione; - forse porterà anche il nostro Benni, e allora un punto sarebbe chiarito ---
Ad ogni modo guardo con serena tranquillità in faccia a tutto ciò che ha da venire e ti prego di armarti di serenità (non dico di allegria) e di continuare nell’esercizio della tua pazienza affettuosa. - Di nuovo: nulla. Molte cose andranno ancora bene...

[A DEGERSHEIM]
[Zurigo], 26 agosto 1918

Anche Martin Krause non è più; aveva 65 anni. L’ultima volta che l’ho visto, non gliene avevo dati 60. Era stato per me un ottimo amico da molti anni. Requiescat.
Lello esporrà i suoi disegni a penna da Tanner, in settembre. È un bravo ragazzo e retto. Ho avuto con lui delle lunghe conversazioni...
Non riesco a capire perchè si getti sempre la musica di Bach nello stesso sacro pentolone col Servizio Divino protestante, come non capisco tante altre cose. Il tuo affezionato
Ferromann

1919

[Zurigo], 13 aprile 1919
...Dì a Goetz che non tiri troppo per le lunghe la sua novella e che diradi anche il suo intrico nel centro. Aprire sempre le finestre! (In Wagner sono incollate.) - Sto progettando la musica per la pantomima nel "Dott. F[aust]"...

[
AD ASCONA]
[Zurigo], 15 aprile 1919

...Mi sono ripassato la mia partitura del "Faust", ne sono contento; spero che si apra improvvisamente una nuova vena che continui a sgorgare per un bel pezzo. Alcune parti portano già la data 1917! Ma deve venir bene, il meglio che posso ---
Quando si è finito un lavoro, si è compiuto con ciò un tale progresso, che il lavoro è già di nuovo superato - ammettendo nell’autore uno sviluppo continuo. Questo obbliga a cominciarne uno nuovo - e così si potrebbe continuare per sempre (come si può osservare in Michelangelo, Goethe, Verdi) senza aver mai detto tutto ----
Tu penserai che questo è di nuovo un "aforisma". Ma, dice Goetz, un momento: la cosa va più in fondo...
Se potessi essere sulla mia isola di Monte Cristo che - lo affermava mio padre - ci appartiene di diritto! (Del resto Dumas scrive Monte Christo e, in genere, cita erratamente tutte le parole italiane. Lo spirito francese è come nessun altro - prettamente francese).
Pensa, a Parigi si voleva dare un Festival Berlioz per il cinquantesimo anniversario della sua morte, ma non s’è potuto fare: perchè presso gli editori francesi le sue opere sono esaurite, per mancanza di richiesta. E non si son voluti rivolgere a Br[eitkopf] & H[ärtel] ! - Al Conservatorio di Vienna c’è la rivoluzione: Bopp è andato via. In compenso è rimasto il sig. "direttore" Loewe. Questi tempi mi demoralizzano. -...

[AD ASCONA]
[Zurigo], 17 aprile 1919
Ieri il "Ranudo" ("Ranudli") di Schoeck è stato molto piacevole, a momenti molto buono e la esecuzione ne è stata soddisfacente, sia come scena, sia come musica...
Il sig. Avenarius ha riscritto la IIª parte del "Faust" di Goethe secondo le "esigenze moderne". Questa è la "repubblica dei soviet" [1] nella letteratura. Due grandi feuilletons nella "Z[ürcher] Z[eitung]" ne danno conto - senza ombra di indignazione - e chiamano questa puerilità "un maturo frutto della guerra", o qualche cosa di simile. -...

[1] Nel testo "Raithe-Republik" si riferisce al tentativo fatto in Germania di introdurre il sistema sovietico.

[AD ASCONA]
[Zurigo], sabato 19 aprile 1919

...Sono un po’ triste di dover passare la domenica di Pasqua senza di te. Ho ricevuto da Ascona un uovo pasquale con un piccolo pacchetto, che aprirò domani mattina a colazione.
Grazie a Dio, sto bene. Sono stato ieri dal medico di Lochbrunner per farmi tranquillizzare. Mi ha visitato a fondo e ha affermato che non ho proprio nulla. Questo è per te un bel regalo di Pasqua, e me ne rallegro!
La verità è che ho bisogno di rimettermi. Ma: in che modo? -
Grande schiamazzo sui giornali per l’opera di Schoeck. Oggi ognuno deve appartenere decisamente a un dato paese. Liszt ed io veniamo lasciati in un canto.
Wolfrum mi ha mandato la sua prefazione alla musica sacra di Liszt (per l’edizione completa): - nessuno ne voleva sapere di lui. Nemmeno i cattolici di Regensburg..
Continuiamo a sperare, senza restar in ozio.
Con tutto l’affetto, il tuo FM.

[A ROVIO]
[Zurigo], 23 luglio 1919

...Ho scorso "La porte étroite"di Gide: mi sembra mancare completamente di fisionomia.
Una lettera da Londra annuncia che avrò il primo concerto a Liverpool il 2 ottobre... Presentarsi insieme a Mme Melba ---- quelle misère de saltimbanques! Esigerò in compenso doppio onorario...

[A ROVIO]
[Zurigo], 24 luglio 1919

...Tutti non desiderano altro che andarsene: la "psicosi di pace" si manifesta in desiderio di viaggiare, nell’inventar nuovi progetti, nel voler cambiare ambiente. - ...
Ieri, dopo un lunghissimo intervallo sono stato di nuovo al Bellevue. L’epoca in cui lo frequentavo, per via delle opere, mi è sembrata così lontana come se nel frattempo fossi stato assente...

[A ROVIO]
[Zurigo], 25 luglio 1919

...Questa volta il pomeriggio è stato british... "English people have good taste" [1] disse Milner. Io risposi "They avoid the bad taste, I think it is all" [2] (Milner è stato d’accordo senz’altro). Il mio aforisma su B. Shaw ha avuto molto successo: He is a minister disguised as a clown, un pastore protestante travestito da buffone. -
A Monaco c’è stata una settimana dedicata a Zilcher! Peccato che all’Italia questa benevolenza faccia difetto. "Gerusalemme, Gerusalemme, tu lapidi i profeti che ti sono inviati!".
"Il profeta" lavora bene, mi sembra...

[1] Gli inglesi hanno buon gusto.
[2] Essi evitano il cattivo gusto, penso che questo è tutto.

[A ST. MORITZ]
[Zurigo], 16 agosto 1919

...Bösendorfer ha lasciato le sue ultime volontà: non si doveva render nota la sua morte finchè non fosse stato calato sotto terra e sepolto. Però i suoi operai dovevano trasportare la sua bara al cimitero sul carrello dei pianoforti. - E così fu fatto.
Dunque è rimasto uguale a se stesso nella sua originale semplicità e nella sua semplice originalità fino alla fine! Una simpatica figura, degna di esser ricordata. -
"La sposa sorteggiata" mi ha dato da fare per due giorni. C’è tanta roba là dentro. È molto troppo onesta. - La sua ricchezza si mostrerà anche alla superficie: se mi riesce una certa modificazione...


TUTTE LE LETTERE SEGUENTI DELL’ ANNO 1919 SONO INDIRIZZATE A ZURIGO, AD ECCEZIONE DI QUELLE DEL 15 E DEL 16 OTTOBRE.

Parigi, 21 settembre 1919 [1]
Ieri sono stato sul Boulevard Magenta, ai Champs-Elysées, alla Place Malesherbes: - ma non dalle parti della "rive gauche"; ho camminato fino alla Porte St. Martin e poi in direzione opposta, dalla Place della Madeleine fino alla casa di Philipp. Il grande Boulevard assomiglia oggi fatalmente alla East Fourteenth Street di New York; è ignobile a vedersi, impudente e sporco. Quel che ho visto dei faubourgs non mi è sembrato cambiato; le piccole borghesi, sempre preoccupate e impensierite comperano quant’è indispensabile per vivere, a dei prezzi esagerati. La vanità di tutte le cose salta agli occhi, Parigi è triste, il suo aspetto non è quello di una città vittoriosa... Le automobili sono continuamente in moto e sempre occupate; non ce n’è di ferme ai posteggi, bisogna acchiapparle a volo. Ho pagato dal mio albergo al Boulevard Magenta 1 franco e 80 cent., a Zurigo sarebbe costato 18 franchi...
Si incontrano molti soldati americani dalla faccia indifferente e insolente; e persino degli ufficiali della mia età con delle cocottes a buon mercato che, per l’occasione, avranno rialzato i prezzi. - Camminano al loro fianco senza allegria e senza parlare; solo perchè credono che sia lo stile parigino. Si chiamano da sé "Knights of Columbus". [2] Non sono ben voluti...
Tutto ciò non è né allegro, né pulito, né morale; e mi ricorda l’ultimo capitolo del "Dr Moreau" [3], nel quale le bestie ricascano sulle quattro zampe e nella loro natura originaria...
Ho fatto una lunga visita a Philipp. Oggi pranzeremo insieme e ricapitoleremo la nostra conversazione di ieri. - La sua idea fissa è che d’ora in avanti il mio posto è in Italia. - Mi ha persino raccomandato di tornare a -- Bologna!
Qui si ha un’idea feroce di Zurigo. Non la capisco bene. - È certo che Philipp mi vuol bene e ha un’altissima opinione di me. - Comincia a somigliare a un "Clemenceau benevolo". Ha sofferto atrocemente della guerra; raccontando ha pianto più di una volta. -
Sono ben contento di aver evitato i paesi belligeranti durante la guerra. Chissà a che punto sarei oggi spiritualmente! -
Non vedo l’ora di essere a Londra -- purchè non sia una nuova delusione! Ma continuiamo a sperare e cerchiamo di dirigere la speranza verso la sua realizzazione. -
Avevo perso l’abitudine delle prospettive a perdita d’occhio che ritrovo qui: Ma la riprenderò ben presto ----
Sento che pensi a me. Ti voglio bene. Vi abbraccio tutti e tre, miei cari...
Penso a Giotto, [4] mi sento commosso quando vedo un cane.

[1] L’originale di questa lettera è scritto in lingua francese.
[2] Cavalieri di Colombo.
[3] Racconto di Wells
[4] Il cane di S. Bernardo di Busoni.

Londra, 24 settembre 1919
È stato molto bello ricevere una lettera da casa subito il primo giorno. Dunque bacia Benni da parte mia: - digli che deve sentirsi a suo agio e che deve amare la piccola città che ci ha offerto tante buone cose...
Mi aspettavo una redenzione da Londra e le prime impressioni sono anche state belle. Questa città non è cambiata, ma io sono diventato un altro. Mi accorgo che non aspetto nulla dall’esterno - mentre prima mi aspettavo tutto: - non è che ne sia infelice, ma sono più calmo e più solo.
Nulla ritorna di quanto è stato, dice A. France in un libro che ho preso con me da Parigi. (Il titolo è "La vie littéraire", in 4 volumi, ed è una raccolta di articoli). "Ça fait le charme du passé" - "Il cambiamento ci fa sentir tristi e ci diverte". - L’Inghilterra che era, fino a prima della guerra, il paese più democratico, è ora - senza esser cambiata - il paese più aristocratico, in confronto agli altri. Che educazione regna qui! La gente - nonostante la fretta e l’ingombro - è talmente gentile e individualmente piena di riguardo!...
Il viaggio da Parigi a Londra è durato 19 ore!... La campagna intorno a Southampton è incantevole. Quei campi, quei vecchi alberi! ...
Da Powell, da Monico sono stato accolto come un parente. -...
Philipp mi ha raccontato di esser stato presente quando Debussy sentì per la prima volta "Les jeux d’eaux" di Liszt; e quanto Debussy ne fosse rimasto sorpreso! - Sì, quell’ultimo Liszt è stato profetico.. .

(Londra), 26 settembre 1919
Finora non ho potuto riprender contatto con il mio vecchio mondo esterno; e non è nemmeno più proprio lo stesso; - si dice che la situazione sociale è molto minacciosa. A Parigi ciò è già venuto alla luce molto apertamente e con grande audacia...
Da mattina a sera penso a voi e ai progetti di Benni e anche a Giotto, che sperabilmente capisce chi è Benni...
"I tre minuti sono passati" potrò dire con Arlecchino, a Natale, quando sarò di nuovo con voi...
Mandami fotografie di Giotto.

(Londra), 28 settembre 1919
...Prendo tutto con tranquillità e serenità, sono meno nervoso che a Zurigo. La lettura della "douce philosophie" di Anatole France mi ha dato forza. -... Ma il mondo non ha un bell’aspetto - anche il più mite filosofo lo deve ammettere! .. .

Londra, 29 settembre 1919
"Atlantide" [1] mi ha deluso e infine ho dovuto riconoscere che è dozzinale. In fondo derivano tutti da "Gordon Pym"[di Poe], ma J. Verne era simpatico ed educativo. Atlantide fallisce completamente nel tentativo di rappresentare la superdonna che, a guardar bene, non è che una parigina! L’autore avrebbe dovuto corredare questa figura di doti assolutamente straordinarie, per render comprensibile la sua straordinaria potenza. Non si dovrebbe poterle dare un’età e si dovrebbe poter presumere che per lei cent’anni sono come i venti per gli altri uomini. Dovrebbe apparire ad ogni uomo così com’egli ha visto in sogno il proprio ideale; diversa dunque a ogni uomo; e rimarrebbe un mistero quale sia il suo aspetto reale. - Cose di questo genere sono pensate e risolte molto più grandiosamente nelle "Mille e una notte". -
Dopo questo libro la causerie tranquilla, bonaria, chiara di Anatole France è stato come ritrovare la propria casa rientrando dal "Luna Park". - Solo una volta France è cattivo ed è parlando di un libro di Georges Ohnet; ma è tagliente e senza riguardi anche verso E. Zola. - È strano che il mio olfatto mi ha sempre tenuto lontano da Ohnet, sebbene un tempo fosse nelle mani di tutti... Tre articoli sono dedicati, con grande amore, alle marionette. -

[1] Di Pierre Benoît.

(Londra), 30 settembre 1919
... Per quel che riguarda lo sciopero, è una cosa seria... Hanno fondi per tener in piedi lo sciopero per tre settimane. Ciò significa un disastro. Per il momento sono le ferrovie e le miniere che non lavorano, ora devono prendervi parte anche gli omnibus. È un disturbo e ha un’aria di minaccia. - La gente non riesce a tirarsi fuori dalle preoccupazioni e dai rimedi del momento, e così non si può realizzar nessun bel lavoro, nessuna idea. -
Siamo ancora immersi nell’ottusità - e lo saremo per molto. Gli idealisti e gli umanisti sono come bei fiori di una pianta velenosa - essi fioriscono e risplendono invano e cadono. Forse con l’età il veleno della pianta diminuisce (si dice di averlo osservato) - ma occorrono epoche intere e non diventa mai innocua del tutto. -...

Pomeriggio
Da Steinway tutto dorme, vien fatto di cercare le ragnatele con gli occhi. Hanno tre vecchi pianoforti a coda, pezzi da museo, e nient’altro...
I "four gentlemen" inglesi, che stavano prima da Bechstein, si sono trovati un rifugio e "fanno i managers" di Wigmore Hall... L’odio verso la Germania è spietato (mercyless): - sono rimasto un po’ sorpreso che proprio questi quattro signori abbiano assunto questo stesso tono.
Il caro Caufall - se n’è andato: avevo sperato ancora in lui ---...
A Zurigo potevo almeno far opera d’educazione musicale, ma qui - da dove incominciare? - Se un inglese accetta ancora Wagner, si tratta già di una persona molto illuminata: - e con ciò ha fatto il massimo sforzo in favore della buona musica --- inoltre queste cose non interessano nessuno, in fondo.
No, tutto è ancor peggio di quel che temevo. - Non voglio dare ancora il mio giudizio definitivo, raccolgo impressioni e osservazioni; ma poi devo regolarmi secondo i risultati. Ancora un po’ di pazienza.
Questa volta a Londra mi piace più di tutto l’ "Embankment", il fiume con i ponti, Westminster, St. Paul, Tower, fabbriche, navi, la facciata meravigliosamente ricca del Buckingham Palace. Dalle finestre posteriori dell’albergo si può vedere qualche cosa di tutto ciò; bello sia col sole che con la nebbia. Guardo meno del solito le persone; la loro espressione non mi piace punto. Dell’architettura di Londra, vorrei dire che è "prudente". - Intendo con ciò l’impressione che dà qualcuno che suona un pezzo correttamente, con gusto e non senza comprensione; ma più lentamente e più sottovoce del dovuto. - La mia vecchia osservazione che gli inglesi possono aver gusto senza aver senso artistico, mi è tornata in mente. Anche nell’architettura non vogliono "dar nell’occhio" (e guai se lo tentano!) - È bello - anche questo mi ha colpito di nuovo - come l’architettura resiste pacatamente quale sfondo stabile della storia movimentata: questo sì che è forza e vittoria. - Il ponte di Waterloo è bello. Tra arcata e arcata (molto potenti) c’è una doppia colonna dorica di primitiva semplicità, con l’abaco esageratamente sporgente e senza zoccolo. Ma questo motivo si ripete senza slancio e senza ritmo per tutta l’estensione del ponte. -
Tutti i miei piccoli vecchi negozi di libri sono stati inghiottiti dalla guerra !...

[Londra, 1 ottobre] 1919
Oggi, primo ottobre, sono quattordici giorni dacchè sono partito: ho visto e sentito tanto movimento e tanto rumore in queste due settimane e, "summa summarum" non è accaduto nulla e non è stato fatto nulla che portasse un passo avanti! Anzi finora non avevo mai visto tanto movimento con così misero risultato - e questo, mi sembra, è il malcostume caratteristico del momento presente. - ...
E io sono di una passività quasi patologica e sto a guardare senza divertirmi e senza arrabbiarmi. - Eppure indirettamente ne soffro. - Perchè tutta questa attività confusa fa sì che alla gente non può restare nè attenzione, nè interesse per altro...

(Londra), 2 ottobre 1919
...Se non voglio che la mia venuta in Inghilterra sia stata del tutto inutile, domani dovrò prendere un’automobile per andare a Manchester... Ieri ho scritto una pagina di musica. - Sono completamente sfasato: l’aria inglese non ha mai avuto un grande effetto sull’attività creativa. - Nient’altro di nuovo, dall’esterno. Dall’interno, ho pensato se non sarebbe possibile avere un libretto in un atto di mano di Bernard Shaw. Chi lo sa! -
Se l’ "Arlecchino" dovesse venir dato in due parti, mi mancherebbe ancora un lavoro per completare la serata di "Turandot". - Ad ogni modo è un pensiero stimolante. - ...

(Londra), 4 ottobre 1919
...Queste ore mattinali sono incantevoli, la vista dei vecchi alberi è consolante... Vedo di nuovo un giardino che posso guardare con gioia...
Oggi per la prima volta dacchè sono a Londra mi sento meglio moralmente e più tranquillo. La prima settimana non è stata buona davvero. - Lo sciopero continua e si son dovuti cancellare i due primi concerti. - In compenso il 15 ho il mio recital personale alla "Wigmore Hall" e in novembre Wood farà un programma secondo i miei desideri. Philipp, che si dà sempre tanto da fare, mi ha scritto ieri che si sta organizzando un concerto orchestrale di musica mia. Dunque a Parigi il mese di marzo promette bene. - Quasi un mezzo anno fino allora: il mondo avrà forse cambiato un po’ aspetto, ma in che direzione? Proprio a Parigi mi pareva che tutto si stesse ammassando per un’esplosione...
È venuta sera e la posta non mi ha portato nulla da parte tua e domani è domenica. - Soffro di non potermi confidare con nessuno. La gente non capisce nulla, neppure che sei anni di vita e la guerra possono aver logorato un uomo... Anzi sono persuaso che pensano che suono meno bene di prima....
Non ti lamenterai che questa lettera contenga degli insegnamenti. Qui si disimpara a darne. Nessuno sta a sentire...

(Londra), 5 ottobre 1919
...So che Zurigo non è il regno dei sogni, ma in compenso nemmeno dei "cauchemars", come ora i grandi centri. - All’infuori dei meravigliosi alberi di Regent’s Park (che gusto però solo di mattina e non, come Walt Whitman, anche di sera), non ho avuto qui proprio nulla di bello. Sabato sera sulla Mary-le-Bone-Road il cielo rosso del tramonto, su cui si stagliava la prospettiva senza fine dei lampioni di un giallo pallido, faceva un bellissimo effetto. Gli operai tornavano a casa ritti in autocarri aperti, stracarichi. - Poi ci sono ancor sempre le inesauribili librerie. - È diventato molto difficile trovar da fumare e da bere e la roba è di cattiva qualità. L’eleganza per le strade è quasi scomparsa: si vede solo della gente malvestita. Lo stato d’animo è incerto, tutti sono impauriti e inquieti, il tono dei rapporti è diventato più grossolano; - qui nel "West Wind" tutto ha, naturalmente, un aspetto idealistico - quantunque non ci sia vita e ci sia un gran vuoto - : in compenso nell’edificio vicino è ricoverato un gran numero di ciechi di guerra; uno spettacolo conturbante per quelli che, purtroppo! possono vedere. Tutto ciò non ha l’aspetto della vittoria nè della pace; nè di un paese che abbia fatto un gran buon affare. Lo sciopero pesa su tutti gli animi e su tutto il traffico. Io, personalmente, provo soddisfazione che finalmente qualcuno "protesti" in Inghilterra: - ma avrei preferito che fosse già passato o che dovesse incominciare appena tra un bel po’ di tempo. - Oggi è di nuovo domenica, Margret - la cameriera - mi ha annunciato or ora: she is going to church. [1] Una buffa epoca contraddittoria! Siamo ancor sempre nel Medioevo e non ancora nel sospirato futuro. Un crepuscolo, di cui non si sa ancora se precede la mattina o la notte. - Interessante? Certo. - Ma non eccessivamente. -
La vita musicale è sorprendentemente insignificante, convenzionale e accessoria. Nemmeno di libri nuovi ho sentito dir nulla che destasse il mio interesse...
Sento l’estrema mancanza di un uomo del tipo, per esempio, di Jarnach. Van Dieren è purtroppo in Olanda. Così sono molto isolato e aspetto qualche cosa: - una buona idea o un avvenimento...
Ma, tutto sommato, sento che viaggiare per dar concerti è indecoroso e non fa che portare a nuovi e mai finiti malintesi...

[1] Che adesso va in chiesa.

(Londra), 6 ottobre 1919
Ieri sera si diceva che lo sciopero sarebbe stato interrotto questa mattina. Il "Times" conferma la notizia stamane; così quest’incubo è passato! Deo gratia! [1] What next? [2] Si può domandare di questi nostri tempi. -
...Sono curioso di vedere l’aspetto che avranno oggi le strade. Pare che 250 mila volontari abbiano aiutato durante lo sciopero a condurre i treni e a portare viveri in città.
Ieri pomeriggio ho fatto una passeggiata da qui fino a Piccadilly Circus, mi c’è voluta quasi un’ora. Devo riabituarmi alle proporzioni, mi sbaglio nel calcolare le distanze.
Ma quella passeggiata domenicale è stata di un’amara tristezza, la strada era così inospitale: durante tutto il percorso non una panchina per mettersi a sedere, non un locale in cui poter entrare o riposare, tutto sprangato in faccia, come se il passeggiare la domenica fosse un reato e dovesse venir punito. Perciò quasi nessuno per le strade...
Tutto il Regents’ Park è pieno di baracche, adibite a scopi post-militari; pieno di feriti accompagnati da graziose "nurses"; [3] ma spesso sono anche le spose dei soldati che vengono a far visita - alle volte persino cantando - anche ai "nostri" ciechi...

[1] Sic.
[2] E cosa succederà poi?
[3] Infermiere.

(Londra), 7 ottobre 1919
...Lo sciopero ha ritardato la distribuzione della posta. Oggi tutto si dovrebbe esser rimesso in moto. - (Ma torneranno! Torneranno sempre insensati ma terrificanti.) -
Frattanto alla Queen’s Hall la beneamata "great Wagner-Night" [1] va avanti del suo solito passo; diretta da Wood con la usuale "dedizione" -...
Se penso che ho passato i migliori anni della mia vita aspettando, in località straniere la data di un concerto (come ora di nuovo), - non posso tenere in una considerazione troppo alta la mia intelligenza d’allora! Grazie a Dio l’autunno è così bello!! (Aspetto la prossima distribuzione postale)... Questi vecchi alberi sono di una bellezza commovente, hanno ancora tutto il loro fogliame e sono ancora quasi tutti verdi. - Qualche volta mi intenerisco quando li guardo...
Questa mattina mi sono svegliato - contento. Ho ripensato a tutto il lavoro della mia vita e a quanto spero ancora di compiere. - ...
Sto riguardando "Delitto e castigo", dopo vent’anni; che libro tormentoso! - Com’è grande e infantile allo stesso tempo! In una parola: quant’è russo. Lo leggo in inglese e ciò dà origine a una discrepanza con quello che vi succede. - ...
L’Inghilterra continua a terrorizzare il mondo, senza cannoni, ma non meno degli altri con i cannoni. -... Che strano e instancabile genere di politica questo; quando si tratta di loro, prendono con la massima disinvoltura; e proibiscono agli altri di fare lo stesso! - (E con tutto ciò, qui le cose non vanno punto bene.) -
Domani sono tre settimane che ti ho lasciato: - n u l l a di fatto !...

[1] Grande serata wagneriana.

(Londra), 9 ottobre 1919
...Torno in questo momento da Bradford, un posto a me ben noto, che ha un pubblico degno del West americano. "Old Melba" (ha più di sessant’anni) farà come la Patti. Vecchia e straricca, non è capace di smettere di cantare in pubblico. Già oggi fa una bella fatica, ma la sua emissione vocale a guisa di clarinetto è ancora, a suo modo, assai piacevole ed esemplare.
Ma io non posso più capire questa forma di "l’art pour l’art": quale unico scopo il dominio dello "strumento", per ottenere l’effetto più dozzinale. E questa forma è la sola che il gran pubblico inglese aspetta, pretende e che lo entusiasma. - A riprova che non si tratta di cosa "antiquata", si è presentato un giovane tenore che segue le stesse direttive ed è animato dalla stessa ambizione; l’ho definito una via di mezzo tra Caruso e un cameriere. Tutto sommato non era molto di più che una presentazione di animali addestrati. - ...

10, mattina
...In questi giorni mi rimetto in movimento. Oggi incomincio a prepararmi per il recital di Londra ("Goldberg-Variationen" - "106" - gruppo Liszt): poi ho promesso a Philipp delle cadenze per il "Concerto in do maggiore" di Mozart, che dovrò fare tra breve... A Dio piacendo c’è da fare. L’aver da fare è per me altrettanto importante quanto la salute. -...

Londra, 13 ottobre 1919
Le tue lettere sono sempre per me di profonda consolazione...
Il programma che è stato fissato è di un gusto mostruoso. Quasi mi rincresce ora di averci i miei pezzi. Che fiera! - Non riescono a liberarsi, qui, dall’idea di "varietà", e di una varietà in senso molto volgare. Questo problema: i concerti esistono in funzione del pubblico? oppure, il pubblico esiste in funzione dei musicisti? diventa così intricato, che si sarebbe tentati di togliere ambedue da questo mondo...
Ho mandato ieri a Philipp una delle cadenze per il "Concerto in do maggiore" di Mozart, che gli avevo promesse. La cadenza per il finale la devo ancora fare...

[A GINEVRA]
(Londra), 15 ottobre 1919

...oggi c’è il mio recital a Londra, che mi rende un po’ nervoso. Non sono quindi in condizione di compiere degli sforzi epistolari.
Serate come quella d’oggi mi rendono prezioso il momento. Del resto è stata la mia debolezza caratteristica quella di lasciar passare il momento, immaginandone uno futuro e più importante. Mentre le persone "sagge" sfruttano proprio il "momento" come qualche cosa di reale e di presente. Chi ha ragione? Probabilmente ci inganniamo tutti, ognuno secondo il suo temperamento e il suo grado di intelligenza...

[A GINEVRA]
16 ottobre 1919, Londra

Sebbene questa mattina mi senta "piuttosto finito", devo scriverti in fretta qualche riga; poi mi prendo un holiday [1] e vado a prendere il lunch fuori.
Ieri sera la sala zeppa di Wigmore Street mi ha accolto con calore! Mi son dovuto alzare tre volte dalla seggiola, prima di poter incominciare. Ero veramente commosso. Ho suonato con grande intensità e con piena riuscita: - il pianoforte era ubbidiente. Alla fine, degli urli, come non si son più sentiti ai concerti di Londra da anni: così mi ha detto la gente.
Tutti quelli che prima parlavano apertamente il tedesco, parlano ora l’inglese e, se arrischiano una frase in tedesco, la bisbigliano come se fosse la "pointe" di una barzelletta sporca. Mondo sciocco, uomini deboli! -

[1] Vacanza.

(Edimburgo), 19 ottobre 1919
È domenica e una bella mattina a Edimburgo... La giornata di ieri è stata piena di piccole contrarietà. Sono rimasto per parecchie ore senza stanza e quando finalmente - verso le 11 - ne ottenni una, fui colto di sorpresa dalla notizia che il concerto doveva aver luogo il pomeriggio, invece che la sera. Non avevo preso con me un abbigliamento adatto a quell’ora e perciò ho suonato in abito da passeggio; perchè in questo paese inflessibile si è trovato che questo era, ad ogni modo, più corretto del frack. - Mezzo insonnolito e mezzo assiderato com’ero, ti puoi immaginare la bellezza del concerto! - Mi sono consolato con una simpatica cena, subito dopo. - Prima di partire avevo finito la cadenza mancante e l’avevo spedita a Philipp...
Il dott. Milner viaggia con me. Per mezzo suo ho potuto avere un po’ di fuoco in camera mia - negli alberghi il fuoco è permesso ora solo su "a doctor’s certificate". [1] E Milner è stato abbastanza furbo da tirar fuori il suo titolo di dottore per conquistare il fuoco. - Sono particolari poco interessanti, ma non ho nulla di importante da raccontare. - Domani sera c’è Glasgow - sempre con la Melba - e poi la parte di gran lunga più spiacevole è passata...
Si tratta dunque di lasciar trascorrere questi due giorni con la santa pazienza - martedì mattina spero di essere al Regent’s Park.
Edimburgo è sempre altrettanto bella, ma mi manca questa volta l’elemento sorpresa; perchè in altri tempi ho già visitato più volte e con cura la città. - Grazie a Dio, sto relativamente bene, nonostante le fatiche e il freddo. Sono contento come un bambino all’idea di trovar posta a Londra.
Ancora un mese, che potrà forse portare anche qualche cosa di piacevole: ma si va più sul sicuro a non aspettarsi nulla. - La Scozia non è stata molto toccata dalla guerra. Sembra che sia un paese proprio soddisfatto. Ma fuori del mondo, completamente. (Forse proprio per questo, più soddisfatto.) - ...

[1] Un certificato medico.

(Edimburgo), 20 ottobre 1919
Anche l’insensata e inattiva domenica di ieri è passata; oggi mi sento più libero: tra un’ora parto per Glasgow e la notte si torna a Londra...
Milner ha fatto tutto il possibile per alleggerirmi la domenica: è un caro uomo...
Ho pescato un volume di Villiers de l’Isle-Adam nel quale ci sono alcune cose a me sconosciute, e quelle che conoscevo già le ho rilette (per ritrovare i particolari). - Non v’è una parola di troppo, nè mai la scelta delle parole vi è casuale: i particolari, le osservazioni e le considerazioni intercalate sono sempre meditate e sentite. Solo che -- il risultato finale di ogni pezzo è semplicemente un aforisma con decorazioni, per così dire. - Ma lo "stile" ha una certa parentela con quello delle mie ultime musiche - per quanto si possa stabilire un confronto del genere. -
Persino il candido "The Scotsman" scrive oggi che il quadro in cui sono stato presentato non era alla mia altezza (e dire che ho "suonato" qui - - - !!!) Solo Mr. Powell non si accorge di nulla.
È d’altronde interessante considerare che ogni cosiddetto impresario [1] risveglia in me "la stessa identica specie di antipatia e di disprezzo"; che sia ebreo o cristiano, inglese o checchessia. - Voglio dire una specie data e un grado dato di antipatia, che non si può scambiare con altre antipatie. - Circa come un cane risveglia in me una data sfumatura di simpatia. - L’ho sentito anche ieri, vedendo un bulldog: - indescrivibile la sua bella bruttezza e la sua terrificante affabilità. -
E ora in viaggio: oggi il mondo è sopportabile…

[1] In italiano nel testo.

(Londra), 21 ottobre 1919
...Vedi, la sola cosa che ho fatto secondo i miei intenti è riuscita meglio di tutte le altre. Non solo il successo è stato grande, ma anche nel modo giusto...
Villiers:
Un poeta festeggia il suo compleanno con due amici in una soffitta; a un tratto sentono nella stanza accanto dei lamenti, come di qualcuno che sta per morire. Il poeta dice che di là c’è un vecchio re in esilio, con lo scettro in mano che sogna i suoi tesori. - I due amici sono dell’opinione che questa è sì una bella immagine, ma che bisogna pur andare a vedere quel che succede là dentro. - Andate pure, dice il poeta, e stabilite il dato di fatto. Ma vi avverto: allora non avrete mai talento - - -
Cara Signora Gerda, questo è di una verità straordinariamente semplice! (Naturalmente il racconto è molto più elaborato).

22 ottobre 1919, Londra
Tanto ieri che oggi è arrivata una tua lettera; mi hanno fatto tanto bene. - Il racconto fatto da Rilke [2] è fine e degno di considerazione. Quel che sento necessario in questo momento, come contrappeso al "Dottor Faust" è: qualche cosa di breve e di brioso. Qualche cosa che possa venir dato nella stessa serata, dopo "Turandot", se la prima e seconda parte di "Arlecchino" faranno serata...

[1] Rilke aveva raccontato alla signora Busoni, a Ginevra, una piccola novella mistica.

22 ottobre 1919, Londra
Nel corso del pomeriggio, mentre mi stavo occupando di musica, è arrivata una squisita lettera di Philipp. - Prima di tutto scrive testualmente quanto segue, e che mi ha fatto naturalmente un immenso piacere: "Plus je relis votre "Arlecchino", plus je l’aime. C’est du Rossini à cent ans de distance - c’est génial. - Que de trouvailles, quel rhythme, quelle vie dans tout cela! Je crois que l’on comprendrait votre ouvrage chez nous".

23 ottobre 1919
Ensuite: questo bellissimo progetto per il marzo, a Parigi:
dal 5 al 23 marzo, Parigi:
Due serate alla Société des concerts du Conservatoire.
I. "Concerto in mi bemolle maggiore"- Beethoven
"Concerto" di Saint-Saëns
II. "Concerto "di Mozart
"Fantasia indiana ".
Due recitals di pianoforte alla Salle Erard. -
Due serate per l’Association des Anciens Elèves.
I. Con orchestra, di musica mia, compreso il Concerto con coro.
II. Serata lisztiana.
Tutto ciò è molto onorifico e maestoso, ma un gran lavoro per me! -
Philipp mi ha pregato di dedicare le cadenze alla sua vecchia beniamina M.lle Marcelle Herrenschmidt. L’avevo già conosciuta anni fa e l’ho vista ultimamente a Parigi: è molto simpatica. Ho ricevuto oggi da lei una bella lettera di ringraziamento, piena di felicità. -...
Se si guarda ora fuori della finestra, si indovinano gli alberi - perchè si sa che ci sono - tale è la nebbia che copre tutto, all’intorno...
Benni non ha ancora capito che dobbiamo agli uomini la maggior parte dei nostri mezzi di sussistenza e che - perciò - non li dobbiamo respingere: che siamo qui per darci la mano a vicenda. E che il diritto di rifiutare gli altri dovrebbe venir comperato a un prezzo molto alto; in quanto li si supera in qualche cosa: e ciò è sempre ancora molto relativo...
A dir il vero qui ho troppo poco da fare - tento di occuparmi per conto mio: uscire - partendo da questo punto della città - richiede sempre una decisione e comporta uno spostamento della regola e del tempo; tu sai, a Londra non si torna tanto facilmente a casa... Londra non è mai stata la città delle avventure innocue (alle quali sono anche poco portato) - e mi rimangono solo i libri e le mie piccole meditazioni personali, per riempire le giornate. - Persone ne vedo straordinariamente poche.
Ora mi sono abbandonato a un po’ di piacevole conversazione...
Hai notizie di Berlino?

(Bournemouth), 25 ottobre 1919
Aspettando l’ora del concerto (le 15) penso a te e ti mando un saluto. - A nice quiet place, you know, lots of old ladies in rocking-chairs [1] - - il pianoforte a coda da concerto ha dieci anni sulla gobba... Ieri - per trovarmi un’occupazione - ho rielaborato il Rondò di quel "Concerto" di Mozart che devo suonare a Zurigo. È pieno di passi non lavorati, evidentemente scritto in gran fretta, innocuo ma brillante; e penso che adesso ha acquistato più splendore. Mi ha dato da fare dalla mattina presto fino alle 5 e 1/2. - Questa notte ho pensato che dovrei cambiare la musica della terza e della quarta voce degli spiriti nel "Dottor Faust" - - e la settima (Mefistofele) è ancora in grembo al Signore...

[1] Un simpatico posto tranquillo, sapete, un mucchio di vecchie signore in sedie a dondolo.


Londra, 28 ottobre 1919
...Qui è sempre in progetto un Teatro Shakespeariano stabile e si è pregato Bernard Shaw di tenere un pubblico discorso in favore dell’iniziativa. Egli ha incominciato così: "Si tratta di una questione altamente "nazionale", che riguarda ogni inglese. La sottoscrizione è aperta. Finora si è annunziato un solo sottoscrittore, ed è un tedesco: 25.000 sterline". (Non è delizioso?) - Non l’ho ancora visto. Può ben essere che tu abbia ragione di avere dei dubbi...
Il mio ultimo amico è un vecchio gatto di casa. Sembra che mi sia affezionato. A tavola si siede vicino a me, sulla mia seggiola. È vecchio, dovrebb’essere tutto bianco, ma è invece d’un grigio incerto. - Qui abita anche un vecchio cagnolino "Beauty", è sdentato e borbotta dei lunghi monologhi. Questi, invece, è tutto nero ...
Fa piacere osservare come Milner si sviluppa bene qui. - Ha fatto sensibili progressi di pensiero e dice spesso cose giuste e intelligenti. - Con tutto ciò rimane sempre caro e fedele, ma non è più (si vorrebbe quasi aggiungere: purtroppo) così candido come a Zurigo. -
Da Motta mi ha scritto una seconda lettera, straordinariamente bella. Vuole avermi in Portogallo "ad ogni costo" (in senso letterale)...
Penso tanto a te, come mai finora. È bello, ma ora quasi doloroso. Perchè ancora non riesco a trovare la strada, e sento che tu ne soffri. - Tutto sarebbe potuto andare così bene in questo momento - - - accontentati, per intanto, del mio affetto, finchè non viene anche il resto (in cui io credo)...

30 ottobre 1919, Londra
Pomeriggio

...L’aspetto delle strade di Londra mi sembra mutato, seppur non saprei dire precisamente quanto questa impressione vada messa sul conto della trasformazione del mio modo di vedere. - Tuttavia si può stabilire con sicurezza che le persone sono più brutte e che l’eleganza è quasi scomparsa. Molte uniformi (fanno una impressione penosa le donne in uniforme) - moltissimi mutilati; si nota il piacere che prova la gente per la considerazione che vien loro conferita dal vestire una uniforme qualsiasi; il razionamento e la chiusura dei bar danno anche il loro tono, - atteggiamento arrogante delle classi inferiori - un gusto decaduto in conseguenza di tutto ciò. - Non è bello ed è come se le case stesse e la luce delle varie ore del giorno non esercitassero più il loro antico fascino: - perchè la democratizzazione calpesta con pesanti stivali il sacro suolo. -

31 ottobre 1919
...Sto facendo colazione e finisce oggi il mese di ottobre, che mi è sembrato ben lungo, perchè ha portato una quantità di avvenimenti (esteriori) ben più grande di quel che siamo abituati a Zurigo. Per il mio profitto interiore personale ha minor importanza; tutt’al più per il contatto ripreso con condizioni di vita più ampie. -
L’unico frutto di questo tempo è la rielaborazione del "Concerto in mi bemolle maggiore" di Mozart (finito l’altro ieri) (e ancora le piccole cadenze per quello in do maggiore)...
Milner fa fortuna, canterà "Jago" lunedì al Covent Garden; l’ho ristudiato con lui. (Tra gli inglesi passa per un attore molto "mobile"...).
L’opera di Beecham presenta nientemeno che cinque opere russe, ognuna intramezzata da un balletto. Ho visto lo spartito per pianoforte del "famoso" "Principe Igor" di Borodin. È pietoso. In generale molta musica russa, anche nei concerti e tutto in condizioni lamentevoli. Nel magazzino ex Bechstein stanno ritti in fila, come volumi, da venti a venticinque bei pianoforti - e non è permesso suonarli! Non è pazzesco? Ringraziamo Dio per quel nostro po’ di chiarezza. - Sto proprio bene (facciamo gli scongiuri). - Soprattutto oggi...

[Londra], primo novembre 1919
Ieri pomeriggio è venuto al tè - che non ha preso - G.B. Shaw. Ha ora 63 anni, è molto alto e potrebbe essere - all’aspetto - un fratello più spiritoso, più vivace e più acuto del vecchio Hase. Chiacchiera troppo e con una vanità che non riesce a nascondere. - Incominciò subito con lo sparare una delle sue piccole frecce argute. Maudi raccontava di essere uscita allora allora da un "nursing-home" [1].
"Mi meraviglio che Ella sia viva" disse G.B.S. "perchè da un ospedale vero e proprio si vien buttati fuori a metà cura; ma da un "nursinghome" non si lascia uscir nessuno finchè non è morto". - (V’è un mezzo dissi, contro questo inconveniente. Si smette di pagare in precedenza). - Al tè ha parlato principalmente di musica e voleva, evidentemente, far mostra di tutte le sue cognizioni. Ama Mozart e lo capisce. "Mozart è stato il mio maestro. - Ho imparato da lui come si possono dire cose importanti restando su un piano leggero e divertente ". - "E questo come lo mette d’accordo (dissi) con la Sua ammirazione per Wagner?" - "Oh, c’è posto per tante cose differenti a questo mondo. E a quel tempo era necessario protestare contro incomprensioni senza senso. Ma confesso - per quanto ami "Tristano" - desidererei che morisse un po’ prima".
"Perchè (dissi) non lo ha mai scritto?" - Ma a ciò non mi seppe rispondere. Poi incominciò a lodare Elgar, e soprattutto la sua esatta conoscenza dell’orchestra.
"Mi ha mostrato" (disse S.) - "come si può dare rilievo a un passo della "Leonora" di Beethoven, che non suona mai". - Descrisse la correzione di Elgar che è cattiva. "Mi scusi (dissi di nuovo) ma io farei così e così, come si può vedere in Mozart" (e spiegai il mio esempio). - "A questo non avevo pensato" - esclamò, reso un po’ più prudente.
Sembra che non abbia mai meditato sull’essenza dell’opera. "Non sarebbe in grado di scrivere un libretto, scriverebbe le stesse cose che scrive sempre". - "Mi attirerebbe - dissi - tentare di metter in musica la scena dell’Inferno di Uomo e superuomo". "Sarebbe lavoro sprecato (disse S.) perchè non potrebbe fruttarLe nulla". -"Non è questo che mi attira" (dissi). - "Oh! Ma Lei deve calcolare anche questo, tutti devono calcolarlo" - "of course, I am now a famous artist [2] (aggiunse un po’ scherzando) - ora mi posso permettere di correr dietro alle mie ubbìe ---" (o qualche cosa di simile). - Be’, questo non mi è sembrato nè molto bello, nè molto delicato.
Parla tanto e così in fretta che quel che dice è molto disuguale; spesso dice delle cose degne di un ragazzo impertinente, senza misura, senza fondamento, senza saggezza, - indecorose alla sua età. Ricorda qualche volta il Heine peggiore. - Come musicista è rimasto un dilettante; naturalmente un dilettante di quell’intelligenza è incomparabilmente meglio di un professionista come, per esempio, il direttore d’orchestra C. o K. Ma quel che caratterizza il dilettante, è la gioia delle proprie scoperte personali, e il piacere che prende a cose diverse che non hanno nessun vicendevole rapporto...
Il suo tono era di una indelicatezza quasi insopportabile (mitigata dall’arguzia e dalla vivacità) - mentre io (pur senza accettare tutto) ho parlato rispettosamente e tranquillamente...
Verrà il 22 al concerto di Wood; allora comincerà a conoscermi...

[1] Clinica privata.
[2] Naturalmente, ora sono un artista famoso.

Londra, 2 novembre 1919
...Ieri ti ho riferito abbastanza esattamente su G.B.S. - (venir chiamati con le sole iniziali del nome denota, in Inghilterra, la massima popolarità) - intendo George Bernard Shaw. Ho dimenticato di osservare che ha una sfumatura (a shade) del Giorgio danese - (Brandes) - ; soprattutto nella spumeggiante loquacità e nell’autocompiacenza che l’accompagna. -
Ha raccontato che sta scrivendo un grande lavoro teatrale in quattro serate, dal titolo "Back to Methuselah", [1] nel quale fa vedere che le cose di questo mondo sono divenute tanto vaste e complicate, che la vita è troppo breve per potersene fare un’idea complessiva e per poterle dominare. Perciò l’uomo moderno si evolve verso la longevità e tenta di raggiungere l’età di Matusalemme - trecent’anni - . Nel corso del lavoro l’umanità è appunto arrivata a tanto. - La prima parte si svolge in Paradiso quando i primi uomini non sanno di dover morire; e la morte appare sulla terra per la prima volta. La seconda parte si svolge ai tempi nostri. In questa vien proposto a Lloyd George e ad Asquith il progetto (in forma di Parliaments bill [2] ) di fissare la vita dell’uomo a trecent’anni. La terza parte ha luogo alcuni secoli più tardi, quando gli uomini raggiungono effettivamente quella età. (Nel frattempo un americano ha inventato e lanciato con grande pubblicità un mezzo per respirare sott’acqua). - Ma in questi tempi nuovi ci sono ancora complicazioni spaventose e situazioni ridicole. - Della quarta parte non sa lui stesso che cosa deve fare. Deve svolgersi millenni più tardi ed egli (Shaw) non ha ancora trovato sotto quale aspetto mostrerà il mondo in questo stadio. - Incomincia infatti un lavoro senza un piano prestabilito, e si affida alle trovate per la continuazione. (E questo si sente, anche). -
Ah, riverito sig. Shaw, che realismo, che armamentario per render felici gli uomini! - Shaw ama l’umanità (il suo indirizzo telegrafico è: Socialist, London) teoricamente. Egli, personalmente, è di sicuro un egoista perfetto. Del resto si esercita ora a diventare un secondo Matusalemme; e recita la parte del "giovanotto vivace"
La data del mio ultimo concerto in Inghilterra è fissata ora per il sei dicembre. - Dunque tra un mese e quattro giorni! - Non soffro, anzi c’è persino qualche cosa che mi fa piacere. - Ma mi sembra che tutto questo tempo sia impiegato male. Ho ripreso l’abitudine alle proporzioni (mi sembrano persino meno grandi di prima), mi riesce più facile ora di vedere in fondo alle cose con occhi più maturi. Le masse affluiscono e a ogni passo - ogni giorno - sono volti nuovi; ma ogni singolo è una piccola esistenza, meschina e senza interesse. La mediocrità delle fisionomie, per la strada, è indicativa. - Gli è che la grandezza non sta nella quantità. Ma la qualità è qui forse ancor più misera che altrove...

[1] Ritorno a Matusalemme.
[2] Progetto di legge presentato al Parlamento.

Londra, 6 novembre 1919
...Questa domenica c’è ancora un "Concerto Melba" all’Albert Hall, dopodichè sarà finita con "questa sorta" di concerti! - È tra le cose più tristi vedere come l’umanità non ha imparato proprio nulla da questo ultimo sconquasso mondiale! Appunto stamani ricevo una lettera, in cui mi si chiede se non mi dispiacerebbe suonare prossimamente il "Fantasie-Improptu" di Chopin. Eppure questo pezzo famoso, un superficiale studio da salon, non viene mai eseguito male - mentre la musica di Liszt vien suonata male col massimo zelo. - Robert Newman ha perduto un figlio in guerra, l’ha visto morire, ha un occhio paralizzato, è vecchio e canuto: - ma crede nella suprema necessità che io suoni su pianoforti Chappell! E venuto a trovarmi apposta per questo. - Wood - così mi scrive egli stesso - ha diretto qui in dieci settimane seicento pezzi, e nessuno si ricorda di uno solo di questi! -
Beecham fa far le prove d’orchestra per le opere da sostituti e dirige la rappresentazione senza aver provato. Che bravura!... [1]
Rosamond mi ha pescato a Cambridge "Frederick the Great" [2] di Carlyle. Con ciò sarebbe raggiunto lo scopo del mio viaggio in Inghilterra - come le ho detto scherzando. Ora potrei tornare a casa. -... Ho raccolto qui di nuovo cinquanta volumi. Non so come farò a portarli con me. -...

[1] In italiano nel testo.
[2] Federico il grande.

Londra, 9 novembre 1919
A mia grande costernazione mi accorgo che è di nuovo domenica!...
Il tempo si muove rapidamente e insieme di soppiatto. A partir da oggi dovrei restar qui ancora esattamente 4 settimane, e mi sembra che saranno interminabili. Ancora una volta il paragone di Schopenhauer del binocolo capovolto colpisce nel segno. - ...
Delle cadenze che in un primo momento aveva trovate "charmantes" - Philipp mi dice questa volta: "J’ai vu de près maintenant vos Cadences pour le "Concerto en ut". Ce sont deux petits chefs-d’oeuvre d’esprit et de finesse. Comment l’auteur de la "Sonatina in diem Nativitatis" peut-il écrire les spirituelles broderies de ces Cadences, c’est le secret du génie".
E della "Sonatina", Da Motta scrive: "- elle me semble de la sculpture gothique, d’une fermeté de lignes et une sérénité séraphiques pareilles". La posta della sera mi ha portato ieri la tua lettera con la relazione sul concerto in abbonamento. Mi ha divertito al massimo... A mezza strada tra i professori di conservatorio svizzeri e alcuni inquietanti "futuristi" di qua, si trova il trono dorato di quanto è autentico e bello - ed alto. -...
"Belli" sono anche i pezzi per pianoforte di * e di ** che cominciano a diffondersi qui. - Né fantasia - né sensibilità - né forma, solo un tentativo nell’ambito timbrico, che però è tormentoso. - Non può essere che io mi sia fermato! Si può dimostrare che questi pezzi sono cattivi. (Piuttosto vorrei accusare la guerra che, a quanto sembra, ha fatto sì che tutto si è arrestato o si è messo a vacillare). Per esempio un signor G. ha scritto un pezzo in cui la mano destra suona in la maggiore e la sinistra in la bemolle maggiore. Questi sono vecchi scherzi, che noi facevamo al Kämps Hôtel dopo il "Caffè con avec"! Il pezzo non è che un comunissimo (e noioso) valzer, solo con le armonie spostate...
Non vorrei chiudere questa lettera con le dissonanze, ma con l’unisono perfetto in cui battono i nostri cuori...

Londra, 10 novembre 1919
Il concerto di ieri è stato un po’ più decente di quelli in provincia. L’Albert Hall era pieno! Bisogna prima farsi un’idea di cosa vuol dire 8-10 mila persone; e quale può essere la qualità di una massa simile, la domenica!... Il camerino degli artisti era popolato di australiani. La Melba, il suo accompagnatore, Clutsam e signora. Gli australiani differiscono molto dagli americani, per l’assenza, in loro, di chiassosa sicurezza di sé e per il fatto che non "propagandano" tanto il loro paese, come i loro più anziani cugini. -...
Mi sono fatto un po’ "bello" per il concerto, e Maudi era entusiasta; diceva che sembravo quello di vent’anni fa...
Suono ora con grande disinvoltura, senza fatica e senza nervosismo. - E suonare così mi fa anche piacere. Son contento anche un po’ per il 22 con Wood. Ho aiutato in parte a rimettere in piedi il programma ubriaco, in quanto quel che mi riguarda viene eseguito nella prima parte - prima dell’intervallo. - Vedremo che effetto farà. Dirigerò io stesso i miei pezzi. -... Sto benissimo, sebbene la giornata abbia l’aspetto di "autunno moltiplicato per Londra"...

10 novembre 1919, Londra
In questo momento mi sono successe due cose deliziose: ho fatto la conoscenza di un piccolo "Concerto" (in fa maggiore) di Mozart, che comincia come un giuoco e si fa via via più complicato; ma sempre grazioso e vivace; - e ho ricevuto per posta il pacco che contiene il "Federico II" di Carlyle: un regalo di Rosamond...
Tac-tac-tac, così si sente in continuazione sotto la mia finestra. Sono i ciechi che battono sullo stecconato per trovare la strada...

Londra, 13 novembre 1919
Non serve né cavillare né rimproverare: il fatto è che non appena devo fare qualche cosa per uno scopo utile, non appena appare che il farlo è di vantaggio materiale, - da quel momento qualche cosa in me comincia, per così dire, a sanguinare, mi prende una specie di paralisi; e porto a termine solo con pena e fatica quel che, altrimenti, potrei compiere con leggerezza e con gioia e anche - meglio. (Tu sai che so essere diligente ed energico). Un sentimento del genere mi assale anche quando vedo alcuni pensare e agire solo in senso utilitario nell’arte (e anche al di fuori di questa): e vi si accompagna un senso di nausea. -... Se dò un concerto solo per l’onorario che mi frutta, allora suono sempre male, peggio della media dei pianisti. Inoltre, mentre suono - e dopo - non posso far a meno di vergognarmi e questo è un tormento. -... Penso che sia stata questa inclinazione a riprodursi in Benni con forza centuplicata... È il distillato puro anti-utilitario e - considerato da questo lato - mi è estremamente simpatico; il perfezionamento di quel che sono io stesso. - Ma purtroppo in questa sola direzione. Perchè l’energia estetico-egoistica, lo spietato sfruttamento delle proprie capacità - che dovrebbero stare sull’altro piatto della bilancia - non esistono quasi. Oppure c’è in lui una filosofia istintiva che gli fa ritenere illusorio e inutile anche quanto v’è di più buono e di più bello.
A guardar bene, lo sono, come anche la gloria e - ultimissimo - il danaro. Giotto non è forse bello e meritevole d’affetto in se stesso, e non perchè vince un premio o porta un collare prezioso o rappresenta - sul mercato dei cani - un esemplare di prezzo? - Solo così bisognerebbe giudicare le persone, ma succede esattamente il contrario e la conseguenza ne è che anche i migliori sono costretti a regolarsi e a comportarsi secondo la norma comune; a meno che non siano in grado di sopportare di non essere considerati i migliori, ma anzi di passare per gente di minor valore. Abbiamo bisogno del danaro solo perchè gli altri lo esigono da noi, come dimostrazione del nostro vero valore, che essi non riconoscono. E anche la fama ha questa funzione; di fronte alla quale fama l’artista, purtroppo, è portato a cedere più facilmente degli altri: - eppure, in fondo, solo più facilmente di altri, meno nobili, che la pongono falsamente in alto.
Leggo in Carlyle questa semplice e forte definizione del genio: "Un uomo di genio (Federico II), cioè un uomo dotato di originalità e di veridicità: capace di vedere con i propri occhi e incapace di rinnegare ciò che vede" ("capable of seeing with his eyes and incapable of not believing what he sees").
Che lettera! Dove vado a finire! Basta almanaccare! -
Ieri ho avuto il piacere di vedere una affascinante giovane indiana. Il suo naso è assolutamente diritto, non solo la linea del dorso nasale è diritta, ma anche la posizione del naso nel volto, cioè perfettamente verticale. Il labbro inferiore un’idea sporgente, il colorito pallido del tutto uniforme; inoltre nerissimi occhi vellutati. (Il tutto un po’ al di sotto della grandezza media). Quando si vede una persona simile viva davanti a sé, si incominciano a capire le miniature indiane...

Londra, 14 novembre 1919
C’è di nuovo qualche cosa da raccontare. (Perchè, in fondo, si è a Londra proprio per questo). Ieri sera ho visto - per la prima volta! - l’interno del Covent Garden. L’ho trovato gradevolissimo (evidentemente costruito sulla falsariga dei modelli italiani, o addirittura costruito da un italiano?), ben proporzionato; non così enorme come temevo, ma di dimensioni che ci fanno sentire a nostro agio. - Milner mi aveva fatto avere il mio posto preferito, immediatamente dietro il direttore d’orchestra; così ero in contatto con l’orchestra (che, probabilmente, mi conosceva) e potevo mantenere le mie piccole corrispondenze con i cantanti, proprio come a Zurigo.
Ho sentito e visto l’ "Otello" di Verdi, col "demoniaco" Milner, con un tenore solido ed eccellente (che aveva l’aspetto del defunto violinista Halir), scenari, in parte provenienti dal Balletto Russo e in parte dal magazzino Liberty, una buona orchestra e un certo schifo di giovane direttore, che non sentiva l’opera oppure non la capiva. - Un’opera disuguale che mi confermò la mia prima impressione... [1]
Parecchie cose sono troppo lunghe e troppo verbose, di contro ci sono momenti concisi ed emozionanti, e, frammezzo, lampi di genio... Il soggetto, a mio sentire, è completamente contrario alla musica, la quale, nei punti culminanti, si fa grido animalesco. - ...
Oggi c’è stata la prima delle mie tre prove d’orchestra. Accoglienza cordiale da parte dell’orchestra del Queen’s Hall, applauso alla fine della prova. Sir Henry Wood è stato molto gentile; ha detto "una impressione stupenda e assolutamente originale. Porteremo i pezzi anche a Manchester". Ciò avverrà il 29 novembre.
È stata una mattinata piacevole, il tempo leggermente nebbioso, eppure asciutto. Quando sono entrato in sala, vi si suonava la "Queen Mab" di Berlioz, quella piccola meraviglia. - ...

[1] Del 1887. Allora Busoni aveva scritto una recensione critica dell’opera (dallo spartito per canto e pianoforte).

(Londra), 15 novembre 1919
. . Lunedì incomincia il lavoro di incisione dei dischi. Anche questa è una cosa che faccio solo con mezza convinzione: questo dissidio in me - quando si tratta di cose di interesse economico - fa sì che le realizzo solo a metà. Non voglio guastar del tutto l’affare, e non voglio mentire del tutto: - e così è impossibile che la cosa riesca. (So che ho difetti; tant’è vero che mi sforzo continuamente di migliorarmi). - Oggi mi prendo di nuovo una giornata di riposo, penso a molte cose, in silenzio. Giornate di questo genere sono spesso fertili, a modo loro...

Londra, 17 novembre 1919
...Ieri ci ha fatto visita Dent. Aveva la sera stessa quella piccola rappresentazione; mi ha invitato e ci sono andato. Lontano nel South-West, di notte, domenica e pioggia. Un piccolo e misero teatro - vi si fumava la pipa. La clavicembalista, circa 65 anni, faceva scorrere le dita come una piccola strega, sul bell’istrumento antico. - La scena e i costumi erano tenuti esattamente nello stile di Hogarth, tanto che si sarebbe potuto pensare di aver davanti una delle sue incisioni in rame.
La prolusione di Dent era influenzata in modo pericoloso dal tono di G.B. Shaw. "-- morì tubercoloso (Pergolesi), of corse [1] non prima di aver scritto uno "Stabat Mater", che è musica sacra nello stile dell’opera buffa --"
(Quand’è che ci si convincerà che la musica è solo "musica" - e che il concetto - sacra, - teatrale ecc. deriva solo dal testo --- !)
In complesso però un piccolo avvenimento molto interessante: - il ritorno a casa complicato (Metropolitana - a piedi - automobile), non senza un tocco di romanticismo, il quartiere fuori mano, Londra di notte e con la pioggia, - altrove sarebbe stato solo spiacevole; qui c’era qualche cosa in più.-...
Figurati, cara Gerda, - ho una nostalgia quasi dolorosa di Giotto; starebbe tanto bene qui, e anch’io con lui...

[1] Naturalmente

Londra, 18 novembre 1919
...Per piacere, leggi con attenzione il programma di Manchester! Una cosa simile non passerebbe al "Café des Banques". - Guarda anche questo sudicio foglio che viene da Milano! Toscanini candidato alle elezioni! Sarebbe ora che anch’io incominciassi la mia carriera politica. - Oggi c’è stata la prima seduta d’incisione. Anche questa: una Via Crucis. Una cosa insensata. - Non c’è speranza di miglioramento! - Perchè avere delle aspirazioni? Perchè non se ne può fare a meno. Così è fatto
Il tuo affezionatissimo marito

20 novembre 1919, Londra
...La fatica e la sofferenza dell’incisione è finita ieri, ho suonato tre ore e mezzo! Sono in pezzi, ma è passata. Ne sono stato oppresso fin dal primo giorno, come se avessi aspettato un’operazione. Stupido e faticoso. Un esempio: si desidera il Valzer del "Faust" (che dura buoni 10 minuti) - ma deve durare solo quattro minuti! - E si tratta allora di condensarlo rapidamente, tagliare, imbastire, improvvisare, in modo che conservi un senso nonostante tutto; stare attenti al pedale (perchè risulta male), pensare a certe note, che devono venir suonate più forte o più piano - secondo i capricci di questa macchina infernale: non abbandonarsi, altrimenti addio correttezza - e al tempo stesso aver presente in continuazione che ogni nota resta fissata per sempre - : come ne possono venir fuori ispirazione, libertà, slancio, poesia? Basti dire che ieri per nove pezzi di quattro minuti ciascuno (dunque in tutto circa mezz’ora) ho lavorato tre ore e mezzo! - Alcuni di quei pezzi li ho suonati quattro e anche cinque volte: quel che mi ha stancato più di tutto è stato il dover pensare in fretta. Ma, infine, ne hanno risentito anche le mie braccia - e poi c’è stata ancora una fotografia, e la firma dei dischi - finalmente - sbrigato!...

Londra, 23 novembre 1919
Ieri (la maggior parte delle mie lettere incomincia con "ieri") tutto è andato bene. Il "Concerto" di Mozart ha entusiasmato i conoscitori e anche me; i due pezzi (Sarabande und Cortège [1] ) sono stati eseguiti in modo eccellente e mi hanno fruttato tre chiamate. Sono stato contento della mia buona musica, in cui non ci sono punti morti nè zone sporche. - Il solo giornale che ho letto oggi, se ne sbriga con superficialità e incomprensione; come anche della cadenza che "sorvola secoli interi", dato che si sa che è opera mia. - Tu dici spesso che faccio troppo poco per la mia musica. Ti assicuro che mi pento, a dir il vero, anche del poco che faccio. - Ma aspettiamo la generalità dei giudizi. I miei intimi (compreso Dent) ne hanno riportato una grande impressione. Wood era entusiasta, o ne faceva finta; ha detto a Maudi: "he is now so great" [2] e ha alzato le braccia...
Delius è rientrato entusiasta da Francoforte. È il primo che porta buone notizie dalla Germania. Il suo "Niels Lyhne" è stato rappresentato là senza risparmio di mezzi e con molta cura... È stato un sollievo sentire, una volta tanto, qualche cosa di buono della Germania. - ...

[1] "Sarabanda e Corteggio" dal "Dottor Faust".
[2] È così grande ora.

Londra, 24 novembre 1919
È un simpatico tratto del carattere di A. voler aver danaro per spenderlo. Hanno torto coloro che vogliono far danaro per amor del danaro, che dal danaro ritraggono danaro. Hanno torto altresì coloro che fanno del danaro il metro per misurare il valore dell’uomo. E pensare che - - a guardar bene, il danaro non esiste! Perchè ricchezza o proprietà (anche un mero concetto! ) sono solo il suolo e il lavoro. - Ma oggi niente "articoli"...
L’affarismo di S. non mi piace punto. Tra l’artista che lavora in silenzio e l’evidente ciarlatano sta il "carrierista": il tipo più frequente. Ma perchè non far un coraggioso passo avanti, in quest’epoca "pratica" e non sfruttare la réclame a viso aperto? Una volta tanto questa sarebbe una proposta sensata. Si leggerebbe per esempio, nel tram: "Le liriche di N.N. sono le più belle" oppure: "A tutte le famiglie musicali si raccomanda: prima di coricarsi, una lirica di N.N."... oppure: "Le mie composizioni sono le più originali e le più spettacolose, un quarto d’ora di emozioni vi procura Vassili Merdskit!"...
In questo momento leggo il Times; mi ha rattristato. - Perciò smetto di scrivere e ti abbraccio, mia sola amica...

[Londra, 25 novembre 1919]
Le tue impressioni su Stravinski collimano con quelle di Andreae: non è un musicista che mi interessi; il male è che crea un’immagine sbagliata di quel che deve essere il progresso della musica, nel pubblico che non pensa e nella critica incompetente. -
Le novità vengono misurate sul suo modello. Mi è toccato di nuovo qui. Solo il "Daily Telegraph" è stato più sensato e si è sforzato di "star a sentire" ("Essi sentono quel che credono - non credono a quel che sentono"). Un pezzo interessante è noioso - un pezzo noioso è interessante - a seconda dell’atteggiamento che hanno scelto in precedenza di fronte a ciò che sentiranno e che vogliono sentire. -...
E da ieri conosci la mia inclinazione verso la "propaganda" personale. Tuttavia si potrebbe riflettere su Ginevra. (In fondo mi dà i brividi).
Ho incontrato ieri per la strada Delius e sua moglie. Abbiamo combinato, per suo desiderio, un pranzo in comune. Dopo essersi accommiatato, tornò indietro ancora una volta, come se si fosse scordato di un atto formale di cortesia: - "La parte che mi piace di più (disse in tono di conforto) è la Sarabanda"; gli volsi le spalle e - nel taxi mi lasciai andare; avevo bisogno di sfogarmi a piangere, per una volta - - -
Oggi mi sento meglio...
Questa volta Londra mi sembra tanto meno imponente: vedo solo i particolari e cose comuni e non posso immaginarmi la "massa" come forza misteriosa - come la sentivo da giovane. -
Pure c’è sempre ancora qualche cosa di speciale. - Ieri, in mezzo al gran traffico degli autobus, il mio caro "asino provvidenziale" [1] procedeva pacifico e innocente per la Shaftesbury-Ave. - Tutte le vetture dovevano descrivere un arco intorno a lui, perchè camminava più adagio di loro. Allora il mio stupido cuore si è gonfiato. - ...
Kaikhusru Sorabji si è svelato un giovanissimo indiano: - gli ho dato, per suo desiderio, una lettera di raccomandazione. Una testa fine, non comune, nonostante la sua brutta musica: una foresta vergine con molte erbacce e molti rovi, ma esotica e lussureggiante. - ...

[1] L’ "asinus providentialis" dell’ "Arlecchino".

Londra, 28 novembre 1919
Ho ricevuto questa mattina una lettera di B. Shaw, che è tenuta nel tono più caldo possibile per lui; mi ha fatto grandissimo piacere. Come è bella questa frase, e com’è giusta:

"But you should compose under an assumed name. It is incredible, that one man could do more than one thing well; and when I heard you play, I said: "it is impossible that he should compose: there is not room enough in a single life for more than one supreme excellence" - You seem to be a virtuoso of the first order in handling instruments: in fact your danger is an excessive sensitiveness to shades of tone and delicacies of harmonies"...[1]

[1] Ma come compositore Ella dovrebbe prendersi uno pseudonimo. In generale non si ammette che una persona sia capace di far bene più di una cosa; e quando La ho sentita suonare, mi dissi: "è impossibile che possa scrivere musica: non c’è abbastanza posto in una singola vita per eccellere in più di una attività" - - Sembra che Ella sia un virtuoso di prim’ordine nel trattamento degli strumenti: effettivamente il pericolo, per Lei, sta in una sensibilità eccessiva per le sfumature di suono e per le preziosità armoniche...

Londra, 1 dicembre 1919
La tua lettera d’oggi è tanto meravigliosa, così consolante e fortificante, - non te ne posso ringraziare abbastanza! - Frattanto c’è stato qualche cosa di buono; dopo la lettera di Shaw è apparso un articolo nell’ "Athenaeum", Busoni as a composer dal quale si capisce che Dent, in fondo, mi vuol molto bene.
Questa volta mi son preso la cosa molto a cuore: non è stato proprio questa cosa, ma la ben nota "goccia" che è traboccata. - Come conseguenza fisica ne ho avuto delle bolle su tutto il corpo; un fenomeno nervoso, accompagnato da una leggera febbre - - -...
Lamond si dimostra un ottimo amico, che vien sempre ad ascoltarmi e mostra un’espressione affettuosa. - Oggi sono molto stanco (ma non sto male) e un po’ esaurito di testa. -...

Londra, 3 dicembre 1919
Dopo un magnifico sonno - senza interruzioni fino in pieno giorno - tutto ha oggi un aspetto migliore e ora (circa le 12) è arrivata la tua cara lettera...
Mi rallegro di tutto cuore che M. Klinger sia in vita. [1] Peccato che pasticciasse tanto nella musica e che "scoprisse" solo quello a cui lo portavano, bravo bravo e tranquillo tranquillo, il suo tempo e il suo paese. Aveva aspirazioni a rompere le catene - e non faceva che scuoterle un po’ in qua e in là ----
Beethoven-Giove! Con testine di angeli preraffaeliti e la Passione di Cristo dietro le spalle - che riassunto confuso di tutto quello che la Germania adorava con gravità tra il 1875 e il 1895! Che pesantezza. E, in fin dei conti, allo stesso tempo è comico. - (Con tutto il rispetto per le intenzioni serie e lo sforzo artistico). - Eppure sono contento che sia vivo - e forse fa ancora in tempo a capire e a riconoscere varie cose. -...
Guerra e danaro - e danaro e guerra - per questo bel risultato Dio Padre non aveva bisogno di piantare in Paradiso l’albero della conoscenza ---
In italiano si chiama: l’albero del bene e del male; sembrerebbe quasi che i primi uomini avessero avuto la scelta tra bene e male - e Dio si lava le mani negli oceani e dice: non è colpa mia --- cosa che, d’altra parte, si ripete con Suo Figlio e Pilato - Revanche! - Dopodichè M. Klinger mescola tutto l’intruglio con -- Beethoven...
Non solo i programmi dei concerti, ma anche tutto il resto è decaduto qui. Temono la concorrenza tedesca e -- non lavorano! Non lavorano il sabato e la domenica, non il giovedì pomeriggio e tutti i giorni alle sei finisce il lavoro. - Si son dovute limitare di molto le ore di apertura dei bar (12-2, 6-10) perchè i reduci di guerra non facevano nulla tutto il giorno se non bere! E ciò porta naturalmente con sé disordine, miseria e criminalità. Verso la mezzanotte Londra era un Carnevale di ubriachi. - I costumi si sono rilassati (in senso sbagliato) e gli scrittori scrivono sfacciatamente sulle questioni sessuali. Quella che sta più in basso è forse la letteratura. Che deserto! - Ieri ho ricevuto l’ultimissimo volume di Shaw, non lo conosco ancora. -
Ora mi devo preparare per il viaggio. - Il passaporto è già in ordine, forse martedì parto per Parigi, dove mi tratterrò il meno possibile - E poi, cara Gerda, che bellezza!...

Londra, 7 dicembre 1919
Ancora una volta domenica mattina, mite sole invernale sul Parco, fuoco nel caminetto, riposo. Il senso di riposo però è in me solo relativo e, a dir il vero, mi sento spinto al lavoro, dopo tre mesi sprecati...
Sono proprio stanco oggi. Il programma sembrava più innocuo sulla carta, di quanto non si sia manifestato all’esecuzione. Il recital è stato all’altezza del primo, è stato una piena e perfetta riuscita, la sala esaurita, il pubblico il migliore di quanto si può avere ora e qui. È stata di nuovo una cosa che mi interessava fino in fondo - di conseguenza non ho risparmiato la forza nè spirituale, nè fisica.
Dopo il concerto (un caldo! una sudata!) dapprima mi sono cambiato, poi - petite cour nel camerino degli artisti e, infine, piccola cena intima da Dorothy (cui voglio molto bene ora) - con Sybil e Maudi...
Se tiriamo le somme, dobbiamo dire che a Londra hanno avuto una certa importanza solo le tre manifestazioni - per le quali Mr. Powell non ha nessun merito e che ho sistemato da me solo. Invece tutto quello che Mr. P. ha immaginato, intrapreso ed eseguito è stato di uno stile da grandi magazzini, indecoroso, penoso e persino dannoso. - Inclusa l’incisione dei dischi, sono state quindici prestazioni.
Meglio di tutto mi sono riuscite la "Waldstein-Sonate" la "Quarta Ballata" di Chopin. (In questa atmosfera appaiono pezzi mostruosamente seri; - assumono un aspetto monumentale). Un modello di esecuzione: il "Capriccio sulla partenza". - Alcune persone sono venute da fuori, dalle due alle trecento persone non hanno trovato posto e sono state rimandate indietro. Il direttore del Hall era orgoglioso: "it is a record". Sono passati diciott’anni da quando ho inaugurato questa sala; parecchi degli originali dei molti ritratti di virtuosi che pendono alle pareti del camerino degli artisti non sono più a questo mondo --- . Altri - come Galstone e Ysaye - sono rientrati nell’ombra (il fedele amico di Ysaye, Ortmans, ha detto: il ne sait plus jouer).
Non è facile restare sulla breccia. Tanto più che la gente vuol essere scossa e impressionata sempre di nuovo e tra una volta e l’altra ci sono continui avvenimenti che fanno ridimenticar tutto - sorgono nuove forze, nuove correnti; mentre noi stessi dobbiamo superare disgusto e risentimento per dare un’impressione di freschezza. Grazie a Dio sotto questo rispetto sono privilegiato, ma anche a me ci vuole una certa fatica, e le forze buone dovrebbero essere impiegate solo per scopi buoni.
Perciò credo che questa sia stata l’ultima "tournée" di questo genere...

[1] Era stato dato per morto.

Londra, 9 dicembre 1919
Questa quarantaquattresima sarà, credo, la mia ultima lettera dall’Inghilterra prima della partenza. L’ho fissata per dopodomani (giovedì 11). Questa volta posso usufruire della strada più breve per Parigi (Folkestone Boulogne). Il recital ha avuto una grande eco. Domenica è venuta a farmi visita parecchia gente: Lamond, Dent, Major Trevor (critico del "Daily Express"), un uomo simpatico e comprensivo. - Lamond è stato straordinariamente gentile, amichevole, persino affettuoso. Ne sono stato profondamente toccato. -... Milner ha cantato dei brani di "Arlecchino"... Mi ha fatto piacere ricevere, questa mattina, alcune righe da Benni: la sua letterina è deliziosa - credo che possiamo essere molto, molto contenti dei nostri ragazzi; sono uomini eccellenti.
Qui piovono scritture...

Londra, 10 dicembre 1919
E dunque 45; perchè ti devo comunicare che ieri sera ho avuto la grande gioia di ricevere una lettera, del tutto inaspettata di - Galsworthy!, che non conosco di persona, ma che (come sai) stimo moltissimo.
Il mio modo di suonare - scrive - "is a lesson in the long task, which confronts us all, of expressing the utmost of emotion in forms perfect and controlled - the only indestructible art. One goes to one’s work refreshed and inspirited" [1]. Ho saputo che G. è partito ieri mattina per la Spagna; che abbia voluto ancora scrivermi questa lettera la sera prima della partenza mi rende proprio felice. - ...

[1] "È una lezione per tutti noi, cui è posto il lungo compito di esprimere in forme perfette e controllate il massimo dell’emozione - la sola arte indistruttibile. Si ritorna al proprio lavoro rianimati e incoraggiati".

1920

[A ZURIGO]
(Lugano), 31 gennaio 1920

...L’arrivo a Lugano mi ha fatto un’impressione di sogno, tanto che ha rafforzato la mia intenzione di restar qui alcuni giorni; la mia camera, in albergo, dà su una grande terrazza comune, su cui si aprono tutte le camere di quest’ala; vecchi alberi neri e chiaro di luna, in basso, mormorio di fontane e, dietro, il lago: è stato subito cinquecento notti e mezza, come soglio dire.
Ora penso, naturalmente, con la mia maled... coscienziosità, che questa sera partirò tuttavia per Milano. Ma non ne potrà venir nulla di buono; perchè non farò più in tempo a provare il pianoforte, né a essere in uno stato di freschezza. -...
Sono così conosciuto, e più di quanto non mi aspetti! Già alla stazione sono stato salutato per nome, e poi qui all’albergo, lo stesso.
Nella piccola trattoria Croce Rossa di Chiasso ero seduto a un tavolo con due "viveurs" italiani, che si portavano dietro una giovane svedese. E con un signore di Padova. - Erano stati tutti da poco in Germania e in Austria; dicevano che le cose vi vanno male. Ma tutti avevano la convinzione che la Germania risorgerà presto...
Un bell’augurio per il compleanno di Lello! Gli voglio bene con tutto il cuore... Gli auguro una bella giornata e innumerevoli altre in seguito, altrettanto belle. - Mi sento in un bell’accordo con Benni. Ha ritrovato il filo e ora, con la sua mente aperta, si svilupperà bene e presto...
Vi abbraccio tutti con grande calore...

[A PARIGI]
[Zurigo], 10 giugno 1920

...Finalmente sto trovando la forma del mio Mefistofele; perchè anche un demonio la deve avere! - Non ho potuto studiare il pianoforte. Ero nervoso per la tua partenza...
Mi sono sforzato di nasconderti le mie inquietudini; da ultimo mi sentivo il cervello in tumulto: - forse il viaggio sarà un buon antidoto...

[ A PARIGI ]
[Londra], 5 luglio 1920

...Stamani la tua cartolina mi ha fatto tanto piacere: ora sei in movimento e scorazzi per Parigi. Dio ti mantenga la tua freschezza. Combina qualche cosa con Philipp: - mi riesce tanto difficile dir di sì, e ancor più difficile dir di no. - Il giovane Walton (del Restaurant Español) mi ha mandato delle pagine di note. Ha un po’ di contrappunto in corpo; del resto tutti "compongono" adesso secondo una formula: note, note, note, per dritto e per traverso, senza fantasia e senza sensibilità. Per quel che riguarda la bellezza, certo il gusto è mutevole: Wagner, per esempio, è spesso "bello"; sapeva bene che anche questo fa parte del mestiere. - Ma, in fondo, è il talento che è decisivo. -
Cara Gerda, sii contenta; un po’ anche del tuo affezionatissimo
Ferruccio.

[ A PARIGI ]
Londra, 8 luglio 1920

...Queste giornate sono state proprio "snervanti"; e sento che smetto questo genere di lavoro proprio in tempo! E avrò speso due settimane di più di quel che avevo calcolato. Sybil e Dent hanno ricevuto il Faust.[1] Sybil era "fuori di sé"; Dent ha detto (credo per la prima volta) la parola "meraviglioso" [2] - Questi due successi mi hanno fatto piacere... Tutto il resto (e non è molto) a voce. Mi sento così sollevato oggi. (Peccato che non ci si possa dare alla pazza gioia.)...

[1] Il libretto.
[2] In italiano nel testo.

[A ZURlGO]
Berlino, 11 settembre 1920

Non sono ancora da due ore a Berlino, e ti devo scrivere immediatamente... È stato un piacere ritrovare il tono umano e amichevole degli impiegati di frontiera tedeschi...
I tedeschi, nel Sud, mostrano un commovente "modesto orgoglio" di "avere ancora tutto": la campagna sveva sembra coltivata magnificamente; e la veduta di Stoccarda, dall’alto, fa un effetto imponente e fantastico - in confronto alle città svizzere. Come ho detto, si vede la città prima dall’alto e si scende poi in una grande spirale, per cui l’abitato a volte scompare, a volte è di nuovo visibile, e sempre più vicino. Alla stazione un trambusto! La vettura letto era disposta normalmente, l’arrivo in orario. - Finora ho visto Berlino solo tra le 8 e le 9 del mattino, col bel tempo...
Il portinaio della nostra casa mi ha accolto come un padre. L’appartamento è tenuto in modo sorprendente e mi sembra così bello e ricco!...
Devo raccogliermi un poco...

Pomeriggio
C’è uno strano contrasto tra l’abbigliamento modesto, spesso povero e la disinvoltura con cui vengono accettati gli alti prezzi!... In complesso non posso ancora dare un giudizio. -
Questa lettera è tutta sconnessa, non te ne devi meravigliare; perchè non ho le idee ben chiare e sono un po’ emozionato. Ma l’appartamento è meraviglioso. Tutto risplende! - Un po’ anche
il tuo F.

[A ZURIGO]
Berlino, 12 settembre 1920

Sono seduto nella mia biblioteca - "la cité des livres", dice A. France e (per quanto posso giudicare sommariamente) vi ritrovo ogni volume al suo posto; carta, inchiostro, penna, insomma tutto il necessario per scrivere è pronto. Ho esitato a entrare in questa stanza e mi sono deciso a farlo appena questa mattina. [1] - È domenica e piove. Così rimango buono buono a casa... Qua dentro è stupendo. Purtroppo non altrettanto fuori di qui. Bisogna ricominciare la lotta per tenere alta la nostra concezione dei valori. Dopo l’America e Zurigo - ora Berlino. - Eppure neanche oggi posso dire una parola definitiva. Vedrai. Se non andrà - dovremo scegliere qualche cosa di diverso. Ma son sempre ancora persuaso che è necessario tentare, riprendere la casa, affrontare l’esame. Per sapere tutto.
Penso di lavorare molto: mi concentrerò. Giotto mi manca terribilmente... Sì, sono contento di lavorare. - Persino di riprendere ex-novo il pianoforte.
La prima notte è trascorsa passabilmente…
Sembra che il Buddha sia fatto di carne viva; che debba cominciare a muoversi. Spesso mi vien fatto di credere che si muova davvero. - E questo è tutto, per oggi. Domani ti scriverò di nuovo...
Ho incontrato ieri Hans Herrmann (il re della canzonetta di Berlino): "To’ Busoni; fortuna che La incontro. Volevo che mi firmasse un ventaglio per una signora". - È mai possibile una cosa simile?!!

[1] Busoni aveva conservato scrupolosamente per più di cinque anni la chiave della sua biblioteca e l’aveva sempre portata con sé.

Berlino, 14 settembre 1920
...Tutti sono stati molto cordiali, come, in generale, il tono a Berlino è molto umano e simpatico. Sono uscito pochissimo. (Ho tanto da fare e ne sono molto contento)... È come un sogno pensare che son di nuovo qui già da quattro giorni - - -
Aspetto con impazienza il tuo arrivo. Ho ricevuto con batticuore la tua letterina così affettuosa, tanta gioia mi ha dato. Grazie. Domani scriverò più a lungo. Vi abbraccio con tanto affetto, te, Benni e Lello...

[A ZURIGO]
Berlino, 16 settembre 1920
Oggi - finalmente! - ho terminato la "Toccata" - effettivamente con data e firma. - ...
Sento che potrei lavorare, se mi si lasciasse in pace! - Perchè l’essere a casa mi dà veramente l’ispirazione... Piovono lettere.
Ho una sensazione di "vacanza", per la fine della "Toccata", e sono anche affaticato....

[A ZURIGO]
Berlino, 19 settembre 1920

È già la seconda domenica!
Oggi è venuto, su mio invito, il rilegatore di libri Schmid: - pensavo di preparare un po’ di atmosfera...
Sono stato molto occupato, sono molto contento della Toccata; ho scritto oggi "per scherzo" un - "Valzer danzato". -...
E quando vieni? Ti aspetto con impazienza. - Povera Gerda, chissà quanto sei stanca! A dir il vero, dovresti prenderti ancora delle vacanze in Svizzera. Ti prego, fa tutto a seconda di come ti senti. Me la cavo molto bene, per il momento, sebbene ti desideri qui. Ti bacio con amore e gratitudine...

[A ZURIGO]
Berlino, 21 settembre 1920

...Lavoro piacevolmente, ho "ritoccato" la "Toccata" e sto strumentando il "Valzer danzato"... Ho trovato le due prime dispense del Cellini di Slevogt e sono riuscito a trovare la fine nella stessa buona vecchia edizione. -... Oggi sono venuti gli X. Son io che son cresciuto, o loro che si sono tutti rimpiccioliti? - Tento di sbarrare la mia porta, ma qualche cosa continua sempre a filtrare. - È uno stato di cose curioso. Poichè "ufficialmente" sono ancora sempre a "in incognito", non posso sapere che piega prenderanno le cose. - ...
Tutto sommato, queste settimane sono state le più difficili della mia vita: mi meraviglio di aver conservato ancora tanta armonia e sono contento di poterlo dire. - Mi riposo a modo mio, mi dò da fare in biblioteca ed esco un po’ nel tardo pomeriggio... Ho fatto un abbozzo di programma per i concerti, cioè: serate di pianoforte solo e tre serate orchestrali con musiche mie. Per il momento non vorrei fare di più. -... Il programma di Milner è all-right. - Di "An den Wassern zu Babel" [1] avevo fatto una bella trascrizione una volta per Clark, ma non la trovo più...
Ti bacio tanto e vorrei che tu te la passassi ancora un po’ bene costì... Ho ricevuto anche un’affettuosa cartolina da Jarnach e amici...

[1] "Presso i fiumi di Babilonia".

Berlino, 24 settembre 1920
Mia cara Gerda, non so se questa lettera farà ancora in tempo a raggiungerti. Ma non ti posso lasciare senza notizie, nel caso che tu fossi ancora a Zurigo. - È vero che non ho nulla di importante da riferire. - Continuo la strumentazione del "Valzer danzato "; ho fissato le serate d’orchestra e ho discusso il così detto Numero Busoniano dell’ "Anbruch" che mi piacerebbe fosse compilato in modo che ne risultasse una buona documentazione. - Per il momento sembra prometter bene. - Del resto mi rinchiudo e vivo per conto mio: questo modo di vivere è riposante e pieno di attrattiva. - ...
Molte cose qui sono intristite, ma non in modo insopportabile; e vanno migliorandosi a vista d’occhio. -...
Mi rallegro di vederti.
Spero di ricevere una lettera domani...

[Londra, 6 ottobre 1920]
Ho potuto goder poco di Edimburgo questa volta, perchè il concerto ha avuto luogo di pieno pomeriggio. Appena alle 7 di sera ho potuto passeggiare per due ore (come sono stato contento di questa possibilità!): - era sabato sera, le botteghe chiuse e una "populace" si affollava nelle strade principali.
La plebe di Edimburgo (e di Glasgow) è tra le più basse e rozze che io abbia mai visto. In confronto l’americano del West ha qualche cosa di "gentile" [1]. Il sabato sera la plebe si sguinzaglia e si abbandona a un tumulto peccaminoso...
La "Danza macabra" di Strindberg è un lavoro potente, quasi demoniaco. A primo sguardo sembra la descrizione di un matrimonio mal riuscito; ma poi ci si accorge che tutto gira intorno al carattere del marito. È naturale poi che la moglie, che sta con lui più spesso, più a lungo e più vicino degli altri, subisca più fortemente l’influenza del marito; ma non è, soprattutto, la storia di un matrimonio... Il lavoro mi ha preso fortemente e irradia una suggestione paurosa: se ne resta annichiliti (come si usa dire). Eppure non lo giudico "un’opera d’arte" e non so nemmeno se ne è giusta la forma drammatica. E d’altro canto: la parte del "Capitano" è tale, che si vorrebbe diventar subito attori per rappresentarla.
Non posso dir nulla della lingua (la traduzione non è un gran che); - ad ogni modo non è poetica, si attiene alla tecnica del naturalismo e di Ibsen, cioè dice cose usuali in forma usuale. Solo qua e là brilla un pensiero filosofico, un tratto ricco di esperienza, un aforisma - - - Tuttavia una tecnica personale. La laconicità e il "tempo" [1] sono spesso del massimo virtuosismo e della massima efficacia: vien detto solo lo stretto necessario, ma "colpisce in pieno".
Da Strindberg all’amico Backhaus è un bel salto, ma molto benefico.
Mi ha raccontato: Rubinstein aveva annunciato a Liverpool una serata beethoveniana e una serata chopiniana. Alla sera beethoveniana, vuoto assoluto e Rubinstein partì senza aspettare la seconda serata ("in questo villaggio non suonerò mai più"). -
Quando Backhaus fu a questo punto della narrazione; scosse il capo scontento e osservò: "penso che sia stato un errore". - "Che cosa intende?"dissi molto divertito e un po’ sorpreso - "Per la serata chopiniana la sala era tutta venduta" finì con rassegnazione. -
(E ci si meraviglia che si rimproverano ancora a Rembrandt i cattivi punti riportati a scuola!) -
Una domenica mattina, un po’ invernale - sono rientrato or ora da Edimburgo - ho una giornata di riposo, di cui ho gran bisogno.
Infatti questa è stata la mia settimana:
Lunedì: arrivo.
Martedì: 5 ore di viaggio per Leeds, concerto; la notte: 6 ore di viaggio di ritorno.
Mercoledì: arrivo alle 6 di mattina. Ho lavorato.
Giovedì: 3 ore e 1/2 di andata e 3 ore e 1/2 di ritorno per e da Cheltenham, in mezzo, concerto.
Venerdì: 4 ore e 1/2 di viaggio per Liverpool, prova con Kreisler, concerto; la notte: in viaggio per Glasgow.
Sabato: da Glasgow a Edimburgo, concerto. La notte ritorno a Londra. -- Arrivo:
Domenica: oggi, 6 ottobre - libera.
I miei recitals personali erano tutti esauriti, le serate con Kreisler sono state meno buone. Kreisler ha suonato molto bene, con molta prudenza. Non ha specialità violinistiche. È in fondo, una simpatica persona e con me si è comportato in modo eccellente. Questa volta ci intendiamo benissimo.

[1] In italiano nel testo

1921

(Amburgo), 15 gennaio 1921
Era una favolosa mattina invernale di sole, oggi, al mio risveglio. Brecher ha bussato alla mia porta già alle 9. Per precauzione. - L’orchestra è decaduta, sia moralmente che artisticamente...
È doloroso scoprirlo, ma non c’è nessuno che ami e senta la musica. Gli uni la esercitano come mestiere, per altri non contano che le stanghette di battuta, i terzi se ne occupano per vanità. - (Mi sono molto arrabbiato alla prova. - Hanno pensato, naturalmente, che lo facevo come "star", ma non sono stati affatto a sentire). - I più stimabili sono ancora quelli che si occupano delle "stanghette di battuta", anche se sono altrettanto lontani dalla musica degli altri...
Sono arrivato ieri a mezzanotte. Il viaggio è stato freddo. -...
Penso a te come alla sola donna...

[A LONDRA]
(Manchester), 13 febbraio 1921

...Il concerto di ieri è stato di piena soddisfazione, tutto esaurito, il pubblico caldo e cordiale, l’esecuzione buona. - Sono venuti a salutarmi i Brodski... La signora Brodski mi ha domandato come stanno i ragazzi. - Bene, per quanto ne so. - Sono diventati buonne persone? (con un sorriso animato) - Penso di sì. - Allora sono come la mamma. Lei è un buonn artista, un grande artista - ma Sua moglie è buonna persona. ..
Brodski si è arrabbiato perchè parlavo tedesco con Max Mayer. - (Una buffa coppia.)...

[A GROSS-GMAIN, PRESSO SALISBURGO]
[Berlino], 20 luglio 1921

...La partitura procede da sé; è lei che mi trascina, non sono io che la conduco, - come Giotto! -(Lavoro a questa scena con grande gioia e promette il meglio.)...

[A GROSS-GMAIN]
[Berlino], 23 luglio 1921

In questo momento ho finito la "disputa" nella partitura: tecnicamente è forse il mio pezzo più perfetto nel contesto di un’opera! (Allo stesso tempo è molto vivace).
...Da te, fino ad oggi, ho ricevuto solo la cartolina e - benchè tu non sia qui - la settimana (oggi è sabato) è improvvisamente alla fine...
Ho la testa in ottimo stato, grazie a Dio e fatti gli scongiuri, e mi rallegro di ritrovarmi prossimamente alle prese con il libretto. - .. .

[A GROSS-GMAIN]
[Berlino], 30 luglio 1921

...Le tue impressioni su Salisburgo mi fanno piacere; purtroppo io non la conosco; sebbene nei "begli anni della giovinezza" mi sia nutrito a sazietà di bellezze austriache. - Era allora il tempo delle "Edizioni di lusso illustrate che - uscendo a dispense - rendevano possibile anche ai meno abbienti di acquistare questo tesoro domestico". La signora B. mi mandò a casa un volume del genere, in visione; era il Teatro di Goethe. Faust vi aveva l’aspetto del dott. Wilhelm Kienzl ed era rappresentato seduto in permanenza su seggiole Savonarola in osterie di stile medioevale tedesco, tipo Friedrichstrasse - come sfondo, finestre a fondi di bottiglia. Rimandai indietro il volume con ringraziamenti e l’osservazione che non era di mio gusto...
I giovanotti [1] vengono il lunedì e il giovedì; così li posso congedare dopo un’ora, un’ora e mezzo. - Ho lavorato con diligenza e regolarità e sono andato molto avanti; ancor più col pensiero che sulla carta; ma anche sulla carta considerevolmente. - Ti aspetto con impazienza...

[1] I suoi allievi di composizione.

1922

[Londra, 20 gennaio 1922]
Poichè suppongo che questa lettera arrivi prima della tua partenza, ti annuncio il mio salvo arrivo, dopo un viaggio normale. Gli impiegati dei passaporti sul piroscafo sono stati simpaticissimi. How long will you stay this time in England, Mr. Busoni? Are you going to play soon? [1] E l’impiegato della dogana fece il suo segno col gesso senza una domanda. Due olandesi che viaggiavano con me, mi presero per un diplomatico diretto in Inghilterra per incarico del governo. - La prima mezza bottiglia di vero Heidsieck nella carrozza ristorante olandese assume nella mia immaginazione il valore di un piccolo avvenimento. Domandai al cameriere se accettava valuta tedesca, disse di sì e calcolò per la mezza bottiglia 650 marchi. – "E quanto calcola in valuta inglese?" "13 scellini". Allora ho pagato in valuta inglese perchè, per quanto sia, all’occhio e all’orecchio la coscienza resta più leggera. Dunque dipendiamo proprio dalle "cifre". - Per tutto il giorno non ho pensato a nulla; credevo che fosse uno stato impossibile. E com’è noioso!!... Purtroppo non c’era nessuno ad aspettarmi alla stazione. E ora mi rallegro per il tuo arrivo...

[1] Quanto si tratterrà questa volta in Inghilterra, sig. Busoni? Suonerà tra breve?

[A PARIGI]
[Londra, 20 febbraio 1922]
Mi sembra di essere immerso in un vuoto sordo e muto dacchè hai lasciato l’albergo. Ti faccio seguire subito queste righe per restare in contatto con te. - Sono spaventato dalla consapevolezza di come si resta eternamente estranei in questo paese; come la gente accetta qui tutto con disinvoltura, per non dar nulla in cambio se non il loro "onorario". -
Le due o tre persone inoffensive, che sono fedeli disinteressatamente, non sono in grado di cambiare il volto della nazione. - Che forza in questa difensiva! Ma si spezzerà col tempo, e questo tempo è incominciato. L’India e l’Irlanda si sollevano, e nell’interno dell’isola si affaccia minaccioso l’orrido spettro della rivolta degli operai. - E sono stati proprio questi stolti di genio a inventare lo sciopero!
Ho una gran nostalgia del mio studio. (E di un porto sul Mediterraneo.) A Parigi ho molto da fare...

[ A PARIGI ]
(Londra), 21 febbraio 1922


Ieri sera ho ordinato il fuoco per questa mattina alle 8, e ho passato la mattinata davanti al caminetto nello "studio", [1] come faccio abitualmente quando sono solo...
Il Principe Fürstenberg mi invita di nuovo a collaborare al prossimo Festival musicale.
Ho scritto ieri una bella lettera su Berlioz a Newman (Ernest): lo aveva chiamato, l’altra domenica an Opera-composer manqué! [2] (I Francesi hanno molto sulla coscienza in questo caso). -
Devo restar qui ancora lunedì prossimo per levarmi dai piedi questa assurda storia del grammofono!...

[1] Lo "studio" consisteva in "tavolo" e seggiola. Busoni stesso si costruiva il tavolo mettendo la sua valigetta a mano su una seggiola. Usava lavorare a questo modo nelle camere d’albergo.
[2] Un compositore d’opere mancato.

[A PARIGI]
(Manchester), 24 febbraio 1922

...Probabilmente verrò a Parigi appena il 1. marzo; se posso, un giorno prima. Domani, sabato, arrivo a Londra proprio in tempo per il recital di Egon, poi devo impaccare i libri, perchè li prenda con sé. Domenica: preparare il programma per il grammofono. Lunedì: "incisione". Perciò penso di prender fiato martedì. Mercoledì è il 1. marzo. - Non vedo ancora chiaramente come riuscirò a preparare i cinque programmi per Parigi: il mio stesso pezzo non lo conosco ancora affatto --
Ieri c’era la "Faust-Ouverture" di Wagner. C’è dentro già quasi tutto quello che verrà dopo: "Vascello fantasma", "Tristano", "Parsifal". Ma stecchito, ma senza talento e persino mal strumentato!... Inoltre: perchè questo pezzo di Wagner è intitolato "Faust"? - Mistero. -
Ti ringrazio ancora per la tua cara lettera; avevo già scoperto il vestito grigio e i due termos. Quella natura morta abbandonata era commovente a vedersi...

(Amburgo), 25 marzo 1922
Questo foglio dovrebbe trovarsi sul tuo tavolo lunedì, all’ora della prima colazione, come buongiorno...
Werner Wolff è un musicista e direttore rispettabile, che dirige con solidità e buon gusto. - "Sarabanda e Corteggio" sono venuti meglio qui che a Parigi, nonostante l’orchestra più smilza. - Fiat justitia. -
Anche questa volta i due pezzi mi sono piaciuti senza riserve. Ne ho avuto incoraggiamento a portar a termine l’opera...
Esteriormente la città sembra ordinata e indaffarata. L’entrata nell’abitato offre uno spettacolo imponente. Ma la sera, subito dopo l’ora di chiusura dei negozi, tutto è buio e vuoto...
Tutto sommato, Amburgo è proprio separata dal Reich tedesco, quasi come un’isola: un "England in pocket-edition" [1] ...

[1] Un’Inghilterra in formato tascabile.

(Amburgo), 26 marzo 1922
È stato molto caro da parte tua scrivermi; e quel che scrivi è giusto. - Ho suonato molto bene oggi alla prova, sebbene non abbia toccato il pianoforte nel frattempo. La sala era tutta esaurita, il pubblico molto caldo (anche ai miei pezzi): Pfohl, felice. -
Le esecuzioni non sono state all’altezza della 1. prova; in compenso domani andrà di nuovo meglio. Nel camerino degli artisti piovevano proposte. La prossima stagione con Pollack e, possibilmente già in aprile, un recital di pianoforte; il successore di Rahter voleva commissionarmi una "suite", infine c’era un tale di New York con grandi progetti. Mi piace di nuovo un po’ di più suonare il pianoforte: vorrei fare ancora un passo avanti in quest’arte; e credo quasi che mi riuscirà!...

1923

[A DONAUESCHINGEN]
[Berlino], 28 luglio 1923

...Nell’ultimo numero dell’ "Anbruch", Bekker si mette tutto dalla parte dei giovani... ha paura di "invecchiare"? Ma la contraddizione rimane, se sostiene, come fa, "L’Histoire du Soldat" di Stravinski e si rifiuta di afferrare il concetto dell’ "unità" della musica. -...
Domanda, all’occasione, a Jarnach come interpreta il caso Bekker. Salutalo e ricordami ai Principi, a Burkard e agli altri amici.
Spero tanto che tu ti trovi costì altrettanto bene come la prima volta. Avevi bisogno di un po’ di distrazione e di occupazioni diverse dalle solite.
Perciò ti auguro di divertirti il più possibile, ti abbraccio con affetto e aspetto a gloria il tuo ritorno.
Il tuo Ferruccio.